mercoledì 10 settembre 2008

L'11 settembre, Tommaso e il santo prepuzio

In fondo cosa chiedono mai coloro che non si sono convinti in questi sette anni della bontà e della credibilità della versione ufficiale dei fatti dell'11 settembre e continuano a fare domande su questioni di non poca importanza come, per citarne solo una, "perchè quel giorno tutte le agenzie governative americane hanno dormito e nessuno dei loro funzionari è stato licenziato con ignominia per questa gravissima negligenza?"
Chiedono solo che le loro perplessità vengano fugate con spiegazioni semplici ed oneste, tutto qui. Auspicano un'altra commissione governativa, non quella specie di "Commissione Warren 2 la Vendetta" che ha redatto un corposo quanto inutile Rapporto ufficiale. Lo ha ammesso anche il presidente della stessa Commissione, il quale ha dichiarato che è necessaria un'ulteriore indagine per stabilire tutta la verità su quella tragedia.

Se tutto fosse stato chiaro e lineare quel giorno, se per esempio avessimo assistito ad una battaglia aerea con dei caccia intercettori disperatamente all'inseguimento di almeno due dei quattro aerei dirottati; se non avessimo visto un Presidente degli Stati Uniti perdere minuti preziosi a cazzeggiare in una scuola elementare e rimanere vigliaccamente in volo sull'Air Force One fino a tarda sera invece di precipitarsi a prendere in mano l'emergenza; se non avessimo saputo che i membri del governo cominciarono a prendere i pastiglioni di "Cipro" un mese prima che scoppiasse la crisi dell'antrace; se non avessimo, infine, visto crollare quelle due torri in maniera perfettamente identica e non ci avessero detto che è stato solo a causa della fiammata degli aerei, non ci sarebbe bisogno di alcuna teoria della cospirazione.

I dubbi su Babbo Natale ti vengono quando i genitori continuano a dirti che il vecchio passa per il camino con tanto di sacco dei regali e tu non hai nemmeno il caminetto.
Così i dubbi sull'11 settembre nascono quando ti rendi conto che la spiegazione non regge ma vogliono che tu la creda per forza perchè è così, perchè non si discute.
Ormai possiamo tranquillamente affermarlo, sull'11 settembre non è permesso avere dubbi. E' come mettere in discussione la verginità della Madonna. E' un dogma che ha i suoi solerti difensori, alcuni volontari, altri a pagamento.

Io amo (in senso ironico) i debunkers ed i loro siti pizzaware.
Per loro, chiunque cominci a parlare di 11 settembre con un "ma perchè.." è un complottista. Cioè saltano subito alle conclusioni, il che dimostra il loro pregiudizio. Pubblicano libri che si intitolano "La cospirazione impossibile". Non esistono cospirazioni impossibili ma tant'è, il titolo è un atto di fede.
Non esiste il complottismo, come lo chiamano loro, quella specie di odioso negazionismo della cristallina onestà di Bush e soci, esiste solo la richiesta di chiarezza. Parlare di complottismo e definirlo ripugnante significa non voler dare risposte ma difendere il dogma, farsi sacerdoti dell'unica verità rivelata, quella ufficiale.
C'è più religiosità di quanto si immagini, nell'11 settembre. La propaganda utilizza gli stessi strumenti che servono per la diffusione del dogma religioso, compresa la condanna dell'eresia. Non dispongono ancora dei roghi ma non mettiamo limiti alla provvidenza.
I difensori dell'ortodossia neocon assomigliano a quelli che nel medioevo ti strappavano gli occhi perchè non volevi credere che la terra era piatta e che nel Novecento ti spedivano in qualche campo di rieducazione per farti diventare una vera pedina del sistema.

Il caro vecchio Tommaso era uno che, poveretto, non si accontentava di credere ma voleva una prova. Era uno scienziato, in fondo. La scienza si nutre di dubbi, di messa in discussione di teorie che ieri sembravano intoccabili.
Se ci fate caso non è che viviamo un periodo di grandi progressi scientifici e la scienza viene vissuta come qualcosa di stregonesco, di confondibile con la ciarlataneria, che scatena paure irrazionali. Il motivo di questo clima antiscientifico è che viviamo un momento di involuzione culturale dove i regimi governano brandendo le armi della paura e della superstizione. Basti pensare al grande spauracchio, Osama Bin Laden. A nessuno viene il dubbio che il tizio sia morto, visto che non è più apparso in pubblico dal 2001?



Tutto ciò che necessita, per legittimarsi, di atti di fede (ad esempio il calore del carburante che polverizza due grattacieli di acciaio e cemento armato), per definizione non ha niente di logico o di scientifico, può solo essere accettato acriticamente. Eppure i debunkers a tempo pieno sono convinti che il loro ripetere meccanicamente la storiella sia sufficiente a spiegare tutto e si incazzano se ancora non sei convinto. Allora sei proprio scemo, stronzo di un complottista!
Ti fanno vedere un foro d'uscita perfettamente tondo nel Pentagono e tu devi credere che un Boeing ha trapassato come un missile diversi strati di cemento ultrafortificato, uscendo poi dall'altra parte (praticamente intatto?)

E' come quando ti mostrano una reliquia rinsecchita in un'urna e ti dicono che è il Santo Prepuzio. Non è importante se quel lembo di pelle appartenga veramente a Lui, l'importante è credere che lo sia. E' un atto di fede e come tale non si può mettere in discussione.
Alla faccia di Tommaso.


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martedì 9 settembre 2008

Non ci sono più i russi di una volta, dice

Che cos'è quella sottile inquietudine, quel filo sottile di ansia che mi prende allorchè dalla finestra aperta sento provenire quelle voci che parlano in russo nel cortile di casa mia? Non mi succede lo stesso se sento parlare inglese, arabo o senegalese.

E' un po' l'effetto che, negli anni settanta, faceva la lingua tedesca ai nostri genitori e parenti ancora memori della guerra.
Me lo ricordo benissimo, al mare d'estate. Se il vicino d'ombrellone teutonico alzava un po' la voce con i kinder, gracchiando un "strunzachtfunfkunstengeselshafftscheissevierden!", vedevi il nonno sussultare, aggrottare le sopracciglia e borbottare infine "Boia di tugni'!.." (tedeschi, n.d.t.)

Perchè a me capita la stessa cosa oggi con la coppia di badanti della mia vicina, (li chiameremo Ivan e Svetlana), anzianotti e per altro assolutamente inoffensivi (spero)?
Non sono cosacchi e nemmeno usano far abbeverare i cavalli alla fontanella del giardino, eppure mi sorprendo, vergognandomene, a guardarli con sospetto. Non nascondo che si tratta proprio di sindrome da accerchiamento quando lei mi osserva di rimando con un'espressione da "io ti spiezzo in due" (ho il vago sospetto che la cosa sia reciproca).

Il motivo di questa reazione non sarà perchè sono venuta su in un periodo in cui dire russo significava solo ed unicamente nemico? E per giunta mica un nemico così ma uno che ti avrebbe volentieri distrutto senza dire "ba" con un bel fungo atomico velenoso facendosi una risata molto carasciò.
Non sarà perchè guardando quegli emozionanti film di fantascienza americani anni cinquanta sugli ultracorpi non mi era sfuggita, come a tutti gli altri spettatori, la rozza metafora? I baccelloni non sono baccelloni in realtà, sono i russi, che vogliono invaderci e distruggerci, portandoci via tutto ciò che abbiamo.
Ricordate, tanto per dirne una delle più recenti, l'angosciante canzone sfilacciamaroni di Sting, "Russians", dell'era reaganiana?


Sono passati tanti anni. Da un giorno all'altro i russi sono ufficialmente diventati amici con i quali fare lingua in bocca, non sono mai stati comunisti (ma quando mai) ed è stato permesso loro di invaderci in forma strisciante, sotto forma di corpulente signore di una certa età che a volte si portano dietro i mariti (sicuramente ex Armata Rossa, forse addirittura ex KGB). A queste Stevlane affidiamo con assoluta fiducia addirittura i nostri vecchi ed amati genitori.

Non ci sono più i russi di una volta, dice.

L'ex canaglia del KGB dalla coscienza foderata d'amianto frequenta i salotti buoni e piscia nei cessi dorati nelle ville dei più virulenti anticomunisti. Con una enorme ed ipocrita spugnona si sono cancellati quarant'anni di guerra fredda perchè faceva comodo così.

L'inconscio però è una brutta bestia e l'imprinting un grandissimo figlio di puttana. Non puoi fregarli tanto facilmente. Dopo che hai martellato per anni un concetto nel cervello della gente non puoi pretendere di farlo sparire da un giorno all'altro con una specie di "Se mi voti ti cancello".

Proviamo a fare dello sporco relativismo. Quei signori badanti, la matrioska e l'ex tovarish, hanno una certa età e, facendo una botta di conti anagrafici, quando sono nati la prima cosa che hanno visto erano i baffoni di Stalin. Altro che Konrad Lorenz.
Chissà quante volte hanno sentito parlare a scuola degli imperialisti, degli sfruttatori del proletariato e si sono sentiti raccontare che gli amerikanski e i loro servi europei li avrebbero volentieri distrutti senza dire "ba" con un bel fungo atomico velenoso facendosi una risata very cool.
Quindi, se noi siamo stati allevati a latte e "maledetti russi", loro sono venuti su con l'idea che noi eravamo dei capitalisti di merda. E' un pensiero che dobbiamo accettare, che ci piaccia o no. Ecco perchè dicevo che il guardarsi in cagnesco era reciproco.

Va bene ma, che problema c'è? Non sono più comunisti, dicono. Non c'è più pericolo.
Mah, se parli con loro capita molto spesso che venga fuori una certa nostalghija dei tempi andati. Stavano meglio quando stavano peggio, insomma. Allora un pezzo di pane ammuffito ma sicuro l'avevano, oggi nemmeno quello.
Stai a vedere che l'unico modo per riavere una sinistra in Italia sarà dare il diritto di voto a Svetlana ed Ivan. Molto, molto carasciò.



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domenica 7 settembre 2008

Sarah prendi il fucile

Certo che ci faccio un post, come mi ha suggerito di fare un lettore (anonimo, mannaggia!) a margine dell'ultimo articolo su Sarah Palin segnalandomi la chicca. Purtroppo, controllando su Google se c'era una versione migliore della foto ho scoperto che quella pubblicata da Liberazione del 5 settembre a pagina 8 (cliccare sulla versione pdf) è un clamoroso fake, come dimostra questo articolo americano e la prova di cui sopra.

La pupona ama le sputafuoco, è vero, ma quella nella foto che la ritrae in bikini a stelle e strisce e fucilone (non a tappo ma a full metal jacket) a bordo piscina non è una sua tipica posa, come imprudentemente ha sottotitolato l'articolista del giornale ma solo plausibile. Comunque falsificata a mezzo Photoshop.

Giusto per non creare equivoci, il filmato che segue non è una riunione tra i ministri dell'amministrazione Palin, succeduta a quella del defunto presidente McCain, strozzatosi il giorno della inauguration per colmo di sfiga con una patatina incastratasi tra faringe e velopendulo. Non è nemmeno un DVD sulle prossime elezioni americane allegato a "Liberazione" ma un estratto da "Jackie Brown" di Quentin Tarantino.

P.S. Non c'è da stare tranquilli lo stesso. La gnocca con il fucile è una ben consolidata icona americana e se riescono a sparare a degli inermi ed innocenti orsacchiotti americani immaginate cosa riuscirebbero a fare ad un bambolotto iraniano.




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sabato 6 settembre 2008

Buchi neri bollenti

Lo so, siete arrivati qui attirati dal titolo da film blaxploitation porno e vi siete ritrovati sull'orlo di un buco nero a sentir parlare di fisica delle particelle. A cosa ci si deve abbassare per rendere appetibile la scienza!
Del resto, un blog che si chiama l'orizzonte degli eventi, quando c'è da parlare di black holes, non può che inzupparci il pane alla grande con tanto di scarpetta.

Si fa giusto per parlare della stronzata galattica del momento, riesumata a fine estate dai giornali in astinenza di fatti da non raccontare per animare un poco questo mese di settembre ormai notoriamente menagramo per i destini del mondo.

Lo avrete sentito dire da tutti i TG unificati, il prossimo 10 settembre, un buco nero creato dal solito pool di fisici apprendisti stregoni inghiottirà la Svizzera, l'Europa, il mondo e tutto il cucuzzaro. Per fortuna non subito ma poco a poco, partendo da Ginevra e a scarico di lavandino. Tanto per intenderci, quando i milanesi un sabato, arrivati a Como Brogeda non troveranno più la Svizzera dall'altra parte, sapranno che per loro la fine è vicina.
Per questo motivo due signori dalle chiappe accademiche chiacchierate hanno presentato una denuncia ad un tribunale di Honolulu (!) affinchè il giudice fermasse in tempo lo scellerato esperimento.

Cercando disperatamente di ricomporsi e tornare seri, la notizia vera è invece che al CERN di Ginevra sono in programma questo mese degli esperimenti nel nuovo e più grande e costoso acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (LHC).
Costato un po' di più dell'indennizzo di Berlusconi alla Libia, questo enorme bowling di lusso per particelle infinitesimali, dovrebbe aiutare gli scienziati a far luce su una lunga sequela di dubbi teorici sul funzionamento della materia. Non è una bomba a tempo ma niente altro che un enorme giramento di protoni.

Le grandi questioni affidate allo spaccabarioni sono: esiste il bosone di Higgs? Immagino due umarells su una panchina a Bologna chiedersi se c'era bisogno di andare in Svizzera e spendere tanti baiocchi per trovare dei bosoni.
Poi il quesito della SUSY, ovvero dimostrare l'esistenza delle particelle supersimmetriche. Il rischio di creare materia strana formata dagli strangelets. Una sorta di "o famo strano" quantistico. Per non parlare della materia oscura e dei suoi misteri. Il lato oscuro della forza o la forza dell'oscurità del lato?

Da assoluti profani di una materia così complessa, serissima e con due controcazzi così pensiamo che non ci si dovrebbe scherzare sopra sparando puttanate mediatiche.
Però anche voi benedetti scienziati, se vi mettete pure a rappare sul protone...


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venerdì 5 settembre 2008

Come un topo nel formarcio

Quando ero bambina, in casa mia i formaggini erano banditi. O meglio, me li davano ma in dose omeopatica, con la speranza che non mi facessero troppo male. Già allora, quasi mezzo secolo fa, sentivo i miei genitori paventare la presenza di schifezze in quei rettangolini confezionati nell'alluminio. "Li fanno con gli scarti", diceva regolarmente mio padre, scuotendo la testa.

Nell'Italia di oggi, quella dell'informazione adulterata, si riesce a raccontare uno scandalo che all'estero scatenerebbe immediatamente più di una class-action, senza fare uno straccio di nome di responsabile ma grattugiando in un'unica poltiglia i produttori onesti assieme a quei pezzi di merda dei sofisticatori.

E' una sensazione unica cenare con questo gustoso prodotto della natura e sentir parlare la TV di muffe, larve, escrementi di topo senza, ripeto, sentir venir fuori almeno il nome dell'imprenditore siciliano che è stato preso dalla magistratura come un topo in trappola attraverso le intercettazioni telefoniche.
Era lui che riciclava il formaggio sporco facendolo ritornare sulla tavola degli ignari consumatori.
Non è solo un problemuccio con il grattato, per la solita superficialità parishiltoniana dei TG, la realtà parrebbe molto ma molto più inquietante e l'inchiesta in corso sta cercando di farvi luce.

E Lactalis, il megasuperpadrone di quasi tutti i marchi europei, pare coinvolto dell'affaire?
Per carità, non nominare la multinazionale invano, nonostante sia già stata condannata in Francia per truffa e frode alimentare (allungavano il latte, tra l'altro, con l'acqua ossigenata).
Si sa come funziona in questi casi. Si getta il sasso, si accenna, poi si lascia che siano i portavoce delle aziende a smentire il coinvolgimento. Noi non siamo stati. Oro colato, fine della storia e se per caso si tratta di multinazionale, è cassazione.

Visto che viviamo all'interno di un grande cartone animato, dove ogni giorno cadiamo dal Grand Canyon abbracciati ad un razzo ACME ma non ci facciamo un graffio, no, forse non parlavano di vero formaggio, di quello che sto addentando in questo momento e che da domani guarderò con sospetto nel frigo ricordando la saggezza da capo indiano di mio papà ma di cacio virtuale, come quello del quale va matto il topino Remy.


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