L'importanza del gesto |
Grazie a questo articolo di Maurizio Blondet, ho potuto scoprire un'interessantissima ricerca che analizza, senza tanti filtri emotivi ma in modo scientifico, il fenomeno delle migrazioni di massa dal punto di vista strategico. Questi spostamenti sempre più frequenti di masse di persone verso quei paesi che, ecco la stranezza, in vari modi sono sottoposti alle pressioni economiche e politiche che provengono da interessi sovranazionali o nazionali specifici, sono sempre più sospetti. Sembrano francamente provocati ad arte.
Difatti, lo studio di Kelly M. Greenhill pubblicato in volume dalla Cornell University Press nel giugno 2011, e precedentemente oggetto di un articolo pubblicato nel 2008 sulla rivista specializzata "Civil Wars" (vol. 10, n. 1, pagine 6-21), è in grado di togliere ogni residuo dubbio sul fatto che siamo di fronte ad una nuova arma non convenzionale, quella che l'autrice chiama "arma di migrazione di massa".
Lo studio si intitola "Weapons of Mass Migration: Forced Displacement, Coercion, and Foreign Policy" (Armi di migrazione di massa: deportazione, coercizione e politica estera), e meno male che abbiamo studiato l'inglese.
Greenhill individua ed analizza più di cinquanta esempi di dispiegamento di quest'arma a partire dal 1953 e riassunti nelle tabelle che seguono, più di metà dei quali riuscirono ad ottenere lo scopo prefissato. Un risultato entusiasmante, commenta l'autrice, se si pensa che la percentuale di successo delle operazioni militari e diplomatiche convenzionali di coercizione impiegate ad esempio dagli Stati Uniti va dal 19 al 37,5%. Da come si evince dalle tabelle seguenti, l'arma è stata utilizzata sempre più di frequente e da una moltitudine di interessi internazionali e sovranazionali. Era del resto già opinione condivisa nel mondo scientifico che il massiccio afflusso di migranti dall'Est europeo e dalla DDR nella Germania Occidentale avesse contribuito alla caduta del Muro di Berlino ed accelerato la riunificazione tedesca. Prerequisito questo della futura unificazione germanocentrica dell'Europa attraverso la moneta unica. Dato che potrebbe fornirci utili indizi sull'identità dei possibili mandanti, o challengers, come li chiama Greenhill, della crisi attuale.
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L'autrice ritiene che l'arma di migrazione di massa venga utilizzata a scopo punitivo per influenzare il comportamento e la politica dei paesi bersaglio, sfruttando a proprio vantaggio interessi interni al paese e giocando sui costi che ricadrebbero sulla popolazione civile locale. A differenza dei risultati che si ottengono convenzionalmente attraverso le armi ed il dispiegamento della forza militare, nel caso della migrazione organizzata ad hoc, l'uso della minaccia della bomba demografica è in grado di ottenere, nel paese target, scopi che convenzionalmente non potrebbero essere raggiunti.
L'arma di migrazione di massa rientra quindi a tutti gli effetti nel campo delle operazioni psicologiche e, aggiungo, nel set di strumenti dei fautori ed esecutori della Shock Economy.
Come spiega Greenhill, di fronte ad un improvviso afflusso di migranti, gli stati che fino a quel momento hanno predicato l'accoglienza senza condizioni vengono posti di fronte ad un ricatto morale: difendere i propri cittadini ed entrare in contraddizione con i propri principi di apertura e tolleranza, oppure rimanere coerenti ad essi, andando però contro gli interessi dei propri cittadini?
Proprio per le loro caratteristiche liberali e democratiche, i paesi occidentali sono i più vulnerabili al ricatto dell'arma di migrazione di massa e, difatti, i casi analizzati da Greenhill dimostrano che, nonostante il problema abbia riguardato anche paesi illiberali, i primi sono stati i più tradizionalmente bersagliati. Addirittura, secondo Greenhill, l'arma di migrazione di massa sarebbe addirittura l'arma perfetta per sottomettere gli stati a democrazia liberale. Ai voleri di chi democratico non è, evidentemente.
L'arma tuttavia, per il fatto di utilizzare persone (che ne subiscono in primis gli effetti devastanti) e non strumenti di precisione, non è sempre infallibile e può ottenere effetti indesiderati o addirittura ritorcersi contro l'aggressore. Perché, secondo Greenhill, la sua efficacia dipende dalla reazione dei paesi aggrediti rispetto all'aggressione. L'arma avrà successo, in pratica, se i paesi target giudicheranno inferiori i costi della resa rispetto a quelli della resistenza ad oltranza.
Se ha ragione Greenhill, in base ai dati da lei raccolti analizzando i precedenti storici, venendo all'attualità, dove è in corso uno dei più fenomenali impieghi a tenaglia dell'arma di migrazione di massa ai danni dell'Europa, potremmo ipotizzare che avrà più possibilità di resistere uno stato forte, anche economicamente e sovrano (ad esempio l'Ungheria di Orbán) di un altro debole e privato di sovranità (pensate all'aggressione in corso alle isole greche, ad un paese già stremato dall'austerità economica imposta dalla UE).
Secondo questo modello infatti, gli stati governati da partiti politici orientati ideologicamente al multiculturalismo ed all'internazionalismo se non palesemente antinazionalisti saranno più propensi a volere e dovere cedere al ricatto.
Secondo l'autrice, gli interessi imperiali internazionali e sovranazionali che utilizzano l'arma di migrazione di massa sfruttano le contraddizioni e gli interessi (anche materiali) politici ed economici interni e contrapposti della nazione bersaglio, blandendoli e, possiamo ipotizzare, concedendo loro le briciole della torta, forzandoli ad andare contro le norme e le leggi, utilizzando al contempo veri e propri ricatti verso quegli attori politici che resistono all'aggressione. Ogni riferimento alla caduta di Berlusconi nel 2011 è puramente casuale (?)
Non è straordinario? Non vi si stanno sturando le meningi come le orecchie quando saliamo di quota in montagna?
A questo punto come non pensare, riavvolgendo il nastro, agli innumerevoli proclami della nostra classe dirigente, soprattutto collocata nel campo desinistra fuori ma mondialista dentro, riguardo a certe ineluttabilità da far accettare ad una popolazione interna intrinsecamente inferiore: "E' chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronte a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle, perché c'è una crisi in atto visibile, abbiamo bisogno di una crisi."
E ancora, doverosamente omaggiando i padri dell'euro: "Un bel giorno ci sarà una crisi e si creeranno i nuovi strumenti."
Citando Greenhill:
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Vi fischiano pure le orecchie? Bene. Ricordate il caso delle ondate migratorie dall'Albania nel 1990-1991, riportate anche da Greenhill nella tabella 1., e come furono risolte allora, mediante la concessione di aiuti e soprattutto la reazione ferma di una classe politica che non ammainò immediatamente bandiera bianca ma riconobbe il ricatto ed agì di conseguenza? Altri tempi.
Da noi oggi si predica, a tamburini di latta unificati, la resa incondizionata.
Avete ancora dubbi? Per capire quanto questo studio sia importante per analizzare l'attualità in corso, e vi rimando al testo per tutti gli eventuali approfondimenti, guardiamo ai paesi maggiormente oggetto di attacco migratorio ed alle sue possibili motivazioni:
1) Francia. Perché il Front National rappresenta una forma di resistenza nazionale non solo alle ondate migratorie ma alle politiche di austerità imposte dalla UE ed è molto probabile che ottenga la vittoria alle prossime elezioni presidenziali del 2017. (Crisi di Calais).
2) Gran Bretagna. Per la difesa dell'interesse nazionale, risalente, riguardo alla problematica dell'euro, ai tempi dell'ultimo governo della signora Thatcher, strenua oppositrice della moneta unica in quanto strumento di cessione di sovranità e, ma questo i nostri partitodemocratici non lo capiscono ancora, antidemocratico. Per la minaccia di Brexit, ovvero di uscita del Regno Unito dalla UE, paventata dal governo conservatore di Cameron. (Crisi di Calais)
3) Italia. Per la crescente insofferenza dell'opinione pubblica nei confronti della moneta unica, le politiche di austerità recessiva, la crisi economica e la minaccia rappresentata dall'aumento di consenso verso i partiti nazionalisti come la Lega Nord, di protesta tour court o in sospetto di gatekeeping come il M5S a svantaggio dei partiti "collaborazionisti". Per gli amanti dei ricorsi storici, questa crisi dei barconi is the new Sbarco in Sicilia.
4) Ungheria e Repubblica Ceca. Per l'opposizione dei presidenti Orban e Zeman alla UE, la ritrosia ad entrare nella moneta unica, la dimostrazione che, al di fuori della UE e della sua moneta capestro, le economie sono libere di crescere. (Crisi dei profughi siriani)
5) Austria. Per la minaccia rappresentata dai movimenti e partiti nazionalisti e le minacce di uscita dall'euro che si concretizzano in iniziative referendarie che ottengono grande successo popolare. (Crisi dei profughi siriani).
6) Grecia. Per essere il paese a maggior rischio di uscita forzata per sopravvivenza dalla moneta unica, ma anche per essere al contempo il paese più debole del fronte, governato da un partito debole e collaborazionista minacciato anch'esso dalla crescita in consenso dei partiti nazionalisti. (Crisi dei profughi siriani.)
Se non è una guerra continentale, se non mondiale, questa, non saprei come definirla.
Chi sono i possibili challengers? Alcuni sono facilmente riconoscibili, senza escludere la presenza di altri attori in seconda fila o dietro le quinte. Facciamo qualche ipotesi sui primattori immediatamente riconoscibili.
Gli Stati Uniti, o meglio, l'Entità economico-militare che ha preso il potere negli Stati Uniti all'inizio del millennio, che vuole imporre i suoi trattati economico-strategici con il TTIP, inseguire la sua agenda militare di dominio del "nuovo secolo americano" e nascondere i disastri planetari delle crisi provocate dalla sua finanza neoplastica. Che questa Entità inoltre stia disinvoltamente utilizzando il revanchismo islamico e le sue mire di Reconquista sull'Europa in maniera che definire sciagurata, se non folle, è poco, è più che un sospetto. Vedi il ruolo enigmatico dell'IS.
Israele: che sarebbe ben contenta - Netanyahu l'ha detto più volte espressamente - di vedere gli ebrei che vivono nei paesi liberi e democratici d'Europa costretti a trasferirsi, dietro la minaccia dell'ondata migratoria islamica, nella cittadella del fallimento del sionismo, per tentare di mantenerlo ancora in vita. Ancora più vicini alla bocca del Moloch, per giunta! Una cittadella che dimostra la validità del modello di Greenhill perché, a parte la dotazione nucleare tattica che ha sempre il suo perché e dà rispetto in società, resiste difendendo gli interessi dei suoi cittadini e respingendo, anche con la forza, i migranti. A ragione, aggiungo.
La Germania, che cerca di nascondere la pelliccia del lupo mercantilista sotto il cappuccetto rosso della Madre Coraggio salvatrice dei profughi siriani. A lei il meglio, a voi gli scarti. E quanto è bbuona la Merkel.
L'Unione Europea. Una costruzione artificiale, antidemocratica, antiparlamentare ed illiberale che serve gli interessi locali (il mercantilismo della Germania) ed intercontinentali (sottomissione all'agenda neocon), alla quale è permesso dai suoi protettori di nascondere il proprio fallimento e prossima decomposizione angariando i paesi deboli della periferia sud con lo strumento della moneta unica e della Banca Centrale.
Non è escluso che a questi attori se ne possano aggiungere altri come la Russia, la Cina, i BRICS, i paesi arabi ed altri, e che coloro che vengono definiti challengers siano in realtà le maglie di una rete molto più complessa di interessi sovranazionali, prettamente finanziari, che è difficile racchiudere entro etichette nazionali e che manovrano ed utilizzano, al fine della diffusione della propaganda e della fornitura di agenti esecutivi, organismi internazionali, governativi e non governativi, gruppi di pressione, mezzi di informazione, ecc.
V'ho fatto la pirreviù. Riuscite adesso a cogliere appieno il simbolismo di questa immagine: la bandiera, la retorica, il marketing, perché proprio Vienna, e a sentire il tanfo insopportabile di falsità?
"Non è escluso che a questi attori si possano aggiungere altri come la Russia, la Cina, i BRICS, i paesi arabi ed altri, e che essi siano in realtà le maglie di una rete molto più complessa di interessi sovranazionali, prettamente finanziari, che è difficile racchiudere entro etichette nazionali."
RispondiEliminaDici bene. L'Elite non persegue interessi nazionali, è apolide (per questo predica la morte degli stati senza problemi e mira alla creazione di un mondo che non sia unico stato, ma mercato senza stato). Gli stati, con i loro 'interests' interni ed esterni, non sono che pedine. Se un giorno gli Stati Uniti perdessero la loro supremazia a favore di Russia e Cina, Essi semplicemente rivolterebbero e cambierebbero lato nella scacchiera. Per questo noi perdiamo sempre: l'Elite gioca a scacchi, e noi non l'abbiamo ancora capito.
Menego
Le burocrazie nazionali non sono apolidi. Cina, e soprattutto Russia, hanno gli oligarchi collaborazionisti da smazzarsi.
EliminaE si stanno opponendo. O ancora c'è ancora qualche imbecille che propone la sociologia piddinica del urlogge?
Saluti ai geni dell'art.10 Cost. e quelli dell'analista Fallaci.
Su Berlusconi c'è da precisare che la caduta fu indotta dalla massiccia operazione in borsa sui listini di mediaset e satelliti (cioè roba sua) e non certo da altri ricatti che coinvolgessero gli interessi degli italiani a cui si sarebbe eroicamente opposto come spesso si sente dire da chi lo santifica.
RispondiEliminaBerlusconi non è un santo e non si è opposto per salvare i suoi interessi. Questo è storia. Ma il suo governo è stato disarcionato da una lettera della BCE "o fai come diciamo noi altrimenti ti chiudiamo i rubinetti e resti senza liquidità", proprio come accaduto con Tsipras, che però alla fine ha calato le brache. Tutti i governi dell'Eurozona possono essere ricattati in questo modo da un organo praticamente privo di legittimazione democratica. La democrazia come la conoscevamo dal 2ndo dopoguerra in poi sta rapidamente lasciando lo spazio ad una vera e propria dittatura della finanza. Ma per gli imbecilli il vero "nemico della democrazia" era solo Abbelluscone
EliminaPer questo parrebbe che B. avesse cominciato a sondare il terreno per uscire dall'Euro.
EliminaBerlusconi, tra i tanti difetti, ne aveva uno grosso come una casa: era stato eletto e ci teneva all'opinione pubblica (poi se questi fossero mezzi per interessi personali poco importa).
Il B. non poteva mettere in pratica la famosa letterina senza perdere consenso e venire ricordato come un criminale distruttore.
B. aveva l'opportunità di disinnescare il ricatto uscendo dall'Euro, vi immaginate il B. che salva l'Italia uscendo dall'Euro, certo inizialmente un po' criticato (ma lui ne è abituato), ma poi santificato come salvatore della patria. Ricordato dai libri di storia come lo statista italico invece dell'uomo dalla pompetta facile?
Purtroppo aveva anche un altro difetto: troppi interessi economici personali (vedi mediaset appunto). Questi furono la reale arma di ricatto per farlo dimettere a favore dell'austero, burocrate ma sessulmente tranquillo sig. Monti.
Livia turco sta facendo paura ai due inonda sulla7!
RispondiEliminaPer vedere i mandanti, basta vedere chi spinge per lo scontro militare...
RispondiEliminaIMHO chi grida alla paranoia anti-immigrato, e chi spinge per un accoglienza senza se e senza ma, lavora per le stesse entità (inconsapevolmente).
Ieri ho visto questo dibattito: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/09/05/versiliana-2015-rivedi-il-dibattito-siamo-in-europa-o-in-grecia/411242/
Il discorso di Fulvio Colombo è plasticamente e intellettualmente suicida, dettato da un senso di colpa latente (ma che è élitario, il popolo come al solito subisce). Perché li voglio vedere io questi nuovi arrivati lasciare il Corano e abbracciare i valori della libertà, fratellanza e uguaglianza... Ma se nemmeno le periferie sono integrate! Ma lasciamo fare al mercato, chi non si integrerà... troverà altre strade: criminalità, mafia, fanatismo, terrorismo, ecc.
Gente come Colombo, boldrini, il bimbominkia papa Francesco che ieri l'ha sparata veramente grossa: "dovete accoglierli TUTTI, buoni o CATTIVI" dalla sua gabbia dorata "IL VATICANO" sono gli ultimi che accoglierebbero un migranti o asilante a casa loro. È non mi stupirei se avessero anche un profondo odio verso queste masse di migranti.
EliminaA mè fa più scifo questo marciume umano (vedi i 3 tipi sopra) che i migranti stessi.
PS
Le masse di migranti che prendono la rotta via libia/mediterraneo verso l'italia non sono nemmeno gente perseguitata perchè vengono da paesi del africa nera, camerun, Costa d'avorio, Nigeria, congo ecc dove non c'è nessuna Guerra in atto. Per questo non avrebbero nessun diritto d'asilo, al contrario dei migranti che vengono dalla rotta balcanica, siria, afganistan, Irak, che tra l'altro hanno un livello culturale è intellettuale molto più elevato dei migranti del africa nera.
E' vero che il Papa le spara grosse, chiede ad ogni famiglia italiana di ospitarne una di immigrati. Ma se le famiglie italiane fanno fatica ad arrivare a fine mese, come possono anche dare ospitalità? Chi li aiuta, la Chiesa? Loro invece che hanno tante strutture dove poter ospitare, hanno accolto solo due famiglie. Che bell'esempio, la chiesa.
Elimina"...in sospetto di gatekeeping..."
RispondiEliminaScusa Lameduck,
il post di oggi (no all'austerità, sì al reddito della gleba e agli eurobond) e le dichiarazioni di LDM riportate sul "Fatto" del 23 luglio 2015 p. 10 mi sembra che lascino pochi dubbi.
Safonte
il fatto che grillo faccia ogni tanto qualche uscita mediatica contro questo scempio immigratorio ma mai ricordandosi che il suo partito invece voto' con PD e sel per cancellare il reato di immigrazione clandestina e' la conclamazione del suo ruolo di gatekeeper
Eliminaws
Ancora con la storia dei 5 stelle gatekeeper.....dovreste portare qualche prova un po' più concreta di questa illazione e ricordare che Grillo era per il reato di immigrazione clandestina, sbagliando a mio parere, ma ha dovuto adeguarsi al volere della maggioranza della sua base.
EliminaBella lezione di democrazia dai "gatekeepers", se ve le aspettate da Pd, Lega o resti berlusconiani state freschi.
Quindi la mitica "base" grillina ( poche migliaia di attivisti "on line " ) avrebbe "deciso" contro la volonta' di quel grillo usato per attirare il voto di 10 milioni di persone ( il quale ovviamente si e' " adeguato" ... da buon "gatekeeper" ....:-) )
Eliminaoh che bella " democrazia" ! :-)
ws
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RispondiEliminaSalve, ho letto l'articolo è sono d'accordo ma avete detto una cavolata allucinante! La Lega Nord non è affatto un movimento nazionalista, anzi, è antinazionalista. La finalità dello statuto di Salvini è proprio l'indipendenza della PADANIA. Se volete parlare di nazionalisti, dovreste citare Forza Nuova.
RispondiEliminaMa è fortemente contrario al fenomeno dell'immigrazione, credo che il motivo preciso sia questo, quindi ad una tendenza secessionista o meglio federalista economica si associa una forte politica sociale nazionalista, è chiaro che i "challenger" tendono a far cadere la sovranità nazionale e costruire una struttura economica e politica globale in cui i poveracci restano poveracci e i ricchi schifosamente ricchi ma senza una ben precisa collocazione geografica.
EliminaNon ho capito, la cd "arma migratoria" mi pare favorisca e non il contrario movimenti come Fn e Lega Nord piuttosto che Orban, così come una certa ostilità allo straniero, anche europeo stia favorendo il distacco dell'opinione pubblica dall'UE in UK.
RispondiEliminaDove sbaglio?
Ciao