Durante i 55 giorni del rapimento da parte delle Brigate Rosse di Aldo Moro, culminato con il ritrovamento del suo cadavere, proprio il 9 maggio del 1978, accadevano altre cose che avrebbero dato i loro frutti, qualcuno direbbe avvelenati, molto tempo dopo.
Per esempio, un alto esponente comunista italiano, dopo che, appena nel 1975, gli era stato negato il visto d'ingresso, veniva per la prima volta invitato a compiere un viaggio negli Stati Uniti. Eccone un prezioso resoconto dell'epoca.
La missione fu non solo utile ma così fruttuosa che Henry Kissinger, da quel momento, avrebbe amato definire Giorgio Napolitano "il suo comunista preferito". "Ex comunista, prego" lo riprese il futuro presidente della Repubblica durante un incontro a Cernobbio nel 2001.
Tornando al 1978, Moro fu rapito, dodici ore dopo aver chiesto invano aiuto e protezione alle autorità, quella mattina del 16 marzo in cui la Repubblica e altri giornali pubblicarono titoli come questo: "Antelope Cobbler? Semplicissimo, è Aldo Moro, presidente della DC". Articolo sparito poi nella successiva edizione straordinaria del giornale di Scalfari e nonostante la Corte Costituzionale il 3 marzo avesse archiviato la posizione di Moro in relazione allo scandalo Lockheed: una delle tante campagne, tipo Mani Pulite, atte più a screditare la classe politica dei paesi europei e a provocare cambi eterodiretti di regime in direzione antidemocratica che a combattere, come proclamato, la corruzione. Cose che si capiscono solo con la sedimentazione nel tempo dei fatti storici e l'analisi della loro ricorrenza.
Durante i giorni concitati del rapimento andava già rapidamente delineandosi, sotto il principio della fermezza, la futura alleanza di ferro tra catto e comunisti, con l'ipotesi dell'esclusione dall'empireo dei socialisti (gli unici a tentare attivamente di salvare la vita del presidente della DC), che sarebbe stata però portata a compimento solo con Mani Pulite nei primi anni novanta. Al contempo, la narrazione ufficiale iniziava ad insinuare negli italiani l'idea alquanto bizzarra che una formazione terroristica comunista avesse rapito l'uomo politico che, dopo decenni di conventio ad excludendum atlantica, avrebbe finalmente "portato i comunisti al potere" con sé nel governo della cosiddetta "solidarietà nazionale".
Ciò che ormai sappiamo, tra i pochi punti fermi di quello che è uno dei più foschi misteri italiani, è che il rapimento di Aldo Moro fu parte appunto di un "regime change", un cambio di regime.
A ribadirlo a quasi quarant'anni di distanza è anche il dottor Steve Pieczenik, psichiatra esperto in operazioni in nero e psyops, funzionario del Dipartimento di Stato Usa e allora consulente amerikano del gabinetto di crisi assieme ad altri personaggi oscuri che si aggiravano in quelle stanze, come Michael Ledeen. Lo stesso Ledeen che oggi viene accusato dal Pentagono e da una parte della CIA di essere più fedele ad Israele che agli Stati Uniti e che rientra ancora una volta negli affari italiani lambendo minacciosamente la corte di Re Matteo.
La versione di Pieczenik è che egli intervenne per evitare che Moro venisse liberato (non spiega come, ovvio), proprio per impedire che la scellerata operazione di sdoganamento del Partito Comunista come partito di governo fosse portata a compimento. Esattamente nel momento in cui, per altro, ma lo avremmo capito molti anni dopo, i comunisti erano pronti a sottomettersi al diktat dell'austerità economica, della cessione di sovranità e della rinuncia al 99% dei loro principi morali e ideali, abbracciando il progetto europeista, in funzione preparatoria del disastro attuale.
Il martirio di Moro fu quindi nient'altro che il solito salvataggio atlantico della democrazia in pericolo da parte di Capitan America? E la versione ufficiale fu il biscottino dato in pasto agli storici che si accontentano della ricognizione in superficie e non si accorgono del bullone nell'ingranaggio? Come si coniuga infine, in questa logica, il viaggio trionfale di Napolitano in USA con gli sforzi del dr. Piezcenik di impedire il salvataggio di Moro che lo avrebbe portato a collaborare proprio con il partito di Napolitano? E, ancora, come spiegare il fatto, ormai accertato, che le BR fossero pesantemente infiltrate e manovrate da elementi esterni?
Il martirio di Moro fu quindi nient'altro che il solito salvataggio atlantico della democrazia in pericolo da parte di Capitan America? E la versione ufficiale fu il biscottino dato in pasto agli storici che si accontentano della ricognizione in superficie e non si accorgono del bullone nell'ingranaggio? Come si coniuga infine, in questa logica, il viaggio trionfale di Napolitano in USA con gli sforzi del dr. Piezcenik di impedire il salvataggio di Moro che lo avrebbe portato a collaborare proprio con il partito di Napolitano? E, ancora, come spiegare il fatto, ormai accertato, che le BR fossero pesantemente infiltrate e manovrate da elementi esterni?
Pieczenik, questo personaggio assai interessante, autore brillante di acutissime note di geopolitica, è ospite praticamente fisso del programma di Alex Jones, giornalista texano di controinformazione con grande seguito sul sito PrisonPlanet, in qualità di gola profonda, di whistleblower, di "insider che ci rivela i segreti che avremmo sempre voluto conoscere".
Proprio durante una delle sue conversazioni con Jones, mi è capitato di ascoltare qualcosa di curioso.
Rievocando le sue imprese di uomo addentro a tutti i misteri gloriosi della politica mondiale egli afferma:
"Durante l'amministrazione Carter fui coinvolto nel cambio di regime di Aldo Moro, ho neutralizzato le Brigate Rosse, lo scandalo P2; ho incriminato Berlusconi (e mi rammarico che poi sia ritornato)."
Di Moro si sapeva, e anche i giudici italiani hanno di recente chiesto la sua incriminazione in relazione al ruolo da egli avrebbe avuto durante il rapimento, ma Berlusconi che c'entra? Pieczenik si riferisce alla prima cacciata, quella di Napoli, o all'altra in occasione del regime change del 2011? E perché utilizzare la parola "indicted" (incriminato), che indica di solito una prerogativa riservata ai giudici inquirenti?
Prima di saltare a conclusioni affrettate, chiediamoci fino a che punto dobbiamo credere al dottor Pieczenik, soprattutto quando Alex Jones prende per oro colato ogni sua rivelazione, divorando avidamente gli hamburger che egli gli cucina, senza sospettare (o forse sapendolo perfettamente) che vi è la possibilità che egli ci stia babbiando, mescolando abilmente con la sua dialettica sopraffina il vero e il falso, secondo quelle tecniche di manipolazione e propaganda di cui non per nulla è esperto riconosciuto a livello mondiale.
Quanto è credibile Piezcenik? Uno che definisce l'undici settembre come "stand down", ovvero qualcosa che è stato lasciato accadere ma senza mai chiamarlo apertamente colpo di stato? Che ci invita a considerare Edward Snowden come qualcuno creato per lasciargli rivelare solo il rivelabile, quando il medesimo principio può essere benissimo valido anche per lui?
Siamo di fronte, tra il dr. Piezcenik e Mr. Jones, al solito duetto tra whistleblower e gatekeeper già visto un milione di volte, al bianco e nero che sfumano l'uno nell'altro e si confondono, come in un quadro di Escher?
Siamo di fronte, tra il dr. Piezcenik e Mr. Jones, al solito duetto tra whistleblower e gatekeeper già visto un milione di volte, al bianco e nero che sfumano l'uno nell'altro e si confondono, come in un quadro di Escher?
Oltretutto, lo psichiatra che si presenta agli affamati di giustizia come colui che solleverà la loro pena e li consolerà, salvo poi, una volta ottenuta la loro fiducia, riconsegnarli nelle mani dei torturatori, è una figura classica proprio di quelle operazioni psicologiche di cui Pieczenik è maestro.
Come per quasi tutto, le ragioni saranno conosciute solo parzialmente. Sui manovratori, invece, e' facile sapere chi fossero. Li portiamo al Tribunale Internazionale di Norimberga a farsi giudicare da loro stessi ?
RispondiEliminaTecnicamente la cosa non e difficile e viene replicata quotidianamente. La profonda conoscenza che gli addetti hanno del dissenso, anche armato, permette loro di servirsi di tutte le sigle possibili. da destra a sinistra, e pure da quelle islamiste.
Nel caso del rapimento Moro, c'era una parte rilevante della Lotta armata comunista preoccupata per il Compromesso storico. Del resto, le questioni di purezza ideologica sono la cifra che ha caratterizzato il Socialismo fino dalle sue origini, ancor prima di Marx. A questi candidati e' stata data l'opportunita' di fare cio che volevano fare attraverso tutta una rete di logistica e protezioni a livello istituzionale. E' quello che si chiama "vincere facile"... fino a che l'oste non presenta il conto, come sempre avviene. Questo, in estrema sintesi, e cio che e' accaduto nel caso in specie ed e cio che avviene ancora oggi con la questione islamica.
A piu' alto livello, invece, non possiamo fare altro che ipotesi, essendo le fonti detenute nelle mani degli stessi attori. Comunque, per una convergenza di interessi tra i predatori, l'operazione e stata avviata e portata a compimento. Da un punto di vista politico, l'asse atlantico si e visto rinforzato, la sinistra si e ulteriormente frammentata, e la destra non ha potuto comunque avvantaggiarsene in quanto gia' coinvolta nelle stesse dinamiche attraverso stragi ancora piu' esecrabili. La DC ha perso la maggior parte della sua gia scarsa credibilita', fino al colpo di grazia successivo della Magistratura. Dopo un ritardo quasi ventennale dovuto alla variabile impazzita Berlusconi e l'occultamento sistematico di ogni parentela con il fu PCI, oggi abbiamo finalmente il PD al governo da solo.
Complottismo ? E' strategia applicata su grande scala, con larghezza di mezzi e perseguita con una continuita' che nessun governo democratico potrebbe mai avere senza cessare di essere tale.
G.Stallman
Per quanto riguarda le voci dal sen fuggite e la loro credibilita', e' sempre legittimo porsi domande come queste, benche' la risposta sia impossibile a darsi. Anche qui e' necessario conoscere quali sono le strategie usate da chi detiene un Potere cosi' esteso ed efficace. Queste sono l'unica certezza che si puo' avere, essendo sempre le stesse e cambiando solo in ragione dei mezzi e della tecnologia coinvolta.
RispondiEliminaEssenzialmente tutto si basa sul controllo dell'informazione e la sua gestione oculata. Sulla rivelazione di notizie vere, sulla falsificazione, sulla creazione di fonti piu o meno autorevoli in un gioco complicatissimo proprio perche' la strategia persegue obbiettivi di breve, ma anche di lungo o lunghissimo termine.
La diffusione del WWW costituisce un vantaggio, piu che una spina nel fianco a tale strategia. Si possono conseguire obbiettivi a costo zero. Si possono creare personalita' inesistenti, farle morire, rivivere, caratterizzarle come si vuole, come un tempo sarebbe stato possibile solo in un copione hollywoodiano. E tutto cio' puo essere replicato a piacere anche a basso livello, sempre a costi molto contenuti: non c'e bisogno di pagare nessuno, a parte i sorveglianti.
Secondo me, il titolo dei libri di Quaglia e' la sintesi perfetta: "Tutto quello che sai e' falso". Ed e falso pure il libro: meglio occuparsi della propria vita fisica e di cio' che si puo' vedere e toccare con mano. Non uscire mai dall'orizzonte consentitoci dai nostri sensi.
G.Stallman
Appunto, davanti a mentitori di professione ( in questo caso sia come americano che come spia :-)) bisogna fare come si fa nello spionaggio : ascoltare , verificare e usare le contraddizioni per valutare l' informazione che spesso sta piu' nell' omissione che nell' affermazione.
RispondiEliminaMa anche cosi' noi "outsider" , causa la mancanza di molti elementi di verifica arriviamo alla reale essenza dei fatti solo dopo molto tempo passato ad essere considerati scemi dagli scemi " divoratori di hamburger".
ws
Per chi sia interessato, qui ho scritto qualcosa in proposito:
RispondiEliminahttp://www.conflittiestrategie.it/unipotesi-sul-ruolo-del-pci-nel-caso-moro-di-roberto-buffagni
Con una nota sulla sinistra DC
http://www.conflittiestrategie.it/si-svegliano-tardi-di-glg-1-luglio-13