mercoledì 2 gennaio 2019

Il 2019 e tutti gli altri nove della nostra vita

Non sono una particolare appassionata di numerologia. Non lo sono per il fatto che il giocare con i numeri, volendo trovare in essi ad ogni costo particolari significati, è un esercizio rischioso come la tavoletta Ouija, in grado di dare la stura ad un inconscio che raramente si riesce a tenere a bada; tanto che si finisce per darli, i numeri.
In questi giorni però, ragionando sull'anno che stava per arrivare, il 2019, l'anno in cui si svolge "Blade Runner" ovvero l'ennesimo film futuribile che ormai è scaduto a film d'attualità, mi sono accorta che gli anni con il nove, ovvero ogni ultimo del decennio, nel secolo scorso hanno scandito eventi molto significativi e così mi è venuta voglia di elencarli, giusto per sapere quali anniversari potremo celebrare nel corso dell'annata. Un tipico esercizio per riempire il capodanno e farlo passare il più presto possibile. 

Ieri 1° gennaio sono stata afflitta da un mal di testa tremendo con nausea come non mi accadeva da anni e credo che, oltre ai postumi dei brindisi con vinacci vari mescolati e non agitati del trentun dicembre, sia stato il ventennale della nascita dell'euro a sconquassarmi le budella. Io sono una che somatizza molto, specie in occasione degli anniversari. Un mio professore diceva che era un fenomeno classico della psicosomatica e mi raccontava i casi sorprendenti di pazienti afflitti da mali inesplicabili, addirittura improvvise cecità, che si risolvevano appena costoro riuscivano a prendere coscienza del fatto che questi sintomi comparivano invariabilmente in occasione di date particolarmente significative per loro. Ad esempio ricorrenze di lutti e perdite che avevano subìto.

Il 1° gennaio del 1999, appunto, nasceva il mostriciattolo, il tessoro, l'irreversibile, che dal 2002, anno della sua entrata a gamba tesa nelle nostre vite, certifica senza pietà il nostro inesorabile declino economico. Per ironia della sorte nacque nell'anno in cui il Nobel per l'economia andò a Robert Mundell, il teorico dell'area valutaria ottimale, ovvero quella cosa che è stata scientificamente fatta mancare all'euro per renderlo apposta così letale. 

Il 1999 offrì altri spunti particolamente significativi per tutto ciò che avrebbe caratterizzato il nuovo millennio. In quell'anno uscirono due film, "Eyes Wide Shut", l'ultimo film di Stanley Kubrick e "La nona porta" di Roman Polanski che curiosamente si occupavano entrambi del medesimo soggetto oscuro: il satanismo praticato dalle élite. Un argomento divenuto oggi assai di moda. Fu l'anno anche di "Matrix"
Fu l'anno in cui si insediarono Ciampi alla presidenza della repubblica e Prodi alla Commissione europea, mentre D'Alema bombardava assieme alla NATO la Serbia. Atto assai imperialista che finora non pare essere mai stato rinnegato dalla cosiddetta sinistra di lotta e di governo maanche pacifista. Si vede che era qualcosa che s'aveva da fare. Per fortuna che Eltsin si levò di torno e lasciò spazio a Vladimir Putin. Altro ventennale.
Il presidente Clinton (il marito) firmò la legge che di fatto cancellava il Glass-Steagall Act, la regolamentazione sulla separazione tra attività bancaria commerciale e di investimento che risaliva agli anni '30. Legge che, negli intenti dei suoi estensori, avrebbe dovuto impedire la catastrofe di un nuovo '29 e la cui eliminazione non ha infatti evitato la grande crisi dei mutui subprime.
Eh già, perché quest'anno saranno anche i novant'anni dal crollo di Wall Street, la prima grande crisi finanziaria del Novecento, culminata con il "venerdì nero" del 1929

A dieci anni prima, al 1919, e qui siamo di centenario, data il famigerato Trattato di Versailles che tanti lutti avrebbe addotto all'Europa e che ispirò a J.M. Keynes "Le conseguenze economiche della pace". In quell'anno nacquero i partiti che avrebbero di lì a poco fatto la storia della restante parte del Novecento: Anton Drexler fondò in Germania il Partito del Lavoro (futuro partito nazionalsocialista), Don Sturzo fondò il Partito Popolare (futura DC), Lenin e Trotsky la Terza Internazionale e Benito Mussolini i Fasci di combattimento. Non male.

Inutile ricordare cosa accadde nel 1939, come conseguenza del 1919 e del 1929.

Per i settantenni da celebrare, nel 1949 l'Italia aderì alla NATO e il Trattato di Londra sancì la fondazione del Consiglio d'Europa. Intanto i sovietici facevano esplodere la loro prima bomba atomica. Ma non è finita. il 1° ottobre nasceva la Repubblica Popolare Cinese e si riuniva il parlamento del neonato stato di Israele. Nacque quella Germania doppia che piaceva tanto a Giulio. Furono infatti proclamate la Repubblica Federale e la Repubblica Democratica. Il venir meno di un famoso muro, e oggi non sappiamo più dire se fu più devastante il muro o il suo crollo, avvenne in un altro "9", nel 1989, anno in cui si celebra anche la nascita del web, la nostra catena quotidiana.

Nel 1959 la rivoluzione di Fidel a Cuba porta il socialismo nei Caraibi e un costante e fastidioso prurito alle parti basse d'America.

Altre ricorrenze europee sono scandite dal numero nove. Nel 1979 nacque il papà di Euro, quindi quest'anno si celebreranno i quarant'anni dello SME e nel 2009 entrò in vigore il Trattato di Lisbona. Un decennale niente male. Che il 2019 ci porti degli altri eventi significativi? Chissà.

E il cinquantenario, che fa sempre la sua porca figura celebrarlo? Il sessantanove, numero interessante sotto molti aspetti soprattutto mondani, nel senso di 1969 sarà celebrato come l'anno in cui furono alimentati sogni ed illusioni di gloria e di viaggi (in tutti i sensi) come mai prima nella storia, per poi infrangerli con quelli che potrebbero essere considerati i primi esempi della dottrina dello shock. Da Cape Canaveral a Piazza Fontana.
Dal mito (e/o illusione?) del "man on the moon" e dai viaggi interstellari mescalinici a Woodstock fino al bad trip in cima a Cielo Drive con le satanasse di Charlie Manson a compiere sacrifici umani su Sharon Tate (moglie di Polanski) e i suoi ospiti, in nome dell'Helter Skelter, l'imminente guerra razziale che avrebbe portato i neri al potere. Un orrore ormai divenuto pane quotidiano della cronaca e proclami allora considerati giustamente i deliri di un folle con la svastica tatuata in fronte ma che oggi potrebbero passare tranquillamente per i contenuti di qualche documento dell'ONU. 

Cinquant'anni dall'estate della Luna. Ho già ricordato che fui tirata giù dal letto da mamma: "Vieni a vedere l'astronauta sulla Luna!" Ma a me, impastata di sonno, quell'omino nella TV in bianco e nero, che sembrava far finta di saltellare sulla scaletta, non diceva assolutamente nulla, tantomeno quel "ha toccato!!" quasi orgasmico di Tito Stagno. I bambini non li freghi e noi eravamo ancora bambini ingenui. Fu dopo, con i servizi fotografici a colori pubblicati su "Epoca" e una notevole fascinazione per gli astronauti che mi feci prendere. Tanto che avrei tenuto per anni appesa in camera la foto di Buzz Aldrin immortalato da Armstrong. Però quella mattina no, non mi impressionai e forse pensai che sembravano proprio in studio. In effetti la Luna ce la immaginavamo tutti diversa, diciamo la verità. Non così polverosa e tristarella come la spiaggia di Casalborsetti.

Un mese dopo ci fu il raduno di Woodstock, 500.000 persone ad assistere, strafatte, a musicisti anch'essi strafatti che però ci lasciarono delle performance memorabili e all'avanguardia che ormai sono diventate musica classica. Altra illusione, altro prestigio. Sesso, droga e rock & roll. I figli dei fiori che di lì a poco sarebbero diventati i fiori del male. 
E' un cinquantenario da celebrare, quindi? L'unica cosa certa è che, tra la Luna e Woodstock, almeno una delle due cose è avvenuta davvero. Jimi Hendrix ha davvero camminato sulla Luna.

12 commenti:

  1. Azz Barbara, bellissimo articolo...non ci avevo pensato a tutte queste ricorrenze legate al numero 9....speriamo che anche questo 9 sia ricordato per qualche dissoluzione :-)

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    1. Anonimo10:55

      ...qualche dissoluzione
      Mah , non vorrei che , a coronamento di venti anni di disgrazie , "la dissoluzione " fosse " la nostra"; la WWIII incombe e LORO la " giocano" sempre qui "da noi".
      ws

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    2. intanto partiamo con la dissoluzione in quanto:
      1) cosi non funziona oramai l'hanno capito anche i deficenti
      2) non c'e la minima possibilità che laeuropa cambi...se c'era questa intenzione l'avrebbero già fatto.
      Quindi riassumendo....rimanendo cosi saremo dissolti allo stesso modo di un ww...ergo intanto togliamoci le catene dai piedi poi vediamo....una cosa alla volta

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  2. Anonimo17:30

    Solo una precisazione: Eyes Wide Shut non si occupa in nessun modo di satanismo delle élites. Si occupa di gelosia e desiderio sessuale tra uomo e donna, più che altro, o almeno è quel che interessava a Kubrick nel racconto di Schnitzler, da cui il film è tratto.
    L'orgetta dei ricconi è l'ideuzza che è venuta allo sceneggiatore Frederic Raphael, come racconta nel suo libro Eyes Wide Open, per dare una cornice narrativa alla sequenza di eventi, e saldare così l'inizio e la fine della storia.
    L'idea peraltro aveva catturato la fantasia di Kubrick, che di suo era un felice paranoico. Ma non è stata niente più che un MacGuffin, un espediente narrativo.

    Mikez

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    1. Noto una certa voglia di debunking non richiesto. Rinfoderi il rasoio di Occam, c'è chi sostiene che proprio il raccontino di Schnitzler sia un diversivo. Come vede, tutto è relativo. Kubrick non era solo un paranoico, conosceva i suoi polli.

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    2. Anonimo00:23

      Ma no, nessun debunking. Solo sindrome del puffo sapientino. E poi il diavolo si nasconde nei dettagli etc. etc.

      Mikez

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    3. Amo Kubrick, ma non ho mai del tutto capito come uno che gira un capolavoro come "arancia meccanica" riuscendo a trasformare in una storia meravigliosa un raccontino banale e moralistico di uno scrittoruncolo di terza categoria, poi possa anche girare una mezza cazzata come Eyes Wide Shut, che però ricordo con piacere per il culo di Nicole Kidman in primo piano.

      A parte questo, in effetti non avevo mai pensato a questa coincidenza "numerologica". Dovrei leggere il Sefer Yetzirah, magari potrebbe darmi qualche spunto di riflessione.

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    4. Anonimo14:26

      Su EWS c'è da dire che, sfiga, è morto un po' troppo presto, gli mancavano ancora un po' di mesi di lavoro. Post-produzione più che altro, ma mi chiedo come avrebbe potuto "salvare" il film visto che spesso le idee geniali gli venivano proprio all'ultimo.

      Resta un film che ha cullato per quasi 40 anni, prima di trovare il modo di farlo. Tutti gli scrittori con cui ne parlava, tipo Michael Herr e John le Carré, non capivano cosa ci trovasse in quella storia. A un certo punto a cavallo degli anni 70/80 pensava di farne una versione comica in stile Woody Allen, con Steve Martin come protagonista.
      Boh.

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    5. Luigi14:40

      La storiella di "copula&corna" in EWS è come il romanticismo in "Via col vento" (il film più reazionario nella storia del cinema): patina mimetica, nient'altro.
      Un'utile introduzione al simbolismo e ai significati dell'ultimo film di Kubrick:
      http://www.giusepperausa.it/eyes_wide_shut.html

      Non a caso - il caso non esiste - il regista americano morì prima di terminare l'opera.
      Scoperchiare certi vasi non è infatti senza conseguenze, come 40 anni prima aveva ben compreso Roman Polanski dopo aver girato "Rosemary's baby".
      Sempre un anno che finiva con il 9...

      Ciao.
      Luigi

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    6. Anonimo02:20

      Cioè, fammi capire, non a caso l'hanno ucciso o non a caso si è suicidato?
      In ogni caso, ho aperto il link: che dire, il mondo è bello perché è vario.
      E sopratutto, ha ragione Barbara:

      https://www.youtube.com/watch?v=V5Rzh8XjzHI&feature=youtu.be

      saluti

      Mikez



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  3. Luigi18:28

    Immagino che "Cioè, fammi capire" sia la versione maleducata de "l'ignoranza è forza".
    Era chiaro ed esplicito nel mio commento: Kubrick non a caso è morto.
    Il modo poco interessa.

    Sempre nel 1969, per la prima volta in ambito (sedicente) cattolico si proclama l'inesistenza del demonio (va ad Herbert Haag il "merito").
    Ma sempre per restare in ambito cinematografico:
    https://www.youtube.com/watch?v=fUahe0eGZkw

    Non si evoca l'abisso, come fecero tanto Polanski quanto Kubrick, pensando poi di riuscire a dominarlo.
    Non tutti gli apprendisti stregoni sono come Topolino in "Fantasia", insomma.

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  4. Anonimo10:14

    In verità no, era la versione educata di una frase molto volgare. Ma se per te ribadire che il tuo commento era chiaro ed esplicito, che K è morto non a caso, e che il modo in cui è morto poco interessa, direi che non c'è spazio possibile di dialogo. Amici e sconosciuti come prima e siamo tutti felici e contenti.

    Mi preme però sottolineare una cosa: proprio visti i tempi interessanti che viviamo, come recita il nuovo post, secondo me sarebbe utile indirizzare gli sforzi para-noici verso la realtà piuttosto che verso i film di K - e lo dico da paranoico più che da studioso di K.

    Quanto alle libere interpretazioni dei film di K, che dire, il delirio complottardo non è in effetti tanto peggiore del ghezzismo filosofico, ma per entrambi c'è salvezza, se si vuole, cioè il ritorno alla realtà. Nel caso di K la realtà ha un nome: Elephant and Castle.
    E&C è una fermata della metro di Londra nonché grande piazza su cui affaccia la sede della Università delle Arti, dove si può entrare, scendere le scale e, se si è prenotato con un certo anticipo, entrare nell'archivio di K, dove passare i restanti anni della propria vita a studiare le centinaia di metri lineari e le tonnellate di carte relative alla produzione di tutti i suoi film, che il regista ha debitamente conservato e la famiglia del regista ha generosamente donato.

    Ne dico una a caso, la prima che mi viene in mente, visto che dopo l'articolo che hai linkato su EWS mi sono andato a leggere pure quello su FMJ, ancora più risibile del primo. Il numero 33 che appare sul cartellone pubblicitario non è un riferimento a nessun grado massonico, perché K ha semplicemente copiato i cartelloni pubblicitari vietnamiti dell'epoca. 3.3 sono i gradi alcolici della birra vietnamita, 3 virgola 3, come peraltro viene esplicitamente detto in una scena del romanzo da cui il film è tratto.
    Potrei continuare, e di quegli articoli non resterebbe pietra su pietra.

    Dopo di che, non avendo io nulla in contrario all'onanismo, se uno vuole continuare a farsi le seghe mentali su K liberissimo di farlo, viviamo pur sempre in America, un paese libero.

    http://archives.arts.ac.uk/CalmView/TreeBrowse.aspx?src=CalmView.Catalog&field=RefNo&key=SK%2f16%2f1%2f5

    Mikez

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