giovedì 13 dicembre 2018

Churchill o Bolsonaro (per tacer di Cottarelli)? Ovvero del tuttosubitismo acuto.

Quando da incendiari, invecchiando, si diventa pompieri, per non dire monaci zen, si impara ad riconoscere ed apprezzare la regola che le cose migliori non arrivano subito appena le desideriamo e qualcuno ce ne prospetta la realizzazione, ma occorre attenderle per un tempo che pare non passare mai e quasi sempre è il tempo necessario, direi fisiologico, affiché si realizzino. Ciò vale sia per gli eventi positivi che per quelli negativi, per le conquiste personali della propria esistenza e per quelle che riguardano la collettività e, ho fatto notare giorni fa che, a maggior ragione, i cambiamenti storici epocali non sono mai avvenuti nel giro di pochi giorni o mesi e che anche gli eventi più apparentemente improvvisi furono il risultato di una lunga preparazione, di un sapiente lavorìo più di cesello che di clava, condotto possibilmente nel back office e al riparo dalla luce accecante dei riflettori.  

Purtroppo, nella società delle meteore e dei meteorismi, il pensiero magico sul quale si fonda la sua propaganda, somministrato continuamente per anni per infusione lenta, ha infine creato una platea di infanti che strepitano se non li si gratifica subito con il premio, e che pretenderebbe l'uscita dall'incantesimo malvagio con la semplice roteazione in aria della bacchetta e il pronunciamento della formula magica. 
Agli infanti che non ottengono subito il bubbolino sale la delusione, il rammarico, il senso di tradimento, che poi è solo un sospetto non una certezza, il che la dice lunga sul loro concetto di fedeltà e fiducia, e si riversano in massa a piangere e a dichiarare il loro pentimento per essere stati costretti ad attendere ben sette mesi prima di poter finalmente gettare la spugna.

Mi riferisco, nello specifico, all'epidemia di tuttosubitismo acuto che ha colpito molti tra coloro che parevano i più sinceri sostenitori non del governo ma dell'idea che sottende all'operazione gialloverde, vero e proprio governo di emergenza messo in piedi mentre fischiavano le bombe provenienti da ogni parte; matrimonio che ricorda quello celebrato nei primi due minuti de "Il matrimonio di Maria Braun" 
Nozze abbastanza imprevedibili e sicuramente di convenienza che però non s'avevano da fare, sulle quali un canuto Don Rodrigo si affrettava a porre il veto per conto dei tanti Innominati suoi mentori e vari bravacci erano già pronti a proporsi al miglior offerente come esecutori finali del saccheggio dell'Italia. 
Paiono aver dimenticato, Idelusi, l'atmosfera di quei giorni, i veti incrociati sulle persone, i piedini pestati per terra da chi si sentì imperatore per un giorno e infine la resa, l'offerta che evidentemente non si poteva rifiutare e il via libera a qualcosa che era e continua ad essere, che vi piaccia o no, l'unica alternativa alla CATASTROFE. 
Perché, se vi fossero stati quegli altri, per non parlare di una Clinton alla Casa Bianca, oggi non solo vi avrebbero firmato contro il Global Compact, o per meglio dire Compost, visto che il punto d'arrivo è il Soylent Green fatto di persone; avrebbero spinto lo ius soli a forza in parlamento, stretto ancora la garrota attorno al collo dell'economia e compiuto altre operazioni di pulizia tecnica senza alcuna remora, ma avrebbero ceduto anche qualche altro braccio di mare alle prime sei telefonate dall'Estonia, oltre a fottervi per sempre e con gusto perché, è ufficiale, vi odiano e vi vogliono morti.

Nonostante questa prospettiva, ahimé, l'idea che eravamo in guerra e lo siamo ancora, lo siamo da una ventina d'anni almeno, non attecchisce in chi è disposto a capire che c'è la guerra solo se vede le divise, i fucili, i carri armati e i crateri delle bombe. I settant'anni di pace che ci ha dato l'Europa sono stati nient'altro che una lenta disabituazione alla capacità di combattere e difendersi. Un lungo decadimento nella pavida ed emasculata illusione che la guerra fosse stata esorcizzata per sempre. Un mondo di signorine che ora invece si stanno svegliando in prima linea e non non hanno niente da mettersi.

Vai a spiegar loro che in sette mesi abbiamo avuto qualcosa che pare nulla ma è tanto, che quando sei paralizzato e riesci infine a muovere un dito è un'enorme conquista, se c'è chi ti vuole ancora più impotente,  ma a Idelusi non basta perché loro volevano la magia, il prestigio, il "ma come hanno fatto, dov'è il trucco?" Quando i seguaci fanno "oh". 
Tutto questo festival della disillusione sta accadendo su quello strano palcoscenico che sono i social, luogo ove ormai pare abbiano riaperto quei manicomi che furono chiusi in nome della negazione della follia e dove invece questa volta si dispiega in tutta la sua devastante potenza, la nevrosi.

In fondo capisco chi è depresso e vuole lasciarsi andare giù nell'acqua gelida, Quando ti affezioni alla tua depressione - e loro sono bravissimi ad indurla su popolazioni intere, come abbiamo visto, con quelli che ripetono il mantra del "è tutto finito" a dimostrarlo - diventa angosciante pensare di uscirne. D'altro canto, più è forte la resistenza alla guarigione, più essa diviene possibile, come sa chi ha affrontato lunghi anni di analisi dove i passi avanti avvenivano non prima che il conflitto fosse stato individuato, visualizzato, combattuto e infine metabolizzato.

Non sto dicendo che l'operazione gialloverde sia perfetta, insindacabile e messa in pratica da entità soprannaturali infallibili. Lascio volentieri "il partito ha sempre ragione" a coloro ai quali purtroppo appartenni da incendiaria. In politica la delusione è una probabilità come lo è la soddisfazione. Entrambe sono variabili in gioco con la medesima valenza.
Mi pare tuttavia paradossale che, come ha detto Luigi Pecchioli nell'intervista ad Antonello Zedda, "ci si lamenti della partigianeria dei media e poi si creda alla loro versione dei fatti riguardo agli atti governativi". Con ciò intendendo anche le "voci" che nascono sui social, le interviste malignette, le calunnie che da venticelli diventano uragani.
La vicenda del 2,04 che pare aver scatenato la disiscrizione in massa dal movimento sovranista (per andare dove e con chi non si sa, questo è il bello) è talmente freudiana e chiaramente una sorta di effetto collettivo "sole roteante di Fatima" che meriterebbe un post monografico a parte.

Sui media, certo, si poteva tentare di interrrompere il monoscopio a reti unificate e imporre un minimo di informazione non ostile all'operato del governo. Personalmente avrei cercato di mettere la cosa tra le assolute priorità, perché il morale delle truppe passa anche dalla sua messa in sicurezza rispetto all'esposizione alla propaganda nemica, ma se ciò non è stato fatto vuol dire che si sono preferite altre strade o si è stati costretti a non intraprendere quella via specifica. Temo anche che si sottovaluti il significato di un'egemonia culturale costruita pietra su pietra per un secolo e di cosa significhi smantellarla pretendendo di farlo per giunta in quattro e quattr'otto. Non tutte le costruzioni crollano in caduta libera in pochi secondi.
Grave non aver rimandato l'odiosa fattura elettronica voluta dai fattucchieri di prima, così come altri provvedimenti che avevamo supplicato fossero presi in considerazione riguardo alla loro abolizione.
Anche la vicenda, ancora più grave, della gestione della questione libertà di scelta sui trattamenti sanitari obbligatori, è fonte di irritazione e delusione, non lo si può negare. 
Ciò non significa però che si debba mollare adesso quando si ha coscienza di chi si deve combattere e in quante forme diverse ci stia attaccando. Lo ripeto: non ci sono le divise ma i soldati, si. Le bombe scoppiano,  ci sono i morti e le distruzioni. Loro, nel qui ed ora, sono l'unica chance che abbiamo.

A chi oggi si dice deluso, dice che non voterà più, che, in sostanza, fascisticamente, se ne fregherà, chiedo cosa prevede in prospettiva e in alternativa a questa opzione. A parte il solito tecnico sociopatico, chi potrebbe arrivare, dopo Salvini e Di Maio, in caso di loro fallimento? 
Detto che nella vita reale, non sui social dove siamo troppo impegnati a fare la ceretta brasiliana alle formiche, la gente ha chiaro in mente chi fino ad oggi l'ha vessata ed oppressa ed ha aperto gli occhi in modo forse irreversibile sulla sinistra, la mia paura è che, approfittando delle difficoltà incontrate da questo governo, qualcuno tra i simpatizzanti colga il pretesto per rifugiarsi nella sindrome di Stoccolma dalla quale era parso voler fuggire. Insomma, non riuscendo a fare a meno della droga che rappresenta la sinistra, la pera che ti fa sentire buono e giusto, restare umano e soprattutto non fascista, e non sopportando più di sentirsi un traditore per essersi "buttato a destra", si metta in testa di salvarla per l'ennesima volta. Sarebbe un errore fatale, che ci riporterebbe alla casella di partenza per un nuovo giro, stavolta l'ultimo.

In secondo luogo, esauritesi le pile di fratel coniglietto Berlusconi, non escluderei l'ipotesi simil-Bolsonaro, ovvero il tanto peggio tanto meglio. Diciamo la chemio quella tosta, quella che quasi ti ammazza prima del cancro. Con i colonnelli o senza.

Io preferirei un Churchill come quello del famoso discorso: 
"Siamo nella fase preliminare di una delle più grandi battaglie della storia.[...] Che ci troviamo in azione in molti punti – in Norvegia e in Olanda – , che dobbiamo essere preparati nel Mediterraneo. Che la battaglia aerea è continua, e che molte preparazioni devono essere fatte qui in patria.
Dirò alla Camera quello che ho detto a coloro che hanno aderito a questo governo: Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo davanti a noi un calvario del tipo più grave. Abbiamo davanti a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza.
Voi domandate, qual è il nostro obiettivo? Posso rispondere con una sola parola: la vittoria. La vittoria a tutti i costi – La vittoria nonostante tutto il terrore – La vittoria, per quanto lunga e difficile la strada possa essere, perché senza la vittoria non c'è sopravvivenza.
(Trascrizione del testo come originariamente letto da Churchill.)
I nostri devono soltanto entrare in questa mentalità. Una mentalità (purtroppo) da guerra. Qualcuno lo fa e continua a farlo da anni. Forse ci vorrebbe qualche "capannello" in più, per spiegare cosa si sta facendo. A volte possono essere l'assenza e il silenzio a creare sgomento. 
Noi dobbiamo supportarli, stringendo i denti, pensando a Monti e Cottarelli e ai piddini in agguato. Come l'orologio rotto, due volte al giorno anche la Tina ha ragione: non vi è alternativa.

Odiatemi ma un giorno direte: "Quella stronza aveva ragione".

31 commenti:

  1. Grazie, Barbara: hai riportato i riflettori sulla realtà, mentre in tanti di noi navigavamo nella matrix degli zerovirgola. Grazie davvero, leggerti è sempre un tonico per l'anima. Non stancartene mai.

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  2. Hai ragione Barbara, non si puo mollare un'idea dopo 6 mesi, ma non si puo nemmeno dire e fare di tutto e di piu per sei mesi quali, non facciamo come ci pare, se non gli sta bene è lo stesso ecc ecc.....e poi...con la congiuntura attuale dove Francia per l'ennessima volta non rispetta i patti eu, spagna idem, e noi ci abbassiamo a trattare con l'eu per lo zero virgola....l'atteggiamento a mio parere doveva essere, fate e dite quello che volete, procedure di infrazione (che poi per cosa non si sa visto che 2.4 < 3.0) spread ecc, o le regole le fate rispettare anche alla Francia e tutti gli altri oppure noi si fa la stessa cosa....punto e a capo....questo è il mio pensiero

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    1. Intanto però anche i sanpietrini per terra hanno capito chi è il nemico.

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  3. Hai ragione, non devo aspettare per dirtelo. Anch'io mi sono augurato la prudenza degli atti (più delle dichiarazioni) da parte dei gialloverdi. Siamo di fronte al lupo al ruscello, che non ha nemmeno bisogno di pretesti per mangiarti. Questo governo è l'effetto di una formula miracolosa, una sinistra idealista, ingenua ma unica non (ancora?) compromessa col potere ma determinata nel suo intento di sfociare in una modernità di segno alternativo alla predazione universale e una destra meno vergine ma elettoralmente forte perchè gonfia di frustrazione e sopportazione, umori che come ben dici possono facilmente trasformarsi in rassegnazione e sgonfiarsi di colpo. Carpeoro dice secondo me giustamente che se non hanno scheletri nell'armadio ce la possono fare, e lo ripete due volte, per far intendere bene. Prudenza e fermezza di intenti, e poi informazione, ma Foa dorme? La Rai é il centro della scacchiera, io credo che l'unica cosa che possa intimorire un pò il lupo sia una contronarrazione, lo smascheramento della zampa infarinata. Forse è vero che siamo un gregge, che alla paura reagisce d'istinto e non riesce a capire il grande pericolo all'orizzonte, quindi bisogna mostrarlo subito, prima che sia troppo tardi.

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  4. Esatto.
    Informazione e comunicazione, cioè media e capannelli sono FONDAMENTALI.
    Meglio ancora, di fondo, ci dovrebbe essere l'obiettivo di fornire un'educazione che emancipi davvero, così da creare - guarda un po' - DOMANDA di informazione corretta. Utopia, dite? In questi casi tendo a far pensare come, a fine '800, dovesse apparire utopico fornire un'educazione di base a tutti, TUTTI, i fanciulli del paese. A spese dei contribuenti.
    Questa è la nostra guerra, e quella dell'educazione è dell'informazione è una battaglia chiave.

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    1. Non a caso due settori accuratamente okkupati da Essi.

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  5. Anonimo10:15

    Grazie Barbara. Sempre lucida. Gli arditi faccioprestisti avrebbero voluto lanciarsi in avanti, sotto il fuoco delle mitragliatrici. Agli scacchi preferiscono la briscola. Come dare loro torto, è più semplice. Così, al floating preferiscono un all in. Perchè sono fuuurbi e senza paura. Hai detto bene. E'una guerra. E sarà lunga. Meritiamo tutto. "E lo avremo" (cit.)
    Con stima ed affetto
    Andy

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  6. Naturalmente Barbara hai ragione.
    Il tuttosubitismo nasce, sia dalla frustrazione accumulata da anni di carbonarismo culturale, di ridicolarizzazione di chi si opponeva al pensiero unico, di irrilevanza nel dibattito, di sentirsi, su Goofy e al Goofy, come i bambini sperduti nell'Isola che non c'è in una bolla spazio/tempo, sia dall'introiezione del tempo della modernita, dei videogame sparatutto, dei videoclip, un tempo accelerato televisivo dove se non accade niente nei primi tre minuti ci si stufa e si cambia canale.
    Dobbiamo reimparare l'arte della pazienza, a capire il tempo delle cose e soprattutto il tempo della politica. Il falso idolo della governabilità ha come corollario avvelenato il tuttosubitismo: dobbiamo disintossicarci dai ritmi dei mercati e reimparare ad essere democratici.

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    1. Lessi, non ricordo più dove, che la finanza ha oramai imposto i suoi tempi sul quotidiano, nel senso che la finanza non ragiona sul lungo termine ma sul breve e brevissimo. E, per paradosso, ha convinto pure quelli dei piani quinquennali.

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  7. Hai ovviamente ragione. Ovviamente perché chiunque sia quotidianamente chiamato a realizzare, a costruire qualcosa, a "garantire le consegne" lo sa che è così ("Non chi comincia ma quel che persevera"). Siamo ancora in marcia attraverso i pantani di Francia, ed oggi non è ancora il giorno di San Crispino.

    Marco Zeloni

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  8. Grande post Barbara uno dei migliori per me, ed anche dei più tempestivi, considerando i bambini viziati del "voglio tutto e subito" .Grazie ancora.
    Solo un precisazione, il canuto don Rodrigo , visto il mellifluo e vile personaggio sarebbe più opportuno chiamarlo il canuto don Abbondio.

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  9. Tomassino15:19

    È il mio primo commento su questo blog, ringrazio l'autrice del testo per lo spunto di riflessione e spero di riuscire a contribuire costruttivamente.

    Se davvero si tratta solo di un problema di comunicazione/percezione e non di peggio, a mio modo di vedere esso è assolutamente non trascurabile da parte dei membri del governo. Non mi ritengo assolutamente affetto da "tuttosubitismo", sono perfettamente consapevole che per rimediare alle storture del sistema nel quale siamo immersi ci vorranno decenni e molto probabilmente più, che sia necessaria una rivoluzione culturale (e quindi necessariamente lenta), che la critica dell'Unione Europea sia solo un primo necessario ma non sufficiente passo. Gli eventi degli ultimi giorni, però, mi hanno fatto venire più di qualche dubbio sui nostri rappresentanti, lo sconforto di vedere ancora la politica dei proclami senza seguito, della coerenza inesistente, è grande. Non sarebbe meglio essere chiari? Non sarebbe questa la più grande discontinuità con il passato, essere schietti e considerare gli elettori persone adulte, non mocciosi da blandire, che non possono capire e devono solo fidarsi? Si può pensare di insegnare alle persone ad essere consapevoli ed informate e poi chiedere di avere fede, di stare al proprio posto, quando le parole che si è appreso a riconoscere come inganni vengono improvvisamente pronunciate da quelli nei quali si dovrebbe riporre la propria fiducia? Si può mettere in guardia contro "il fogno", "Laltra Leuropa", il "cambiare dall'interno" e poi sentire quelle stesse espressioni diventare parole d'ordine del maggior esponente del partito al quale si appartiene? E non si tratta di credere ai giornali, non è la manipolazione di qualche giornalista servo, sono parole uscite dalla bocca del soggetto in questione. E concludo con una considerazione personalissima: dopo quello che è successo, è opportuno twittare della partita del Milan? O farsi un selfie con la Cuccarini? Non capisco niente di comunicazione, ma posso dire come mi sono personalmente sentito: preso in giro. Non sarebbe stato più corretto ammettere la sconfitta, spiegarne le ragioni e tenere un profilo basso? E poi, anche sulle ragioni: sembra si sia ceduto per evitare sanzioni delle quali fino a qualche settimana prima ci si faceva beffe. Quindi queste sanzioni era importante evitarle o no? Si è sbagliato prima o dopo? La strada è lunga e c'è sicuramente tempo per rimediare, ma con queste premesse comincio a temere che non andremo lontano. E credo che anche la retorica del "meno peggio" o del "questo abbiamo" non sia esente da pericoli.

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    1. fiore15:38

      Sono d'accordo con te, sottoscrivo tutto quello che hai detto, aggiungo solo un'ultima cosa, c'era bisogno di fare quel'uscita su Israele e Hezbollah? L'italia era un paese considerato nel bacino del Mediterraneo perchè sapeva come muoversi in questo intricato dedalo, non si può entrare come un orso in un negozio di cristalli. Anche io so bene che questo è l'unico governo che può aiutarci ad uscire dal pantano e so anche che ci vuole tempo e che è un argine ai vari Cottarelli. Ho la massima fiducia nel senatore Bagnai,nell'onorevole Borghi, nel giurista Barra Caracciolo ci mancherebbe! Occorre però che i premier prendano lezione di come ci si deve comportare da statista. L'utilizzo dei social va bene ma, secondo me è troppo. Un esempio stupido: la foto con la Isoardi se la poteva risparmiare, non perchè sono pudica ma per evitare di dare spago ai media che non aspettano altro! Salvini ha capito che bisognava cambiare passo e contornarsi di persone preparate e consapevoli e questo gli ne va dato atto, però dovrebbe imoarare che il silenzio quandi ci vuole è veramente d'oro.

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    2. Cara Barbara, arringa encomiabile. Argomenti ragionevolissimi e oggettivissimi. Peraltro gli unici possibili. La difesa d'ufficio è un diritto ma soprattutto una necessità, e quando ci vuole ci vuole.

      L'attuale scialuppa è l'unica che abbiamo e ti assicuro che nessuno, ALMENO QUI (troll esclusi, ma quelli sono persi in partenza), ha intenzione di ributtarsi in mare.

      Quindi facciamo finta di credere che vi stiate stupendo dello stupore, e non che stiate dando a intendere di stupirvi dello stupore. Facciamo finta che la colpa sia del termometro e non della febbre. Facciamo finta che quello che conta non siano, come sempre, le fottute e oggettive catene causali, ma chissà cos'altro. Facciamo finta che è solo un malinteso e che non esiste il rischio di nascondersi dietro a un dito negando a sé stessi, prima che a Houston, il fatto che ci sia un problema (e in effetti, detto inter nos, credo proprio che questo rischio per gente come te non ci sia).

      Concretamente: facciamo finta che il punto sia il tuttosubitismo, e non, COME MINIMO, il fatto che il consenso politico basato sulla credibilità ci vogliono anni a costruirlo, e un soffio di vento a perderlo. Il che, appunto, oltre a non essere affatto poco, è soprattutto un OGGETTIVO PROBLEMA POLITICO. A cui la tua difesa d'ufficio, come quelle di altri (a partire da Borghi e Bagnai) stanno lucidamente e responsabilmente cercando di far fronte.

      Quindi va bene, facciamo finta che. Ma, se possibile, senza esagerare. Direi che, oltre che essere alla lunga potenzialmente controproducente, è prima di tutto una questione di rispetto.

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  10. Queste tue lucide parole mi hanno fatto bene: ne avevo bisogno.

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  11. La sento e vedo come Tomassino, che ringrazio, ... qui non servono esercizi di stile, manca proprio la sostanza e questo rende molto problematica la fiducia.

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  12. Anonimo03:26

    Non vorrei crearti illusioni dandoti della stronza, non ti conosco e probabilmente non lo sei, ma subitista sì che lo sei, come da te descritto.

    Pretendi che un leader con una storia autonomista/secessionista come Salvini, dopo aver perso le elezioni con un programma di CX con Berlusconi, nel giro di qualche mese diventi sovranista.
    Con Di Maio va pure peggio, eletto con poche preferenze on line in un partito/azienda, sedicente non ideologico.

    Cioè, questi che hanno sommato i voti del Sud con quelli del Nord, ottenuti con promesse e programmi antitetici, a parte l'assenza in ambedue della riconquista della sovranità, dovrebbero essere i generali, i Churchill (curioso accostamento, un criminale guerrafondaio in giro per l'Impero e in Patria, iniziatore dei bombardamenti sulla popolazione tedesca)?

    Non ho la sfera di cristallo e faccio parte del movimento per lo sviluppo del potenziale umano, so che ognuno può affrancarsi dai propri limiti in modo sorprendente, ma allora perché non sperare anche nel ravvedimento di Prodi o Monti, o nella sobrietà di Juncker?

    Il paradosso del tuo subitismo è che dovrai avere molta pazienza prima di capire che non riuscirai mai ad agguantare la carota gialloverde; da quello che dichiari la tua aspirazione sovranista, sulla base dei fatti emersi e considerati, difficilmente potrà essere appagata come speri, ammesso che per te abbia senso la differenza tra una conquista e una concessione, sapendo quale delle due renda emasculati: come uno statista senza Moneta, un cittadino senza lavoro, un consumatore senza tutela dal Mercato, un neonato in braccio alla Lorenzin...

    Sento che siamo umanamente (essere più che avere) grosso modo dalla stessa parte e che se alcuni riferimenti intellettuali sovranisti non si fossero emasculati per il "maschio alfa padano co' du' cojoni così" oggi non saremmo a questo punto, ma quello che ti rimprovero è la tua vocazione inconscia lentista, il cui esito solo esteriore sono le scelte subitiste di sopra, le scorciatoie personalistiche, nonostante l'apparenza il tuo volerla tirare per le lunghe (dopo che siamo stati conquistati dall'argomento dell'urgenza adesso si devono fare luuuuunghe mediazioni per fare un Altraleuropa) sperando che i sovranari di oggi diventino i sovranisti di domani; invece potresti metterti a disposizione, a partire dal tuo blog, di quello che resta del fronte intellettuale sovranista, con il suo patrimonio accumulato fin qui, promuovendone l'azione democratica e plurale delle sue aspirazioni, senza timore di rompere i coglioni al capo di turno, sia esso un Moscovici oggi o un Salvini domani.

    Comunque mentre svuoto sacchetti di popcorn osservando lo show dei sovranari credenti nella "coppia per mancanza di fatti politici" non mi lascio distrarre e riempio anche qualche sacco di sabbia: ha detto il leader emasculato del nord che non gli piace la guerriglia dei gilet gialli, se mancasse anche la politica cosa rimarrebbe se non subire una guerra da un nuovo Churchill?francesco

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    1. Sono in larga misura d'accordo con questo intervento, a cui aggiungo una considerazione personale: è abbastanza sgradevole che l'opposizione politica venga sempre e comunque abbassata al rango di una turbativa psichiatrica, o quantomeno di un problema caratteriale (tuttosubitismo).
      Questo, oltre ad avere dei precedenti storici interessanti, è FALSO perché c'è chi (come il sottoscritto), dei pagliacci al Governo ora ha scritto male decisamente da prima, essendosi semplicemente limitato a leggerne i programmi, le dichiarazioni e gli ispiratori palesi.
      Mi spiace poi per lo Zen Pecchioli che ci invita alla "Pazienza", ma non serve: ci hanno già detto cosa faranno e lo stanno facendo.
      Purtroppissimo (come dice il paraguru) non è quello che spera Barbara.

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    2. @ francesco
      "potresti metterti a disposizione"

      Perché, non è ciò che sto facendo ormai da anni?

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  13. Anonimo07:30

    Tutto giusto, ma...quello che fa incazzare è che il 2,04 lo hanno proposto loro, non quelli della commissione.
    E' questo che fa incazzare. Probabilmente Borghi e Bagnai all'interno della maggioranza si saranno incazzati, ma quello che rimane è la calata di braghe spontanea e non obbligata da poteri esterni cui anche loro han dovuto accodarsi.
    Ci sono vari modi di perdere una battaglia, il peggiore è quello di darsela a gambe levate.
    Con tutto questo si continuerà a lottare etc etc, ma se la Lega vorrà riprendersi i voti dovrà dimosytrare qualcosa.
    Io ho subito scritto che poteva starci ad una condizione; che ad inizio anno si facciano i minibot, altrimenti Leuropa si farà due risate e ci massacrerà tramite BCE.

    S. Ceccato

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  14. Il tuttosubitismo al pari del nientemaismo non è reato e per una volta si poteva ottenere: perché calarsi le braghe per poi magari beccarsi ugualmente una procedura d'infrazione? Non mi pare che ritoccare la manovra metta al riparo da un bel nulla e poi la procedura non significa per forza bombe in testa (i soli contributi Ue ci costano ogni anno molto di più).
    La scelta è umiliante e, forse, inquadrabile solo in un contesto mediatico che stimoli l'odio verso Ue cioè si ricerca una reazione popolare al sopruso in vista delle prossime elezioni europee.... ma se fosse una strategia allora lasciare la rai in mano alle opposizioni mi pare assai contraddittorio.
    A me piace questo governo (ho votato lega e la volta scorsa m5s) ma non posso per questo ignorare un errore economico (il 2,4% era già una porcata) e mediatico grosso come una casa che di fatto ripropone una politica economica identica agli anni passati (con qualche peggiorativo tipo un reddito di cittadinanza fatto male).

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  15. Anonimo10:45

    sui media..
    Vanno combattuti non blanditi.
    Il "finaziamento pubblico" ai giornali dei padroni e delle banche andava levato e stop . La rai poi è solo un covo di raccomandati "reszusconici" ed è inemendabile , nel senso ci vorrebbero altri 25 anni per sostituire quelli che" ci hanno fatto il nido" nei 25 anni della fetida " seconda repubblica". Anche qui era più semplice " affamare" anche loro tagliando il canone e stop.
    Anche in questo si vede che nel complesso questo governo è " timido", "pressappochista" , "confuso" " debole" ect. per il compito che gli spetta; quindi si, stimoliamolo critichiamolo, irridiamolo, pressiamolo ma soprattutto SOSTENIAMOLO , perché abbiamo avuto un "culo clamoroso" ad averlo e un altro così "populista" non lo avremo più.
    ws

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  16. ciao vecia, ho provato a dare una scorsa alle cagate che scrivi e mi sono fermato al "Canuto Don Rodrigo". Avrei una domanda: mi puoi passare anche in forma anonima il numero del tuo pusher sembra buona la roba che ti spari nel cervello che non strizzi, ma contempli. La vorrei tutta e subito Grazie.

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  17. Ovviamente il cretino ragliante, il cui aspirar massimo è quello dell'oblio intellettivo, non poteva mancare...
    Vuole ciò che no si può!
    Il ragionamento dell'asino che non capisce è il suo raglio.
    Lui non scrive "cagate", lui è quelle cagate.
    Un insulto alla specie, con o senza droga...
    ehmmm niente...

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  18. Anonimo10:34

    @Barbara_Tampieri_(Lameduck)

    "potresti metterti a disposizione"
    "Perché, non è ciò che sto facendo ormai da anni?"

    No,se stravolgi il senso del mio invito, che continuava con "di quello che resta del fronte intellettuale sovranista".

    A me sembra che oggi ti muovi con la categoria dell'appartenenza (la cricca di fedeli che non rompono i coglioni al Cavajere Nero mentre è impegnato a non romperli al leader emasculato del Nord) e la categoria del Fogno (Altraleuropa).

    Se si ha un debito intellettuale verso un insegnante è prima di tutto quello di mettere in pratica quello che ci ha insegnato;
    Nel caso l'insegnante smetta di applicare il metodo che ha insegnato non si può non mettere in discussione quel metodo o quel debito verso l'insegnante.

    Io mi tengo il metodo, e tu?

    Per quanto riguarda il debito intellettuale esso è estinto dal rinnegamento del metodo da parte dell'insegnante;
    Il debito è anche ben compensato, sul piano materiale, dal prezzo del tradimento, che ha portato privilegi all'insegnante e un danno agli allievi che applicando il metodo scoprono di essere sempre più nel pantano (politico/sociale/economico/esistenziale), ora che l'insegnante svolge diligentemente i compiti assegnatigli per farceli restare in quel pantano;

    Umanamente resta l'amarezza di essere stato usato, sostenendo l'insegnante e il suo metodo, per far salire il prezzo del tradimento.francesco

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  19. Anonimo11:39

    P.s. A proposito di fiducia che si fonda sull'esercizio del dubbio, a differenza della fede:

    https://justpaste.it/trustosho

    .francesco

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  20. Anonimo14:21

    Per quanto mi riguarda non è un problema di "tuttosubito". Ciò che mi ha lasciato, diciamo, perplesso è l'aver sostenuto "o 2,40 o morte" per poi andare a Bruxelles con la coda tra le gambe.
    Ammetterai che un calo di fiducia sia fisiologico...

    Comunque, grazie per l'articolo. Mi è servito da autoanalisi: mi sono riconosciuto nel tizio dell'acqua gelida.

    G

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