I social network sono lo stabulario ideale per studiare le reazioni del pubblico agli stimoli inviati tramite i media dal Grande Ingegnere Sociale, con alcune differenze. Se Twitter, nel ruolo di pancia dell'opinione pubblica è lo stomaco, organo dotato di un suo "cervello" autonomo e quindi più nobile ed evoluto rispetto al tenue ed al colon, Facebook è il tratto terminale dell'intestino, il retto, inclusi i suoi prodotti fecali.
La differenza fa sì che le cavie umane, a seconda della gabbia nella quale si collocano (volontariamente, questo è il grande vantaggio con gli umani, rispetto all'animale riottosità di ratti e guinea pigs), reagiscono in maniera diversa a seconda del contesto. Cosicché su Twitter si fa gli intellettuali, gli spiritosi ed arguti, mentre su Facebook ci si lascia andare alle peggiori pulsioni, si lascia emergere il parabolano che è in noi ed il fenomeno si verifica nel medesimo soggetto, per cui il suo comportamento si adatta, per desiderabilità sociale, all'ambiente in cui si trova in quel momento. Ciò è assai interessante per chi, come lo psicologo, studia, illudendosi di comprenderlo, il comportamento umano.
Perdonate la premessa sicuramente indigesta a chi, in questo paese, fascisticamente considera la psicologia una sottocultura giudaico-massonica al limite della superstizione, i cui esponenti ed esperti, gli "psicologi", vanno sempre messi tra virgolette e sono sempre cosiddetti, mentre qualunque medico, anche colui grazie al quale finisci in PS perché non si è accorto che avevi un infarto, una broncopolmonite o una meningoencefalite virale, perché purtroppo non era la classica sindrome influenzale che aveva diagnosticato, è sempre "il Dottore".
La premessa è dovuta al fatto che mi sono azzardata a dare della pazza ad Angelina Jolie che, ossessionata dalla paura di contrarre il cancro a causa di un'ereditarietà familiare, sta facendosi togliere un organo dopo l'altro. Curioso particolare: i caratteri sessuali. Prima quelli secondari, le mammelle, e ora quelli primari, le gonadi.
Non l'avessi mai fatto! La pancia ha reagito con borborigmi, rutti, sonori peti ed anche abbondanti cacate fuori dal vaso. Perché l'omologazione, come direbbe papa Francis, "spussa".
Lo ammetto: ho semplificato con l'aggettivazione e sono stata una toscanaccia velenosa come al solito. Quando pungolo le mie scosse sono sempre ad alto amperaggio, e ho pronunciato una parola, pazza, che nessuno vuole sentire, perché ufficialmente siamo tutti sanissimi di mente e le nostre azioni, soprattutto quelle che rispondono a criteri utili al Mercato sono sempre razionali e lodevoli.
Tuttavia, grazie ad un briciolo di competenza, rivendico il diritto di considerare fuori di testa chi, indotta da consiglio medico con quella sottile arte di addossare la responsabilità della scelta più difficile sul paziente a confondere probabilità con certezza, accetta di farsi mutilare di parti del corpo che, mi dispiace per i razionalisti a tutti i costi e i luminari della mutua, ma hanno un'enorme valenza simbolica.
In questo articolo, segnalatomi da una delle sorcette che si sono risentite per la mia uscita su Angelina, la nota attrice spiega perché, in previsione (probabilistica, non certa) di mali estremi ha messo in pratica tali estremi rimedi. E' una lettura interessante, in primo luogo per il racconto delle comprensibili angosce di una donna che ha già visto morire le donne della sua famiglia per cancro mammario e ovarico ma che - tappatevi le orecchie con la cera come Ulisse se non lo volete sentire - ha evidentemente un problema grosso così con la propria femminilità, testimoniato in passato anche da episodi di evidente anoressia. Chi soffre di disturbi dell'identità sessuale non di rado arriva ad atti di autolesionismo, come l'anoressia appunto, fino a vere e proprie automutilazioni.
A questo punto di solito i sorci e le sorcette saltano su: "Come ti permetti di fare diagnosi a distanza? Che competenze hai?" E ancora: "Che c'entra l'ideologia gender con la prevenzione?" C'entra, c'entra.
In secondo luogo, l'articolo mostra come queste forme estreme di prevenzione, vere e proprie mutilazioni femminili che l'esempio e il ruolo di potente testimonial della Jolie rischiano di ammantare di una certa valenza rituale, sono entusiasticamente appoggiate da una medicina che ha creato il culto della prevenzione sempre più invasiva, pervasiva e totalizzante, rinunciando a dedicarsi all'eliminazione delle cause delle malattie. Medicina che ormai è sempre più espressione di quella iatrogenesi della quale parlava Ivan Illich già quarant'anni fa nel suo celebre "Nemesi medica". Per intenderci, quando la cura provoca maggiori danni dei benefici che dovrebbe portare e a volte uccide più della malattia.
Gli esempi di iatrogenesi sono innumerevoli. Farmaci che presentano effetti collaterali sempre più importanti e debilitanti. Vaccini proposti come panacee di tutti i mali sottovalutandone sempre di più i rischi, connaturati a qualsiasi somministrazione di farmaco Psicofarmaci che non curano più la depressione ma la cronicizzano e bipolarizzano. Chemioterapie che precipitano il processo neoplastico invece di rallentarlo. Interventi inutili e pratiche invasive come se piovesse. Irradiazioni eseguite senza valutare il rischio di cumulo e definite regolarmente "più innocue di una giornata al mare" (è il caso delle mammografie, che arrivano, con la scusa dell'approfondimento diagnostico, ad essere effettuate tre o quattro volte l'anno allo stesso soggetto nei programmi di "screening"). Persone sieropositive all'HIV terrorizzate dallo spettro dell'AIDS non ancora conclamata, sottoposte a bombardamenti preventivi di farmaci di ogni tipo, evitando magari il semplice principio della pratica di una vita sana e priva di comportamenti ad alto rischio. E poi impianti, protesi, accanimento terapeutico nel fine vita. Esaltazione della modificazione corporea, della transessualità e della neosessualità in nome della libertà, accompagnata però da uno schizofrenico moralismo nei confronti delle droghe psicotrope. Soprattutto infine l'idea che il cancro sia un evento sempre catastrofico e ad esito letale, a prescindere dalle forme che può assumere e del suo carattere di evento naturale.
E' una medicina che sta rinunciando ad eliminare le cause delle malattie, per esempio concentrandosi sulle capacità auto-curativa del sistema immunitario in un sistema corpo-mente il più possibile armonizzato, perché ciò non è economicamente proficuo, e si dedica invece alla cura palliativa dei sintomi, per giunta con rimedi che ne provocano altri a catena, in una moltiplicazione evangelica al contrario di malati e malanni e, in ultima analisi, di profitto.
Medicina che, di conseguenza, ha creato un'entità divina, la Santa Prevenzione, in nome della quale si può fare tutto al paziente, soprattutto per fidelizzarlo come cliente e controllarlo come cittadino. Fino al punto, se è donna, di mutilarla asportandone i seni e gli organi genitali, per giunta con la promessa che con il rito propiziatorio si eviterà la morte, definita così probabile da essere quasi certa da un test del quale si nasconde accuratamente la problematica nota dei falsi positivi e falsi negativi, che riguarda per altro qualunque tipo di test clinico. Se vi dico che questa cosa mi ricorda le pratiche di squartatori rituali del passato, prossimo e remoto, mi odiate molto?
Le vittime sacrificali sull'altare della prevenzione a tutti i costi sono sempre più volontarie e ciecamente convinte della bontà delle pratiche alle quali si sottopongono. Le femministe squittiscono compiaciute del "coraggio" di Angelina e si risentono assai delle sorelle che invece la pigliano per matta perché conservano il sano orrore della mutilazione dei propri caratteri sessuali ed il rifiuto verso la evidente sociopatia del mercato della salute.
A proposito di rimedio peggiore del male ed eliminazione del rischio. Per fortuna non sono stata la sola a nutrire dubbi sulla scelta di Angelina. Se il solito Veronesi che si porta su tutto parla di scelta sacrosanta, e te pareva, altri medici invitano a non sottovalutare l'impatto traumatico di una doppia mastectomia e successiva ovariectomia. Come riporta anche questo articolo, scritto appunto da un medico, la rimozione radicale delle mammelle non esclude, per la minima parte di tessuto rimanente, lo sviluppo di un cancro.
Non solo, ma si può aggiungere che le protesi in silicone inserite per ricostruire il seno presentano, soprattutto quelle low-cost, il rischio di provocare il cancro in altri organi come il fegato. Lo stress psicologico dovuto all'intervento e la reazione inconscia di perdita possono favorire l'insorgere di altre patologie, non escluso proprio il cancro. Per quanto riguarda la rimozione delle ovaie in una donna di 39 anni come la Jolie, ciò significa dover contrastare una menopausa precoce e iatrogena con una terapia ormonale sostitutiva per almeno i prossimi vent'anni. Terapia sconsigliata proprio dalle senologhe dei centri di prevenzione perché "può favorire il cancro alla mammella". Come nel gioco dell'oca siamo tornati alla casella di partenza.
In questo caso della Jolie non vi è in gioco la scelta di una persona famosa tanticchia stravagante che non credo si fermerà alle ovaie ma prima o poi asporterà l'utero seguendo le sue ossessioni da serial killer dei propri organi, ma una visione del mondo della cura e della malattia che, presentando difetti e rischi a non finire, abbiamo tutto il diritto di contestare, se non vi dispiace. Se non altro per il pericolo rappresentato dal suo intrinseco totalitarismo, per come sta assimilando la sociopatia delle multinazionali che la finanziano e per l'assolutismo fideistico che praticano i suoi fedeli, medici e pazienti. Quelli che se Angelina Jolie avesse annunciato che, in caso di cancro, avrebbe avuto intenzione di rifiutare la chemioterapia o di curarsi con il Metodo Di Bella, scommetto che le avrebbero dato della pazza e l'avrebbero associata ai gombloddi e agli sciichimici.
Tuttavia, grazie ad un briciolo di competenza, rivendico il diritto di considerare fuori di testa chi, indotta da consiglio medico con quella sottile arte di addossare la responsabilità della scelta più difficile sul paziente a confondere probabilità con certezza, accetta di farsi mutilare di parti del corpo che, mi dispiace per i razionalisti a tutti i costi e i luminari della mutua, ma hanno un'enorme valenza simbolica.
In questo articolo, segnalatomi da una delle sorcette che si sono risentite per la mia uscita su Angelina, la nota attrice spiega perché, in previsione (probabilistica, non certa) di mali estremi ha messo in pratica tali estremi rimedi. E' una lettura interessante, in primo luogo per il racconto delle comprensibili angosce di una donna che ha già visto morire le donne della sua famiglia per cancro mammario e ovarico ma che - tappatevi le orecchie con la cera come Ulisse se non lo volete sentire - ha evidentemente un problema grosso così con la propria femminilità, testimoniato in passato anche da episodi di evidente anoressia. Chi soffre di disturbi dell'identità sessuale non di rado arriva ad atti di autolesionismo, come l'anoressia appunto, fino a vere e proprie automutilazioni.
A questo punto di solito i sorci e le sorcette saltano su: "Come ti permetti di fare diagnosi a distanza? Che competenze hai?" E ancora: "Che c'entra l'ideologia gender con la prevenzione?" C'entra, c'entra.
In secondo luogo, l'articolo mostra come queste forme estreme di prevenzione, vere e proprie mutilazioni femminili che l'esempio e il ruolo di potente testimonial della Jolie rischiano di ammantare di una certa valenza rituale, sono entusiasticamente appoggiate da una medicina che ha creato il culto della prevenzione sempre più invasiva, pervasiva e totalizzante, rinunciando a dedicarsi all'eliminazione delle cause delle malattie. Medicina che ormai è sempre più espressione di quella iatrogenesi della quale parlava Ivan Illich già quarant'anni fa nel suo celebre "Nemesi medica". Per intenderci, quando la cura provoca maggiori danni dei benefici che dovrebbe portare e a volte uccide più della malattia.
Gli esempi di iatrogenesi sono innumerevoli. Farmaci che presentano effetti collaterali sempre più importanti e debilitanti. Vaccini proposti come panacee di tutti i mali sottovalutandone sempre di più i rischi, connaturati a qualsiasi somministrazione di farmaco Psicofarmaci che non curano più la depressione ma la cronicizzano e bipolarizzano. Chemioterapie che precipitano il processo neoplastico invece di rallentarlo. Interventi inutili e pratiche invasive come se piovesse. Irradiazioni eseguite senza valutare il rischio di cumulo e definite regolarmente "più innocue di una giornata al mare" (è il caso delle mammografie, che arrivano, con la scusa dell'approfondimento diagnostico, ad essere effettuate tre o quattro volte l'anno allo stesso soggetto nei programmi di "screening"). Persone sieropositive all'HIV terrorizzate dallo spettro dell'AIDS non ancora conclamata, sottoposte a bombardamenti preventivi di farmaci di ogni tipo, evitando magari il semplice principio della pratica di una vita sana e priva di comportamenti ad alto rischio. E poi impianti, protesi, accanimento terapeutico nel fine vita. Esaltazione della modificazione corporea, della transessualità e della neosessualità in nome della libertà, accompagnata però da uno schizofrenico moralismo nei confronti delle droghe psicotrope. Soprattutto infine l'idea che il cancro sia un evento sempre catastrofico e ad esito letale, a prescindere dalle forme che può assumere e del suo carattere di evento naturale.
E' una medicina che sta rinunciando ad eliminare le cause delle malattie, per esempio concentrandosi sulle capacità auto-curativa del sistema immunitario in un sistema corpo-mente il più possibile armonizzato, perché ciò non è economicamente proficuo, e si dedica invece alla cura palliativa dei sintomi, per giunta con rimedi che ne provocano altri a catena, in una moltiplicazione evangelica al contrario di malati e malanni e, in ultima analisi, di profitto.
Medicina che, di conseguenza, ha creato un'entità divina, la Santa Prevenzione, in nome della quale si può fare tutto al paziente, soprattutto per fidelizzarlo come cliente e controllarlo come cittadino. Fino al punto, se è donna, di mutilarla asportandone i seni e gli organi genitali, per giunta con la promessa che con il rito propiziatorio si eviterà la morte, definita così probabile da essere quasi certa da un test del quale si nasconde accuratamente la problematica nota dei falsi positivi e falsi negativi, che riguarda per altro qualunque tipo di test clinico. Se vi dico che questa cosa mi ricorda le pratiche di squartatori rituali del passato, prossimo e remoto, mi odiate molto?
Le vittime sacrificali sull'altare della prevenzione a tutti i costi sono sempre più volontarie e ciecamente convinte della bontà delle pratiche alle quali si sottopongono. Le femministe squittiscono compiaciute del "coraggio" di Angelina e si risentono assai delle sorelle che invece la pigliano per matta perché conservano il sano orrore della mutilazione dei propri caratteri sessuali ed il rifiuto verso la evidente sociopatia del mercato della salute.
A proposito di rimedio peggiore del male ed eliminazione del rischio. Per fortuna non sono stata la sola a nutrire dubbi sulla scelta di Angelina. Se il solito Veronesi che si porta su tutto parla di scelta sacrosanta, e te pareva, altri medici invitano a non sottovalutare l'impatto traumatico di una doppia mastectomia e successiva ovariectomia. Come riporta anche questo articolo, scritto appunto da un medico, la rimozione radicale delle mammelle non esclude, per la minima parte di tessuto rimanente, lo sviluppo di un cancro.
Non solo, ma si può aggiungere che le protesi in silicone inserite per ricostruire il seno presentano, soprattutto quelle low-cost, il rischio di provocare il cancro in altri organi come il fegato. Lo stress psicologico dovuto all'intervento e la reazione inconscia di perdita possono favorire l'insorgere di altre patologie, non escluso proprio il cancro. Per quanto riguarda la rimozione delle ovaie in una donna di 39 anni come la Jolie, ciò significa dover contrastare una menopausa precoce e iatrogena con una terapia ormonale sostitutiva per almeno i prossimi vent'anni. Terapia sconsigliata proprio dalle senologhe dei centri di prevenzione perché "può favorire il cancro alla mammella". Come nel gioco dell'oca siamo tornati alla casella di partenza.
In questo caso della Jolie non vi è in gioco la scelta di una persona famosa tanticchia stravagante che non credo si fermerà alle ovaie ma prima o poi asporterà l'utero seguendo le sue ossessioni da serial killer dei propri organi, ma una visione del mondo della cura e della malattia che, presentando difetti e rischi a non finire, abbiamo tutto il diritto di contestare, se non vi dispiace. Se non altro per il pericolo rappresentato dal suo intrinseco totalitarismo, per come sta assimilando la sociopatia delle multinazionali che la finanziano e per l'assolutismo fideistico che praticano i suoi fedeli, medici e pazienti. Quelli che se Angelina Jolie avesse annunciato che, in caso di cancro, avrebbe avuto intenzione di rifiutare la chemioterapia o di curarsi con il Metodo Di Bella, scommetto che le avrebbero dato della pazza e l'avrebbero associata ai gombloddi e agli sciichimici.
Orrore , sì Barbara hai detto bene. Orrore. L' azione di una medicina (intesa come pratica) dedita solo a vedere i pezzi nei pazienti e scollegata dalla mente e dall' anima porta a questo. Poi il grave è l'assoggettamento al dio denaro e l' attaccamento morboso verso aspetti parziali della vita. L' Equazione "Io sono la mia malattia "trionfa. Il nostro inconscio è terribile e non ragiona in maniera lineare ma per immagini. Quello che alla fine la Jolie gli invia è "perdi ancora pezzi di corpo non esisto come donna" Lui ne trarrà le conseguenze . E non saranno piacevoli come la signora Pitt pensa.
RispondiEliminaUn altro capolavoro di analisi.
RispondiEliminaLa genesi delle psicopatologie - patenti - del pensiero radicalpiddinico femminista et alii, risiede proprio in quella traiettoria politica e culturale che sta conducendo ad un ordine sociale distopico: oligarchico e antisociale.
Non può non venir in mente il caso della "clinica degli orrori", uno degli esempi più eclatanti della privatizzazione della "governance": privatizzare il sistema economico significa, appunto, ricondurre la politica al diretto controllo degli oligarchi. Generalmente arrivati a certe posizioni non proprio per essere dotati di invidiabile salute psichica.
Come dovrebbe insegnare la psicosociologia nelle dinamiche di gruppo, "il pesce puzza dalla testa", e il gruppo tende a conformarsi rispetto al profilo della leadership.
L'antisocialismo è assolutamente riconducibile alla sociopatia, espressione per definizione di qualche psicopatologia. I disturbi della personalità diventano patologici proprio quando impattano le relazioni... e quando si parla di società fondate sul lavoro di cosa si parla? Ma cosa succede se un individuo con gravi nevrosi o psicosi è abbastanza potente per non curarsi lui, ma per imporlo a tutti gli altri mediamente definibili come "sani"? In un manicomio criminale i "diversi" stanno all'esterno delle mura...
Però, come giustamente fai notare, il "permeismo" aleggia nelle scienze che impattano sulla politica e vengono usate come armi: economia, psicologia e "tecnologia di massa".
Tutti sanno di sapere, perché si fanno la loro fava fi opinioncina alla TV o perché giocano da quando sono adolescenti con il cellulare o il PC...
Guarda a caso, usciti dalle colonie, c'è un rispetto per gli esperti delle discipline collegate a questi campi che sorprenderebbe solo il piddino.
In particolare per la psicologia...
L'impressione che ho è il graduale prodursi di una massa molto simile ai "prolet" di orwelliana memoria.
EliminaSono pronti a darti del killer se mangi una bistecca o dell'untore se ti accendi una sigaretta (ma guai a dichiarare il fumo illegale: lo proponi? Ti contestano!!!), o ancora a deriderti e a darti dello stupido se, seduto sulla panchina al parco, non vuoi avere intorno i loro cari e adorati cani (ma il parco non è pagato anche con le tue tasse?).
Sono pronti a darti dell'ottuso retrogado se ti permetti soltanto di osservare che, forse, non ci sarebbe bisogno i educare ideologicamente un bambino dell'asilo (va detto: roba da "Hilterjudgend"!), per tutelare i (giusti, per carità), diritti di alcune minoranze; oppure se dici che la dignità della donna può essere tutelata anche senza imporre ad un uomo separato di mangiare alla Caritas.
Credono di essere "impegnati". Di essere "informati". Credono che i veri problemi della società siano quelli. E, come i prolet, ancorché dicano di ubriacarsi di libri (vedi le stucchevoli frasi fatte al riguardo che girano su Facebook), non hanno, invece, la benché minima consapevolezza dei reali problemi di fondo.
E non perché rifiutano di averla, ma perché non la concepiscono.
Ti quoto sia nell'analisi che nel pathos: soprattutto, avendo un struttura valoriale completamente sbarellata, non hanno neanche la capacità di ordinare valorialmente animali ed esseri umani, ideologie ed umanità. Su quest'ultima, ho avuto un interessante scambio con un "intellettuale de sinistra" di una nota roccaforte partigiana del milanese. (In cui è stato arrestato il mio professore piddino di storia e filosofia che mi rimandò al liceo... le nemesi!)
EliminaBene.
Questa middleclass in via di "proletarizzazione" senza prole, ha una importante differenza con i prolet: sa di sapere.
Orwell nei prolet ripone una speranza, che è quell'energia, quell' "urlo" che doveva esprimersi in maniera "intelligente"... e non disperdersi "nel gioco d'azzardo". (Mi colpì il fatto che Orwell proponesse proprio il gioco d'azzardo, oltre all'alcool, come il più importante fattore di controllo sociale).
Il simpatico ex-sessassontino, era assolutamente molto erudito, e lasciai, con sottili fitte nel mio orgoglio, che mi impartisse lezioncine di storia e latino. In modo appassionato, quasi mai arrogante, e mostrando una interessante libertà di pensiero per un uomo "de sinistra", arrivando a definire l'archetipo piddino, "fascista".
Le premesse per un buon confronto c'erano, e a fine cena, cercai di capire cosa potesse aver coltivato con tutta questa buona erudizione: il caffè viene corretto con la politica.
Ho di fronte un €uropeista che si presenta di genesi marxiana-leninista (adoro dare le lezioncine di "marxismo" ai marxisti...): inizia la partita a scacchi (è una persona "onesta" ed intelligente, quindi non si defila e non la butta in caciara... quindi anche poco furbo).
EliminaBene: è marxista ma descrive la storia con analisi di carattere antropologico. Gli faccio notare che da quando mondo è mondo il progressismo sociale nasce con il "materialismo storico"... e che le analisi di carattere antropologico e funzionalista sono tipiche delle oligarchie reazionarie. Sì, infatti lui preferiva "l'antropologo" (?) Engels a Marx... e via...
Alla fine il "leninista" viene fuori che abbraccia tutti i dogmi della "restaurazione", e ci ha pure la sfiga di capire dove sarebbe andato a parare il confronto dialettico... insomma, tra proporre il "latino" come lingua comune per gli US€ ed altre amenità del genere, si arriva all'aspetto storico-antropologico: dopo aver quindi rifiutato "l'analisi economicistica della relatà", dopo aver rifiutato i fondamenti "della Costituzione" (poi aggiunge, ironico ma non so quanto, «io son leninista, mica democratico!»), arriva ad accettare il destino "malthusiano" degli Europei (sue parole).
Ovvero, alla fine, messo all'angolo, dopo lo sbigottimento al sillogismo: «se l'europeismo è una ideologia, e un'ideologia è sovrastruttura del capitale, mi spieghi come stracazzo fa una ipotetica federazione europea ad essere un progresso sociale?», l'occhio da vispo e ironico, si fa disorientato e spaventato... ha capito.
È vero, ammette: ed è vero che l'unico modo per fare gli USE è il genocidio. Ottimo. Avete fatto una marea di minchiate, visto che non vorremmo estinguerci a causa vostra, si recuperino i valori della sovranità e dello Stato sociale, no? Quindi?
Quindi?
Più Europa.
A questo punto, se questo è il gioco di 'sti traditori, «mors vestra vita nostra».
Suicidatevi con le vostre psicopatologie, non ci sono abbastanza medici per curarvi.
Questo è uno dei tanti piloti della internazionale piddinica della Germanwings.
Non avrei dato della pazza ad Angelina Jolie neanche in caso di rifiuto di chemio e metodo Di Bella poiché non sono Angelina Jolie, o Tizia o Caia, indipendente dal suo essere famosa o meno. Si poteva discutere della sua decisione, giusta o sbagliata, motivata od immotivata, di rendere pubblica una scelta così privata ed intima, analizzando e spiegando tutte le interconnessioni sociali, psicologiche, antropologiche e mediche di una soluzione di tal tipo in modo costruttivo, senza uscite lapidarie, che da una professionista della mente e dell'animo umano non mi aspetterei.
RispondiEliminaSe siamo i primi a far emergere il parabolano, seppur solo per "provocare", poi non lamentiamoci delle risposte fecali.
Tutti sanno di sapere e di poter giudicare non li relegherei ai soli non esperti, vi sono i cosiddetti esperti che si lasciano andare alla piddinitas, ad una certa puzza sotto il naso di supremazia conoscitiva che esula dall'esperienza di vita vissuta, un sapere puro, scevro dalle debolezze umane, che non vanno analizzate o comprese, che permette di erigere a pubblica sententia l'oracolo illuminato.
Ed è così che tali fragilità vengono sfruttate: si ripudiano, si contrastano, si ridicolizzano, senza venirne a capo.
Valentina, hai letto il post? Perché forse ti sei fermata a "ho dato della pazza ad Angelina".
EliminaHo letto sia il post che le provocazioni su Twitter. Resto dell'idea che ci sono modi e modi di parlarne.
EliminaPremetto: non intendo fare nessuna polemica. E' un limite mio.
EliminaQuale sarebbe il "modo costruttivo di parlare", senza "uscite lapidarie", di una medicina preventiva che ti fa scegliere tra la sopravvivenza e l'amputare te stesso, privandoti degli attributi fisici che costruiscono la tua identità di persona? E' una domanda di principio che -pur riconoscendo che sono profano della materia- non posso evitare di pormi.
Sulla scelta della Jolie di rendere pubblica la cosa, non discuto. Personalmente, avrei evitato di farmi pubblicità, proprio a tutela della mia dignità personale, ma non giudico.
Chi, però, commenta questa scelta come una "vittoria" della libertà di disporre del proprio corpo e della moderna medicina, onestamente mi suscita più di una perplessità. Che razza di "vittoria" è? Se con tutto il nostro progresso, nel XXI secolo, ancora costringiamo le persone ad amputare se stesse per garantirsi una sopravvivenza "probabile", forse è più opportuno parlare di sonora sconfitta. Altro che prevenzione.....
Ma infatti non è "pazza", buon Giove! È "diversamente sana di mente".
EliminaFa anche rima!
Ed è normale che "un personaggio pubblico", emblema dell' ingegneria sociale holliwoodiana, se ne esca e, soprattutto, venga rimbalzata sui media di tutto il pianeta, facendo dello spin degno dell'accoppiata Goebbels e Mengele.
D'altronde dopo la guerra in Bosnia è naturale fare marketing nel settore dell'asportazione e del commercio degli organi umani.
Ma io queste cose le capisco perché non son piddino, ho votato SEL!
Scusate, ora scandalizzerò qualcuno, ma non riesco a togliermi dalla mente l'associazione tra queste amputazioni e i "feticci" dei Compagni di Merende. Solo che adesso le vittime li offrono in sacrificio volontariamente e da vive. L'asportazione di un organo, vedi anche i riti delle popolazioni precolombiane con i cuori estratti dal petto, ha sempre una valenza simbolica di offerta alla divinità in cambio di qualcosa.
EliminaMa forse sto solo delirando...
Scandalizzare... è uno scherzo? :-)
EliminaChi delira sono la stragrande maggioranza degli esoteristi: e sono serio.
Le peggio baggianate uscite da Jung sono arrivate proprio da quando entra nella "fase esoterica".
Cioè, chi delira non è chi fa analisi di carattere antropologico... ma è chi crede a questa ritualità...
E a questi riti partecipano e, soprattutto, si "sacrificano" i deboli di mente o.... semplicemente i deboli.
Te la butto lì: non troverai dinastia atlantica che non si affidi a qualche esoterista... e ti ho detto tutto.
Voglio dire: essere in mano a un branco di satanisti non significa che il "satanismo" abbia un ruolo nell'ordine in quanto tale.
Il punto è la psicopatologia che sta alla base di questa ritualistica: l'epoca precolombiana è passata da un pezzo... e Pacciani non mi sembrava proprio un role model di sanità psichica.
Quindi sì, il fatto che sia l'emblema della bellezza femminile moderna ad essere usata come vergine sacrificale a cui vengono amputati gli organi sessuali non è un caso.
Una società "sana" non lo permetterebbe.
Non è un problema politico tout court... è un problema psichiatrico!
Barbara Barbara perché fai così? Viviamo nel migliore dei mondi possibili. Non lo sapevi? Prima c’era Dio, poi L’Uomo ne ha preso il posto, oggi, finalmente, il divino politicamente corretto ci guida e ci conduce. Il vaccino ti uccide? Porta pazienza . Succede. Carne alla griglia? Nooooo è tumorifera. Il seno , le ovaie,l’utero , la prostata. Via via. Si ! Anche la prostata , perché no? (prostata significa anche prostrarsi al politicamente corretto). E non pensiamo che una attrice di seconda fascia come Angelina stia facendosi anche pubblicità. Lei si illude solo di campare un po’ di più e ci indica la via. L’IDIOZIA elevata sistema e a dovere.
RispondiEliminaDomani mi mangio filetto di maiale rivestito di lardo di Colonnata con pepe a grani.
firmato:
vivere da malati per morire soffrendo.
Torniamo alla Santa Roama Chiesa allora, se pensate che Dio sia la risposta e l'uomo deve tacere.
EliminaE comunque riguardo l'umanità esiste l'umano e il transumano. Le racconto una cosa: l'istinto prometeico è intrinseco nella cultura europea (NON UE. EUROPEA, E-U-R-O-P-E-A), Dio non c'entra nulla.
Suggerirei una bella letturina in proposito: "La rivincita del Paganesimo" di Riccardo Campa, oltrechè altri scritti dell'autore suddetto
Sono vecchio e pagano da sempre. Stia sereno. Nessuno vuole ripristinare nulla. Se poi Lei pensa che la piccola Angela sia 'prometeica' buon per lei . Le consiglio anche 'Religiosità Indoeuropea' del Günther (1963)
EliminaBuon Sabato.
firmato
vivere da malati per morire soffrendo
Valentina. "Ci sono modi e modi". Va bene. Io qui sopra ho detto quale sarebbe per me la vera prevenzione ma te lo riassumo: vita sana, riduzione dello stress, massimo potenziamento dell'immunità naturale. Tutte cose utopistiche in questo mondo, lo ammetto. Ma l'alternativa è farsi squartare? Vivere nell'angoscia del cancro?
RispondiEliminaCome se ne dovrebbe parlare allora senza urtare la tua sensibilità? O dare della pazza alla Jolie è già da considerarsi bestemmia contro la divinità? Fammi capire, ti prego.
Lasciare scegliere della propria vita è una libertà fondamentale, qui il problema è che si tratta di un personaggio pubblico e ci sono milioni di individui che purtroppo non pensano con la propria testa ma lo fanno con quello che gli infilano dentro (la testa) i media. Se ognuno fosse capace di essere veramente libero delle proprie scelte, questa sarebbe appunto solo la scelta di un individuo e basta.
RispondiEliminaMi dispiace deluderla, ma il concetto "Pensare con la propria testa" è un errore logico (non suo, ma del pensiero comune), perchè nessuno è in grado di "pensare con la propria testa", in quanto fin da piccoli subiamo un'educazione, sia da parte della famiglia che dalle istituzioni. Questo non vuol dire che sia impossibile sviluppare un pensiero critico, ma esso ti permette solo di scegliere l'ambiente ritieni più consono vivere.
EliminaBravissimo Merovingio!
EliminaIl massimo grado di liberta' cui possiamo ambire (DA VIVI) e' l' essere consapevoli di non essere liberi.
Io l' unico uomo veramente libero che conosco e' quello che sta al camposanto.
Barbara, sei sempre un passo avanti. Ti esorto ad approfondire questi tuoi concetti per noi, sono un validissimo modo di mettere ordine sensazioni a confuse che io provo e che tu aiuti a focalizzare.
RispondiEliminabeh, hai capito...
RispondiEliminaConcordo con te Django, su questa, come su altre questioni, non riuscivo a prendere una posizione, mi dicevo "si, la libertá di dedicere di se stessi...", ma qualcosa non mi tornava, adesso, vista dalla posizone di Barbara, mi sono chiarita le idee.
Eliminagrazie Barbara, concordo.
Cristina
-Le abitudini di lunga data, anche se cattive, sono di solito meno nocive delle cose non usuali; bisogna dunque cambiare talvolta le abitudini in cose non usuali.
RispondiElimina-Se una parte dell'intestino tenue è tagliata non si riunisce.
-Le donne non si ammalano di podagra a meno che non siano soppresse le mestruazioni.
-Il sopraggiungere, negli insani di mente, delle vene varicose o delle emorroidi, rimuove la demenza.
Ἱπποκράτης, 460 a.C. – 377 a.C.
Deliziosa Barbara, nonché toscanaccia velenosa. Ti certifico tale honoris causa.
RispondiEliminaps ti tocca l'ennesimo ammiratore. Spero non ti dispiaccia.
Sorridiamo un po'
RispondiEliminahttp://www.lercio.it/angelina-jolie-per-evitare-il-cancro-mi-sono-fatta-asportare-il-corpo-ora-e-pura-essenza-in-unampolla/
Ma l'è nà bala
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