Il terremoto in Giappone avrà pure spostato l'asse terrestre di dieci centimetri, come dicono, ma non ha certamente smosso di un millimetro le convinzioni dei nostri politici filonucleari, anzi nuclearofili.
In Giappone, a causa del catastrofico terremoto dei giorni scorsi, siamo ad un livello 6 di allarme disastro nucleare per alcune centrali, (Chernobyl raggiunse il 7) e se Angela Merkel corre subito ai ripari pensionando per precauzione le centrali tedesche più obsolete e decidendo di investire ancor di più nelle fonti energetiche alternative ed ecocompatibili, la nostra destra al plutonio, il nostro governo ad alto contenuto di stronzio non demorde, non si schioda dalla convinzione di dover ripristinare il nucleare sul nostro territorio. Non in Veneto, però, ha già messo le mani avanti il governatore padano.
Non solo tireranno fascisticamente diritto ma hanno la sfrontatezza di definire "irrazionale emotività" la giusta preoccupazione per la sorte di migliaia di persone a rischio contaminazione. In Giappone oggi e domani chissà, anche nell'Italia rinuclearizzata da Nanocurie.
Non solo tireranno fascisticamente diritto ma hanno la sfrontatezza di definire "irrazionale emotività" la giusta preoccupazione per la sorte di migliaia di persone a rischio contaminazione. In Giappone oggi e domani chissà, anche nell'Italia rinuclearizzata da Nanocurie.
Il governo delle prestigiacome, dei brunettoli e degli altri fenomeni da baraccone, delle mostruosità politiche scaturite dalla ventennale contaminazione berlusconiana, vuole le centrali nucleari ad ogni costo, passando sui cadaveri di chiunque e soprattutto fregandosene della volontà popolare che, tramite un referendum, bandì il nucleare dal nostro paese nel 1987. "Sull'onda emotiva di Chernobyl", ribattono gli stronzi. Sono sempre quelli che "la volontà popolare è sacra", non dimentichiamolo. Sacra solo quando a loro conviene e se c'è di mezzo il loro Nanocurie e il Santissimo Interesse.
Perché, parliamoci chiaro, quando i politici si accalorano tanto attorno ad un progetto da portare avanti nel lungo periodo non è mica ideologia o desiderio di migliorare la vita di tutti. In quelle occasioni piovono appalti, tangenti, insomma soldi, interessi economici. La casta radioattiva già si lecca le dita al pensiero di quanto bene farebbero le centrali ai loro conti in banca.
Non conta che la Bonino abbia ricordato molto pragmaticamente che, in ogni caso, la costruzione di nuove centrali, quelle famose di "terza generazione e mezza" di Scajola, comunque pronte tra non meno di vent'anni con costi elevatissimi e sproporzionati allo stato dei conti pubblici italiani, coprirebbe solo il 4% del fabbisogno energetico nazionale.
Le vogliono, se ne sono incapricciati come delle loro mignotte con i labbroni per le quali sono disposti a rovinarsi. O centrale, fuoco dei miei lombi!
Non ci voleva un terremoto come quello giapponese per ricordare che le centrali nucleari, checché ne dicano i sedicenti esperti a libro paga delle lobbies nucleari, sono giocattolini pericolosi ai quali basta una banalissima mancanza d'acqua nel circuito di raffreddamento per surriscaldarsi e rischiare di esplodere o fondersi con conseguente contaminazione perenne del territorio. Cosa vuoi che sia?
Il nocciolo, è il caso di dirlo, della questione, è la sicurezza di queste supertecnologiche e presuntuose carrette.
Il nocciolo, è il caso di dirlo, della questione, è la sicurezza di queste supertecnologiche e presuntuose carrette.
Le centrali non saranno mai sicure e comunque per metterle in parziale sicurezza il costo è e sarà sempre talmente elevato che il gioco non vale la candela.
Oltretutto, quando succede il disastro, non è che si dà una ripulitina con il mocio e amen. L'uranio è come il diamante, è per sempre. Il sarcofago di Chernobyl, costruito a tempo di record e a prezzo di tante povere vite umane, quelle degli eroi che nessuno più ricorda, i "liquidatori", è già da anni marcio, rilascia radiazioni e dovrà essere sostituito prima o poi con una costruzione più moderna che duri almeno un centinaio d'anni. Costo stimato per la pezza da mettere attorno al culo incandescente della centrale ucraina: un miliardo di dollari, con tendenza al rialzo.
Quando succede il disastro, le radiazioni portano morte e malattia. Non ai membri della casta ma alle persone comuni, a noi. Nelle zone di Ucraina e Bielorussia colpite dalle radiazioni liberate nel disastro di Chernobyl, a distanza di tanti anni dall'evento, i bambini hanno il cervello precocemente invecchiato come quello di persone di settant'anni, gli adulti e i bambini si ammalano di cancro. Alla tiroide, agli occhi, al cervello.
Andare nei boschi in cerca di funghi significa tornare a casa con il naso che gronda sangue e un mal di testa lancinante.
Eppure secondo alcuni basterebbero 28 miseri dollari per acquistare delle pastiglie da dare a ciascun contaminato e che sembrano essere in grado di aiutarli a smaltire le radiazioni.
C'è qualche scienziato che si prende la briga di andare in giro per i villaggi a misurare il livello di radionuclidi assorbiti dalla popolazioni e a distribuire le pastiglie. Ovviamente non si possono curare tutti, moltiplicando i 28 dollari per milioni di persone il costo sarebbe troppo elevato.
E poi l'OMS, l'Organizzazione Mondiale dell'Oscenità, mentre è capace di inventarsi di sana pianta delle pandemie immaginarie solo allo scopo di vendere milioni di vaccini che vanno ad ingrassare BigPharma, non ti racconterà mai cosa possono farti veramente di male le radiazioni. Leggete le cifre ufficiali sugli effetti del disastro di Chernobyl: sono bazzecole.
Perché l'OMS minimizza? Perché per controllare gli effetti delle radiazioni nucleari sulla salute della popolazione mondiale si fa consigliare dall'AIEA, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Hanno un accordo fin dagli anni 50. Un conflitto di interessi talmente fosforescente che si vede al buio. Vi immaginate l'OMS che, legata all'Agenzia Atomica da un accordo pluridecennale, dichiara qualcosa che potrebbe danneggiarne gli interessi?
Le radiazioni sono dannose, eppure i sedicenti esperti nuclearofili vanno in tv ogni giorno a dire che non è vero, che le barre d'uranio le potresti anche ciucciare a mo' di calippo. Una sigaretta, per carità, fa venire il cancro ma una bella sventagliata di radiazioni gentilmente offerta da una centrale in panne invece è quasi una benedizione, a sentir loro.
Tutto ciò non ha senso e quando vedi degli oncologi che sono a favore del nucleare ti chiedi dov'è che si è inceppato il meccanismo. Gente, tra parentesi, che se dovesse sparire il cancro dalla faccia della terra perderebbero i clienti, verrebbe da malignare.
C'è un altro aspetto da considerare, però. I territori contaminati da Chernobyl sono un meraviglioso laboratorio a cielo aperto. Per studiare che cosa? Gli effetti delle radiazioni a breve, medio e lungo periodo su un vasto campione di popolazione, naturalmente. Tutto gratis e su una popolazione tutto sommato a scarso valore aggiunto consumistico e quindi sacrificabile.
Lo so che quando posto i filmati non li guardate ma, vi prego, dedicate una quarantina di minuti alla visione di questo documentario sul post Chernobyl e poi domandatevi: chi paga il prezzo più alto del nucleare?
Andare nei boschi in cerca di funghi significa tornare a casa con il naso che gronda sangue e un mal di testa lancinante.
Eppure secondo alcuni basterebbero 28 miseri dollari per acquistare delle pastiglie da dare a ciascun contaminato e che sembrano essere in grado di aiutarli a smaltire le radiazioni.
C'è qualche scienziato che si prende la briga di andare in giro per i villaggi a misurare il livello di radionuclidi assorbiti dalla popolazioni e a distribuire le pastiglie. Ovviamente non si possono curare tutti, moltiplicando i 28 dollari per milioni di persone il costo sarebbe troppo elevato.
E poi l'OMS, l'Organizzazione Mondiale dell'Oscenità, mentre è capace di inventarsi di sana pianta delle pandemie immaginarie solo allo scopo di vendere milioni di vaccini che vanno ad ingrassare BigPharma, non ti racconterà mai cosa possono farti veramente di male le radiazioni. Leggete le cifre ufficiali sugli effetti del disastro di Chernobyl: sono bazzecole.
Perché l'OMS minimizza? Perché per controllare gli effetti delle radiazioni nucleari sulla salute della popolazione mondiale si fa consigliare dall'AIEA, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica. Hanno un accordo fin dagli anni 50. Un conflitto di interessi talmente fosforescente che si vede al buio. Vi immaginate l'OMS che, legata all'Agenzia Atomica da un accordo pluridecennale, dichiara qualcosa che potrebbe danneggiarne gli interessi?
Le radiazioni sono dannose, eppure i sedicenti esperti nuclearofili vanno in tv ogni giorno a dire che non è vero, che le barre d'uranio le potresti anche ciucciare a mo' di calippo. Una sigaretta, per carità, fa venire il cancro ma una bella sventagliata di radiazioni gentilmente offerta da una centrale in panne invece è quasi una benedizione, a sentir loro.
Tutto ciò non ha senso e quando vedi degli oncologi che sono a favore del nucleare ti chiedi dov'è che si è inceppato il meccanismo. Gente, tra parentesi, che se dovesse sparire il cancro dalla faccia della terra perderebbero i clienti, verrebbe da malignare.
C'è un altro aspetto da considerare, però. I territori contaminati da Chernobyl sono un meraviglioso laboratorio a cielo aperto. Per studiare che cosa? Gli effetti delle radiazioni a breve, medio e lungo periodo su un vasto campione di popolazione, naturalmente. Tutto gratis e su una popolazione tutto sommato a scarso valore aggiunto consumistico e quindi sacrificabile.
Lo so che quando posto i filmati non li guardate ma, vi prego, dedicate una quarantina di minuti alla visione di questo documentario sul post Chernobyl e poi domandatevi: chi paga il prezzo più alto del nucleare?
bellissimo e amarissimo film....
RispondiEliminaun paradiso naturale devastato, vite devastate, tutto devastato....
Chi difende il nucleare meriterebbe un soggiorno premio di un mese a Chernobil. O anche a Tokyo.
Lo sanno benissimo anche queste merde che il nucleare in Italia è una follia, ma quello che a loro interessa è far partire i finanziamenti per il grande magna magna. Poi alla fine non concluderanno niente ma intanto avranno drenato un bel po' di denaro pubblico da far convergere nelle tasche dei soliti.
RispondiEliminaIl tutto alla faccia dei sempre più numerosi che non ce la fanno a tirare la fine del mese e che si vedono tagliare i servizi da Tremonti per "esigenze di bilancio".
Si possono immaginare dei governanti più abietti di questi? No, non si possono immaginare.
Io obbligherei alla visione ripetuta (cura Ludovico) di questo e altri contributi sul nucleare i nostri amati e lungimiranti ministri, nonche' i nostri amati concittadini adoratori dell'atomo.
RispondiEliminaHey, ma lo sai ke abbiamo parekkio in comune ?! Infatti, oltre ad aver involontariamente e del tutto inconsapevolmente, intitolato il post sull'evento giapponese quasi nel medesimo modo, vedere x credere(!), la pensiamo pure quasi allo stesso modo, siamo entrambi liguri e poi ?! Ora m'informo e poi ti dico, ok ?!eh eh eh !!! Intanto il "nanocurie" m'ha fatto scompisciare dalle risate, è troppo forte, posso fregartela ?! Spero di risentirci presto, bye-bye da FioreSanRemo
RispondiEliminaVale sempre la pena di aspettare i tuoi post. Adesso il 12 e 13 giugno facciamogli un ripasso di fisica, medicina, biologia, economia e diritto costituzionale. A sangue.
RispondiEliminabrava, come sempre.
RispondiEliminail filmato già l'ho visto e mi risparmio un'altra tortura.
in merito alle centrali ciò che i presunti esperti non dicono mai è che queste non saranno mai sicure almeno fino all'invenzione del moto perpetuo,oppure che non vogliano costruire tali centrali in mezzo ad un fiume.
"Il tallone d’Achille della tecnologia nucleare è questo qui. Anche dopo che hai “spento” il reattore il combustibile produce calore che ho calcolato in circa 140MW, come se uno bruciasse 12 mila litri di benzina l’ora. Questo calore scema ogni giorno, ma è altissimo nei primi 5-6 giorni. Quindi: arriva il cataclisma (il terremoto per es.), fai in tempo a spegnere il reattore ma il problema ce l’hai lo stesso. Se il terremoto ti distrugge l’infrastruttura di raffreddamento o elettrica, parliamo di tubi e cavi, ti ritrovi con un reattore che tende a riscaldarsi sempre più, sciogliere il combustibile e, potenzialmente, spaccare la struttura di contenimento in cui è racchiuso. Per questo non si può dire che è una tecnologia “sicura”.
Bastano anche meno di 40 minuti, se ce la fate a vedere questo reportage
RispondiEliminahttp://snipurl.com/273mjb
Io non sono riuscito ad arrivare in fondo.
niente è sicuro, lo dicono per primi quelli che vogliono nuclearizzarci più di quanto lo siamo già, per questo non ho capito due cose:
RispondiElimina1) perché quando parlano di sicurezza pensano solo alle calamità naturali ed eventuali guasti, ma mai citano il più grande pericolo: un attacco kamikaze tipo le torri e, addirittura, il pentagono, cioè un probabilissimo attacco terroristico?
2) io ho due vertebre sfondate eppure sto paralizzata a letto perché in ospedale non c'è un posto: come pensano di risolvere il problema sanità quando i malati di cancro si triplicheranno, non tanto per centrali che forse non faranno mai, ma soprattutto per quanto nascosto sotto terra e sotto il mare, per quanto cioè è ben visibile a napoli?
il mio parere comunque è che le centrali nucleari in italia stanno alla loro realizzazione come un ponte starà sullo stretto, il cui risultato visibile è quello della strada più costosa del mondo, la salerno/reggio calabria, quindi soldi e soldi ma mai niente di concreto.
ho dimenticato di dire una terza cosa che non capisco: perché l'europa tutta non vieta al territorio più sismico e vulcanico dell'unione (italia) di giocare col nucleare? i soldi delle centrali non potrebbero investirli per cominciare invece a bonificare questa linguettina di terra, anziché creare una polveriera pericola per tutti quelli che stanno intorno alla minuscola ma pericolosissima penisola?
RispondiEliminaQuoto RobertoG. Le centrali vedrete che non le faranno, e tanto figurarsi se questi politici pensano al futuro della nazione.
RispondiEliminaIl vero fine è distribuire prebende ad amici e parenti, togliendoli, manco a dirlo, da cultura ed istruzione:
http://ideologiaverde.blogspot.com/2011/03/la-politica-come-spettacolo.html
... in ogni caso, la costruzione di nuove centrali, ..., coprirebbe solo il 4% del fabbisogno energetico nazionale.
RispondiEliminaMi sembra un po' pochino il dato del 4% nazionale, forse ci si riferisce a un futuro valore mondiale ?
Attualmente, in Italia, il fabbisogno medio si aggira sui 40GWh con picchi diurni di 44-48GWh; prima della crisi, nei giorni feriali, si arrivava a 52-54 GWh (ora molte industrie sono ferme o lavorano a regimi ridotti).
Anche prevedendo in futuro un aumento dei consumi di oltre il 20% rispetto ai livelli pre-crisi, si arriverebbe a picchi di 65-70GWh e una media di 48-50GWh.
Una nuova centrale nucleare dovrebbe fornire 1.2 - 1.5GWh in media, quindi per coprire il 4% del fabbisogno basterebbero circa 2 centrali nucleari.
Qualche anno fa volevano costruirne una ventina (poi ridotte) con le quali si arriverebbe al 35% - 40% del fabbisogno massimo diurno e al 90% di quello medio notturno.
I costi ? Ben che vada 6-7 miliardi l'una + 1 miliardo per la dismissione + ogni anno altre vagonate di soldi per il funzionamento e la manutenzione (sempre che si faccia).
Si prevede che i costi del materiale fissile (che si esaurirà entro 40-70 anni) continueranno a crescere costantemente nei prossimi anni, quindi le centrali di III generazione sono un investimento a tempo limitato.
Le centrali di IV generazione, a fusione fredda, potrebbero già dare migliori garanzie ma a questo punto, nel frattempo, tanto varrebbe investire di più in tecnologie verdi (eco-compatibili) che sono in costante miglioramento.
referendum ... bandì il nucleare dal nostro paese nel 1987. "Sull'onda emotiva di Chernobyl", ribattono gli stronzi.
Emotiva fino a un certo punto:
1) innanzitutto allora la tecnologia delle centrali nucleari era ancora meno sicura di adesso (II generazione invece che III) e il fatto che fosse poco sicura/gestibile era un fatto noto avvalorato da vari altri precedenti incidenti;
2) scarsa manutenzione e scarsissima trasparenza informativa erano la norma; erano lustri che in Italia si susseguivano piccoli incidenti in varie centrali, incidenti che erano stati regolarmente coperti, minimizzati o ignorati con il metodo dello scaricabarile;
3) il problema delle scorie e del loro stoccaggio non era stato assolutamente affrontato e tantomeno risolto adeguatamente; guarda caso dopo 24 anni siamo ancora allo stesso punto;
4) anche allora era evidente il fatto che in caso di problemi il nucleo interno poteva e può diventare assolutamente ingestibile per motivi banali e spesso poco prevedibili.
Insomma, un conto è la discussione tecnica di un problema e delle sue soluzioni e un conto sono le dinamiche socio-antropologiche di come poi sono gestite e implementate (sempre in peggio) le apparenti soluzioni, specie quando queste hanno anche inconfessabili secondi e terzi fini ... un po' come per gli inceneritori.
@Blindsight
RispondiElimina1) Hai ragione, ma dato che gli attentati spesso se li fanno da soli ...
2) Hai ragione, ma forse stanno pensando che sfoltire (ovunque s'intende) è meglio che curare ... e poi basta aumentare i costi di cura e le masse povere e ignoranti avranno la fine che si meritano.
3) Perchè l'Europa è piena di "triangolini" che incoraggiano quelli italiani a imitare l'esempio francese, tedesco, giapponese, U.S.A., ecc. (visto che hanno perso quasi 25 anni di tempo a causa del "pernicioso voto plebeo").
Infine ENEL nel 2006 ha fatto grossi acquisti in Slovacchia, incluse un paio di vecchie centrali nucleari, ed è tutta contenta perchè queste ultime non sono ancora saltate in aria e "questa è la prova provata che il nucleare è sicuro".
Un po' meno contenti sono i slovacchi visto che da allora stanno subendo continui rincari di energia elettrica ma questo è un dettaglio secondario dato che ai piani alti nessuno fa sconti e tantomeno beneficenza.
@Adetrax
RispondiEliminac'è anche da sfatare la bufala secondo cui dobbiamo importare energia elettrica perchè non ne produciamo abbastanza, é vero giusto il contrario visto che noi ne produciamo oltre il nostro fabbisogno,la importiamo principalmente dalle centrali francesi solo ed esclusivamente per mera speculazione economica ma non solo, in tal modo si giustificano le esose bollette nostrane,spingendo in sostanza l'opinione pubblica a convincersi del nucleare dove l'enel(privatizzata,ti lascio immaginare da chi) farebbe affari d'oro.