Il foglio telematico del cosiddetto Movimento Popolare di Liberazione, che dev'essere senz'altro gemellato con il Fronte del Popolo di Giudea (vedi sotto), ci offre un'accurata e serena analisi del pericolo rappresentato oggi dal non essere di sinistra quanto loro.
Conoscete il gioco democratico, l'entità che nel mondo occidentale globalizzato ha sostituito da tempo la democrazia? Ecco, esiste anche il gioco identitario, che è quello che nel mondo occidentale della sinistra globalizzata ha sostituito la rivoluzione proletaria. Come il gioco democratico nulla ha a che fare con la democrazia, altrettanto il gioco identitario non c'entra niente con l'emancipazione delle classi minacciate dall'ultracapitalismo. Per partecipare al gioco non basta tirarlo fuori e misurarselo, per vedere chi ce l'ha più lungo, ma occorre anche avercelo puro ed incontaminato. Giustamente i padroni non amano che i loro servi lo menino a destra e a manca, ma soprattutto a destra, prima di sollazzarseli su Elysium. Così il gioco identitario consiste non soltanto nel reciproco grooming alla ricerca dei pidocchi piccolo-borghesi per passare il tempo in attesa della proclamazione della vittoria della lotta di classe da parte delle élites, ma nel controllare che il loro prossimo non sia stato contaminato da rapporti impuri con la destra.
I miei piccoli lettori, a questo punto, si staranno domandando a chi giovi questo gioco e se non ce ne possa fregare di meno di esso e di chi lo pratica. Avete ragione. Essendo un gioco riservato ormai a pochi non eletti non dovremmo neppure occuparcene né perderci tempo, se non per avere la scusa di rispolverare uno dei più fenomenali pezzi di satira sull'idiozia di sinistra che si siano visti al cinema.
Tenete presente che il pezzo è del 1979 e i Monty Python sono inglesi, il che dimostra come il problema della sinistra cialtrona sia transnazionale e senza età.
Se me ne occupo però, della sinistra cialtrona, è perché, comunque, ritengo non si debba lasciar passare l'infamia di chi, quando usciremo, avrà la faccia di tolla di dire: "L'avevo sempre detto". Bisognerà essere in grado di riconoscere il pidocchio per evitare nuove spiacevoli reinfestazioni.
Tornando all'articolo pubblicato sul sito del "coordinamento della sinistra contro l'euro" - come se esistesse un Movimento di Rocco Siffredi contro la figa, lo so che fa ridere ma è così, questo sedicente Marxista dell'Illinois N° 2 ci mostra quali sono i pericoli per chi, combattendo la battaglia contro l'euro, non si accorge nella contaminazione possibile in itinere con i pericolosi elementi della reazione. Il che dimostra che il vero nemico dei sollevatori, praticando essi l'insulso gioco identitario invece della critica anticapitalistica, non è l'euro (ma s'era capito) ma la destra e il rischio del sorpasso da destra.
In specifico, il pericolo per costoro è la vittoria della peggiore espressione della destra reazionaria, ovvero "l'inciucio con la destra liberista e xenofoba".
Che coraggio! Non quello con la Troika dei suoi vassalli italiani del PD e di ciò che resta del centrodestra; dei sindacati collusi e infelici, dei mangiatori di gnoccofritto, delle sacre cooperative unite, degli europeisti kalergici propugnatori del ripopolamento e di tutta la feccia risalita dal pozzo del più grande tradimento della storia dopo Giuda Iscariota.
Il bersaglio del loro livore, che condividono con alcuni attivissimi circoli del bruxismo su Twitter, è Alberto Bagnai che, tra i tanti meriti divulgativi, ha, purtroppo per loro, quello di fungere da luminol, da rivelatore della cialtronaggine non solo intellettuale della sinistra. Anche se spegni la luce, eccola lì che risplende e questo loro non possono tollerarlo.
Ossessionati, dicevo, dal sorpasso da destra, ossessione che smaschera l'insincerità della loro contrapposizione alla moneta unica, non vedendo che è proprio la sinistra la sua più devota groupie, il loro babau ora è Salvini (pseudonimo di Marine Le Pen) che ha tra i cavalli di battaglia tre vere e proprie piaghe bibliche: "il no euro, il no all'immigrazione e la flat tax." Il no euro, appunto.
Ecco, la flat tax. Un argomento sul quale si può essere o meno d'accordo ma solo dopo aver studiato cos'è e quali ne sono i pro e i contro. La flat tax sulla quale Bagnai e Claudio Borghi hanno dichiaratamente opinioni diverse ma che, nella confabulazione del delirio sollevazionista, diventa il pretesto per "la rottura di un sodalizio disdicevole" tra i due. Non sorprenda il tono da Carolina Invernizio. Da quel punto in poi l'articolo assume toni melodrammatici da feuilleton.
Eccovene un brano, talmente pregno di significato che vale la citazione integrale:
"Cosa sia la Flat Tax è presto detto: il sogno di tutti i furfanti, la quint'essenza della visione neoliberista in economia. Tu guadagni mille io dieci e la comunità ci prende in tasse la stessa quota del 20%. Addio alla Costituzione! Addio, in una società che vede ampliarsi il solco tra ricchi e poveri, al principio del fisco come leva per redistribuire la ricchezza. Diciamola tutta: addio allo Stato e abdicazione finale della politica al regno dell'economia fondata sul profitto".
Sareste da dannazione immediata solo per quel latrato disperato e falso sulla Costituzione. Che faccia di tolla! Come osate nominarla, infami traditori, voi che avete generato i peggiori stupratori seriali della carta scritta a suo tempo da gente alla quale non sareste degni nemmeno di leccare le scarpe.
Capite? La quintessenza (senza apostrofo, cheri) del liberismo non è mica l'applicazione della Santa Patrimoniale patrona della Sinistra alla classe media (formata non da capitalisti maialoni alla Groz ma dai vostri genitori, brutti somari), che va ad intaccare il risparmio e la proprietà immobiliare con punte di pressione fiscale insopportabili senza tenere contro del reddito, mandando allegramente in culo la progressività e favorendo si la redistribuzione, ma verso l'alto, della ricchezza.
Il reddito, questo sconosciuto. Se uno che ha ricevuto a dicembre una busta paga di 1300 euro netti e si ritrova a pagarne 1900 di imposte sugli immobili di proprietà, a quale percentuale di tassazione è soggetto? Guardate nel grafico l'ultima palla a destra che rappresenta l'insieme degli asset della classe media. Se colpiamo la casa di proprietà, la pensione, la liquidità (gli ottanta euro di elemosina del grullo che finiscono nella TARI e nell'IMU) e ne mettiamo anche a rischio lo stipendio con il Jobs Act, vedete bene che quella palla cambierà nome da Middle a LUMPENPROLETARIAT. Ve lo direi in greco ma non ho fatto il classico.
Questo è ciò che sta facendo la sinistra in Italia fin dai tempi del Britannia per conto delle élites e in nome del liberismo e non sopportate che Bagnai e gli altri ve lo ricordino.
La flat tax è il male, cari pidocchi. E va bene, voglio darvi ragione. Ma se io guadagno dieci e il Ricco mille, il venti per cento è sempre il venti per cento. Ovvero a me tolgono due e al Ricco duecento. Ora come ora a me tolgono l'undici su dieci e al Ricco non so, perché probabilmente lui ha un commercialista più bravo del mio e poi io, da fessa, ho tutto intestato a mio nome e il Ricco sicuramente no.
Forse, se con una minore imposizione fiscale mi rimanessero più soldi in tasca dallo stipendio, potrei anche pagarmi certi servizi che ora, siccome devono essere gratis per tutti, rischiano di diventare a pagamento per tutti. Se mi dite che troverebbero il modo di fotterci lo stesso, siamo d'accordo, ma questo regime fiscale che tanto vi piace perché ammazza l'odiato piccolo-borghese applicando il feticcio della patrimoniale, è una barbarie.
In attesa di riparlare di flat tax con argomenti più sostanziosi e seri, un invito ai sollevazionisti e compari loro: continuate pure a ragliare e rosicare allo stesso tempo, nel mentre cercate la fantomatica "uscita da sinistra" senza dire una parola contro la demolizione controllata da sinistra dell'Italia. Spero che, quando la troverete, al di là della porta si aprirà per voi l'abisso dell'inferno. L'inferno nel quale avete spinto questo paese.