"Ue ragassi, non siamo mica qui a rimettere i pantaloni all'Unità." (Bersani apocrifo)
Il divorzio tra Concita De Gregorio e l'editore Soru, con conseguente cambio di direttore all'Unità, sarà pure consensuale ma il puzzo di bruciato continua a sentirsi.
Più che altro è strano che da giorni tutta la stampa di centrodestra e l'O.P. con le ciglia finte Dagospia avessero previsto la notizia e ci ridacchiassero pure sopra.
Il 4 giugno Augusto Minzolictus chiudeva un servizio del TG1 sulle presunte difficoltà editoriali dell'Unità con la frase che tanto fece incazzare Concita: "Vedremo chi rimetterà i pantaloni all'Unità".
Qualche sera dopo, durante un talk show, Nosfigatu Sallusti ripetè il concetto in faccia a Concita. Preveggenza? Percezioni extra-sensoriali? Non credo.
A destra lo sapevano quindi ma pare che Berlusconi non c'entri niente con la cacciata di Concita. Almeno direttamente. Si sussurra che sia fuoco amico, una roba interna al centrosinistra, che c'entrino e molto Massimo D'Alema e forse anche Bersani, visto che il candidato più papabile alla sostituzione della De Gregorio è il suo biografo. Si sa che a pensar male si fa peccato, eccetera eccetera.
C'è anche, per la verità, chi parla di effettivo crollo delle vendite dovuto a colpe precise della direttora e a rapporti non proprio idilliaci con la redazione, soprattutto con i precari che sarebbero, secondo gli insider, sfruttati e bistrattati.
Speriamo siano tutte solo malignità e che, approfittando di malumori redazionali, non si sia approfittato per portare avanti la solita politica inciucista e da compravendita di candidature del Partito Bestemmia. Staremo a vedere.
Ad ogni modo e comunque siano andate veramente le cose, quando avremo finito con gli occupanti, bisognerà dedicarsi ai collaborazionisti e allora, vedendo tante teste rasate a sinistra, capiremo chi se la faceva con il nemico. Non vedo l'ora.
C'è anche, per la verità, chi parla di effettivo crollo delle vendite dovuto a colpe precise della direttora e a rapporti non proprio idilliaci con la redazione, soprattutto con i precari che sarebbero, secondo gli insider, sfruttati e bistrattati.
Speriamo siano tutte solo malignità e che, approfittando di malumori redazionali, non si sia approfittato per portare avanti la solita politica inciucista e da compravendita di candidature del Partito Bestemmia. Staremo a vedere.
Ad ogni modo e comunque siano andate veramente le cose, quando avremo finito con gli occupanti, bisognerà dedicarsi ai collaborazionisti e allora, vedendo tante teste rasate a sinistra, capiremo chi se la faceva con il nemico. Non vedo l'ora.
Aggiungiamo anche la telefonata a Concita proveniente da una utenza di palazzo grazioli?
RispondiEliminaLa longa manus del grande burattinaio arriva anche dove non te lo aspetteresti.
Mah, Nonno Enio, io non credo che qui c'entri B. E' una faida interna al centrosinistra che (in)volontariamente favorisce B.
RispondiEliminaCredo sia il caso di occuparcene da subito. Il fatto che continuino a tenere la scritta "giornale fondato da Antonio Gramsci" sotto la testata e non vergognarsi neanche di striscio dovrebbe già dirla tutta da sè.
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