Il commissariato di Vigàta era in fermento. Quella sera l’Italia si giocava la finale dei Mondiali, mancava tanticchia all’inizio e tutti speravano che per quella sera non ci fossero ammazzatine per potersi taliare la partita in santa pace.
Catarella sembrava attarantolato: “Dottori, dottori, stasera vinciamo noi, pirsonalmente di pirsona!” “Che minchia dici, Catarè” santiò Montalbano, che in queste cose era superstizioso. E poi quella serata era incazzato più del solito, si sentiva un cerchione di ferro torno torno alla testa e gli occhi gli facevano pupi pupi.
Raggiunse Livia alla trattoria San Calogero dove mangiò tanticchia di pesce e basta. Principiò a taliare la partita sul televisore e più passavano i minuti e più si faceva pirsuaso che quel grandissimo cornuto di Catarella ci aveva azzeccato anche questa volta.
Quando l’Italia segnò l’ultimo rigore e principiò un misirizzi di urla, bannere e gente che si catafotteva urlando per strada, il commissario si sentì improvvisamente guarito e soddisfatto. Taliò la zita che era ancora più commossa di lui, la strinse e se ne andarono ad adrummiscire stanchi ma felici.
Quando l’Italia segnò l’ultimo rigore e principiò un misirizzi di urla, bannere e gente che si catafotteva urlando per strada, il commissario si sentì improvvisamente guarito e soddisfatto. Taliò la zita che era ancora più commossa di lui, la strinse e se ne andarono ad adrummiscire stanchi ma felici.
Omaggio affettuoso al maestro Camilleri
minchia se io avrei detto queste parole ma vabbene cosi' l0'importante e' che vinga l'italia parola dell'agente catarella di persona personalmente ciao
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