Barbara Spinelli ha firmato, assieme a 31 altri europarlamentari, la richiesta di apertura di una procedura di infrazione per l'Italia che "maltratterebbe i migranti irregolari che non vogliono lasciarsi identificare" e lo fa proprio a ridosso di un'inchiesta giudiziaria che rischia di dimostrare che la carità e la bontà nei confronti degli immigrati può avere assai a che fare con il vile interesse di speculatori. "Con i migranti si guadagna più che con la droga", afferma in un'intercettazione uno degli infamoni indagati per l'ultimo intreccio politico-mafioso di malaffare che coinvolge la città di Roma, le cooperative zozze e tutto il cucuzzaro che ha in gestione il business dell'immigrazione. E se si guadagna in base al numero, ecco, a pensar male ma con il rischio di azzeccarci, sorgere il sospetto che più ne arrivino e meglio sia, soprattutto se si pensa ai milioni auspicati dall'ONU. Un losco traffico di schiavi sulla pelle loro e nostra, sciaguratamente fomentato e favoreggiato dalle varie dame di San Vincenzo istituzionali. Compresa la Spinelli junior.
In attesa di ricevere le bacchettate sulle nocche dai presidi del collegio Pierpaoli di Bruxelles, sentiamo cosa pensano in Germania dell'immigrazione selvaggia, e non nei circoli neonazisti ma sulle colonne della "Rote Fahne" (Bandiera Rossa), la versione online della gloriosa rivista fondata nel 1918 da Rosa Luxemburg. E questi mica sono comunisti: so' communisti così.
L'articolo è stato pubblicato l'anno scorso. Ringrazio gli amici Paolo Corrado per la segnalazione e Turi per la sua preziosa traduzione dal tedesco.
"No border, no nation – Il nuovo marketing dell'imperialismoCome ci si approfitta dei migranti africani per il Nuovo Ordine Mondiale
di Stephan Steins [direttore della "Rote Fahne"]
In Germania e nell'istituzione imperiale UE (Unione Europea) non vi è alcun diritto d'asilo. Lo abbiamo al più tardi capito da quando l'asilo politico è stato negato all'attivista per i diritti civili, informatore e già collaboratore del servizio segreto militare statunitense NSA Edward Snowden, in fuga dal regime USA.
In Europa soltanto la Russia si è mossa a compassione concedendo asilo al rifugiato politico Snowden.
Alla luce di ciò, appaiono tanto più osceni i fatti e le notizie con cui i tedeschi e il pubblico della UE vengono martoriati di continuo da settimane.
Solo il mese scorso si è appreso che il Think Tank britannico Longevity Centre, specializzato in demografia, propaganda l'immigrazione in Europa di non meno di 11 milioni (!) di stranieri fino al 2020, poiché altrimenti “la UE” perderebbe “l'equilibrio del suo sistema pensionistico”. [in realtà forse Steins si riferisce al documento dell'ONU di cui ho già parlato qui.]E' evidente che il territorio della UE, caratterizzato da disoccupazione e povertà di massa, anche giovanile, disponga di sufficiente forza lavoro propria. Al capitale organizzato internazionale non vanno bene né politiche sociali per i propri cittadini, né il benessere dei migranti dell'Europa dell'est, dell'Asia e dell'Africa, la cui emergenza sociale viene strumentalizzata come causa umanitaria.
L'immigrazione di massa e l'eccessiva presenza di stranieri nelle repubbliche e negli spazi culturali europei sono funzionali all'imperialismo su diversi piani.
Nel breve termine viene importata una potenziale manodopera proveniente da paesi a basso salario per lo sfruttamento capitalistico locale.
Sul medio termine viene forzata la disintegrazione culturale e sociale e in seguito statale delle conquiste storiche caratteristiche della repubblica democratica borghese.
Il “Nuovo Ordine Mondiale” non bada ai confini territoriali secondo il diritto internazionale, né al diritto di autodeterminazione nazionale. Questi obiettivi politico-strategici dell'imperialismo necessitano dell'intermediazione dei media. Per la partecipazione al proprio etnocidio i popoli europei devono essere condizionati emozionalmente. "Guarda", così suona l'infame parola, "questi esseri umani, tra cui donne e bambini, sono annegati perché voi non li avete aiutati".
E coloro che in buona fede credono a siffatta disinformazione, non hanno afferrato che noi siamo nel mezzo di una guerra, in quella guerra che nei libri di storia entrerà col nome di guerra imperiale.
Accade oggi di leggere la frase: “No border, no nation” come slogan di marketing davanti l'ufficio immigrazione di Berlino. Gli agenti dell'imperialismo si manifestano in maniera sottile – visto che già attraverso la scelta della loro lingua rinviano alla loro paternità.
Sono passati appena due anni da quando le bombe della NATO, finanziate anche dalle nostre tasse, hanno massacrato in Libia oltre 100.000 persone. “No border, no nation” è diventato per gli uomini di laggiù una sanguinosa realtà imperiale.
“No border, no nation” scava la sua crudele impronta di morte, omicidi di massa, terrore, tortura, fame e miseria sociale intorno al globo, dall'Iraq alla Jugoslavia, dall'Afghanistan alla Libia fino in Siria, con l'Iran già nel mirino.
“No border, no nation” è sinonimo di guerra dell'impero contro il diritto internazionale.
Vagabondi dall'Africa si accampano a Berlino davanti la porta di Brandeburgo, come anche in altri luoghi. Uomini che non parlano una parola di tedesco, siedono davanti a striscioni di produzione professionale in lingua tedesca. Presumibilmente provengono dall'isola italiana di Lampedusa.
Chi ha portato questa gente nella capitale tedesca? Chi li organizza, formula le loro richieste, li dota di costoso materiale pubblicitario e li piazza mediaticamente in scena?
Si dice che abbiano pagato parecchie migliaia di dollari per persona agli scafisti per la traversata verso l'Europa dalll'Italia – più denaro di quanto le vittime tedesche delle riforme Hartz IV siano in grado di racimolare. Chi paga queste somme?
La risposta a queste domande dovrebbe trovarsi nelle reazioni dei funzionari dell'impero. Già i funzionari UE esigono l'ulteriore allentamento delle politiche di immigrazione dell'UE. Il discorso delle “società aperte” viene adesso rinforzato (lo slogan Multi-Kulti sembra essere stato accantonato).
E ciò come se l'Europa non fosse stata già abbastanza aperta in passato. Secondo le statistiche, vivono, nella sola Germania, da 10 a 20 milioni di stranieri. Nella città portuale olandese di Rotterdam la popolazione indigena è già oggi in minoranza.
Chiunque difenda il diritto di autodeterminazione dei popoli viene accusato immediatamente di razzismo dall'egemonia imperiale. Dove sono questi presunti antirazzisti quando c'è da lottare per il diritto internazionale e contro la guerra imperiale?
Qui viene condotto un gioco sporco, non da ultimo sulla pelle di comparse straniere.
Come socialisti vale la nostra solidarietà internazionale alle classi lavoratrici in lotta e ai loro popoli. La farsa imperiale non è affar nostro."
Che roba, eh? Che sporchi nazionalisti, piccoloborghesi, idealisti e fascisti. Così lontani dalla vera sinistra italiana dell'accoglienza, dello stile di vita del migrante che sarà il nostro, della melassa buonista cazzuolata in faccia a tutte le ore. Dell'antirazzismo a suon di autorazzismo di questi self-hating Italians.
Un comunista invece che parla come un Salvini desnudo qualsiasi in cravatta verde. Ma in che mondo viviamo, signora mia.
Dite la verità, da quanto non sentivate la parola IMPERIALISMO in bocca ad un comunista? Io ormai la leggo solo negli articoli di Fulvio Grimaldi. Qui siamo dovuti andare a Berlino.
Già, è vero, scommetto che state notando in questo momento che la sinistra italiana ha smesso ormai da tempo immemorabile di criticare l'imperialismo americano, ovvero del complesso militare-industriale e dei suoi vari presidenti immagine intercambiabili. Sarà per questa novella mansuetudine verso l'Impero che è così ansiosa di firmare il TTIP, che è come un Fiscal Compact elevato alla enne?
Infine il buon Stephan, sull'argomento immigrazione, si fa la mia stessa domanda. E' proprio vero che quei poveri che non hanno niente da perdere pagano migliaia di dollari per il viaggio per venire in Europa, come recita la propaganda del frame? O non saranno piuttosto al contrario arruolati e pagati per affrontare il tremendo disagio della migrazione verso una terra dove non troveranno certo il paese dei balocchi ma in cambio della possibilità di lasciare un po' di denaro alle loro famiglie nel paese d'origine?