mercoledì 22 ottobre 2025

Il sonno dei tradizionalisti genera profanazioni



Nel torpore generale del tradizionalismo letargico, ci voleva un esoterista per suonare la sveglia ed analizzare il senso più oscuro di ciò che è avvenuto il 10 ottobre scorso quando un "ignoto uno" è salito sull'altare di San Pietro per urinarvi sopra. 
Vi segnalo infatti un video pubblicato sul canale LIFE NEW del noto ricercatore di esoterismo e simbologia Giorgio Di Salvo (dal min. 39:29) che analizza in modo molto chiaro tutta la gravità di questo gesto, definendolo una delle più gravi profanazioni avvenute in tutta la storia della Chiesa, ed etichettandolo come atto satanico deliberato e probabilmente pilotato da fazioni al suo interno. Un gesto voluto, un'operazione LIHOP (Let It Happen On Purpose), "lasciata accadere apposta", dato che la sicurezza all'interno della Basilica è inspiegabilmente intervenuta con vari minuti di ritardo nonostante il tizio fosse ben visibile e con le pudenda all'aria nell'atto di compiere un gesto che in tempi passati sarebbe stato difficile anche solo immaginare possibile.

Per altro, a dieci giorni dall'accaduto non si sa ancora nulla dell'identità del profanatore, anche se su qualche sito web si è parlato di un rumeno o bulgaro - i bulgari che in Vaticano evidentemente vanno sempre di moda - ma nemmeno si hanno notizie della sua sorte, né se sia stato incriminato o meno. Niente, sparito nel nulla o risucchiato dal mundus che qualcuno aveva aperto affinché potesse compiere questo sacrilegio.

Dopo gli episodi del 1° giugno 2023 (uomo nudo sull'altare), del 7 febbraio di quest'anno (uomo sull'altare che getta all'aria i candelabri e la tovaglia) e quest'ultimo del 10 ottobre, il più grave di tutti, il card. Gambetti arciprete della basilica e presidente della Fabbrica di San Pietro, avrebbe già dovuto offrire le sue dimissioni a papa Leone XIV, il quale dovrebbe inviarlo in missione permanente in Nuova Guinea. Invece pare essere stato tutto risolto, almeno per il momento, con un rito di purificazione ordinato dallo stesso pontefice.

Giorgio Di Salvo, nel video citato, fa notare alcune cose molto interessanti che sono sfuggite ai rari commentatori cattolici che hanno riportato la notizia della profanazione senza però analizzarla simbolicamente nei suoi significati esoterici. Perché non si può non denunciare, come ha fatto l'altro giorno Andrea Cionci, che il sacco gnostico di Roma procede indisturbato, per ultimo con il taglio dei cipressi al Mausoleo di Augusto.  Il cipresso è uno dei quattro tipi di albero, assieme al cedro, all'olivo e alla palma, che fornirono il legno con il quale fu realizzata la croce di Cristo. Per altro, c'è chi si sta occupando degli ulivi della Terra Santa e dei cedri del Libano.

Innanzitutto Di Salvo nota che il gesto è avvenuto proprio durante la celebrazione della Messa, in direzione dell'altare ove si stava officiando il rito, non in un momento qualsiasi. 
In secondo luogo, l'oltraggio è avvenuto non solo sull'altare di San Pietro ma sulla sua tomba, sopra il punto dove infatti riposano le sue ossa. Urinare sulla tomba di qualcuno è uno degli oltraggi più abominevoli che di solito si riservano al nemico che si ritiene di aver sconfitto.
In questo caso si è urinato sulla tomba dell'apostolo Pietro, colui al quale Gesù Cristo affidò il compito di fondare la sua Chiesa. Colpire al cuore il cattolicesimo, con atti sempre più esecrabili, pare essere divenuto terribilmente facile.

Di Salvo prosegue affermando che una volta questi soggetti non avrebbero potuto nemmeno avvicinarsi ai luoghi sacri perché ne sarebbero stati inceneriti all'istante. Un monito ai cattolici affinché comprendano il ruolo del katéchon, di colui che trattiene le manifestazioni del Male e protegge la sua Chiesa dai suoi attacchi e del pericolo che deriva dalla sua assenza o dal suo impedimento. 
Ora, in questi tempi proto-apocalittici, queste forze ctonie sembrano prendere sempre più piede e sempre più forza e osano spingersi fino a dove sarebbe stato impensabile poterlo fare.  
In questo senso anche il  quasi contemporaneo rogo del Monastero della Bernaga a Perego, frazione della Valletta Brianza (Lecco),  divampato intorno alle ore 20 di sabato 11 ottobre, ovvero proprio la sera prima dell'anniversario della morte di San Carlo Acutis, appena elevato agli onori degli altari da papa Leone XIV, rientra perfettamente nella "campagna d'autunno" del nemico, per giunta rafforzata dalle eggregore di Halloween generate da bambini innocenti indotti a mascherarsi da entità oscure, richiamandone gli influssi.
La Chiesa non può non sapere di che tipo di attacchi si tratti e che vengano compiuti ormai dalle massime gerarchie infernali.

Visto che l'ultima profanazione di San Pietro non è stata l'unica, tra le precedenti Di Salvo rievoca l'episodio del danneggiamento della Pietà di Michelangelo  ad opera di un cittadino australiano di origini ungheresi, László Tóth, il cui cognome - dice Di Salvo - ricorda il dio Toth, dio egizio della saggezza, della magia e della scienza. Da parte mia aggiungo che nel recente fluviale filmone dedicato all'architettura brutalista "The Brutalist", il protagonista di fantasia, ispirato a veri architetti ebrei ungheresi come Marcel Breuer ed Ernő Goldfinger, si chiama proprio László Tóth.
Il 21 maggio del 1972 il vero Toth colpì l'opera di Michelangelo con un martello da geologo mirando alla testa della Vergine, danneggiandola gravemente. L'opera fu poi restaurata e collocata dentro una teca di protezione e Toth finì i suoi giorni tra un istituto psichiatrico e l'altro. 
La programmazione predittiva cinematografica suggerisce inoltre da tempo possibili attacchi ai luoghi istituzionali e simbolici della Chiesa. Nel settimo episodio della serie "The New Pope" di Paolo Sorrentino, ancora la Pietà di Michelangelo viene danneggiata da un attentato dinamitardo e la sua cappella è il luogo simbolico ove viene adagiato il corpo del papa americano Danny Belardo dopo la sua seconda e definitiva morte seguita alla "resurrezione" miracolosa dal coma.

Anche il "Conclave" del film omonimo uscito l'anno scorso, e che abbiamo analizzato sia io che Andrea Cionci, si svolge tra esplosioni e attentati che coinvolgono persino la cappella Sistina.

Non si può infine non ricordare l'impatto simbolico dell'intronizzazione della Pachamama - per i cattolici un demone - in San Pietro compiuta da Francesco il 27 ottobre 2019 con la collocazione sull'altare della ciotola con la terra e le piante a lei dedicate. 
In uno dei suoi dolenti articoli Aldo Maria Valli nel 2020 ricordava il prof. Armin Schwibach, professore di filosofia all'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, il quale in un'intervista a LifeSiteNews aveva riferito che dal lockdown in poi Francesco non aveva più offerto il sacrificio della Santa Messa su questo altare, descrivendo inoltre "quella specie di vuoto percettibile al centro della basilica”.

Un altare abbandonato, per giunta da un "papa" che di lì a poco sarebbe stato privato del titolo di Vicario di Cristo - come ritorsione da parte dell'istituzione?  - a distanza di cinque anni viene fatto oggetto di profanazioni a ripetizione, e ridotto infine ad orinatoio. 
Oltre al "fumo di Satana" di Paolo VI si incomincia a vedere anche l'arrosto. Che suoni quella sveglia e risuoni in tutta Roma, una volta per tutte,

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