giovedì 17 giugno 2010

La Polacca di Marchionne

Avendo letto il testo dell'accordo su Pomigliano d'Arco, dico che le condizioni non sono poi così malvagie, suvvia. Otto ore di lavoro filate sul ritmo della Polacca (l'ultima mezz'ora serve per la ristorazione ma è retribuita, eccheccà) in uno stabilimento abituato a ritmi circadiani mediterranei posson bastare. Certo senza coca sarà dura ma per l'indennità sniffata, per la famosa Pista di Stakhanov, ci vorranno ancora molti anni di lotte operaie.

No, no, poteva andare peggio. Potevano chiedere agli operai di rinunciare anche all'ultima mezz'ora. Non lo sapete che i padroni, loro, lavorano anche quattordici ore di fila senza sentire né fame né sete né fatica? Non so come se la caverebbero con l'antidoping ma non sottilizziamo.

Mi rimane il dubbio su come si regoleranno con le necessità fisiologiche dei lavoratori durante le famose otto ore continuate. Va bene che non mangiano ma una pisciatina, secondo me, ogni tanto scappa lo stesso.
Suggerirei l'uso di cateteri e sacchettini tipo quelli degli astronauti. Altrimenti a qualcuno potrebbe venir voglia di pisciare nel serbatoio della Panda.


14 commenti:

  1. Amichetta17:26

    Tu ci scherzi, ma in Cina pisciano in un secchio sotto la catena di montaggio.
    Aspetta che lo venga a sapere Marchionne...

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  2. Anonimo18:01

    "La Fiat gioca molto sporco con i lavoratori"
    Una lettera dei lavoratori FIAT di Tychy (Polonia) ai lavoratori di Pomigliano d'Arco (Italia)



    (Questa lettera è stata scritta il 13 giugno, all'annuncio della firma e dell'indizione del referendum)

    La FIAT gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o
    contrattano i turni del weekend)

    A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la FIAT aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calato il terrore. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. L'anno scorso per esempio ha pagato solo il 40% dei bonus, benché noi avessimo superato ogni record di produzione.

    Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro.
    Ma noi siamo davvero arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei lavoratori di Tychy in programma per il 17 giugno non sarà educato come l'anno scorso. Che cosa abbiamo ormai da perdere?

    Adesso stanno chiedendo ai lavoratori italiani di accettare condizioni peggiori, come fanno ogni volta. A chi lavora per loro fanno capire che se non accettano di lavorare come schiavi qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Danno per scontate le schiene spezzate dei nostri colleghi italiani, proprio come facevano con le nostre.

    In qusesti giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non per mantenere noi il nostro lavoro a Tychy, ma per mostrare alla FIAT che ci sono lavoratori disposti a resistere alle loro condizioni. I nostri sindacati, i nostri lavoratori, sono stati deboli.
    Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani prendendoci i loro posti di lavoro, e adesso ci troviamo nella loro stessa situazione.

    E' chiaro però che tutto questo non può durare a lungo. Non possiamo continuare a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci e lottare per i nostri interessi internazionalmente.

    Per noi non c'è altro da fare a Tychy che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi chiediamo ai nostri colleghi di resistere e sabotare l'azienda che ci ha dissanguati per anni e ora ci sputa addosso.

    Lavoratori, è ora di cambiare.

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  3. I cacasenno che discettano di libero mercato, ci pigliano solo in giro.
    In quale altro paese al mondo esistono i cartelli, i trust come da noi?
    Qui fanno cartello i petrolieri, le banche, le assicurazioni,
    le società dell’energia, le compagnie telefoniche, le catene di supermercati della grande distribuzione…
    Sicuramente ho dimenticato qualcuno.
    Se negli USA qualcuno provasse a fare quello che fanno da noi, li asfalterebbero in quarantott’ore!
    E’ che i furbastri prendono del liberismo quel che gli fa comodo, e buttano il resto.
    Come fanno con le regole europee: quelle che fanno loro comodo le applicano subito, e per quelle che non piacciono, sono disposti a pagare multe salatissime.
    Stessa cosa avviene con le leggi di mercato.
    C’è qualcuno che è in grado di spiegarmi perché in un momento di recessione, in cui calano le vendite anche dei generi alimentari, i prezzi continuino a salire?
    A me avevano insegnato che quando cala la domanda, i prezzi scendono. ma da noi così non avviene.
    Manco più i fondamentali dell’economia trovano riscontro.

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  4. lo dico amaramente, ma a me pare che Marchionne abbia un merito innegabile, in questa melassa di ignobili maneggioni e puttanieri intenti a scavare la fossa a questo paese, facendosi nel frattempo i fatti propri: chiarisce che l'Italia non è più un paese avanzato e ha una classe dirigente che se ne fotte allegramente di tutti tranne che di se stessa. Avete presente cosa successe in Germania quando Marchionne voleva papparsi Opel con proposte non troppo dissimili e analogo ricatto occupazionale? Gli operai votarono no e governo e lander si sono impegnati e hanno trovato soluzioni alternative.
    Cosa francamente impensabile da noi, dove si segue il piano di rinascita democratica anche per le questioni economiche e sindacali. Vedi Sacconi che vuol cancellare lo statuto dei lavoratori e il nano che ciancia di modificare la costituzione nella parte che riguarda l'economia.

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  5. hypnos12:11

    Io lavoro come turnista in un'azienda alimentare da sette anni. I turni sono di 8 ore e le pause sono così distribuite:

    10 min. di pausa dopo 2 ore di lavoro
    30 min. di pausa pasto dopo 4 ore
    10 min. di pausa dopo 6 ore

    Per esperienza personale posso dire che dopo qualche settimana ci si abitua facilmente. Nel caso, poi, di particolari necessità fisiologiche urgenti chiedi una sostituzione e vai anche al di fuori degli orari e oltre il numero delle pause consentite.
    Maggiore perplessità riguarda la decisione di inserire la pausa pasto alla fine del turno di lavoro. Otto ore filate senza un'interruzione per mangiare un boccone sono pesanti (mi è capitato di farle in caso di assenza di qualche collega).
    Detto questo è ovvio che per i lavoratori possa essere un peggioramento delle precedenti condizioni lavorative e che la FIAT sia un'azienda che ha ampiamente rotto i coglioni. Con tutti i soldi che sotto varie forme lo stato e la collettività gli ha elargito nel corso degli ultimi decenni dovrebbero impedirgli di chiudere stabilimenti in Italia e riaprirli all'estero.
    hypnos

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  6. Per dire, la Fiat non ha mai presentato sul mercato una vettura a idrogeno, a batterie solari, sempre solidale coi petrolieri
    ed in pieno spregio dell’ambiente, e se la vuoi a metano te la devi convertire da te.
    Ho la soddisfazione di non aver mai comprato una vettura Fiat in vita mia, per quanto mi ripugnavano gli Agnelli avvoltoi, massoni e sionisti.
    Però non bisogna cadere nell’illusione degli eco-motori
    ad alcool o ad olio di soia, perché sottraggono campi
    alla coltivazione del cibo in nazioni affamate, e questo è intollerabile quasi quanto le foreste pluviali disboscate per produrre hamburger per gli Yankees.
    Insomma, bisogna porre attenzione a che il rimedio non sia peggiore del male.
    Oltretutto, dal disastro ambientale del Golfo del Messico,
    si evince a mio modesto avviso una lezione chiarissima.
    Che la BP, per risparmiare sui costi di estrazione, sarà costretta a spendere almeno cento, mille volte tanto. Qualcuno già parla di fallimento.
    Sono i pezzenti capitalisti che causano i disastri, con la loro
    avidità. E noi gli andiamo dietro, con la brama di assomigliargli e di raccogliere le briciole alla loro tavola.

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  7. Adetrax15:22

    @rossoallosso

    La FIAT gioca molto sporco coi lavoratori.

    Un po' è vero, ma fa parte delle nuove regole della globalizzazione.

    Comunque in questo caso facciamo un ragionamento politico-imprenditoriale.

    Perchè mai la FIAT dovrebbe abbandonare un ottimo stabilimento polacco che gli garantisce bassi costi, eccellente produttività, ottima qualità del prodotto (pochissime difettosità, tendenti allo zero), ecc. per spostare parte della produzione in uno stabilimento a suo tempo imposto dalla politica e in cui le problematiche lavorative (assenteismo, difettosità nei prodotti, furti, ecc.) sono sempre state un po' troppo alte e con risultati economici discutibili ?

    Basta auto di livello medio-alto e via libera alle utilitarie, che tanto i relativi compratori non possono lamentarsi più di tanto ?

    Anche in questi termini, quest'azione non avrebbe tanto senso se non si prevedesse almeno uno scambio di produzione, ovvero le utilitarie a Napoli e le auto di maggior pregio in Polonia.

    Forse un po' più di senso potrebbe averlo se considerassimo l'ipotesi che una parte politica potrebbe aver fortemente caldeggiato l'ipotesi, una parte che può decidere se dare o non dare incentivi per la vendita di nuove auto e che quindi, disgraziatamente (anche se indirettamente), avrebbe voce in capitolo nelle scelte industriali.

    Fra l'altro l'azione di recupero con la riqualificazione del relativo personale dello stabilimento (tramite corsi di aggiornamento e formazione) attuata qualche anno fa, pare che non abbia dato risultati sufficientemente apprezzabili se confrontati con l'impegno profuso, quindi perchè insistere ancora fino al masochismo ?

    Ebbene più di qualcuno ipotizza che forse la verità sta nel mezzo, ovvero che si vuole unire l'utile al dilettevole; in parole povere, dato che comunque si prevede un aumento della produzione di auto da parte del gruppo proprietario, tanto vale tentare di fare ancora qualcosa per rieducare la fabbrica anarchica (il figliol prodigo), visto e considerato che ci potrebbe essere un ritorno interessante anche per la parte politica che fosse in grado di sponsorizzare l'operazione.

    A questo proposito ricordiamo che Napoli e provincia, incluse altre zone della Campania, sono sicuramente oggetto di forte interesse da parte di Silvio, dato che nel 2006 fu ampiamente fischiato e contestato e sappiamo poi cosa successe in quelle zone (collasso definitivo della gestione dell'immondizia, corruzione senza freni, caduta di un governo, timbrature varie, Noemi, ecc.).

    Ora, pare che le promesse sull'immondizia e la presentazione di candidate procaci e disponibili non siano più considerate azioni sufficienti per il raggiungimento degli scopi e quindi avanti anche con altri mezzi perchè dopo il bastone arriva la carota (e se non basta si torna al bastone).

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  8. Adetrax15:32

    @Mozart2006

    ... ed in pieno spregio dell’ambiente, e se la vuoi a metano te la devi convertire da te.

    L'ultima parte della frase non è vera, la FIAT vende da parecchi anni modelli bifuel benzina + metano o benzina + GPL (anche se ovviamente costano un po' di più di quelli normali) e in ogni caso l'estensione di un modello a benzina all'uso del GPL o del metano è sempre stata possibile e facilmente attuabile fin dagli anni '60 - '70.

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  9. Se qualcuno crede che Marchionne è molto più bravo in matematica della Fiom e troppo onesto per giocare a carte truccate, va bene. Ma se qualcuno volesse accordare alla Fiom almeno il beneficio del dubbio e pensare che i numeri potrebbero effettivamente darle ragione, allora Marchionne sta forzando la situazione per ragioni che non hanno niente a che vedere con l’efficienza industriale, ma sono un gioco di potere volto ad eliminare quei residui di sindacalismo autentico che ci sono ancora nei suoi stabilimenti, e magari nel resto del paese.

    Il che ci riporta alla sostanziale scelta di campo del PD a favore della Fiat e contro la Fiom (non sono io a dirlo ma Sergio Cofferati). E’ già abbastanza grave che le logiche perverse della globalizzazione non siano mai sfidate in cerca di alternative, come se fossero leggi di natura inalterabili. Ma è ancora più impressionante vedere che all’aprirsi di un’offensiva padronale che è ancora di esito incerto, il PD sa solo trovare pretesti per schierarsi subito con i padroni e contro gli operai.

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  10. Anonimo00:25

    @ADETRAX
    io proverei a fare un'altro tipo di ragionamento.
    perche',visto il calo di vendite delle auto ,la fiat cerca un'aumento della produzione a minor costo?
    quali sono i mercati sui quali puntare nell'immediato e prossimo futuro?
    ricordo che non molto tempo fa,con l'ingresso della cina ed altri paesi emergenti nel mercato globale,si discuteva ,soprattutto in europa,di costringere,con l'uso di dazi ed altre amenita', i suddetti paesi ad equiparare il loro costo del lavoro al nostro,per un semplice fatto di concorrenza leale.
    lasciando stare i diritti umani,che chissa perche' non vengono mai associati ai diritti dei lavoratori,questi signori stanno facendo esattamente l'opposto di cio' che si erano proposti all'inizio dell'"invasione cinese".
    tra cina e india si parla di miliardi di possibili aquirenti,che glene fotte a marchionne se in europa non si vendono auto,lasciamo i lavoratori cinesi al loro destino,anzi facciamo come loro, abbassiamo il costo del lavoro in europa,che se ne vada in bicicletta l'europeo ,se non ha salario adeguato all'aquisto di un 'auto,tanto saranno i cinesi ad andare tutti in auto nel prossimo futuro.
    e tutto questo alla faccia del'inquinamento ,sfruttamento delle risorse e tutti quei bei virtuosi discorsi che si sentono dai vari marcegaglia ,marchionne ,montezemolo,che guarda caso comunciano tutti per emme,come merda,e a questi aggiungo tutti i vari politicanti,non importa il colore,che si riempono la bocca con paroloni che sarebbe ora di fargli ingoiare a forza di calcioni in culo.
    noi stiamo diventando i cinesi di ieri,quale sia il colore del governo lo sai da te ,e sai anche che poco cambia.
    sappimi dire se condividi questa mia teoria.
    ciao

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  11. Adetrax12:27

    @rossoallosso

    ... perche',visto il calo di vendite delle auto ,la fiat cerca un'aumento della produzione a minor costo?

    Il calo delle vendite (soprattutto nel mercato nazionale) era stato previsto da tempo come ovvia conseguenza del prolungarsi della crisi economica e dell'esaurimento dell'effetto degli incentivi auto.

    Non è la FIAT che internamente desidera a tutti i costi l'aumento di produzione, bensì vi è costretta da 2 forti spinte esterne:

    1) la necessità assoluta di portare il bilancio in discreto attivo per poter ripagare i pesanti debiti pregressi (ormai storici);

    2) l'imposizione globalista e l'evoluzione dei mercati internazionali che, con la guerra dei prezzi e della qualità, stanno scremando i produttori alla stregua degli Highlander: non si dice che ne rimarrà uno solo, ma che nei prossimi 8-10 anni sopravviveranno solo quelli che riusciranno a produrre e a vendere più di 5-6 milioni di auto all'anno, poi forse il limite si alzerà ancora.

    quali sono i mercati sui quali puntare nell'immediato e prossimo futuro?

    E' ovvio che i mercati europei sono saturi da oltre un decennio e che le uniche prospettive future sono la costante sostituzione del parco auto e/o la diffusione di nuove tecnologie per i sistemi di autotrazione che rimpiazzino quelle attuali.

    Ci potrà essere forse qualche maggior sbocco nel mercato statunitense (sostituzione dei macchinoni con vetture più piccole e agili, dopotutto stanno mettendo a dieta forzata anche le persone), nei mercati fra l'Europa dell'est e quelli medio-orientali, in quelli russi, e forse in qualche limitata zona africana, ma è chiaro che il bengodi del 20 esimo secolo è finito e non si ripeterà.

    Oltre a questo consideriamo che è in atto un processo di esaurimento delle risorse naturali e quindi delle materie prime necessarie per alimentare il mostruoso sistema consumistico che è stato messo in atto e che non potrà durare con le attuali modalità.

    --

    Per quanto riguarda i mercati cinesi e indiano quelli se li stanno già pappando i cinesi, gli indiani e i giapponesi (che grazie alla loro disciplina orientale, vendono o vendevano prodotti con un ottimo rapporto qualità prezzo); fra l'altro i giapponesi stanno riversando parecchia tecnologia nelle industrie cinesi e gli effetti si vedono.

    La FIAT e altre marche in difficoltà non potranno mai competere con i bassissimi costi di produzione ottenibili con fabbriche locali e progettazioni ultra-economiche, al massimo si ritaglieranno qualche spazietto ma potrebbe non valerne la pena; per la cronaca: l'Asia non è il Sudamerica.

    Posso concordare sul fatto che a Pomigliano, visto che per decenni si è praticato il solito "chiagni e fotti", si siano richieste delle garanzie "extra-lege" (e quindi discutibili e giustamente rifiutabili) per controbilanciare l'insostenibile deriva lavorativa dovuta a diffuse e deprecabili abitudini locali, però bisogna considerare che questa operazione di recupero è fatta "obtorto collo" (probabilmente richiesta o comunque favorita da qualche politico triangolare e clientelare) e costerà un sacco di soldi alla FIAT (40%-50% in più per ogni lavoratore rispetto a quelli polacchi, ecc.), quindi non si può pretendere che rischi gratis il passo falso di troppo; non siamo più negli anni '60 - '70.

    continua ...

    RispondiElimina
  12. Adetrax12:28

    @rossoallosso

    ... continuazione.

    ... noi stiamo diventando i cinesi di ieri,quale sia il colore del governo lo sai da te ,e sai anche che poco cambia.

    Condivido il fatto che il mercato dei consumatori stile occidentale si è ampliato tantissimo negli ultimi 10-15 anni e il baricentro si è chiaramente spostato verso l'Asia ma è altrettanto ovvio che questo sistema consumistico (soprattutto di risorse non rinnovabili) non è sostenibile e non potrà durare.

    20-25 anni fa la Thatcher diceva che certi problemi ambientali e tecnologici diventavano tali solo perchè la loro eccessiva diffusione accorciava di 100 o 1000 volte i tempi necessari per la loro risoluzione.

    In breve, se 50 milioni di persone conducono uno stile di vita occidentale e prettamente consumistico, es. con 2 auto, 3 condizionatori, 2 frigoriferi, 2 TV a testa, ecc. questo non è un problema catastrofico se poi nell'arco di 30-40 anni questo stile di vita si evolve in qualcosa di maggiormente eco-compatibile.

    Diventa invece un problema insolvibile se contemporaneamente si attua una rapida espansione del mercato dei consumatori; in breve con 50 milioni siamo di fronte a un problema gestibile nel tempo, con 5-7 miliardi di consumatori forsennati, non c'è il tempo e la volontà sufficiente (specie se chi comanda è geneticamente attratto verso i processi distruttivi) per evitare il count-down verso l'autodistruzione.

    Certo, finchè ci sarà gente come papi e i suoi accoliti che pensano che i rifiuti tossici possano finire in fondo al mare o anche in qualche discarica africana e che i prodotti terminino il loro ciclo di vita in un inceneritore attaccato ai centri urbani e che (come nelle favole che gli piacciono tanto) tutto poi scompaia senza problemi, la società si comporterà come un mentecatto che preme il grilletto di una pistola carica mentre sta guardando dentro la canna per capire cosa c'è dentro.

    In ogni caso, no, non penso che finiremo per usare solo le biciclette (magari), lavorando 12 ore al giorno in totale povertà, purtroppo temo che il potere triangolare spingerà sempre più verso il controllo e la tecnologia pervasiva e che i comportamenti dei cittadini saranno sempre più guidati e spinti verso un "imbuto" ove le libere volontà individuali conteranno sempre meno (questo processo è già in atto).

    RispondiElimina
  13. Adetrax12:35

    @rossoallosso

    Però se intendevi proprio questo, ovvero un controllo pervasivo statale o sovrastatale su tutti i cittadini, allora si, concordo.

    D'altronde già Henry Ford diceva che il cliente può scegliere il colore che vuole (per le auto Ford T), basta che sia nero.

    Le apparenze sono cambiate molto, ma la sostanza del discorso è sempre quella. :-)

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  14. Anonimo09:06

    @adetrax
    analisi condivisibile,soprattutto "l'mbuto"e' da considerare-
    mi lascia perplesso questo tuo ottimismo verso un risveglio di coscienza ecologica di una classe dirigente, che se in papi ha il caso limite,e' pur vero che finora hanno dimostrato di fottersene altamente.
    lo stesso obama ,pur con tutte le buone intenzioni ,e' costantemente sotto ricatto di questi signori del profitto ad ogni costo.
    io auspico un ricambio generazionale immediato,con quali mezzi non so,tutto fa pensare che questo mercato globale si trascini un malcontento globale,ho come l'impressione che stia per esplodere qualcosa,manca solo l'innesco.
    ciao e grazie per la risposta ;-)

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