sabato 31 marzo 2012

MILF (Masters I would Like to F***), ovvero: non si vive di soli diritti


"Viviamo nell’epoca dei diritti, il diritto al posto fisso, al salario garantito, al lavoro sotto casa, a urlare, sfilare e pretendere. I diritti vanno tutelati ma se continuiamo a vivere di soli diritti, di diritti moriremo. Non si può pretendere un domani migliore senza essere consapevoli che bisogna saperlo conquistare". (Sergio Marchionne, marzo 2012)
Ok, da domani perfezioneremo il rovescio lungolinea alla Federer.

 "Nessuno vuole dare all'impresa licenza di licenziare, non è questo il problema. Il problema è dare una maggiore facilità alle imprese nell'aggiustamento di manodopera, per numeri piccoli e non per numeri grandi, per ragioni che hanno a che vedere con l'andamento economico dell'impresa".  (Elsa Fornero, marzo 2012)
Emilio Fede è appena stato aggiustato.

"Siamo estremamente dispiaciuti per quello che e' successo, e' chiaro che in una situazione di crisi, di difficolta' economica come quella attuale puo' succedere". (Attilio Befera di Equitalia, commentando il caso dell'artigiano che si è dato fuoco a Bologna nei giorni scorsi.)
Può succedere, certo, e un po' se l'è anche cercata, diciamolo.

"Meglio le tasse che finire come la Grecia". (Mario Monti, marzo 2012)
Andando in Cina gli è venuto in mente il detto: "Se proprio non puoi evitare di essere violentata, almeno cerca di trarne godimento".

Insomma, Masters I would Like to Fuck. Forse però il più fuckable è il ministro Passera (nomen omen) che dice che questa crisi è "un momento magico da utilizzare fino in fondo".


mercoledì 28 marzo 2012

Noi speriamo che ce la caviamo


"We don't need no education. We don't need no thought control. Hey, teacher, leave the kids alone." (Pink Floyd, "The Wall")

Chi l'avrebbe mai detto che la frase di Eduardo De Filippo "gli esami non finiscono mai" sarebbe divenuta l'epigrafe da apporre al posto di "la legge è uguale per tutti" (ormai troppo comica ed eversiva),  a simboleggiare l'attualità italiana? Perché, se non ve ne siete ancora accorti, siamo tornati tutti a scuola con il preside, la vicepreside, i professori e, per non farsi mancare un pizzico di atmosfera d'accademia, gli assistenti saputelli e odiosi con il piglio del kapo. 
Come nei peggiori incubi notturni degli ex-universitari, scopriamo con orrore che non siamo affatto dottori come pensavamo ma ci mancano ancora due o tre esami da superare, i più tosti. Diciamo un "Patologia generale" e un "Fisica 1" come minimo. Chi di noi credeva di essersi lasciato le interrogazioni alle spalle ormai da anni, e di non dover più subire le paternali da sala dei professori, è servito. Tutti back to school con il grembiulino ed il fioccone, la cartella, i compiti, le interrogazioni, le scuse tipo "a casa la sapevo", le note sul registro, le minacce d'espulsione per i più indisciplinati e il sei in condotta.

Finalmente si è capito perché la Gelmini ha avuto mandato di distruggere la scuola. Perché l'istituzione era superata, finita. E' stata una demolizione controllata. Con il governo dei professori già nell'aria, la scuola come l'abbiamo sempre immaginata, per i bimbi e i giovani, era diventata superflua. Ora c'è la scuola dalla culla al cofano d'abete, con le paternali, le orecchie d'asino e gli esami che, appunto, non finiscono mai, per tutta la cittadinanza. Anche per i cinquantenni e oltre. Perché siamo tutti un po' scriteriati e scavezzacollo da raddrizzare. Una scuola continua, a tempo pieno, che ritorna a tradimento dopo anni nei quali avevi imparato ad apprezzare la bellezza della libertà da libri e quaderni e, perché no, anche di un bel po' di ignoranza di ritorno. La libertà di poter leggere solo Topolino in bagno invece di tutti quei mattoni che da giovane ti avevano fanculizzato la vista.

Gli italiani sono stati tutti trasformati in scolaretti piuttosto somari che si sono ridotti all'ultima settimana prima degli esami senza aver studiato un piffero, in preda al panico perché in commissione ad attenderli c'è il il Gran Maestro Monti, la vicepreside Elsa Fornero che non distribuisce caramelle ma bacchettate sulle nocche e paccate di quattro e tutta una serie di professori usciti pari pari dal peggior "Nightmare" che si sia mai visto.
Non ce ne siamo accorti in tempo perché eravamo troppo intenti ad esultare per la cacciata del Nano e del suo Circo e a ridare forma ai coglioni spappolati dal suddetto. Avevamo anche inteso, capendo male, che questi fossero tecnici come gli idraulici, i carrozzieri, i falegnami o quelli che ci aggiustano l'Elleciddì fullaccaddì.
Sbagliato, sono professori. Un professore, anche di fronte a Gesù Cristo e al di lui Padre, Creatore e Signore, proverà sempre la pulsione irrefrenabile di correggere l'eloquio e riprendere il comportamento dell'interlocutore. Non dite che non è così. Non dite che non avete mai avuto un cliente professore/professoressa che vi abbia corretto l'ortografia o il qual è, dopo un ovvio "mi scusi sa, ma è l'abitudine". Io, quando fanno così, li ammazzerei e sono tutti così, almeno dalle mie parti. 
I professori - dal maestro elementare al rettore universitario - hanno l'impressione di trovarsi sempre in cattedra con la mission di dare il voto a tutti, e se viene dato loro il potere di trasformare un paese in un'immensa scuola, anzi in un Collegio Pierpaoli, è la fine.
Che questa forma mentis, questa spocchia cattedratica della Mafia del Trenta, sia diventata prassi di governo con decisione di vita e di morte su milioni di scolaretti inconsapevoli, che meritano la punizione perché sono stati cattivi e non meritano le caramelle, lo trovo agghiacciante.  Senza contare che, per aggiustare veramente le cose, purtroppo ci vogliono proprio i tecnici, non i professori.

sabato 24 marzo 2012

Imprenditore non andare via


Vedete, io sono d'accordo che sul'art. 18 la CGIL e la FIOM ci si sono un po' amminchiate e ne stanno facendo una questione d'onore. 
Però, d'altra parte, come fa "la" Fornero a rimanere seria quando sostiene che, fatta la Grande Riforma del Lavoro, gli investitori non fuggiranno più dall'Italia? A dire che "l'obiettivo della riforma del lavoro è quello di rendere l'economia italiana maggiormente attrattiva rispetto a disinvestimenti, ad aziende che magari chiudono qui per aprire in Serbia"
Quindi, inferendo un po' alla membro di cane, approvata la riforma italiana la Serbia, per correttezza e cavalleria nei confronti della prof italiana, d'ora in poi farà pagare le tasse alle aziende che delocalizzano sul suo territorio, non farà  più ponti d'oro agli imprenditori italiani e non gli farà più scopare le sorelle a gratis?
Quella della Fornero è per caso una riforma che abbassa significativamente la pressione fiscale sulle aziende, introduce incentivi fiscali sostanziosi al reinvestimento, detassa del 50% le nuove assunzioni o si limita praticamente a disarmare l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rendendo di fatto più facile licenziare i dipendenti? 
E' una riforma che introduce controlli fiscali seri sulle aziende che piangono per la crisi minacciando licenziamenti di massa e rende di nuovo un reato il falso in bilancio per evitare trucchetti contabili ad hoc?
E' una riforma che eliminerà la corruzione endemica italiana che obbliga gli imprenditori a pagare tangenti agli amministratori locali e a mantenere la casta della politica? La Triplice Mafiosa si ritirerà in buon ordine e cesserà di incendiare il capannone all'imprenditore che, volendo investire al Sud, non vuole però pagare il pizzo alla cosca? La Mafia rinuncerà ad infiltrarsi nei gangli vitali dell'economia del Nord fino a rendersi invisibile ed inafferrabile come un virus silente che distrugge l'ospite?
Ma davvero "la" Fornero è convinta che il celodurismo padronale, che considera il poter licenziare a peto libero l'equivalente del Cialis, sia l'unica risposta possibile alla crisi economica mondiale?
Con Mario 9000 che, dopo esserci calato le mutande ed essersi posto a cul busone di fronte ai tassisti, dice che "il governo non farà più concessioni alle categorie come negli anni passati"?
Cos'è, uno scherzo?

mercoledì 21 marzo 2012

Non ci provate


Eccoli là, tutti sorridenti meno quello che dovrebbe sorridere davvero (Angelino) e quello che, forse, non ha neppure l'apparato emotivo adatto per sorridere (Mario 9000). Colti dal telefonino di Pierferdy in un curioso remake di vecchi inciuci passati ma sempre attuali e che di nuovo vedono solo una più larga convergenza di figuri istituzionali nell'unico scopo che mette tutti d'accordo: le leggi ad personam e gli aiuti di Stato. Più che inciuci a due o tre, come nel 1994 appunto, stanno diventando vere e proprie ammucchiate. Squallidi incontri tra scambisti dove a Bersani tocca sempre la moglie altrui più racchia. 
Che belli A, B, C, e il catalizzatore M, pronti a rimestare nel più zozzo calderone della politica la pozione malefica che avvelenerà ancora di più questo paese, se le voci che circolano sono vere. 

Sinceramente non so se mi faccia più vomitare il caruso in missione per conto del boss a difendere il di lui culo;  il massimo dirigente del PD che, dopo aver gorgheggiato in ogni microfono "l'articolo 18 non si tocca", non solo lascia che lo tocchino ma addirittura si presta a ben altre porcate; oppure il tecnico che, per non essere un politico, potrebbe mettere la firma su un atto di pura politica criminale come la cancellazione del reato di concussione mediante sua disgregazione in più reati. Atto che, guarda caso, metterebbe in serio pericolo l'impianto accusatorio del Processo Ruby a carico di B. e lancerebbe ad esso una provvidenziale ciambella di salvataggio; la quaranta o cinquantesima, ormai abbiamo perso il conto.
Perché lui mica si è tolto dai coglioni senza aver chiesto la contropartita.  Tolto il reato di concussione  bisognerà pure rendere non punibili i reati di prostituzione minorile. Incentivare con sgravi fiscali il turismo pedofilo in Thailandia, concedere bonus alle famiglie con ragazzine minorenni affinché possano frequentare stage di mignottaggio avanzato, con spulzellamento delle diplomande a carico dei politici stessi. Tutto legale e tutto cassato. Magari B., volendo proprio esagerare, potrebbe anche ammazzare qualcuno per vedere se quelli in parlamento depenalizzano anche il reato di omicidio volontario. 

A questo punto uno si domanda: ma perché tutto questo darsi da fare per salvare sempre B. da sé stesso, dalla sua propensione al crimine e dalla sua incapacità cronica di tenere in piedi le  sue aziende, fallimentari nonostante giochi sempre in Full Ammo e in God Mode? Perché non possiamo liberarcene definitivamente ma dobbiamo esserne sempre ricattati? Con i tecnici che affondano il bisturi senza anestesia nelle carni dei pensionati ma se la fanno nel pannolone appena sentono suonare la sua campana?
Perché ha la maggioranza in parlamento? Andiamo, non si scardinano i principi fondamentali della giustizia di un paese europeo perché un testadiminchia seppur con tanti soldi ha vinto le elezioni. 
Se ABC+M avessero il coraggio di dire: "Siamo costretti a farlo. Se non lo facciamo, i suoi amici ci fanno saltare tutti in aria e voi con noi" oppure "Ricordate la famosa trattativa?" li si potrebbe rispettare di più. Invece fanno credere che salvare B. sia un fatto naturale, normale, mentre è assolutamente anomalo e spiegabile solo, paradossalmente, con l'ipotesi della sua intoccabilità per motivi innominabili, perché lui è il risultato della trattativa. Perché è ancora il referente di qualcuno che fa paura e il cui potere lui ha portato a livelli massimi e non reversibili. Volete, cari scambisti, che ci convinciamo del tutto che il vero motivo sia proprio questo?

Ora poi il problema non è solo B. Fatta una legge ad personam per uno, càpita che qualcun'altro si lamenti: "Ed io chi sono, il figlio della serva?"
Proprio a nessuno viene il sospetto che il baccano sull'art. 18 serva solo ed esclusivamente a consentire alla FIAT del Marchionne e a qualche altro genio dell'imprenditoria italiana ed altre grosse aziende decotte di licenziare operai per rifilarne il conto del mantenimento allo Stato? Ora non lo potrebbero fare tanto facilmente ma domani, con la Fornero che si è spremuta a freddo le meningi sulla più grande riforma del lavoro di tutti i tempi firmata dall'automa programmato dai mercati, lo potranno fare per legge. Per la Fiat sarebbe sicuramente il più grosso aiuto di stato che abbia mai avuto nella storia. E' un fatto di soldi ed interesse, mica di desiderio di modernità liberista o di paura dei sindacati, che già ora non contano più un beneamato, compresa la CGIL.

Perché si sarà capito che Marchionne non ha paura degli scherzi di Landini o del ghigno della Camusso che, poveraccia, ha rimasto solo l'art. 18 per farsi notare in società. Gli unici sindacati che King of the Car teme sono quelli dei metalmeccanici americani che gli hanno prestato i soldi - assieme a quelli avuti da Obama, ovviamente, altro aiuto di Stato - per risanare la Chrysler e cercare di appioppare sul mercato USA quelle 500 che gli americani chiamano "gay cars" e che ovviamente non vanno. Sono loro, i sindacati americani, che gli darebbero la caccia, a seguito di insolvenza, non la FIOM.
Un genio come Marchionne che va in giro a parlare di crisi dell'auto in Europa. Però le ultime notizie dal mercato dicono che le tedesche, ad esempio, vanno talmente bene che BMW ha in progetto di concedere quest'anno una gratifica speciale ai suoi operai specializzati di ben 7.650 eurocon i manager che non potranno intascare più di 30 volte lo stipendio di un operaio. Ma non è finita.
"Audi ha promesso 8.251 euro in piu' a ciascuno dei suoi stipendiati, Porsche ha versato 7.600 euro ai suoi 8.500 dipendenti. Il gruppo Volkswagen, che ha vissuto un anno da record con un utile pari a 15,4 miliardi di euro ha assegnato ai suoi 9.000 stipendiati 7.500 euro ciascuno, quasi il doppio dei bonus dell'anno prima (4.200 euro).
Daimler ha ufficializzato il versamento di 4.100 euro a ciascuno dei suoi 125.000 dipendenti, mentre BMW ha appena annunciato di avere archiviato il 2011 con un profitto pari a 5 miliardi di euro. [...]
Non solo, la casa dell'Elica ha indicato che assumera' 4 mila nuovi dipendenti nel 2012, alzando il personale a 104.000 persone. Una strategia destinata ad aumentare ancora i volumi di vendita." (fonte)
C'è la crisi dell'auto in Europa, sapete. Loro migliaia di euro in più, noi dieci minuti di pausa pranzo in meno e Marchionne che guadagna quanto 6.400 operai da 1.200 euro al mese. Sono soddisfazioni.

Io, se fossi Dante, un Dante veramente cattivo e vendicativo, oltre che razzista, metterei questi imprenditori italiani in una versione infernale della piscina a onde di Aquafan con merda al posto dell'acqua e senza poter toccare il fondo. Senza alcun politico compiacente, tecnico irreprensibile o sicario prezzolato ad impedire loro di reingoiare tutto quello che ci hanno fatto mangiare per anni. Si chiama contrappasso ed è sempre una trovata geniale, bisogna ammetterlo.

lunedì 19 marzo 2012

Si sta come la cronaca di una stampa annunciata, bellezza!


Tre cose, tre luoghi comuni affollatissimi, tre banalità che non si possono proprio più sentire.

La citazione del titolo del famigerato romanzo di Gabriel Garcia Marquez "Cronaca di una morte annunciata" in tutte le salse e tipicamente per accompagnare la notizia della quotidiana calamità naturale o criminale al telegiornale. (Es: "Cronaca di un disastro/crollo/ annunciato". Oltre alla morte modello base, ovviamente.) Un classico del giornalismo fatto con il generatore automatico di luoghi comuni.

Lo sfruttamento stile stabilimento tessile indonesiano della povera poesia "Soldati" di Giuseppe Ungaretti che recita: "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". Molto amata dai facebookiniani in vena di facezie ma in carenza congenita di fantasia. Io ne leggo almeno tre o quattro citazioni al giorno. Decisamente troppe. E' molto contagiosa. Credo una volta di essermela presa anch'io.

La citazione cinematografica: "E' la stampa, bellezza!" con, al posto della stampa, qualsiasi cosa frulli in quel momento all'estensore della banalità. Forse la più insopportabile. Come rovinare il bellissimo momento di denuncia anticensura di Humphrey Bogart del film "L'ultima minaccia". Molto amata a sinistra come tutte le cose di sinistra da rovinare banalizzandole.

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