sabato 20 settembre 2025

Un tagliando a domande secche per la politica




L'indeterminatezza e la fluidità applicata ai principi sacri alimentano il caos ideologico e l'anomia. 
Per cui sono d'accordo: sulle questioni cruciali dalle quali dipende la nostra salvezza bisogna tornare al codice binario 0-1, all'IN-OUT, alle domande secche a risposta SI/NO perché le crisi ricorrenti del turboliberismo a raggi ultraviolenti non concedono tempo per sottigliezze, bizantinismi e coloriture retoriche. 

Il nostro Turning Point, il punto di svolta, per omaggiare Charlie Kirk, è stato il 2020, anno in cui si è tentato concretamente di stabilire un unico modello di rapporto potere-cittadino basato sulla sottomissione, sul terrore e, si, sul tradimento di ogni valore patriottico e dove era letteralmente "vietato respirare".  Tentativo che ha minato la nostra capacità di fidarci di una classe politica pericolosamente incline all'aperta ostilità nei nostri confronti.
Ecco quindi, a scopo difensivo preventivo e per allenare la nostra reattività al sopruso "a fin di bene" ma a nostro danno, una modesta proposta per un test di verifica, un tagliando di manutenzione da effettuare periodicamente alla nostra percezione della politica.


Il mio politico/partito di riferimento:


Come vedete non è prevista la risposta "Non So  □ " perché non ce la possiamo più permettere. 
Se avete ottenuto una maggioranza di NO stampate il test e spammatelo a nastro ai vostri politici di riferimento.
Vedrete che sentiment!  

3 commenti:

  1. ... e a chi non supera il tagliando, subito "campagna di richiamo" iso aziende automobilistiche! 👍🎨

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  2. Anonimo19:59

    Salve, è possibile creare una versione per don Farè? ;)

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  3. Paolo da Padova12:13

    I dati sull’affluenza alle urne nelle elezioni di domenica 28 settembre confermano la tendenza ovunque calante. Tolta la frazione di elettorato (15-20 percento) che al seggio non si reca mai, è chiaro come ormai ci sia almeno un terzo della popolazione che ha smesso di votare. Non votano perché a torto o a ragione considerano inutile farlo: alle domande del questionario immaginato dalla signora Tampieri risponderebbero no per tutte o quasi. Gli altri invece, i quali continuano a votare, riguardo al politico o partito preferito risponderebbero con molta probabilità più sì che no, perché la maggioranza delle persone ha bisogno di qualcosa o qualcuno in cui credere. Dopo di che penso che inviare un simile questionario compilato da un elettore in fase di disaffezione dal voto sia inutile, tranne che si trattasse di questionari inviati ad almeno decine di migliaia se non a milioni. Ma per raggiungere questo obiettivo occorrerebbe chi l'organizzasse ovvero fosse in grado di rilevare con cura e non per propaganda (come di solito accade) i dati demoscopici. Un'utopia, insomma.

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