In questi tempi tremendi che si sono convinti di essere quelli ultimi fatichiamo sempre di più a renderci conto della battaglia che è in atto tra le potenze di terra e quelle dell’aria.
La malattia oscura di cui soffriamo è l’incredulità di fronte al Male nel mondo, perfino a quello che ci viene fatto di persona quotidianamente.
Ciò accade perché per decenni siamo stati addestrati a reagire con la negazione ed il rifiuto delle idee che ci sono intollerabili. Una delle quali ad esempio è la famosa “cristallina volontà di nuocere” di un potere che sempre più spesso, in ogni parte del mondo, risulta essere totalmente privo della legittimità di poter disporre delle nostre esistenze perché pretende di esercitare sugli umani il diritto assoluto di vita e di morte che spetta solo a Dio.
Per reazione all’indicibile stiamo vivendo in un mondo ridotto ad una virtuale fumeria d’oppio dove oltre ad autoprocurarci la dipendenza dallo stordimento anestetizzante dei social, ci vengono somministrati gli allucinogeni della propaganda dei media che servono a farci credere a scatola chiusa le cose più assurde ed illogiche purché provengano dalla narrativa del pensiero unico che mira a farci accettare il nostro destino ineluttabile.
Per contro, se una spiegazione propone la soluzione più semplice e logica di un problema ma è in grado di far crollare quel pur traballante sistema di credenze e fiducie costruite nel tempo e confortevoli e rassicuranti come l’orsacchiotto della nostra infanzia, le menti vanno in crash, per utilizzare una metafora informatica.
Purtroppo però ci si salva solo se si è in grado di riconoscere il pericolo, di modo che si possano predisporre le appropriate reazioni di difesa. Ecco perché per disintossicarci e uscire dall’imbambolamento da sortilegio che affliggeva re Theoden, è necessario ribaltare la prospettiva offertaci a scatola chiusa e farsi dosi potenti di logica e senso di realtà che ci rischiarino la vista e diradino la nebbia dai nostri ragionamenti.
Lo ribadisco. Le menti sono così inclini alla negazione di ciò che è intollerabile che si bloccano, rifiutano l’idea, diventano impermeabili alle spiegazioni perfino più semplici: i famosi “pupazzetti”, per intenderci, mentre l’unica salvezza è ancorarsi alla realtà.
Una di queste “cose intollerabili” verso la quale la mente rifiuta di collaborare sul piano cognitivo, sembra essere la vicenda di papa Benedetto che pure è di una semplicità imbarazzante, essendo, ad un primo livello di superficie, il tentativo di rovesciare il legittimo governante di uno stato, visto che egli non intende sottostare a determinati diktat ai quali tutto il mondo dovrà presto obbedire.
In quel caso si richiedeva al Santo Padre di stravolgere completamente alcuni principi fondanti della Chiesa accettando il sacerdozio femminile, il riconoscimento delle unioni omosessuali, l’aborto, l’eugenetica e in generale gli antivalori del Mondo Nuovo orwelliano.
Come ebbi modo di scrivere nei mesi precedenti all’11 febbraio 2013, si percepiva chiaramente attorno a Benedetto XVI un clima di crescente ostilità che ci faceva pensare: “Stanno cercando di farlo dimettere?”
Ad un secondo livello più profondo, le “dimissioni” di papa Benedetto XVI hanno un netto significato escatologico che, udite udite, è più facilmente comprensibile, seppur con fatica, alle menti laiche e perfino atee rispetto a quelle confessionali. Anzi, più si è credenti e meno si comprende il senso apocalittico del gesto di Ratzinger: quel congegno ad orologeria che scattando al momento giusto avrebbe annullato i piani del Grande Usurpatore e del suo agente a Buenos Aires.
Qui il mondo cattolico si impalla totalmente in una preoccupante mancanza di fede nella Provvidenza che deve pur aver ispirato un Pontefice, e cade in un fedevacantismo che sicuramente ha delle caratteristiche preternaturali perché se no altrimenti risulta inspiegabile.
A questo punto entriamo a pieno titolo nel regno del mistero e perfino dell’occulto perché se i laici sono propensi ad attribuire al Papa la buona volontà di agire per il bene della Chiesa e della fede e quindi comprendono il suo gesto salvifico, i cattolici che si professano più tradizionalisti rifiutano totalmente questa idea. Anzi, accusano Ratzinger di aver fatto un pasticcio, di essersene lavato le mani del destino della Chiesa, di aver pensato a sé stesso, di essere fuggito di fronte alle responsabilità. Lo abbiamo notato e già detto un miliardo di volte ma ogni giorno l’esercito dei detrattori di Benedetto XVI acquisisce nuove truppe e purtroppo nuovi ufficiali. Confesso che non mi spiego questo atteggiamento neppure con le migliori intenzioni di comprenderlo e non posso che ipotizzare che sia l’idea di “sede impedita” ad essere incomprensibile.
A questo riguardo, prima di giungere alle conclusioni, vorrei raccontare come un episodio di vita da me vissuta mi abbia convinta ancor di più ad appoggiare il lavoro di inchiesta di Andrea Cionci fin da quando ne sentii parlare per la prima volta in una stanza di Twitter agli inizi del 2023. Adesione che mi è costata da allora la parziale rivolta degli iscritti al mio canale, l’ostracismo del mondo cattolico tradizionalista nonché la reductio ad Satanam da parte dei sacerdoti che all’inizio erano approdati alle nostre conclusion. Infine - permettete che mi tolga questo masso da diga foranea che ho nella scarpa - l’allontanamento di gran parte degli ospiti abituali del mio canale, in massima parte letteralmente creati dall’Orizzonte degli Eventi prima che diventassero delle vere star del tubo, che mi hanno in pratica tolto il saluto.
Orbene, queste difficoltà non smuovono di un millimetro la mia convinzione che l’unica spiegazione plausibile all’emeritato di Joseph Ratzinger sia da ascrivere alla sua sede impedita accolta come unica contromisura valida all’usurpazione del trono petrino da parte della massoneria ecclesiastica quale longa manus del globalismo antiumanista. Tesi che solo Cionci e chi con lui collabora sono disposti a portare avanti e difendere.
Altrimenti lorsignori fedevacantisti dovrebbero spiegarmi come avrebbe potuto il Vicario di Cristo, dotato di munus petrino, tradire in piena luce la Chiesa e consegnarla volontariamente al nemico con un atto di assoluta vigliaccheria. Un vero uomo di Chiesa come Ratzinger avrebbe scelto in coscienza di essere “l’ultimo Papa” della storia secondo San Malachia per favorire i precursori dell’Anticristo. Una cosa inaudita che farebbe impallidire il tradimento dell’Iscariota.
Sembra impossibile ma questo è ciò che pensano Viganò, i fedevacantisti cabrio e stationwagon e, sotto sotto, anche tanti sacerdoti perfettamente edotti sulla vicenda.
Venendo all’aneddoto che mi riguarda, nel 2015 fui convocata in Vaticano per firmare l’atto di donazione di un’opera d’arte che per volontà testamentaria di mio padre doveva essere destinata alle collezioni della Santa Sede. Notai subito da parte di chi mi aveva accolto e accompagnava un atteggiamento insolitamente sprezzante nei confronti di Papa Francesco. Non sono in grado di riportare le parole esatte essendo trascorsi dieci anni, ma il senso, anche anfibologico dei discorsi uditi non me lo sono mai dimenticato.
Per cominciare, l’assenza del Papa perfettamente giustificabile non essendo l’occasione così ufficiale - ma in sua vece era comunque presente il cardinale Harvey - fu motivata da qualcuno dei presenti con l’affermazione che “Lui non si interessa di queste cose artistiche”.
Dopo l’espletamento delle formalità, fui invitata a compiere un tour dei giardini vaticani, accompagnata da un funzionario il quale, durante il tragitto, con la massima tranquillità nonostante io fossi una perfetta estranea, mi raccontò del ripulisti che Francesco aveva fatto del personale che aveva servito precedentemente con grande dedizione e fedeltà sia Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, lamentando di essere stato egli stesso demansionato. Il funzionario mi mostrò la sede della Radio Vaticana, la magnificenza dei giardini curatissimi grazie a decine e decine di giardinieri e poi giungemmo di fronte a Mater Ecclesiae. “Qui sta rinchiuso prigioniero il nostro papa Benedetto”, disse. Solo una battuta da parte di un simpaticissimo signore romano o una bella fetta di verità affidata a chi avrebbe potuto portare la notizia fuori dalle mura leonine?
Quando infine giungemmo di fronte a Domus Santa Marta, ecco l’ennesima stoccata a Francesco: “Quello abita qui, invece, perché non vuole stare nel Palazzo Apostolico”.
Non essendo mai stata convinta dalle dimissioni di Benedetto XVI, più che scandalizzarmi questi dialoghi mi confermarono l’idea che quell’11 febbraio 2013 fosse successo qualcosa di davvero anomalo se il personale di un certo rango del Vaticano osava parlare in maniera assolutamente irrispettosa del supposto Papa regnante, quasi che egli fosse invece un antipapa, in pratica. L’ovvia conclusione fu che se queste cose venivano rivelate tranquillamente ad una perfetta estranea voleva dire che là dentro tutti sapevano tutto e da sempre.
Ecco quindi perché ritengo doveroso continuare a sostenere Andrea Cionci che continua a chiedere che venga finalmente rivelata la verità sul 2013, sull’antipapato di Bergoglio e sul conclave 2025 che dovrebbe in teoria aver ristabilito la legittimità della linea petrina.
Oltretutto, da quando c'è Leone XIV la sede impedita di Benedetto XVI fa ancora più paura, soprattutto a chi l'ha sostenuta fino all'altro giorno, e dal maggio scorso sto registrando fenomeni quasi fortiani riguardo a voltafaccia, attacchi organizzati nei confronti di Andrea Cionci e dei suoi collaboratori.
Questa parte della vicenda tuttavia merita senz'altro di essere raccontata in un prossimo post.
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