lunedì 1 agosto 2011

Legiferare ad minchiam


Ho appena fatto un ordine di libri e DVD su Amazon.it, alla faccia dell'onorevole Riccardo Levi (PD). Ho approfittato dei prezzi irresistibili, della comodità di scegliere da casa e ricevere direttamente in ufficio, senza spese di spedizione e non me ne pento affatto. Anzi, lo rifarei e lo rifarò senz'altro prima del 1° settembre, giorno in cui entrerà in vigore una delle leggi più polpottiste di questo paese finto democratico che ha sempre il vizio di infilare a tradimento un dito nel culo dei suoi cittadini.

Una legge tipica da legislatore che soffre d'insonnia e non sa più cosa inventarsi a notte fonda per vessare i suoi concittadini; che va contro ogni principio di libertà di scelta e contro i fondamentali del mercato, visto che pretende di stabilire per decreto quale sconto massimo posso ottenere sui miei acquisti e dove devo farli, gli stessi.  Una roba che non sarebbe venuta in mente nemmeno al più grigio dei burocrati del Cremlino brezneviano e che piace comunque agli berluscostalinisti perché difende i piccoli librai, le piccole rivendite, le piccole cartolerie, quelle che sono destinate a scomparire non per cattiveria ma per raggiunto capolinea storico. Anche i negozi di fotografo stanno scomparendo. Che facciamo, una legge sul rullino obbligatorio e il rogo delle fotocamere digitali sulla pubblica piazza?

Io non ho nulla contro le librerie della mia città. Peccato che la risposta frequente sia: "Non l'abbiamo, se vuole l'ordiniamo." L'ultima volta che mi sono lasciata convincere ho atteso invano due mesi per poi sentirmi dire: "Mi dispiace, non è più disponibile". Il libro l'ho poi trovato la sera stessa su Amazon, ad un prezzo inferiore a quello di listino, ovviamente, e in tre giorni l'ho ricevuto a casa.
Questa legge è un inutile esercizio di protezionismo corporativo perché ci saranno per molto tempo ancora persone che, non avendo dimestichezza con il computer, continueranno ad andare ad acquistare libri in libreria, ma intanto questi legulei ad minchiam cercano di frenare il progresso e si prendono paura delle vendite online e di Amazon che fa gli sconti per acchiappare clienti. Una cosa vecchia come la crocefissione.

Di fronte alle leggi che hanno limitato la libertà di riproduzione (procreazione assistita), che vorrebbero vietare la prostituzione low cost senza pensare a quella dei pompini da 300 euro nelle stanze del potere, alle leggi contro la libertà di scelta sul fine vita ed il sondino coatto, al divieto per le persone omosessuali di veder riconosciuti i propri diritti civili di convivenza, di fronte insomma a queste pesantissime ingerenze nella libertà personale di noi italiani, perpetrate dal vecchio coso gonfio fallito e dal suo governaccio, cosa volete che sia una legge meschina anti-e-commerce in difesa delle specie commerciali in via di estinzione. Quisquilie e pinzallacchere. Invece io mi indigno ugualmente, soprattutto perché chi ha firmato questa legge è lo stesso che vorrebbe porre dei limiti e dei paletti alla libera espressione di coloro che scrivono sul web con l'ennesima legge bavaglio e perché non è un berlusconide rettiliano conclamato ma uno del PD, teoricamente uno di sinistra.

Odio quando sento dire: "sono tutti uguali". Però ultimamente il qualunquismo ce lo stanno proprio tirando fuori con le pinze.

7 commenti:

  1. Provassero a proporre una legge simile qui in Germania, dove quasi tutto si può acquistare on line e i libri li trovi nei supermercati e nei distributori di benzinal. Gli farebbero fare il tragitto dal Bundestag alla Porta di Brandeburgo a calci nel culo!
    Italia, paese di pagliacci...

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  2. Anche io compro on line, vuol dire che, d'ora in poi, comprero` su amazon.uk, cosi` il mercato italiano affondera` ancora di piu`!
    Ma che teste di c....!
    Il pd e` il partito dei dementi e non avranno MAI PIU` il mio voto.
    Tanto se passa la proposta calderoli, manco avro` piu` diritto di votare, visto che sono residente all'estero.
    Bah! Poveri voi!

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  3. Jonny Dio06:34

    Non sono tutti uguali, è solo che hanno tutti lo stesso obiettivo: mettercela in quel posto. Anche a me non fregherebbe niente di veder andare a rotoli una nazione, se avessi solo da guadagnarci... (non è vero, a me fregherebbe, ma la maggior parte della gente ragiona così)

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  4. paolo09:44

    @mozart: leggo che in Germania le promozioni (sconti) sui libri sono vietate tout-court, anche online. Ti risulta?

    In generale diffido molto dalle promozioni: hanno l'effetto di alzare artificialmente il prezzo quando il prodotto non è scontato. Per quanto riguarda la legge Levi sono contrario: non tocca il nodo del monopolio della distribuzione delle messaggerie e dei principali editori, che di fatto fa sì che sia impossibile organizzare un reselling indipendente su internet, per esempio.

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  5. Sempre per favorire case editrici e commercianti vari senza preoccuparsi dell'utente finale,il berlusconismo ha attecchito dove si spera di racimolare qualche voto,in questo senso il Riccardo Levitiditorno in prospettiva futura ha già perso la scommessa i giovani si ricorderanno di questo neanderthaliano.
    Ci sono parecchie biblioteche online ancora allo stato embrionale ma in crescita dove si può prendere in prestito un libro in pdf e il file sparisce automaticamente dopo i canonici 15 gg,non è il cartaceo ma è sicuramente una alternativa

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  6. Sonia09:14

    I problemi sono sempre più complessi di quelli che sembrano..
    1) quando compri da amazon.it, compri da una società lussemburghese, Amazon EU sarl, che quindi le tasse in Italia non le paga.
    2) Non tutti i librai sono svogliati ed inefficenti. Alcuni di loro tengono in vita il piccolo faro della cultura alternativa, proponendo testi di grande valore di piccoli editori, che nelle librerie "standard" non hanno visibilità e nè possono permettersi i costi della promozione
    3) Come libraio hai lo sconto del 30% dall'editore, difficile averne uno migliore. Quando vedi che amazon propone ai clienti lo stesso sconto, ti senti soffocare...
    4) Come editore, il problema maggiore è la distribuzione. Lo sconto che devi fare al distributore è 45%, se vuoi la promozione (senza, non vendi nulla) è 55% almeno. All'autore devi riconoscere un 6% di diritti, quindi in tasca per i tuoi costi ti rimane un 40%.
    Solo sul venduto, ntarualmente. A magazzino le copie che non vendi...

    Quindi in Italia con il libero mercato è sempre più difficile a) diventare piccolo editore, fuori dal main stream b) diventare piccolo libraio, sia come libreria fisica che come libreria online. Oltretutto fare un libraio è un bel mestiere per chi ha perso il lavoro da dipendente...
    Questo è il problema, che mi sembra importante perchè i libri non sono melanzane ma uno dei mezzi per trasportare cultura.
    E, insieme ad internet, sono gli unici che al momento non sono ferocemente controllati dalle censura come la televisione (ecc ecc...)
    Se lasci il libero mercato, i consumatori sono contenti, ma la cultura libraria si accentra sempre di più nelle mani di poche corporations, e poi decideranno loro cosa vendere....
    Se introduci delle regole, allora qualcuno è contento e qualcun'altro no.
    Come fare?

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  7. @ Sonia
    Qui sono in ballo questioni di principio e questioni di regole di gestione del mercato librario.
    La questione di principio è che un governo non deve pretendere di decidere dove io farò i miei acquisti, ed è una questione imprescindibile. Un governo non può imporre per decreto le strategie di marketing, quindi anche gli sconti che Amazon mi offre affinché acquisti da loro.
    Io acquisto indifferentemente in libreria, al supermercato, sulla bancarella, in Internet. Internet è comoda perché trovo libri che altrove non hanno o che dovrei ordinare(odio dover aspettare per qualcosa da comperare) e che mi vengono consegnati a domicilio.
    Lo stesso discorso vale per i DVD.

    Possiamo poi discutere dei margini di guadagno di editori e distributori, compreso l'anello finale che è il libraio. La legge Levi non piace molto anche in questi settori se è vero che chi è del settore sta raccogliendo le firme per abrogarla e un dirigente dell'ass. editori si è dimesso per protesta.
    Perché non cominciare, se vogliamo aiutare l'editoria, i librai e la cultura in generale, abbassando l'IVA per i prodotti multimediali? E' una vita che se ne parla ma nessun governo lo fa.

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