Da quando è iniziata la tragicommedia con sclerata mediatica finale sui funerali del patriarca della famiglia Casamonica, nella mia mente sta risuonando ossessivamente "Funérailles" di Franz Liszt (qui nella potentissima e sublime versione di Lazar Berman), la composizione attorno alla quale Claude Chabrol costruì anni fa uno dei suoi migliori e più crudeli film sulla borghesia: "Merci pour le chocolat". "Funérailles" era il brano con le cui frenetiche terzine di ottave il mio collega Riccardo Marsano, durante le prove per il saggio finale del suo decimo anno, faceva tremare l'ambigua villa Bombrini che ora ospitava il Conservatorio dopo essere stata nel '45 la centrale occulta del governo argentino per l'espatrio clandestino di criminali nazisti del calibro di Eichmann in combutta con il Vaticano. Parce sepultis.
Ed era soprattutto uno di quei brani che-non-sarei-mai-stata-in-grado-di-suonare data la mia scarsa apertura manuale e il mio mignolino ("altro che quello di Rachmaninov", e quindi non si sarebbe parlato nemmeno di Rach 3, figuriamoci). Capite come si possono a volte stroncare sul nascere le carriere pianistiche nei conservatori e far nascere l'invidia del mignolo nelle ragazze, nonché l'ossessione successiva per "i pezzi di pura bravura"? E meno male che sulla presunta menomazione fisica stroncarono me, che al massimo sarei stata una grande interprete sanguigna ma ahimè priva dell'indispensabile virtuosismo per totale mancanza di quella ferrea disciplina che ti impone le ore ed ore di finger-building sulla tastiera, e non Michel Petrucciani.
Basta, mi fermo qui con l'autobiografismo perché lo odio e perché dei miei mancati pianismi e note che non colsi immagino non freghi niente a nessuno.
Per tornare a Liszt, la struttura insinuante e diabolica di "Funérailles" che alterna momenti cupi e tragici ad improvvisi squarci di sole ed accecante negazione nella quasi insostenibile pesantezza del lutto, fino a sconfinare in una quasi folle e grottesca marcia militare di un esercito sconfitto, si adatta perfettamente come colonna sonora del canaio scoppiato nel momento in cui il noto partito di governo è stato costretto al coming-out sulle sue pericolose amicizie nel campo degli ultrachiacchierati del sottobosco romano. Più dei pranzi di nozze e delle cene eleganti immortalate dalle cronache di Mafia Capitale, poté un funerale. Quello del grande capo del clan sinti dei Casamonica, Vittorio, morto nei giorni scorsi a Roma, ovvero nel suo feudo.
I Casamonica sono orgogliosamente zingari e chi ha qualche dimestichezza con la celebrazione dei riti del fine vita vi dirà che il tiro di cavalli neri, il cocchio in stile famiglia imperiale asburgica, i palafrenieri, le corone, il lancio di petali di rosa dal cielo, con velivolo appositamente noleggiato, fanno parte del tipico funerale riservato dagli zingari ai loro "re" e "regine", in qualunque parte d'Italia. Funerali sfarzosi che vengono a costare decine e decine di migliaia di euro, pagati sempre in soldoni contanti. Qui si parla dell'autofinanziamento di 50 euro a testa per 2500 persone, fatevi un po' una botta di conti. A parte queste volgarità venali, lo scandalo è scoppiato perché questi funerali hanno osato tenersi nel centro di Roma, con tutti i permessi del caso e la piena consapevolezza, almeno, di Anagrafe, Polizia Municipale, Polizia Mortuaria, ASL, Corte d'Appello (che ha firmato il permesso di scarcerazione per un membro detenuto del clan, regolarmente notificato dall'Arma) e di tutti gli alberi pizzuti.
Funerale privato ed autofinanziato, non di stato. Eppure è scoppiato il finimondo.
Hanno estumulato la salma del povero Welby (a cui erano stati negati funerali religiosi nella medesima chiesa) per sventolarla di fronte al parroco che ha celebrato la messa da requiem, come se si trattasse di casi equiparabili. Hanno rosicato fino a consumarsi i canini sullo sfarzo di funerali che, una volta tanto, non hanno accompagnato la salma di un padre chiusa in quattro assi d'abetaccio cinese con il solito mantra "vogliamo una cosa semplice, era un uomo così semplice" e niente manifesti e fiori perché del vecchio rompicoglioni ormai non fregava più un cacchio a nessuno. E non è questione di crisi e mancanza di soldi ma di decadenza di costumi. Ormai dei morti ci si vuole liberare nel più breve tempo possibile. Perfino dei genitori. Non avete idea.
Il canaio mediatico ha fatto spurgare il meglio del peggio dei soliti e mica solo degli esponenti del Noto Partito (non lo nomino perché porta sfiga). L'altra sera, nell'invereconda fogna che è "In Onda" del Quasimodo Parenzo, condotta assieme all'altro caruso che-non-so-come-si-chiama, a Matteo Salvini è improvvisamente ascito il centrosocialista di gioventù. Vomitando passato di piselli, il felpato leader della Lega ha invocato l'esproprio immediato dei beni dei Casamonica come un Casarini in procinto di violare la Zona Rossa, cosa sulla quale si è trovato immediatamente in comunione di amorosi sensi con i sinistri conduttori. Il ragazzo a volte si infila da solo in certe trappole che non se ne rende conto.
Sarà che mi stanno spolpando viva di tasse sulle proprietà ma il mio marxismo giovanile si sta tramutando in un culto assoluto della proprietà privata. Perché senza questo principio di inviolabilità, mi dispiace, non c'è democrazia ma solo qualcosa di simile a questa Europa. Si comincia con l'espropriare i Casamonica e si finisce con il prelievo forzoso al semplice ed integerrimo cittadino per salvare la banca di partito. Il concetto di illecito profitto, di questi tempi, è assai difficile da applicare, per cui preserviamo per sicurezza la libertà di tutti.
A proposito di democrazia. Chiunque tra i donrodrighi sostenga che i funerali non s'avessero da fare non ha alcuna idea della democrazia e di cosa sia un paese libero, dove anche un malavitoso o presunto tale ha diritto alla celebrazione dei funerali. Oppure mi portino l'articolo del codice che vieta la celebrazione di pubblici funerali per gli amici scomodi del Noto Partito.
Siccome i soliti xenofili si sono fatti le seghe sul Postal Market delle rassegne stampa straniere che prendevano per i fondelli gli italiani e i funerali mafiosi, invece di pensare ai pidocchi loro, ricordiamo ai soliti moralisti i leggendari funerali in America di boss come John Gotti. Si sognerebbe Mister Bill de Blasio di vietare le esequie di un boss della Mafia a New York con tutte le pompe del caso? Mai, e non per le origini broccoline od eventuali affinità affaristiche o elettive, ma perché, nonostante le apparenze, in America sarebbe impensabile a causa di quel vecchio arnese della libertà di espressione.
Il nostro partito menagramo, invece, si è risentito dei funerali del boss solo perché ormai ha perso ogni remora nel comportarsi in maniera antidemocratica ed illiberale e soprattutto perché i petali di rosa gli hanno ricordato di quali amici ami circondarsi all'imbrunire, quando si spoglia del bravapersonismo da primarie e si apparta con ogni sorta di marmaglia. Di conseguenza, il latrare ed uggiolare dei suoi cagnacci mediatici è stato organizzato al fine di coprire, ad esempio, l'infamia dell'esautoramento del Capitano Ultimo che, come ha scritto stamattina Peter Gomez notando le straordinarie coincidenze, tra le sue ultime inchieste intercetta un ufficiale della Gdf con Renzi e Nardella. Il 10 luglio, dopo il loro deposito, il "Fatto" le pubblica e il 4 agosto lui salta.
Altro che quello già dimenticato del re degli zingari, questo è il funerale incessante della democrazia, e domani mi occuperò di alcune delle sue prefiche.
Ho pensato subito la stessa cosa. Finira' che ti arrestano per un funerale. Bei tempi quelli in cui fino il FBI doveva incastrarti almeno per evasione fiscale. Pero' ti correggo: non e' solo il funerale della Democrazia; e' il funerale dello Stato di Diritto, il che e' ancora peggio. Anche nella piu' feroce dittatura si puo' conservare uno straccio di legalita'; evidentemente in questa dittatura globale il concetto stesso di Giurisdizione e' un arnese retorico che si usa o ripone a seconda dell'effetto mediatico che si vuole ottenere.
RispondiEliminaIl Gaspard de la nuit come va ?
G.Stallman
Esatto, lo stato di diritto. Il punto è quello. Il nocciolo della democrazia.
EliminaGaspard non l'ho mai frequentato. Ma ho avuto appassionati incontri con Claude au clair de la lune.
Chissa' perche' in tutte le avanguardie gli artisti sono sempre molto numerosi. Hanno una particolare sensibilita' ?
EliminaEra una boutade :-) Sono pezzi pressoche' ineseguibili. Ricordo uno splendido B. Michelangeli con il suo solito aplomb. Io direi che Marsano se li mangiava a pranzo colazione e cena. Suonava qualunque cosa anche a prima vista. Comunque io non sono un pianista. Al Bombrini ho dato solo Teoria e solfeggio, ma ricordo ancora qualcosa.
G.Stallman
"Basta, mi fermo qui con l'autobiografismo perché lo odio e perché dei miei mancati pianismi e note che non colsi immagino non freghi niente a nessuno." Bentornata, aspettavo con interesse il tuo riapparire. Non è per niente vero che quello di cui sopra non interessi nessuno: a me interessa, come interessano le tue digressioni in campo musicale ( e le dritte che ne ricavo). Ciao :)
RispondiEliminaE' un retaggio del passato. Odiavo i temi "parla di te e della tua famiglia".
EliminaLa musica buona, sono d'accordo, va sempre ricordata, altrimenti rischia di sparire.
Riesco a leggere solo te.
RispondiEliminaE mi pare poco?
EliminaGrazie.
Grazie Lameduck per aver... ribadito l'ovvio, che di questi tempi sembra quasi un'attività sovversiva.
RispondiEliminaI funerali dei capi zingari sono tutti così, persino quando si tratta di piccole comunità (come quella che vive vicino a casa mia, in un comune di medie dimensioni nei pressi di Milano): stupirsene vuol dire essere ignoranti o in malafede - quante volte ormai l'abbiamo detto, riferendoci ai nostri giornalisti?
OTC ..
RispondiEliminaLeggendo del Rach 3 non posso fare a meno di riproporre l'ULTIMA interpretazione del vecchio Vladimiro.
Tutta da cogliere la bellezza e la felicità di Horowitz nel mostrarla, quella che salva il mondo
https://www.youtube.com/watch?v=D5mxU_7BTRA&list=RDD5mxU_7BTRA#t=20
Funerailles - bellezza folgorante. Francamente lo sento piu'profondamente appassionato che diabolico.
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