Ricevo e volentieri pubblico un'intervista a Giulietto Chiesa di Gianni Ventola Danese, giornalista freelance da quindici anni, prima sul web e poi sulla carta con "Liberazione" e il "Il Riformista".
In Ucraina un colpo di stato appoggiato da Europa e Usa
Intervista a Giulietto Chiesa
“Gli estremisti nazionalisti ucraini sono stati incitati, organizzati e finanziati dall’Europa e dagli Usa. E’ con questo appoggio esterno che sono riusciti a portare a compimento un colpo di stato”. “l’Europa e gli Stati Uniti riconoscano di non essere più in grado di conservare il loro potere”. “Non possiamo accettare questa linea perché ci porterebbe alla Terza Guerra Mondiale”.
di Gianni Ventola Danese
Giulietto, come interpretare l’escalation della tensione tra Russia e Stati Uniti? Siamo veramente alle porte di un conflitto? Assistiamo all’esasperazione di una nuova guerra fredda o c’è qualcosa di più?
No, siamo già oltre la guerra fredda, credo che ormai siamo nel pieno di una crisi le cui dimensioni sono paragonabili a quelle della crisi dei missili di Cuba del 1962. Io su questo non ho dubbi, Unione Europea e Stati Uniti hanno superato la linea di guardia andando direttamente all’offensiva contro la Russia. Gli scopi sono chiari perché è evidente che sia l’Europa che Gli Usa sono nel pieno di una crisi politico finanziaria senza precedenti, hanno bisogno di distrarre l’opinione pubblica internazionale e tentano di uscirne forzando la mano e creando una netta linea di demarcazione coi russi. Hanno giocato una partita ad altissimo rischio e, adesso, appare evidente che era solo una ingenua illusione pensare che Vladimir Putin potesse in qualche modo cedere ed arrendersi agli accadimenti.
Possiamo realmente immaginare un intervento degli Stati Uniti con gli interessi che questi hanno a salvaguardare un rapporto con i russi su altri scenari, pensiamo alla Siria o all’Afghanistan.
Il problema fondamentale ora è che Putin, a mio avviso, ha fatto una mossa molto ragionevole e meditata, ovvero quella di inviare truppe in Crimea. Lo ha dovuto fare prima che fosse il governo di Kiev a intervenire, un governo, non dimentichiamolo, sostanzialmente di fascisti e di neonazisti che sta puntando apertamente a una rottura con la Russia. Kiev si sta preparando a una aggressione contro la Crimea e contro le regioni russe e russofone dell’Ucraina, e l’unico modo per fermali era ricorrere a un deterrente. A questo punto vedremo fino a che punto l’Europa e gli Usa vorranno insistere appoggiando un gruppo di estremisti nazionalisti fascisti, dovranno decidere se questi gli servono oppure no. Se gli servono, sarà una guerra vera, guerreggiata, si sparerà coi cannoni e auguriamoci che a sparare saranno solo i cannoni.
Volevo arrivare a questo, la rivolta di piazza Maiden viene interpretata da alcuni commentatori come l’ennesima manifestazione delle faide politiche interne all’Ucraina, come già accaduto in passato con la rivoluzione arancione o l’incarcerazione di Julija Tymošenko. Sei d’accordo o questa volta ci troviamo di fronte a qualcosa di profondamente diverso?
Sì, qualcosa ora è cambiato, gli estremisti nazionalisti ucraini che, come giustamente tu dici, sono da tempo ostili alla Russia, sono stati questa volta ampiamente incitati, organizzati e finanziati dall’Europa e dagli Usa, in particolare da un gruppo di Paesi: dai servizi segreti polacchi, dalla Germania e dai Paesi baltici. Questi sono i protagonisti di questa operazione che, come ha scritto anche il “New York Times”, non sono stati neppure così premurosi da consultare il resto dell’Europa. Hanno fatto tutto loro, l’Europa non è stata coinvolta se non attraverso una serie di personalità che hanno fatto la fila sulla piazza Maidan per incoraggiare i rivoltosi. Questa è la differenza rispetto a prima, questi signori hanno avuto il pieno via libera dall’intero sistema degli stati occidentali che hanno partecipato all’operazione con l’incoraggiamento evidente degli Usa. Non per niente il senatore McCain è andato a stringere la mano ai neonazisti che guidavano il partito di estrema destra ucraina Svoboda. E’ con questo appoggio esterno che sono riusciti a portare a compimento un colpo di stato, agitando, come si è potuto vedere, un’azione militare vera e propria.
Quando parli di paesi baltici ti riferisci anche alla Lettonia dove le minoranze russe sono già discriminate per legge anche a livello linguistico?
Mi riferisco alla Lettonia e all’Estonia, che sono i più aggressivi, ma anche alla Lituania. Tutti i governi e i leader di questi tre stati hanno fatto, per così dire, la fila a Kiev per incoraggiare i rivoltosi. Tra l’altro, attraverso numerose informazioni rivelate dalla stampa polacca, erano presenti sul terreno della piazza Maidan squadre militari o paramilitari provenienti dalla Polonia, quindi c’è anche un intervento diretto dall’esterno dei servizi segreti che hanno contribuito e hanno aiutato. Aggiungo che la signora Victoria Nuland (diplomatica statunitense che ricopre la funzione di Assistant Secretary of State for European and Eurasian Affairs presso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America, ndr) ha affermato lei stessa come gli Stati Uniti abbiano finanziato l’intera operazione con 5 miliardi di dollari, e c’è la fonte sicura di questa informazione, dagli Stati Uniti, “noi avevamo investito 5 miliardi di dollari affinché l’Ucraina potesse avere il destino che merita”, queste sono le testuali parole, riportate sul blog di Paul Craig Roberts (economista ed editorialista del Wall Street Journal, già sottosegretario al Tesoro sotto l’amministrazione Reagan, ndr). Il risultato è sotto gli occhi di tutti, hanno portato al potere un gruppo di estremisti che minaccia di far scoppiare una guerra civile.
Ecco il punto, come sottolineava anche Massimo Fini, per la prima volta dal dopoguerra è stato rovesciato con la violenza un governo regolarmente eletto. Questo precedente cosa può significare per l’Europa?
Può significare che non c’è nessun paese che può salvarsi dalle operazioni, chiamiamole, di “rivoluzione democratica” guidate dall’esterno. Fino a ieri la motivazione era pubblica ed evidente, bisogna abbattere i dittatori sanguinari. Sfortunatamente Viktor Janukovyč non è né dittatore né sanguinario perché è stato eletto dal popolo ucraino in elezioni che sono state considerate legittime, quindi abbattere un presidente democraticamente eletto si potrà fare ovunque.
Siamo entrati quindi nell’ambito delle “guerre sussidiarie”, le “proxy war” come vengono definite, conflitti pilotati per fini superiori?
Sì, è proprio così, è un salto di qualità esplicito dove l’occidente manifesta la sua volontà di comando, ma la crisi nasce proprio da questo, dal fatto che sia l’Europa che gli Stati Uniti si ostinano a non riconoscere di non essere più in grado di conservare il loro potere. E’ come una partita a poker, non volendo riconoscere questo fatto, rilanciano, hanno in mano una doppia coppia, vestita, se va bene, e vogliono giocare come se avessero in mano un tris d’assi. E’ questo che aumenta massimamente il pericolo di guerra.
Non c’è solo la crisi Ucraina, basta vedere cosa sta accadendo in queste settimane in Venezuela, c’è lo Yemen, la Siria, ma anche in Europa ci sono scenari di tensione dovuti al crollo degli indici economici, Spagna, Francia, Italia e ovviamente la Grecia. A che cosa può portare in definitiva quello che appare a molti come un conto alla rovescia?
Porta direttamente a un conflitto con la Cina. Posso semplicemente dire a chi ha qualche curiosità di leggere il mio libro “Invece della catastrofe” uscito l’anno scorso. Bisogna conoscere lo scenario di crisi mondiale per comprendere l’altissimo rischio che stiamo correndo. La convivenza tra un miliardo e trecento milioni di persone in continuo sviluppo e un paese in recessione come gli Usa non è possibile e porterà a una collisione inesorabile. Ovviamente i tempi per uno scontro con la Cina non sono ancora maturi e bisogna passare attraverso la Russia. E’ il piano Brzezinski (Consigliere per la sicurezza nazionale durante il mandato presidenziale di Jimmy Carter, ndr) che prevedeva lo smantellamento e la demolizione della Russia per arrivare al grande confronto. Siamo in una fase intermedia.
L’Europa quindi dovrà schierarsi.
Quello che sta accadendo in questo momento, con il trattato transatlantico che si sta cercando segretamente di approvare tra Europa e Usa, è infatti la premessa per avere l’Europa interamente agganciata e subalterna a questa strategia. Io credo invece che sia il momento di affermare che gli interessi dell’Europa non coincidono più con quelli degli Stati Uniti. Non possiamo accettare questa linea perché ci porterebbe alla guerra mondiale, alla Terza Guerra Mondiale.
L’area islamica in tutto questo, che ruolo gioca?
L’area islamica per il momento è stata marginalizzata, anche come conseguenza del fatto che Obama si è reso conto che sul fronte della Siria la partita non sarebbe al momento vincibile, e per questo ora il profilo è basso. Piuttosto, gli Stati Uniti stanno impegnandosi in due aree dove sembravano essersi ritirati da tempo, e cioé il Venezuela, e ci sono anche forti indizi che indicano come anche il Brasile sia sotto l’attenzione degli Usa. Il copione è sempre lo stesso, organizzare proteste popolari contro governi legittimi per innescare una repressione e per poi finanziare e sostenere una conseguente guerriglia urbana. Quello che sta accadendo in Venezuela è l’antipasto di quello che potremmo vedere in Brasile. E’ questo il punto, io credo che stiamo assistendo a un’offensiva su larga scala che è destinata a creare il caos all’interno del quale il clamore della crisi economico finanziaria mondiale verrà seppellito sotto il fuoco della guerra.
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Ringrazio Gianni di avermi concesso di pubblicare questo punto di vista alternativo alle visioni ergotiche da TG: la retorica ad ettolitri dell'eroina trecciamorbida vs. il mostro dittatore, le "belle ciao" che celebrano un golpe dal retrogusto neonazista, gli appelli dei fighetti oscarati in favore dei fognatori ucraini, mescolati mescalinicamente con quelli venezuelani a "casso", come direbbe Papa Francesco.
La realtà è la guerra come via di fuga dalla crisi economica, la guerra come supremo distrattore dalle conseguenze della medesima sulla vita delle persone comuni. Niente di nuovo ma che, per carità, non ce ne accorgiamo e vai con la cortina lisergica.
Sembra proprio la quarta guerra mondiale della quale parla Diego Fusaro, perché la terza in realtà è stata la guerra fredda terminata nell'89 con il crollo del muro, la sconfitta del comunismo reale e l'instaurazione dell'impero del capitalismo assoluto.
La conferma della sensazione che questo golpe ucraino sia il tentativo dell'impero globale delle corporation di punire la Russia per non aver permesso la propria colonizzazione e la svendita dei suoi asset più preziosi ai tempi della transizione da comunismo ad economia di mercato. Rileggetevi, in proposito, il capitolo di "Shock Economy" di Naomi Klein sulla Russia, che racconta di come la ricchezza dell'ex impero sovietico sia potuta rimanere, a differenza di altri paesi postcomunisti, in mani russe, rappresentando un'intoppo nel percorso altrimenti trionfante del capitalismo assoluto verso la conquista del mondo. Tocca tifare Putin, a quanto pare.
Good night and good luck.
Cara amica Lameduck,
RispondiElimina"Giulietto Chiesa"
Non conosco bene la situazione ucrania, però ho sempre considerato il Giulietto un simpatico arlecchino che crede ai complotti.
Ciao Davide
Cara amica Lameduck,
RispondiElimina"Tocca tifare Putin, a quanto pare."
Se ti sente lo zio Silvio ti sposa all'istante.
Ciao Davide
Cara Barbara, ieri ho guardato numerosi filmati sugli scontri, presenti su YouTube: come chiunque può visionare la sproporzione tra la aggressività dei dimostranti e le forze di polizia era addirittura incredibile. Non è un giudizio, è solo una constatazione che ognuno può verificare. I poliziotti sembravano non volere reagire con i mezzi che tristemente hanno a disposizione; venivano bastonati, privati di scudi, corazze e caschi senza usare alcun mezzo di difesa "pesante", meno che meno armi da fuoco, anche quando venivano travolti con escavatori! La maggior parte dei video mostrano blande reazioni da parte della polizia a fronte di agenti colpiti da molotov e fatti segno di colpi di armi da fuoco. Anche quando riuscivano a catturare un insorto con la pistola fumante, questo veniva solo immobilizzato in ginocchio. La sensazione (sensazione) era di una volontà di non alzare il livello dello scontro. Riconoscimento di consanguineità? Ordini superiori? Eppure le hanno prese di santa ragione, qualcosa non quadra!
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=stK3YPz6WTc
@Lameduck
RispondiEliminaLa realtà è la guerra come via di fuga dalla crisi economica, la guerra come supremo distrattore dalle conseguenze della medesima sulla vita delle persone comuni.
Ad una prima lettura degli avvenimenti appare certamente come scrivi tu, ma se si va più in profondità ciò che cela lo scontro é quello che scrive un certo Riccardo Seremedi su Orizzonte48:
Dietro ai turpi “Maidan puppets” abbiamo due modi antitetici di vedere il mondo: da un lato c'è Vladimir Putin, l'uomo che ha ricostruito la Russia – dopo che il decennio Eltsin aveva relegato il Paese al rango di protettorato americano, con un manipolo di oligarchi filo-occidentali che saccheggiò metà della ricchezza nazionale – seguendo un modello che privilegia le risorse e il benessere nazionale, non disgiunti da una visione comune e condivisa – e non per questo demodé – della famiglia e della società civile; dall'altro abbiamo il binomio Stati Uniti – Unione Europea, i tedofori del Washington Consensus e delle grandi corporations economico-finanziarie globali – per le quali l'uomo è un mero oggetto-merce funzionale al loro profitto – portatori della retorica dei“diritti cosmetici” e della “famiglia algebrica”.
Link all'articolo completo: Dies Irae
Ci toccherà tifare Putin e forse 'sta volta invece che gli americani ci salveranno i russi? Chissà? Comunque non ci dobbiamo preoccupare perchè sia Obama che l'Europa hanno il nobel per la pace e la Germania ha la virtù dalla sua parte quindi possiamo dormire sonni tranquilli. Vi segnalo anche un altro pezzo interessante che ho trovato su vincitori e vinti http://www.vincitorievinti.com/2014/03/ucraina-largomento-contro-la-rivoluzione.html scritto da Peter Strzelecki Rieth nato in Polonia e cittadino americano laureato in scienze politiche e filosofia.
RispondiEliminaScrivo per informare di un'intercettazione tra il ministro degli esteri estone e la baronessa Catherine Ashton. Il primo informa la seconda che probabilmente i cecchini all'opera durante le proteste lavorassero per qualcuno all'interno dell'opposizione.
RispondiEliminaRiporta di aver appreso che la "firma" sui corpi dei manifestanti e dei poliziotti presi di mira sarebbe la stessa.
L'autenticita` della conversazione e` stata confermata dallo stesso ministro. Ora prendete le patatine, mettetevi comodi, e aspettate che la Repubica riporti la notizia. Ci sara` da divertirsi in ogni caso.
"Gli estremisti nazionalisti ucraini sono stati incitati, organizzati e finanziati dall’Europa e dagli Usa."
RispondiEliminaNiente di nuovo sotto il sole dato che le rivoluzioni colorate del nord Africa, Siria, ecc. degli ultimi 3 anni sono state parimenti un po' provocate da opportune "condizioni di contorno".
La dinamica generale dovrebbe essere abbastanza chiara e non è da escludere che il premier russo si presti o si sia prestato un po' a certi giochi relativi a provocazione / reazione / controreazione in grado di far scalare verso l'alto la criticità di certe situazioni.
I motivi di fondo per gli attriti potrebbero essere:
- differenze di visioni circa l'NWO (la qual cosa tocca molto anche la gestione delle masse ed il sociale);
- forti interessi economici per gas, petrolio, ecc. nell'area fra mar Nero, mar Caspio ed oltre;
- interesse all'espansione continua dei confini europei in aree di forte interesse russo o di altre grandi nazioni;
- ecc.
In effetti, nell'attuale contesto geo-politico si è notato e tuttora si nota da vari segnali che pare esistere una strisciante tendenza ad espandere i confini europei ben oltre quelli naturali propri dell'Europa geografica (tipica ricerca del "Lebensraum" neo-liberista) e questo potrebbe manifestarsi in futuro non solo verso l'est ma anche verso il sud-est o altre direzioni, violando quindi completamente ogni presupposto costitutivo di un'Europa pacifica e neutrale.
RispondiEliminaLa macro sequenza di alcuni eventi (non certo tutti e comunque limitata agli ultimi 4-5 anni) atti a preparare il terreno e ad alzare il livello di tensione potrebbe essere stata la seguente:
- fenomeni sociali alla "pussy riot" (sovvenzioni ed incoraggiamenti da Soros ?) e consimili pensati per preparare la strada a successive sollevazioni sociali (che non sono ovviamente avvenute); si noti che le stesse idee di base che guidano le relative strategie dovrebbero connotare la natura "aliena" alla "Psycho" dei cervelli che si autoconvincono dell'efficacia di certe tattiche (comunque l'utilizzo improprio del "pollo" aveva un suo perchè dal punto di vista metaforico);
- giochi olimpici usati come teste di ponte per l'introduzione di "certe tipiche tematiche" (che poi tendono a far parte dei vari "casus belli") che sono state comunque ben identificate e stigmatizzate dallo stesso Putin negli ultimi 1-2 anni (quindi ben prima delle relative campagne mediatiche legate anche ma non solo a Sochi, ecc.);
- durante l'ultimo viaggio di Putin in Italia, lo stesso, durante la conferenza stampa con Enrico L., aveva detto chiaramente che l'Ucraina non era affatto pronta ad essere inglobata nel processo di integrazione UE, sia a livello economico che sociale, senza contare che i relativi fondi di sostegno economico (probabilmente compresi fra i 5 ed i 15 milliarden di Euro) erano già pronti e fornibili dalla sola Russia;
- si noti che in certi contesti sarebbe dovuta apparire chiara anche la imprescindibile funzione di stato cuscinetto dell'Ucraina fra UE e Russia, ma evidentemente non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire;
- subito dopo il dietro-front del governo ucraino, Enrico L. disse che questa era una brutta cosa e che avrebbero lavorato per cambiare certe decisioni ... qualche giorno dopo scoppiarono le rivolte degli insorti (mercenari pagati ed altri che forse non avevano capito in che cosa si stavano imbarcando);
- il resto è storia delle ultime settimane anche se, secondo certuni "santi ed innocenti", la Russia si è posta fuori dalla storia.
Si sono comunque notate le invocazioni di aiuto a Israele (ed indirettamente agli USA) dei soliti semiti che si sentono minacciati da certi avvenimenti (chissà da chi provocati); su questo punto si nota che l'arco delle rivolte ha interessato ed interessa zone ben precise (nord Africa, Egitto, Siria, Ucraina) e quelle finora non toccate probabilmente saranno prima o poi indirettamente coinvolte in quanto sta avvenendo.
In ogni caso attenzione, perchè oltre lo stretto di Gibilterra ed oltre il Bosforo NON è più Europa, però se, come è stato riportato tempo addietro da quache giornale / opinionista TV, si vuole dare consenso al mito di Europa (la donnina ingannata e stuprata da Zeus) definendola cosa buona e giusta, ci si può parimenti convincere anche di molte altre cose non corrispondenti alla realtà.