lunedì 7 luglio 2014

2014, anno I del ventennio renzista

foto da Dagospia
Il mio affezionato lettore Chinacat ha postato questo commento qualche giorno fa:

"Dato che anche io vivo circondato da piddini, credo sia utile (e sommamente divertente) sapere come mandare in tilt l'unico neurone sopravvissuto alla "piadaina".
Come fare impazzire un piddino. Istruzioni per l'uso:
A) chiedere al piddino cosa ne pensa del Senato NON elettivo;
B) attendere la risposta del piddino, il quale ovviamente giustificherà tale misura (ah, la casta-cricca-corruzione!)
C) fargli notare che tra averlo non elettivo e non averlo affatto non cambia poi molto;
D) il piddino a questo punto inizia a dare segni di disagio ma, granitico, continua a difendere la "riforma";
E) a questo punto è con le spalle al muro e gli si fa notare che già ben prima del PD a qualcuno era venuto in mente di togliere di mezzo il Senato;
F) ora il piddino è nella posizione giusta, detta altresì "mosca-sul-muro" ma ancora non intuisce il pericolo;
G) il colpo di grazia consiste nel fare leggere questo al piddino:

"Il programma fascista del 23 marzo 1919:

Di solito il piddino resta basito. Se poi siete davvero bastardi dentro (e io, modestamente, lo nacqui) potete fare notare al piddino che per avere un Senato elettivo, migliaia di italiani hanno dato la loro vita e che quindi, in sostanza, il PD fa oggi quello che il PNF fece tra il 1922 ed il 1925: togliere la libertà agli italiani."

Dal canto suo, l'altrettanto ottimo Zugzwuang aggiungeva:

"Chinacat, devi anche far leggere ai piddini, che sono intimamente fascisti a loro insaputa, l'appello del P.C.I. ai FRATELLI FASCISTI in camicia nera. Riporto un piccolo stralcio della lettera totalmente leggibile in internet: " I comunisti fanno proprio il programma fascista del 1919, che è un programma di pace, di libertà, di difesa degli interessi dei lavoratori [...]"

Mi sono incuriosita assai perché il protoinciucione con i fascisti in effetti giuro mi era finora sfuggito, per dire quanto può essere sorprendente lo studio della storia se si ha la pazienza di andare oltre i testi scolastici e ringrazio i miei lettori per avermi permesso di colmare questa succulenta lacuna.  Sono andata quindi a leggere il testo di quell'appello.
Sulle prime uno dice: guarda! Guarda, guarda, guarda! Guarda, guarda, guarda, guarda, se non è il caro P.C.I., baluardo dell'antifascismo, e poi dell'antiberlusconismo, dell'antigrillismo e a Dio piacendo, non mettiamo limiti alla futura provvidenza, antichissacosaltroancora. 
Comunisti che vogliono allearsi con i fascisti? Nel 1935? Ma è proprio vero? Lo avete detto ai kompagni dei centri sociali che fanno dell'antifa e del bellaciao una questione di sopravvivenza, e magari anche a quei residuati del sessantotto per i quali lo scontro di piazza con il fascio era imprescindibile?

La storia di quella lettera-appello è qui e, come scrive  anche Michele Pistillo (il grassetto nel testo è mio):
"Questa iniziativa politica nasce ai primi del 1935. E’ del 25 marzo 1935 una lettera di Togliatti a Grieco, nella quale, tra l’altro, si afferma: “bisognerebbe dire qualcosa ai militi fascisti in generale. Ma qualcosa che essi capiscano, perché non dire ad esempio pressappoco così. E’ ora che vi convinciate che colla marcia su Roma non avete fatto nessuna rivoluzione, ma […] se volete fare una rivoluzione per davvero dovete unirvi con noi per farvi rispettare dai padroni, per cacciarli […].
E’ ora che vi convinciate che il bastone bisogna adoperarlo contro i padroni […] non contro gli operai che sono mal pagati. Solo con espressioni simili ci si può rivolgere efficacemente ai fascisti…2
Chi per primo solleva l’esigenza di un richiamo al programma fascista del 1919 è sempre Togliatti, secondo la testimonianza di Boni (Bibolotti)3: “Dobbiamo riuscire a riporre in movimento le grandi masse, lavorando nei sindacati fascisti e in tutte le organizzazioni fasciste e cattoliche, facendo valere fortemente le tradizioni nazionali progressive, liberali e democratiche del nostro popolo […] rivendicando e utilizzando politicamente il programma fascista del 1919”.
Già nel 1935, nell’Appello del C.C. del P.C.I., scritto da Togliatti, contro la guerra all’Abissinia, è delineata la linea della “riconciliazione nazionale” (l’Appello ha per titolo “Salviamo il nostro paese dalla catastrofe”)4. Si tratta di una politica ardita, che solleva dubbi e discussioni (Di Vittorio è contro l’entrata nei sindacati fascisti, ma poi converrà con gli altri sulla politica della “riconciliazione”). L’estensore dell’Appello non è il solo Grieco, anche se gli si assume tutte le responsabilità. L’Appello è scritto da Grieco, da Sereni, da Di Vittorio. Togliatti, che pure si era fatto promotore di questa linea, non partecipa alla sua stesura, e la sua firma apre il lungo elenco dei firmatari, con proprio nome e cognome."
Vi offro anche una gustosa discussione storico-esegetica con citazioni ed analisi delle motivazioni di quell'appello e della svolta "entrista" del partito di Togliatti. Nel testo dell'appello non mancano inquietanti parallelismi con la situazione attuale. A chi piacciono i corsi e ricorsi storici la lettura integrale offrirà orgasmi garantiti. Eccone un breve estratto:
"ITALIANI!
La causa dei nostri mali e delle nostre miserie è nel fatto che l'Italia è dominata da un pugno di grandi capitalisti, parassiti del lavoro della Nazione, i quali non indietreggiano di fronte all'affamamento del popolo, pur di assicurarsi sempre più alti guadagni, e spingono il paese alla guerra, per estendere il campo delle loro speculazioni ed aumentare i loro profitti.
Questo pugno di grandi capitalisti parassiti hanno fatto affari d'oro con la guerra abissina; ma adesso cacciano gli operai dalle fabbriche, vogliono far pagare al popolo italiano le spese della guerra e della colonizzazione, e minacciano di trascinarci in una guerra più grande.
Solo la unione fraterna del popolo italiano, raggiunta attraverso alla riconciliazione tra fascisti e non fascisti, potrà abbattere la potenza dei pescicani nel nostro paese e potrà strappare le promesse che per molti anni sono state fatte alle masse popolari e che non sono state mantenute.
L'Italia può dar da mangiare a tutti i suoi figli."

Però, però, c'è un però. Miei cari commentatori attenti e colti, quell'appello bisogna appunto leggerlo e dice anche altro, oltre ad esaltare da parte comunista le radici sansepolcriste del fascismo del pur socialista Benito Mussolini che per noi figli degli opposti estremismi post-sessantottini suona logicamente come un bestemmione in chiesa. E' per questo retaggio di contrapposizione forzata che ci fa tanta impressione l'inciucio con il centrodestra degli ultimi governi post-golpisti perché siamo condizionati dal "con quelli mai" e dalla logica della spranga nel cervello.

In fondo quello di Togliatti e compagni era un richiamo alle comuni radici anticapitaliste che di fatto ancora oggi caratterizzano le ali estreme di destra e sinistra e che si traducono in una critica similare della globalizzazione ed dell'ultracapitalismo. Che poi l'estrema destra suoni più di sinistra dell'estrema sinistra, è un'altra questione.
Allora il PCI faceva ancora il partito di sinistra, quindi non mi scandalizzo affatto. Togliatti, visto che il capitalismo mondiale e la Germania nazista, espressione del complesso militare-industriale tedesco, stanno spingendo verso la guerra e i presupposti della catastrofe economica per il popolo ci sono tutti, cerca una sponda tra i fascisti "socialisti" per combattere il capitalismo e compiere la rivoluzione. La logica c'è ed è condivisibile perfino oggi.

Chiediamoci piuttosto cosa è successo dopo, perché qualcosa è sicuramente successo ed ha stravolto completamente i presupposti di quell'appello, visto che di anticapitalismo nel PCI, per non parlare delle sue successive metamorfosi sempre più scolorite, ne è rimasto ben poco, a parte forse solo la fissazione sulla patrimoniale che resiste all'usura dei secoli e che viene mantenuta perché funzionale alla vessazione delle classi medie invise anch'esse al potere reazionario.
Se stabiliamo infatti che un'alleanza infine sia idealmente nata da quell'appello, ma non tra le componenti socialiste ma tra quelle reazionarie dei rispettivi schieramenti, che per la componente di sinistra doveva comprendere  il ripudio della rivoluzione e della critica al capitalismo, tutto diventa più chiaro, anche l'attuale fascinazione di "sinistra" per la shock economy neoliberista reazionaria e il neofilogermanesimo di tanti volonterosi carnefici autoarruolatisi con il proprio tamburino nell'esercito del Quarto Reich, per non parlare del "tradimento" del sindacato.
La storia successiva, dal dopoguerra ai nostri giorni, se l'anticapitalismo non era più un principio fondante, come abbiamo visto, doveva essere dominata da un altro principio altrettanto forte, che non poteva essere trovato altro che nell'antifascismo.

Se i proletari di tutto il mondo non riuscirono ad unirsi, lo fecero i reazionari e l'anticomunismo da un lato e l'antifascismo dall'altro, servirono a corruttori (i fautori dell'ultracapitalismo) e corrotti (i loro collaborazionisti arruolati tra i politici più vicini ideologicamente alle classi subalterne) a disegnarsi un mondo a propria immagine e somiglianza, a spese del famoso 99%. Lo fecero mantenendo il popolo impegnato in una guerra ideologica che va dalla stagione degli opposti estremismi, con annessa strategia della tensione al compromesso storico; dall'antiberlusconismo rituale come copertura a vent'anni di complicità, come testimonia la famosa "confessione" in Parlamento di Violante ad infine la fascistizzazione attuale di tutti coloro che non si sottomettono al potere unico della democrazia totalitaria della quale scrive ora Travaglio, lasciando finalmente perdere i vizi privati di Berlusconi, per cominciare ad inquadrare il vero pericolo per l'Italia rappresentato dal renzismo. Ovvero, da quella smania del partito democratico di ottenere il potere più assoluto possibile e la sua conseguente allergia alla dissidenza ed all'opposizione che rappresentano forse la riscossione finale della vendita dell'anima, ceduta al Diavolo non in quel lontano 1935 ed ai fascisti ma allo stesso potere che corruppe anche il fascismo.

Dietro alla facciata di cartapesta della sacra rappresentazione della contrapposizione destra-sinistra non meraviglia che si siano potuti stilare patti-ricatto dei poteri forti ai dirigenti del PCI, i cui giovani virgulti di nomenklatura sarebbero stati cacciati dal comodo posto assicurato negli uffici studi delle banche, ai tempi del divorzio tra Tesoro e Banca d'Italia nel 1981, se il PCI si fosse opposto, assieme ad alcune frange della DC, alla prevista cessione di sovranità monetaria, come pare testimoniato da una telefonata di allora tra Ciampi e Berlinguer citata in questo video da Nino Galloni. Oppure la successiva salvaguardia del Partito e del suo apparato dallo tsunami di Tangentopoli in cambio della partecipazione alla ventennale tragicommedia berlusconiana nel ruolo dello sparring partner di poteri anche innominabili mentre il paese veniva preparato per la spoliazione finale in nome e per conto di poteri finanziari ultranazionali.

Oggi forse ci vorrebbe un altro appello ai "fascisti", con più o meno le stesse motivazioni, per opporsi tutti assieme alla forma più maligna di capitalismo ed alla morte per cachessia economica del nostro paese. Il problema è che da una parte almeno non c'è nessuno. Sono tutti morti assieme al comunismo o sono in banca.

41 commenti:

  1. Anonimo23:02

    Applausi per questo appello!!!
    Mi chiedo due cose: a) in effetti a sinistra sono davvero in pochi a poterlo raccogliere... forse, però, qualcosina si sta muovendo... b) e a "destra"? A chi ci si potrebbe rivolgere? Lega e F.di I.? Oppure ai, ben più piccoli, gruppi extraparlamentari (CPI o FN)?
    Grazie,
    Le baron de Cantel

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  2. Anonimo02:59

    "potere che corruppe anche il fascismo."
    difficile che potesse corrompersi un partito fondato da un signore diventato interventista a suon di milioni francesi, e che una settimana dopo la nascita giusto per dimostrare che al di là del programma di facciata era la guardia armata dei padroni diede fuoco all'Avanti. Le radici anticapitaliste del fascismo le vede solo chi ignora completamente la storia.

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    1. Bel commento, peccato venga da un anonimo. Il sansepolcrismo, comunque, era rivoluzionario. Benedetti compagni, non credete nemmeno più a Togliatti.

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    2. Anonimo10:07

      Barbara questi non capiscono nemmeno se glielo scrivi a caratteri cubitali!

      Il programma di San Sepolcro ( Piazza San Sepolcro, Milano ) 23 Marzo 1919

      Italiani! Ecco il programma di un movimento genuinamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico; fortemente innovatore antipregiudiziaiolo.

      Per il problema politico noi vogliamo:

      a) suffragio universale a scrutinio di lista regionale, con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.

      b) Il minimo di età per gli elettori abbassato a 18 anni; quello per i deputati abbassato a 25 anni.

      c) L'abolizione del Senato.

      d) La convocazione di una assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.

      e) La formazione di Consigli Nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti, dell'igiene sociale, delle comunicazioni, ecc. eletti dalle collettività professionali o di mestiere, con poteri legislativi, e diritto di eleggere un Commissario Generale con poteri di Ministro.
      f) L'elezione popolare di una magistratura indipendente dal potere esecutivo.

      PER IL PROBLEMA SOCIALE, NOI VOGLIAMO:

      a) La sollecita promulgazione di una legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.

      b) Minimi di paga.

      c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria

      d) L'affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie e servizi pubblici.

      e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.

      f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sulla invalidità e sulla vecchiaia abbassando il limite di età, proposto attualmente a 65 anni, a 55 anni.

      PER IL PROBLEMA MILITARE, NOI VOGLIAMO:

      a) L'istituzione di una milizia nazionale con brevi servizi di istruzione a compito esclusivamente difensivo e il disarmo generale.

      b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.

      c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare, nelle competizioni pacifiche della civiltà, la Nazione italiana nel mondo.

      PER IL PROBLEMA FINANZIARIO, NOI VOGLIAMO:

      a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze.

      b) Il sequestro (confisca) di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi.

      c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell'85% per cento dei profitti di guerra.

      d) La gestione cooperativa della produzione agricola e la concessione della terra ai contadini.


      Come si fa a dire che questo non è un programma politico/economico anticapitalista? Ed infatti il P.C.I. nel 1936 lo fece suo e lo appoggiò nel famoso Appello ai FRATELLI FASCISTI in camicia nera. Appello che non fu fatto per pietà nei confronti di un regime in disfacimento, ( nel 1936 il regime fascista era saldissimo e pienamente popolare ), ma fu fatto perchè il P.C.I. condivideva totalmente quel programma ( anticapitalista ). Molti compagni non accettano di essere stati presi per il culo per tutta la loro vita. Non accettano che il fascismo è stato un regime nato ideologicamente a SINISTRA che cercava una via diversa al socialismo. Una via nazionale al posto di quella internazionalista.

      Zugzwuang



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    3. Anonimo16:15

      Aggiungo che, nella storiografia più recente, l'idea che il fascismo abbia una forte componente ideologica anticapitalista si è abbondantemente affermata.
      Ma all'alta borghesia apolide e mondialista conviene che il ceto medio sia diviso e, dunque, incapace di difendere i propri interessi... a tal fine, cosa c'è di meglio che una bella spaccatura fra fascisti e antifascisti (in assenza di fascismo, peraltro...)
      Le baron de Cantel

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  3. Giuseppe19:45

    Per una volta concordo poco con il post e con i commenti.

    L'esistenza di una "doppia anima" nel fascismo è ampiamente riconosciuta. Mi riferisco a due opposte visioni della società: la prima, anticapitalista, rivoluzionaria, violenta, più giovane e movimentista, è stata alla base di San Sepolcro prima e del congresso di Verona poi; la seconda, legata ai grandi gruppi industriali, al mantenimento dell'ordine all'interno dello stato e della disciplina delle masse operaie, ha invece, di fatto, dominato la prassi di governo durante il Ventennio.
    L'appello del PCI ai "fratelli fascisti" in realtà è solo un documento di propaganda, in cui non bisogna leggere chissà quale programma politico. Nel 1936, per la prima volta, il regime stava iniziando a vedere le prime crepe nell'opinione pubblica. Non solo le masse contadine (da sempre la preoccupazione maggiore di Mussolini perché poco sensibili alla propaganda di regime), ma anche quelle cittadine stavano iniziando ad avere dei dubbi... Due ragioni in particolare: la guerra d'Etiopia, non amata da una grossa fetta della popolazione italiana, e la situazione economica poco rosea. In questa situazione, dopo anni di (quasi) silenzio, i comunisti provarono a cambiare tattica, cercando di incunearsi proprio tra le due anime del fascismo, e presentando, appunto, la prassi di governo fascista come opposta rispetto al sansepolcrismo (che, mai dimenticarlo, aveva sì toni anticapitalisti, ma era anche violentemente antisocialista). Lo dice lo stesso Togliatti: bisogna dire ai militanti fascisti "qualcosa che essi capiscano". Ovvero: adeguarsi al linguaggio del nemico per portarlo, in un momento di crisi, dalla propria parte, e non proporre chissà quale alleanza...

    Per venire all'attualità: un altro "appello ai fascisti" è del tutto impensabile. Oggi i fascisti o sono un'esigua minoranza di pazzi esaltati, che si trovano più che altro negli stadi o nelle periferie cittadine a menare le mani, e da cui è meglio tenersi lontani; o sono un'enorme marea di fascisti inconsapevoli, che andando dietro al conducator di turno stanno gioiosamente facendo precipitare l'Italia nella dittatura.

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  4. Cara Barbara, il valore straordinario di questo post e di questa analisi storica che, se non fosse stata messa in luce da Chinacat e Zugwang, sarebbe stata una gravissima omissione capace di ritardare quantomeno la presa di coscienza rispetto al secolare intorbidamento della verità storico-politica, è come dici tu, soprattutto nella comparazione alla realtà attuale. Ciò dimostra quanto poco si sia andati avanti e quali sono le forze che governano da almeno uno/due secoli la vicende del mondo occidentale e, di riflesso, del mondo in generale. Chiarissima la tua disamina che ha evitato il rischio di estrapolazioni limitate e chiarissimo anche che il contributo delle ideologie, quando sincere e non doppiogiochiste, non è così negativo come oggi si tende, per comodo, a dimostrare. Fermo restando che il liberarsi da esse non può essere tenere bordone al potere "antiumano", come fa il PD.

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  5. Anonimo21:36

    Ma forse il post non va inteso alla lettera (non c'è da fare un "appello ai fascisti", poiché non esiste il fascismo né vi sono fascisti veri e propri). Al contrario, io leggo nel post un invito a lasciar perdere gli steccati ideologici del passato al fine di concentrarsi su ciò che conta davvero.
    I "padroni", cioè l'altissima borghesia apolide, determinano le linee politiche della maggior parte dei partiti di destra e di sinistra... pertanto, TUTTE LE ALTRE CLASSI SOCIALI devono mettere in campo una vera alternativa politica (un loro partito). Non bisogna più dividersi a causa di baggianate come l'antifascismo o l'anticomunismo, ma guardare ai veri e comuni interessi delle diverse classi sociali subalterne.
    A me il post ha indotto queste riflessioni... se non ho capito niente lo può dire l'Autrice.
    Le baron de Cantel

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    1. Hai capito bene. E' proprio ciò che volevo intendere. Superare le divisioni per trovarsi d'accordo su come uscire dalla trappola.

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    2. Il post NON PUO', naturalmente, essere inteso alla lettera, e Barbara lo dice alla fine con estrema chiarezza; Togliatti aveva dietro il PCI, la "sinistra" oggi è guidata da funzionari: di partito, o di banca, o di entrambe le cose (Chiamparino tanto per fare un esempio).
      Ma il post ci ricorda che il comunismo e anche il fascismo sono stati movimenti di massa, appartenenti alla modernità, e che PRIMA di questa c'è stato qualcosa d'altro: un ancient régime retto da oligarchie ereditarie che potevano servirsi occasionalmente della "canaille" ma la mantenevano sempre "al suo posto". Un regime in cui la politica si riduceva ai giochi di potere di alcune oligarchie contro altre (Francoforte e Wall Street non sono sempre d'accordo) e la plebe viveva malissimo sotto leggi "naturali" che ovviamente Non Potevano Essere Diverse.
      Credo sia esattamente questo ciò di cui parlavano Scalfari e Cacciari a Venezia e a cui si opppone la Le Pen (alto contro basso). E viene prima del resto, sia storicamente che nell'ordine delle priorità.

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    3. Giuseppe11:13

      Una precisazione sul mio commento precedente: io non volevo fraintendere la parole del post, ma solo proporre un'interpretazione diversa dell'appello del 1936. Sulla base di questa diversa interpretazione, alla fine, dico che oggi non ha senso fare un "appello ai fascisti" - e le due categorie di fascisti proposte volevano essere simmetriche alla divisione tra fascismo movimentista\ fascismo d'ordine di cui parlavo.
      Sull'invito a superare le divisioni, e all'unità di tutti quei (temo pochi) pazzi che ancora osano credere nella democrazia, concordo pienamente con Lameduck.

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  6. Lettera ritrovata nel 2050 da alcuni storici dopo la caduta del Renzismo e la fuga di Renzi stesso (travestito da letterina) sull'isola di Ibiza (dove adesso, nonostante i 75 anni, vive facendo l'istruttore di mambo e salsa).

    Piddina (ex Bologna), 8 luglio 2024 X E.R. (Era Renziana)

    DA: Ufficio della DPDA (Dipartimento Prevenzione Democrazia & Affini)

    A: Ministero dell'UPOP (Unica Pubblica Opinione Possibile)

    PCC: Ministero dell'INAP (Istruzione Nazionale A Pagamento)

    OGGETTO: RDR (Regio Decreto Renziano**) nr. 1265/24 recante le disposizioni in materia di non-libertà di stampa

    Compagni Renziani, con la presente si esortano tutti gli uffici preposti a dare seguito imperativo et categorico alle nuove disposizioni emesse dal Ministero e scritte di Suo pugno dal nostro amato Duce di Firenze. Si ricorda ai direttori degli uffici preposti che li riterrò personalmente responsabili di mancanze od omissioni che inficino la Sua (e quindi la nostra) volontà di far progredire la Nazione. E quindi:

    1) E' tassativamente vietato riportare le cifre economiche che non siano state approvate dal Ministero dell'Economia e dei Numeri A Caso. Nonostante si sia cercato di togliere al popolo la malsana abitudine di saper contare, sembra che ci sia ancora qualcuno che si ostini a farlo.

    2) Come già riportato nella circolare sui Libri Proibiti e Letture Perverse: chiunque sarà trovato in possesso del libro "Il Tramonto dell'Euro" scritto da Colui Che Non Si Deve Nominare, verrà CON LA FORZA costretto a friggere salsiccie e crauti all'Oktoberfest di Pavullo.

    4) Le meravigliose Riforme di Renzi hanno fatto si che tutti gli italiani rimasti abbiano un lavoro, riducendo le categorie e quindi semplificando enormemente la situazione. Va ricordato però che tali categorie vanno SEMPRE chiamate con il loro vero nome e quindi:

    a) MAI "bagnini" ma Salvatori Di Vite Del Nord Europa Che Rischiano Di Annegare;
    b) MAI "posteggiatori" ma Aiutanti Dei Teutonici Che Devono Parcheggiare
    c) MAI "statali" ma Impiegati Pubblici Improduttivi E Carogne
    d) MAI "pizzaioli" ma Elargitori Di Cibo Per I Nostri Kameraden
    e) MAI "camerieri" ma Portatori Di Leccornie Ai Nordici Che Sono Sotto l'Ombrellone

    5) Qualsiasi riferimento al Colosseo ed al Foro Romano va tassativamente EVITATO. Il fatto che siano stati venduti (dopodiché smontati e trasferiti pietra su pietra in Turingia) va fatto passare SEMPRE come un grande affare economico per l'Italia.

    6) Sempre sul tema vendite, sottolineare come procedano brillantemente le altre iniziative economiche volte a ridurre il nostro debito pubblico (che ha raggiunto quota 6 fantastiliardi di euro) e cioé

    - la cessione di Pompei (che sarà trasferita nel Nebraska)
    - la vendita delle torri di Piddinia (che torneranno a svettare ad Helsinki)
    - la torre di Pisa (che sarà ceduta ad un casinò di Las Vegas e anche raddrizzata)

    Compagni Renziani! Un radioso futuro attende la nostra Patria ed in attesa che il Ministro dell'Economia & delle Banche del Reich decida quanto dobbiamo pagare di tasse, un unico, granitico e tetragono grido prorompe:
    "PAGARE!!! E PAGHEREMO!! PER RENZI... VAMOS AL LA PLAYA ALALALALA'!!"

    Chinacat

    (** Per chi non lo sapesse, l'Italia tornò alla sua originaria forma monarchica (mutando nome in Regno di Italolandia) nell'anno 2018) con la solenne elezione di Napolitano I che fu proclamato Presidente Eterno in quanto ormai defunto da 2 anni ma nessuno se n'era accorto)

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    1. Giuseppe08:07

      Bellissima, ma temo che una lettera simile sia già circolata in tutte le redazioni nell'autunno 2011...

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    2. Bellissima!


      Aggiungerei una categoria: non "aiutocuoco" ma Pisciatore di Sottecchi In Cucina Nella Suppe Del Germanico.

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    3. Anonimo15:37

      Epica ma quasi reale

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  7. Grazie Chinacat perchè mi hai fatto ridere nonostante tutto.

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  8. Anonimo13:13

    La logica conseguenza finale, dell'Appello ai Fratelli in Camicia Nera, fu che dopo la guerra il P.C.I. fece entrare nelle proprie file non pochi ex fascisti della Repubblica di Salò, che poi furono chiamati Fascisti Rossi.

    [Alla fine del 1952 circa 34.000 giovani e meno giovani ’erresseisti’ erano tracimati a sinistra” secondo la contabilità della cosiddetta “operazione Caronte” che Lando Dell’Amico attribuisce a una nota della direzione del Pci mostratagli da Pecchioli (Buchignani, op. cit. pag. 51).]

    Questi ex repubblichini dovettero abiurare e accettare di riconoscere apertamente, secondo la tesi – e le condizioni – di Botteghe Oscure, l’ “inganno” del fascismo e il proprio errore, così aprendosi la strada dell’adesione al “comunismo” del PCI.


    “Questi giovani sono stati nostri avversari e anche nostri nemici. Contro i fascisti, diventati servi dello straniero, non abbiamo esitato, quando ce lo imposero le circostanze stesse, a prendere le armi. La guerra di liberazione è quindi anche stata, lo sappiamo benissimo, guerra tra gli italiani. Ma se nel corso della guerra vi era fra le due parti un abisso e scorse il sangue, questo non vuol dire che fra noi e coloro che combattevano contro di noi non esistesse quello che vorrei chiamare – se la parola non fosse inadeguata a un fatto politico e sociale così profondo – un “malinteso”. Non ci eravamo intesi, con le generazioni che furono fasciste, sin dall’inizio, cioè sin dalla fine della precedente guerra, ma non è detto che non avremmo potuto intenderci, se non fossero intervenuti l’inganno e la violenza, che hanno falsato tutto il processo di sviluppo, rompendo l’unità delle forze nazionali. Il “malinteso” consisteva nel fatto che, quando una generazione di giovani aspirava alla grandezza della nazione italiana e alla felicità degli italiani che vivono di lavoro, aspirava alle stesse cose cui noi aspiriamo."

    Palmiro Togliatti - “Opere 1944-1955”, vol. V, Roma, Editori Riuniti, 1984, pp. 300-301.

    E adesso una piccola lista di ex repubblichini famosi:

    Albertazzi Giorgio - attore - Sottotenente della Legione Tagliamento – GNR , proveniente dalla Scuola A.U. Lucca

    Buzzati Dino - scrittore -

    Chiari Walter - attore - militò nelle Decima Mas collaborò al suo settimanale con il titolo "L'Orizzonte", con una tiratura di cinquantamila copie, quale autore di vignette umoristiche….dopo la Liberazione fu prigioniero nel campo di Coltano, vicino a Pisa.

    Fo Dario - attore - Militò nella R.S.I. tra i Paracadutisti e partecipò, assieme ad E.M.Salerno, alla riconquista del caposaldo di Cannobbio, nell’Ossola, nell’ottobre 1944.

    Kramer Gorni - musicista -

    Mastroianni Marcello - attore - militare della R.S.I. in servizio a Dobbiaco, nei ranghi dell'Istituto geografico militare e poi della Todt.

    Spadolini Giovanni - Spadolini scrive nel,1944:"Tra Fascismo e antifascismo, sempre il Fascismo,tra il nemico e l'alleato tedesco, sempre l'alleato tedesco"(La Stampa 23/4/94)..... Giovanni Spadolini su Italia e Civiltà del 15 febbraio 1944 (cioè sei anni dopo le leggi razziali), si lamentava che il fascismo avesse perso "a poco a poco la sua agilità e il suo dinamismo rivoluzionario, proprio mentre riaffioravano i rimasugli della massoneria, i rottami del liberalismo, i detriti del giudaismo".

    Come potete vedere, il trasformismo e il camaleontismo politico, nel nostro paese, ha radici solide e antiche. Non so che effetto vi faccia sapere che Dario Fo e Giovanni Spadolini erano fascisti e non lo erano per quieto vivere ma per ragioni molto profonde. Dario Fo è uno dei tanti fascisti rossi che saltarano a piè pari dalla Repubblica di Salò al P.C.I. Spadolini invece divenne addirittura uno dei protagonisti politici del secondo dopoguerra, chi ha almeno 50 anni lo ricorda benissmo.

    Zugzwuang

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    1. A volte, per misurare l'ampiezza del salto della quaglia è utile il compasso.

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  9. Anonimo15:08

    Qualche altro CAMALEONTE famoso:

    Giorgio Bocca - scrittore giornalista - addetto al CINEGUF di Cuneo” Fra gli scritti che sostennero la propaganda razzista in Italia,la Mostra elenca quelli di Giorgio Bocca, Scrive , nel 1942,sul giornale della Federazione fascista di Cuneo .”…sarà chiara a tutti, anche se ormai i non convinti sono pochi, la necessità ineluttabile di questa guerra, come ribellione dell’Europa ariana al tentativo ebraico di portarla in stato di schiavitù” in La Provincia Granda, 4 Agosto 1942 – Giorgio Bocca, scrive : “Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa prima della guerra attuale. La vittoria degli avversari solo in apparenza, infatti, sarebbe una vittoria degli ebrei. A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea di dovere, in un tempo non lontano, essere lo schiavo degli ebrei?” Giorgio Bocca a 18 anni ottiene la tessera del PNF (Partito nazionale fascista), sottoscrive il Manifesto in difesa della razza italiana, fortemente voluto da Benito Mussolini per compiacere l’alleato tedesco. Ancora ad agosto del 1942, giovane giornalista fascista, scrive un notabile articolo in cui imputa il disastro della Guerra alla congiura ebraica. Il 5 gennaio 1943 denuncia alla polizia fascista l’industriale Paolo Berardi che, in un treno, ha l’infelice idea di dire ad alcuni reduci dal fronte russo e dalla Francia “che la guerra è ormai perduta”. Dopo l’8 settembre 1943 passa alla Resistenza.

    Arrigo Boldrini - Presidente dell’ANPI,comunista, capo della 28a Brigata Garibaldi (“Bulow”)…ex- giovane fascista che insieme ai concittadini D’Alema Giuseppe e Zaccagnini Benigno cambiò la camicia nera per apparire vergine. .Arrigo Boldrini nel 1939 sottocapo manipolo della MVSN ( in acronimo MVSN spesso genericamente identificata con la locuzione camicie nere, fu un corpo di polizia civile ad ordinamento militare, dell'Italia fascista). Il 29-4-45, a Codevigo (RA) arrivò con la sua brigata su camion americani. Il giorno dopo sulle acque del Brenta affiorarono i primi cadaveri. Pochi giorni prima alcuni militi della GNR si erano consegnati prigionieri. Depredati furono uccisi a bruciapelo.In 19 giorni furono uccise 120 persone. Terminato il “lavoro” la 28a brigata tentò di annientare la 14a Compagnia partigiana perchè non comunista. A fianco di Boldrini operarono Benigno Zaccagnini, Giuseppe D’Alema,morto a novembre 1994 padre di Massimo, segretario del PDS.. … C’eravamo tutti in piazza od incollati alla radio il 10 giugno del ’40,…. in quella folla urlante c’era Arrigo Boldrini , volontario nelle Camicie Nere, quindi Capomanipolo della Milizia, scampato all’invio sul fronte libico del suo battaglione”romagna” per una malattia che lo costrinse a letto in ospedale e poi famoso comandante partigiano “Bulow”.

    E da ultimo, quello che io reputo il più spregevole di tutti, Eugenio Scalfari, che una volta a settimana ammorba il giornalismo italiano cone le sue lezioncine domenicali:

    Scalfari su Roma Fascista, nel 1942 (quattro anni dopo le leggi razziali) sparava a zero su tutti coloro che non condividevano “il nostro nazionalismo” e la “guerra-rivoluzione”. – fece dichiarazioni di elogio al Duce ed al Fascismo in L’Italia settimanale , n°23 – anno III- 15 –6-1994 ROMA FASCISTA (settimanale), 24 SETTEMBRE 1942 – EUGENIO SCALFARI: “Gli imperi moderni quali noi li concepiamo sono basati sul cardine “razza”, escludendo pertanto l’estensione della cittadinanza da parte dello stato nucleo alle altre genti”… “la razza può considerarsi come un termine intermedio tra l’individuo e la specie, cioè fra due termini opposti, intendendo la specie, nel suo significato biologico, come la somma di tutti gli individui capaci di dare fra loro incroci fecondi”. – Solo nel 1942, precisamente il 24 settembre, il settimanale “Roma fascista” pubblicava un articolo sulla “razza” di un giornalista che poi, nell’Italia liberata, si sarebbe imposto per brillantezza e passione democratica come Eugenio Scalfari. ( da Difesa di Giorgio Albertazzi di Francesco Pallia)


    Zugzwuang

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  10. Anonimo20:48

    Mentre oggi facevo ricerche per i miei due messaggi qui sopra sui Camaleonti, mi sono imbattuto in qualcosa di inaspettato. Non ero per nulla a conoscenza che Benito Mussolini il 22 Aprile 1945 rilasciò una intervista-testamento ad un giornalista di nome Gaetano Cabella ex direttore del " Popolo di Alessandria". L'intera intervista la potete leggere qui: http://www.mussolinibenito.net/ultima%20intervista%20al%20duce.htm

    Un vero e proprio testamento politico. Ma c'è di più! Qualcuno potrà obiettare " ma ormai sono passati tanti anni, che ce frega?" Che c'entra il fascismo con quello che passiamo oggi?

    Secondo me c'entra, eccome se c'entra!! Un breve estratto dell'intervista:

    " Ho parlato sempre col Führer della sistemazione dell’Europa e dell’Africa. Non abbiamo mai avuto divergenze di idee. Già all’epoca delle trattative per lo sgombero dell’Alto Adige, controprova indiscutibile delle sue oneste e solidali intenzioni, il Führer dimostrò buon volere e comprensione”.
    La sistemazione dell’Europa avrebbe dovuto attuarsi in questo modo:
    “L’Europa divisa in due grandi zone di influenza: nord e nord-est influenza germanica, sud, sud-est e sud-ovest influenza italiana. Cento e più anni di lavoro per la sistemazione di questo piano gigantesco. Comunque, cento anni di pace e di benessere. Non dovevo forse vedere con speranza e con amore una soluzione di questo genere e di questa portata? Una forza di trecento milioni di europei, di veri europei, perché mi rifiuto di definire gli agglomerati balcanici e quelli di certe zone della Russia anche nelle stesse vicinanze della Vistola; una forza materiale e spirituale da manovrare verso l’eventuale nemico di Asia o di America."

    Queste parole mi ricordano tantissimo i piddini che ci dicono che ci dobbiamo unire perché c'è la Cina. A voi no? Ma non è finita, ecco il progetto politico a più ampio respiro volto verso un futuro ancora più lontano:

    " La socializzazione mondiale, e cioè: frontiere esclusivamente a carattere storico; abolizione di ogni dogana; libero commercio fra paese e paese, regolato da una convenzione mondiale; moneta unica e, conseguentemente, l'oro di tutto il mondo di proprietà comune e così tutte le materie prime, suddivise secondo i bisogni dei diversi paesi; abolizione reale e radicale di ogni armamento". Finito di leggere questo paragrafo ho esclamato MINCHIA!!

    Mi capita spesso di definire l'euro e la UE come una costruzione fascista. Il mio interlocutore mi guarda sorpreso e mi da del matto. Non capisce perché non sa e perché non vuole vedere.

    Zugzwuang

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    1. Giuseppe11:08

      Vorrei ringraziare Zugzwuang per aver segnalato questa interessantissima intervista che, pur avendo un po' studiato il periodo fascista, non avevo mai avuto occasione di leggere. Ovviamente il ringraziamento si estende anche a Lameduck, che ci ospita e rende tutto questo possibile.

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    2. Sì, ma, e allora? Il libro di Buchignani è stato usato essenzialmente per dimostrare che rossi e fascisti erano tutti brutta gente, mentre i buoni erano qualunquisti o liberali, eventualmente DC.
      I liberali di Einaudi erano per il gold standard e mi pare che basti, la DC fece entrare l'Italia nello SME mentre il PC ancora si opponeva, Andreatta fece il divorzio tesoro - banca d'Italia.
      Allora i buoni sono i qualunquisti? E dove erano allora e, soprattutto, dove sono ADESSO?
      Perché, mi pare, il problema è far capire a più gente possibile la situazione PRESENTE - quale che sia la storia politica di ciascuno di loro - e trovare un qualche tipo di alleanza contro le forze che ci stanno schiacciando. O ho capito male?
      P. S. Detesto anch'io ferocemente Scalfari, ma per quello che ha fatto DOPO aver fondato L'Espresso. I suoi trascorsi lontani m'interessano poco.

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    3. Anonimo15:49

      Immaginavo che qualcuno avrebbe fatto questa obiezione. Si erano tutti brutta gente, ma di storie di 70 anni fa che ce ne frega? Che tipo di relazione hanno con l'oggi?

      La Storia insegna non solo chi siamo stati ma anche chi siamo e chi saremo. Così come ieri c'è stato il voltagabbanismo, il trasformismo e il camaleontismo nei confronti del fascismo e gli Scalfari, e tutti quelli come lui dopo aver tessuto le lodi di un regime dittatoriale e appoggiato le leggi razziali, appena le cose hanno incominciato ad andare male, l'hanno mollato in quattro e quattr'otto, domani gli euristi/europeisti senza se e senza ma, molleranno la nave che affonda appena prima che la nave cominci ad affondare. E in puro stile voltagabbanista, trasformista e camaleontista, passeranno dalla parte opposta. L'idea che l'italiano si rivolti, che protesti, la trovo velleitaria. L'italiano non ha mai fatto la rivoluzione ( qualunque essa sia e di qualsiasi tipo). Noi non siamo francesi, siamo italiani ( Franza o Spagna basta che se magna). Questa è la mia modestissima opinione.

      Zugzwuang

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    4. In altre parole saremmo qui per cazzeggiare, perché Barbara è simpatica o per altre ragioni estetiche. Posso solo dire che i miei motivi sono diversi e sempre gli stessi: capire meglio e estendere ad altri questa conoscenza.

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    5. Aggiungo che la tesi "Italiani: difettosi" non mi trova affatto d'accordo.

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    6. Anonimo21:10

      Guarda Frank che anche io cerco di capire meglio e confrontandomi con altre persone cerco di estendere quello che ho capito. Il punto è che non saranno gli italiani a distruggere la costruzione eurista/europeista che sta cancellando la democrazia.

      Zugzwuang

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    7. Sono d'accordo, ma sarà per motivi politici ed economici, non antropologici.
      Per dire, gente con conoscenze MOLTO più approfondite delle mie pensa ad un'azione dei mercati, altri sostengono che sarà la Germania - il big player - a decidere se ci sarà una rottura consensuale, un'esplosione o uno sforzo per prolungare l'agonia, e certo ci sono altre considerazioni.
      Qui da noi, chissà? Ma più gente informata ci sarà in giro, meno peggio potrebbero andare le cose.

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    8. Bboni! Perfettamente d'accordo che noi non siamo rivoluzionari. O meglio, facciamo rivoluzioncelle che presto rientrano buone buone a cuccia. Se devo identificare una tara genetica nell'italiano,direi che a questo punto, letto il testamento del de cujus, sia la fatale germanofilia. Come sperasse Benito che la Germania gli avrebbe lasciato il sud Europa e per giunta in condizione di prosperare è un mistero. Ah, se avesse avuto allora un dark globe dove poter vedere il futuro culone di Angela schiacciare la Grecia e il resto....

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  11. Chinacat (post serio o quasi)

    Intanto un bel GRAZIE a Barbara per tutto quello che fa. Dopodiché, per una volta, vorrei provare a scrivere in maniera seria, ammesso che ci riesca :)

    Non voglio entrare nel merito della discussione sulla parentela tra "fascismo" e "comunismo": è sicuramente interessante ma credo sia il momento sbagliato. Per due motivi: il primo è che considero morti e sepolti entrambi; il secondo perchè oggi, in Italia, non c'è nessun pericolo, né rosso, né nero.

    Oh si, l'abolizione del Senato rientra nel programma del fascismo "sanseplcrista" ma se Renzi è fascista, io sono Brad Pitt. E faccio inoltre notare che per quanto detesti il PD, non sono certamente soli a voler innescare questa simpatica deriva autoritaria. Per come la vedo io. il problema è altrove. E cioè in basso.

    Se un tizio sale sopra una sedia ed inizia a sparare cazzate, non mi preoccupo. Ma se dopo un pò si crea una folla di persone che inizia ad applaudire... allora SI che mi preoccupo. Ed è questa la situazione attuale.
    Per farla semplice: ci stanno togliendo il Senato elettivo e non si incazza nessuno. N E S S U N O.
    Non che la cosa mi meravigli più di tanto: nel 2005, quando entrò in vigore il porcellum, credo che fummo in 6 o 7 ad accorgerci subito che era la fotocopia della Legge Acerbo del 1924. E, cosa ancora più preoccupante, fatta per lo stesso identico motivo: garantire l'instaurarsi del Regime. All'epoca di un solo partito, oggi due (anche se poi sono semplicemente i due lati della stessa moneta.
    Vi ricordate particolari proteste all'epoca? Io no. Un appello firmato da insigni costituzionalisti (che di questa somiglianza se ne accorsero) ma poi tutto finì nel dimenticatoio. E la cosiddetta "società civile"? Faceva questo:

    ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ

    Oggi fa lo stesso: dorme serena e beata. Anzi. Se può, applaude anche.
    "Il Senato costa troppo e allunga i tempi di approvazione delle leggi!!!" e giù applausi. "Bravo Renzi, faje vede!!"
    Cazzate entrambi ma la folla davanti al tizio che spara cazzate aumenta e gode.

    QUESTO è il problema.

    Ora: prendere per i fondelli gli italiani del 1922, ci sta. E faccio incidentalmente notare che gli italiani che se la bevvero all'epoca furono comunque pochi; la "favola" del popolo unito e compatto dietro il Duce è appunto una favola. Su quanto fosse esigua, rimando alla lettura del libro "La marcia su Roma. E fu subito Regime" del prof. Emilio Gentile.

    Ma riuscire, dal 2005 ad oggi, ad imprimere una svolta semi-dittatoriale al parlamento, senza che nemmeno una piccola parte della popolazione protesti, lascia molto perplessi. Non che la faccenda sia nuova: in Italia le pessime idee sono come le ex mogli, prima o poi tornano a romperti le scatole. Nello specifico:

    "that is, with the Prime Minister, Giovanni Giolitti, the man labelled, unfairly but with some justification, the 'parliamentary dictator' of Italy." (dal libro Italy, the Least of the Great Powers: Italian foreign policy before the First World War del prof. R.J. B. Bosworth, Senior Lecturer in European History University of Sydney)

    "parliamentiary dictator" e quindi Renzi come Giolitti? Daje a ridere. ma la strada è quella.
    Resta il problema del come sia possibile farlo nel 2014 perchè oggettivamente nel 1905 è più che comprensibile ma dopo 60 anni di istruzione pubblica diciamo che mi aspettavo qualcosa di meglio dai miei connazionali.

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    1. Giuseppe06:54

      Scusate se prendo il ruolo del rompiscatole, ma non concordo con l'analisi di chinacat. Non mi convince, in particolare, la periodizzazione proposta, e il voler prendere il 2005 come anno di inizio della "svolta semi-dittatoriale". Spiego perché:

      1 - Il porcellum era una legge elettorale pessima per tante ragioni, e creata ad arte per impedire, o meglio, depotenziare, la vittoria di Prodi nel 2006. A parte la questione delle preferenze, il punto critico del porcellum era la possibilità di creare due maggioranza diverse alla Camera e al Senato, perché la prima si eleggeva su base nazionale, la seconda su base regionale. Era quindi una legge volta a impedire la formazione di maggioranza stabili: e cioè l'esatto opposto della legge Acerbo. La quale, invece, si basava su un principio cardine: il vincitore, anche se con una percentuale bassa (25%), prendeva un enorme premio di maggioranza (65%). Un principio simile si può trovare nell'Italicum attualmente in discussione, e che può essere considerato - lui sì - il degno erede della legge Acerbo, anche se con soglie diverse.

      2 - Si è sempre parlato, Repubblica e vari costituzionalisti in primis, della volontà di Berlusconi di limitare la democrazia, e di voler fare (addirittura!) una sorta di colpo di stato: da ciò la necessità di unire tutti i "democratici" attorno al pds-ds-pd per salvare il nostro stato, la nostra Costituzione etc. Io, per quanto fossi nettamente anti-berlusconiano, non ho mai creduto che ci fosse davvero questo rischio autoritario. Non c'erano le condizioni, pensavo, né in Italia né soprattutto nella situazione internazionale. Una dittatura non conveniva a nessuno, ed era al momento del tutto antistorica: Berlusconi poteva sì manipolare alcune leggi a suo uso e consumo (le "leggi ad personam"), ma non modificare sostanzialmente il funzionamento dello stato. Così, in effetti, è stato: e quindi proporre il 2005 come anno di svolta mi sembra sbagliato.

      3 - Che cos'è cambiato adesso? Perché, nel mio commento precedente parlo di rischi serissimi per la nostra democrazia? Semplice: il mondo del 2014 è del tutto diverso da quello del 2005. Ciò che allora sembrava improponibile, adesso invece è possibile. Siamo nella crisi economica globale più pesante degli ultimi decenni, probabilmente peggiore anche di quella del '29, che pure è una delle cause principali dell'affermazione del nazismo; la disoccupazione è a livelli spaventosi, e la mancanza di lavoro, se duratura, è spesso foriera di sconvolgimenti politico-sociali (rivolte, ma anche e soprattutto svolte autoritarie); ci troviamo in un contesto geografico segnato dall'instabilità più profonda, e in mezzo a un conflitto Usa-Russia (vedi Siria e Ucraina) molto più profondo di quanto si creda, e che probabilmente nei prossimi anni sconvolgerà la "mappa" del potere globale. Inoltre, ancora: le élite politiche ed economiche hanno più volte manifestato l'insofferenza, se non il disprezzo, per le istituzioni democratiche, e riescono direttamente o indirettamente a controllare la quasi totalità dei mezzi di comunicazione.

      In una situazione del genere ci sono tutti gli elementi che possono permettere l'instaurazione di un regime dittatoriale. Non ho detto che questo accadrà di sicuro, ma solo che, al contrario del 2005, adesso è possibile. Se devo proporre una periodizzazione, io prenderei come punto di partenza il 2011, e in particolare i mesi tra la famosa lettera della Bce e la sostituzione del governo di Berlusconi, legittimamente eletto, con Monti e i tecnici; ma, come ho già detto, ciò che è veramente terrificante è l'attuale contesto internazionale.

      Un ultimo appunto: il discorso del "come sia possibile farlo nel 2014 perché nel 1905 è più comprensibile" mi sembra sbagliato. La storia, rendiamocene conto, non è lineare, non è indirizzata verso un indefinibile progresso ma, sostanzialmente, va dove le pare.

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    2. Calma e gesso.

      Riguardo al punto 1, faccio notare che il premio di maggioranza era uno dei punti di forza del Porcellum e mica perchè lo dico io:

      "La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l'assegnazione di un premio di maggioranza (sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica)"

      Inoltre

      "il vincitore, anche se con una percentuale bassa (25%), prendeva un enorme premio di maggioranza (65%)."

      Nel 2008, con il 46%, il PDL si porta a casa 340 deputati alla Camera e 174 al Senato.
      Le cifre sono diverse ma la filosofia di fondo è la stessa: una minoranza diventa maggioranza.

      Perchè fu fatta la Legge Acerbo? Perchè Mussolini sa benissimo che a livello elettorale, nonostante la Marcia su Roma, il fascismo non ha i numeri. Da solo il PNF non si è MAI presentato.
      Il rischio concreto nel 1924 è quello di perdere le elezioni.
      Come risolve il problema?
      La Legge Acerbo ed il Listone Nazionale. E con 4 milioni di voti (su 12 aventi diritto) si porta a casa 355 seggi.

      Perchè è stato fatto il Porcellum? Perchè i partiti (PDL e PD) capiscono che è giunto il momento di "blindarsi". La propaganda spacciò l'operazione come l'unica strada per avere un governo stabile (ma non è certo la legge elettorale a garantire la stabilità), molti italiani se la bevvero,Enzo Cheli, costituzionalista, la definì "la peggior legge elettorale dopo la Legge Acerbo" ed il gioco è fatto.
      Se anche noi partiti prendiamo meno voti, governiamo lo stesso e con le preferenze bloccate... ma chi ci ferma?

      Sai cosa, Giuseppe? Tu vedi PDL e PD come entità separate ed opposte (e difatti citi spesso Berlusconi) mentre io no. Per me sono la stessa identica cosa. Una moneta, due lati. Il Satrapo di Arcore ha fatto quel che ha fatto INSIEME al PD e non CONTRO.
      Se usi la mia prospettiva (e soprattutto, quella magistralmente espressa da Violante) cambia tutto.
      Parafrasando il Vate di Pescara: è strano come due partiti visti dal basso somiglino ad uno solo visto dall'alto.

      C'è altro ma te lo scirvo dopo. Mi urge un gelato.

      https://www.youtube.com/watch?v=PlubR4E-FOo

      Buon ascolto :)

      Chinacat

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    3. Seconda parte.

      " proporre il 2005 come anno di svolta mi sembra sbagliato."

      L'anno di svolta, per come la vedo io, è il 1994 quando nasce l'Asse del Male tra la "destra" e la "sinistra" (divisione teorica ma non pratica e men che meno ideologica). Un totalitarismo moderno assolutamente nuovo dove il potere anzichè essere concentrato nelle mani di un solo partito, se lo spartiscono in due. Da quel momento in poi è un crescendo e la svolta del 2005 è solo uno dei tanti passi. Se prendi il saggio di Emilio Gentile "La via italiana al totalitarismo" troverai una splendida analisi sul ruolo del PNF nella vita dello stato italiano così come concepito e attuato dal fascismo.
      Fatte le debite proporzioni, non è mica poi diverso da quel che ha fatto e fa l'Asse del Male.
      Al posto di avere UN partito con UN nome, ho UN partito con DUE nomi. Wow.

      Qui siamo in presenza di qualcosa di nuovo e che dovrà essere analizzato più dai sociologi che dagli storici; e non è affatto un caso che la storiografia sui due totalitarismi occidentali abbia fatto il salto di qualità quando si è iniziato ad analizzarli non solo in termini storici ma anche e per la prima volta, con l'aiuto della sociologia. E qui arriviamo al discorso del

      "come sia possibile farlo nel 2014 perché nel 1905 è più comprensibile"

      Tu hai idea di quale fosse lo stato di ignoranza ed arretratezza dell'Italia del 1905? Io si e fa paura.
      L'analfabetismo è stimato tra il 45% ed il 50%, con punte del 70% in certe regioni. Il restante era istruito in maniera decisamente inferiore rispetto alle altre nazioni europee. Nel 1900 le donne che vanno all'università sono 250. Potrei snocciolare dati e statistiche fino a domattina ma il discorso credo sia chiaro.
      Come posso mettere sullo stesso piano gli italiani del 1905 con quelli del 2014?

      Quando nel 1920 Mussolini inizia dire che "la democrazia è morta" e che il sistema parlamentare va abolito, non mi meraviglia affatto che una piccola parte della popolazione gli abbia dato ragione. Così come non mi meraviglia affatto che la maggior parte della popolazione sia rimasta inerte: non sapevano nemmeno di cosa stesse parlando!
      Qualcuno si accorse del pericolo (Luigi Salvatorelli e Gaetano Salvemini, per esempio) ma per "la massa" non c'era alcun pericolo per la democrazia: non sapevano nemmeno cosa fosse.

      2014: Renzi va in TV e dice "Maremma maiala, il Senato costa troppo e ha tempi troppo lunghi: trasformiamolo in non elettivo e togliamo delle competenze".
      Reazioni zero. Non pervenute. Anzi! Giù applausi.

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    4. Giuseppe16:33

      Provo a rispondere, per punti.

      1 – Sul porcellum
      E’ vero che la Corte ha bocciato il porcellum anche a causa del premio di maggioranza eccessivo, ma una legge elettorale va valutata nel suo complesso. Il premio di maggioranza, essendo attribuito su base nazionale per la Camera, e su base regionale per il Senato, creava una situazione instabile nel caso in cui il primo partito (o coalizione) vincesse o con una bassa percentuale di voti, o con un distacco minimo dal secondo. Il vero risultato della legge, infatti, è stata la neutralizzazione della Camera (grazie, appunto, ai 340 seggi attribuiti al vincitore) e la trasformazione del Senato nell’unica assemblea decisiva.

      E’ stato così in due casi su tre, nel 2006 e nel 2013; nel 2008 invece Berlusconi, vincendo con più del 46% e circa un 9% di vantaggio su Veltroni, si è assicurato una buona maggioranza anche al Senato.
      Adesso, io credo che un sistema elettorale che crea in due casi su tre situazioni di forte instabilità non possa in nessun modo essere paragonato alla legge Acerbo, che come ricordato funzionava esattamente all’opposto.

      Il caso del 2008, con la coalizione di Berlusconi che, con il 46%, prende il controllo di entrambe le Camere, non credo che possa essere considerata un’anomalia democratica: la stessa situazione sarebbe accaduta in praticamente ogni altra Nazione occidentale, a parte l’Italia pre-Mattarellum. Per impedire che una coalizione del 46% ottenga più del 50% dei seggi bisogna infatti avere un sistema elettorale proporzionale puro, senza premi di maggioranza né sbarramenti, che ormai non esiste da nessuna parte.

      2 – Periodizzazione
      Qui si entra in un campo davvero difficile: gli storici litigano ancora sulla data d’inizio dell’Impero romano o sulle date estreme del Medioevo, quindi sulla contemporaneità non si possono fare che ipotesi. A mio parere, prendere come date chiave il 1994 e il 2005 vuol dire proporre una visione italocentrica; io invece preferisco il 1989-1991, con la fine del blocco sovietico, e il 2011, con la destabilizzazione di tutta l’area meridionale e orientale del Mediterraneo, e il crollo sostanziale delle democrazie dell’Europa meridionale, con l’imporsi delle tecnocrazie e della loro propaganda. Come andrà a finire, non si sa: e visto che gli storici per definizione lavorano su fenomeni ben delineati o conclusi, ogni ipotesi è valida.

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    5. Giuseppe16:34

      3 – Il tasso di alfabetizzazione 1905-2014
      Ecco, questa mi sembra un’illusione di stampo illuministico: è più comprensibile la diffusione di regimi tra i popoli non scolarizzati perché non consapevoli dei propri diritti, della propria storia, delle istituzioni etc., mi dici. Una maggiore educazione dovrebbe quindi portare a un progresso sociale, civile, istituzionale…

      Su questo sono in totale disaccordo. Come ho accennato in precedenza, il principale cruccio di Mussolini era lo scarso seguito che riusciva a ottenere presso i contadini. Le provò tutte, in particolare affidando all’EIAR il compito di creare particolari programmi radiofonici che, insieme a nozioni di agricoltura, diffondessero anche la propaganda del regime. Dato che la radio nelle campagne era allora poco diffusa, pensò di creare dei centri d’ascolto anche nei paesini, e i contadini erano “gentilmente” invitati a presenziare.

      Risultati: zero. La parte più arretrata e ignorante del Paese restava del tutto insensibile alla propaganda, e non perché fosse antifascista: semplicemente era disinteressata, a-fascista. Invece il fascismo aveva un ottimo seguito nelle città, dove il tasso di alfabetizzazione era più elevato; e questo avvenne fin dal principio, quando ancora la propaganda non era entrata in massa nel sistema educativo.

      Che cosa voglio dire? Che la reazione a questo genere di pericoli non dipende in alcun modo dal tasso di istruzione. Tanto più che, per controllare la gente e convincerla a seguire i desideri delle élite, in ogni epoca si sono trovati i sistemi più adeguati.

      Pisistrato ingaggiò un’attrice e le fece impersonare Atena, per convincere gli ateniesi che il suo ritorno in città era gradito agli dei. Le fiamme infernali sono state un ottimo modo per tenere a bada la popolazione cristiana per secoli: è bastato fingere che l’imperatore di turno lo fosse per volere di Dio, e il gioco era fatto. Nel 2011 un’immensa campagna stampa ha convinto un popolo con un alto tasso di istruzione a consegnare la propria sovranità in mano a tecnici e burocrati, agitando il mostro dello spread. Gli italiani, che non sapevano nemmeno che cosa fosse lo spread, l’hanno scambiato per una divinità e si sono sottomessi.

      Certo, si può dire che il problema sia stato la mancanza di alfabetizzazione economica della popolazione; ma, pur avendo a disposizione ogni strumento, anche culturale, per capire la situazione, la stragrande maggioranza degli italiani ha preferito non informarsi, non sapere, e lasciare che fossero altri a decidere. E adesso fa lo stesso con Renzi, prendendo per buona ogni fandonia che arriva dai mezzi di comunicazione.

      Non è il tasso d’istruzione a fare la differenza, ma il senso critico, e in un certo senso anche la curiosità: ma queste non sono materie che vengono insegnate nelle scuole.

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  12. PS

    Adesso esco e vado a convincere un piddino o un forzaitaliota (same shit, different name) che oltre ad abolire il Senato elettivo, conviene anche abolire la Camera elettiva e che occorre passare ad una forma di governo decisamente più autoritaria.
    Tempo stimato per convincerlo: circa 5 minuti (ma si accettano scommesse).

    E' singolare come i tempi necessari per togliere le libertà acquisite in 60 anni siano così brevi; per insegnare a "fare il morto" oppure riportarmi il giornale, il mio labrador ci mise molto di più. Non perchè fosse scemo, tutt'altro, ma detestava essere privato della libertà di farsi i cavoli suoi.
    Chissà quanto ci mette un piddino ad imparare "stai a cuccia". ora ci provo :)

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    Risposte
    1. Anonimo11:40

      Chinacat esistono ancora i forzaitalioti? Sono sulla via dell'estinzione.

      Comunque facci sapere come è andata ieri sera. Almeno ci facciamo quattro risate :-)

      Zugzwuang

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    2. Certo che esistono, Zug :)
      Meno che in passato ma ci sono. E come potrebbero non esserci, dopo 20 anni di propaganda?
      Com'è andata? Peggio di quel che pensassi. Difatti oggi il Corriere (ma non solo) titola:
      "La Camera ci costa 1 miliardo di euro"

      Paura, eh? :)
      E fate bene, perchè a convincere con un piddino che è il caso di abolirla per risparmiare, ci ho messo meno di 10 minuti. Ed era pure felice di aver trovato qualcuno che la pensasse come lui!
      Provateci, non è affatto difficile; l'unico "problema" è che devo recitare la parte del piddino ed i miei neuroni, nonostante il massiccio uso di mescalina, funzionano ancora meglio di quelli del piddino.
      Convincere il forzaitaliota è ancora più facile: basta fargli notare 2 cose:
      a) w la patonza; b) lo ha detto Lui.
      Argomentazioni di spessore, come si suol dire.

      Entrambi, per esempio, sono convinti che il bicameralismo perfetto porti ad un iter legislativo troppo complesso e con tempi troppo lunghi. In realtà le cose non stanno affatto così: il famigerato "Salva Italia" è diventato legge in meno di 30 giorni; il governo Monti nasce il 16 novembre 2011 ed il 22 dicembre è già cosa fatta.
      Se risparmiamo tempo e soldi abolendo il Senato elettivo, avete idea di quanti altri soldi e quanto altro tempo risparmiamo abolendo la Camera elettiva?
      Di fronte a questa splendida argomentazione, il piddino ed il forzaitaliota si illuminano di immenso.
      PS
      Io, nel frattempo, faccio un biglietto per Cuba: se proprio devo vivere in una dittatura, beh 'fanculo, almeno lo faccio in spiaggia con un mojto.

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    3. Anonimo09:04

      Quindi secondo questi due "scienziati", dopo aver abolito il Senato dovremmo abolire anche la Camera dei Deputati? E le leggi chi le farebbe?? Ah si Renzi... il Dux Renzi! :-))) Secondo me una buona fetta di italiani sono fascisti nell'anima.

      Io invece una volta ho discusso con un piddino che voleva espressamente che l'Italia diventasse, nella forma e nella sostanza, una colonia tedesca.

      Ti seguo a ruota per il mojto. :-)

      Zugzwuang

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  13. Ragazzi dategli dentro che qui c'è gente che impara a bocca aperta :)

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  14. OT Che bello il pilota automatico sul blog! Appena ho più di un minuto vi leggo con calma, ma siete bravissimi.

    Tranquilli, ci sono ancora, sto preparando una cosa succosa per i prossimi giorni. Stay tuned.

    RispondiElimina

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