martedì 21 gennaio 2025

IL TENENTE COLOMBO INTERVISTA IL BUON PAPA FRANCESCO

Ho ascoltato con grandissima fatica, anzi autentica sofferenza, l'intervista a pelle di leone di Fabio F'atio a papa Francesco; untuosa e scorrevole come l'Omino di burro che si avvicina all'orecchio dei suoi ciuchini sussurrando paroline dolci ma con in più una bella passata di sciolina per non irritare la delicata parte ospite.

Premetto subito che Bergoglio è visibilmente malato, assai gonfio forse da cortisone e questo non è un buon segno per la sua salute. La persona merita quindi il rispetto che è sempre dovuto agli anziani e malati. Così me la prenderò solo con la figura pubblica Francesco e con Fabio, autore di una clamorosa intervista mancata, nel senso che le domande che avrebbe dovuto fare a Bergoglio, in qualità di istituzione, si è ben guardato dal farle. 

Ad esempio, invece di inventarsi un Bergoglio che lotta contro la giunta Videla, poteva chiedergli conto dei due padri gesuiti Orlando Yorio e Francisco Jalics, molto attivi nelle baraccopoli tra i poveri negli anni settanta in Argentina. Poco prima dell'inizio della dittatura egli li cacciò dalla Compagnia di Gesù e tolse loro l'autorizzazione a dire messa (un vecchio vizio, evidentemente). I due sacerdoti furono bollati come sovversivi e finirono incarcerati e torturati nell'ESMA. Quando nel 1979 avrebbe potuto rimediare al male fatto perorando la causa di richiesta di rinnovo del passaporto di Francisco Jalics, rifugiatosi nel frattempo in Germania dopo essere stato liberato, come lettera di raccomandazione il buon futuro papa Francesco scrisse: “Questo prete è un sovversivo. Ha avuto problemi con i suoi superiori ed è stato detenuto nell’ESMA”.
Questi sono fatti ormai acclarati da documenti raccolti negli anni dalle inchieste sulla "guerra sucia" del giornalista argentino Horacio Verbitsky.
Altra domanda che andava fatta, a corollario: "Santità, lei si è mai chiesta come mai il suo paese non l'ha mai invitata a compiervi un viaggio apostolico?"

Così come quando si è tirato fuori il solito argomento degli abusi sui minori, piaga attribuita da Bergoglio alla famigerata famiglia ed al vicinato, per cui questi ambienti sarebbero fonte di continuo pericolo per i piccoli. Non fossi stata F'atio e ascoltando il mio diavoletto interiore gli avrei chiesto: "Santità, che mi dice di quel dossier in svariati volumi che lei fece confezionare come memoria difensiva da consegnare al tribunale poco prima della sentenza al processo contro il prete molestatore di un giovanetto? Quel Julio César Grassi che fu poi riconosciuto colpevole e condannato ad una pena di quindici anni?" 

Va bene che la scusa per l'intervista era l'ultimo volume dei tanti sfornati dalle edizioni Bergoglio, dal titolo "Spera" ("che me la cavo?"), insomma il solito marchettone non si sa se offerto o imposto, ma un po' più di dignità non avrebbe guastato. In questi casi è inutile anche chiedersi se le domande siano state concordate perché la probabilità che giunga una domanda scomoda o scorretta in questi casi è improbabile come la neve il quindici di agosto. Forse con Francesca Fagnani ci sarebbe stato un po' più di pepe ma con F'atio la domanda non si sente proprio, l'anestesia è totale.

Gli altri argomenti trattati nell'intervista sono stati quelli più attesi e scontati. I migranti, Trump il cacciamigranti, ancora i migranti, e perché l'Italia se non fa figli non accoglie i migranti. E poi l'amore per i carcerati, la guerra è sempre brutta, l'imminente ed immanente "giornata della memoria", le donne "che sono più brave degli uomini", per sdoganare le suore filosofe collocate nei dicasteri per "smaschilizzare la Chiesa", addirittura la citazione della von der Leyen alla quale Bergoglio racconta che chiese: "Come fa, signora, con tutti quei figli?" Dimenticando che la povera donna non vive in una favela ma è la presidente della Commissione Europea e percepisce uno stipendio che le permette sicuramente di essere "Ursula, madre e donna" con tanto di maggiordomi, camerieri, cuochi, babysitter e autisti. 

E Gesù Cristo, in teoria il Principale, è mai stato nominato? Si, verso la fine e sono riusciti a confutarlo. Sacerdoti e fedeli in ascolto, allacciate le cinture di sicurezza. F'atio cita un passo del Vangelo in cui Cristo afferma che il peccato di bestemmia contro lo Spirito Santo è l'unico che non può essere perdonato e chiede a Bergoglio cosa ne pensi. Un papa qualsiasi preso a caso tra i 265 precedenti, antipapi compresi, avrebbe risposto: "Lo ha detto Nostro Signore, non si discute". Invece  Bergoglio finge di pensarci su e poi dice: "No, Dio perdona sempre". Così, in scioltezza. L'ipse dixit c'est moi. Spiace sempre che in queste occasioni Dio non si manifesti con fulmini e tuono, lasciando un mucchietto di cenere fumante in luogo degli apostati.  

Hanno allietato il finale dell'incontro tra Omino di Burro Fuso e l'antipapa la barzelletta di Dio che fa da autista al Papa e l'aneddotino su Bergoglio che, dirigendosi verso il balcone, la sera dell'elezione, inciampò rischiando di cadere. "

A proposito, Santità, non è che sta incespicando un po' troppo spesso ultimamente? E quei lividi... tutto bene a Santa Marta?" "Santità, che mi dice di quel 13 marzo, ha mai avuto dubbi sulla validità della sua elezione? In fondo ne "El sucesor" qualcosa ha ammesso, ci racconti."

"Ah, un ultima cosa, Santo Padre. Pare che lei non celebri messa dall'aprile del 2022. Glielo hanno imposto? Non è una cosa bizzarra e offensiva nei suoi confronti? Se mi permette la sfrontatezza, non si sente come quegli anziani che osservano i cantieri, gli umaréll? Non è che l'hanno sospesa a divinis? Si è poi trovato il suo certificato di diaconato?"

Ma qui, più che Fabio F'atio ci sarebbe voluto il tenente Colombo.





LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...