Nel suo brillante più recente podcast,
Andrea Cionci ha redatto una gustosissima rassegna stampa delle reazioni del mainstream all'improvvisa passerella del buon papa Francesco in San Pietro. Reazioni dettate, nella stampa italiana soprattutto cattolica, dalla negazione totale di un'imbarazzante evidente realtà e solo con qualche punta di inizio di leggerissimo sospetto in quella straniera meno emotivamente e utilitaristicamente coinvolta.
Come è noto, per la prima volta Francesco si è mostrato senza alcun segno del suo status, senza zucchetto, anello o crocifisso, vestito di un paio di pantaloni neri, scarpe nere, una camicia o maglia bianca che si intravvedeva sotto una specie di coperta gettatagli addosso e che sulle prime era sembrata, forse per la presenza dei descamisados che lo accompagnavano, un tributo al Sud America e al mondo dei pamperos. In realtà, era proprio un telo o una coperta atta a coprire pietosamente una mise decisamente inappropriata per la situazione. Un "ma come ti vesti" che va oltre il galateo e la forma e segnala, segnala un sacco di cose.
Escludendo come improbabile che un Bergoglio un po' confuso dalla leggera euforia da ossigeno sia scappato da Santa Marta eludendo la sorveglianza, vestito approssimativamente così come si trovava in casa, e che i descamisados l'abbiano intercettato all'entrata di San Pietro coprendolo con il primo telo disponibile recuperato in tutta fretta perché non prendesse freddo, ipotesi nonno monello in fuga, la presenza delle immagini accuratamente riprese dell'evento dimostrano che la cosa sia stata voluta, sebbene con un certo grado di sorpresa in stile blitz.
Dopo tutto se si vive nella società dello spettacolo, si è in pubblico e si recita un ruolo, allora si curano le movenze e i costumi e vi sono probabilmente uno sceneggiatore e un regista. Quindi è facile dedurre che Bergoglio, che raramente lascia spazio al caso, abbia voluto segnalare qualcosa. Fare insomma quello che gli americani chiamano signaling. Mostrare, segnalare, comunicare qualcosa di preciso, soprattutto per testare la reazione degli spettatori. Bergoglio deve avere meditato sull'atroce dubbio: "Mi si nota di più con il poncho o senza la papalina?" Di certo però non avrebbe mai immaginato che la cosa venisse raccontata dalla stampa suonata al contrario come "voler passare inosservato". E per stupire Jorge Mario ce ne vuole!

Il messaggio è stato chiaro e forte e sintomo di un bel braccio di ferro interno al Vaticano, perché tutti hanno visto un papa per la prima volta non vestito da papa e nonostante poche ore prima, durante la visita privata dei reali inglesi, le immagini ce lo avessero mostrato normalmente con l'abito bianco e tutto. Detto che rimarrò per tutta la vita con la curiosità sul contenuto di quello scatolino rosso nelle mani di re Carlo ma senza essere certa di volerlo veramente sapere, la bizzarria di un papa che sembra potersi vestire da papa solo in casa e non in pubblico è talmente evidente e dirompente che se la si ignora è perché lo si vuole, in maniera cosciente o meno.
Ora, c'è un concetto che è stato accuratamente seminato nella mentalità delle generazioni postbelliche, soprattutto in Europa, quello di Shock Culturale. Chi ricorderà la sapiente mitologia costruita per decenni sugli alieni avrà ben presente la frase: "I governi non lo possono rivelare (che esistono gli alieni) perché sarebbe uno shock culturale che provocherebbe il panico nella popolazione". Ecco creati in una sola mossa complotto e complottismo, tra l'altro.
Mentre si imponevano di sottecchi cambiamenti ben più traumatici, devastanti e subdoli dei fantomatici omini verdi, la verità dietro ogni fatto storico e di cronaca è divenuta foriera di shock culturale dal quale difendere una popolazione imprigionata nell'eterna fanciullezza del "sei troppo piccolo (inferiore) per capire". Concetto umanamente intollerabile per degli adulti finiti che le domande se le fanno soprattutto quando si sentono in pericolo concreto di sopravvivenza perché minacciati da altri omini non di certo verdi, per cui, per difendersi dall'angoscia della consapevolezza della propria prigione, la reazione degli adultescenti è la negazione: se è democrazia e mi privano della libertà perché reclamo una libertà di scelta, non può essere privazione della libertà, e così via fino al "se mi dicono che è il Papa non può che essere il Papa". Lo shock culturale in questo caso, ovvero la rivelazione dell'usurpazione petrina provocherebbe senza meno il crollo della Cappella Sistina, lo spretamento di tutti i preti e la fine del mondo. Per cui i timorosi timorati non vogliono saperne.
Rasserenatevi, qualunque shock si supera e fa crescere, e quelli culturali a maggior ragione se si hanno solide basi in termini di consapevolezza delle proprie origini storiche e culturali e princìpi laici e religiosi. Le nazioni che presentano ben incastonate nel loro concetto di Patria queste caratteristiche sono quelle che danno filo da torcere a chi le vorrebbe destrutturare e distruggere.
Noi purtroppo non siamo più per ora tra queste, perché ci hanno lavorato ben bene per decenni, soprattutto proprio gli anglosferici. Per i quali tuttavia, per una forma di nemesi, potremmo dire che se Roma piange, Londra non ha proprio niente da ridere. Le scene raccapriccianti di ieri a Ravenna, mi dispiace dirlo, sapevano di visita nella più esotica provincia del Commonwealth di due anziani monarchi in esilio dall'Albionistan, protagonisti del reality "Anniversari di matrimonio da incubo".
Ecco perché bisogna non avere paura e recuperare tutto ciò che ci è stato espropriato. Mollare il ciuccio e imbracciare l'amor proprio e nazionale. Gli shock li lasciamo a coloro che credevano di aver vinto e foreranno la gomma all'ultimo giro e all'ultima curva.
Tornando alla "cumparsita" di Bergoglio, la reazione incredula dei cattolici, che perseverano diabolicamente nell'assurda convinzione che quello che segnala e chiede aiuto ai compari sia veramente il Papa, potrà tramutarsi effettivamente in uno shock quando la verità dell'antipapato verrà a galla ma sarà appunto uno shock salutare. Fino a quel momento godiamoci lo strip poker, sempre più ardito, con tutti i segni pontifici che cadono come i veli di Salomé sotto i colpi del diritto. Ribadita ovviamente la doverosa umana pietà per un uomo vecchio e molto malato.
Nel primo dei due video che mostrano l'entrata del nostro in sedia a rotelle in San Pietro, egli si ferma a salutare un bimbo biondo che poi lo saluta con un "Hi, Papa" o qualcosa del genere. Ecco, se l'innocente ci avesse donato quel fatidico "ma questo signore è senza vestiti, il Papa è nudo!" avremmo avuto il più grande momento "i vestiti nuovi dell'usurpatore" della Storia. La verità sfuggita e dichiarata in piena basilica. Portiamo pazienza, lo spettacolo è solo rimandato.
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TRADUZIONE IN FRANCESE a cura di Louis Lurton
Barbara Tampieri, Vendredi 11 avril 2025
Dans son dernier et brillant podcast, Andrea Cionci a compilé une très savoureuse revue de presse des réactions du grand public à la soudaine parade du bon pape François à Saint-Pierre. Des réactions dictées, dans la presse italienne, surtout catholique, par le déni total d'une réalité embarrassante et évidente, et seulement avec quelques indices de très légère suspicion dans la presse étrangère moins impliquée émotionnellement et utilitaristiquement.
Comme on le sait, pour la première fois, François s'est présenté sans aucun signe de son statut, sans zucchetto, anneau ou crucifix, vêtu d'un pantalon noir, de chaussures noires, d'une chemise ou d'un pull blanc que l'on pouvait apercevoir sous une sorte de couverture jetée sur lui et qui semblait à première vue, peut-être en raison de la présence des sansveste qui l'accompagnaient, un hommage à l'Amérique du Sud et au monde des pamperos. En réalité, ce n'est qu'un tissu ou une couverture qui recouvre piteusement une tenue qui n'est décidément pas adaptée à la situation. Un "mais comment t’habilles-tu" qui va au-delà de l'étiquette, des formes et des signaux, qui signale un paquet de choses.
Excluant comme improbable qu'un Bergoglio quelque peu confus avec une légère euphorie d'oxygène se soit échappé de Santa Marta en échappant à la surveillance, habillé grossièrement comme il était chez lui, et que les sansveste l'aient intercepté à l'entrée de Saint-Pierre en le couvrant avec la première serviette disponible récupérée à la hâte pour qu'il ne prenne pas froid, hypothèse grand-père retombé en enfance en fuite, la présence des images soigneusement filmées de l'événement montre que la chose était intentionnelle, bien qu'avec un certain degré de surprise de type blitz.
Après tout, si vous vivez dans la société du spectacle, vous êtes en public et vous jouez un rôle, vous vous occupez des mouvements et des costumes et il y a probablement un scénariste et un metteur en scène. Il est donc facile de déduire que Bergoglio, qui laisse rarement place au hasard, ait voulu donner un signal. Bref, faire ce que les Américains appellent du signaling. Montrer, signaler, communiquer quelque chose, surtout pour tester la réaction des spectateurs. Bergoglio a dû méditer sur ce doute atroce : « Suis-je plus visible avec le poncho ou sans le poncho ? » Mais il n'aurait certainement jamais imaginé que la presse le raconterait à l'envers comme « voulant passer inaperçu ». Et pour impressionner Jorge Mario, il en faut beaucoup !
Le message était clair et fort et symptomatique d'un beau bras de fer interne au Vatican, puisque tout le monde voyait pour la première fois un pape non habillé en pape alors que quelques heures plus tôt, lors de la visite privée des souverains britanniques, les photos nous l'avaient montré normalement en soutane blanche et tout. Cela dit, je resterai toute ma vie curieuse de connaître le contenu de cette petite boîte rouge entre les mains du roi Charles, mais sans être sûr de vouloir vraiment le savoir, l'étrangeté d'un pape semblant ne pouvoir s'habiller en pape que chez lui et non en public est tellement évidente et dérangeante que si on l'ignore, c'est parce qu'on le veut bien, consciemment ou non.
Or, il y a un concept qui a été soigneusement semé dans l'esprit des générations d'après-guerre, en particulier en Europe, c'est celui du Choc Culturel. Ceux qui se souviennent de la mythologie astucieuse construite au fil des décennies sur les extraterrestres connaissent la phrase suivante : « Les gouvernements ne peuvent pas le révéler (l'existence des extraterrestres) parce que ce serait un choc culturel qui provoquerait la panique au sein de la population ». Complot et complotisme créés d'un seul coup, entre autres.
Tout en imposant furtivement des changements bien plus traumatisants, dévastateurs et sournois que les fantomatiques petits hommes verts, la vérité derrière chaque fait historique et d'actualité est devenue le signe avant-coureur d'un choc culturel dont il faut défendre une population emprisonnée dans l'éternelle enfance du « vous êtes trop petits (inférieurs) pour comprendre ». Un concept humainement intolérable pour des adultes finis qui posent des questions, surtout lorsqu'ils sentent que leur survie est réellement en danger parce qu'ils sont menacés par d'autres petits hommes qui ne sont certainement pas verts, de sorte que, pour se défendre de l'angoisse de la prise de conscience de leur propre prison, la réaction des adultes est le déni : si c'est la démocratie et qu'ils me privent de liberté parce que je revendique la liberté de choix, il ne peut s'agir d'une privation de liberté, et ainsi de suite jusqu'à ce que « si on me dit que c'est le Pape, ce ne peut être que le Pape ». Le choc culturel dans ce cas, à savoir la révélation de l'usurpation pétrinienne, n'entraînerait pas moins l'effondrement de la Chapelle Sixtine, la disparition de tous les prêtres et la fin du monde. Raison pour laquelle les peureux ne veulent pas savoir.
Rassurez-vous, tout choc se surmonte et fait grandir, et les chocs culturels d'autant plus que l'on a des bases solides en termes de conscience de ses origines historiques et culturelles et de ses principes laïques et religieux. Les nations qui ont ces caractéristiques bien ancrées dans leur conception de la patrie sont celles qui donnent du fil à retordre à ceux qui voudraient les déconstruire et les détruire.
Malheureusement, nous n'en faisons plus partie, car ils s'y emploient très bien depuis des décennies, notamment l'anglosphère. Pour qui, pourtant, par une forme de némésis, on pourrait dire que si Rome pleure, Londres n'a pas de quoi rire. Les scènes macabres d'hier à Ravenne, je suis désolé de le dire, ressemblaient à une visite de la province la plus exotique du Commonwealth par deux vieux monarques en exil de l'Albionistan, protagonistes de l'émission de télé-réalité "Anniversaires de mariage cauchemardesques".
C'est pourquoi nous ne devons pas avoir peur et réclamer tout ce qui nous a été exproprié. Abandonner le mannequin et embrasser le respect de soi et l'amour de la patrie. Nous laissons les chocs à ceux qui pensaient avoir gagné et qui crèvent leurs pneus au dernier tour et au dernier virage.
Pour en revenir à la "
cumparsita" de Bergoglio, la réaction incrédule des catholiques, qui persistent diaboliquement dans l’absurde conviction que celui qui montre du doigt les copains et leur demande de l'aide est en réalité le Pape, pourrait bien se transformer en choc lorsque la vérité de l'antipapauté éclatera au grand jour, mais ce sera un choc salutaire. D'ici là, profitons du strip-poker, toujours plus audacieux, avec tous les signes pontificaux qui tombent comme les voiles de Salomé sous les coups du droit. En réitérant évidemment la pitié humaine due à un homme âgé et très malade.
Dans la première des deux vidéos montrant notre homme en fauteuil roulant entrant dans Saint-Pierre, il s'arrête pour saluer un enfant blond qui le salue ensuite d'un « Hi, Pope » ou quelque chose comme ça. Là, si l'innocent nous avait donné ce fatidique « mais ce monsieur n'a pas de vêtements, le Pape est nu », nous aurions eu le plus grand moment "habits neufs de l'usurpateur" de l'Histoire. La vérité s'est enfuie et déclarée en pleine basilique. Soyons patients, le spectacle n'est que reporté.
meraviglioso
RispondiElimina"Ecce poncho" é fantastica come espressione! :-D
RispondiEliminaAh! ho dimenticato la firma: Angela :)
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