Non mi piacciono gli spot dove la tipa approccia un Togo come fosse in un film di Rocco Siffredi perché si prendono troppo sul serio e sono in fondo ridicoli. Il sesso per me funziona in pubblicità solo se è sdrammatizzato e tira sul comico, vedi “Antò, fa caldo!” oppure le battutine della Ridolfi sul gorgonzola e le pere. Per non parlare del ben più audace, per l'epoca :"Caballero, che pistola!" pronunciato da Carmencita.
Va bene, alcune pubblicità mi piacciono ma solo se mi divertono. Dev’essere l’imprinting di Carosello. E’ difficile per chi ha conosciuto solo il “du gusti is meglio che uan” capire cosa ha rappresentato per quelli della mia generazione l’appuntamento serale con i 4-5 sketch della rubrica fissa della RAI, andata in onda ininterrottamente dal 1957 al 1977, della quale in febbraio si è celebrato il cinquantenario.
Avrete sentito dire che i nostri genitori pronunciavano la fatidica frase: “A letto dopo Carosello”. Ma era proprio vero? In genere si, non c’era alcun problema di fascia protetta perché i bambini a quei tempi si levavano dagli zebedei alle otto e mezza di sera e si andava a letto per davvero. Poi, che il massimo della trasgressione per gli adulti rimasti di fronte al teleschermo fosse Albertazzi con le lenti a contatto bianche nei panni di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, è un’altra storia.
A volte ci veniva concesso di rimanere svegli per eventi eccezionali, come Maigret o il mitico Belfagor (sui cui effetti traumatici su un'intera generazione ho già raccontato), oppure lo sbarco sulla Luna, per il quale venni tirata giù dal letto senza troppa convinzione da parte mia.
Carosello e imprinting, si diceva. Pare che la prima parola che riuscii a leggere sia stata “Zoppas”, letta sulla cucina a gas di mia zia.
Il pianeta Papalla, Carmencita “chiudi il gas e vieni via”, L’ispettore Rock e la brillantina Linetti, Caio Gregorio guardiano der Pretorio, Joe Condor, Gigante-pensaci-tu, “capitano, lo posso torturare?” “supercortemaggiore-la-potente-benzina-italiana”, “con quella bocca può dire ciò che vuole”, l’omino Bialetti, l’uomo in ammollo, la linea di Cavandoli, Alemagna “ullallà è una cuccagna” e ovviamente Calimero, il più grande.
Se ancora oggi uso “quel” detersivo il motivo sta sicuramente nell’imprinting, del quale si parla anche nel Lorenziano primo episodio di Calimero, che narra del pulcino rifiutato, "perchè nero", da una gallinaccia parente di Borghezio. Per fortuna l'Olandesina (il cui significato allegorico mi sfugge) lo lava e lo rende uguale ai suoi ariani fratelli. Spot reazionario o sapiente uso della pubblicità per divulgare un messaggio antirazzista?
Una cosa che mi stupisce, ricordando Carosello, è la quantità incredibile di alcolici e superalcolici che erano pubblicizzati ed il cui messaggio arrivava tranquillamente, senza che alcun MOIGE si imbarazzasse, a noi bambini.
Stock 84, Dom Bairo l’uvamaro, Vecchia Romagna Etichetta Nera, Amaro Ramazzotti, Liquore Strega, la China Martini, la sambuca Molinari, aperitivo Biancosarti, Brancamenta brrrr, l’orrenda Batida de Coco, Petrus Boonekamp (che mi faceva venire ogni volta un accidente con il guantone di ferro, sbang!), Cambusa Uam l’amaricante, il Cynar contro-il-logorio-della-vita-moderna, Cavallino Rosso, Rosso Antico.
Eppure non siamo diventati tutti alcolizzati. Meno male. In compenso non c’erano spot di automobili e ne siamo più o meno tutti schiavi.
Misteri del condizionamento.
Va bene, alcune pubblicità mi piacciono ma solo se mi divertono. Dev’essere l’imprinting di Carosello. E’ difficile per chi ha conosciuto solo il “du gusti is meglio che uan” capire cosa ha rappresentato per quelli della mia generazione l’appuntamento serale con i 4-5 sketch della rubrica fissa della RAI, andata in onda ininterrottamente dal 1957 al 1977, della quale in febbraio si è celebrato il cinquantenario.
Avrete sentito dire che i nostri genitori pronunciavano la fatidica frase: “A letto dopo Carosello”. Ma era proprio vero? In genere si, non c’era alcun problema di fascia protetta perché i bambini a quei tempi si levavano dagli zebedei alle otto e mezza di sera e si andava a letto per davvero. Poi, che il massimo della trasgressione per gli adulti rimasti di fronte al teleschermo fosse Albertazzi con le lenti a contatto bianche nei panni di Dr. Jekyll e Mr. Hyde, è un’altra storia.
A volte ci veniva concesso di rimanere svegli per eventi eccezionali, come Maigret o il mitico Belfagor (sui cui effetti traumatici su un'intera generazione ho già raccontato), oppure lo sbarco sulla Luna, per il quale venni tirata giù dal letto senza troppa convinzione da parte mia.
Carosello e imprinting, si diceva. Pare che la prima parola che riuscii a leggere sia stata “Zoppas”, letta sulla cucina a gas di mia zia.
Il pianeta Papalla, Carmencita “chiudi il gas e vieni via”, L’ispettore Rock e la brillantina Linetti, Caio Gregorio guardiano der Pretorio, Joe Condor, Gigante-pensaci-tu, “capitano, lo posso torturare?” “supercortemaggiore-la-potente-benzina-italiana”, “con quella bocca può dire ciò che vuole”, l’omino Bialetti, l’uomo in ammollo, la linea di Cavandoli, Alemagna “ullallà è una cuccagna” e ovviamente Calimero, il più grande.
Se ancora oggi uso “quel” detersivo il motivo sta sicuramente nell’imprinting, del quale si parla anche nel Lorenziano primo episodio di Calimero, che narra del pulcino rifiutato, "perchè nero", da una gallinaccia parente di Borghezio. Per fortuna l'Olandesina (il cui significato allegorico mi sfugge) lo lava e lo rende uguale ai suoi ariani fratelli. Spot reazionario o sapiente uso della pubblicità per divulgare un messaggio antirazzista?
Una cosa che mi stupisce, ricordando Carosello, è la quantità incredibile di alcolici e superalcolici che erano pubblicizzati ed il cui messaggio arrivava tranquillamente, senza che alcun MOIGE si imbarazzasse, a noi bambini.
Stock 84, Dom Bairo l’uvamaro, Vecchia Romagna Etichetta Nera, Amaro Ramazzotti, Liquore Strega, la China Martini, la sambuca Molinari, aperitivo Biancosarti, Brancamenta brrrr, l’orrenda Batida de Coco, Petrus Boonekamp (che mi faceva venire ogni volta un accidente con il guantone di ferro, sbang!), Cambusa Uam l’amaricante, il Cynar contro-il-logorio-della-vita-moderna, Cavallino Rosso, Rosso Antico.
Eppure non siamo diventati tutti alcolizzati. Meno male. In compenso non c’erano spot di automobili e ne siamo più o meno tutti schiavi.
Misteri del condizionamento.
Ti sei dimenticata: "mamma, vogliamo anche noi il buco nella pancia, ancia ancia" con il pirata, appunto con la pancia sfondata da un palla di cannone... però non mi ricordo cosa pubblicizzava.
RispondiEliminaIo pangevo quando non riuscivo a vederlo e piansi quando non lo fecero più.
RispondiEliminaEra la pubblicità che non invadeva il film (ricordi la guerra con Berlusconi ?), ma che si lasciava vedere senza invadenza. Una pubblicità sicura della sua carica di simpatia, della sua capacità di ammiccamento.
Ricordo quasi tutte le tue suggestioni.
Ne aggiungo qualcuna che mi pare di non aver visto:
Amaro 18 Isolabella, Olio Sasso ("la pancia non c'è più..."), Mister X, Olio Cuore con Nino Castelnuovo a cui veniva l'ernia per saltare la staccionata, Grappa Piave con il compianto Vannucchi (la testa, la coda e il cuore del distillato), Bio presto con Franco Cerri (jazzista) in ammollo, Arriva Lancillotto succede il quarantotto popopopo....,
Insomma una intera mitologia veltroniana....
Grazie, a nome di tutti i quarantenni
Pensatoio
La bellezza delle pubblicità di Carosello erano le microstorie: pochi secondi per raccontare una serie infinita di mondi paralleli :)
RispondiElimina@ riccardo
RispondiEliminail pirata c'era nell'Amarena Fabbri, ma non so se è quello che dici tu.
@ pensatoio
a dare la stura alla memoria ne vengono fuori: i Brutos della cera Grey, "come te movi te fulmino" (era un'insetticida), Mike e la Grappa Bocchino, Bramieri e il Moplen, la Rodiatoce, l'uomo elegante Lebole...
Forse siamo proprio noi gli ultimi esponenti del "Pensiero Lebole".
@ lavalanga
Eri messa talmente di buon umore dalla storia che il messaggio pubblicitario finale era accolto molto meglio di quello di oggi, che invece ti salta addosso all'improvviso.
Lame...ho guardato il Carosello che hai postato con un ebete sorriso sulla faccia...quanti ricordi! La magia, per quanto mi riguarda, non s'è perduta...
RispondiEliminaGrazie!
Miriam tg.42
Complimenti per il blog e per i post!Ti invito a visitare il mio blog
RispondiEliminaciao
E Olivella e Mariarosa dove le metti? Erano la pubblicità di un olio ed erano insopportabili: la prima sempre a bravina e buonina, la seconda bruttarella e perfiduccia , ma scalognata.
RispondiEliminaE poi Pallina: "ciao gente, le donne in casa mia han tutte una mania, la storia del pulito...."
E per rimanere sugli alcolici: "Stock, e sai cosa bevi"
E come Dimenticare Angelino che sulle note della marcia dei turchi cantava "Super Trim, Super Trim, che magnifico bucato"
Leziosi e appiccicosi come il miele che pubblicizzavano erano quelli che cantavano "Bella, dolce cara mammina, dacci una caramellina.... lattemiele Ambrosoli che bontà"
Nei commenti precedenti è stato detto, più o meno, tutto, però allora c'era una pubblicità non invadente e, sarà che eravamo da adolescenti in su, in parte era piacevole. Preferivo i cartoni, "odiavo" quell'attore milanese coi baffetti di cui non ricordo il nome, che parlava tutt'attaccato... mi divertiva la china Martini coi militari "piemunteis" va beh, sarà che non c'era il telecomando...
RispondiEliminaL'attore era Tino Scotti. Invece mi piaceva Polacco l'ispettore che non sbagliava mai, salvo per i capelli!
RispondiElimina:D
1) Bidibodi bu, bidibodi ye
RispondiElimina2)Bella dolce cara mammina, la più bella mammina lallallala...
3)E' il paese dell'incontrarioooo..
dove sia non si sa ! Io lo so ma non lo dico....
4)Lui cerca Lagostina, la cerca e qui la trovaaaa...
5) Evviva la torre di Pisa la torre di Pisa.... lavata con Kop !!!
6) Paolo Ferrari e il Dash...
La (2) già è stata segnalata
a me la pubblicità dello scoiattolo piace
RispondiEliminasl resto non mi esprimo...la tv non la guardo mai