sabato 26 aprile 2025

IL MORDKOMPLOTTISMO DI LIBERO

Dopo essersi Liber-ato con un click dell'intero archivio del suo collaboratore per otto anni fino al 2024 Andrea Cionci, compresa quella sua gigantesca inchiesta sulle dimissioni di Benedetto XVI che in questi giorni di bulimia vaticana avrebbe potuto fornire infiniti spunti di riflessione ai lettori avidi di vicende papali, che fa Libero? Mi indulge nel più prevedibile complottismo? Ma come, prima vi Liber-ate dell'"inchiesta gomplottista" per fare i primi della classe e poi mi sparate a bruciapelo un titolone da feuilletton collocato non già in appendice ma addirittura a tutta pagina e vergato dal megadirettore galattico in persona? E su cosa, poi,  su qualcosa di obiettivamente inesistente?

"Il mistero del Camerlengo e dell'orologio del Papa". Gaston Leroux scansati che dobbiamo smontare subito il Mordkomplott di Bergoglio basato su presunte discrepanze nell'orario della morte tra l'annuncio ufficiale affidato al Camerlengo e le dichiarazioni rilasciate ai giornali dal medico del Gemelli che aveva avuto in cura Bergoglio. Ricostruendo i fatti come riportati dal medico, Francesco, sveglio o già in coma, comunque non in buone condizioni, attira l'attenzione del suo assistente personale verso le 5:30. Costui allerta il medico che giunge a Santa Marta nel giro di 15-20 minuti. Facciamo che siano a quel punto le 6:00. Il medico si accorge dell'ictus e, come dichiarerà nell'intervista, si tratta di un evento che può condurre il paziente alla morte nel giro di un'ora. Cosa che quindi potrebbe essere avvenuta verso le 7:00.

Ora, è consuetudine che, se il medico interviene a breve distanza dall'exitus, l'ora del decesso possa coincidere con l'orario della constatazione del decesso, ovvero l'orario in cui il medico redige materialmente il certificato di morte. Prima di ciò viene eseguito anche il tanatogramma il cui tracciato deve registrare l'assenza di attività elettrica residua, confermando il decesso, e per questa procedura occorrono almeno venti minuti per legge. Per cui, l'orario certificato delle 7:35 è compatibile con la versione ufficiale, come si direbbe nel mondo del debunking. 

Quindi se il mistero "che fa discutere i Sacri Palazzi" è tutto qui, non vi è alcun mistero. I tempi tornano, come i conti e diversamente da ciò che accadde con Giovanni Paolo I, sul cui orario di morte la discrepanza tra diverse ipotesi fu di diverse ore, variando secondo le testimonianze, tra le 22.30 e le 5.30 del mattino successivo. Qui si tratta di differenze di pochi minuti e suggerire anche inconsciamente un parallelo con la fine di Papa Luciani, più giovane e non certamente affetto dalla cartella clinica di Bergoglio, non ha alcun senso. Anche perché poi abbiamo visto gli effetti dell'ictus sulla testa di Bergoglio in quei due vasti ematomi parietali non coperti dal trucco forse proprio per confermare e rendere visibile a tutti la causa di morte.

Si, è vero. Ammetto che sulle prime anch'io mi ero meravigliata della repentina dipartita di Francesco. Il fatto è che l'avevamo visto in quell'ultimo incontro con JD Vance, con l'accoglienza un po' sforzata e lo scambio di doni non certo papali ma porti con lo spirito franceschino di sempre; poi l'avevamo visto impartire quella benedizione mozza con un fil di voce e senza nemmeno un segno della croce degno di questo nome fino al culmine di quell'ultimo giro trionfale d'onore in mezzo alla gente che probabilmente è stato il momento più gratificante per una persona così attenta alla comunicazione e al contatto con il pubblico. Dopo una giornata veramente particolare, forse davvero troppo intensa, bum, la notizia. 

In realtà ci si dimentica che a quella veneranda età e nelle specifiche condizioni di salute di Francesco, probabilmente tirate allo spasimo da quello che qualcuno ha definito un vero e proprio accanimento terapeutico per portarlo, diciamo così, vivo fino a Pasqua, si è legati ad un filo sempre più sottile e labile.

Piuttosto, ora che la memoria di Francesco è definitivamente affidata alla Storia che deciderà quale posto debba occupare nelle vicende terrene della Chiesa, concentriamoci sul futuro, sul Conclave e sulle grandi questioni irrisolte che dovrebbero interessare in primo luogo i giornali. 

Bergoglio fu papa legittimo o antipapa? Benedetto XVI fu costretto alle dimissioni dalla più  micidiale entrata a gamba tesa della storia nelle vicende della Chiesa da parte del potere mondano massonico? Benedetto XVI riuscì a conservare il tuo titolo di vicario di Cristo rendendo nullo e invalido il suo successore? Queste sono domande le cui risposte possono influire non solo sul futuro della Chiesa ma di noi tutti. 

Un giornale veramente libero e che non ha paura della Verità (quella vera, non la testata rivale) e nemmeno della pluralità del giornalismo, ripubblicherebbe subito l'inchiesta di Cionci nei suoi punti più salienti da qui al Conclave, aprendo finalmente sul mainstream il dibattito sulle dimissioni di Benedetto XVI che si trascina da dodici anni, come ben sa Antonio Socci. Una questione sulla quale bisogna finalmente fare chiarezza. Un giornale così renderebbe un servigio all'informazione e al suo paese, ed eviterebbe di perdersi forse lo scoop del secolo, aggiudicandosi invece quello dell'epic fail, della figuraccia, da qui a Giove e oltre l'infinito.

4 commenti:

  1. Complimenti Barbara! Brillantissima, come sempre!

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  2. Anonimo17:21

    Grazie alla dottoressa Tampieri , voce Libera e Sincera a differenza di certi quotidiani che sono ancora vivi grazie ai contributi statali ( cioè , nostri ) . Io sono Antonio !

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