sabato 14 gennaio 2023

HUMUS DI LOMBROSO

 



Un articolo sul Foglio scritto da un ricercatore che, parlando nei suoi pezzi di "immondizia novax", per cotale volgarità dialettica non meriterebbe nemmeno attenzione, mi offre tuttavia lo spunto per un'osservazione sul carattere tutt'altro che moderno della scienza e sul suo lato oscuro sempre in agguato e ultimamente predominante.

L'articolo, forse influenzato dal passaggio della cometa di Neanderthal sui nostri cieli ma più probabilmente da altre congiunzioni astrali, ci offre un interessante spiegone su "Come il “Neanderthal che c'è in noi” influenza i nostri tratti neuropsichiatrici."

L'articolo ci informa che vi sono scienziati che studiano avidamente il DNA fossile del Neanderthalensis, nonostante la difficoltà nel reperire materiale genetico di una specie umana che si estinse una quarantina di migliaia di anni fa, materiale che sopravviverebbe in una percentuale tra l'1 e il 4% in noi umani moderni, ma solo in quelli europei non-africani. Le cause della completa sparizione del Neanderthal non sono certe, anche se si parla di ibridazione con il Sapiens, eliminazione fisica (genocidio), selezione sessuale, competizione o sostituzione per rimpiazzo. Suona familiare.

La sostituzione del Neanderthalens (in grigio chiaro).

Identificati con grande difficoltà, immagino, i geni di Neanderthal, in laboratorio si è stabilito che essi sarebbero responsabili di un scarsa propensione all'elaborazione sociale e in qualche modo ci predisporrebbero addirittura ad un più elevato rischio di schizofrenia. Calma, sento già il nome del grande fratello scienziato aleggiare nell'aria, ma non ho ancora finito. Cito dall'articolo:

" Per quanto riguarda il nostro cervello e la sua anatomia, in particolare, si è trovato che gli individui moderni che portano più varianti genetiche di origine Neanderthal hanno forme del cranio che assomigliano maggiormente ai resti cranici di Neanderthal e contemporaneamente le regioni del cervello sottostanti mostrano variazioni strutturali che correlano con il grado di introgressione di DNA antico."

Eccolo. A lungo evocato dalle Eusapie Palladino delle pagine scientifiche di ciò che resta dei giornali, alfine lo spettro di Cesare Lombroso si è appalesato. Questa paleopsichiatria per immagini che scava nelle città morte dell'atavismo, queste Troie dove ancora si allevano cavalli da riempire di subdoli achei, hanno sfornato l'ennesimo delinquente genetico, il criminale atavico e irredimibile perché marchiato nel codice primario. 
Cesare Lombroso, è sempre bene ricordarlo, fu colui che affermò che la delinquenza atavica degli italiani meridionali, quindi in teoria di tutti loro, si riscontrava però solo:

"«In quella gran parte di essi che non appartiene alla classe dirigente, cioè che non ha accettato l’unificazione nazionale». (1)

Oppure che non ha accettato il trattamento sanitario obbligatorio, diremmo oggi. Non so se Lombroso avrebbe definito immondizia i "novax" ma di certo avrebbe bramato uno dei loro crani per la sua collezione, per studiarlo attentamente.

Il paragone con i novax non è campato in aria perché, in un precedente articolo della medesima rubrica, il ricercatore ecologico ci aveva avvertito che: "Se alcuni individui sono più esposti a sviluppare danni respiratori gravi causati da Sars-CoV-2 è per l’antico incontro con i Neanderthal". 

Insomma siamo tutti "ignoto uno" senza saperlo, e quella fossetta sul cranio lo dimostra. Preistorici residuali sabotatori della nuova grande ibridazione, quella con la macchina. Antichi, ribelli, folli e menefottisti. Portatori di inaccettabile imperfezione, già una volta pseudospeciati e ora pronti per la nuova espulsione dal mondo dei perfetti perché geneticamente, quindi razzialmente (non giriamoci attorno) inferiori e pericolosi.

Ah, la Scienza quella bella, moderna, progressista, positiva. Quella che non si può definire cagna perché sarebbe fedele all'Uomo e invece brama di tradirlo con la macchina, e che della bestia è solo figlia, 

Basatissimo comunque, questo Neanderthal. 


"I'm a neanderthal man
You're a neanderthal girl
Let's make neanderthal love
In this neanderthal world."

Neanderthal Man, Hotlegs, 1970."



Note: (1) Lara Pavanetto "Vincenzo Verzeni. Il serial killer della bergamasca", Intermedia Ed. 2022

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