domenica 24 aprile 2016

Il buonismo nuoce gravemente ai neuroni



Robert Fisk, che normalmente sarebbe anche un ottimo giornalista, se ne è uscito con questo titolo:

"When we mourn the passing of Prince but not 500 migrants, we have to ask: have we lost all sense of perspective?"

Ovvero: "Quando piangiamo la morte di Prince ma non dei 500 migranti, dovremmo chiederci: abbiamo forse perso il senso della prospettiva?" 
Il relativo articolo, pubblicato sull'Independent, può essere riassunto così: "Perché non vi sentite in colpa per esservi dispiaciuti per la morte di Prince e non dei 500 migranti annegati l'altro giorno?" 
I lettori dell'Independent, nei commenti, gli hanno già risposto a tono e con ottime argomentazioni, ma vorrei, per senso di prospettiva e rispetto, fargli rispondere in primis da Jean-Jacques Rousseau:



Da parte mia, ammetto di fare molta fatica a seguire Fisk nel suo ragionamento benaltrista, perché mi immagino quanto gliene potrà fregare, al paese di quei migranti, se muoiono 500 di noi o della Papuasia e anche Prince. E li capisco, perché il razzismo e il cazzomenefreghismo sono sempre fenomeni bivalenti e reciproci - ma Fisk finge di non saperlo. Vorrei quindi rivendicare il principio universale di potersene appunto fregare al mondo gli uni degli altri e ancor maggiormente quanto più distanti siamo e vorrei fosse considerato un diritto inalienabile dell'Uomo. Tra l'altro è proprio quando smettiamo di ignorarci e usciamo dal nostro territorio per invadere quello altrui che scoppiano le guerre. Chissà perché. Rivendico altresì il diritto inalienabile di potersi dispiacere e magari piangere se qualcuno che ha fatto qualcosa per il mondo, fosse solo l'aver scritto canzoni, viene a mancare.

In pratica invece, secondo il cittadino del mondo Fisk, saremmo delle pessime persone, anzi dei nazisti, per aver dato nel lutto la precedenza emotiva, notoriamente poco governata dalla razionalità, piuttosto che a dei perfetti estranei, ad un compositore e polistrumentista che rasentava la genialità, dalla tecnica chitarristica mostruosa, che ha, più semplicemente, accompagnato la nostra giovinezza, ci ha emozionato ed esaltato, consolato con la propria musica nei lunghi anni di depressione (nel mio caso) e che, per colmo di sfortuna, è morto ancor giovane e quindi soggetto alla nota mitizzazione di chi, lasciando questa valle di lacrime troppo presto, risulta caro agli dei. 
Non lo sa Fisk che i menestrelli, i guitti e gli sportivi che alleviano le nostre tristi vite ci sono diletti perché diventano parte di noi e del nostro vissuto in base a ciò che essi ci danno, sia esso arricchimento culturale o semplice ricreazione o emozione?  Che può succedere che ci dispiaccia più della morte di David Bowie che della suocera o del vicino di casa proprio per ciò che Bowie ci ha dato e loro no? E che ciò è un fenomeno perfettamente normale? 
Il suo sembra un tipo di ragionamento animalista applicato agli esseri umani, che ne condivide lo stesso assolutismo. Non è amore né altruismo; è parafilia verso l'alieno. 

Che male c'è se l'uomo si rifugia nel culto degli dei e degli eroi morti giovani quando viene tradito perfino dalla propria religione, anch'essa ormai votata all'amore parafiliaco verso il diverso purchessia, in sfacciata antitesi all'"ama il prossimo tuo" (prossimo, disse Cristo, non lontano)?
Si può amare il lontano, il diverso, ma solo dopo averlo conosciuto ed aver avuto il tempo di familiarizzarcisi. Mi permetto di dubitare della richiesta di generosità a priori con obbligo di sparecchiamento e della fratellanza a comando di questi appuntamenti al buio che ci vengono imposti. 

Non sarà, quella di Fisk e dei suoi compari d'anello, oltre all'invidia per il genio, più nefasta di quella per il pene, anche insofferenza nei confronti di una cultura che è vista come degna ormai di scomparire, assieme ai suoi campioni, in vista dell'annichilimento nel pentolone del multikulti senza più identità?
Il dolore straordinariamente cocente per le perdite di Bowie e Prince lo vedo invece come un buon segno, guarda un po'. Significa che l'umanità si sta accorgendo della decadenza in corso, dell'attacco all'identità e alla cultura e, nello specifico, della differenza ormai innegabile tra la musica di ieri e quella di oggi. Dell'abisso che c'è tra il Major Tom perduto nello spazio, la pioggia viola ma perfino le canzoncine degli Abba e il ballo del qua qua e la cacofonia di oggi: la ritmica tribale, i testi a base di "hohoho, wowowo, ahaha", le lagne da muezzin e tutte quelle insopportabili voci femminili istigatrici l'omicidio. La decadenza dal Rhythm&Blues al Pimps&Hookers. La differenza tra la musica che aveva una struttura, un testo, una storia, un ritmo, una melodia, un linguaggio  - o, come si diceva allora, conteneva un messaggio - che era anche sperimentazione e ricerca e la tortura sonora di Guantanamo oggi direttamente nel tuo centro commerciale. Credetemi, si distrugge la domanda interna anche così.


Prince, tra parentesi, qui si mangia Jimmy Page con la chitarra, la custodia e tutto.

14 commenti:

  1. Cara amica Lameduck, brava sei sempre grande.

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  2. Brava Barbara: mai, mai un commento banale! E tutto questo dettato da quello che di grande tu semplicemente ci rammenti: approfondimento, conoscenza, coerenza e identificazione critica. Da tempo sono irritato da quelle inutili voci femminili e dai vocalizzi che, l'ho capito, sono il tentativo di abituarci alle litanie muslimane. D'altronde ci vuole tempo e non, come dici tu appuntamenti al buio, e l'intelligenza permette di legare un filo lungo due secoli tra una manciata di geni trasportata giocoforza da una nave negriera e il sogno di certa musica. Ci vuole tempo e lasciare che le cose accadano per natura non per forzatura. Un abbraccio...

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  3. Anonimo08:50

    Gia'. Chi lo direbbe che l'ha scritto proprio Rousseau ? Gli illuministi dell'epoca avevano ancora la Natura come punto di riferimento. Se il progresso scientifico e tecnologico fosse stato pari al nostro, avrebbero scritto le stesse cose ? Io ne dubito. La comunita' deve essere chiusa per essere veramente tale; il che la rende molto simile ad una vera e propria razza che in tempi lunghi finisce davvero per diventare. La distinzione che fa R e' tra Cittadino e Uomo, con il che intende l'uomo civilizzato e l'uomo naturale. E' ovvio che piu' che di protezione della razza, si tratta qui di protezione della civilta' da cio' che puo' riportarla allo stadio primitivo. E' una visione assolutamente progressista. Ma, fondamentalmente, il razzismo del passato era lo stesso di R. Si trattava di questo, quando si intendeva che i bianchi erano superiori ai neri: il colore era inteso come il segno distintivo della civilta'. Cio' avrebbe potuto avvenire anche a parti invertite ma, naturalmente, non fu cosi'. Che poi la Civilta' debba essere indissolubilmente legata ad una forma di Potere come quella democratica, non sara' mai dimostrato, anzi, e' proprio dimostrato il contrario. Al di la delle estremizzazioni, che fioriscono sempre, e soprattutto nei tempi piu' pericolosi, il vero contenuto dei valori razziali era dimostrato dai fatti stessi. Questo sarebbe il razzismo progressista. Invece, quello che oppone una razza ad un'altra indipendentemente dal suo portato storico e' il razzismo assoluto. Ed e' questo che viene esercitato nei confronti dei bianchi oggi, su istigazione delle oligarchie anch'esse bianche. Come si vede, nemmeno i razzismi sono tutti uguali.

    G.Stallman

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  4. Hai ragione, personalmente uno dei più bei ricordi fu la scoperta di un ragazzo (20) quando ne aspettavo un altro (10):

    http://youtu.be/osC0p-A8wQ4

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  5. Anonimo10:09

    Sto con Fisk. Il tuo articolo non è diverso del suo. Lui parla di empatia, tu non. La "civiltà" europea si vuole la migliore del monde, quindi di lei ci si aspetta di più:

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    1. Io da chi commenta sul mio blog pretendo che si firmi con un nome qualsiasi. Mi aspetto di più, appunto.

      P.S. L'empatia per gli eserciti di invasione mi mancava.

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  6. Andrea Randi10:50

    Ciao Barbara, seguo con interesse il tuo blog da qualche tempo e ti faccio i complimenti per la scrittura profonda e scintillante, vorrei fare solo un timido commento sul confronto Prince-Page: non sono paragonabili, e non è questione di tecnica, perchè esistono chitarristi elettrici che per virtuosismo si bevono Paganini, ma se parliamo di creatori di mondi nulla e nessuno si avvicina alla Santissima trinità Hendrix-Clapton-Page. Detto questo ho visto Prince a Milano ed é stato il concerto più esaltante e incredibile che mi sia capitato di vedere, é stato un artista formidabile,polistrumentista eccellente, anche lui creatore di un universo sonoro, ma non dal punto di vista chitarristico, mi spiace. Ti concedo che Page dal vivo non era il massimo della precisione, ma nei primi tre album degli Zeppelin dal punto di vista compositivo non c'è frase di chitarra, elettrica o acustica che si discosti dalla perfezione.
    Andrea Randi

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  7. Anonimo01:13

    Si può amare il lontano, il diverso, ma solo dopo averlo conosciuto



    Ad esempio a me "frega un cazzo" anche di prince proprio perche' non lo conosco e non lo conosco perche' , avendo avuto percorsi emotivi " diversi" ,non ha mai attirato la mia attenzione.
    Per il resto frisk e' solo quello che corrisponde al suo stipendio . Se e' pagato dal sistema viene retribuito per quanto lavora per il sistema. E questo vale per tutti gli " intellettuali" .
    ws

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  8. Anonimo07:18

    Ho scoperto per caso il blog e l'ho trovato molto interessante.
    È sempre stato raro trovare chi ragiona con la sua testa, oggi è quasi sovversivo... dell'ordine (dei rincojoniti) costituito.
    La seguirò, anche attraverso Twitter
    Mauro Corezzi (Cesena)

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  9. Aridatece le miss "voglio la pace nel mondo"... almeno sso' bbone! Qui il livello e' 1) piu' basso 2) ipocrita al di la' di ogni orizzonte degli eventi! Adesso devo piangere per chi piace a loro, e non per chi manca a me! Questo rivoltare dentro-fuori, i diritti pubblici di una persona (istruzione, sanita', lavoro) te li ficcano sappiamo dove, perche' e' dentro di te che devi trovar la forza per meritarteli, mentre i miei privatissimi c..zi, dalle abitudini sessuali al sentimento di empatia per chi c..zo voglio io, no tutto questo diventa pubblico e soggetto a leggi ferree - perche' moralmente ineccepibili per definizione! Aiuto!

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