Mi rendo conto che questo post sarà una passeggiata su un campo minato ma, se mi date la manina buoni buoni, prometto di farvi arrivare dall'altra parte con tutte e quattro le zampette ancora attaccate al tronco.
Dunque, inizio del campo minato e primo ordigno, una mina antiministro. Ieri il politologo Giovanni Sartori ha scritto sul Corriere dei Piccioli che Kyenge e Boldrini sono "due raccomandate incompetenti, nullità della politica". Lasciamo perdere la sciocchezza che un'oculista non possa avere le competenze per guidare il ministero per l'integrazione e forse l'insinuazione della raccomandazione, che potrebbe essere estesa credo al 90% delle nomine governative di un sistema politico di alzamanos e camerieri, ma ciò che del discorso mi pare condivisibile, piaccia o no, è quando Sartori dice che l'integrazione non è lo ius soli e la concessione automatica a tutti della cittadinanza - come auspicano le due signore in oggetto - ma un processo lungo e complesso che richiede l'impegno di entrambe le parti ad accettare determinate condizioni legate a diritti e doveri di appartenenza. Come in un contratto matrimoniale, aggiungo io. Un processo che non può prescindere dal cambiamento volontario di mentalità, di abitudini, di comportamenti e di linguaggio. Insomma, non basta certo una firma su una carta bollata per diventare italiani, americani o circassi.
Sembrerebbe un concetto facile da capire ma, intanto, è esplosa a shrapnel l'indignazione per l'offesa del fu intellettuale di riferimento della sinistra ora neoeretico alle ministre (dddonne con tre di e per di più nera l'una e madonna femminista addolorata l'altra).
Tanto per rincarare la dose sartoriana, direi che sono ministre messe lì come scudi umani a difesa dell'ipocrisia di un governo al servizio, nel senso BDSM del termine, del totalitarismo finanziario globale.
Tanto per rincarare la dose sartoriana, direi che sono ministre messe lì come scudi umani a difesa dell'ipocrisia di un governo al servizio, nel senso BDSM del termine, del totalitarismo finanziario globale.
Ministre per le allodole. Buone per pungolare i leghisti e reazionari boccaloni vari, farli vomitare qualche volgarità a comando ed occupare di conseguenza i media compiacenti per giorni e giorni, mentre nel frattempo i maschi (quelli che servono davvero, i maggiordomi inglesi) fanno passare le leggi vergogna e si comprano gli aeroplanini per baloccarvisi e giustificare le stecche.
Categoria, quella delle ministre per le allodole, alla quale apparteneva anche la ministra tedesca Josefa Idem, precocemente dimissionata per meriti di furbizia fiscale italica, e perfetto esempio quindi di quella integrazione comportamentale con il paese di destinazione che descrivevo prima.
E possiamo inserirvi perfino la vecchia radicale Bonino, piazzata agli esteri proprio nel momento in cui l'Italia veniva commissariata dal Kazakistan per conto dell'ENI e quindi sacrificata sull'altare della commedia satirica alla "Borat".
E possiamo inserirvi perfino la vecchia radicale Bonino, piazzata agli esteri proprio nel momento in cui l'Italia veniva commissariata dal Kazakistan per conto dell'ENI e quindi sacrificata sull'altare della commedia satirica alla "Borat".
Possibile che nessuno, per chiudere l'argomento ministre del governo lettiera, si sia accorto che queste poverette - ma pur sempre ben più remunerate di tante lavoratrici comuni - e martiri del buonismo a schiuma frenata, vengono usate in funzione subdolamente misogina da un potere che, facendo finta di dare loro importanza, fa in tutti i modi per farne risaltare l'incompetenza, inadeguatezza ed ottusità ideologica?
Seconda mina, e attenti che questa vi potrebbe ridurre ad un tronchetto.
L'Europa dell'euro, la società multietnica a vento di culo libero, la cosiddetta accoglienza piagnona sono globalizzazione paludata da buoni propositi e mielosi sentimenti cristiani.
Voglio che sia chiara la mia posizione sull'argomento. Io odio e schifo la globalizzazione, che considero lo strumento con il quale il totalitarismo finanziario sta minando le basi della democrazia occidentale per giungere ad ottenere un mondo di schiavi al servizio di un'élite privilegiata sovranazionale annidata nelle multinazionali e dei centri finanziari.
Ricordate le botte da orbi a Genova, di cui ricorre in questi giorni l'anniversario di sangue? Ce le diedero di santa ragione perché avevamo capito quale fosse la parola chiave da combattere: globalizzazione, e loro non potevano permettere che questo movimento continuasse a vivere per metterla in discussione. Quello è stato l'unico momento in cui la gente ha compreso quale fosse la posta in gioco, per questo la repressione è stata così violenta.
Tutto ciò che è avvenuto dal 2001 in poi, torri e guerre comprese, è stato fatto per difendere questo progetto per un nuovo secolo globalizzato, per costruire il mondo della delocalizzazione totale e dei popoli privati dei loro punti di riferimento culturali, soprattutto della democrazia. Globalizzazione come fine ultimo della shock economy, passando per la morte della democrazia rappresentativa e la frantumazione delle coscienze e culture nazionali. Noi europei siamo i più difficili da soggiogare, perché siamo quelli con le tradizioni più forti e più antiche. Guardate con quale ferocia si stanno accanendo contro la Grecia e ricordatevi cosa rappresenta per la cultura del mondo la Grecia.
Ricordate le botte da orbi a Genova, di cui ricorre in questi giorni l'anniversario di sangue? Ce le diedero di santa ragione perché avevamo capito quale fosse la parola chiave da combattere: globalizzazione, e loro non potevano permettere che questo movimento continuasse a vivere per metterla in discussione. Quello è stato l'unico momento in cui la gente ha compreso quale fosse la posta in gioco, per questo la repressione è stata così violenta.
Tutto ciò che è avvenuto dal 2001 in poi, torri e guerre comprese, è stato fatto per difendere questo progetto per un nuovo secolo globalizzato, per costruire il mondo della delocalizzazione totale e dei popoli privati dei loro punti di riferimento culturali, soprattutto della democrazia. Globalizzazione come fine ultimo della shock economy, passando per la morte della democrazia rappresentativa e la frantumazione delle coscienze e culture nazionali. Noi europei siamo i più difficili da soggiogare, perché siamo quelli con le tradizioni più forti e più antiche. Guardate con quale ferocia si stanno accanendo contro la Grecia e ricordatevi cosa rappresenta per la cultura del mondo la Grecia.
Già, perché l'integrazione di cui si riempiono le gote le ministre per le allodole non è altro, nei fatti, che una bella società a compartimenti stagni, deculturalizzata, dove ciascuna etnia vive separata dalle altre e dove si pratica la babele comportamentale di un melting pot non integrato e destinato prima o poi alla deriva nella violenza reciproca, da sedare con la repressione poliziesca affidata a contractors privati. Lo scenario dei topi da laboratorio chiusi nella gabbia troppo stretta. Ovvero, un esperimento che segue un protocollo ben preciso.
Una società, soprattutto, dove i ricchi dell'1% vivono al sicuro in cittadelle iperprotette, separati dal 99% gettato nel calderone dell'indifferenziazione culturale, ma accomunato dall'unico disvalore che è la povertà unita alla schiavitù. "L'appendice di carne alla macchina d'acciaio" di quel signore dell'ottocento con il barbone brizzolato.
Tutto ciò, questo scenario da incubo, è propugnato, coccolato e volonterosamente auspicato su mandato degli agenti della globalizzazione dalla sinistra e dai loschi figuri che la rappresentano e che si sono appropriati indegnamente del compito di "difendere la vedova, l'orfano e il proletario" per consegnarli, mani e piedi legati, al carnefice. (Terza mina. Qui vi si spappolano proprio.)
Una società, soprattutto, dove i ricchi dell'1% vivono al sicuro in cittadelle iperprotette, separati dal 99% gettato nel calderone dell'indifferenziazione culturale, ma accomunato dall'unico disvalore che è la povertà unita alla schiavitù. "L'appendice di carne alla macchina d'acciaio" di quel signore dell'ottocento con il barbone brizzolato.
Tutto ciò, questo scenario da incubo, è propugnato, coccolato e volonterosamente auspicato su mandato degli agenti della globalizzazione dalla sinistra e dai loschi figuri che la rappresentano e che si sono appropriati indegnamente del compito di "difendere la vedova, l'orfano e il proletario" per consegnarli, mani e piedi legati, al carnefice. (Terza mina. Qui vi si spappolano proprio.)
Cosa vedete se vi guardate intorno, cari sempre timorosi di apparire razzisti e non abbastanza politicamente corretti? Integrazione, società multiculturale o città che stanno perdendo sempre di più la propria identità, invase da stranieri troppo diversi gli uni dagli altri e da noi che lavorano, si, per carità, ma che per il resto del tempo si fanno i cazzi propri e danno l'impressione che dell'Italia non gliene possa fregare di meno? Gente che non vede l'ora di tornare al proprio paese dopo aver messo da parte un bel gruzzolo per comperarsi casa là ma che le ministre vorrebbero italianizzare a forza, come fecero i fascisti con i popoli balcanici. Italianizzarli per globalizzarli e schiavizzarli.
Per farla breve. Con la retorica del migrante, che è solo una pedina di questo risiko crudele, inculcandoci il senso di colpa per non riuscire ad amare il prossimo nostro per il quale siamo solo una vacca da mungere - ancora per poco, cari, perché le mammelle stanno sgonfiandosi -, questi farabutti dei piddini collusi con il turbocapitalismo ci stanno svendendo al migliore offerente. Tutto questo è peggio di una guerra con i bombardamenti ma non lo si capisce ancora.
Dice il Veltroni che è in noi : "Ma se non c'è integrazione è perché c'è il razzismo". No, il razzismo è normale quando un paese subisce un'invasione dall'esterno. Scattano le difese in automatico e se sentiamo nascere un certo anelito di nazionalismo, di nostalgia per le tradizioni dei nostri vecchi o semplicemente per i bei tempi dove, per strada, non ti sentivi esule in casa tua, circondato da gente per la quale non esisti e che ti è aliena, non bisogna sentirsi in colpa, come vorrebbero le ministre per le allodole e i loro mandanti. Non è razzismo, è legittima difesa.
La sinistra europea - e quella italiana è sempre in prima fila - si è venduta al nemico perché è convinta di poter arraffare ancora qualche banca di seconda o terza scelta. Per questo piatto di lenticchie è disposta a condividere e sottoscrivere tutti i progetti più reazionari dell'élite: la pastoralizzazione dell'Europa del Sud a favore del Quarto Reich, la disintegrazione delle identità nazionali, delle culture, delle tradizioni, e soprattutto la distruzione di più di un secolo di conquiste sociali dei lavoratori in nome della Globalizzazione.
Sul blog di Alberto Bagnai l'altro giorno ho letto questo:
Per farla breve. Con la retorica del migrante, che è solo una pedina di questo risiko crudele, inculcandoci il senso di colpa per non riuscire ad amare il prossimo nostro per il quale siamo solo una vacca da mungere - ancora per poco, cari, perché le mammelle stanno sgonfiandosi -, questi farabutti dei piddini collusi con il turbocapitalismo ci stanno svendendo al migliore offerente. Tutto questo è peggio di una guerra con i bombardamenti ma non lo si capisce ancora.
Dice il Veltroni che è in noi : "Ma se non c'è integrazione è perché c'è il razzismo". No, il razzismo è normale quando un paese subisce un'invasione dall'esterno. Scattano le difese in automatico e se sentiamo nascere un certo anelito di nazionalismo, di nostalgia per le tradizioni dei nostri vecchi o semplicemente per i bei tempi dove, per strada, non ti sentivi esule in casa tua, circondato da gente per la quale non esisti e che ti è aliena, non bisogna sentirsi in colpa, come vorrebbero le ministre per le allodole e i loro mandanti. Non è razzismo, è legittima difesa.
La sinistra europea - e quella italiana è sempre in prima fila - si è venduta al nemico perché è convinta di poter arraffare ancora qualche banca di seconda o terza scelta. Per questo piatto di lenticchie è disposta a condividere e sottoscrivere tutti i progetti più reazionari dell'élite: la pastoralizzazione dell'Europa del Sud a favore del Quarto Reich, la disintegrazione delle identità nazionali, delle culture, delle tradizioni, e soprattutto la distruzione di più di un secolo di conquiste sociali dei lavoratori in nome della Globalizzazione.
Sul blog di Alberto Bagnai l'altro giorno ho letto questo:
"Si chiama libero commercio, lo Zeitgeist lo esige e i mercati finanziari lo propugnano. Chiunque si opponga ad essi è appunto offuscato dall'ottusa e ristretta logica della difesa dell'interesse nazionale. Ora, tu sai che l'Europa è stata quasi distrutta dal nazional-socialismo. Quindi, per difendere l'Europa, bisogna distruggere quei presidi di tutela dei diritti costituzionalmente garantiti che sono gli stati nazionali, e ignorare il fatto che finché esisterà una contabilità nazionale, con una bilancia dei pagamenti, esisterà anche un interesse economico nazionale: quello a non andare in deficit nei pagamenti con l'estero. La contabilità nazionale è nazista e nemica del proletario, come dicono quelli che: Keynes ha inventato il Pil quindi il Pil è di destra (NdC: non faccio nomi ma giuro sulla loro testa che è vero! Per inciso, ricordo a beneficio dei marxisti dell'Illinois che Keynes con la nascita della moderna contabilità nazionale non c'entra nulla)."
Ecco il problema della sinistra collaborazionista traditrice: giustificare le proprie malefatte ammantandole con il nobile scopo, con la scusa dell'essere buoni per definizione e per mandato divino. "Siccome il nazional-socialismo ha fatto tante vittime, dobbiamo abolire le nazioni. "(cit. Bagnai)
Se poi, per disgrazia, nel farlo ci scappa un peto e distruggiamo anche il popolo, pazienza.
Se poi, per disgrazia, nel farlo ci scappa un peto e distruggiamo anche il popolo, pazienza.
Quando ci sono troppe mine (e l'Italia è stata uno dei maggiori produttori al mondo di mine anti-uomo), ci vogliono gli sminatori; aggiungiamo quindi qualche considerazione collaterale (un po' come i possibili danni) all'articolo.
RispondiEliminaSignori e signore, allacciate le cinture perchè qui stiamo entrando in zona "Guerra e Pace" a velocità WARP con meteoriti "psyop" da riconoscere ed evitare. :-)
"... Giovanni Sartori ha scritto su Libero ..."
Diciamo che forse ha scritto un editoriale sul Corriere d.s. le cui affermazioni sono poi state gioiosamente riportate e commentate anche su Libero. :-)
Il giorno che il suddetto scriverà direttamente su Libero vedremo apparire all'orizzonte B. con i cavalieri dell'Apocalisse che lo mostreranno a tutti i popoli del mondo additandolo come giusto fra i giusti ed ovviamente portando morte e distruzione a tutti gli atei comunisti !!! :-)
Circa le ministre piddine, le alleate di ferro in SEL, ecc. sorvoliamo sull'analisi delle loro competenze e facciamo un po' di considerazioni gossip sul contorno come brave comari.
Alla Idem è stato applicato un criterio svedese; in quasi tutti gli altri casi (infinitamente più gravi e con vere rilevanze penali) si sono applicati invece criteri sudamericani ovvero si è coperto tutto il possibile e di più; fra l'altro, probabilmente la Idem ha lasciato fare o è stata mal consigliata sul trucchetto legale "sicuro sicuro" per risparmiare qualche soldo e, sinceramente, se aveva già provveduto a regolare la sua posizione sarebbero bastati 7-8 giorni di gogna e pubbliche scuse per evitare le dimissioni.
Altro caso. La sacerdotessa delle migrazioni forzate, che distribuisce cittadinanze a destra ed a manca chiedendo prima se l'ndrangheta si nota o disturba troppo (ci sono le ECO-MAFIE !!!), ora vuole vietare miss Italia perchè c'è troppa carne bianca in vista ... e si sa che il fenomeno rischia di accecare i telespettatori.
Questa interessante iniziativa piacerà senz'altro a sceicchi del Qatar ed affini dato che siamo sempre in regime di saldi / svendite varie e che uno di loro ha già fatto capire che non investe in Italia perchè c'è troppa "corruzione" (inclusa quella della carne). :-)
Magari su questo fronte ci sarà, prima o poi, anche qualche piccolo ritocchino legislativo ... "perchè le donne provocano" !!! :-)
Grazie per la precisazione sull'origine dell'articolo di Sartori. Ho corretto. ;-)
EliminaInfine la Kyenge ha recentemente detto che il razzismo è cresciuto grazie ad Internet ed affini e quindi ... (bisognerà forse regolamentarli, ovvero mettergli il bavaglio ? !!!).
RispondiEliminaSu quest'ultimo caso è opportuno riavvolgere il nastro e rivedere il film del circo mediatico imbastito negli ultimi mesi ed in special modo nelle ultime settimane, meditando i seguenti punti (non necessariamente tutti e nell'esatto ordine cronologico):
- Letta dice al M5S: mescolatevi (non fate gli schizzinosi, rotolatevi con noi nel fango ed imbastarditevi a comando); il M5S, politicamente parlando, non gliela da (al contrario della Santanché a B.) e per questo Letta ricorderà periodicamente l'affronto;
- una radio privata chiede un malefico parere telefonico a Borghezio su cosa ne pensa della nomina del ministro Kyenge e dopo numerose ed infide insistenze (gli chiedono una decina di volte come ha la faccia, ma lui resiste, ecc.), Borghezio si contiene e dice cose tutto sommato per nulla offensive considerato il personaggio e le insistenti sollecitazioni ricevute; ciò nonostante scatta il trappolone con indignazione generale, petizioni, minacce di espulsione di Borghezio da parlamenti vari, ecc.;
NOTA: la Kyenge è nata nella regione del "Katanga" e quindi non poteva che svolgere il servizio d'ordine per qualcosa di sinistra; :-)
- Kyenge: ius soli; qualcuno indica come modello quello degli USA (certo gli USA sono proprio un modello meraviglioso di diritti, di tolleranza, di pace, privacy, uguaglianza economica e soprattutto di libera ed effettiva sovranità popolare);
- Kyenge: l'Italia è un paese meticcio; (forse intendeva qualcos'altro ma magari è quello che gli hanno suggerito di dire perchè forse dovrà diventarlo molto di più, naturalmente a comando);
- Kyenge: "non sono di colore, sono nera" (n.d.r. non proprio ma andiamo avanti); in quell'occasione qualche leghista sarà stato sicuramente tentato di chiedergli se poteva chiamarla "negra", visto che il termine deriva dal latino "niger, nigra, ecc." che vuol dire nero, nera, ecc. e poi in spagnolo "negro" vuol dire esattamente "nero" (anche negli USA i neri si chiamano "nigga" fra loro).
NOTA: i leghisti sono spesso furbini e non stupidotti / bigotti come tutti gli altri infatti sono fra i pochi che hanno militanti neri/nere che hanno ricoperto cariche elevate, da sindaci ad altro; oltretutto anni fa hanno cercato di reclutare anche "Lubamba" (con canali un po' grezzi ma lasciamo perdere) che potrebbe anche lei essere di origini congolesi e qui "gatta ci cova"; in fin dei conti a loro basta che la persona abbia una certa educazione e che non costringa ad esclamare: "l'è proprio una bruta terona" (citaz. letteraria) ... anche se con "la nera" e l'ndrangheta hanno definitivamente capito che qualcuno (i soliti noti ?) li ha traditi dall'interno con un tiro "mancino".
Continua ...
- Kyenge: a fronte delle perplessità sullo "ius soli", inspiegabilmente o forse per dare una nota di colore, tira in ballo la storia di suo padre con 4 mogli (ufficiali), della poligamia e dei suoi 37 fratelli (della serie: Rocco ed i suoi fratelli) "perchè deve pensare anche a loro" (che ci azzecca ???? siamo già al nepotismo pianificato ?); NOTA: poi il numero di fratelli pare essere leggermente aumentato ma sorvoliamo;
RispondiElimina- a fronte di resistenze varie e di ricerche di soldi e consenso, a fine giugno / inizio luglio Letta va in pellegrinaggio in Israele e fa la solita "professione di fede" dichiarando che "l'antisemitismo è un cancro dell'umanità" e che "anche in Europa ci sono i germi" (certo, certo, in particolare nell'Europa del sud, dove ci sono i PIGS, fra cui l'Italia);
curiosamente qualche anno fa un presidente iraniano a caso dichiarò che il sionismo ed Israele erano e sono "un tumore maligno dell'umanità"; questo sarà senz'altro sufficiente per atomizzare, prima o poi, l'Iran.
Alla dichiarazione di Letta (probabilmente fatta in occasione di una commemorazione, ecc.) sono poi seguite varie pressioni mediatiche (film, documentari TV, articoli di giornali sui noti temi, ecc.) per ricordare che l'antisemitismo è dentro ognuno di noi ... infatti i più antisemiti di tutti sono proprio gli "ebrei" sionisti (non esattamente d.o.c.) e quindi siamo nel solito caso del "se la suonano e se la cantano fra loro".
Che cosa si voglia poi intendere con il ritornello "antisemita" è un mistero semantico, dato che forse anche i Palestinesi e gli arabi sono un po' semiti.
Tenendo presente una legge "Mancino" di parecchi anni fa sulla repressione dell'incitamento all'odio razziale (anche un'opinione o la citazione argomentata di fatti possono, a discrezione, secondo i soliti noti, rientrare nell'incitamento all'odio razziale) e tenendo conto della gran voglia che si ha di applicarla al web e che l'antisemitismo (ma non solo) rientra appieno in questo ambito, si calca l'acceleratore sull'argomento.
Attenzione quindi al seguente passaggio da manuale che mostra come il potere può fregare milioni di persone come e quando vuole, confermando appieno la frase di B. sui cittadini-elettori che hanno la mentalità equivalente a quella di "uno scolaro di seconda media e che non siede nemmeno fra i primi banchi".
Ad un certo punto, visto il disinteresse generale, compare il provvidenziale Calderoli, come dire l'esperto della situazione; il soggetto, durante un infimo comizio per i pochi leghisti rimasti, dopo aver elencato una serie di questioni, fa capire, con un certo imbarazzo, che lui non è a suo agio in certe condizioni e dice più o meno: "apro il giornale ... e vedo sembianze di orango".
Si noti che lui (Calderoli), nella precedente frase, NON ha associato il termine "sembianze di orango" ad un nome preciso ad un soggetto fisico posto a inizio frase e non ha nemmeno detto che il o gli ipotetici soggetti fossero degli oranghi, quindi non è imputabile di nulla, neanche di generiche offese, ecc. perche la semantica è dalla sua parte.
RispondiEliminaA livello mediatico scoppia invece il finimondo (ovvero il circo):
- alcuni giornali quasi contemporaneamente alla frase di Calderoli pubblicano anche articoli etologici (con tanto di foto) sugli orango femmina;
- qualcuno dichiara che "anche gli oranghi sono creature di Dio";
- moltissime persone (milioni ?) si dichiarano indignate, scrivono commenti spesso sconnessi, stilano articoli addolorati come se fosse morto qualcuno, ecc.; addirittura gli italiani all'estero non vorrebbero più risultare italiani, ecc.
Bene, la Kyenge assume di essere la sola destinataria del paragone e risponde che vorrebbe argomentazioni sui contenuti più che attacchi personali, ecc.
Dopo qualche giorno ecco il passaggio FENOMENALE.
La Kyenge dice che le donne sono perseguitate in quanto tali, fa capire che i neri lo sono parimenti e che similmente gli ebrei sono discriminati.
Gli ebrei discriminati ??? Cosa ci azzecca ??? !!!!
Si allude forse a quell'etnia tanto povera ed insignificante cui casualmente potrebbe appartenere più del 50% della ricchezza mondiale, che ha in mano gran parte dei media, del potere bancario / finanziario (senza contare tutto il resto), cui in maggiore o minore misura potrebbero appartenere gran parte dei personaggi chiave che hanno scientemente creato il casino finanziario, indotto / pilotato la crisi, ecc. e che casualmente ha metà popolazione negli USA, quasi metà in Israele e varie altre colonie strategiche nei paesi che contano ?
Ed ecco che il cerchio iniziato con il pellegrinaggio di Letta si chiude.
A dar man forte si aggiunge poi anche una figlia della Kyenge per dire ai razzisti (perchè è chiaro che lo sono) italiani di viaggiare (ovvero, se possibile, di emigrare, di smammare perchè hanno rotto).
Scusi Kyenge, a questo punto sorgono varie domande: chi è veramente il suo consorte, chi sono i suoi "consiliori" ?
Infine arriva anche una tiratina d'orecchi con le dichiarazioni di Speroni il quale fa notare che:
- l'orango è un animale asiatico e non africano;
- quasi tutti i politici italiani sono stati paragonati ad un animale: B. ad un caimano, ad un giaguaro (a volte anche ad un tapiro :-), altri a cinghiali, topi, conigli mannari, ecc. e quindi nemmeno il paragone può essere considerato discriminatorio, ecc.
Che spettacolo, sibili e velocità di precisazioni da far invidia ad un cobra (o ad un Cobram) :-)
Se non fosse la tragica realtà, quasi quasi si pagherebbe volentieri un biglietto ... ah ma quello lo fanno già pagare in altri modi ed è anche molto salato visto che costa lacrime e sangue ogni giorno che passa.
Bravissima! Splendido articolo del quale condivido ogni parola.
RispondiEliminaAltro che mine! Per i tanti che non hanno ancora "unito i puntini" anche stavolta gli hai servito un piatto di alta cucina preparato con la consueta maestria. I tanti ingredienti così sapientemente rielaborati e armonizzati era cosa veramente difficile. Mi auguro venga apprezzato come merita. In caso contrario stavolta sciolgo i cani... ;)
Grazie!
RispondiEliminaInsomma, pian piano e pianino, almeno per me, il quadro si riempie e il PD si svuota...
RispondiEliminaSinistra collaborazionista e traditrice. Sintesi purtroppo veritiera. Come resuscitarla? Insomma come dotarsi di uno strumento per reagire alla morte per "globalizzazione indotta?
RispondiEliminaCirca l'evoluzione delle strategie usate dalla Kyenge e l'enfasi mediatica su certi aspetti delle cittadinanze lampo per tutti, sarà il caso di ritornare sulla problematica perchè si potrebbero fare delle riflessioni utili soprattutto ad una certa politica che pensa che seguire ciecamente i suggerimenti del navigatore "Tom Tom" li ponga automaticamente al riparo dagli "schianti" sui muri che chiudono in parte alcune strade cieche che sfociano in viottoli di campagna.
RispondiEliminaGiusto per ricordare che su auto e corriere spesso ci sono anche dei passeggeri.
Bel pezzo e bella sintesi,
RispondiEliminala sintesi sulla globalizzazione che tende a creare un mondo senza confini di schiavi comandati da un 1% ricco annidato nelle multinazionali , mi ha fatto venire in mente il concetto di zona verde e rossa letto nel libro di Naomi Kleine,ma credo tu lo conosca, il neofita sono io.
Ci vedo una forma di Divide et Impera, fondato sull'addormentamento delle coscienze e dal loro intontimento.
Saluti