"24. A decorrere dall'anno 2012 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, da emanare entro il 30 novembre dell'anno precedente, sono stabilite annualmente le date in cui ricorrono le festivita' introdotte con legge dello Stato non conseguente ad accordi con la Santa Sede, nonche' le celebrazioni nazionali e le festivita' dei Santi Patroni in modo tale che, sulla base della piu' diffusa prassi europea, le stesse cadano il venerdi' precedente ovvero il lunedi' seguente la prima domenica immediatamente successiva ovvero coincidano con tale domenica." (DECRETO-LEGGE 13 agosto 2011, n. 138 Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. (11G0185))
Sulla Riviera Romagnola sono tutti incazzati come pantere tenute a digiuno una settimana a causa della ventilata ipotesi di eliminare i ponti primaverili di aprile-maggio-giugno.
Ieri, mentre addentavo una piadina nella pausa pranzo al mare, leggevo "il Resto del Carlino", giornale notoriamente nanofilo hasta la muerte e i toni di articolisti ed intervistati contro il provvedimento erano molto duri. Da amante tradita che giura di vendicarsi e darla al primo che incontrerà.
Si può ben capire la preoccupazione di un settore che da cent'anni campa di sole, mare e turisti in ogni bella giornata disponibile sul calendario.
Se il tempo è clemente, quei ponti storicamente portano turisti in avanscoperta per la stagione estiva vera e propria. Se la stagione è particolarmente propizia si riesce a godersi un anticipo di spiaggia. Ne godono stabilimenti balneari, alberghi, negozi, bar, discoteche, insomma tutto l'indotto turistico che, dalle nostre parti, fattura sicuramente più delle automobiline di Marpionne.
I ponti festivi, quindi, quei due-tre giorni di prevacanza, al di là della visione che può averne un complessato come Brunetta, ovvero come l'occasione per milioni di fannulloni normodotati di non lavorare, perché no riposarsi ed andare pure a divertirsi, sono un valore aggiunto per l'economia del paese. Difficile per altro che un'avventizia come la ministra taccododici e chioma antinebbia possa fare qualcosa, come invocavano ingenui negli articoli del "Carlino" gli albergatori e i bagnini che magari hanno pure votato Silvio e che, in poco tempo, si sono visti imbrogliare prima con la liberalizzazione del demanio e poi con la mazzata dei ponti fatti saltare dal genio pontieri che ha partorito questa pensata.
Come si evince comunque dal testo del Decreto Legge, forse non tutto è perduto. Andandolo a leggere con la difficoltà che prevedono le supercazzole prematurate con scappellamento di concordato come fosse di lunedì anzi in due o tre come fosse antani di primo maggio, il testo sembra prevedere almeno tre possibilità di spostamento delle feste del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, da decidersi anno per anno. Si sono lasciati, come si dice, una porta aperta, anzi tre.
Il giorno festivo potrà essere fissato di venerdì o lunedì - e quindi il ponte rimane invariato, visto che il sabato generalmente non si lavora; ponte di domenica - ponte saltato del tutto, con eliminazione anche, penso, del pagamento della festività in busta paga.
Il giorno festivo potrà essere fissato di venerdì o lunedì - e quindi il ponte rimane invariato, visto che il sabato generalmente non si lavora; ponte di domenica - ponte saltato del tutto, con eliminazione anche, penso, del pagamento della festività in busta paga.
Uno potrebbe chiedersi che senso abbia una tale variabilità di ipotesi, visto che i ponti se sono veramente dannosi per la produttività, dovevano essere tolti e basta.
Dovete capire la loro mentalità di levantini brianzoli. Stanno tastando il terreno. Se il "Carlino" continuerà a piangere sulle piadine invendute e gli ombrelloni chiusi, il governaccio sceglierà una delle due ipotesi che lasciano tutto come prima: festa di venerdì o di lunedì. Così Silvio dirà che è intervenuto personalmente per ascoltare le richieste degli operatori del settore e farà come al solito la parte del salvatore della patria. Anzi il salvatore del bagnino di salvataggio. Una figura inedita persino nel paese del tutto possibile.
Due parole sono da dire anche, inevitabilmente, sulla scelta del governo piduista di toccare le uniche tre festività nazionali laiche e, cosa per loro insopportabile, antifasciste e non quelle religiose.
Qui non attendiamoci ripensamenti. Accettiamo il fatto che saremo l'unico paese che non festeggia degnamente ed ufficialmente le origini della sua democrazia. Vi immaginate un popolo francese privato del 14 luglio e quello americano del 4 luglio? Tornerebbero le ghigliottine in Place de la Concorde e le milizie del Montana assalterebbero la Casa Bianca con gli M-16 Viper. Da noi invece si può.
Qui non attendiamoci ripensamenti. Accettiamo il fatto che saremo l'unico paese che non festeggia degnamente ed ufficialmente le origini della sua democrazia. Vi immaginate un popolo francese privato del 14 luglio e quello americano del 4 luglio? Tornerebbero le ghigliottine in Place de la Concorde e le milizie del Montana assalterebbero la Casa Bianca con gli M-16 Viper. Da noi invece si può.
Tranquilli, almeno il Ferragosto non ce lo toccano. Ci protegge la Madonna Assunta. Se non precarizzeranno o licenzieranno anche lei.
Buone Feriae Augustae!
ma il ponte di messina resta: ti riferivi a questo nel titolo?
RispondiEliminaBuon ferragosto alla padrona di casa e ai commentatori del blog. Per il resto, poco da dire, siamo in mano ad un incredibile mix di malafede e incapacità. Per quanto riguarda le feste, era già stato annunciato che sarebbero state spostate a domenica poi, di colpo, retromarcia. Idem le provincie da abolire, che stanno diventando sempre di meno (alla faccia dei tagli alla Casta). Grecia, aspettaci, stiamo arrivando!
RispondiEliminaSaluti
Nevermind
Poco importano le vacanze-ponte: tanto non ci saranno i soldi per farle!
RispondiEliminaRoberta, i soldi ci sono. Se vai in autostrada la maggioranza delle auto sono SUV o comunque macchine dai 30.000 euro in su. C'è una categoria di persone che non è minimamente toccate dalla crisi. Penso ai professionisti, ad esempio. Chi è ricco rimane ricco o addirittura si arricchisce ancor di più. Eì chi campa del suo lavoro e lo perde che precipita nella povertà. Magari la gente oggi sceglie, andando in vacanza, la soluzione più economica, però ti assicuro che ieri in spiaggia era pieno di gente. Poi, il ristorante di pesce era semivuoto ma...
RispondiEliminabuon ferragosto e continua così. Il tuo blog è splendido.
RispondiEliminaSi`, certo, Barbara, ma io parlavo per il futuro.
RispondiEliminaVedi, quello che molti non capiscono e` che affossare il ceto medio comportera` una crisi delle vendite e, quindi, anche dei guadagni di quelli con il SUV!
Dai tempo al tempo e tutti i nodi verranno al pettine.
Tornerebbero le ghigliottine in Place de la Concorde e le milizie del Montana assalterebbero la Casa Bianca con gli M-16 Viper. Da noi invece si può.
RispondiEliminaBeh da noi non si può perché l'Intellighnetsja di sinistra considerava fascismo introdurre come negli U$A il diritto di portare armi, ossia permettere la nascita di una "milizia ben organizzata necessaria alla sicurezza di uno Stato libero", questa è roba del sacco di chi adesso si lamenta!
per il resto, cazzo, si condivido al 100%
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=VK494Judxvg&feature=player_embedded
RispondiEliminaPerfino Sechi ha scritto di recessione. Che vogliono produrre questi, per vendere a chi?
RispondiEliminaGli zingari rifuggono il lavoro da salario perché gli sembrerebbe di esser schiavi.
I furboni, invece, fanno "ciao ciao" con la manina, in fila indiana, alla catena di montaggio o durante le ferie comandate. In Austria e Germania utilizzano "servus", che è la stessa cosa.
Quanto sarebbe meglio lavorare tutti a cottimo.