venerdì 29 aprile 2016

Another break in the vallum


Caro Federico, dopo aver visto la ministrA norvegese inscafandrata per la full immersion nell'identificazione con lo stile di vita del migrante - e con questo le abbiamo viste tutte - ti propongo, come aperitivo bonne bouche alla nostra conversazione odierna, la notizia dell'affiliazione a fil di spada e a sua insaputa alla Loggia dei Migrantofili del poro William Shakespeare (di cui si è celebrato in questi giorni il 400° dalla morte).
E' incredibile. Un manoscritto che viene miracolosamente ritrovato nel momento storico più appropriato, di uno scrittore sul quale non si hanno certezze nemmeno sull'identità e di cui non si sono ritrovati manoscritti originali non è male come narrazione, vero? 
(A proposito, non si rendono conto dell'inevitabile effetto boomerang di questo martellamento continuo? Se ti raccontassi fin dove è arrivato il rigetto: perfino nelle parrocchie di certi preti normalmente morigerati e ligi al rispetto delle gerarchie ecclesiastiche …)

F. Giunti a questo punto mi aspetto di vedere la terza carica dello Stato gettarsi nel Mare Nostrum per dare il buon esempio, ma non escludo la possibilità di vedere il Papa che si incammina dalla Grecia alla Germania a piedi per far diventare la rotta balcanica il nuovo cammino di Santiago. Nel frattempo, attendo di leggere Dante che inneggia alle virtù dell’accoglienza del rifugiato e dell’abbattimento dei muri.

Non provocarli. Dante fu migrante, profugo e perseguitato. Non vorrei che lo facessero diventare un no border sovranazionale ante litteram, al limite dello sfondamurismo: “Vassi in San Leo e discendesi in Noli, montasi su in Bismantova...” Poveri Fidelis in amore...

F. Ormai sull’immigrazione – o migrazione o accoglienza o come dobbiamo chiamarla – è in corso un bombardamento propagandistico di una perseveranza e pervasività che, per quanto riguarda la mia memoria, non ha precedenti. 

Nemmeno per la mia.

F. La pressione della retorica del migrante non conosce più limiti. Ci sono dei momenti in cui, mentre ascolto la radio o guardo la TV, alzerei le braccia e mi arrenderei dichiarando ad alta voce: “Basta, mi arrendo! Dico che dobbiamo accoglierli tutti, che è nostro dovere dargli subito una casa, un lavoro e una moschea a testa ma vi prego, adesso basta!” se solo servisse a far terminare questo bombardamento continuo: 

DEVI amare il migrante, DEVI accoglierlo a braccia aperte, DEVI farlo senza fare domande, DEVI farlo senza porre condizioni, DEVI farlo dimostrando tutta l’empatia di questo mondo. 
DEVI respirare questa propaganda a pieni polmoni, gonfiarti il petto di piddinismo e sputare sentenze indignate come questa, oppure questa

Altrimenti, sei un razzista di merda. 

E' vero. Eppure, non so se hai notato il paradosso che conferma la teoria dell'effetto boomerang, non siamo mai stati tanto razzisti come da quando comandano gli antirazzisti e la loro tolleranza viene irrorata 24 ore al giorno come fosse glifosato sui campi. Dagli effetti collaterali altrettanto tossici dei pesticidi, a quanto pare.

F. Qualche giorno fa postavi questo video ai confini della realtà in cui una truppa di “migranti” supportata dagli “attivisti no borders” effettuava posti di blocco per autisti e camionisti in transito al confine tra Grecia e Macedonia di Idomeni, pretendendo l’esibizione di documenti a prova della cittadinanza e spiegazioni sul motivo del viaggio. Il tutto avveniva con un’arroganza da padroni, non da ospiti, con l’autista visibilmente intimorito e probabilmente rassicurato in quel momento solo dalla presenza della telecamera (oggetto che “il migrante” conosce molto bene, insieme a tutto quello che c’è dietro). Come se questo non fosse abbastanza, gli attivisti no borders che fornivano il supporto logistico (acqua e cibo) alla surreale pattuglia di migranti senza frontiere a guardia della frontiera, di fronte alla giornalista che chiedeva loro da dove provenissero rispondevano con decisa arroganza che la loro provenienza “non ha senso perché le frontiere non hanno senso.”



Sarò scomposto ed eccessivo: questo comportamento mi ha ricordato questo vecchio ma fondamentale video dell’ISIL. In quel caso la faccenda finiva con l’omicidio dei tre camionisti che non avevano superato il questionario della milizia del califfo, un esito che nel nostro caso – almeno per ora – risulta impensabile, eppure la modalità con cui i “no borders” pretendono venga applicata la loro visione è altrettanto assolutista e chiusa a qualsiasi osservazione. 

Il normale buon senso ci dice che se vogliamo accogliere rifugiati dobbiamo farlo stabilendo un numero prestabilito di persone che andranno a far parte di un programma di accoglienza e integrazione ben strutturato, persone che andranno prese direttamente nei campi profughi nei paesi confinanti con le zone in conflitto, privilegiando nuclei familiari interi (hanno più bisogno e sono più affidabili e disposti a seguire un programma d’integrazione) e sapendo fin dall’inizio che qualsiasi politica di accoglienza risulterà insufficiente perché è sotto gli occhi di tutti che non è possibile salvare tutte le persone che se lo meritano e che ne hanno bisogno. 
Purtroppo di buon senso non se ne vede più da nessuna parte. 

E non c'è neppure il tempo necessario per attuare i progetti di integrazione, che hanno sempre richiesto tempo, molto tempo, a volte decenni o secoli. La sottrazione del tempo – facci caso, siamo costretti a ritagliarci pochi minuti la sera, stanchi morti, per poter pensare, informarci, riflettere, comunicare – è un'altra delle tante armi di dominio della Global Inquisition. Occorre fare in fretta, tutto e subito, senza fermarsi, perché non c'è alternativa. Il famigerato fateprestismo.

F. Ultimamente abbiamo visto il Papa andare a Lesbo per un siparietto con i profughi; una bella scena, baci e abbracci a profughi cristiani e musulmani, donne e bambini. Immagino le famiglie di cristiani siriani disperate, sfuggite alle persecuzioni, che si ritrovano tra le braccia del Papa e immaginano di essere finalmente in salvo perché – ecchecca', diciamocelo – quello è il Papa e loro sono cristiani, non li abbandonerà, non li lascerà indietro....
Il Papa ha scelto di salvare qualche famiglia musulmana contrabbandandola in Italia (paese dove hanno chiesto asilo, mica in Vaticano) nella comunità di Sant’Egidio ben fuori le sacre mura, e ha abbandonato i cristiani a Lesbo (ora non si sa dove sono, il campo è stato smantellato subito dopo le telecamere in vista della stagione estiva) perché – lo ha detto lui stesso – quelle famiglie “non avevano documenti”. 
Di fronte a delle mostruosità del genere l’effetto boomerang sulla popolazione è una certezza, e parlo di qualcosa che andrà purtroppo ben oltre la semplice ascesa dei partiti di estrema destra. 

Dirti che tutto ciò viene sempre più percepito come sempre meno cristiano penso sia inutile. Siamo al vero e proprio muto sgomento. 
A proposito di armi di migrazione di massa e di spostamento verso la disumanizzazione, mi pare che il generale Jean, in questa intervista a Libero, l'abbia toccata pianino.



È cinismo o realismo con obbligo di cinismo dell'esperto di cose di guerra? Ci toccherà prima o poi, come egli prevede, diventare molto cattivi per opporsi all'impossibilità pratica ed etica di travasare un continente in un altro? 

F. Sia i paesi europei che gli Stati Uniti hanno sempre tenuto una politica ambigua con gli immigrati: da una parte hanno sempre reso più o meno difficile l’immigrazione legale, soprattutto quella low-skilled (i famosi lavori che i bianchi non vogliono più fare, ecc…) Dall’altra hanno sempre lasciato aperta una o più finestre per consentire l’immigrazione illegale e un conseguente percorso di legalizzazione del clandestino. In Italia va così praticamente da sempre e con la legge Bossi-Fini (spacciata per legge severa e repressiva quando invece è estremamente inclusiva) ne abbiamo avuto un esempio lampante. 
È interessante fermarsi a riflettere sul fatto che per la stragrande maggioranza degli immigrati l’ingresso e la legalizzazione della propria presenza in un paese europeo passa inevitabilmente per menzogne e sotterfugi burocratici, il che non è esattamente un bel biglietto da visita.

Questa ambiguità continua a perpetuarsi ed ora sta raggiungendo il suo apice. 
Sua Santità Angela Merkel ha invitato i profughi a raggiungere la Germania senza alcuna limitazione, con grandi applausi di tutta la piddineria internazionale. Allo stesso tempo però la Germania non fa assolutamente niente per andare a prendersi questi profughi, evitando loro di doversi avventurare in una pericolosa traversata e marcia forzata fino all’Eldorado tedesco.

O meglio, li raccoglie con le navi nel Mediterraneo poi li sbarca in Italia, che "non è affatto invasa", salvo poi pretendere la selezione del migrante e la prelazione su quello di prima scelta al Brennero.

Infatti. In Grecia sarebbero felici di accogliere voli charter destinati a trasportare i profughi direttamente in Germania; a Idomeni l’arrivo degli autobus per l’aeroporto sarebbe accolto tra gli applausi e invece non accade niente di tutto questo, perché “solo chi arriverà alla frontiera tedesca sopravviverà” in questi "Hunger Games" europei gentilmente sponsorizzati dall’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite e dalle tante organizzazioni non governative dispiegate lunghe le rotte di viaggio attrezzate per l’impresa.

Siamo già molto cattivi: se ci pensi bene, per il migrante avere successo in questo viaggio vuol dire tenere duro a livello fisico e mentale, essere cinici, cattivi, lasciare indietro i più deboli, fingersi deboli e bisognosi ogni volta che serve (di fronte ai fotografi, ai volontari delle ONG), dimostrare forza e determinazione contro la polizia quando c’è bisogno ed essere capaci di negoziare con i trafficanti. 
Quindi, se escludiamo le famiglie complete, le donne sole e i bambini – che come sappiamo sono una piccola minoranza del totale – sono solo “i migliori” a farcela. 
Tuttavia, se oggi siamo cattivi, in futuro dovremo inevitabilmente esserlo molto di più, e soprattutto dovremo essere molto meno ipocriti. 

Verrebbe da chiedersi: come è possibile che le anime candide non si inquietino di fronte a queste “marce della morte” e al grande e crudele gioco di sopravvivenza con in premio la selezione della specie e il carrarmato da costruire personalmente in fabbrica in Germania? La solita amnesia storica, eh?

Tornando al generale Jean, egli nomina il caso Regeni. Ti sei fatto una tua idea in proposito?

F. Questo sì che è un argomento difficile perché a oggi ancora non posso dire di essermi fatto un’opinione relativamente decisa a riguardo. Sono tanti gli aspetti oscuri di questa vicenda e sono tanti i depistaggi dei governi, dei non governi e dei media che di giorno in giorno contribuiscono a rendere sempre più difficoltosa una lucida analisi dei fatti e degli scenari. Giulio Regeni è diventato nel giro di pochi giorni un’eroe civile con un volto da mettere su magliette, striscioni e bandiere alla testa di marce popolari indignate e implacabili. In poche parole, è diventato subito un brand e questa cosa nella mia mente leggermente deviata porta subito a pensar male. 

In nome della “verità per Giulio Regeni” sì è rapidamente costruita una campagna di comunicazione, sponsorizzata dalle ONG più prestigiose, che sta avendo eco ovunque, dai giornali al mondo dello spettacolo, fino ai campi di calcio. Oggi addirittura sentivo che il colore giallo è diventato sinonimo della lotta per avere la verità per Giulio Regeni, lo stesso colore giallo che il brand di Amnesty International ha sempre avuto e che adesso sembrano un tutt’uno. Vista in questa ottica, la strategia di marketing è stata eccellente (pensa che a me invece quella tonalità di giallo fa pensare a Hezbollah…)



Il solito malpensante...

F. Partiamo da quello che sappiamo: Regeni è stato trovato sul ciglio di una strada con i pantaloni calati e il corpo – volto compreso – brutalmente sfigurato dalle ferite inflitte per torturarlo. Il corpo è stato ritrovato (diciamo fatto ritrovare) dopo alcuni giorni che il ragazzo era scomparso proprio nel giorno in cui la delegazione italiana era in visita al Cairo. 
Ora, già in questo ci sono molte cose che devono far riflettere. 
Al di là del timing perfetto, che non può essere casuale, mi risulta molto difficile pensare che a uccidere Regeni sia stata la polizia o l’intelligence egiziana su ordine diretto dei superiori. Sicuramente questo ricercatore disturbava e non piaceva alle autorità, sicuramente lo avevano individuato (facilmente, perché se sei l’unico uomo bianco alle “riunioni semi-clandestine dei sindacati egiziani” non passi esattamente inosservato), ma il governo egiziano – come tanti altri – in questi casi ha l’abitudine di espellere gli studenti occidentali che sono considerati militanti politici, analisti per servizi d’informazione o addirittura spie. Prendere Regeni, trovare un pretesto qualsiasi per incriminarlo di qualcosa e caricarlo su un aereo diretto a Roma con un foglio di via avrebbe creato molte meno complicazioni al governo egiziano rispetto a quanto è avvenuto. 

Tutto questo ragionamento al netto dell’effettiva “pericolosità” o capacità di disturbo di Regeni. Questo è il famoso articolo sui sindacati egiziani scritto sotto pseudonimo. Capisco la scelta di non voler firmare l’articolo, il tema è delicato, leggilo, ma qui non c’è scritto niente sulla mano pesante del regime di Al-Sisi che non sia già stato detto dagli inviati delle principali testate internazionali; e, da quanto ho potuto approfondire, quella riunione sindacale non è stato quell'evento così segreto e inafferrabile che l’intelligence egiziana non avesse potuto monitorare e identificare senza dover strappare le unghie a un giovane ricercatore occidentale molto intraprendente. 
In questa puntata – estremamente mainstream – di "Petrolio", andata in onda pochi giorni fa ci sono tutte queste informazioni, si vede il luogo dove è avvenuta la riunione, alcune delle persone coinvolte, viene mostrato uno spaccato di quel mondo dei venditori ambulanti del Cairo che Regeni stava osservando. 

Se invece per qualche motivo fosse successo che i servizi di sicurezza avessero deciso di uccidere “il pericoloso” Giulio Regeni, beh, la realtà egiziana mi porta a pensare che quel ragazzo non sarebbe mai stato ritrovato, mai. Nell’Egitto di Al-Sisi sono già sparite molte persone, la repressione del dissenso ha raggiunto livelli molto superiori a quelli di Mubarak. Se i servizi di sicurezza avessero deciso che il ragazzo andava proprio eliminato fisicamente, sarebbe sparito per sempre. 

In effetti il suo ritrovamento, in quelle condizioni, pare un preciso messaggio a chi ha occhi per vedere e orecchie per intendere. 

F. Certo. Per come la vedo io, chi ha ucciso Regeni voleva anche che il suo corpo fosse trovato e che le torture fossero evidenti. Da questa storia l’apparato statale egiziano nella sua interezza non trae alcun beneficio da questa uccisione, per il Cairo questo è un vero e proprio disastro; anche per i servizi segreti egiziani la morte di Regeni è un enorme smacco. 

Dal canto loro, fin dall’inizio, dal Cairo ci propinano versioni di comodo semplicemente inaccettabili. Si è cominciato col dire che Regeni era morto per incidente stradale, poi si è tirata fuori la pista dell’omicidio omosessuale, fino ad arrivare alla sparatoria con i colpevoli tutti ammazzati e le prove in casa (una versione giustamente definita inaccettabile, anche se assomiglia molto alle versioni dei fatti sulla cattura degli attentatori di Parigi e Bruxelles). 

Il governo italiano fa bene a pretendere la massima collaborazione dal Cairo, ma quella che dobbiamo scoprire è la verità, non “la verità vera” chiesta da Amnesty International, quella che vede Al-Sisi direttamente coinvolto nell’omicidio. Il massimo della ritorsione diplomatica che dovremmo applicare al governo egiziano è quella di mettere l’Egitto tra i paesi non sicuri per i viaggi (una realtà difficile da discutere), con conseguente contraccolpo sull’industria turistica egiziana, ma senza compromettere le relazioni commerciali e strategiche, relazioni che – è bene ricordarlo – dovranno sopravvivere all’epoca Al-Sisi così come sono sopravvissute all’epoca Mubarak e all’infausta parentesi di Morsi. 

Per quanto possa suonare cinico, Giulio Regeni non era un rappresentante diplomatico dell’Italia, era lì a fare ricerca per conto di un’Università britannica a cui andrebbero chieste con la stessa decisione usata con il Cairo spiegazioni dettagliate sugli incarichi assegnati al ragazzo, un ragazzo che non era una spia e che temo invece sia finito vittima di disegno che ha visto in lui una pedina sacrificabile per farne un martire da usare a fini politici. 

Fini politici attraverso manovre di intelligence. Anch'io ho l'impressione che quello sfortunato ragazzo un po' troppo fiducioso dei suoi contatti a Cambridge sia stato usato senza scrupoli ("dagli amici mi guardi Iddio...") e la cosa tragica è che probabilmente non aveva proprio nulla da confessare ai suoi torturatori. E' possibile, mi domando, ottenere la "verità" quando chi l'ha massacrato ci ha così tragicamente fatto capire quanto poco contiamo sullo scacchiere internazionale?
E qui veniamo al perché l'Egitto è così importante, a parte le piramidi.

L’Italia è un alleato cruciale dell’Egitto, per l’estrazione di gas ma anche in relazione alla nuova Libia. E' un paese troppo importante per lasciare che esploda come sono esplose Libia e Siria. Purtroppo, Regeni o non Regeni, va comunque detto che “la stabilità” del governo Al-Sisi è falsa e basata solo su un pugno di ferro che non può funzionare per sempre. L’Egitto è una polveriera che esploderà. Non c’è generalissimo e uomo forte che possa tenere a bada quasi 90 milioni di abitanti di cui la stragrande maggioranza è giovane, affamata e con le pezze al culo.

L’Egitto va aiutato e coinvolto nelle relazioni internazionali anche a costo di mandare giù dei bocconi molto amari. Portare il Cairo all’isolamento potrebbe essere la scintilla per una nuova rivoluzione egiziana, rivoluzione che aprirebbe un vaso di Pandora tanto esplosivo da far sembrare la Guerra in Siria e l’esodo dei profughi Siriani il timido antipasto di un sontuoso banchetto. Una nuova rivoluzione in Egitto si produrrebbe subito in un’ondata di violenza che porterebbe il paese a una guerra civile con un esodo in stile albanese in grado di cambiare per sempre non solo il Nordafrica e il Medio Oriente ma l’intero continente Europeo.

Dal giallo all'arancione e poi al rosso sangue...

La scelta sta a noi: gestire i rapporti con un governo autoritario ma prevedibile, come l’attuale governo dell’Egitto, o contribuire a scatenare l’inferno per poi ritrovarsi a piangere sul dittatore versato.



Lameduck ft. Federico Nero.



Titoli di coda.






26 commenti:

  1. Anonimo20:55

    Era gia' un po' che stavo aspettando la ministra... non dubitavo che sarebbe arrivata. Dopo quella dell'altro norvegese che piangeva per il suo stupratore, comincio a pensare che Breivik non avesse tutti i torti a volerli ammazzare fino da piccoli.

    Notare la tuta che si usa nei freddi mari del Nord. Man in man si prendesse un raffreddore nell'Egeo... I vichinghi non me li ricordavo cosi' freddolosi.

    G.Stallman

    RispondiElimina
  2. Anonimo20:59

    PS
    ci scommetterei che a Francesco lo faranno camminare sulle acque in diretta tivvi'.

    RispondiElimina
  3. Amichetta23:39

    Un piccolo dettaglio su Regeni dimenticato da tutti: la "fidanzata" ucraina. Ucraina, anche lei, come la misteriosa "fidanzata" del politologo morto ammazzato su un ponte a Mosca (diedero subito la colpa a Putin).
    Dell'ucraina non c'è traccia, anche se avrebbe fatto comodo vederla piangente in TV. E' sparita a Kiev e non se ne è saputo più niente.
    Era lei, l'handler?

    RispondiElimina
  4. Anonimo23:58

    Ce stanno a cojona'

    Italico

    RispondiElimina
  5. Anonimo01:42

    La foto della "ministra" norvegese non credo che abbia alcuna relazione con i migranti. La ministra nella foto sta molto probabilmente solo facendo un "corso di sopravvivenza" (chiamiamolo così per semplicità) per avere una certificazione, obbligatoria per potere recarsi su una delle tante piattaforme petrolifere norvegesi. La "survival suit" ovviamente serve per le acque gelide del Mare del Nord o del Mare di Barents.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anonimo08:42

      Invece ce l'ha: http://www.rsi.ch/news/mondo/Un-bagno-di-critiche-7239851.html
      La sopravvivenza nell'Egeo non richiederebbe mezzi simili, nemmeno in inverno. Esperienza personale. Probabilmente sara' stata una trovata pubblicitaria per edulcorare i nuovi provvedimenti svedesi in materia migratoria e recuperare immagine, nondimeno, il lancio della notizia e' quello riportato.

      G.Stallman

      Elimina
    2. "Non credo, molto probabilmente."

      Poraccio, ci hai provato.

      Elimina
  6. Anonimo14:05

    Il livello di balle propinate dai nostri regnanti serve per testare il livello intellettuale dei sudditi. Al momento via libera anche per le più incredibili.
    lr

    ( Conservo la foto del generale Colin Powell mentre agitava in audizione al senato usa la fialetta contenente the verde - alias arma chimica di Saddam - poi disastro totale in Iraq infine l'anima bella di Blair:ci siamo sbagliati. Tutto ok ).






    RispondiElimina
  7. welcome to italy

    REVEALED: Inside the 76-page guide handed to migrants to evade borders through EU

    A COMPREHENSIVE handy guide is being dispersed among migrants giving them tips on how to evade borders to travel through the promised land of Europe.

    RispondiElimina
  8. Giunti a questo punto mi aspetto di vedere la terza carica dello Stato gettarsi nel Mare Nostrum per dare il buon esempio,..

    Hei, hei ma con una pietra attaccata al collo. Sappiamo tutti che l'oca in acqua galleggia di suo!

    RispondiElimina
  9. E ecco l'ultima 'pensata':

    L’Italia (e come lei tutti gli Stati dell'Unione) dovrà registrare e identificare chi arriva, sino al raggiungimento del 150% della quota stabilita. A quel punto scatterà la condivisione con gli altri Paesi, che dovranno, a loro volta, accogliere i profughi. Qualora si rifiutassero di farlo dovranno sborsare una cifra importante, si parla di 250mila euro per ogni profugo rifiutato. Ma l'importo potrebbe cambiare.

    Profughi, l'ultima dell'Ue: stangata a chi non li accoglie

    Forza, forza avanti così che il Paradiso ci aspetta a braccia aperte.
    Del resto noi europitechi, ormai cacchiani fino amidollo, dovremmo essere lieti di abbandonare 'sta valle di lacrime per andare a sedere alla destra del padre e sotto il culo del nonno.
    Islam liberaci, liberaci da 'sta merda!

    Mai e poi mai avrei pensato di arrivare a questo punto: invocare il martello per salvarmi dall'incudine

    RispondiElimina
  10. 'An ENORMOUS mistake' Italy threatens Austria over shutting migrant borders across Alps


    I governanti attuali italiani non sono solo un rischio per l'italia ma per tutta l'europa. Queste puttane di merda stanno distruggendo in pochi mesi tutto quello che i vecchi italiani dopo il 1945 hanno costruito in decenni di lavoro è sudore.
    Per l'ennesima volta l'italia per causa del incapacità è imbecillità dei loro governanti di merda di fare la figure di merda in tutta europa è persino tutto il mondo. Remember Mussolini che entrò in una Guerra d'attaco senza avere minimamente i mezzi è il personale a disposizione per condurre una guerra del genere. I risultati si sanno, sconfitta a tutto campo, non solo fisica ma anche morale.

    RispondiElimina
  11. Bboni, che a Washington stanno lavorando per noi.

    RispondiElimina
  12. Anonimo20:56

    Solo ora mi sovviene che da militare mi avevano equipaggiato, tra le altre carabattole, con una muta stagna marca Viking, prodotta in Norvegia. Roba di alta classe che costava un botto. Dopo una breve ricerca, ho trovato la muta di sopravvivenza della ministra: e' appunto prodotta dalla norvegese Viking e... costa anche lei un botto. Da paranoico qual sono non vorrei che lo spot ministeriale preludesse ad una fornitura di mute per equipaggiare piu' modernamente il migrante e renderlo un po' piu' galleggiabile. Si sa infatti che i negri centro-africani (soprattutto) non hanno nemmeno mai visto il mare ed hanno lo stesso galleggiamento di un'ancora. Accanto agli inservibili giubbotti salvagente che le botteghe turche vendono a tonnellate ai migranti potrebbero apparire anche queste Ferrari made in Norway. Unico deterrente, oltre al costo proibitivo, il QI del migrante stesso. Infatti la vestizione e' piuttosto lunga e complessa e richiede personale specializzato, oltre ad una specifica preparazione su come gestire l'accrocchio. Non e' che la metti ad una capra e quella galleggia...

    G.Stallman

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sono certificate a prova di Carcharodon carcharias?

      Elimina
  13. Anonimo10:40

    Pare che la bestiola si mangi muta e contenuto senza patirne un granche'. Se ti sta a cuore la salute dello squalo. E poi i vichinghi sono noti per la loro sensibilita' ambientale, quindi e' probabile che il neoprene sia eco-compatibile: in due o tremila anni viene naturalmente riassorbito. Meglio ancora se dopo qualche eruzione vulcanica. Gli e' che nelle regioni artiche la fauna e' ancora leggermente diversa (non ci vive il pangasio nostrano). A certe latitudini quelli della famiglia che citi esercitano prevalentemente fuori dall'acqua. Comunque mandiamo un feed back ai norvegesi perche' facciano le modifiche del caso. Si parla di materiali avveniristici, come la ghisa...

    G.Stallman

    RispondiElimina
  14. Regeni: secondo me, trappolone anglo.
    Ne ho scritto a caldo qui:

    http://www.poliscritture.it/2016/02/18/scrap-book-dal-web-il-caso-di-giulio-regeni/

    http://www.poliscritture.it/2016/02/09/i-quaderni-di-italo-ii/

    RispondiElimina
  15. Anonimo23:28

    Cazzo Lame, ti avevo promesso che un giorno avrei letto tutto il tuo blog, ma più vado indietro e più trovo la parola migrante condita da tanto tanto odio.

    Sei la stessa Lame del 2009 o ti hanno rapita gli alieni e ti stanno condizionando la mente con le scie chimiche tramite Haarp? E i marò?

    Veramente, che schifo.

    Contenta la mia "psicologa", contenti tutti.

    RispondiElimina
  16. Anonimo10:53

    Secondo me non andrebbe sospesa la terapia. Suggerirei di intendere il "migrante" come correlativo oggettivo.

    G.Stallman

    RispondiElimina
  17. E questa la sapevate?


    LA FOLLIA DELLA SINISTRA ITALIANA :”LA SHARIA EMANCIPA LE DONNE”

    Un estratto:
    A Milano la sinistra sponsorizza la sharia. E lo fa attraverso convegni, progetti culturali e dotti incontri.
    ....
    l’assessore comunale alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino ha partecipato alla presentazione del Progetto Aisha si cui Palazzo Marino è tra i principali sponsor.


    Il resto leggetevelo voi perchè io non ce l'ho fatta.
    Meno male che la giunta Pisapia questa estate se l'avrà portata via!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anonimo13:03

      Alla faccia dello "Stato laico"... Comunque non basta cambiare giunta, e' inutile farsi illusioni, il motivo del contendere non e la religione, ma la gente che pratica una certa religione. Una volta accertato che di tale gente non abbiamo alcun bisogno, il problema si risolve da se'. A meno che la conversione non venga resa obbligatoria. Vedi la prima riga...

      G.Stallman

      Elimina
    2. Aisha, come la moglie bambina di Maometto. Tout se tient.

      Elimina
  18. I renzini,i mattarella, i papà libertadores...i negrieri del 2000. Gianni z.

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...