venerdì 12 agosto 2011

La crisi è solo una scusa


Potrebbero avere ragione coloro che affermano che questa è una guerra dichiarata dal potere finanziario al mondo intero, voluta da chi vorrebbe far pagare le crisi che si susseguono a ripetizione negli ultimi anni ad interi popoli che non ne sono responsabili. E' una guerra iniziata non meno di dieci anni fa, visto che il grande pretesto, la nuova Pearl Harbor dell'11 settembre servì per mettere una bella pezza al possibile botto finanziario americano previsto già nel 2001. Seguirono le varie bolle speculative, i noti fatti di Lehman-Brothers e Obama che correva in soccorso ai banchieri a spese del contribuente americano.
Mi sorge una domanda a questo punto: e se queste stramaledette banche d'affari le avessimo lasciate fallire come meritavano sarebbe stato un male o un bene? In fondo, salvandole, abbiamo stabilito uno sciagurato precedente, e cioè che le manovre speculatorie e terroristiche dolose - perché ci credo poco che siano errori di valutazione, quella è gente che non sbaglia - delle banche d'affari possono essere ripianate con i soldi pubblici, cioè a spese dei cittadini. Con il senno di poi questo salvataggio statalista dell'interesse privato appare sempre più una sciagura. A meno che non fosse parte del big plan.

La Finanza (non le Fiamme Gialle ma il potere finanziario globale) è il braccio armato ma dietro ad essa ci sono le multinazionali che devono fare profitti. Il neoliberismo ha stabilito che il profitto è un diritto inalienabile e che è un valore esponenziale, non vi è più alcun limite ad esso, tantomeno il limite etico. Non a caso parlano di crescita ma noi pensiamo che si tratti dell'aumento del nostro benessere, invece loro intendono la crescita del loro margine di profitto. E le due cose non possono coesistere. Se il mio diritto a fare profitti sempre più alti si scontra con gli interessi della collettività e i diritti dei lavoratori, sarà mio compito eliminare tali ostacoli, con qualunque mezzo.
Lo fanno le multinazionali per prime ma poi, in catena, vorranno farlo anche i grossi imprenditori nazionali e poi i piccoli e medi, fino alla botteguccia artigiana.
Ecco quindi che, ai massimi livelli, bisogna accaparrarsi i politici come gli informatori scientifici si accaparrano i medici per conto di BigPharma, anzi, ancor meglio, si bypassano i politici e si mandano i propri  amministratori delegati, i propri manager, scagnozzi e sottocoda a fare politica. La famosa "discesa in campo".
Così si spiega perché la politica è sempre meno fatta di rappresentanti del popolo e sempre più di avventizi e portaborse, lobbisti e maggiordomi, comperati a suon di denaro a fiumi, privilegi e promesse di successo e potere periferico. Nominati, non eletti. Questi politici a busta paga di interessi superiori e spesso ai confini dell'illegalità devono rispondere ai loro padroni che, ripeto, non sono più i cittadini ma coloro che, per ampliare i profitti, devono rimuovere ogni ostacolo possibile.

Secondo voi è un caso che tra le pochissime voci fuggite dal sen di Tremonti circa la famosa manovra vi siano state la "libertà di licenziare" e l'accorpamento delle festività alla domenica - mica quelle religiose, però, solo le tre laiche e work-oriented del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno - per "produrre di più"?
Un alieno che fosse sbarcato con il suo ufetto ieri in Italia si sarebbe chiesto: "Ma questi terrestri pensano di risolvere la crisi mondiale facendo lavorare tre giorni in più all'anno i lavoratori? C'è qualcosa che non capisco?"
L'obiettivo è chiaramente un altro, caro alieno. E' l'attacco a quegli articoli della Costituzione che segnano la differenza tra lavoro salariato e lavoro schiavistico e ne stabiliscono i reciproci confini. 

Prima di spingermi ancora più in là e dichiarare, assumendomene la responsabilità, che la crisi non esiste ma è uno spauracchio agitato, come lo fu l'Osama Bin Laden di dieci anni fa, per ottenere la sottomissione delle ultime sacche di resistenza al nuovo ordine mondiale basato sul modo di produzione neoschiavistico globalizzato, facciamo un piccolissimo ragionamento, che ci riporta anche al caso Lehman-Brothers.
Se la colpa del default mondiale fosse del potere finanziario, identificabile in pochi banchieri, speculatori, insomma in fin dei conti in persone fisiche alla Gordon Gekko con un nome e cognome, a cominciare da quell'Alan Greenspan che nomina Chiesa, dobbiamo proprio credere che il governo degli Stati Uniti non riuscirebbe a sguinzagliare un po' di reparti di Navy Seals ed assicurare questi farabutti alle imperiali galere, magari il Grand Hotel Guantanamo? Perchè ciò che stanno facendo questi bastardi figli di puttana non è meno grave di ciò che si attribuisce da più di dieci anni ad Al Qaeda.

Invece, da Obama a tutto il potere politico europeo è un generale calare di braghe. L'impressione è che debbano ubbidire a dei padroni che non si possono contraddire. Si comportano come i picciotti che devono obbedire a mamma, pena l'incaprettamento. Sono impauriti come se i padroni avessero di tutti loro, politicanti servi dei servi, foto che li ritraggono mentre stuprano dei neonati.
Non sarà che lo scherzetto fatto a Strauss-Kahn fosse una vendetta nei confronti di qualcuno che aveva sgarrato?
La colpa del crollo delle Borse - perché non chiuderle come in occasione dell'11 settembre, ad esempio? - è degli speculatori, delle agenzie di rating che lavorano un po' per il Re di Prussia - il dollaro -  e assai di più per le banche d'affari, ma non si fa nulla per fermarli. E' come se ci fosse una rapina in una banca, la polizia andasse ad arrestare gli avventori del bar di fronte e il giudice li obbligasse a rifondere di tasca propria i soldi rapinati alla banca. E' come quando i black bloc devastano le strade e la polizia, invece di inseguirli ed arrestarli, bastona le vecchiette e le famigliole con i passeggini. Non ha senso ma ha un senso.

L'evocazione della parola magica crisi serve soprattutto per licenziare, per sfrondare i dipendenti e quindi per aumentare i profitti. E' dimostrato che i licenziamenti effettuati dal 2008 ad oggi in certi settori erano assolutamente indipendenti dall'andamento dei fatturati delle aziende in oggetto. Ad esempio nel settore farmaceutico che, grazie a politiche di marketing assai spregiudicate, è uno dei pochissimi settori che registra il segno più nei bilanci delle sue aziende. Ebbene, nonostante il segno positivo e l'aumento delle entrate, queste aziende hanno compiuto delle vere stragi di dipendenti, soprattutto nel settore degli informatori, ritenuti non più utili nel settore primary care, ovvero quello dei medici di base, perché ora il pressing sui medici si fa in ospedale dove vengono venduti i farmaci più costosi e redditizi. La motivazione ufficiale per i tagli era "la crisi" ma la crisi non era vera per quel settore, era solo una scusa per licenziare e mobilitare tutta quella massa di informatori che prima erano stati spremuti come limoni e ora erano considerati solo zavorra di cui liberarsi.

Che la crisi sia un pretesto per fare la guerra di classe ai ceti meno abbienti lo dimostra anche il fatto che nelle varie misure proposte dai governi in allarme rosso per default in Europa non vi siano veri strumenti per la crescita, come investimenti sulla ricerca e lo sviluppo ma solo manovre vessatorie da sanguisughe sul Terzo Stato. Manovre che non toccano minimamente il privilegio sempre più osceno degli altri due Stati: Clero e Neoaristocrazia del denaro. Semplice, perché la crescita non è quella che pensate e per ottenere quella che pensano loro voi dovete rinunciare ai vostri diritti. Con le buone o con le cattive.

E' comunque un gioco pericoloso. Le tasse, come prima della Rivoluzione Francese, saranno interamente a carico del terzo stato, ovvero del ceto medio-basso. Il clero è esente e la casta si auto-esenta con leggi ad hoc. Questa situazione ha portato alle ghigliottine in piazza allora e la storia potrebbe ripetersi, chissà.

State in allerta, quindi. I telecomandati appartenenti alla Casta dei volonterosi esecutori materiali  vorranno imporvi i sacrifici più sanguinosi per continuare a gozzovigliare e banchettare sotto il tavolo dei loro padroni come cani.
E' in questa occasione che potremo riconoscere i politici, se ce ne sono rimasti, in grado di ribellarsi a quest'assurdità.
Perché non si alzano in piedi e chiedono ai loro colleghi stranieri di allearsi per fermare la speculazione finanziaria con i mezzi della legge? Se è una guerra condotta dagli Stati Uniti con le armi della Borsa per affossare l'Europa, perché non denunciano queste manovre terroristiche? Se lo fanno tutti assieme sarà difficile farli fuori tutti.
Perché non chieder loro di difendere i diritti del popolo, di quello vero, non quello dell'amore del nanerottolo da rottamare, rigettando le lettere minatorie dei banchieri ed impegnandosi per una crescita vera?
In Islanda ci stanno provando. Sarà questione di clima, chissà.

19 commenti:

  1. Cara amica Lameduck,

    se lo dice quel pantalone di Giulietto, bisogna credergli sulla parola.

    Ciao Davide

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  2. Cos'è Davide, la citazione di Chiesa ti ha inibito la lettura del pezzo fino in fondo?

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  3. Anonimo22:32

    Uno dei tuoi post migliori per chiarezza e lucidità. Grazie. Arianna

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  4. Cara amica Lameduck,


    "Cos'è Davide, la citazione di Chiesa ti ha inibito la lettura del pezzo fino in fondo?"

    Io non credo alle favole della spechtre.

    Per quel che riguarda l'Italia le colpe del disastro in cui viviamo sono tutte nostre.

    Le leggi che negli anni '70 e '80 hanno creato un debito pubblico colossale sono state votate da tutti i partiti.


    Ciao Davide

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  5. @ Davide
    Infatti la Spectre non esiste. Ma esistono le banche d'affari e gli speculatori.
    Negli anni 80 governava Craxi, il primo mentore e protettore del Nano Bagonghi. Poi però il Bagonghi non riuscì, negli anni 90 e nonostante la sua proverbiale abilità a governare, a riparare al debito pubblico crescente.

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  6. @Davide
    Secondo le ultime teorie entrambi non abbiamo capito un cazzo.
    Ho appena letto l'articolo di sto tizio "docente di Politica Internazionale presso l'Università di Potsdam e Senior Fellow per l'Istituto di ricerca "BIGS ". Il suo settore di ricerca riguarda nazionalismi, nuove identità politiche ed energia.Nel 2010 è stato nominato "Italian Young Leader" dal Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti"che in sostanza dice:

    "In queste ore sta finalmente giungendo a termine il travagliato percorso ideologico del Berlusconismo. Nato come movimento liberista-borghese nei primi anni Novanta, è transitato per un breve periodo nel capitalismo umanista d'influenza cristiana. Nel pieno della crisi è stato combattuto tra liberismo neoclassico alla Friedman e kenesyanismo.
    Nell'indecisione imposta dal feroce dibattito tra queste due grandi scuole, travolto il paese dall'aggressione del capitalismo mondiale, è prevalso un orientamento di tipo socialista sovietico."

    tè capì,tu credevi di votare contro i comunisti ,viceversa io crcavo i comunisti e non sapevo di essere governato da essi ;-)
    Ora si spiega tutto,la BCE è un covo di bolscevichi perchè stanno distruggendo il capitalismo

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  7. Parole "sante" e illuminanti come spesso si trovano da queste parti. (a parte la citazione di Giulietto Chiesa... al massimo dovrebbe essere lui a citare te... o_O ma è solo la mia opinione)

    Il neoliberismo ha stabilito che il profitto è un diritto inalienabile e che è un valore esponenziale, non vi è più alcun limite ad esso, tantomeno il limite etico...
    Il clero è esente e la casta si autoesenta con leggi ad hoc.

    vorrei che queste frasi arrivassero a tutti gli Italiani.

    Una domanda forse un po' off topic, pensi che la "utopia realistica" auspicata da Fromm fosse fin troppo 'romantica' e irrealizzabile, dopotutto? Soprattutto visto a che livelli siamo arrivati a nemmeno 50 anni dalla sua morte...

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  8. paolo08:09

    in sintesi: siamo di fronte al più gigantesco caso di strozzinaggio mondiale della storia recente.
    Nessuna ricetta potrà funzionare se non si arresta lo strozzino colpendo i suoi profitti. Il resto è fuffa, compreso le ghigliottine (che però potrebbero essere un'appagante passatempo).

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  9. “My father always told me that all businessmen were sons of bitches, but I never believed it until now.” – John F. Kennedy

    Mi sembra il miglior commento possibile, anche per chi magari non apprezza il personaggio.

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  10. Cara amica Lameduck,

    "Infatti la Spectre non esiste. Ma esistono le banche d'affari e gli speculatori."

    Nessuna banca d'affari è stata salvata in italia con soldi pubblici. Quanto agli speculatori sono sempre esistiti e sempre esisteranno.

    Certo il contesto economico internazionale è molto difficile per l'Italia (in particolare Cina e India stano buttando fuori dal mercato le nostre industrie), ma l'origine dei nostri problemi è tutta interna. Le favole del Giulitto servono solo a nascondere la cruda realtà.


    Ciao Davide

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  11. Davide, obiettivamente è difficile discutere con te. Ti hanno programmato troppo bene.

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  12. Lame, lascia stare Davide. Come faremo senza di lui quando tutto questo sara' alle spalle?
    Lo ricorderemo come "l'ultimo dei berlusconiani". :-)

    http://chiara-di-notte.blogspot.com/2011/08/lultimo-dei-berlusconiani.html

    PS: la crisi non esiste. E' tutta una bufala. Gia' lo scrivevo nel 2008.

    http://chiara-di-notte.blogspot.com/2008/09/la-bufala-della-crisi.html

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  13. Anonimo09:48

    Bella analisi, Lame, peccato che come al solito ti fai eccesive illusioni sulle reazioni del popolo bue (e di conseguenza cornuto). Lasciando i civile islandesi nella loro insignificante isoletta, ti faccio presente che il prossimo presidente degli iuesei potrebbe un prodotto del tea-party, con tutte le conseguenze che ti lascio immaginare a livello mondiale. E il tutto, se succederà, non sarà stato ottenuto con attentati o altri lavori sporchi, ma bensì con libere elezioni.


    Saluti

    Nevermind

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  14. @Nevermind
    Occhio a etichettare gli altri come insignificanti,la piccola Islanda l'ha messo,noi l'abbiamo preso,in quel posto,come in un bel trenino che si rispetti l'ultimo è quello che gode di più ;-)

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  15. Anonimo17:40

    @ Rosso

    sul fatto che noi siamo la locomotiva del trenino dell'ammore, d'accordissimo con te. L'"insignificante" faceva riferimento ad una visione globale, gli islandesi fanno quello che gli viene concesso di fare (se non sbaglio, la loro difesa territoriale è affidata agli USA, per dirtene una). Poi si potrebbe discutere a lungo sulla diversa maturità dei popoli, ma questo è un altro discorso.

    Saluti

    Nevermind

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  16. [...] la loro difesa territoriale è affidata agli USA, per dirtene una [...]
    Never, non dirci queste cose! Come se la nostra - dell’Italia - difesa territoriale fosse affidata a qualcun altro e non all’Impero.
    Eppoi, serve avere una difesa territoriale?, spariamo agli immigrati con i Tomcat? Austria e Slovenia rifanno la Santa Alleanza e ci invadono?
    E, in seconda istanza, (e chiedo scusa per l’immagine anatomica) ne ho pieni i coglioni di sentir parlare di visione globale.
    Dvremmo cominciare a parlare di “visione minima”: se io sto bene, se quelli vicino a me stanno bene, se quelli vivici a quelli vicini a me stanno bene, e avanti.
    Basta demandare tutte le nostre personali mancanze, avidità e egoismi alla “visione globale”.
    E lo stanno già facendo gli indignados, lo fanno in Inghilterra e lo faranno in tanti altri nei prossimi mesi, anni...

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  17. Anonimo00:18

    Salazar, probabilmente sono io che non riesco a spiegarmi. Semplicemente intendevo che non penso che verrebbe concesso ad altre nazioni con economie più importanti di seguire l'esempio (virtuoso) islandese. Tutto qui. Naturalmente posso benissimo sbagliarmi.

    Saluti

    Nevermind

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  18. “Too big to fail” lo dice Moody per guadagnarci sopra.
    Bene, se non è concesso di fallire allora basta dire: cominciate a pagare voi, ragazzi, a Moody, alle banche francesi e a tutti quelli che hanno comprato i titoli italiani (all’estero detengono l’ottanta % del credito, 10 o 15 anni fa era il 30, più o meno, dati a memoria) proprio perchè l’Italia è troppo grande per fallire e per guadagnaci su di brutto alla spalle di un intero popolo.
    L’Argentina è fallita, e non è proprio piccolissima: sono stato a Mendoza a bere il vino (buonissimo) un paio di settimane fa e non mi è sembrata popolata da paria impestati.
    La vita reale continua, deve continuare, sempre, anche se quella finanziaria va affanculo. Checchè ne dica Moody.

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  19. Poi c'è sempre questo mistero della guerra di cui nessuno parla,politici,giornalisti,commentatori,analisti, vivono in mondo preconfezionato che non è quello reale,cazzo siamo in guerra,la guerra costa,si taglia tutto fuorchè questo.
    toglietemi tutto ma non il mio BGM-109 Tomahawk !!

    RispondiElimina

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