Avendo deciso di mollare il vecchio provider alla scadenza del contratto, a causa delle tariffe ormai fuori mercato, un po’ obtorto collo approfitto della solita telefonata molesta da parte di un call-center Telecom, sulla cui perniciosità ho già scritto in passato, per informarmi sulla procedura per il cambio.
Da questo momento in poi immaginatevi la Papera Zoppa nei panni di Alice (quella di Lewis Carroll) che cade nel buco profondo del suo sogno surreale, anzi nell’incubo.
Il bianconiglio con il quale interloquisco mi dice che non ci sono problemi, che anzi sarà meglio che mi sbrighi a disdire il vecchio contratto perché bisogna correre. La procedura può essere lunga e devo fare presto. Mi assicura tuttavia che in pochi giorni avrò di nuovo la mia bella banda larga a patto che… non faccia la richiesta online tramite il sito del 187, come era mia intenzione, ma solo affidandomi alle sue amorevoli cure. “Sa, solo attraverso di noi la procedura andrà a buon fine”.
Molto perplessa non mi fido e faccio di testa mia, visto che una richiesta di attivazione fatta giorni prima per degli amici tramite il 187 era andata a buon fine senza problemi. Telefono quindi al vecchio provider e confermo la cessazione del contratto. Mi assicurano che il giorno dopo la scadenza passeranno a Telecom la richiesta di chiusura dell’ADSL, che a quanto pare è come un rubinetto, manovrato dal Gran Tronchetto in persona.
Il giorno 2 dicembre rimango senza ADSL ed estumulo un vecchio modem 56k che avevo sepolto pietosamente in un armadio di reperti della guerra 1915-18. Mi collego con un numero 702 e scopro di aver dimenticato quanto fosse lenta la navigazione “normale”. Come passare da uno yacht d’alto bordo a un pedalò.
Come un faro nella notte, il sito del 187, anche lui di rara lentezza, mi tiene informata sull’andamento della mia pratica.
Dopo un giorno leggo con orrore che la mia richiesta è stata annullata. Forse il bianconiglio che mi aveva avvertito di non mangiare il biscotto “187 mangiami”, nottetempo si è introdotto nel computer centrale e “zac!” ha cancellato la mia richiesta. “Tiè, brutta papera testarda, non hai voluto che mi beccassi la mia percentuale, eh?”.
Chiamo immediatamente la Telecom per chiedere spiegazioni. Mi risponde il Gatto Stregatto che con il suo sogghigno mi spiega che non dovevo fidarmi del bianconiglio del call-center, che mi ha raccontato un mucchio di balle. “Ci vorranno da 20 giorni a un mese, caaaara” mormora sempre più indisponente.
Maledetto Stregatto, “ma allora perché anche la Lepre Marzolina con la quale ho parlato in seguito mi ha detto che in un paio di giorni….” “Ma lei non deve fidarsi di loro, dei call-center che non hanno niente a che fare con Telecom, ma solo di noi del 187”.
Non so se si è capito, ma in Telecom la mano destra non sa cosa fa la sinistra. Fanno fare marketing a dei perfetti sconosciuti che poi rivaleggiano con il 187. Annamo bene! Il Gatto Stregatto è anche cafone e maleducato, alla fine per tagliarla corta mi dice di non rompere e di avere pazienza.
Passano i giorni e io navigo sempre con il pedalò, osservando triste la lucetta del router che lampeggia ancora, quando una sera mi viene annunciato via mail che la linea mi è stata attivata. In teoria, perché in pratica non funzia niente.
Ennesime telefonate, e colloqui surreali con altri personaggi tratti pari pari dal capolavoro di Carroll.
Al 187-2-2 mi risponde il Cappellaio Matto in persona che mi dice:”Cara amica, lei non ha i parametri giusti nel modem, meno male che ci sono io ad aiutarla. Allora: carta, penna e calamaio….PPPoE, 8,35, ha scritto? In modalità metta “automatico”, E=MC2, un corpo immerso in un liquido riceve una spinta…..”
Manco a dirlo, le sue istruzioni non sortiscono alcun effetto, anzi, mi tocca resettare il router alle impostazioni di fabbrica.
Altro numero, questa volta del servizio tecnico (a pagamento). La Regina di Cuori mi dice sussiegosa di pazientare, che segnaleranno il guasto al tecnico, “mi lasci il suo numero di cellulare”.
Da questo momento in poi immaginatevi la Papera Zoppa nei panni di Alice (quella di Lewis Carroll) che cade nel buco profondo del suo sogno surreale, anzi nell’incubo.
Il bianconiglio con il quale interloquisco mi dice che non ci sono problemi, che anzi sarà meglio che mi sbrighi a disdire il vecchio contratto perché bisogna correre. La procedura può essere lunga e devo fare presto. Mi assicura tuttavia che in pochi giorni avrò di nuovo la mia bella banda larga a patto che… non faccia la richiesta online tramite il sito del 187, come era mia intenzione, ma solo affidandomi alle sue amorevoli cure. “Sa, solo attraverso di noi la procedura andrà a buon fine”.
Molto perplessa non mi fido e faccio di testa mia, visto che una richiesta di attivazione fatta giorni prima per degli amici tramite il 187 era andata a buon fine senza problemi. Telefono quindi al vecchio provider e confermo la cessazione del contratto. Mi assicurano che il giorno dopo la scadenza passeranno a Telecom la richiesta di chiusura dell’ADSL, che a quanto pare è come un rubinetto, manovrato dal Gran Tronchetto in persona.
Il giorno 2 dicembre rimango senza ADSL ed estumulo un vecchio modem 56k che avevo sepolto pietosamente in un armadio di reperti della guerra 1915-18. Mi collego con un numero 702 e scopro di aver dimenticato quanto fosse lenta la navigazione “normale”. Come passare da uno yacht d’alto bordo a un pedalò.
Come un faro nella notte, il sito del 187, anche lui di rara lentezza, mi tiene informata sull’andamento della mia pratica.
Dopo un giorno leggo con orrore che la mia richiesta è stata annullata. Forse il bianconiglio che mi aveva avvertito di non mangiare il biscotto “187 mangiami”, nottetempo si è introdotto nel computer centrale e “zac!” ha cancellato la mia richiesta. “Tiè, brutta papera testarda, non hai voluto che mi beccassi la mia percentuale, eh?”.
Chiamo immediatamente la Telecom per chiedere spiegazioni. Mi risponde il Gatto Stregatto che con il suo sogghigno mi spiega che non dovevo fidarmi del bianconiglio del call-center, che mi ha raccontato un mucchio di balle. “Ci vorranno da 20 giorni a un mese, caaaara” mormora sempre più indisponente.
Maledetto Stregatto, “ma allora perché anche la Lepre Marzolina con la quale ho parlato in seguito mi ha detto che in un paio di giorni….” “Ma lei non deve fidarsi di loro, dei call-center che non hanno niente a che fare con Telecom, ma solo di noi del 187”.
Non so se si è capito, ma in Telecom la mano destra non sa cosa fa la sinistra. Fanno fare marketing a dei perfetti sconosciuti che poi rivaleggiano con il 187. Annamo bene! Il Gatto Stregatto è anche cafone e maleducato, alla fine per tagliarla corta mi dice di non rompere e di avere pazienza.
Passano i giorni e io navigo sempre con il pedalò, osservando triste la lucetta del router che lampeggia ancora, quando una sera mi viene annunciato via mail che la linea mi è stata attivata. In teoria, perché in pratica non funzia niente.
Ennesime telefonate, e colloqui surreali con altri personaggi tratti pari pari dal capolavoro di Carroll.
Al 187-2-2 mi risponde il Cappellaio Matto in persona che mi dice:”Cara amica, lei non ha i parametri giusti nel modem, meno male che ci sono io ad aiutarla. Allora: carta, penna e calamaio….PPPoE, 8,35, ha scritto? In modalità metta “automatico”, E=MC2, un corpo immerso in un liquido riceve una spinta…..”
Manco a dirlo, le sue istruzioni non sortiscono alcun effetto, anzi, mi tocca resettare il router alle impostazioni di fabbrica.
Altro numero, questa volta del servizio tecnico (a pagamento). La Regina di Cuori mi dice sussiegosa di pazientare, che segnaleranno il guasto al tecnico, “mi lasci il suo numero di cellulare”.
Finalmente, dopo ancora un paio di giorni e quasi allo scadere dei venti predetti dal Gatto Stregatto, ricevo una cortese telefonata da parte di un tecnico Telecom che mi annuncia che il guasto è stato riparato. Butto alle ortiche il pedalò e, in un vortice di carte da gioco, conigli, gatti, cappelli, tazze da té e lepri pazzerelle, sono finalmente fuori dal tunnellellellè e mi ritrovo con la mia ADSL nuova di zecca.
Avete capito perché l’hanno chiamata Alice?
Magari non si trattava di guasto, ma del fatto che può passare del tempo tra il momento in cui la lucina del router smette di lampeggiare ( = ti hanno collegato il doppino nella centrale telefonica ) al momento in cui nei database di Telecom vieni registrata come utentessa abbonata e abilitata alla navigazione. :)
RispondiEliminaE' capitato anche a me con Tiscali. A proposito, da domani posso iniziare a disdire, visto che i grandi piani di copertura delle offerte "ADSL senza canone telecom" di Tiscali si sono rivelati carta straccia.
Sempre meglio avere a che fare con Telezozz che ritrovarsi a combattere contro i mulini a Wind o pagare FW che ti mette dietro a 5 NAT e l' IP pubblico si paga a parte. Telezozz e' come i democristianoni di una volta, avevano tutti i difetti di questo mondo e pure qualcuno fuori mano ma almeno, per quanto contorte, applicavano un etica ed una logica nelle loro azioni. Complimenti per la scelta del 2048/320 di Lewis Carrol che come allucinato non era male. Grazie per Stille Nacht MIDI in sottofondo. :)
RispondiEliminahttp://www.stillenacht.at/2007/
Non meniamo tanto il can per l'aia: le nostre reti fanno schifo e, tanto per fare un esempio, la UE ci pressa da un po' per metterci al passo con i paesi meglio industrializzati. Se le nostre reti fanno schifo, però la colpa non è del tardivo sviluppo tecnologico, ma piuttosto dei gestori che fanno i loro porci comodi. Mi sembra sciocco discutere su quale bue abbia le corna più lunghe, stante il problema che non vogliamo le corna. Io noto che a turno, dopo una campagna promozionale massiccia, le compagnie interessate danno dei disagi mostruosi. E noto pure una specie di feticistica rassegnazione (roba da sveglia al collo) da parte dei tanti semialfabetizzati informatici che accampano pretesti e spiegazioni zopppicanti, pur di stornare le risposte dalle magagne. E' fuori discussione che i call center sono organizzazioni a delinquere, perchè servono esclusivamente a scoraggiare l'utenza a far valere i propri DIRITTI (non parliamo di figure morali, ma innanzi tutto di soldoni e contratti vicendevolmente sottoscritti); nella migliore delle ipotesi NON informano; nella peggiore, sono la negazione dei principi di Diritto che nella nostra schizofrenica società ispirano la Riforma per la Trasparenza. Che fare? Il problema delle telecomunicazioni è importantissimo ai fini dello sviluppo ed è l'ennesima dimostrazione di quanto l'Italia sia incivile, il fatto che non c'è agli effetti una AUTORITY dello Stato che metta ordine tra le parti. A partire dalle tariffe.
RispondiEliminaChe coraggio!
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