"Proiezione di un film su Maometto causa morti e feriti. Ah, quello vestito da pipistrello era Maometto?" (Spinoza)
Certo, anche loro, abboccare così facilmente all'amo dell'ennesima psyop del reparto patacche in nero della CIA, ormai governata dagli sceneggiatori della serie Scary Movie. Sono molto delusa, mes amis. Soprattutto dalla reazione assolutamente eccessiva rispetto al valore dello stimolo presentato. Il genio cosmico dei napoletani avrebbe fatto scendere la gente in piazza a seppellire la provocazione da un megapernacchio collettivo. Di quelli con la mano molla.
Invece, appena si è sparsa la voce, usando la tecnica della propaganda virale, che c'era un film blasfemo sul profeta dell'Islam, i fedeli non hanno avuto la pazienza di andare a controllare su YouTube di cosa si trattasse veramente e le folle sono state, come da copione, usate per creare disordini. Ovverosia dimostrare ai fans della saga di Al Qaeda ed ai credenti del mito di Eurabia, ultimamente rilassatisi un po' troppo, la potenziale violenza insita nell'animo degli islamici. Violenza sempre pronta a scatenarsi contro l'Occidente.
Su YouTube si può vedere il famoso trailer dello scandalo. Giusto chiamarlo così, trailer: il vero film è quello che si è visto, in diretta, a Bengasi. Uno snuff movie, quest'ultimo, visto che c'è scappato il morto. Giusto anche se sarebbe ancora più corretto chiamare il filmato teaser, ovvero ingannatore.
Il filmaccio anti islamico, somministrato casualmente nei giorni dell'anniversario dell'11 settembre, innanzitutto non è un film. Non è né un prodotto di satira intellettuale, un "Brian della Mecca", per intenderci, realizzato da dei geniali Monty Python e nemmeno una sublime lettura alternativa della religione come "L'ultima tentazione di Cristo" di Scorsese (anche se, secondo il mio occhio cinefilo, il filmaccio vorrebbe scopiazzarne qualche spunto, nelle scene così dette osé).
Il filmato visto in rete e ripreso dalle televisioni, spacciato come teaser di un lungometraggio intitolato "L'innocenza dei musulmani" è una roba girata in studio, malamente e con i riflettori sparati in faccia agli attori. Con il cromakey dietro agli interpreti come nella TV anni 80 di Valeriu Lazarov. Non è cinema, non è certamente costato milioni di dollari, non è un film, ripeto, - perfino i media mainstream ammettono che non forse non esiste nemmeno - è solo brutta televisione. Robaccia fatta in casa, in qualche capannone attrezzato con fondali di cartone e videocamere amatoriali, con cinque o sei attorucoli da compagnia parrocchiale e qualche extra compensato con un SuperSize al McDonald's più vicino. Con la postproduzione e gli effetti speciali che sembrano stati affidati al brufoloso nipotino del regista che sa smanettare con il computer.
Non è un film eppure i media ci raccontano che le immagini che abbiamo viste sono il trailer di un film che sta minacciando la pace nel mondo. Film che se fosse stato da loro ignorato non avrebbe mai provocato reazioni.
Le immagini le hanno viste anche loro, non è necessario essere critici dei Cahiérs du Cinema per capire che si tratta di qualcosa di meno accurato del filmino amatoriale girato ad un matrimonio, eppure insistono a spacciare la loro roba tagliata male come roba buona. Non si rendono conto dell'inganno neppure quando, suggerendo che il film non esiste, non riescono a compiere il passo successivo, e cioè riconoscere che allora si tratta di un falso creato ad arte e domandarsi chi possa avere avuto interesse a crearlo e divulgarlo. E non mi riferisco agli utili idioti tipo il reverendo Terry Jones (che è omonimo di uno dei Monty Python ma non fa ridere affatto) ma a chi li manovra come marionette.
E' da tutti questi indizi che emana inconfondibile il tanfo della propaganda. Della bugia talmente grossa che tutti la crederanno. Ossia che "L'innocenza dei musulmani" è una patacca tipo quei famosi filmati di Osama Bin Laden fatti uscire quando Bin Laden faceva comodo ancora vivo.
Su YouTube si può vedere il famoso trailer dello scandalo. Giusto chiamarlo così, trailer: il vero film è quello che si è visto, in diretta, a Bengasi. Uno snuff movie, quest'ultimo, visto che c'è scappato il morto. Giusto anche se sarebbe ancora più corretto chiamare il filmato teaser, ovvero ingannatore.
Il filmaccio anti islamico, somministrato casualmente nei giorni dell'anniversario dell'11 settembre, innanzitutto non è un film. Non è né un prodotto di satira intellettuale, un "Brian della Mecca", per intenderci, realizzato da dei geniali Monty Python e nemmeno una sublime lettura alternativa della religione come "L'ultima tentazione di Cristo" di Scorsese (anche se, secondo il mio occhio cinefilo, il filmaccio vorrebbe scopiazzarne qualche spunto, nelle scene così dette osé).
Il filmato visto in rete e ripreso dalle televisioni, spacciato come teaser di un lungometraggio intitolato "L'innocenza dei musulmani" è una roba girata in studio, malamente e con i riflettori sparati in faccia agli attori. Con il cromakey dietro agli interpreti come nella TV anni 80 di Valeriu Lazarov. Non è cinema, non è certamente costato milioni di dollari, non è un film, ripeto, - perfino i media mainstream ammettono che non forse non esiste nemmeno - è solo brutta televisione. Robaccia fatta in casa, in qualche capannone attrezzato con fondali di cartone e videocamere amatoriali, con cinque o sei attorucoli da compagnia parrocchiale e qualche extra compensato con un SuperSize al McDonald's più vicino. Con la postproduzione e gli effetti speciali che sembrano stati affidati al brufoloso nipotino del regista che sa smanettare con il computer.
Non è un film eppure i media ci raccontano che le immagini che abbiamo viste sono il trailer di un film che sta minacciando la pace nel mondo. Film che se fosse stato da loro ignorato non avrebbe mai provocato reazioni.
Le immagini le hanno viste anche loro, non è necessario essere critici dei Cahiérs du Cinema per capire che si tratta di qualcosa di meno accurato del filmino amatoriale girato ad un matrimonio, eppure insistono a spacciare la loro roba tagliata male come roba buona. Non si rendono conto dell'inganno neppure quando, suggerendo che il film non esiste, non riescono a compiere il passo successivo, e cioè riconoscere che allora si tratta di un falso creato ad arte e domandarsi chi possa avere avuto interesse a crearlo e divulgarlo. E non mi riferisco agli utili idioti tipo il reverendo Terry Jones (che è omonimo di uno dei Monty Python ma non fa ridere affatto) ma a chi li manovra come marionette.
E' da tutti questi indizi che emana inconfondibile il tanfo della propaganda. Della bugia talmente grossa che tutti la crederanno. Ossia che "L'innocenza dei musulmani" è una patacca tipo quei famosi filmati di Osama Bin Laden fatti uscire quando Bin Laden faceva comodo ancora vivo.
Eppure sarebbe facile smascherare i loro falsi. Li costruiscono tutti utilizzando il manuale dei giovani propagandisti versione for dummies, capitolo uno, pagina uno. Quello di far credere che esista qualcosa quando essa non esiste è un trucco di psicologia della testimonianza vecchio come la crocefissione. Potete rifare l'esperimento anche voi. Se vi trovate sul luogo di un incidente o nell'immediatezza di un furto o uno scippo provate a dichiarare, mentendo, al capannello di persone che assistono, di aver visto fuggire un uomo molto alto con un cappello a larga tesa. Dopo qualche minuto tutti dichiareranno di averlo visto anche loro e, dopo ancora un po', ci sarà chi dichiarerà di conoscere l'uomo e di sapere perfino dove abita.
La bruttezza ed approssimazione dell'ultimo prodotto sfornato dalla Scary Propaganda Movies Co. sono probabilmente volute. Sono prodotti che costano poco e rendono moltissimo. Basta girare qualche scena in economia e ci penseranno i media - condizionati a fare da cassa di risonanza a qualsiasi megaballa di regime - a costruire su quel piccolo indizio concreto tutto il castello della propaganda, compresa la fola che il film è costato milioni di dollari, che fa così effetto sul pubblico. (Mi chiedo come facciano, coloro che raccontano le notizie al telegiornale, a non rendersi conto delle enormità che leggono).
Tutto ciò è insopportabilmente ridicolo però efficace, come tutta la propaganda. Quella più volgare che ride delle sue vittime ed esprime tutto il disprezzo verso chi dovrà subirla. E' il potere che fa lo sgambetto al povero vecchio e poi ride. E' l'oscena risata del razzismo. Ecco, se c'è qualcosa di sicuramente autentico, in questo troiaio propagandistico, è l'odio di chi l'ha realizzato verso il credente musulmano, la mancanza di rispetto verso un'altra religione. E non è l'opera di un ateo ma di qualcuno che è convinto che la sua religione sia l'unica. E' un prodotto del fanatismo. Uguale al fanatismo che pretenderebbe di combattere. Un fanatismo che forse è funzionale ad interessi molto terreni.
Qualcuno si rende conto dell'inganno, il bambino realizza che l'imperatore è a culo nudo ma la massa televisiva, isolata e frammentata in milioni di salotti, senza alcuna possibilità di ascoltare il bambino che sta urlando "Ma è nudo! Non ha vestiti!", reagirà come previsto.
Se qualcuno protesterà che è l'ennesimo fumettone e che è ancora più ridicolo dell'avventura dei Supereroi nel Compound di Bin Laden, con Batman che va a gettare il cattivone in mezzo all'oceano e Wonder Woman che fa "Oh my God" per salvare la faccia nella sala di crisi, a loro non frega niente.
Tanto la maggioranza è fatta da coloro che, per principio e per rispetto, non osano concepire l'idea di un complotto perché non sta bene e "perché nessuno potrebbe mantenere il segreto così a lungo". Pensate. Sono coloro che continuano a credere a ciò che racconta loro la televisione.
Che magari hanno l'acqua alle ginocchia perché è in corso un'alluvione nella loro città ma al TG non ne parlano perché il liberismo non vuole più privare i cittadini del diritto di gestirsi le catastrofi come meglio credono, senza molesti interventi di aiuto di uno Stato impiccione e preferisce invece parlare della minaccia islamica che incombe. Ovvero, in sostituzione della cronaca della giornata, mandare in onda un film d'avventura.
La bruttezza ed approssimazione dell'ultimo prodotto sfornato dalla Scary Propaganda Movies Co. sono probabilmente volute. Sono prodotti che costano poco e rendono moltissimo. Basta girare qualche scena in economia e ci penseranno i media - condizionati a fare da cassa di risonanza a qualsiasi megaballa di regime - a costruire su quel piccolo indizio concreto tutto il castello della propaganda, compresa la fola che il film è costato milioni di dollari, che fa così effetto sul pubblico. (Mi chiedo come facciano, coloro che raccontano le notizie al telegiornale, a non rendersi conto delle enormità che leggono).
Tutto ciò è insopportabilmente ridicolo però efficace, come tutta la propaganda. Quella più volgare che ride delle sue vittime ed esprime tutto il disprezzo verso chi dovrà subirla. E' il potere che fa lo sgambetto al povero vecchio e poi ride. E' l'oscena risata del razzismo. Ecco, se c'è qualcosa di sicuramente autentico, in questo troiaio propagandistico, è l'odio di chi l'ha realizzato verso il credente musulmano, la mancanza di rispetto verso un'altra religione. E non è l'opera di un ateo ma di qualcuno che è convinto che la sua religione sia l'unica. E' un prodotto del fanatismo. Uguale al fanatismo che pretenderebbe di combattere. Un fanatismo che forse è funzionale ad interessi molto terreni.
Qualcuno si rende conto dell'inganno, il bambino realizza che l'imperatore è a culo nudo ma la massa televisiva, isolata e frammentata in milioni di salotti, senza alcuna possibilità di ascoltare il bambino che sta urlando "Ma è nudo! Non ha vestiti!", reagirà come previsto.
Se qualcuno protesterà che è l'ennesimo fumettone e che è ancora più ridicolo dell'avventura dei Supereroi nel Compound di Bin Laden, con Batman che va a gettare il cattivone in mezzo all'oceano e Wonder Woman che fa "Oh my God" per salvare la faccia nella sala di crisi, a loro non frega niente.
Tanto la maggioranza è fatta da coloro che, per principio e per rispetto, non osano concepire l'idea di un complotto perché non sta bene e "perché nessuno potrebbe mantenere il segreto così a lungo". Pensate. Sono coloro che continuano a credere a ciò che racconta loro la televisione.
Che magari hanno l'acqua alle ginocchia perché è in corso un'alluvione nella loro città ma al TG non ne parlano perché il liberismo non vuole più privare i cittadini del diritto di gestirsi le catastrofi come meglio credono, senza molesti interventi di aiuto di uno Stato impiccione e preferisce invece parlare della minaccia islamica che incombe. Ovvero, in sostituzione della cronaca della giornata, mandare in onda un film d'avventura.
Cara amica Lameduck,
RispondiEliminatu vedi complotti anche dentro il minestrone. Io invece vedo tanti stati mussulmani dove i cristiani vengono perseguitati o comunque sono trattati come cittadini di serie B.
Ciao Davide
Davide, stai tranquillo, non scrivo per te.
RispondiEliminaAh beh, perché invece noi, i mussulmani, li trattiamo con i guanti bianchi, li lasciamo praticare in pace la loro religione, non urliamo all'infedele ogni volta che viene violentata una donna... (per Davide, scusa, Lameduck, non ho resistito...)
RispondiEliminaelena
Caro amico Elenao,
RispondiElimina"Ah beh, perché invece noi, i mussulmani, li trattiamo con i guanti bianchi, li lasciamo praticare in pace la loro religione, non urliamo all'infedele ogni volta che viene violentata una donna"
Spero che tu stia scherzando, perchè in caso contrario non sai di che parli.
Ciao Davide
pensa, Davide, neanch'io so di che parlo. Me lo spieghi tu, nel dettaglio, evitando supposizioni razziste e approssimazioni di parte?
RispondiEliminaB. è ricomparso in TV con tanto di intervista "impegnata" e quindi è pressoché inevitabile che Davide non riesca a contenere la sua "gioia".
RispondiEliminaDeve essere prossimo ad un'esperienza mistica se ha scambiato una donna con un uomo "caro amico Elenao", pertanto, viste le circostanze, forse non è il caso di infierire :-)
Oltretutto lui ha interesse a mantenere i discorsi a livelli bassi / elementari che possono essere fuorvianti se non si tiene presente soprattutto il contesto generale, ovvero la geopolitica internazionale.
--
Sul discorso in oggetto (relativo al trailer) bisogna sempre tenere presente che, molto probabilmente, chi gioca nella squadra del potere, fa a gara a chi raggiunge risultati tangibili con il minor sforzo e con il metodo più stupido possibile.
Dopotutto se i destinatari sono Goyim è inutile sprecarsi in qualcosa di serio ... sarebbe solo uno spreco di soldi e risorse :-)
Si noti poi come tutti i telegiornali americani abbiano sottolineato che il regista è un israelo-americano e che i presunti finanziatori dello stralcio di film sarebbero anch'essi ferventi sostenitori di Israele, ovvero di quel paese che Ahmadinejad ha più volte definito "un tumore" (maligno).
Pare poi che il regista del filmetto abbia dichiarato che "l'Islam è un cancro".
E' evidente che sono tutti d'accordo sullo stato delle cose.
Per quanto riguarda l'estensione delle cosiddette sommosse, non bisogna dimenticare il ruolo di certi "imam" nel favorire o sopire certe "reazioni" e soprattutto il grado di influenza di certi gruppi che, dopo aver partecipato (a comando ?) alle rivolte contro Gheddafi e Mubarak, ora potrebbero agire più per motivi legati alla creazione di un "casus belli" che ad altro.
A proposito: Libia, Siria, Iran e Corea del nord non erano nella lista dei "paesi canaglia" ?
Ad un certo punto la Libia venne tolta da quella lista ma forse fu solo un "tatticismo temporaneo".
bisogna tenere presente è che agli organizzatori di simili patacche non importa un bel fico se vengono smascherati l'importante è il risultato e lo ottengono SEMPRE.il difficile,oltre alla demonizzazione dell'islam che è la più lampante,è sapere cosa veramente vogliono ottenere e qui le ipotesi si accavallano e possono essere tutte giustificabili.Ma è una la domanda che secondo me le vale tutte,come mai i morti,vittime degli integralisti mussulmani non sono mai israeliani?
RispondiElimina«Tutto è cambiato in meglio. Le persone sono più distese e aperte con americani, francesi e inglesi. Siamo benvoluti»
RispondiEliminaDa una lettera dell' ambasciatore Stevens a un amico, prima di saltare per aria a causa di un razzo sparato con affetto.
Rispetto per quanto accaduto, però, insomma, se questi sono i diplomatici che devono captare e riferire gli umori dei posti in cui lavorano, comprendo il perchè di alcuni problemucci della politica estera degli USA.
Guardando la storia non siamo proprio in una situazione allegra, é già successo, in passato, che situazioni di crisi mondiale siano finite in sangue, guerre, distruzione...
RispondiEliminaE la domanda é sempre cui prodest?
Ah, sono una femmina, mi chiamo Elena!
Cara amica Elenao,
RispondiElimina"E la domanda é sempre cui prodest?"
Credo che tutta questa vicenda un aspetto positivo ce l'abbia: far perdere le elezioni a Obama e far vincere il duro Romney vero amico di Israele.
Ciao Davide
@Davide
RispondiElimina"... Romney vero amico di Israele."
Interessante punto di vista ma tutti questi "amici" di Israele saranno amici anche di quelli che ci vivono dentro ?
Come dice il detto: "guardati dagli amici che dai nemici ...".
ciao Lame,
RispondiEliminail 18 ottobre uscirà al cinema un documentario sull'argomento dal titolo "Al qaeda! Al quaeda! Come fabbricare il mostro in tv".