Devo anch'io una risposta a padre Giorgio Maria Faré perché, nella sua diretta serale di giovedì scorso sul suo canale "Veritatem facientes in Caritate", sono stata chiamata direttamente in causa nella querelle seguita alla pubblicazione il 12 maggio del suo video intitolato "Extra Omnes: risposta ad Andrea Cionci". Video che avevo seguito in diretta e che mi aveva lasciata allora molto perplessa, per le ragioni che di seguito esporrò.
Quel video era stato poi commentato dal conduttore Arturo Ferrara e da Andrea Cionci stesso nel corso della diretta del 14 maggio sul canale YouTube "AltrementiTV" di Ferrara - alla quale partecipavo anch'io - dedicata alla "prima settimana di Leone XIV" . Arturo Ferrara, anch'egli tirato in ballo perché da intervistatore aveva chiesto a Cionci di rispondere alle contestazioni a lui rivolte contenute nel video di padre Giorgio, ha già risposto da parte sua.
In quell'occasione avevo ribadito nei commenti, rispondendo ad un ascoltatore, il disagio provato nei confronti del video del 12 maggio di padre Faré, perché mi era parso un processo, per giunta alle intenzioni, in assenza sia dell'imputato che dell'avvocato della difesa e andato avanti per 2 ore e 19 minuti nonostante avesse la sentenza già scritta e depositata.
Padre Giorgio si è detto stupito di questo mio commento e mi ha invitata ad intervenire, quindi ora mi sento in dovere di argomentare il mio pensiero ma in modo più approfondito, a maggior ragione dopo aver potuto anche analizzare il testo che in quel video lui lesse e commentò, e che mi ha chiarito ulteriormente le idee.
Accingendomi ad una filiale peer-review della dispensa pubblicata da padre Giorgio Maria Faré, definita studio scientifico, quindi di mia competenza, astenendomi tuttavia dalla valutazione delle sue obiezioni finali sull'interpretazione della "sede vacante", di competenza dei canonisti, dall'analisi del lavoro rilevo immediatamente alcune criticità metodologiche.
1) La prima, da allerta rossa, è che il MUTAMENTO (o CAMBIAMENTO) DELLA POSIZIONE del dottor. Cionci viene DATO PER CERTO fin dai titoli e dalle premesse della dissertazione. Certezza che, nel prosieguo della trattazione, non verrà mai suffragata da prove documentali.
2) Seconda criticità. Come si legge nel primo paragrafo dello scritto e viene affermato dallo stesso padre Giorgio nella presentazione del relativo video, la MOTIVAZIONE che avrebbe reso addirittura necessario lo studio di un presunto (ma qui dato per certo) "cambiamento di posizione del dott. Cionci" viene fatta derivare da una non meglio specificata esigenza proveniente da un numero imprecisato di persone che hanno contattato padre Giorgio negli ultimi tempi per email, WhatsApp e altro. Un'esigenza che possiamo quindi supporre essere scaturita, in mancanza di dati ulteriori e certi sulle sue ragioni specifiche, da mere impressioni e sensazioni; non esclusi, ipotizziamo, fraintendimenti, mera vis polemica ed altro ancora. Se non viene dimostrato che l'impressione del lettore circa il cambiamento di posizione di chiunque era corretta, trattasi di una sua pura congettura.
3) Riguardo a quale precisa POSIZIONE del dottor Cionci si riferisca lo studio, essa viene individuata da padre Faré in un presunto slittamento dalla posizione definita del RIGORE CANONICO (o VIA CANONICA) a quella denominata del "REGGENTE", da lui ascritta al campo della narrativa.
In estrema sintesi, secondo la VIA CANONICA il superamento della crisi derivante dalla sede impedita di Benedetto XVI e dall'antipapato di J.M. Bergoglio, secondo quanto sempre affermato da Andrea Cionci, può avvenire solo attraverso un conclave valido convocato secondo le norme della Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis. Per il ripristino di un legittimo pontefice non sono contemplate soluzioni alternative a quella canonica, come ad esempio attraverso elezioni per acclamazione popolare o mediante investiture divine su base profetica.
L'ipotesi del REGGENTE si basa sull'osservazione dei segni della progressiva spoliazione di Francesco delle sue prerogative papali da parte di una Chiesa dell'Istituzione che avrebbe contenuto il potere dell'antipapa, arrivando poi, alla sua morte, ad organizzare il ripristino della legittima linea petrina attraverso un conclave ristretto ai soli cardinali di nomina pre-2013, quindi canonicamente valido secondo la UDG.
Ricordo che la figura della reggenza è ipotetica, soprattutto nella sua eventuale funzione POSITIVA nei confronti del superamento dell'impasse antipapale. Tuttavia se ritorniamo con il pensiero ai tempi del travagliato pontificato di Benedetto XVI dovremmo ricordare come lui stesso si lamentasse di essere sottoposto ad una forma di controllo interno alla Curia che gli lasciava ben poco spazio di manovra e di fatto lo aveva posto in una pre sede impedita. Questo potere che "rimane anche se i papi passano" è plausibilmente sempre esistito e sempre esisterà, come esiste nelle istituzioni laiche della politica.
Tornando alla questione del CAMBIAMENTO DI POSIZIONE di Andrea Cionci, padre Faré pensa di averla dimostrata considerando la via canonica e quella della reggenza come antitetiche e mutualmente escludentesi. Tuttavia Andrea Cionci non ha mai ripudiato la via canonica in favore di un'adesione fideistica a quella della reggenza, che considera correttamente un'ipotesi ancora da studiare e verificare ed in ogni caso complementare ma subordinata a quella della via canonica.
4) Altra criticità. Riguardo alla raccolta dei dati che potrebbero dimostrare il presunto cambiamento di posizione, (ma ha ancora senso raccoglierli se il cambiamento viene dato per certo a priori?), non vengono forniti esempi concreti estrapolati da testi o video di Andrea Cionci, né viene proposta un'analisi comparativa tra il pensiero antecedente del dott. Cionci e quello attuale, per individuarne eventuali differenze SIGNIFICATIVE.
Vediamo il "prima", ovvero la posizione precedente alla primavera 2025, indicata da padre Faré come inizio del cambiamento di posizione. Facendo una ricerca sul canale Codice Ratzinger con la parola chiave "via canonica", estraggo questo esempio:
Podcast dell'11 novembre 2024 intitolato "Risposta all'amico Diego Fusaro: cultura per il Logos, ma la strada canonica è vincente" dove si parla della via canonica come unica via percorribile per il ripristino della legittima linea petrina.
Di esempi ve ne sono innumerevoli altri ma il concetto si ritrova ribadito soprattutto nel documento sintetico e riassuntivo "STUDIO CANONICO SULLA SEDE IMPEDITA" scaricabile sempre dal canale Codice Ratzinger, redatto a cura del gruppo di studio di canonisti e latinisti collaboratori di Andrea Cionci, dove si legge, tra l'altro, a pag. 23:
"Dalla morte di Benedetto XVI, a nessun altro che non sia eletto da un valido conclave, con cardinali di nomina legittima (pre 2013), si può trasmettere il munus petrino.".
Vediamo ora il "dopo", il presunto CAMBIAMENTO DI POSIZIONE.
a) Nel primo podcast pubblicato sul suo canale appena dopo l'elezione di Leone XIV l'8 maggio 2025 dal titolo "Plausibile che Leone XIV sia un vero papa. Graduale svelamento: occhio al cerimoniale", Andrea Cionci affermava:
"Queste sono solo prime impressioni a caldo. Sono contento perché al 75% credo che la legittima successione petrina sia stata restaurata.Finché non arriva una prova inequivocabile del fatto che Leone XIV sia stato eletto dai veri cardinali non posso considerarlo al 100% un legittimo papa. Però credo che se è un legittimo papa gradualmente farà verità con la saggezza di un padre."
Siccome su quel 75% si è creata una tragedia, mi si permetta un po' di pedanteria. Immaginiamo l'elezione del pontefice come il risultato del lancio di una moneta, che può solo dare "Papa (testa)" o "Antipapa (croce)", con entrambe le possibilità date ovviamente al 50%. La moneta è stata lanciata ma noi non sappiamo se sia uscita testa oppure croce. A questo punto possiamo attribuire un valore di probabilità qualsiasi tra 1% e 100% ai due possibili risultati, basandoci su nostri propri criteri di valutazione basati su parametri soggettivi e oggettivi. Qui Andrea Cionci attribuisce a questa valutazione personale un valore percentuale del 75% in favore del risultato "Papa (testa)", che potrebbe variare in più o in meno in seguito al riscontro di ulteriori fattori oggettivi pro o contro la legittimità canonica di Leone XIV.
Torniamo alle fonti.
b) Nell'intervista su Byoblu, Leone XIV ripristina la successione petrina? ripresa sul canale Codice Ratzinger il 9 maggio, Cionci afferma:
"Il mio è un cauto ottimismo sul fatto che Leone XIV possa essere un legittimo pontefice e che sia stato eletto dai 25 cardinali elettori di nomina pre2013 perché appunto ricordiamo che solamente l'elezione da parte dei veri cardinali lo renderebbe un vero papa con il munus Petrino, questa investitura di origine divina che è fondamentale per i cattolici..."
c) Nell'intervista a Stefano di Radio Radio, L'elezione del nuovo papa Leone XIV del 9 maggio, Cionci altresì afferma:
"...il punto è sempre quello: lui [Leone XIV] il Munus ce l'ha o non ce l'ha: è un vero papa o non è un vero papa e questo dato ve lo può fornire solo lui stesso divulgando i verbali della sua elezione e facendo sapere al mondo che lo hanno votato, come mi auguro, solamente i 25 cardinali aventi diritto. [...] C'è un dogma che si chiama dell'indefettibilità della Chiesa che dice che la successione petrina sarà perpetua ma questa successione avviene solo in un conclave regolare, non avviene in conclavi inciucio, in pastette in cose che vanno contro la legge perché se si va contro il diritto canonico si va contro il diritto divino."
d) Anche nel podcast Domande ricorrenti sulla legittimità di papa Leone XIV del 9 maggio, dove per altro si osserva l'inizio di una campagna di commenti negativi che lo accusano di avere "cambiato idea", Andrea Cionci riafferma gli stessi concetti, ovvero l'assoluta necessità di trasparenza e di certezza sulla legittimità dell'elezione canonica di Leone XIV.
5) A sostegno della veridicità della tesi del presunto CAMBIAMENTO DI POSIZIONE di Andrea Cionci, padre Giorgio Faré porta come prova a carico i dati di un florilegio di 16 commenti estratti dal canale "Codice Ratzinger" che proverebbero il sentiment mutato negativamente dei suoi follower. Se si verifica sui rispettivi video, si scopre che i commenti negativi sono comunque in misura minoritaria rispetto a quelli positivi e di sostegno. Una scelta di 16 commenti prelevati a random, tutti negativi, creano l'illusione fallace di un dissenso omogeneo che nella realtà non viene riscontrato. Quella della "rivolta dei follower" è quindi un'altra pura congettura che contribuisce a smontare l'impianto complessivo del "processo a Cionci" che è destinato al non luogo a procedere.
A margine, mi si conceda un'osservazione sui commenti sui social. Non so da quanti anni padre Giorgio pratichi Internet, suppongo non da poco. Io da quasi trent'anni e da quasi venti ho un blog sul quale ho potuto osservare quattro tipologie di commentatori: i fan che ti danno sempre o quasi ragione, i critici che ti danno contro sempre; i troll, ovvero i provocatori puri e semplici e infine i flamers, ovvero coloro che si divertono o sono incaricati di creare ed alimentare una polemica.
Non attribuirei quindi valore probatorio a questi commenti che nascono anche dietro l'ombrello protettivo dell'anonimato.
Riguardo ai bias. Quello "cognitivo" che viene posto all'origine della presunta volontà di Andrea Cionci di far quadrare a tutti i costi l'ipotesi della reggenza in una sorta di trama letteraria (allusioni alla nota accusa di voler emulare Dan Brown?) può essere escluso in quanto la via canonica continua ad essere l'unica via percorribile sostenuta dall'autore.
Piuttosto, riallacciandomi all'esempio del sondaggio sui commenti negativi di cui sopra, e a quello invece plebiscitario in senso positivo riscontrato quando padre Giorgio ha chiesto in diretta se fosse stato "aggressivo" nella "risposta" ad Andrea Cionci, dove tutti hanno risposto "no, padre, assolutamente", io rilevo un bias molto noto nell'ambito della ricerca psicometrica, il bias di desiderabilità sociale, al quale accennerò brevemente - approfittando dell'occasione - perché è diventato assai frequente osservarlo sui social media.
Se si chiede ai propri follower un giudizio potenzialmente negativo sulla propria persona, essi si sentiranno in obbligo invece di confermare la propria fedeltà rispondendo secondo quello che ritengono il vero desiderio dell'intervistatore, ovvero quello di essere confermato nella propria bontà. Questo bias, che è lo spauracchio del compilatore serio di domande per i sondaggi d'opinione, nasce quando la domanda dell'intervistatore non viene posta in modo neutro ma manipolatorio, finendo per orientare la risposta. Chiedere "Cosa ne pensa di questo sindaco?" o "Cosa ne pensa di questo sindaco ladro" significa ottenere una maggioranza di cittadini che considereranno il proprio sindaco un ladro, senza che egli lo sia necessariamente per davvero e senza che essi stessi magari lo pensino. Le implicazioni propagandistiche di un uso malandrino di questo bias sono facilmente immaginabili.
Un'ultimissima nota sul tema delle fonti di un giornalista d'inchiesta (consulenti compresi) e di come non sia sempre possibile pretendere di conoscerne a tutti i costi l'identità. Allo stesso modo in cui gli inquirenti non sono tenuti a rivelare l'identità dei loro informatori, il principio della riservatezza delle fonti opera a protezione di esse e di chi svolge l'inchiesta. Naturalmente la professionalità del giornalista garantisce, attraverso il suo nome e la sua reputazione, la serietà della conduzione dell'inchiesta.
Concludendo, tornando allo studio di padre Giorgio Maria Faré, alla luce dei dati documentali qui riportati sul prima e dopo il presunto cambiamento di posizione del dottor Cionci - dati che respingono l'ipotesi del cambiamento (ovvero il passaggio dalla via canonica alla via letteraria) e viste le problematicità di tipo metodologico riscontrate nello studio in oggetto, si può affermare che questo cambiamento non sussiste, non essendo mai avvenuto.
Con i miei più rispettosi ossequi a padre Farè, che cordialmente saluto.