Vàrdalo li, bellino!
Tanto a settembre si mormora che si levi da 'oglioni. Perché, egregio sor bischero, non è questione di perdere 3 voti, ma di -700.000 tessere della CGIL (che emozione, ci sono anche le ceneri della mia!), a fronte delle 200 firmètte in calce al Manifesto degli Imprenditori Sfascisti. Che modestia, si definiscono "semplici cittadini", ma, come ammette lo stesso Corriere, nomi come quelli di "Clarice Pecori Giraldi, fiorentina, nume tutelare in Italia della grande società internazionale di aste Christie’s; Federico Schlesinger, manager di Intesa Sanpaolo e Vannozza Guicciardini, membro del FAI" più che dalla casa del popolo sembrano usciti da un ballo a corte.
(Nota a margine. Christie's. Uhm. Il neoassunto direttore degli Uffizi, il tedesco che non parla italiano Schmidt, ha lavorato per Sotheby's. Che abbia ragione Vittorio Sgarbi, che stiano facendo l'inventario per il pignoramento?)
"Noi stiamo con Renzi", uggiolano i cremosi della società, pregustando la pulizia etnica degli italiani. Anche questo è il 1938 e, se non fosse che dietro a questi imprenditori ci sono fabbriche, marchi, prodotti, lavoratori, menti, volontà italiane, purtroppo ostaggi nelle loro mani, ci sarebbe da fare il tifo per la Fraport.
Tornando al nostro luminoso leader Kim Irrenzi. Su Repubblica, la sua "Scînteia", c'è la commossa cronaca del suo intervento al Meeting dove è andato a lustrar di lingua i baciapile che già probabilmente conoscono il nome del suo successore, scelto dai soliti dell'agenzia di maggiordomi fornitrice dell'élite che foraggia anche loro, come Evita Bergoglio e i monsignori protettori della teppaglia africana importata per facilitare la dottrina del caos, destabilizzare l'Europa e rendere le cose più facili all'ISIS, la cover band di Al Qaeda.
Non rallegratevi però nel caso dell'uscita dalla prima fila di Irrenzi, perché sarà il nuovo Blair, in giro per il bel mondo con moglie grifagna a raccattar gettoni di presenza fino a strafogarsi. Glielo devono, dopo tutto. S'è sbattuto tanto.
Se Repubblica è "Scînteia", l'Espresso è qualcosa di più. E', direi, il "Quotidiano del Popolo".
La nuova sede del glorioso organo del Partito Comunista Cinese. |
Su questo giornale di annunci pubblicitari interrotti da articolesse, che a volte ci capita di leggere quando acquistiamo il DVD di Montalbano a cui è allegato, tengono le loro rubrichine fisse tre personaggi (anzi quattro), tra i tanti, che sono ormai talmente mimetizzati con il regime che rischi di non distinguerli dalla tappezzeria di Palazzo Chigi o dai putti di qualche soffitto affrescato, ed è capitato che in questi ultimi giorni mi siano stati segnalati tre loro capolavori che voglio condividere con voi. Questi personaggi sono le prefiche di cui parlavo alla fine del post precedente. Prefiche nella camera ardente della democrazia, come vedremo. Anzi, vere e proprie s'accabadoras.
Cominciamo, per rispetto, dalla più anziana, il noto scrittore Umberto Eco e la sua "Bustina di Minerva".
Il cruccio di Eco, da qualche mese, è la rete. Non ci dorme la notte. La sua paura è che gli italiani, navigando con i loro spinnaker sui flutti del web, mica capitino in qualche sito pedopornografico, no, ma che incrocino qualche voce autonoma, qualche blog, qualche persona disinteressata e magari con la voglia, ormai sconosciuta ai giornalisti, che hanno ormai raggiunto la pace dei Sensi, di fare informazione. Non sopporta, l'Umberto, che le notizie, le informazioni, possano sfuggire alla manipolazione delle abili mani dell'informazione mainstream, delle Maggioni embedded, delle annunziate dei Fuffington Post e degli abili confezionatori di spin. Non tollera nemmeno che tizio e caio possano dire la propria senza filtri e, per rendere l'idea, cita con aristocratico disdoro l'Hyde Park's Corner, ohibò. Tormentato da queste ambasce, ecco quindi il parto della grande pensata, l'illuminazione del fiammifero Minerva. Che i giornalisti - tanto non hanno certo da fare inchieste o cercare notizie - setaccino la rete alla ricerca delle bufale e le segnalino al pubblico ludibrio. Si occupino di separare il grano dal loglio affinché niuna bufala giunga alle delicate orecchie dei piddini. Non solo:
"Perché non recensire ogni giorno i siti web virtuosi e segnalare quelli che spacciano bufale? Un servizio al pubblico sempre più necessario."
Come si fa ora ad andare a dire a questo sant'uomo che tutto ciò che auspica è così irrimediabilmente nazista, per non dire stalinista? Chi decide cosa è vero e cosa è falso? Lui? I Plateroti, i Severgnini, gli Zucconi? Il mieloso Mieli o il disinteressato De Benedetti? Il minculpop, ovvero il Vinculpop appaltato al Noto Partito? Non ho parole.
Seconda segnalazione, il ritorno di una vecchia conoscenza, il Roveto Ardente che si rivolge a noi poveri Mosé dalla sua rubrica "L'Antitaliano", Roberto Saviano.
Si sa che sui giornali i titoli non li sceglie l'autore dell'articolo - a differenza del blogger, che ha questa libertà in più - ma il titolista. Quindi posate le roncole e con pazienza cercate di leggere e cogliere il senso generale del pezzo.
Io sinceramente non ci sono riuscita. Sembra quasi che a Robbe' abbiano detto: "Ci avanza questo titolo molto carasciò e antitaliano, scrivici una cazzata attorno".
Difatti, roba come la seguente rientra perfettamente nella categoria:
"Noi, più modestamente, ci troviamo a dover riciclare gli scarti lasciati dalla generazione dei nostri genitori, le cicale del ventesimo secolo. Noi trentenni dobbiamo vivere nella precarietà e ricorrere (come i nonni) all’emigrazione. Perché la generazione di mezzo ha solo sperperato."
Con chi ce l'ha Saviano? Con le generazioni che sono state blandite per decenni da un sistema politico che, per mantenere il paese sulla linea atlantica, elargiva guarentigie, posti fissi, onorevoli raccomandazioni per i figli, e manteneva uno Stato padrone ma padre che era ancora in grado di spendere per le necessità quotidiane dei suoi figli. Poi arrivarono i Bocconari e la spesa pubblica improduttiva, le riforme, l'austerità e il sole fu oscurato dal culone della Germania. Bene, dice Saviano. La colpa non è di chi si è messo in testa di distruggere un secolo di conquiste sociali, la colpa è di coloro che ne hanno approfittato in passato. Mi pare che basti.
Per la terza ed ultima segnalazione, largo ai giovani della Junckerjugend, ai tamburini di latta, taratattà-taratattà.
La rubrichina in duplex si intitola "European Circus" ed i tenutari sono Michele Ballerin e Simone Vannuccini.
Leggendo le bio dei due si scopre che Ballerin, tra le tante cose, "vuole l’unità politica dell’Europa, e la vuole adesso". Lui.
Simone Vannuccini, invece, "è un economista dell’innovazione, ricercatore all’Università di Jena, in Germania; ma è anche e soprattutto un federalista europeo". Il che mi ricorda la famosa barzelletta ebraica: "Signor Cohn, lei è nero, ebreo, gay e americano. Cosa ha provato quando si è accorto di essere americano?"
Il curriculum di Ballerin è da perfetto morituro per Maastricht ma entrambi sono esponenti di quella Eurojugend che non esiterà ad imbracciare il fuciletto a tappo fornito dalle sinistre europee per andare a difendere il mercantilismo tedesco. Augurandomi che l'orso russo, history repeating, li sdrumi.
Di cosa parla l'articolo in questione? Se avrete lo stomaco di leggere il solito cumulo di banalità eurospin (nel senso del discount), giungerete al punto fatale dove vanno sempre a parare: l'unione europea che ci ha dato la pace dopo secoli di guerre. Ed il merito di chi è? Dell'euro, naturalmente, che è giunto per ultimo, quando già iniziavano i primi cedimenti strutturali della baracca. Per i due presuntuosetti, chi osa mettere in dubbio il dogma dell'euro salvifico- e qui ci riallacciamo ad Eco ed alla sua appellessa in favore del controllo da parte dell'élite degli intellettuali embedded dell'informazione - è addirittura antropologicamente incapace di capire, di vedere la luce, e con lui chi osa leggerlo. Anche questo, quanto è fascista ed addirittura eugenetico, ragazzi miei! Cosa proponete per queste vite accademiche indegne di essere vissute: l'eutanasia, l'Aktion T4, l'Ausmerzen?
"In tutto questo che c’entra Bagnai? Ben poco, in effetti. Se Bagnai non ha capito il senso di questi ultimi settant’anni di vita associata in Europa, non c’è nessuna possibilità per lui di avere una nozione minimamente approssimativa di che cosa è l’euro. E si tratta – attenzione – di un’incapacità strutturale, costitutiva, e anche difficilmente rimediabile, a patto che il nostro non decida di mettersi in pari con uno studio accanito dell’integrazione europea nei suoi molti risvolti, cosa che richiederebbe tempo e un’umiltà di cui pochi, immagino, lo credono capace."
[...] Fino ad allora ammonticchiare grafici e tabelle (fingendo di ignorare che ogni tesi economica ha la sua brava antitesi altrettanto armata di grafici e tabelle) e snocciolare sarcasmi inframmezzati da paragoni con le vicende di questa o quella “area valutaria” senza risparmiarsi qualche incursione nel territorio del complottismo – talvolta a pochi centimetri dal confine che separa la maggioranza di noi dalla fobia per le scie chimiche – non sarà di nessun giovamento né per lui, né per le numerevoli schiere che pendono dai suoi pixel."
E' la solita appiccicosa superiorità morale della sinistra, ovvero dei maggiordomi che si provano i vestiti dei padroni davanti allo specchio. La spocchia di chi ha imparato, grazie al metodo Spinelli, a sognare lucido contro chi invece, come noi, purtroppo sogna solo quando dorme. Se, al risveglio, vediamo l'UE sempre più invadente ed invasiva e l'euro una moneta aliena ed oltretutto ostile, lo dobbiamo non certo a Minerva, al Roveto Ardente e ai tamburi di latta, ma a chi si ostina a fare informazione nonostante Umberto Eco e le vestali dell'ortodossia eurista. Ai servi sciocchi della manica di lazzaroni che si è messa in testa di distruggere un continente e, en passant, un paio di secoli di civiltà occidentale, inclusi la democrazia e lo stato di diritto.
Dottor Eco, mi sente, ente, ente? Nelle citazioni degli articoli dell'Espresso, compreso il suo, io ravvederei una notevole quantità di stupidaggini. Che faccio, segnalo?
Parafrasando il colonnello Kurtz: "Lammerda... lammerda."
Invece di fare censura come vorrebbe il superbo Eco
RispondiEliminasarebbe interessante fare un fact check di tutte le scemenze che vengono dette sia dagli ospiti che dai conduttori in programmi tipo dimartedi ballaro' e quello del lunedi' sulla 7 che e' il peggio.
Sorrido e respiro... buongiorno! :)
RispondiEliminaEco scrisse 'La misteriosa fiamma della regina Loana" che mi piacque perché, tra le altre cose, evidenziava come operava la propaganda fascista attraverso i grandi giornali. Oppure l'autore era un suo omonimo?
RispondiEliminaPensavo che la foto si riferisse alla nuova sede della commissione europea, no, dico
RispondiEliminaFigurarsi se si leva dai coglioni. Lasciare il regime neofascista in mano a qualche inetto leccapiedi? Non sia mai!
RispondiEliminaCara amica Lameduck,
RispondiEliminahai capito prima di tutti la catastrofe dell'euro, un po' in ritardo quella dell'invasione dei clandestini. L'unica cosa che ti manca è che non hai ancora capito che i complotti alla Giulietto Chiesa sono solo panzane.
Ciao Davide
"Fino ad allora ammonticchiare grafici e tabelle (fingendo di ignorare che ogni tesi economica ha la sua brava antitesi altrettanto armata di grafici e tabelle)"
RispondiEliminaE' un formidabile esempio del concetto di "propaganda". Da incidere sulle navicelle che viaggiano verso l'esterno del sistema solare, assieme ai saluti ed ai messaggi di pace...
http://www.corriere.it/esteri/foto/05-2013/cina-palazzo/statale-fallico/cina-quotidiano-nazionale-si-sposta-un-palazzo-a-luci-rosse_7aeb4cb8-b992-11e2-a28f-ca192031e3e7.shtml#1
RispondiEliminaIn realtà quelle alla sommità sono impalcature, basta fare una piccola ricerca per scoprirlo. L'immagine qui ci sta, ma il Corriere che riporta la notizia senza approfondire è inqualificabile.
Qui il link che chiarisce la questione
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/04/ledificio-fallico-che-imbarazza-la-cina/
Scusate, ma rendiamo giustizia agli architetti!
Un architetto.
P.s.: Comunque la foto è un monumento!