venerdì 28 agosto 2020

PSICOVID E NEMESI POST-MEDICA



“La gente che parla di Gaia e della responsabilità globale, e che fantastica sul fatto che noi dovremmo fare qualcosa in proposito, balla una danza folle che li farà impazzire […] La sensazione di essere in grado di celebrare il presente e di celebrarlo usandone il meno possibile, perché è bello e non perché è utile per salvare il mondo, può creare la tavola imbandita che simboleggi l’opposizione a quella danza macabra dell’ecologia, la tavola imbandita dove la vitalità viene consapevolmente celebrata in opposizione alla vita.”

Ivan Illich

Illich, qui citato in un'intervista degli anni Novanta, sarebbe da riscoprire, a partire da "Nemesi medica" che, scritto nel 1974, risulta quantomai profetico nella sua analisi della deriva totalitaria della medicina vendutasi a Mammona, della quale la pandemonologia Psicovid è solo l'ultimo epifenomeno, anche se clamoroso per entità e pervasività globale.
Non è la prima volta né sarà questa l'ultima in cui la casta sacerdotale medica si presta ad operazioni eugenetiche di ingegneria sociale infettando la salute pubblica con l'ampia gamma delle diavolerie iatrogeniche che ha a disposizione ma forse stavolta stanno infrangendo un record dopo l'altro in queste  olimpiadi delle arti mediche oscure che prevedono, dopo una lunga serie di sevizie, l'omicidio rituale finale di Ippocrate.
E, a proposito di sevizie, come definire altrimenti questo strumento di tortura pedosadica, il ciuccio-mascherina con tanto di filtro antipolvere regolarmente in vendita sul solito mercatone online di cinesaglie?

Dall'inizio della crisi abbiamo visto stormi di kamikaze arruolati tra virologi, epidemiologi, pediatri ma soprattutto veterinari (perché Essi ci considerano bestie che discendono dalle scimmie, non dimenticatelo mai) lanciarsi con i loro aeroplanini di carta di bugiardino sulla portaerei della Logica per sconfiggere la flotta della Scienza e usurparne il vessillo. Per perseguire l'opera di distruzione totale dell'Umanità è necessario separare definitivamente la Medicina dalla Scienza, rendere nullo questo ipocrita matrimonio di convenienza e copertura per riaffidare le sorti della salute umana alla magia e soprattutto alla volontà superomista dell'elite di ridurre drasticamente il numero di infestanti nell'unico immenso campo Elysium da golf che essa immagina per il suo futuro.  Nella vicenda Psicovid non vi è più nulla di scientifico nel senso proprio del termine, ovvero di verificabile e riproducibile per giunta democraticamente da chiunque sia in grado di farlo ma siamo già nelle brume dell'alchimia oscura, della negromanzia, dell'evocazione dei morti e della loro moltiplicazione propiziatoria a scopo di intimidazione. I negromanti non rispondono né all'etica né al principio di precauzione, si ammantano delle pelle scuoiata della Scienza e brandiscono il bastone di Asclepio in un'oscena e macabra rappresentazione della medicina come non dovrebbe mai essa diventare ma nemmeno essere immaginata. 
Separare la Medicina dalla Scienza ma non solo, usare gli strumenti della Scienza ribaltandone il senso e lo scopo, per sancire definitivamente che ogni scoperta scientifica potrà e dovrà essere usata, d'ora in avanti, contro di noi.  

Quale migliore metafora di questo concetto della incredibile vicenda della PCR divenuta strumento di "diagnosi" dell'infezione da Sars-Cov2 pur non avendone tecnicamente le caratteristiche, mirabilmente raccontata in uno straordinario articolo da Celia Farber, ovvero l'ennesima diabolica distorsione totale del Senso?

La PCR o Polymerase Chain Reaction, ideata e messa a punto dal premio Nobel Kary Mullis, fu introdotta nei primi anni Novanta come strumento della pura ricerca scientifica. Semplificando al massimo, la PCR è una tecnica di biologia molecolare che richiede vari cicli, da 30 a 50 in media, per replicare, o meglio amplificare, fino a miliardi di copie un campione di DNA in quantità sufficiente per poter essere poi studiato. E' una tecnica che ha un'infinità di potenziali applicazioni di ricerca ma nessuna delle quali era previsto avesse a che fare con la diagnosi di malattie infettive, come ebbe anche a puntualizzare il suo scopritore, scomparso l'anno scorso.
Come riporta la Farber nel suo articolo, citando le parole di scetticismo di Mullis sulla  possibilità di diagnosticare l'infezione da HIV attraverso la sua tecnica, "la PCR è in grado di rilevare un frammento assai esiguo di acido nucleico che è solo una parte del virus. Il frammento identificato è determinato dalla scelta arbitraria dei primer DNA utilizzati per l'innesco della "reazione a catena" che diventano la sequenza terminale del frammento amplificato". 
In pratica è come utilizzare un frullatore per rilevare una fuga di gas. La PCR non è un test binario positivo/negativo, non è il test di gravidanza, non è un test per diagnosticare malattie infettive, eppure si stanno facendo milioni di tamponi a persone che risulteranno negative o positive, con possibili ripercussioni sul loro status di cittadini portatori di diritti, sulla base di soglie assolutamente arbitrarie stabilite non si sa da chi e su quali basi e che abbiamo visto essere tutt'altro che scientifiche.  

Il ricercatore canadese David Crowe, intervistato dalla Farber, sostiene che in realtà non esiste alcun test per le malattie infettive che possa essere considerato dirimente in senso assoluto per la positività o negatività. La scienza è appunto assenza di certezze ma pullulare di probabilità.
Riguardo alla PCR ed alla sua discutibile attendibilità per la dichiarazione di positività o negatività da Sars-Cov2, ovvero dell'applicazione del Marchio, Crowe afferma che la soglia del numero di cicli di PCR oltre la quale il test mostra la fluorescenza della "positività" (che come abbiamo visto non è positività di un bel niente) non è assolutamente determinabile a priori e si può pensare che, stabilendone il valore, poniamo, a 20 cicli di replicazione, tutti i soggetti testati risulterebbero negativi ma portandola a 50 tutti diventerebbero positivi. In pratica, chi gestisce l'emergenza covid ha uno strumento che, potenzialmente, può far apparire e sparire, magicamente e solo magicamente, una pandemia. Le implicazioni pratiche di questa realtà, ben presenti a questi ricercatori scientifici ma non alle veterinarie o ai virologi da salotto, sono inimmaginabili e spaventose.
 
Questi primi mesi di Psicovid hanno dimostrato a tanti di noi che hanno avuto esperienza diretta o attraverso conoscenti, che si stava andando verso la logica del Gioco dei Tre Tamponi. Sei negativo (su base puramente arbitraria, come abbiamo visto) e io ripeto il test altre due volte. Se sei ugualmente negativo ma decido che devi essere positivo, così sarà. Tanti "morti per" sono stati certificati così.
Bene, se avete letto fin qui e magari anche l'articolo di Celia Farber, avete capito che l'inventore della PCR era contrario ad un suo utilizzo a scopo diagnostico. Ora leggete cosa viene detto in questo articolo che dichiaratamente riporta le affermazioni di un medico.




Come sempre le ultime parole sono quelle famose ed interessanti. INDIVIDUARE I SOGGETTI ASINTOMATICI (ed istituzionalizzarli, aggiungo io, con il significato che il verbo assume in senso medico). 
Questo articolo, che è della fine di marzo 2020, stava forse dichiarando il vero scopo dell'emergenza come pretesto del campionamento, perché tale sembra proprio, di intere popolazioni? 
Se il papà della PCR, che non ha fatto in tempo a vivere la Psicovid, aveva riserve sull'utilità diagnostica della sua creatura riguardo all'HIV (che in questo film per altro rientra in un ruolo che definirei un cameo), come fa il dottor Ferrara a definirla "unico metodo attualmente utile", da preferire in ogni caso al più attendibile test sierologico per la ricerca delle igG e igM? 
A proposito, una curiosità. La regione Emilia Romagna ha stabilito già da mesi che il personale medico e paramedico dovrà essere sottoposto al sierologico per stabilire la positività/negatività al Sars-Cov2. Ma guarda, non al tampone come il resto del bestiame? 
Capisco che sei mesi fa non si avessero le conoscenze scientifiche sull'esistenza dei falsi positivi e falsi negativi e che in sei mesi Lascienza fa progressi da gigante ma perché quella assoluta accondiscendenza nei confronti di chi ha ordinato di usare la PCR, ovvero l'OMS? Lo sanno che poi pensiamo male.

Si intravede l'ombra nera del Protocollesimo, la religione medico-sciamanica della medicina prego uguale per tutti, della prevenzione attraverso la rilevazione diagnostica di massa (dalla mammografia ripetuta fintanto che non compare una cellula sospetta, alla colonscopia invasiva, tanto ti fanno assaggiare quanto è buona la meperidina) fino alla ricerca ossessiva del Positivo (vero o falso, chi se ne frega) da avviare allo step successivo; Lacura uguale per tutti grazie alla panacea di tutti i mali, ovvero la pastiglietta a vita e ovviamente Ilvaccino come sacra unzione. La nemesi post-medica, parafrasando Illich. 
Per questa visione del malato in batteria dove la reattività individuale dovuta alla differenziazione viene negata, occorre l'arbitrarietà e variabilità  dei parametri stabiliti nei Protocolli, occorrono le asticelle da alzare o abbassare alla bisogna. 

Ora, paradossalmente, chi invece persegue scopi di selezione innaturale della popolazione a scopo di disinfestazione dal principale parassita di Gaia, è interessato proprio alla identificazione di gruppi specifici e addirittura "razze" che, sparite nelle nebbie del politicamente corretto, riemergono nei laboratori di biowarfare, di guerra batteriologica, come target di potenziali armi estremamente selettive.
Vi fu qualche tempo fa una protesta ufficiale da parte russa per un progetto finanziato dall'Aviazione militare americana sulla raccolta di DNA di soggetti russi caucasici ma che non dovevano comprendere soggetti ucraini. 
Continuo a ribadire che aver dato la possibilità ad una multinazionale, la IBM, di ottenere i dati sensibili sanitari dei cittadini italiani senza il loro consenso per il progetto Watson (nome di uno dei due scopritori del DNA) possa essere la backdoor per qualsiasi abuso. Magari non lo sarà ma potrebbe diventarlo.
La caccia all'Asintomatico, nuovo termine per definire il soggetto sano, la pratica del tampone a tappeto anche se ho cercato di dimostrare che ai fini del Sars-Cov2 il tampone è inaffidabile, a cosa serve? Forse ad una mappatura di DNA? A quale scopo? A fin di bene, direbbero loro, e quindi c'è da preoccuparsi.

Il clima non è propizio per l'ottimismo delle intenzioni. Avrete capito ormai che la campagna di Greta sulla CO2 era il trailer della mascherina. Come si estirpano le erbacce? Togliendo loro l'ossigeno. Se poi le erbacce accettano passivamente la camerina a gas portatile e il lager domestico, non è meraviglioso e così deliziosamente a basso costo? Il genocidio a domicilio, nemmeno Raphael Lemkin ci sarebbe mai arrivato.
La mascherina come segno, come marchio. Bestie già adesso marcate dalla pistola che misura la febbre dal parametro di guardia opportunamente abbassato a quei 37,5° che non sarebbe stato considerato patologico dai medici che insegnavano nei vecchi teatri di anatomia davanti al cadavere squartato per mostrare agli studenti che esistono anche i cancri in situ che sono asintomatici. E che, tornando alla febbre, avrebbero raccomandato di abbassarla solo dai 38° in su, per non ostacolare la reazione immunitaria naturale.

Dopo il malato in batteria, sarà caccia a quello che razzola ancora liberamente? Si potrà scovare l'Asintomatico grazie alla Psicovid che diventerà una Precovid alla Philip K.Dick? 
"Signor X, lei è passibile di TSO per non essersi vaccinato e non essersi ammalato negli ultimi sei mesi, favorisca seguirci ma prima offra la cavità rinofaringea senza fare opposizione. E' per il suo bene". 
Mi viene in mente il marchio della Bestia che tutti saranno costretti a mostrare. Che assurdità, eh?


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