domenica 27 dicembre 2020

IL VACCINISMO MAGICO



Per comprendere il fenomeno covid potrebbe essere utile cambiarne l'approccio percettivo e visualizzarlo in termini di forma nello spazio con una propria struttura tridimensionale, descrivendolo come una serie di contenitori uno dentro l'altro, come le scatole cinesi, dove ogni scatola rappresenta concettualmente un pretesto per l'apertura della scatola successiva.

Fino a questo momento, aprendo le varie scatole in sequenza, il virus è stato il pretesto per la dichiarazione di pandemia, termine che oggigiorno per l'OMS non indica più una malattia che si diffonda con un determinato indice di mortalità nel mondo ma "la diffusione di un agente infettivo in vari paesi contemporaneamente". Quindi in teoria come agente basterebbe anche il virus del raffreddore. 

La dichiarazione di pandemia è stata il pretesto per il lockdown e le altre misure restrittive della libertà che progressivamente hanno catturato tutta l'attenzione a discapito della malattia in sé, per la quale si sono scelte o cure sbagliate o ostacolate se non proibite quelle indicate dai medici come possibili e risolutive, mentre al contempo la sanità pubblica, ad esempio in Italia, veniva congelata in una generalizzata sospensione di cure e trattamenti, perfino quelli già programmati per i malati oncologici, che non riguardassero la strettissima emergenza. Una vera e propria serrata del servizio sanitario nazionale ex-pubblico, inspiegabile dal punto di vista logico e che con il passare dei mesi, con gli ospedali che ritornavano alla normalità, tanto da trasformarsi in scuole di danza rituale, sta diventando sempre più inquietante.

Il lockdown e naturalmente il biscottino ai cagnolini di Pavlov rappresentato dalla promessa di liberazione dalle catene e dalle museruole, è il pretesto per introdurre il vaccino. Un vaccino realizzato in pochissimi mesi, si suppone saltando varie fasi della sperimentazione e soprattutto la normale prassi di approvazione e commercializzazione che è prevista perfino per i vaccini i quali, come è noto, godono di corsie di approvazione meno severe di altri farmaci. In questo articolo del 2016 l'infettivologo Fabio Franchi, smentendo la Fnomceo, dichiarò:

Perché tanta fretta e perché soprattutto la costruzione di una narrazione di tipo religioso sul concetto di vaccinazione di massa per il covid, della quale si dirà dopo? Un vaccino che quindi che ha tutta l'aria di un pretesto. Per cosa? Ecco l'ennesima scatola che si apre. 

Fino ad oggi la sperimentazione di un farmaco sull'uomo, che seguiva quella sull'animale e sulle linee cellulari in vitro, avveniva in quattro fasi secondo le modalità descritte sul sito dell'AIFA. Essendo la quarta ed ultima fase l'osservazione post-commercializzazione dell'efficacia del farmaco e dell'eventuale comparsa di effetti collaterali a lungo termine, ci si domanda a quale fase precedente di sperimentazione si sia giunti riguardo al vaccino per il covid, tenendo presente che la fase 2 dura di solito almeno due anni e per completare la fase 3, sempre per l'AIFA, ne possono occorrere fino a cinque. Pare che una parvenza di fase 1 ci sia stata, almeno a leggere i resoconti sulle "reazioni allergiche" che sarebbero state riscontrate nei partecipanti ai test di quella che però viene definita già fase 3 della sperimentazione.

Come è possibile accelerare tanto i tempi dei protocolli ufficiali di sperimentazione? E' il progresso della scienza "che oggi viaggia più in fretta" come ha affermato qualcuno, o è bastata l'autorizzazione alla procedura d'urgenza per l'autorizzazione concessa dall'FDA negli USA? E' il fatto che i vaccini "non sono farmaci", come è stato imposto da parte dell'industria farmaceutica di considerarli? Perché mettere a repentaglio la salute di migliaia di persone che sono già state convinte da una campagna di terrorismo mediatico a partecipare alla somministrazione di massa di un vaccino in alcune formulazioni addirittura contenente una tecnologia mai utilizzata prima, quella a mRNA? Perché, se ormai è dimostrato che il covid è curabile addirittura a domicilio e il suo  tasso di mortalità reale, non gonfiato giocando sporco sui concetti di "casi", "contagi", "infetti" ed altre trappole linguistiche, non avrebbe permesso fino a qualche anno fa all'OMS di considerarlo malattia pandemica? Qui sembra aprirsi un'altra scatolina.

Il vaccino è il pretesto per la sperimentazione sull'Uomo: selvaggia, privatizzata, di massa, senza responsabilità legale da parte di chi somministra i test, e soprattutto gratuita, perché per i farmaci tradizionali BigPharma qualche osso sotto la tavola te lo lancia, a meno che tu non interrompa il trial perché stai troppo male: in quel caso, ciccia. Dato che il vaccino non è un farmaco (toh, un pretesto!) si sperimenterà su cavie che firmeranno un foglietto di carta dove sarà scritto che se rifiutano la seconda dose dovranno aspettarsi conseguenze. Di che tipo ancora non si sa, se sanitarie o legali. Ed ecco aprirsi l'ultima scatola della serie, quella che contiene ciò che non si sarebbe voluto vedere. 

Questa sperimentazione sull'Uomo è il pretesto per una serie di imposizioni totalitarie per implementare il transumano: il controllo totale della salute, attraverso la manipolazione del sistema immunitario naturale, la sua progressiva disattivazione allo scopo di creare il paziente permanente, dipendente dai farmaci a vita ed eventualmente sopprimibile a comando. Un sistema immunitario privatizzato, restituito eventualmente in concessione con il contagocce e temporaneamente mediante appositi "vaccini", secondo comodi piani mensili di abbonamento. Fino a  giungere allo scopo finale, già rivelato a suo tempo dall'ineffabile filantropo occhialuto e presente in bella mostra senza che nessuno lo noti, come la lettera rubata di Poe, in ogni agenda distopica dell'élite, nonché prerequisito fondamentale dell'implementazione della Quarta Rivoluzione Industriale: l'utilizzo del controllo della salute per limitare la popolazione mondiale con un vaccino che sterilizzi ed eventualmente si occupi di disattivare alcune categorie specifiche di soggetti. La categoria delle "vite indegne di essere vissute" a questo punto può estendersi illimitatamente a gruppi etnici, popolazioni di interi stati o razze specifiche.

All'obiezione che ciò sarebbe troppo orribile anche solo da immaginare, rispondo con facilità ricordando che il malthusianesimo è uno dei pilastri del paradigma che ci domina. Che il darwinismo, apparentandoci con le scimmie, ci rende automaticamente l'anello mancante nella catena dei soggetti da sperimentazione, tra il Macaco Rhesus e l'androide. E che il transumano è il logico ed inevitabile punto di arrivo di un lungo percorso di negazione dell'Umano.

Il ragionamento che ci ha condotti a scoprire l'ultimo dei pretesti funziona anche al contrario. Se volessi controllare la popolazione, con lo scopo di diminuirne il numero, avrei bisogno di controllarne la salute, quindi userei un vaccino da imporre a causa di una pandemia provocata da un virus opportunamente apparso sulla scena, sia spontaneamente sia cercato in qualche laboratorio. E questo ci porta all'ultimo concetto che viene dischiuso dal covid: la volontarietà del dominio dell'uomo sull'uomo in spregio a qualunque autorità superiore. Una volontà espressa da una scienza ormai liberata da ogni concetto di limite.

Siamo veramente nella terza fase dell'umanità di Comte, la fase della Scienza, che fu preceduta da quella Filosofica e da quella Religiosa ma le cose non sono andate come previsto dal filosofo. Se visualizziamo anche questo schema comtiano nello spazio tridimensionale, vedremo come anch'esso sia riconducibile ad un sistema concentrico. La fase religiosa contiene quella filosofica e quella filosofica quella scientifica. Ben lungi dal rappresentare un progresso, la fase scientifica si è rivelata una progressiva discesa agli inferi, l'inversione dell'opera alchemica verso un nigredo senza fine. Per poter essere finalmente liberata, la Scienza ha dovuto distruggere ciò che la conteneva e per dominare le menti ed asservirle, a cominciare da quelle degli scienziati, indebolite dal delirio di onnipotenza, ha dovuto assorbire l'autorevolezza e il linguaggio delle fasi precedenti, trasmutandoli tuttavia nell'Ideologia e nello Scientismo, entrambe parodie della Religione con i loro miti, il clero sacerdotale, le tavole della legge, i testi sacri, l'ortodossia e l'Inquisizione. 

Si comprende quindi l'attuale sconcertante trasmutazione della pandemia, ovvero della catastrofe, in pseudo-eucatastrofe, con tanto di corrispondenza tra la simbologia sacra del Natale con quella della "nascita" del vaccino miracoloso. Compresi i Re Magi che trasportano il dono a Roma (non a caso), scortati dalle forze dell'ordine. Siamo al vaccinismo magico sorretto da una colossale evocazione medianico-mediatica basata sul terrore e lo stupore che deriva dagli altri nefasti -Ismi magici del novecento, tutti riconducibili ad una radice comune occulta: la sfida apocalittica alla natura divina dell'Uomo. Quella che suggerisce il vero significato dei balletti propiziatori  da corsia di eroi ma soprattutto eroine, novelle baccanti, in camice pronti ad accogliere i vaccinandi per il nuovo battesimo: la festa per l'imposizione del marchio. Quello che permetterà, forse, la sopravvivenza nel nuovo mondo. E foss'anche quello di infamia per chi si sottrarrà al rito per giusto diritto di scelta. 

Aprendo la scatola della Scienza, invece del progresso, vi abbiamo trovato qualcosa che rischia, per sua intrinseca natura, di perderci per sempre trascinandoci con sé nell'Abisso del Nulla senza fine.

mercoledì 16 dicembre 2020

Trattamento Scientocratico Obbligatorio

Ho fatto uno strano sogno nel quale da vent'anni era già stato pienamente instaurato un governo unico mondiale e tutti i politici e capi di stato erano degli attori  incaricati di recitare una parte in quella che si rivelava una tragica rappresentazione della parodia di un sistema democratico. 
Un sogno al confine con la realtà di una democrazia come somma finzione a copertura dell'assoluta necessità di mantenere immutabile il Sistema inaugurato con la prima rivoluzione industriale. Altro che "cambiamento" e versione 4.0 della stessa! Una finzione così ben simboleggiata dalla sospensione della realtà alla quale ci hanno iniziato prima il cinema, poi la televisione ed ora la virtualità di Internet, che deriva dalla capacità dei sogni e della narrazione intesa come racconto, come letteratura, di farci viaggiare in una realtà parallela ed altra. Solo che, come accade nel film "Inception", ad un certo punto puoi non essere più in grado di distinguere realtà e sogno e ti perdi nel limbo tra sanità e follia, tra Scilla e Cariddi. 
Ciò che si vorrebbe, non è più un mistero, ci accadesse sempre di più è che restassimo immersi in un mondo che ci rendesse volutamente folli, perché se resti sano potresti scoprirne l'inganno. Truman che apre la porta nella scenografia di compensato, si ritrova fuori, nel mondo, e capisce.

Questo salto continuo tra realtà cosciente e realtà altra onirica è divenuto ormai parte della nostra esistenza. Lo sforzo di agganciarci al ricordo della vita precedente, anteriore a nove mesi fa, termina appena usciamo di casa e incontriamo i  rassegnati in mascherina anche da soli in bicicletta alle sette del mattino in un quartiere ancora deserto. L'agghiacciante demonizzazione (il termine non è casuale) della socialità e del contatto umano instillata dall'ormai unica narrazione pervasiva ed infiltrante di regime, quella del covid, ha provocato forse la vera pandemia: quella dei poveri Asperger terrorizzati dal contatto umano che vorrebbero vivere in una bolla asettica ritornando all'utero materno ma dal quale stavolta non uscire mai più. Uno spettro autistico si aggira per il mondo.

Anche a seguito della pandemia di influenza denominata "Spagnola" si osservò in molti sopravvissuti il fenomeno della letargia oppure della caduta in uno stato catatonico  che li faceva assomigliare a zombi. Figure rappresentate idealmente dal Cesare del "Doktor Caligari" e forse della prima vittima di un progetto Monarch rappresentata sullo schermo, la Maria di "Metropolis". Uno stato di catatonia che impedì a molti di riconoscere i primi sintomi degli incubi distopici degli anni trenta e di preparare nei loro confronti una adeguata reazione di fuga.
Impedire il risveglio, quindi, anestetizzare, drogare, non come atto caritatevole nei confronti dei propri simili colpiti dalla pandemia ma puramente funzionale ad impedirne rivolte violente. 
Un gregge da condurre ordinatamente al macello perché improduttivo o semplicemente superfluo perché non più gradito al Padrone deve sviluppare questa immunità alla reazione, alla lotta, alla ribellione.
Leggevo stamattina su Twitter come il termine "immunità di gregge" sia stato mutuato dalla zootecnia.




Il covid è il grande evento immunizzatore, nel senso della volontà dell'Unpercento Padrone di immunizzare il pianeta Terra dal virus Uomo, per sostituirlo con il transUmano fabbricato in vitro e modificabile a piacimento in un Adamo remissivo, non più inutilmente intelligente e stavolta privato del libero arbitrio in grado di fargli perdere l'Eden e di una Eva già pervenuta al Male, ovvero la somma parodia blasfema della Creazione condotta attraverso la distruzione ed il rovesciamento di quella originale e sacra.
Per far ciò, pare essere necessaria una vaccinazione di massa come mai prima nella storia, intesa come nuovo battesimo, unzione degli adepti e marchiatura del gregge.  E qui rientriamo nella realtà materiale dei fatti. 

La volontà di vaccinazione di massa sarebbe suggerita dai numeri astronomici di dosi di un intruglio da iniettare in milioni di persone, già acquistate dagli autocrati europei; una pozione dall'afflato magico della quale si conosce pochissimo tranne che è basata su una nuova tecnologia ad mRNA sulla cui sicurezza vi è una vera e propria cacofonia di opinioni le più disparate: il vaccino è innocuo, no,  modifica drammaticamente il DNA, è un vero e proprio crack di sistema, no, non è vero, non può farlo,  è sicurissimo.

Un "vaccino" sicuro per il quale le case farmaceutiche hanno però preteso l'assoluta impunità da qualsiasi richiesta di risarcimento alle vittime per eventuali reazioni avverse. 
Pare strano che vi sia ancora qualcuno che non creda alla continua sadica ma sincera rivelazione alle pecore del "come andrà loro a finire" ma non bisogna mai sottovalutare il valore distraente del materialismo, grazie al quale, se le questioni non sono di bassa ragioneria, si possono anche ignorare.
Nemmeno i padiglioni petalosi dove battezzare il giorno di Natale e di fronte alle cattedrali (!!) i nuovi credenti (nella sacra unzione) fanno capire la realtà del progetto di dominio assoluto che alberga nella mente di quel narcisista maligno che è il Padrone. 

Questa immunità dal dissenso non potrà che necessitare di una qualche obbligatorietà di trattamento, che ci verrà prontamente giustificata dal clero scientocratico come inevitabile e giusta. Se non altro perché la presenza di un numero ancora per il momento consistente di pecore nere avrà bisogno di ricercarne l'obbedienza con il tallone di ferro.
Ecco quindi l'ipotesi assolutamente da non escludere come democraticamente impossibile del trattamento sanitario obbligatorio, il TSO, che, non so se è noto a tutti, è  un lascito della Legge Basaglia del maggio del 1978, poi inserito nel novero della legge di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale del dicembre dello stesso anno.

I credenti nel potere sacro e salvifico della Costituzione ribadiscono che l'art. 32 comunque impedirebbe un atto medico obbligatorio e di massa, che il TSO riguarda eventualmente solo i matti e la sera dormono sonni tranquilli. Noi invece che li abbiamo spesso tormentati da sogni premonitori, ricordiamo che il medesimo art. 32 non esclude che una legge dello Stato possa introdurre, di necessità, l'obbligatorietà di un trattamento. Se è una questione di matti, basterebbe psichiatrizzare il dissenso come già storicamente fatto in altre realtà per far dilagare l'istituto del TSO.
L'estensione dell'obbligo vaccinale per i bambini, condotto senza colpo ferire qualche anno fa su dettatura dell'industria, ne è oltretutto illustre precedente e scriteriato fu chi si stancò prematuramente di denunciarne la pericolosità predittiva per inseguire altre questioni distraenti abilmente portate nel frattempo in primo piano. Consideratelo un mea culpa molto personale. 
 
Ora che non si tratta più solo dei figli degli altri ma del nostro corpo e, se si viola la barriera ematoencefalica, anche della nostra mente, è ovvio che molti si sveglieranno e vorranno sapere se è possibile l'introduzione di un'eventuale obbligatorietà vaccinale e come difendersene legalmente se la si ritiene incostituzionale. 
Il babau-covid funge già da candidato a pretesto ideale per finire di smantellare il SSN, mettere in atto l'ennesima "riforma", ovvero taglio al welfare innescato dall'evento catalizzatore e praticare come metodo il ricatto del "se non ti vaccini non ti curo". La moneta elicottero in cambio dei padiglioni petalosi in ogni piazza.
Alla luce delle ripetute violazioni del dettato costituzionale di questi mesi, governati a furia di paturnie dettate al dictator, se la vaccinazione di massa è una cosa che pare verrà fatta contemporaneamente in tutto il mondo, chi ha responsabilità politica non potrà esimersi dal prendere una posizione chiedendo, per conto dei suoi cittadini a chi richiede quest'atto, se esso sia veramente giustificato. 
E, da parte dei cittadini, la posizione da pretendere dai propri rappresentanti politici potrà essere condensata in una domanda secca: "Sei a favore o contro l'obbligatorietà di un atto medico su di me per il quale, se mi succederà qualcosa, nessuno sarà responsabile?" 
Questo a me pare essere ormai il vero Rubicone. Il confine tra democrazia e dittatura. 




giovedì 10 dicembre 2020

Il totalitarismo chimerico e la vaccinazione filosofale

Lo scenario geopolitico che avrebbe dovuto restare immutabile per almeno trent'anni, il famoso "Progetto per un nuovo secolo americano", propiziato dal sacrificio di tremila esseri umani polverizzati in dieci secondi,  nel giro di pochi mesi e nel corso di un altro dei maledetti anni con il nove, è improvvisamente e drammaticamente cambiato.

L'idea vecchia e polverosa delle guerre guerreggiate, il grande progetto imperiale vecchio stile è scivolato, grazie all'ennesimo evento catalizzatore, nel sogno bagnato del Dottor Stranamore: l'unico governo mondiale totalmente nelle mani di coloro che hanno superato la soglia critica di ricchezza oltre la quale si perde completamente il lume della ragione e non si torna più indietro. Un progetto, questo restyling completo del mondo, questa riprogrammazione dell'Umanità a partire dal codice genetico, che ha occupato per almeno due secoli le notti insonni e tormentate dal mal di denti di generazioni di neoaristocratici odiatori dell'Uomo e sfidanti di Dio e che per comodità descrittiva concentriamo nella visione del "mondo nuovo" di Huxley e di altri profeti e visionari della distopia. Una scacchiera dove le pedine possono muoversi in ogni direzione senza più alcuna regola.

Un progetto totalmente abusivo ed arbitrario mai richiesto da alcuno degli abitanti della Terra e che in effetti a nessuno di loro potrebbe apportare alcun beneficio né morale né materiale, essendo una comodità ad uso esclusivo dell'élite, ma che ora essa ritiene sia giunto il momento di implementare senza porre più alcun indugio perché forse alcuni segni dei tempi impongono un'accelerazione verso lo scontro finale.

La malattia dal nome non da malattia ma da operazione in nero, ovvero il covid-19, può essere considerata l'evento catalizzatore di questo programma definitivo di dominio globale? Un 11 settembre come lo abbiamo fatto in casa ma più in grande? Assai probabilmente si. Anzi, la metafora medica ci aiuta a capire finalmente la natura scientifica (nel senso deteriore del termine) di quella che sembra la conclusione di una sperimentazione molto sofisticata e sul lunghissimo periodo per la ricerca del totalitarismo perfetto da applicare capillarmente in ogni punto del globo. Una chimera composta dal meglio-peggio di ogni totalitarismo passato, composta da un'accurata selezione degli abissi raggiungibili dalla volontà di sopraffazione dell'essere umano sul proprio simile. 

Secondo quest'ottica, dovendo i posteri scrivere la storia del Nuovo Ordine Mondiale, indipendentemente che esso si realizzi o meno, il Novecento dovrà essere considerato retrospettivamente come il laboratorio planetario - e ciascun paese e popolo come rispettivamente stabulario e cavia, dove ogni aspetto di questo totalitarismo ideale è stato accuratamente testato, monitorato, sottoposto a verifiche dai suoi scienziati pazzi, disposti ad attendere cent'anni e oltre, come dei costruttori di templi oscuri, prima di poter vedere il risultato della propria opera. Ovvero lo strumento perfetto di dominio da applicare in concreto alla svolta del millennio ed alla prima congiunzione astrale propizia per  rendere il sistema politico dominante, il liberismo, come unico modello possibile di società umana. La vera "fine della storia".  I risultati di questo esperimento sono stati sorprendenti e il materiale raccolto imponente. 

I geni di questa chimera sono stati meticolosamente isolati: le dinamiche concentrazionarie dei lager e dei gulag, quelle carcerarie con le loro tecniche di tortura; la psichiatrizzazione del dissenso; la forsennata regolamentazione del privato delle persone e l'ossessione per il controllo e manipolazione di ogni loro comportamento, sentimento e atteggiamento; l'arruolamento ideologico di medici e scienziati, la loro consacrazione come sacerdoti del culto della Scienza onnisciente e infallibile. Una parodia del sacro in dispregio e sostituzione della religione. Ancora, l'ideologizzazione di ogni aspetto dell'esistenza,  le polizie politiche, la privazione della libertà di movimento e di parola, la propaganda, la suggestione, la manipolazione mentale, le dinamiche delatorie tra cavie, lo scatenamento dell'aggressività, il "come si diventa nazisti" e poi le reazioni di panico, di shock, di paura, di sottomissione. 

Altri geni sono stati forniti dal sistema dominante stesso: la sopraffazione, lo sfruttamento, l'alienazione, l'ossessione del profitto, il culto della tecnologia senza limiti e del progresso fine a sé stesso, compresi tutti gli artefatti ideologicamente rovesciati del progressismo. Agli ingredienti novecenteschi sono stati poi aggiunti elementi classici particolarmente cari all'élite come il pensiero magico, le pratiche sacrificali tribali e tutto ciò che, come ingrediente segreto ed occulto, potesse potenziare il risultato finale, il totalitarismo chimerico.

Anche le due guerre mondiali e le varie rivoluzioni "proletarie" del secolo scorso sono da considerarsi a posteriori come altrettanti "laboratori"? Applicando la teoria delle opportunità che possono essere colte da sciagure e catastrofi, naturali e non, per applicare una propria agenda di potere, direi proprio che dalla loro lezione sono state tratte preziose informazioni e spunti ai quali ispirarsi, come si è visto. Durante le guerre, ad esempio, si possono compiere genocidi che in tempo di pace solleverebbero riprovazione e orrore. In guerra finisce tutto nel calderone delle perdite umane e alla fine i milioni di morti diventano statistiche, come ebbe a dire Stalin. I dopoguerra espansivi e fintamente democratici sono anch'essi utili per variare un po' il ritmo. Proviamo ad espandere il capitalismo, proviamo a riempire di soldi le tasche dei lavoratori, diamo loro il benessere, permettiamo ai loro figli di studiare. Così, a tempo debito, potremo osservare, come osserveremmo degli insetti con l'occhio dell'entomologo, il loro disperato agitarsi e fuggire in ogni direzione quando toglieremo loro tutto questo. Non perché necessario ma perché sarà nostro capriccio farlo. Perché Lui non gioca a dadi ma noi si. La democrazia diverrà gradualmente democratura e, prima o poi, sfocerà dove batte l'accento; nella dittatura.

Questa pandemia, il covid come evento catalizzatore di un Grande Cambiamento, del Grande Reset, come viene chiamata la demolizione controllata (dev'essere una mania!) del capitalismo come lo abbiamo sempre conosciuto, sta però introducendo in queste ore un concetto totalmente nuovo e mai riscontrato in ogni precedente forma di dittatura sia essa nazista, comunista o ultraliberista: il trattamento sanitario obbligatorio. Questa violazione del corpo da parte dell'autorità, che con la psichiatrizzazione del dissenso comprenderà anche la mente, è un vero e proprio salto di paradigma. In un certo senso, con la cancellazione del principio di precauzione, l'abolizione del metodo scientifico e il vilipendio del giuramento di Ippocrate, per non parlare dello stupro della bioetica, essa rappresenta la fine sommaria della Medicina, già prefigurata nella demolizione controllata (ebbene si, ancora) della sanità pubblica negli ultimi anni.

C'è tuttavia un aspetto così profondamente politico nella vicenda del vaccino covid che i suoi aspetti medici rischiano di finire in secondo piano. Mi riferisco all'elemento simbolico di qualcosa senza il quale non ci potrebbe più essere permesso avere una vita sociale normale. Si parla di divieto di accesso in alcuni luoghi, di viaggiare, di lavorare, perfino di uscire di casa per coloro che non si sottoporranno al vaccino. Vaccino non sufficientemente testato e che mai prima d'ora sarebbe stato somministrato tanto alla leggera ma, a questo punto, se ciò che vale è il gesto, all'interno della siringa potrebbe anche esserci solo acqua. Ecco quindi che il totalitarismo chimerico si arricchisce del suo marchio distintivo, il suo covenant ID, il suo segno di sottomissione, il numero tatuato non più sul polso ma direttamente nel sistema immunitario. Il vaccino come panacea, elisir di lunga vita, passaporto per la sopravvivenza, perfino via di iniziazione per una schiera di sotto-eletti che si compreranno l'indulgenza grazie alla simonia del clero pandemiocratico. La chimera e infine la sua pietra filosofale.

E' evidente che questa accelerazione verso il possibile peggior totalitarismo della storia richiede una posizione di assoluta opposizione da parte di tutte le forse politiche che operano in democrazia fintanto che ne rimarrà un barlume. Se da varie parti politiche si era già prospettata e si comincia a considerare accettabile e normale l'inoculazione di milioni e milioni di dosi del vaccino covid su base obbligatoria, con le sacerdotesse della zootecnia che non si pongono alcun problema etico a riguardo, occorre al contrario opporsi ad ogni cedimento su concessioni minime che porterebbe a richieste ancora più pressanti e via via sempre più  impossibili da rifiutare. Non bisogna creare il precedente, aprire il campo all'ennesimo evento catalizzatore. L'inviolabilità assoluta del corpo dev'essere dichiarata valore non negoziabile da parte della politica e gli elettori tutti devono pretenderla ad ogni costo.  Chi dei loro rappresentanti non lo farà, non rispettando l'impegno, se ne assumerà la responsabilità e non solo di fronte all'Umanità.

venerdì 16 ottobre 2020

IL VACCINO CONTRO IL COVID SIAMO NOI

 


In questo dramma intitolato "Covid-19" - si, 19 nonostante abbia debuttato nel '20 e questo è il primo mistero; dramma che ogni sera fa il tutto esaurito fin dal mese di febbraio nei teatri di tutto il mondo, è ormai chiaro che il coronavirus in sé non ne fosse affatto il protagonista ma un comprimario e per giunta anche cane. Diciamo che, poverino, mi ricorda quelle band un po' scalcagnate ma piene dell'entusiasmo dell'inizio carriera che una volta erano incaricate di aprire i concerti dei grandi gruppi rock.

Per il coronavirus possiamo anche scomodare nuovamente Andy Warhol e il suo trito e ritrito quarto d'ora di celebrità. Di questo virus all'inizio presentato come lo sfidante del cugino Ebola per il titolo di Grande Sterminatore dell'Umanità e chiamato anche SARS-cov2 per distinguerlo dalla sua prima versione uscita qualche anno fa, si è già detto molto. Che è fatto strano, che all'analisi genetica presenta frammenti anomali, addirittura di HIV, probabilmente inseriti in laboratorio con una tecnica di bioingegneria assai discussa e diverse volte in passato sottoposta a moratoria, che si chiama gain of function. Dopo aver tirato in ballo improbabili e casuali scambi di effusioni in natura tra pipistrelli e pangolini, mi pare infine assodato che il virus sia nato nel laboratorio di Wuhan, uno strano luogo mezzo cinese, mezzo francese, americano e onuiolo, dove appunto era noto si giocasse un po' troppo allegramente con i virus, si può sospettare su commissione. 

Alla fine, quello annunciato come un virus pandemico letale come quello del film "Contagion", si è rivelato ciò che in fondo era e doveva essere, in quanto pretesto: un virus influenzale forse un po' più cattivo del solito. Tuttavia, combinato con qualche vaccinazione di troppo, la possibile interazione con fattori di inquinamento ambientale,  i protocolli dell'ineffabile OMS che hanno ammazzato i pazienti obbligando i medici a pratiche errate e nel contempo ha "sconsigliato" le autopsie (con la curiosa indicazione di trattare i cadaveri con le stesse modalità riservate agli infetti da prione); autopsie che avrebbero orientato i medici al corretto trattamento delle polmoniti e chissà quali altri fattori che non conosciamo, incluso il divieto di utilizzare farmaci troppo plebei come la idrossiclorochina, il virus SARS-cov2 ha provocato un numero imprecisato di morti. Si, perché il numero esatto dei morti di questa pandemia non si conosce e sembra non interessare più alla narrativa pandemica, essendo stato oltretutto viziato da sovrastima in quei casi affatto infrequenti in cui il paziente è morto con il SARS-cov2 ma non per il SARS-cov2.  

I morti non interessano più e dovranno essere presto dimenticati come tutte le vittime sacrificali dei grandi eventi catalizzatori. Infatti il loro conteggio è stato sostituito da quello dei non morti, abilmente classificati in una moltitudine di termini neolinguistici: casi, positivi, negativi, contagi, guariti, asintomatici, addirittura spersonalizzandoli nel termine "tamponi". Tutto meno che con il loro nome: sani. E' questa la chiave, perché grazie ai morti si doveva arrivare ai vivi. Ed è qui che il dramma acquisisce le tinte più fosche. Quando capiamo che il virus era solo un pretesto, un antipasto e ora dovrà arrivare il piatto forte.

Lo chiamano in tanti modi: Grande Reset, Quarta Rivoluzione Industriale, Nuovo Ordine Mondiale. Il primo riguarderebbe un vero e proprio riavvio, se non formattazione di basso livello, dell'attuale sistema finanziario impallato con due possibili scenari: la vittoria finale dell'usura, celebrata danzando sulle macerie del mondo e su montagne di cadaveri, oppure il ritorno alle banche centrali e al gold standard che tenterebbe un disperato salvataggio in extremis del capitalismo affetto da cachessia neoliberista. La Quarta Rivoluzione Industriale consisterebbe nella trasformazione del mondo in monoblocco totalitario su base tecnologica e transumanistica. Un mondo deindustrializzato da qualche miliardo di posti di lavoro perduti, senza spiegare che fine farebbero le famiglie dei posti di lavoro, probabilmente le comparse per le montagne di cadaveri previste anche in questo caso.  Mondo sostituito da uno degli adorati "mondi nuovi" gaiosi e arcobalenati dell'élite dove Laterra finalmente si è liberata dei pidocchi che la infestavano: cioè, noi. Il terzo, il Nuovo Ordine Mondiale, è il nome che riassume i concetti precedenti e rappresenta il sogno bagnato delle medesime élite fin dai tempi della Prima delle Rivoluzioni Industriali. 

Il quadro quindi è fosco e le vere intenzioni di chi conduce il gioco al massacro vengono svelate, con non poco sadismo, giorno dopo giorno. La "nuova normalità" che vorrebbero imporci comprende il confinamento in cella senza ora d'aria, la militarizzazione di scuole e ospedali e, peggio ancora, ordinati dagli ukase che promanano dagli Esperti, un vario campionario di estratti a caso dall'elenco della servitù e nominati a fil di spada bramini della scienza, tamburini di latta dei media, mestieranti dello spettacolo, politicanti del ventriloquo, ai quali è stata promessa la salvezza dal grande repulisti. Non sanno i tapini di essere già classificati come tutti "casi" e "tamponi" della prossima pandemia di utile idiozia che li spazzerà via in quanto nel frattempo certificati come entità umane vecchio modello totalmente inutili.

La democrazia nel frattempo è diventata un'interminabile ed estenuante campagna elettorale in attesa di elezioni e conseguenti salvataggi che non arrivano mai. Il deserto degli elettori dove ciascuno di essi può sentirsi impotente come  il Giovanni Drogo dell'altro celebre deserto. Un paese attaccato al mito di una costituzione che ci difende ma non si sa per quale preciso motivo dovrebbe farlo, visto che non esclude addirittura leggi speciali e la cui bellezza è servita probabilmente a cornificarci fin dalla prima notte di nozze. 
La faccenda è seria perché se il progetto non verrà fermato sarà la dittatura delle minoranze scatenate dall'ultraminoranza contro la maggioranza e la sua cinghia di trasmissione sarà la vendetta generalizzata. Il trailer della prossima guerra civile è appena andato in onda negli Stati Uniti. 

Se lo scopo è davvero eliminare "i posti di lavoro", l'attacco sarà alla mente e al corpo, e sarà concentrico, con una violenza mai vista prima nella storia. Gli obiettivi saranno la salute mentale e il sistema immunitario. Ci hanno chiusi in casa in primavera, deprivandoci di vitamina D, togliendoci le cure per le altre malattie, suggerendoci di sfondarci di carboidrati, obbligandoci a reinspirare CO2, parcellizzando quindi il concetto di gasazione di massa. Ci hanno inoculato terrore, depressione, ansia, istigato al suicidio. Ci hanno concesso un po' di libertà in estate ma ora ricominciano con campagne vaccinali che saranno sempre più al buio riguardo ai loro veri effetti e scopi, altri confinamenti e deprivazione sempre più sottile del benessere che deriva dagli affetti, dalla sessualità, dalla semplice interazione personale, dalla celebrazione delle feste, dalla pratica della fede. E' un progetto mostruoso pensato da criminali e chi crede di poterlo fermare senza combattere davvero in prima persona, con gli atti di coraggio che competono ai leader, rasenta la complicità. E' una battaglia anche e soprattutto spirituale e chi ha rinunciato da tempo a quella dimensione della sua esistenza non servirà a nulla, nemmeno se si impegnerà con tutta la dialettica di cui dispone.

Questi mesi ci hanno messo alla prova ma non dobbiamo arrenderci alla disperazione. E' la prima volta su scala così vasta ma non è la prima. Si è sopravvissuti ad  altre catastrofi che parevano non dovere finire mai. Se manteniamo salda la mente salveremo anche il corpo. Pratichiamo, alla faccia degli Esperti, gli affetti, l'amore, il sesso, l'allegria, la condivisione. Svegliamoci ogni mattina con un pensiero che ci fa star bene e ci guarisce. Allacciamo nuovi legami, rinsaldiamo quelli precedenti, andiamo alla ricerca dentro di noi del nostro potenziale e troveremo armi che ci renderanno invincibili. 
Il covid è la metafora del neoliberismo, la sua chimera raffazzonata con tutto il peggio dei suoi totalitarismi e vorrebbe essere la soluzione finale contro l'Umanità. Noi siamo il vaccino, anzi, l'immunità naturale contro il covid.


martedì 22 settembre 2020

UN MANIFESTO PER RIPARTIRE DALL'UOMO

E' qualcosa che aleggia nell'aria da tempo, che si insinua nei pensieri e nelle sensazioni di molti fra noi che, ad esempio oggi e per l'ennesima volta, stanno provando lo sconforto della delusione politica che proviene dall'amara constatazione che essa sia ormai inadeguata, nella sua forma attuale, incapsulata nel pragmatismo delle cifre e dei conti da far tornare, insomma nella sua dimensione materialistica, a fornire risposte a domande sempre più profonde, fondamentali, ineludibili che sgomentano e che ci levano il sonno ma che purtuttavia ci riportano ad un senso che ogni giorno diventa più compiuto e visibile. Lo specchio riflette un'immagine sempre più chiara di qualcosa che credevamo di non riuscire più a scorgere.
E' un'energia che unisce, una forza che sta aggregando, ancora inconsapevolmente per qualcuno, i partecipanti ad una vera e propria chiamata che proviene da una dimensione che si sta palesando giorno dopo giorno. Ci leggiamo nel pensiero, siamo sincronizzati, agiamo senza rendercene conto in sintonia con altri, scopriamo di stare percorrendo la stessa strada, ci capiamo al volo. Che vi sia un elemento soprannaturale in questa dimensione è assolutamente plausibile e innegabile perfino da chi non crede.

Si tratta della versione condivisa di quei momenti nei quali, apparentemente perduti, riusciamo a trovare la forza di reagire, di ammettere a noi stessi che non si può più andare avanti così e quindi, aiutati da questa forza che ci si concede se non pochissime volte nella vita, troviamo infine la via d'uscita.
E' quando non sai più chi sei che inizi a domandartelo veramente. E' quando cercano di strapparti l'identità, il tuo Io, che ti ci aggrappi disperatamente, scoprendo di non conoscerlo affatto perché lo davi per scontato. Siamo tornati bambini che domandano a genitori distratti e imbarazzati come si nasce e perché. Siamo tornati all'origine della coscienza di noi stessi. Le risposte della politica non ci soddisfano, le troviamo banali e scontate perché restano confinate nella dimensione dell'astrazione dei progetti, dei programmi, dei vedremo e dei pazientate che però riguardano cose, oggetti che non sappiamo utilizzare perché non solo non sappiamo come funzionano perché abbiamo perso i manuali di istruzioni ma non riusciamo più nemmeno a nominare correttamente. La politica non sta più dando risposte perché non sa offrire più ideali e pensieri o, se ce li concede, lo fa di nascosto, se ne vergogna, li fa passare dalla porta di servizio. Viviamo in una realtà di frasi fatte che eliminano la scomodità del pensarle e di doversele di conseguenza costruire.

Eppure siamo ad un importante punto di svolta. Proprio quando ogni porta sembra chiudersi dietro di noi, mentre vaghiamo per stanze sempre più spoglie ed anguste, dove la nostra libertà progressivamente anch'essa si restringe, la nostra mente si sta aprendo ad una nuova volontà di ricerca di risposte alle domande che avevamo cessato di fare a noi stessi ed ai nostri simili. Ed è proprio con i nostri simili che siamo chiamati a condividere questa rinascita, questa prova da superare il cui compito pare impossibile: ripensare noi stessi ed i meccanismi che dovrebbero regolare la nostra vita sociale.

L'obiettivo è più che ambizioso: invertire i poli magnetici della percezione di sé, riallinearci con la Natura, abbattere le sovrastrutture ideologiche, scardinare i pregiudizi, le false costruzioni, le opere di inganno che ci hanno velato la realtà dei fatti gettandoci in un perenne stato allucinatorio. La nuova psichedelia sarà ricominciare a vedere i prati verdi e il cielo azzurro: l'uomo e la donna, la vita e la morte, distinguere l'armonia dalla dissonanza, il brutto dal bello, il possibile dall'impossibile, il lecito dall'illecito. L'Uomo deve recuperare la sua dimensione sacra ed inviolabile, di corpo e mente, ed imparare ad ascoltare ciò che di meraviglioso può scaturire dalla sua mente senza paura di destare l'invidia di chi da sempre l'invidia.

Senza questa profonda riorganizzazione del senso dell'esistenza dell'Uomo e del valore che la accompagna, non può esserci alcun Rinascimento concreto nella vita di tutti i giorni. Non potrà esservi salvezza e ripartenza da questa tremenda crisi epocale. 

Cosa fare in concreto per promuovere questa rinascita, questa ridefinizione del senso della nostra esistenza? 
Il compito che attende chi è chiamato a questa opera è potenzialmente grandioso perché abbiamo una cattedrale da ricostruire e ci vorranno diverse maestrie, abilità, specializzazioni. Anzi, ci vorranno tutte: ci vorranno fisici, chimici, biologi, medici, architetti, ingegneri, meccanici, filosofi, scienziati, musicisti, psicologi, scrittori, poeti, visionari... tutti. Bisognerà anche riscrivere i testi e i manuali imbrattati dalla menzogna e dalla malafede, riattaccarne le pagine strappate. Anzi, bisognerà proprio ricominciare dal 2+2=4. 
Occorrerà formare gruppi di lavoro, dividersi i compiti, portare in dote le nostre specializzazioni e competenze. Useremo i libri, gli articoli, i video, faremo comunicazione e informazione ma soprattutto sarà necessario incontrarsi, parlarsi, ricreare quelle reti di relazioni che si vorrebbero distruggere in nome del divide et impera che ci vorrebbe tabule rase senza anima né identità ma che mantengono la distanza di sicurezza, sono imbavagliate e pronte ad obbedire al conformismo della paura.

E' questo un progetto di profonda rinascita culturale e spirituale. Velleitario, sfrontatamente ambizioso ma necessario. Una vera rivoluzione copernicana della visione del mondo. Solo quando ogni cosa avrà riacquistato il suo nome e il suo senso, dovrà essere la politica a piegarsi alle istanze di questo Rinascimento, non il contrario.

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