Oggi pomeriggio ho visto in DVD "Ggate - Genova 2001 il massacro del G8" (in vendita in edicola a € 7,90) e non posso che consigliarne caldamente la visione. So che è stato trasmesso in rete eccezionalmente da diversi siti in contemporanea il 22 luglio scorso ma, non solo per chi se lo è perso, penso sia indispensabile conservare questo documento eccezionale nella propria mediateca. A futura memoria dei nostri tempi e supponendo che difficilmente potremo vederlo sulle reti televisive mainstream.
Avendo visto, credo, tutto il possibile sull'argomento, posso dire che è senz'altro la più accurata indagine sui fatti del G8 genovese, se non quella definitiva.
Chi erano i Black Bloc e qual era il loro ruolo, perché la polizia non interveniva a fermarli quando compivano le devastazioni e la gente chiamava invano disperata il 113. Il racconto di Mark Covell, il giornalista inglese massacrato alla Diaz e mandato in coma dalle botte e la brutalità che non si è fermata neppure di fronte ad un ragazzo disabile. I ragazzi inseguiti in spiaggia ed attaccati da reparti da sbarco, con i bagnanti che tentavano di difenderli e qualcuno che riusciva a farli salire su una barca per portarli al largo lontano dalle botte. La tecnica scientificamente ripetuta in tutte le giornate del G8 di colpire i manifestanti pacifici piuttosto che i provocatori violenti. Le denunce su infiltrazioni di esponenti di estrema destra e tifoserie violente. Perché non è stato mai celebrato un processo per i fatti di Piazza Alimonda.
E' un'inchiesta fondamentale soprattutto perché offre l'ipotesi di una regia sovranazionale di tanta violenza scatenata, con tecniche militari e da uomini survoltati e caricati d'odio ideologico, sui contestatori della globalizzazione convenuti a Genova nel 2001 ma non solo, con modalità identiche anche su quelli arrivati pochi mesi prima a Napoli e sotto un governo non di centrodestra. Una spiegazione di comportamenti altrimenti inspiegabili che potrebbe essere riassunta nella frase "se osate ancora contestare il nostro potere e la nostra visione del mondo, guardate cosa può succedervi."
Molti di noi avevano intuito già allora qualcosa del genere ma, grazie alla sedimentazione dei fatti in questi dieci anni trascorsi, si sono aggiunti nuovi tasselli all'ipotesi, che si sta facendo sempre più chiara e comprensibile. Ascoltate cosa dicono in proposito, nell'inchiesta di Franco Fracassi, i dirigenti e sindacalisti di polizia. Cosa dice l'ex generale della Nato, Mini.
E quel dialogo tra i due agenti, nel finale, con quell' "Uno a zero per noi" riferito alla morte di Carlo Giuliani, che mette i brividi.
Ad integrazione della commemorazione del decennale delle giornate di Genova, vi propongo anche un video della segreteria del GLF: "La gestione dell'ordine pubblico a Genova."
Ad integrazione della commemorazione del decennale delle giornate di Genova, vi propongo anche un video della segreteria del GLF: "La gestione dell'ordine pubblico a Genova."
Cara amica Lameduck,
RispondiEliminaquanto ai violenti io ho visto il buon Carlo Giuliani assieme ad altri teppisti sfondare con un asse una camionetta dei carabinieri. Se non c'è scappato il morto fra i carabinieri grazie ai teppisti alla Giuliani è stato un miracolo.
Ciao Davide
Grazie per questo post;
RispondiEliminaancora oggi, dopo 10 anni, quando incontro le forze dell'ordine, ho paura.
P.S. Non c'è peggior sordo (o cieco) di quello che NON VUOLE sentire (o vedere)
Scusa Davide ma un commento più stantìo e da donnetta non avresti potuto farlo. Cerca di collegare qualche altro neurone, per vedere se il cervello finalmente ti si mette in moto.
RispondiEliminaSempre con "chissà cosa avrebbe potuto succedere". Intanto un ragazzo è morto e un giornalista inglese, Mark Covell, per poco non ci lasciava le penne anche lui, mandato in coma dalle botte di un agente. A te e ai papiminkia della tua razza non frega un cazzo di ciò che è successo, l'importante è continuare a ripetere a pappagallo le idiozie che vi raccontano i vostri mafiosi di riferimento e vedere solo ciò che volete vedere.
@ Berica
Io mi trovai, all'epoca degli anni di piombo, nel mezzo di una perquisizione condotta su un autobus sequestrato dalla DIGOS. Praticamente salirono su armati, fecero chiudere le porte e perquisirono tutti. Pensa se c'era un BR a bordo che avesse aperto il fuoco...
Io stavo solo andando a scuola ma ho avuto una mitraglietta puntata allo stomaco da un pischello che avrà avuto poco più della mia età per lunghissimi minuti. Non me lo sono mai dimenticato. Pensa se avessi vissuto ciò che hanno vissuto tante persone durante il G8.
Sicuramente l'acquisizione della dinamica completa di quegli avvenimenti è utile a chi non li ha visti a suo tempo ma da soli ovviamente non bastano per avere una comprensione sufficiente di certe dinamiche.
RispondiEliminaSi potrebbe sintetizzare dicendo che è stato utilizzato il "metodo Cossiga", in quanto da lui brevemente illustrato poco tempo prima della sua morte.
Aggiungo solo quella che è una sensazione ricorrente: certi metodi vengono da lontano, dalla notte dei tempi del potere, cambiano i dettagli, le tecnologie, ecc. ma la strategia è sempre quella, ovvero - quando va bene - quella di "bastonare e disperdere la marmaglia che contesta", specie se questa ha un minimo di spessore culturale.
E' chiaro che a poche settimane dell'11/9 si doveva dare un certo "imprinting" marcando in un certo modo (ovvero facendo saltare le normali regole della ragionevolezza) la distanza fra chi dissente e chi decide.
Le regole del convincimento e della bastonatura sono poche e semplici anche se poi si possono declinare in mille maniere: la lettura de "Il Principe" di Machiavelli dovrebbe rendere evidente questa affermazione.
Studiare la storia a fondo, anche oltre quello che i libri di testo ufficiali riportano, potrebbe far capire molte più cose di quelle che si deducono dalla semplice visione delle riprese video; non è un caso che consulenti di strategia militare USA abbiano scritto interi libri sulle strategie dell'impero romano e di quello bizantino che, a loro volta, sono state in parte acquisite anche da infidi imperi medio-orientali.
Se qualcuno pensa che siano cose del passato e che non siano state applicate in Afghanistan, Iraq ed altre guerriglie recenti, si sbaglia di grosso perchè IMHO l'ossatura è quella.
Nel caso specifico di Genova, una volta messi assieme certi "ingredienti", poi la probabilità che accadano certe cose è talmente elevata che in pratica non possono non accadere.
In breve si tratta di:
- infiltrare elementi di comando deviati (ma molto obbedienti, in stile 14 luglio / vecchie iguane) che, dopo qualche cenno d'intesa, seguano direttive non ufficiali o comunque non esplicitate se non con la tecnica dei contrari (affrettarsi = rallentare, non usare i lacrimogeni in certe condizioni = usare senz'altro i lacrimogeni anche in certe condizioni, non caricare = caricare, ecc.);
- creare le condizioni generali adatte per rendere istintive certe reazioni, es. equipaggiamento pesante con caldo insopportabile, eventuale leggero dopaggio anche all'insaputa dei protagonisti, indottrinamento di un certo tipo che sviluppi ed estremizzi l'aggressività, lo spirito di corpo, ecc.;
- tollerare armamentario vario non regolamentare, la diffusione di tecniche di fronteggiamento non del tutto ortodosse, utili a incoraggiare le azioni individuali o di piccoli gruppi coesi e a rendere più pepato il clima di guerriglia urbana, ecc.;
- utilizzare personale di età relativamente bassa e con determinate caratteristiche (socio-antropologiche) in modo che si possano riprodurre più facilmente le reazioni volute a livello di truppa, così come osservato nel passato in secoli e secoli di esperienza.
Detto che sarebbe molto interessante analizzare passo passo le varie azioni evidenziando il manifestarsi di quanto sopra descritto, ci si deve anche chiedere:
- le manifestazioni di piazza sono realmente efficaci ?
- cosa ha capito il grande pubblico della problematica della globalizzazione (e quindi indirettamente dell'NWO) dopo Genova 2001 ?
Cara amica Lameduck,
RispondiElimina"Sempre con "chissà cosa avrebbe potuto succedere"
Io volevo solo evidenziare che Carlo Giuliani e altri come lui non erano proprio così pacifici.
Si può protestare anche senza lanciare sassi contro la polizia.
Sopra hai citato la Bonino. Io ricordo che i radicali negli anni '70 settanta facevano proteste eclatanti senza spaccare la testa a nessuno. Credo che i teppisti dei centri sociali avrebbero molto da imparare dalla Bonino e da Pannella.
Ciao Davide
Aldilà delle responsabilità rimane sempre il problema di fondo,discutere su chi ha fatto cosa non porta a nulla,i video evidenziano semmai che (e qui do ragione ad Adetrax)che le manifestazioni di piazza,pacifiche o meno visto che pure gli indignatos spagnoli per un semplice sitin si son presi le loro belle legnate,siano facilmente strumentalizzabili dai relativi governi(lo dimostrano pure le rivoluzione nordafricane,gira e rigira son sempre gli integralisti che si appropriano delle pur buone intenzioni) che si trovano ad affrontarle ed è una strategia globale e a livello globale andrebbe affrontata.
RispondiEliminaDovremmo avere la forza ed il coraggio di mandare tutto in bancarotta,sono loro che hanno bisogno di noi e non viceversa
La massima concentrazione dell'opinione pubblica è sempre stata puntata su Giuliani (...e capisco, c'e' "scappato il morto"!) Io non c'ero e non posso quindi sapere con certezza assoluta se Giuliani fosse o meno un teppista. A mio parere la vera vergogna è *indiscutibilmente* il massacro alla Diaz e Bolzaneto dove non si puo' più parlare di chaos, di leggitima difesa, di sfortuna(sic!), di attenuanti, di miracoli, di comprensione degli eventi, etc. ma solo di una mattanza **pianificata** ed effettuata a freddo! Quello è, a mio parere, l'unico dato certo ed indiscutibile.
RispondiElimina@ITalien
RispondiEliminaHai ragione la Diaz è un ulteriore caso a parte in quanto hanno fatto entrare in azione la solita "sporca dozzina" (in realtà erano molti di più) con metodi assolutamente fuorilegge.
Circa Giuliani è probabile che sia stato vittima della sua inesperienza e dei suoi 23 anni ma questo dipende anche dal sistema educativo perchè è il sistema che attraverso la TV e i vari media infarcisce di un mare di sciocchezze le menti dei bambini e dei giovani; se non sono i genitori (o qualcun altro) a provvedere in tempo si possono creare le condizioni che poi facilitano la "frittata" finale; il culto delle tifoserie, degli stadi, dei concerti, ecc. (in puro stile "panem et circenses") non aiuta poi di certo in certe percezioni.
Una persona maggiormente istruita su certe dinamiche avrebbe percepito subito che girare attorno a dei militari giovani, possibilmente inesperti, in difficoltà, con pistole in mano e per di più circondati da possibili "malevoli infiltrati" (che sicuramente non vedevano l'ora di fare l'1 a zero) non era il massimo nella prevenzione di certi rischi e quindi si sarebbe allontanata invece di partecipare o quantomeno assistere a distanza ravvicinata alla gazzarra.
Di certo prendere in mano un estintore precedentemente scagliato contro il Defender era l'ultima cosa da fare per evitare di attirare l'attenzione dei sopracitati personaggi, fossero essi inesperti o scafati e malevoli.
Sicuramente non era un teppista, al massimo un idealista con percezioni incomplete dovute alla sua giovane età (non a caso in guerra mandano sempre i giovani a traumatizzarsi e a morire con il rischio - agognato - che poi i sopravvissuti si trasformino in qualcosa tipo "belva di guerra").
Grazie Lame. Ovviamente nella mia città è introvabile, ma spero che arrivi.
RispondiEliminaPotresti dire al tuo amico Davide che chi ha iniziato a lanciare lacrimogeni sui manifestanti...no, lascia perdere, tanto non c'è niente da fare.
Ciao.
@Ed: Il documentario è acquistabile anche online in dvd sul sito Telemaco (http://telemaco-inchieste.blogspot.com/)
RispondiEliminaITalien: grazie infinite.
RispondiElimina@Adetrax: non posso che concordare in toto, al 100%, con la tua lucida analisi. Grazie.
RispondiElimina@Adetrax
RispondiEliminaio invece lo boccio in toto il tuo commento.
tu pensi che il tutto sia dovuto al caso,all'inesperienza di ambo le parti?
Vedendo i video si evidenzia più una chiara premeditazione da parte delle forze dell'ordine,troppe stranezze,troppe coincidenze,troppi errori per essere tutto casuale,se non era Giuliani col suo estintore magari era Fantozzi col suo ombrello ma il risultato doveva essere 1 a 0 che si è trasformato in cappotto con le seguenti esibizioni di macelleria premeditata.
L'errore(se di errore si tratta) non l'ha fatto Giuliani con i suoi 23 anni ma l'ha fatto il comandante di reparto,il primo (reo confesso) a scagliare le pietre per attirare i manifestanti nella trappola.
E' questo che bisogna sottolineare non la reazione di un ragazzo che di fronte al massacro di cui era testimone ha dato sfogo alla sua rabbia,le forze dell'ordine si chiamano così perche dovrebbero evitare proprio questo genere di cose
@Rossoallosso
RispondiEliminaAccetto la tua critica però lasciami esporre qualche altra considerazione perchè, a mio avviso, non siamo in contrasto.
In effetti io ho solo commentato la specifica azione che è risultata nella morte di Giuliani, non ho fatto il riassunto generale delle vicende e non ho assolutamente inteso dire che "se l'era cercata", anzi.
E' ovvio poi che al di sopra di tutto c'era la strategia della provocazione e della trappola sperando che qualcosa di decisivo accadesse (così come poi è accaduto), ma è anche chiaro che quei giovani non avrebbero dovuto cadere nella trappola della facile rivalsa, che poi è tutto da stabilire se gran parte di quelli che lanciavano oggetti contro il Defender si erano aggregati all'ultimo momento o se avevano un po' di consapevolezza in più.
Quando si creano certe situazioni (così come qualcuno desidera che si creino), poi l'istinto socio-genetico prende il sopravvento e tutto diventa automatico, così come è accaduto in tanti altri episodi mortali (es. Spaccarotella, ecc.).
Non ho quindi scritto che la responsabilità è stata di Giuliani, ho scritto solo che lui (così come molti altri - carabinieri imbranati del Defender inclusi), sono stati forse istruiti parzialmente, senza tutte le informazioni / raccomandazioni che qualcuno avrebbe dovuto dare loro.
Poi è chiaro che certi elementi l'uno a zero avrebbero cercato lo stesso di farlo, visto che erano li ad assistere allo spettacolo e poi, non contenti, hanno cercato di fare il 90 a 0 nella Diaz.
Il "non dovrebbero" prendiamolo quindi con le molle; dire che le forze dell'ordine "non dovrebbero fare certe cose" ... è come dire che i politici non dovrebbero rubare o che i preti "non dovrebbero sodomizzare i bambini" ... e grazie tante, poi se si va a fondo della cosa magari si scopre che il 95% degli emuli pedofili sono tutto meno che veri cristiani (tralasciamo la lista delle possibilità) quindi degli infiltrati a pieno titolo mentre il restante 5% sarà anche mezzo psicopatico.
Ma poi ti rendi conto del livello fumogeno che hanno creato fingendo di non sapere per mesi chi aveva sparato ?
Tutti baldanzosi quando si trattava di spaccare i vetri del Defender, però nessuno di loro ha tentato di difendere l'unico fotografo e relativa macchina fotografica che aveva ripreso da vicino la scena dell'uccisione.
E poi, la simulazione dell'uccisione con un sasso colpendo con una pietra la fronte del morto ... ma capisci che siamo a un livello mentale e comportamentale da, appunto, età della pietra ?
Per concludere, le strategie tipo "la freccia del Parto", "la finta ritirata" e consimili non le hanno inventate oggi; capisco che tutto questo possa dare molto fastidio - soprattutto se si riveste il ruolo di genitori / educatori - ma non credo che privilegiare le facili giustificazioni possa servire a qualcosa, dopotutto li si sarebbe dovuto gestire l'argomento globalizzazione - da prendere molto ma molto seriamente data la sua intrinseca pericolosità - non uno scontro fra tifosi.
Ma poi, quando un imputato, nel processo per quei fatti, dice a un PM / giudice: io ho fatto questo perchè quelli erano ostili, ci guardavano male, ecc. poi faccia lei (signor PM / giudice) ... nel senso che il mio l'ho fatto, ora aggiusti lei le cose ... non ti fa sorgere qualche sospetto che forse gran parte del sistema è pilotato / marcio ?
Riflettiamo quindi sul grado di controllo delle responsabilità che abbiamo qui in Italia (o altrove) che, come ben si sospetta, è prossimo allo zero.