mercoledì 4 settembre 2013

La sinistra, l'eurocalabrone e John Belushi


Questo articolo di Micromega a firma Alfonso Gianni l'ho trovato stupendo perché è, dal principio alla fine, una costruzione le cui fondamenta poggiano su un notissimo meccanismo di difesa: la razionalizzazione. Se volete un esempio concreto di come si possa allontanare da sé una responsabilità che crea angoscia, negando la realtà, cercando le giustificazioni più strampalate ed infantili, ovverosia volete vedere in azione la razionalizzazione in tutto il suo splendore nevrotico, per non dire psicotico, questo articolo e la sua esegesi faranno la vostra felicità.
In alternativa, per far prima, potete usare come abstract, come riassunto di tutto l'argomentare da qui in avanti, il notissimo video di John Belushi allegato, immaginando che egli sia il tipico intellettuale de sinistra e Carrie Fisher l'elettore piddino incazzato ma poi disposto alla fine a perdonare la sua dirigenza e ributtarsi nelle braccia del partito farabutto. 

L'articolo, piuttosto esteso - ma le vie della razionalizzazione sono praticamente infinite - tratta, da sinistra, del problema dell'uscita dall'euro. Perché dovete sapere che, per la Sinistra, c'è modo e modo di uscire dall'euro e ovviamente c'è un modo per uscirne da sinistra. Cioè, sarebbe meglio non uscirne ma se proprio si deve, non si prende la porta e basta, bisogna stare bene attenti a non uscire da destra, per carità, perché se no non va bene. Ne avrebbero a soffrire i proletari.
Già perdere tempo, mentre il palazzo brucia e il fumo ti soffoca, a discutere se sia meglio uscire da sinistra o da destra quando l'alternativa è la morte e i minuti sono contati, denota il livello di questi dibattiti.
Ma, tanto perché sia chiaro, siccome l'euro è la creatura deforme nata dalla congiunzione carnale adulterina tra le sinistre europee e le élite reazionarie che mirano alla Restaurazione pre-giacobina, capirete che il pargolo va difeso ad ogni costo, soprattutto perché il mostriciattolo crea nei materni piddini tanti sensi di colpa.

Dopo aver riconosciuto l'esistenza in Europa di un dibattito sull'euroexit - e questo per la Sinistra italiana è già un'ammissione mesi fa impensabile - Gianni mette subito le cose in chiaro:
"Tra le forze della destra estrema è molto agitato il tema di una fuoriuscita immediata dall’euro. Questo è una logica conseguenza dell’antieuropeismo caratteristico delle forze più aggressive della destra europea. Quest’ultimo oggi si ammanta di ragioni economiche, che vengono a sovrapporsi, grazie alle conseguenze evidenti della crisi sulle popolazioni europee, agli archetipi patriottardi e xenofobi delle destre." (fonte)
E te pareva che non eravamo dei fascistacci? Ecco, siamo bell'e sistemati. Uscire dall'euro è cosa di destra, anzi, di estrema destra. Non s'ha da fare, ci gridano i bravi sbarrandoci la strada. 
Il vero compagno a questo punto potrebbe e dovrebbe già smettere di leggere l'articolo, perché il messaggio gli è arrivato. 
Noi però che non abbiamo paura di sporcarci il vestitino, andiamo avanti. Sentite questa:
"In Germania è nata una nuova forza politica, Alternative fuer Deutschland (AfD, Alternativa per la Germania), ansiosa di testare la propria consistenza elettorale nelle imminenti elezioni di settembre - per ora nei sondaggi non superiore al 2,5% [in realtà sarebbe il 5% attualmente, ma fa lo stesso, n.d.r.]- che ha fatto della distruzione dell’attuale sistema dell’euro la propria bandiera. “ Dobbiamo preparare un’uscita degli Stati del Sud dell’Europa dall’euro. Non so se si debba cominciare con i piccoli, Grecia e Cipro, o varare subito una soluzione globale, dividersi nell’insieme. Tra una specie di Nord-Euro e una specie di Sud-Euro”, ha dichiarato in una intervista di fine agosto, il professor Bernd Lucke, leader carismatico dell’ AfD. L’impronta violentemente nazionalistica e antisolidaristica di una simile posizione non può lasciare dubbi sulla sua origine ideologica." (ibidem)
AfD come congrega di pericolosi neonazisti? Scemenze, l'ambiguità di questa formazione politica, come ho già fatto notare qui, risiede unicamente nel fatto che, non volendo affatto rinunciare ai privilegi in termini di surplus accumulati in più di dieci anni di moneta unica dalla Germania (e che so', scemi?), la sua vittoria alle elezioni cambierebbe poco per noi e continueremmo comunque ad essere soggetti al primato tedesco. Come ho letto oggi in un tweet: "AfD propone una variante del testa-o-croce: "TESTA vincono tedeschi; CROCE perdono italiani".
Ma se Gianni ammettesse il vantaggio in termini di surplus della Germania dovrebbe spiegare anche il resto della storia, e cioè che tale vantaggio è stato acquisito a nostre spese grazie a quel supermarco che è l'euro e proprio grazie alla sua architettura. Ecco perché si parla di Nord e Periferia. La suddivisione mica se lo sono inventata Lucke Skywalker e Kamaraden.
Proseguiamo con le citazioni giannine:
"Con tollerabile semplificazione possiamo dire che fino all’esplosione in Europa (2008) della crisi economica mondiale iniziata l’anno prima negli Usa, ha prevalso la convinzione che in fondo, per quanto imperfetta fosse, la moneta unica avrebbe potuto durare e che un sistema generalizzato di bassa inflazione poteva tornare comodo anche alle classi lavoratrici e ai ceti più indigenti. Il calabrone poteva continuare a volare con la benedizione anche di chi stava più in basso. La sinistra moderata, ovvero il social-liberismo, poteva occuparsi, con più affidamento delle destre, a raddrizzarne il volo, contribuendo a rafforzare le pareti della gabbia monetaria entro cui stringere la fortezza europea, attenuando al contempo le proteste popolari. D’altro canto il principale paese europeo era guidato da una Grosse Koalition, con a capo la Merkel (2005-2009), e questa garantiva dell’impegno e della indispensabilità di tale sinistra alla risoluzione di quel compito."
Qui ci sarebbe già, alla Django, da mettere mano alla pistola. Sapendo che mantenendo un tasso basso di inflazione si ottengono alti livelli di disoccupazione perché i due valori sono inversamente correlati (Curva di Phillips) come si fa a parlare di "comodità" della moneta unica per le classi indigenti che possono contare solo sul lavoro salariato e che sono quindi massacrate da un livello alto di disoccupazione? E quando oltretutto, con l'impossibilità di svalutare, l'inflazione si mantiene bassa praticando la deflazione salariale, come fa la Germania? Suvvia, lo capisco anch'io che so' ignorante.
Ciò che tuttavia mi ha lasciata percossa e attonita della precedente citazione è la metafora del calabrone. (???) Non riuscendo a coglierne il sottile significato, urge intermezzo musicale curativo. 


Tornando all'articolone di Micromegaloman, a questo punto il già citato in precedenza su questo blog bimbetto dell'asilo chiederebbe: "Maestraaa, perché la moneta unica era imperfetta?
Non vi tedierò con ulteriori citazioni estese dell'autore, dovreste averne già abbastanza. Entro in modalità riassunto e mi limiterò ad elencarne in stampatello le razionalizzazioni (o low-fat excuses*).

Messo di fronte, praticamente disarmato, all'innegabile evidenza del fallimento dell'euro ed all'incazzatura di Carrie Fisher, il dubbio gli viene. Si potevano prevedere la crisi e le sue conseguenze sull'euro?
Nonostante siano note le crisi periodiche del capitalismo (se no che marxisti siamo?) LA CRISI NON ERA PREVEDIBILE. Solo quel menagramo di Roubini, osservando chissà quali magiche palle di cristallo aveva intuito qualcosa.
IL SISTEMA DELLA MONETA UNICA ERA FONDATO SU APORIE CHE NON ERA IMPOSSIBILE RICONOSCERE MA CHE PIU' O MENO A TUTTI CONVENNE FINGERE DI NON VEDERE.
Manca il soggetto: ovvero coloro che avrebbero dovuto difendere i proletari dal disegno reazionario delle élites e non lo fecero. Invece così la responsabilità si diluisce, si generalizza nel mal comune e mezzo gaudio.

Segue l'inevitabile lunga descrizione del perché l'Europa non è un'area valutaria ottimale e l'ammissione che provvedimenti come il Fiscal Compact sono antidemocratici e lesivi della sovranità nazionale.
Però non è mica colpa del vincolismo monetario se siamo con le pezze al culo, anche se Gianni ha appena finito di dirti che senza determinati prerequisiti politico-fiscali un'unione monetaria non funziona e crea solo sconquassi. No, no.
La colpa dell'impoverimento del proletario nasce moooooolto prima dell'euro. Dalle politiche salariali degli anni ottanta ma, ancora più indietro nel tempo, dalla fine della convertibilità del dollaro in oro (1971) e quindi dall'imperialismo ammeregano. E perché non dal Piano Funk del 1936, aggiungo io?
Quindi vuole dirci che si stava peggio quando c'era la Scala Mobile?
Ma, soprattutto, siamo al cuore del problema: mentre la Reazione preparava la Lotta Finale di Classe, LA SINISTRA DOV'ERA e COSA FACEVA??????????????????????????????????????????????????

Ci vuole la citazione per esteso, scusatemi, so che ve l'avevo promesso di non farlo, ma merita:
"Nella sinistra di alternativa di allora, quella degli anni Novanta, quando maturavano i trattati di Maastricht e l’istituzione della moneta unica, la consapevolezza di questi processi era molto relativa, per non dire scarsa. La percezione che la scelta di una moneta unica, in assenza di quasi tutte le condizioni perché essa potesse funzionare in modo non distruttivo, fosse un azzardo in mani altrui era inesistente o fossilizzata su considerazioni ideologiche. Nel caso di Rifondazione Comunista, parlo con cognizione di causa, si pensava allora che si potesse distinguere la questione dell’euro da quella di una politica economica sociale. Da qui il sostanziale appoggio alla creazione della moneta unica e la immediata richiesta di una svolta nelle politiche economiche e sociali che poi sfociò nel ritiro dell’appoggio esterno al primo governo Prodi. Il giudizio sul passaggio all’euro restava per così dire benevolmente sospeso."

Aaaaaahhhh, ecco!

Intermezzo catartico.

Il giudizio sull'euro quindi, caro Gianni, alla luce dei recenti avvenimenti, è ancora benevolmente sospeso o  lo capisci anche tu che conviene uscire da questa trappola?

"IN PRIMO LUOGO IL SISTEMA CHE PRESIEDE L'EURO NON PREVEDE LA FUORIUSCITA DI UN PAESE. E' UN SISTEMA CHIUSO. QUESTO SIGNIFICA CHE L'USCITA COSTITUISCE UN FATTO TRAUMATICO PER IL SISTEMA, DAL QUALE E' OVVIO ATTENDERSI PIU' DI UNA CONTROREAZIONE."

Megarazionalizzazione con il botto a muro e da qui in avanti sarà Piedigrotta.
Il nostro non sa che, essendo prevista dall'art. 50 del Trattato di Lisbona l'uscita di un membro dall'Unione Europea, a maggior ragione sarebbe possibile l'uscita dall'unione monetaria. Ma i compagnucci della parrocchietta non lo devono sapere.

SE USCIAMO NOI CHE SIAMO GRANDI, CROLLA TUTTO.

E chi se ne fotte?

USCIRE DALL'EURO PER L'ITALIA NON E' LA STESSA COSA CHE PER LA FRANCIA.
SAPIR, SI, HA UN PIANO D'USCITA MA CI SEMBRA LONTANO DALLA NOSTRA SPECIFICA CONDIZIONE.

Sapir è l'economista francese di sinistra che ha redatto un articolato piano di uscita dall'euro, apprezzato al punto da essere adottato nel prossimo programma elettorale di Marine Le Pen. Ecco la differenza tra noi e quelle puttane dei francesi. Noi italiani de sinistra non ci alleeremmo mai con la destra estrema. Tze!

Allora che si fa?

BISOGNA MINACCIARLI DI USCIRE.

Si va a Berlino da Schauble con il ditino puntato (io sceglierei Fassina, non so voi) e gli direi:

"EHI TU, PORCO, LEVALE LE MANI DI DOSSO!"

Non dovesse bastare, ci si imbarca in un progettino da nulla. INVENTARE UNA NUOVA MONETA. Da aggiungere alle altre così ci complichiamo ancora un po' la vita e si danno due botte a Keynes che non gli fanno mai male. Una moneta nuova, de sinistra, tanto terzomondista e caruccia. Così vediamo se finalmente riusciamo a cambiare 'sto cazzo di mondo con la classica vecchia UTOPIA.

Si ma, Gianni, lei mi sta svicolando. E le colpe della sinistra per aver voluto, appoggiato e difeso l'Euro che ci sta ammazzando?



*scusa magra, ma detto in inglese fa tanto economisti di Chicago Sugar Bing.

35 commenti:

  1. Beh, il video è la sintesi perfetta! geniale come sempre!

    RispondiElimina
  2. Grazie, così evito di rispondere io a questo cialtrone.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quando si dice "fare il lavoro sporco"...

      Elimina
  3. fred buscaglione sul finale 100 punti..

    RispondiElimina
  4. Con questa cavolo di tastiera svedese non azzecco una parentesi. Spero che questa volta il link funzioni correttamente.

    STANDING OVATION per Barbara!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. puoi sempre tornare a quella italiana.... :-D

      Elimina
  5. Cito:
    "Perché dovete sapere che, per la Sinistra, c'è modo e modo di uscire dall'euro e ovviamente c'è un modo per uscirne da sinistra. Cioè, sarebbe meglio non uscirne ma se proprio si deve, non si prende la porta e basta, bisogna stare bene attenti a non uscire da destra, per carità, perché se no non va bene."

    Credo si diano solo due possibilità:
    - questi concetti sono "nell'aria"
    - sei capace di leggere nel pensiero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nel copincolla è saltata l'ultima riga, che era :
      ;-)

      Elimina
  6. Anonimo00:43

    "E le colpe della sinistra per aver voluto, appoggiato e difeso l'Euro che ci sta ammazzando?" Perdoni Barbara ma messa così sembra che sia sia stata solo la sinistra a volere l'euro, io ricordo invece che, purtroppo, la sinistra si fece coinvolgere nonostante una certa ritrosia e finì per appoggiare con il CENTRO e la DESTRA questo disastro, quindi in correo con la sinistra c'è anche la destra ed il centro.

    Il problema di una uscita da sinistra, da favorire rispetto ad una uscita da destra, è un problema abbastanza sentito da chi si occupa di USCIRE da questa trappola ed è stato posto con una certa autorevolezza da Brancaccio, liquidarlo in ragione di "forze di causa maggiore" mi sembra azzardato. Se si deve preferire una uscita ordinata dall'euro bisognerà pianificarla, e se lo si dovrà fare perché mai non tutelare le fasce più esposte, per precedente accanimento economico al ribasso, e pianificare una uscita da sinistra come ci è stato raccomandato?

    Saluti.

    Brezzarossa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Brezzarossa, enunciato il postulato che l'euro è lo strumento della restaurazione reazionaria, e ormai non vi sono più dubbi in proposito, c'è un bellissimo articolo di Greg Palast sul Guardian a proposito, la mia domanda è: perché le destre elitarie non avrebbero dovuto volerlo? E' la sinistra che avrebbe dovuto opporsi con tutte le sue forze ad un'operazione che, secondo tutti i testi di economia, avrebbe condotto all'impoverimento delle classi lavoratrici ed alla perdita della loro capacità contrattuale.
      E' tempo di assumersi le responsabilità, non di dire: però c'erano anche gli altri. Grazie, i partiti reazionari espressione delle elites economiche ci vanno a nozze con il liberismo sfrenato!

      Riguardo all'uscita "da sinistra", è esattamente quella che viene proposta ormai da mesi da Bagnai ma il problema della sinistra è che vorrebbe appropriarsi del merito dell'uscita senza averci prima spiegato perché ci ha fatto prima entrare.

      L'uscita da destra, secondo me, non esiste, ma è rimanere nell'euro.

      Elimina
    2. Secondo me tutti(un sacco) hanno non compreso/frainteso il discorso di Bagnai sull'uscita comunque a destra dall'euro. secondo me quella era una semplice considerazione di fatto. Quando si dovrà uscire per manifesta insostenibilità, o perchè se n'gazzeno i mmerikani(ipotesi frattalica), probabilmente ci sarà bello de zio al governo o qualche suo sodale, quindi toccherà a loro, doverlo fare(gestire l'uscita) e scomparire, come Panizza e Bernstein hanno ampliamente dimostrato. Un po' come Duhalde si trovava al governo in Argentina come Presidente e dovette anche assieme alla collaborazione di Frenkel e di Rapetti(anche di altri suppongo) per uscire dal guado. Penso che nonostante la pochezza dei nostri camerieri in livrea con la spilletta della SStas( classe dirigente), c'è in Italia un sacco di gente capace di metterli sulla retta via.
      Ca va sans dire che se ancora esistono persone che pensano che c'erano anche i fascisti ad attuare provvedimenti fascisti(l'euro è un metodo di governo) allora forse che l'euroexit lo debba gestire bello de zio o similari forse è meritato?
      Del resto ci è sempre stato chiaro, chiunque sosterrà la battaglia contro il fascismo di Masatricht-lisbona, sarebbe stato tacciato di nazionalismo autarchico, ritorno al passato, sostenitore del libero mercato(er nutella a Bergamo, avendo letto senza forse nemmeno capire il sottotitolo del libro), allora questo avrebbe portato all'impossibilità di avere gente di sinistra a gestire l'uscita. Ecco quelli in malafede(marxisti dell'ilinois, europeisti di priscinbecco), hanno sempre cercato di far passare questa presa di posizione giustificata, come una impossibilità di uscire a sx(controllo capitali, indicizzazione salari, seconde nozze tesoro BdI, a volemo rimette a Glasse-Stigarr ecc.),mettendo fra le altre cose queste parole in bocca a Bagnai... Quando si dice la disonestà intellettuale mista all'ignoranza ed al livore.

      Elimina
    3. Oggi comunque, e opportunamente, Bagnai puntualizza.

      Elimina
    4. Anonimo18:34

      Guardi Barbara è non per una questione di responsabilità che adesso la sinistra deve dire: "siamo stati noi a volere entrare nell'euro" allora nell'euro e nella UE, esclusa una minoranza, ci volevano entrare tutti. Allora quello era un obiettivo condiviso dalla stragrande maggioranza delle forze politiche e degli italiani (me compreso), trovo che questo dare addosso solo alla sinistra e non all'intero sistema che ha creato questa follia sia come mancare volutamente il bersaglio. Caro Dino977 sono convinto che la personalità di riferimento che ti ha insegnato frasi tipo: "Marxisti dell'Illinois" o "europeisti di priscimbecco" sarà assai appagato nel vedere che maneggi certi concetti con tanta destrezza, riguardo ai "marxisti dell'Illinois" sarà possibile anche chiamarli in altri e più divertenti modi ma, per esempio, sul terreno dell'abbandono dell'euro sono arrivati prima. Questo non per dichiarare primogeniture ma per evidenziare che le analisi vengono condotte ovunque ci siano cervelli pensanti, non sono la prerogativa circoscritta a certe indispensabili personalità. Vi state muovendo in un ambito politico e non economico.
      Saluti

      Brezzarossa.

      Elimina
    5. Caro (praticamente in ogni senso) Anonimo Brezzarossa,
      lei, evidentemente, non riesce a concepire quanto possa risultare "seccante" per chi si ritenga (da più o meno sempre) di sinistra, rendersi conto che, gli stessi che cercavano di demolire razionalmente la futura partecipazione italiana allo SME, ora sono i più feroci guardiani ai cancelli dell'uem.
      E' forse inutile linkare i riferimenti (ormai quello dev'essere uno dei crocicchi più frequentati di tutto l'universo) ma, per completezza : http://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0382/sed0382.pdf (intervento Spaventa) e :

      http://www.camera.it/_dati/leg07/lavori/stenografici/sed0383/sed0383.pdf (intervento Napolitano)

      A proposito di marxisti. A quelli dell'Illinois un commentatore ha posto la seguente domanda :

      "AP scrive:
      21 agosto 2013 15:55
      Colgo questa occasione per una domanda a proposito di economia come scienza.

      Ammettiamo che Marx in persona sia catapultato ai giorni nostri con lo scopo di valutare gli avvenimenti di politica economica

      dell'eurozona e di fornire la sua ricetta per riportare un certo grado di benessere alle popolazioni martoriate dalle ristrettezze in
      cui le ha gettate la troika (ovviamente non mi riferisco a stalin-zinoviev-kamenev).
      Dopo aver coscienziosamente valutato i dati delle varie organizzazioni internazionali (fmi, ocse, ue, ecc), secondo voi Marx che cosa proporrebbe :

      - continuare nell'applicazione dell'austerità espansiva che ormai la crisi è agli sgoccioli;
      - uscire dall'euro, ripristinare il Glass-Steagall, rinazionalizzare le banche centrali, reprimere la libertà dei capitali;
      - oppure qualcosa di ancora diverso?
      Vorreste fornire la vostra indicazione in proposito in qualità di economisti marxisti?"

      Lei sa che non è stata fornita, ancora, nessuna risposta?

      Io non commento (lei faccia quello che crede)

      Elimina
    6. Caro Brezzarossa,
      la notizia che la sinistra - immagino tu parli di quella alternativa, l'unica rimasta - sia arrivata prima sul terreno dell'abbandono dell'euro mi giunge nuova. Anzi, è proprio uno scoop, visto che ho sempre registrato titubanze e attacchi di panico alla sola idea. Come anche dimostra l'articolo di Gianni che pure arriva dopo ben cinque anni dall'inizio della grande crisi. Alla buon'ora.
      Forse è più esatto dire che, mentre i compagni ancora prendevano le goccine contro l'ansia da uscita, i fascistacci di Forza Nuova già scrivevano bello grande sui loro manifesti "SOVRANITA' MONETARIA". Quindi c'è un parametro illogico.
      Non capisco neppure come si possa distinguere, facendo il maglioncino di lana caprina, tra discorso economico e politico. Detto da marxisti la cosa mi preoccupa perché è proprio Marx che ci ha insegnato che l'economia è strettamente legata alla politica. Direi inscindibile, se ammettiamo il principio della lotta di classe.
      Senza contare che anche Friedmann e i suoi eredi Chicago Boys non fanno altro che politica da quarant'anni. La politica di fottere i lavoratori ovunque riescano ad arrivare piazzando i loro politicanti di riferimento.

      E poi scusa, che discorso è: "siccome lo volevano tutti lo abbiamo voluto anche noi"?

      Elimina
    7. Anonimo16:08

      Allora Barbara parto dalla fine. ciò che ho scritto non voleva significare "siccome lo volevano tutti lo abbiamo voluto anche noi" ma era voluto da tutti a sinistra (o quello che era), centro e DESTRA ovvero non è esclusiva responsabilità della sinistra (o quello che era) se siamo finiti in questo casino, ed è diverso da come lo presenta lei.
      Vuole che le faccia scrivere da Pasquinelli, noto pensatore marxista appartenente alla corrente dei "Marxisti dell'Illinois", chi da sinistra predicava l'uscita dall'euro? Per carità ognuno ha i suoi riferimenti però vi devo dire che mi fate troppo onore se mi considerate un marxista (magari anche dell'illinois).

      Neri, da dove nasce la sua convinzione che io sia un conoscitore del pensiero di Marx? Dal mio nick? (No significa altro) Dal fatto che ho frequentato blog "di parte" (per la cronaca ho frequentato anche Goofinomics)?
      Guardi io, come presumo lei ed anche Barbara, sto cercando di capire come uscire da questo porcaio. Una cosa però penso di aver capito, aldilà dei tecnicismi, e cioè che tutti i mali, per me ovviamente e che appartengo ad una certa classe sociale, sono iniziati da quando a cominciato a diffondersi una certa ideologia economica, funzionale ad una certa idea di struttura sociale, che è stata definita come NEOLIBERISTA. Nessuno dei presenti, suppongo ma posso sbagliare, avrebbe avuto niente da ridire su l'euro se questo fosse stato espressione di una consolidata Unione Europeo di stampo Keynesiano (o sue varianti) o diciamolo sinistrorso. Ciò che ha reso l'euro così odioso è l'essere stato prodotto da un ideologia economica infame come quella neoliberista. che ovviamente e preventivamente si era insediata nella UE. L'euro, che detesto profondamente, è una moneta creata in modo neoliberale. Se si esce, come spero, dall'euro e però si mantiene un orientamento neoliberista, per quelli come me, il popolo, non cambia niente, proprio niente.

      Questo in sintesi naturalmente.

      Brezzarossa.

      Elimina
    8. E' ovvio che l'euro è una creatura neoliberista, ma solo perché è stato applicato ad un'area che non potrà mai essere omogenea ed avere le caratteristiche degli Stati Uniti, ad esempio. Il dollaro non crea gli stessi danni e il perché lo si ritrova nella descrizione che Mundell dà di un'area valutaria ottimale.

      Keynes, da parte sua, aveva un'idea di moneta comune, il Bancor, ma con tutt'altre finalità rispetto all'euro. L'euro è l'espressione del vincolismo, del neomercantilismo e in ultima analisi, temo, della rinascita delle velleità di Grande Reich della Germania.
      Il vincolismo lo abbiamo visto all'opera anche in Argentina negli anni 90 e sappiamo con quali risultati.
      A questo punto mi chiedo: come ha fatto la sinistra a non accorgersi che proporre vincolismo avrebbe significato essere sottomessi al mercantilismo dei paesi del Nord Europa? E' stata stupidità, ignoranza o istinto criminale?

      E' ovvio che chi propone l'uscita dall'euro si collochi su una posizione altra rispetto al liberismo. Chiamiamolo approccio economico classico, keynesiano o quant'altro. Ogni proposta comprende anche la richiesta di una riformulazione delle regole sulla circolazione dei capitali, sul ruolo delle banche centrali e dello stato come regolatore di un mercato che, la storia lo sta dimostrando, non è affatto in grado di autoregolarsi.

      Elimina
    9. Anonimo19:33

      Barbara, poi non la disturbo più, sembra che le OCA/AVO siano teoricamente controverse e diversi autori le criticano. Il primo che mi viene in mente e questo: http://keynesblog.com/2013/06/12/la-teoria-delle-aree-valutarie-ottimali-non-spiega-la-crisi-delleuro-pdf/

      Buona fortuna.

      Brezzarossa.

      Elimina
    10. Con il permesso della nostra dŏmĭna.

      @Anonimo (Brezzarossa) 16:08

      Non è mia convinzione che lei sia un conoscitore del pensiero di Marx (io almeno, non l'ho scritto).
      Trovo interessante, invece, la questione delle uscite alternative.
      L'economista da lei citato ne fa menzione in un estratto postato sul blog a lui intestato (e riproposto anche altrove).
      In buona sostanza il tono è quello dello studioso (com'è giusto che sia) che presenta una tema e la sua personale linea di sviluppo.
      In estrema sintesi ho (personalmente) compreso quanto segue.

      - si potrebbe uscire dall'euro da destra con impatto negativo sul potere d'acquisto dei lavoratori e sulla distribuzione del reddito
      nazionale, e si potrebbe uscire dall'euro da sinistra senza tale impatto negativo.

      Inoltre :

      - uscire dall'euro potrebbe non essere molto peggio che restarci, con l'avvertenza che non è il caso di aspettarsi un qualche genere di paradiso.

      Nell'estratto, che mi risulti, l'economista non effettua scelte.

      Elimina
    11. Anonimo13:31

      Al non-Anonimo Neri.
      Quindi si può affermare che non dice neanche che NON bisogna uscire dall'euro. Inoltre fare una corretta analisi economica e quindi attribuire il valore ad un economista sta nella NOSTRA convinzione che bisogna uscire dall'euro? Se un economista prende posizione contro l'euro è un bravo economista e se non la prende non lo è? Ripeto Neri, se non fosse un problema di scelta, lei accetterebbe una uscita dall'euro con un sistema legilslativo-locale di tipo neoliberista? Inoltre è sempre bene precisare, non a lei che penso lo sappia, che l'economia NON E' la dottrina generatrice delle socialità (usiamo 'sto termine che è meglio) come alcuni vorrebbero far credere, la dottrina economica è generata e dipende da una madre che si chiama POLITICA, e per quante acrobazie, con associato desiderio di emersione, si possono fare, questa politica, da diciamo trent'anni, è stata una politica di DESTRA. Chi ci si è accodato è semplicemente saltato dall'altra parte.

      Saluti.

      L'anonimo Brezzarossa.

      Elimina
    12. "Bisogna" può avere significato di "potrebbe essere necessario" o "potrebbe essere opportuno" e analoghi. Si prefigura una qualche scelta (direi). Come già indicato in precedenza, l'economista (a mio avviso) non fa scelte ma presenta un set di opzioni, descrivendone pregi e difetti principali.

      Lei parla di "bravo economista". La questione mi interessa solo nel senso di: "bravo economista = economista che fa previsioni che vengono confermate, in un futuro piùomeno prossimo, dai dati sperimentali rilevati (qualsiasi essi siano)"

      A proposito di "dottrina generatrice" non so proprio di che tratta e, di conseguenza, non capisco di che parla : forse se volesse spiegarsi in termini più semplici ...

      A proposito di destra-euro-sinistra posso fare unicamente riferimento ai link che ho già fornito verso le sedute parlamentari per l'ingresso dell'Italia nello SME. Con un breve commento.
      La politica economica ue-uem è un sistema assai squilibrato e pure truccato.
      E' una politica economica "liberista" e/o "libertaria" (ma secondo me antidemocratica fin nel midollo), che non prevede libertà per la moneta (cambio fisso).
      In cui uno dei parametri economici fondamentali (l'inflazione), è demonizzato (anche se la germania ha basato tutto il suo surplus delle partite correnti all'interno dell'"unione" proprio sui differenziali di inflazione per ottenere una svalutazione della quotazione dell'euro tutta a sua vantaggio, secondo quanto previsto da Marcus Fleming).

      L'euro è di destra? Personalmente non ho mai sentito di rentiers (come i tedeschi coi loro surplus commerciali) che si dichiarassero di sinistra.
      In questo caso non c'è nemmeno bisogno perché coloro che avversavano una manovra analoga (l'ingresso dell'Italia nello SME) dicendosi di SINISTRA ora avallano e, anzi, impongono la politica economica ue-uem sempre dicendosi di sinistra.
      Veda un po' lei.

      Contraccambio i saluti.

      E li rinnovo alla cara Barbara

      Elimina
  7. Anonimo01:00

    Ok, quindi adesso l'Euro esploderà e torneremo alle monete nazionali. Bene. Ma una scommessina?

    BVZM1

    RispondiElimina
  8. uscire da destra o da sinistra?
    la SStoria ha sempre risolto le crisi recessive molto a destra, più dell'euro.
    per l'uscita da sx è tardi, ormai i lavoratori si suicidano o un lavoro non ce l'hanno più, nemmeno la casa è più una gran sicurezza.
    Importante è uscirne nel modo più ordinato e coordinato (tra stati) possibile e, soprattutto, in fretta che s'è fatta 'na certa!

    RispondiElimina
  9. Ottima "recensione" Barbara.
    Volevo solo segnalarti che, in realtà, uscire da un trattato può non essere previsto dalle sue clausole, ma ciò non significa che non si applichino, COMUNQUE, le regole generali del diritto dei trattati (Conv. di Vienna), inderogabili come jus cogens (cioè si considera incivile e inaccettabile nella comunità internazionale un "nexus" ilimitato nel tempo e nell'oggetto); e l'art.50 riguarda l'uscita volontaria, senza ulteriori connotazioni.
    Invece la Convezione di Vienna consente di uscire sia per inadempimento determinato dalle violazioni manifeste e gravi del trattato da parte di uno Stato aderente (hai presente Hartz e crediti alle esportazioni tedesche?), sia per la clausola rebus sic stantibus, cioè per sopravvenuta eccessiva onerosità del vincolo (norme che hanno presupposti diversi dall'art.50, alquanto farraginoso, e considerando che il trattato ammette lo status di paese-membro NON aderente alla moneta unica)
    http://orizzonte48.blogspot.it/2012/12/per-chinon-guardasse-solo-google-e.html (cfr; par.4)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la precisazione esperta! In pratica, se non ho capito male, pochi sanno che questi trattati sono regolati da norme simili a quelle dei contratti e quindi rescindibili per inadempienza di uno dei contraenti, ad esempio.
      Quindi, parimenti, non vi sarebbero nemmeno le paventate sanzioni in caso di uscita volontaria di uno dei paesi dall'unione monetaria? (E che fanno, ci pignorano il Colosseo?)

      Se ne deduce che chi sbraita di "irreversibilità" lo fa perché gli conviene e conviene soprattutto ai suoi padroni.

      Elimina
    2. L'uscita volontaria è solo quella dall'intera UE ed è regolata dal Trattato, che prevede possibili misure di deterrenza e una procedura complessa e prolungata.
      L'uscita dall'euro- assumibile indipendentemente in quanto può ritenersi sussistere uno status giuridico pattizio di membro UE "non aderente all'UEM"- non è disciplinata dal trattato: si applicano allora, per diritto internazionale "generale", le regole del trattato di Vienna.
      Se poi si risolve il vincolo pattizio per inadempimento dell'altra parte o per oggettiva eccessiva onerosità sopravvenuta, non c'è il presupposto per l'applicazione di alcuna sanzione, secondo le regole del diritto internazionale.

      Elimina
    3. Sai, mi viene da sorridere a pensare ai "morituri per Maastricht" che mandano il fax alla Cancelleria con scritto: "Ora basta, se volete continuare a truccare le carte noi non ci stiamo più. Addio."

      Elimina
  10. Cara amica Lameduck,


    "sapendo che mantenendo un tasso basso di inflazione si ottengono alti livelli di disoccupazione perché i due valori sono inversamente correlati (Curva di Phillips) come si fa a parlare di "comodità" della moneta unica per le classi indigenti che possono contare solo sul lavoro salariato e che sono quindi massacrate da un livello alto di disoccupazione?"

    Quello che dici è vero, però il discorso sulla Curva di Phillips è un po' più complesso.

    In realtà io noto che ormai la maggior parte degli economisti seri di sinistra (quelli, pochi, che guardano in profondità la realtà) riconoscono che entrare nell'euro è stato un errore. Quello che mettono in rilievo è che ora uscire dall'euro non sarà affatto facile e privo di rischi.

    Ricordo che non solo la sinistra ma tutti (tranne la lega nord) erano, con diverse sfumature, favorevoli all'euro.

    Io stesso, che non sono mai stato di sinistra, ero favorevole all'euro.

    Poi i fatti mi hanno dimostrato che è stato un grave errore. Quindi sbagliare è umano, basta riconoscere i propri errori e metterci rimedio prima che sia troppo tardi.

    Ciao Davide



    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'ho detto altre volte. Sono convinta che l'idea che abbiamo dell'uscita dall'euro sia come quella che abbiamo di smettere di fumare. Una cosa difficilissima se non impossibile e dolorosa.
      Non è così, per entrambi i casi è più facile di quanto si creda e i vantaggi si vedono da subito, una volta eliminata la propaganda terroristica di coloro che hanno interesse a tenerci legati alla corda.

      Pare che il piano B, ovvero la modalità di uscita, ci sia e che, ad esempio Giulio Tremonti, ne sia sempre stato a conoscenza.

      Elimina
    2. "In realtà io noto che ormai la maggior parte degli economisti seri di sinistra (quelli, pochi, che guardano in profondità la realtà) riconoscono che entrare nell'euro è stato un errore. Quello che mettono in rilievo è che ora uscire dall'euro non sarà affatto facile e privo di rischi." Invece rimanere come sarà? Ragazzi bisognerà scegliere una volta buona? E' stato un errore entrare nell'euro? SI! ma per la miseria eppure lo viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle e tanto non ci basta! Imprese e negozi che chiudono, giovani che si accontantano di tirocini di 6 mesi pagati con il FSE presso aziende senza sicurezza di un deifnitico rapporto di lavoro, disoccupazione alle stesse, lavoretti di tre quattro mesi e poi a casa, per non parlatre della sistuazione dei disabili, che nonostante la possibilità di graduatorie diverse per l'avvio al lavoro, non riescono a stabilizzare la prorpria posizione con conseguenze psicologiche drammatiche. Non so cosa occorre per rendersi conto della realtà. Scusa Davide ma di serio nella sinistra non c'è proprio più niente, mi sorprendono i commenti di chi cerca ancora di difendere la sinistra. Difenderla da cosa dalla sue scelte inopportune? Personalmente critico la sinistra per il semplice motivo che non ha fatto il proprio lavoro, se la destra ha perseguito questo programma l'ha fatto per favorire quelli che rappresenta, la sinistra no. Scusate ma se qualcuno sceglie di lanciarsi dall'ottavo piano, che significa che bisogna andargli dietro perchè l'ebrezza del volo è una cosa unica?

      Elimina
  11. Caro amico Fiore,

    "Scusa Davide ma di serio nella sinistra non c'è proprio più niente, mi sorprendono i commenti di chi cerca ancora di difendere la sinistra. Difenderla da cosa dalla sue scelte inopportune?"

    L'ultima cosa a cui penso è difendere le sinistra, comunque la si intenda.

    Ora che abbiamo fatto un errore ad entrare nell'euro credo sia cosa acclarata. Stare a discutere di chi è stata la colpa lo trovo infantile.

    L'unica cosa da fare è forzare i nostri politicanti a trovare una via d'uscita non troppo traumatica.

    Putroppo i nostri politicanti (tutti, Grillo compreso) continuano a fare gli animali mentre l'Italia affoga nella cacca.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  12. Caro amico Fiore,

    "Scusa Davide ma di serio nella sinistra non c'è proprio più niente, mi sorprendono i commenti di chi cerca ancora di difendere la sinistra. Difenderla da cosa dalla sue scelte inopportune?"

    L'ultima cosa a cui penso è difendere le sinistra, comunque la si intenda.

    Ora che abbiamo fatto un errore ad entrare nell'euro credo sia cosa acclarata. Stare a discutere di chi è stata la colpa lo trovo infantile.

    L'unica cosa da fare è forzare i nostri politicanti a trovare una via d'uscita non troppo traumatica.

    Putroppo i nostri politicanti (tutti, Grillo compreso) continuano a fare gli animali mentre l'Italia affoga nella cacca.

    Ciao Davide

    RispondiElimina
  13. Non c'è niente da fare, c'è ancora chi non riesce a elaborare un lutto. La sinistra è morta e putrefatta! Ha tradito, ma ancora qualcuno trova una scusa! E' dura da mandare giù, ma un traditore è molto peggio di un nemico!!

    RispondiElimina
  14. siccome l'euro è la creatura deforme nata dalla congiunzione carnale adulterina tra le sinistre europee e le élite reazionarie che mirano alla Restaurazione pre-giacobina, capirete che il pargolo va difeso ad ogni costo, soprattutto perché il mostriciattolo crea nei materni piddini tanti sensi di colpa.


    Complimenti Lameduck, sintesi perfetta.
    Neppure l'ottimo prof. Bagnai poteva scivere di meglio.

    RispondiElimina

SI PREGA DI NON LASCIARE COMMENTI ANONIMI MA DI FIRMARSI (anche con un nome di fantasia).


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...