Se chiedete ad un tenutario di stalk show (uno qualsiasi, tanto hanno l'attacco universale) se sia possibile affrontare argomenti diversi dalla propaganda di regime e far parlare per il tempo necessario esperti che forse potrebbero denudare l'Imperatore, egli vi risponderà come ha fatto Gianluigi Paragone dopo la valanga di insulti beccatasi in diretta dal popolo di Twitter la sera dell'esordio del suo programma:
"Non lo facciamo perché fanno scappare i telespettatori. Noi abbiamo superato l'obiettivo di share che ci era stato fissato. Di share e di target. Bye bye."
Basta, chiuso, l'ha confessato.
E tutto ciò dopo essersi fatto bello per tutta la settimana precedente con i promo "annamo, occupamo, menamo" che, ormai lo possiamo dire, costituivano pubblicità ingannevole acchiappagonzi.
Lo schiaffo però alla fine l'ha preso lui, da quei telespettatori che si sono sentiti giustamente coglionati, che rappresentano al giorno d'oggi la vera critica televisiva e che non te la mandano certo a dire ma proprio ti ci mandano, e che la prossima volta non ti guardano più.
La Rete e il suo potere non conteranno un cacchio secondo le sussiegose dame di corte di Versailles, ma Mentana ieri sera s'è risentito assai di questa rivolta popolare contro gli stalk show (lui che andò su Twitter ma poi, visto che non lo facevano giocare, si prese il pallone e andò via) e ci ha fatto su la serviziessa sul tiggì, facendoci però capire che per lui, come per i tenutari chitarrosi, conta solo la stroncaturina d'ordinanza dell'Aldo Grasso, ovvero del collega di corporazione, del pari grado, sulla pagina di carta. Loro sono loro e voi...
E, per ribadire il concetto di cosa sia il vero dibattito politico televisivo con il massimo di democrazia possibile e la par condicio di princisbecco, ha riesumato, a corredo del pistolotto, nientepopodimeno che le immagini in bianco e nero e ormai ectoplasmatiche di Kennedy e Nixon del 1960 e le Tribune Politiche italiane dei Zatterin e Jacobelli.
Roba di 50 anni fa. Non ho parole. Questi non sono giornalisti, sono archeologi ma convinti purtroppo di stare sempre sul pezzo. Invece stanno su qualcos'altro con due zeta, oltre che completamente fuori dallo Zeitgeist.
Perché allora Paragone ha invitato Bagnai a fare da numero di contorno ad un incontro di wrestling e all'esposizione di infelici fenomeni da baraccone come il frackarolo Testa e L'Uomo Piddino Adinolfi, più le solite ragazze in bikini con il cartello del "round"?
Facendolo andare in onda, per altro, il Bagnai, all'ora dei vampiri, con un pubblico trattenuto con l'inganno per 3 ore in un pollaio immondo, ormai stremato dalla tortura della vociaccia della Santanché a tutto volume e dal waterboarding della propaganda piddina?
Vi svelo un trucco. Quando si presenta l'ospite di una trasmissione con il termine "rivoluzionario", "idee rivoluzionarie", tra sorrisetti sardonici e ammiccamenti di intesa tra compagni di merende, come era accaduto l'altra sera tra Paragone, Mentana e Lilli Cougar presentando Bagnai nell'anteprima della serata, è evidente che sarà agguato. Occhio ragazzi! Insomma #sevedeva.
Sarà agguato perché il compito dei volonterosi tenutari di questi casini televisivi di regime è di occuparsi amorevolmente della rieducazione mediante passaggio dalle forche piddine, dei ribelli che oggi sono soprattutto quelli che denunciano la deriva antidemocratica in politica ed economia, annunciando al contempo ogni giorno dal web l'inadeguatezza del mezzo televisivo come strumento di resistenza. Tirando giù loro le mutande, ai tenutari, per mostrarne le vergogne ogni volta che se ne ha l'occasione. Come sto facendo io adesso.
Non dimentichiamo che, nello specifico, stiamo parlando della più piddina della reti, la setta sulfurea del Cairo. Un rete che ogni sera celebra i fasti del PUDE con i suoi Formigli, Santoro, Mentana, Crozza, Gruber, e Telese (da pochi giorni passato a Canale 5) e celebra un sacrificio rituale al San PD, protettore dell'anima loro. Praticamente la Radio Maria del PD.
Quindi, se ti invitano lì, vuol dire che ti si pappano, ti masticano e poi ti sputano. E se il tuo mondo di appartenenza è il web per loro sei ancora più gustoso. Video kills the web star. Puoi essere sicuro che ti attirano in TV solo per massacrarti e farci lo snuff movie.
Come è successo alla blogger di Mangino Briosche, invitata dal subdolo Telese (buono quello!) all'ultima puntata di "In onda", e dal cui post cito questa grandissima verità:
Siccome siamo inguaribili ottimisti, o forse solo coglioni, ogni volta ci rammarichiamo per la delusione nei confronti di un programma che sembrava essere diverso. Ma diverso da chi e da che cosa? La televisione ha cessato di avere funzione educativa quando è sparito il maestro Manzi dai palinsesti ed è iniziata la commercializzazione anni 80, con la falsa liberalità del culo all'aria e del pornettino la notte e la marmellata di monnezza ad ogni ora del giorno affinché il pubblico devolvesse i suoi neuroni alla causa della globalizzazione. Dovremmo attenderci oggi, in piena accelerazione forzata della decadenza verso la restaurazione reazionaria, una televisione capace di opporsi al regime?"La tv è un trappolone che non risparmia nemmeno chi lo tende: è impossibile entrarci senza restarne coinvolti, presi nel gioco del colosseo, nella schermata playstation in cui ciascuno usa le sue armi e vince uno solo. Purtroppo le mie armi non erano quelle giuste, soprattutto la più giusta di esse: non voler avere le armi, non voler combattere. In TV può vincere davvero solo la diserzione, ora lo so."
Una televisione che pensa che l'unico istinto da coltivare nel telespettatore sia il sadismo di assistere alla pubblica umiliazione di gente qualunque, massacrata da cuochi miliardari, esposta nelle sue oscene deformità fisiche e mentali e malattie imbarazzanti, sottoposta a torture fisiche e psichiche in gare di soppravvivenza secondo il principio del "vince solo chi riesce a sopraffare l'altro con ogni mezzo"? E tutto questo facendo credere che sia tutto vero, genuino, un vero snuff movie dove la gente muore davvero mentre invece è tutta roba finta e tinta?
Con il telespettatore che intanto viene torturato sul divano del salotto dalla più sottile tecnica di distruzione sistematica dell'attenzione che è l'interruzione pubblicitaria? Come fai a seguire qualsiasi ragionamento se ogni dieci minuti "ora c'è la pubblicità, non andate via". Ma andatevene affanculo voi.
La televisione è tornata alle sue origini naziste, a quando Goebbels era entusiasta del suo potenziale propagandistico.Guardate la faccia del nazi in questo raro filmato, il ghigno con il quale si rivolge al telespettatore. Lui considera quelli al di là del catodico dei deficienti che andranno in solluchero di fronte a qualunque cosa lui gli proporrà di guardare. Sono passati ottant'anni ma non si sentono.
Con il telespettatore che intanto viene torturato sul divano del salotto dalla più sottile tecnica di distruzione sistematica dell'attenzione che è l'interruzione pubblicitaria? Come fai a seguire qualsiasi ragionamento se ogni dieci minuti "ora c'è la pubblicità, non andate via". Ma andatevene affanculo voi.
La televisione è tornata alle sue origini naziste, a quando Goebbels era entusiasta del suo potenziale propagandistico.Guardate la faccia del nazi in questo raro filmato, il ghigno con il quale si rivolge al telespettatore. Lui considera quelli al di là del catodico dei deficienti che andranno in solluchero di fronte a qualunque cosa lui gli proporrà di guardare. Sono passati ottant'anni ma non si sentono.
L'informazione televisiva è un cadavere disteso sul tavolo autoptico. I tenutari attaccano dei fili alle braccia e alle gambe e le muovono, facendoci credere che quella cosa sia ancora viva. Sono proprio cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti e si direbbe proprio compiaciuti. E' una definizione dei giornalisti di Giorgio Gaber, 1980, che calza a pennello anche a tutti i tenutari, chitarrosi e no. E dai tempi di Gaber non è cambiato niente, anzi, è sempre più il Salò di Pasolini. I poeti avevano previsto la decadenza della cultura, come gli economisti i disastri delle sperimentazioni ultraliberiste.
Rassegnamoci. La televisione ha ormai un'unica funzione: fungere da ottimo induttore del sonno. E, non dovesse funzionare, siamo fortunati che, a differenza dell'incubo di Orwell, possiamo ancora spegnerla ed escluderla dalla nostra vita.