sabato 14 settembre 2024

IL VAIOLO DELLE TRE SCIMMIETTE

 


Jorge Mario Bergoglio, in volo di ritorno dal suo viaggio in Oriente all'insegna dell'eterno amore apocatastatico, ha parlato di elezioni americane, della condanna dell'astensionismo perché si deve comunque andare a votare il male minore; del dovere di accogliere i migranti perché "la migrazione è un diritto che già nelle Sacre Scritture e nell'Antico Testamento c'era", e che il popolo di Israele deve custodire "l'orfano, la vedova e lo straniero". Soprattutto il figlio della vedova, come sappiamo. 
Un politico giustamente parla di politica, ma siccome Bergoglio sa che deve comunque imbambolare coloro che vedendolo vestito di bianco lo scambiano per il Papa, per la serie "dicci qualcosa di cattolico" ha condannato l'aborto come "assassinio di un essere umano". 
Attenzione però, non in quanto atto di suprema offesa a Dio che ci ha donato la vita non certo per toglierla all'essere più indifeso, ma perché: "Lo dice la Scienza: fin dal mese del concepimento ci sono tutti gli organi di un essere umano. Tutti". 
E comunque secondo lui l'aborto come peccato deve essere posto sullo stesso piano di gravità del respingimento dei migranti. Insomma, la dottrina cattolica tagliata con l'accetta e rifinita con la motosega.

Mi rendo conto che è esercizio inutile stupirsi ancora per questo pluriball teologico del Grande Imballatore di un papato vuoto e nullo perché mai esistito. Con Bergoglio abbiamo visto aggiungersi un ulteriore significato all'esercizio del ministerium (che lui ha usurpato): lui fa il papa ma nel senso che lo impersona, ne interpreta il personaggio sul palcoscenico della società dello spettacolo.  
Uno spettacolo che ormai ha bisogno di teatri assai periferici, diciamo in capo al mondo come Timor Est, per riempire le platee.

Dovrebbe essere evidente chi sia questa sorta di madame Blavatsky in viaggio in Oriente che pronuncia di fronte ai giovani un'invocazione a taglia unica ad una religione unica, a un Dio unico, tanto Dio è todos per uno e uno per todos. Uno che non sancisce il primato di Cristo come unico Salvatore e non si fa il segno della croce; che inaugura il tunnel dell'amore che collega la moschea alla cattedrale non come atto di dialogo interreligioso (che è altra cosa e perfettamente lecita e doverosa) ma di annullamento del cristianesimo nel segno della fluidità spirituale new age in nome del Dio unico che, a questo punto - che ne sappiamo - potrebbe anche essere Lucifero.  
La verità che ormai muove le viscere della terra è che costui impersona il papa ma non lo è e non lo è mai stato. E' qualcosa di altro, di esterno. E' realtà aumentata, cinematografica sospensione della credulità. Anzi, siamo in una di quelle serie Netflix dove Olaf è nero e si pretende che sia un re vichingo. Solo che gli spettatori, al decimo re europeo interpretato da attori cromaticamente improbabili, almeno disdicono l'abbonamento. I cattolici no, anzi aggiungono anche il pacchetto premium.   

Se il cane è il miglior amico dell'uomo e il diamante quello della donna, il migliore amico dell'antipapa è il cattolico tradizionalista. Le tre scimmiette famose della favola - ma qui per nulla sagge - sono il simbolo dell'ultima retroguardia del papa nullo e in tutto questo zelo immobilistico ed elogio dell'impotenza Bergoglio non sta facendo nulla, sia chiaro, fanno tutto da soli mentre lui si intrattiene con la sua amata Salus Populi Romani. 
Che l'antipapato di Bergoglio sia - a quasi due anni di mancanza fisica del katéchon - una tragedia apocalittica anche a prescindere dal suo personaggio, tutto sommato a fine corsa, è sempre più evidente tranne che alle tre scimmiette vaiolose che non vedono, non sentono e non parlano ma lo tengono in vita ostinatamente con continue trasfusioni di legittimazione. E questo mentre nel letto accanto la Chiesa di Cristo viene lasciata ad acquasantina e vigile attesa perché: "Non si può far nulla per salvarla". Ricorda niente?
Il corpo mistico di Cristo, che gli gnostici suoi nemici nel loro delirio si illudono di poter sconfiggere e terminare, deve avere per giunta la memoria cancellata, resettata come in quegli esecrabili esperimenti di psicologia sociale che volevano ridurre la memoria del soggetto ad una tabula rasa per creare l'uomo nuovo perfettamente riprogrammabile.
Anche questo è Grande Reset ma i primati l'avranno capito, tenendo gli occhi e gli orecchi chiusi? Mi sa di no.  Infatti c'è un'anomalia, due scimmiette non sentono e non vedono ma la terza parla, eccome.

Queste prefiche ed accabadoras non si limitano a non vedere, sentire e denunciare il Male ma lo proiettano sul passato e sulle vittime del Male. Che vi sia fetore di combine e sospetto di partita di ritorno venduta è ormai più di un sospetto perché i fuochi di segnalazione sono stati accesi in tutta Viganopoli ed è stata proclamata la guerra ai papi del recente passato, in piena aderenza con la cancel culture, la cultura della cancellazione. 
La campagna da vera operazione psicologica (all'insegna della "character assassination" o distruzione della reputazione) contro gli ultimi papi veri e legittimi è il marchio verde di Giuda,  con il quale ci si illude di poter entrare al ristorante del nuovo conclave ma concedendo in cambio niente di meno che l'anima. Non riconoscendo che la Chiesa di Cristo è stata usurpata si rimane comunque fuori dalla grazia.
Perché se c'è un fatto (Bergoglio non è mai stato papa) che è spiegabile con poche pennellate di logica, ha senso perder tempo con i tessitori degli arazzi di sei metri per tre che rappresentano il nulla e che di notte essi disfano per tirarla per le lunghe? Oppure disquisire con i volonterosi ingravidatori di formiche, o i monelli che giocano incautamente con le sostanze pericolose della scatola del "Piccolo Eretico" che hanno ricevuto in dono da Babbo Natale? O infine ricevere lezioni di catechismo dai muoiasansonisti che, a margine delle invalide e nulle bergogliate orientali di Bergoglio, scrivono sconsolati: "A questo punto viene da chiedersi: e il papato stesso? Che senso ha?" Papale papale, Valli, che c'entra l'antipapa filognostico con il papato?

Quanta cecità intellettuale bisogna aver accettato di autoinfliggersi per non vedere la differenza macroscopica tra le citazioni di Bergoglio che ho riportato all'inizio e Papa Benedetto XVI che aveva ribadito con forza che: "Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra”? Per non parlare dell'aborto definito sempre da Benedetto XVI "il potere spirituale dell'Anticristo"?
Senza il recupero del rispetto per i veri papi legittimi e la volontà di cacciare ogni impostore e usurpatore di oggi e di domani dalla Chiesa, siete solo la folla che sputa, irride e impreca sul Cristo insanguinato che sta portando la Croce verso il Golgota. 

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