Anche se te l’aspettavi perché c’era stato quell’episodio precedente, un cuore che si ferma per interminabili minuti e poi riprende per un miracolo e lo sai che i miracoli avvengono solo una volta nella vita, quando perdi qualcuno che ti è caro è sempre una sorpresa, una scossa di terremoto, uno squarcio nell’ordine naturale delle cose dove si affaccia chiassoso ed invadente il caos. E’ il non saper cosa fare adesso, la terra che ti manca sotto i piedi, la vertigine. Non può essere, ti ripeti, ho capito male.
Invece l’hai capito quando la dottoressina giovane giovane – che potrebbe essere tua figlia, ti è venuta incontro con quell’espressione negli occhi che diceva “non ho potuto far nulla” e ha sussurrato “mi dispiace”.
Questa volta i buoni miracolo sono terminati. Tu l’hai abbracciata perché l’hai vista fare tutto il possibile, quando è rimasta in ginocchio china per più di tre quarti d’ora su tua madre, cacciandole un tubo in gola, martellandole il petto ormai esausto, con te che reggevi una inutile e coreografica flebo. L’hai ringraziata per averci provato ad essere Dio invece che un semplice medico.
La botta dritta al cervello l’hai ricevuta ma tuo padre come reagirà? Cominci come al solito a preoccuparti più degli altri che di te stessa. E’ vecchio, sono stati assieme per cinquantanni, è diverso rimanere solo, per un vecchio.
Oh no, devi dirlo agli altri, ai parenti ed ai serpenti e sai già che nelle prossime ore sarà un disco rotto al telefono: “purtroppo devo darti una brutta notizia, questa volta se n’è andata davvero”. Ti stupirai di come tu rimarrai forte e lucida mentre i tuoi interlocutori scoppieranno a piangere al telefono. Tu sei forte, oppure ancora non te ne stai rendendo conto. Dicono che il peggio viene dopo qualche mese, o dopo un anno.
Sei privilegiata in fondo, potrai occuparti tu di tutto, nel settore li conosci tutti. Già, c’è da organizzare il funerale. Fai la telefonata: “sono io, sai la mamma…”, dall’altro lato una bestemmia, la solita reazione rabbiosa alla crudeltà di un Dio che non è in grado di evitare la morte, poi il conforto: “fai tutto tu, non ti preoccupare, pensa solo a mamma adesso”. Sei esausta, per stasera ne sono successe abbastanza di cose. Riesci a dormire, nonostante tutto, con il tuo compagno che nel letto ti abbraccia ancora più forte del solito, senza parlare.
Ti risvegli e, certo, è successo davvero, non era un incubo. Non c’è tempo per la disperazione, il gioco si fa duro adesso. Entri nella sua camera dove tutto è rimasto congelato in un assurdo fermo immagine, con la pillola da prendere prima di andare a dormire ancora lì sul comodino. Devi scegliere gli abiti per vestirla e ti senti una ladra che rovista nel suo armadio. Ci vuole un cambio completo. Anche se è inverno scegli un bell’abito di seta. Sembra impossibile crederlo ma al funerale ci sarà, tra i parenti, chi noterà se il colore dell’abito si intona con le scarpe.
La tua amica dell'obitorio l’ha vestita e pettinata e ti ha telefonato a fine turno chiedendoti di andare a vedere se andava tutto bene, perché altrimenti sarebbe tornata indietro apposta per qualunque cosa tu desiderassi cambiare.
Ti solleva vederla ora così serena, incredibilmente bella. Non avresti potuto rimanere con il ricordo di come l’hai vista ieri sera, con la sofferenza della vita che appariva ancora disperatamente aggrappata al suo volto.
Sono gli ultimi momenti che passi a fianco del suo corpo e cominci a sentirti mutilata. Ieri sera quando ti hanno detto che era morta hai pensato in un flash al cordone ombelicale, e ti eri resa conto che era veramente tagliato per sempre. Oggi è una gamba che ti manca, un braccio. Lei è già in un’altra dimensione e devi solo abituarti a pensarla in forma diversa e a sentirtela accanto comunque. Lei è lì in ogni caso, ed è più forte di prima. Siete solo voi due e puoi piangere quanto ti pare. E’ domani che dovrai essere forte.
Una cosa è certa, non la lascerai sola. L’accompagnerai fino all’ultimo, rimarrai lì con lei quando conterai per ventiquattro volte il suono dell’avvitatore, quando quel prete malandrino e anticonvenzionale ti farà leggere proprio accanto all’altare, anche se sei una peccatrice che non può ricevere la comunione, quel salmo così bello che si sente nei film americani: "il Signore è il mio pastore..."
Andrai tu a prenderla quando sarà pronta l'urna con le sue ceneri e la riporterai a casa.
La morte è burocrazia, lo sai: scartoffie, firme di parenti, fax, domande al Comune, moduli da compilare, marche da bollo. In questo caso, paradossalmente, tutta questa cartaccia ti ha aiutato a non pensare.
Sorella morte ti ha fatto visita, ti ha messa alla prova, tu che la bazzichi tutti i giorni e ha voluto vedere se eri tosta abbastanza come dicevi, se mantenevi il tuo professionale distacco. Tu l’hai guardata dritto negli occhi, le hai riso in faccia e l'hai mandata in culo, anche se avevi il cuore spezzato.
(già pubblicato su Mentecritica, novembre 2007)
***
E' passato un anno e, avevano ragione, è peggio adesso di allora.
Se nei mesi scorsi c'era come un'assurda convinzione che le cose potessero essere riavvolte all'indietro come un vecchio nastro vhs e che vi fosse spazio per la negazione, meraviglioso meccanismo di difesa che ti fa sopportare tutte le cose peggiori dei primi tempi, ora il velo è tolto e la realtà parla chiaro: chi hai perduto non tornerà mai più.
Scusatemi, il mio stato d'animo in questi giorni di anniversario è di assoluta e cupa tristezza. Un senso terribile di perdita, aggravato oltretutto dalla recentissima scomparsa di una dolcissima signora che avevo conosciuto da poco e che è passata come una meteora d'amicizia nella mia vita, riempiendo per un attimo il vuoto lasciato da mia madre.
Dopo questo senso di perdita, dicono, verrà l'accettazione e la rassegnazione e forse un giorno il ricordo di me bambina per le strade di Genova mano nella mano con la mia mamma non vorrà più dire il riaccendersi del fuoco del dolore che le lacrime non riescono a spegnere, ma resterà solo un dolcissimo ricordo.
Per mamma e per Rosy, buona notte, dolci principesse.
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Qualsiasi parola è fuori luogo. solo umana e sincera vicinanza.
RispondiElimina:-*
RispondiEliminanon ti devi scusare. Ho letto il blog di una ragazza francese che ha perso la sua mamma interamente dedicato a questa perdita. Ogni suo post parla di lei e questo lo trovo bellissimo
RispondiEliminaLaura
Per me è stato un dolore immenso..ero al tuo posto ed al posto di quella dottoressina..ed ho dovuto dire io a mio padre..."Mi dispiace"...la volta precedente ero riuscito a salvarla...ma mi chiedo ancora oggi se le ho solo allungato la sofferenza di qualche mese...
RispondiEliminaRicordo doloroso e struggente che riporta alla mente pensieri complessi che affondano le radici nel tempo che fu.
RispondiEliminaSo di cosa parli!
RispondiEliminaNoi siamo genitori di un Angelo di nove anni.
Non vi è attimo che non pensi a Lui, eppure sono passati quindici mesi.
Il mio piccolo grande uomo ha combattuto contro Golia che oggi si fa chiamare Leucemia.
Una collina, di fronte al mare. Ci sei seduta. Non serve girare lo sguardo. Siamo seduti con te, e non servono parole.
RispondiEliminaCiao.
.........
RispondiEliminae andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Se mi ami non piangere!
RispondiEliminaSe tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine,
e in questa luce che tutto investe e penetra,
tu non piangeresti se mi ami.
Qui si è ormai assorbiti dall’incanto di Dio,
dalle sue espressioni di infinita bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli
al confronto. Mi è rimasto l’affetto per te:
una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Sono felice di averti incontrato nel tempo,
anche se tutto era allora così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così!
Nelle tue battaglie,
nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine,
pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme,
nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell’amore e della felicità.
Non piangere più, se veramente mi ami!
Sant’Agostino
Un abbraccio
Siamo stati un po' lontani. Abbiamo interessi diversi in questo periodo.
RispondiEliminaHo sofferto un po' di questo freddo.
Ora non so cosa dirti.
Sto solo piangendo.
Per il dolore di ciò che è stato.
Per la paura di ciò che sarà.
Ti abbraccio, cara compagna di viaggio
Un abbraccio Non trovo altro da dire...
RispondiElimina@ arabafenice
RispondiEliminagrazie carissima
@ cima
fratellino, che bello ogni tanto vederti passare di qui.
@ lisa72
Abbraccio che contraccambio. Grazie!
@ laura
non è che hai il link di quel blog?
@ diabolicomarco
grazie anche a te.
@ prokofiev
certo la tua posizione non deve essere stata facile.
Io sono contenta di aver acconsentito a farle fare l'angioplastica. Se non l'avessimo fatta ora staremmo a domandarci se non l'avrebbe potuta salvare.
@ adetrax
.
@ xorazio
di fronte a tragedie come la tua ogni altra sofferenza non può che farsi umilmente da parte.
Ti abbraccio...
@ paolodeck
grazie, sembra una cosa stupida ma un segno di amicizia in questi momenti è più prezioso dell'oro.
@ pantalon
i cocci di bottiglia.... non ci crederai ma dalla finestra della mia casa a Genova ne vedevo tanti, il giardino confinava con una "creuza de ma".
@ pibua
grazie stefy per questa meravigliosa visione.
@ pensatoio
vivo anch'io la stessa paura ma allo stesso tempo la vita riesce a darti comunque dei momenti bellissimi e si rinnova continuamente. Anche se non commento sempre, sempre ti leggo.
un abbraccio
@ galatea
grazie carissima.
ci credo , anch'io li ho visti,vissuti e ho meriggiatto.
RispondiEliminanon pallido e assorto, ma era tanto bello e faceva bene a quello che anche gli agnostici chiamano anima.
l'altro ieri era il sedicesimo anniversario di nonno. mi manca ancora, ti capisco eccome.
RispondiEliminaun abbraccio lame
@ p
RispondiEliminaanima. Si, ci credo.
@ silent enigma
a me mancano tanto i miei zii, sopratutto lo zio che manca ormai da più di 20 anni. Grazie carissimo.
Solo un abbraccio...
RispondiEliminaE' ancora presto. Come ti avevo scritto un anno fa, ci vuole tempo perché il ricordo di te bambina non sia una pugnalata. Ancora tempo. Ma gli anniversari sono sempre dolorosi. E' come se avessimo un radar interno che riconosce quei giorni, e nostro malgrado, mentre pensiamo ad altro, arrivano improvvise immagini, odori, ricordi e emozioni che fanno stare male.
RispondiEliminaScusami...son passata da qua oggi e ho letto. Non posso non scriverti;so cosa hai passato: ho perso mia mamma a novembre 2006 e dopo solo tre mesi il 21 febbraio del 2007 anche mia sorella di 45 anni,stessa malattia...Sono ancora qua ,dopo un anno, a chiedermi il perchè...e a non darmene pace.
RispondiEliminaUn abbraccio forte, se lo accetti,ciao val
@ franca
RispondiEliminagrazie cara. Bello il nuovo avatar!
@ nonnapapera
hai ragione, cara papera. L'anniversario ha sempre un forte portato simbolico. Io sto somatizzando a livello fisico, e mi ritornano addosso tutti i malesseri dell'anno scorso... Prendendone coscienza piano piano se ne andranno da soli. Grazie per il messaggio.
@ valverde
Ti ringrazio molto per il pensiero e stra-accetto l'abbraccio, che ricambio.
Solo un abbraccio cara papera...
RispondiEliminaSenza parole entro con la sensazione di avere le scarpe sporche nel tuo dolore e ti abbraccio.
RispondiEliminaHo perso la mia dolce cuginetta. Aveva solo 21 anni. E abbiamo trascorso insieme ogni istante. La poca differenza di età,il condividere la stessa casa..Siamo cresciute insieme:era come e più di una sorella!Lei era la mia vita.Un ubriaco me l'ha portata via mentre rientrava a casa.La sua macchina è piroettata contro un muro di sasso.Lei ha lottato per due settimane contro la morte.Le Sono rimasta accanto fino al suo ultimo respiro pensando e ripensando che non poteva essere possibile e che sicuramente qualcosa sarebbe cambiato..la mia cucciolina doveva riprendersi!Ma così non è stato.Nel tuo racconto ho ritrovato tutto ciò che anche io ho dovuto passare.E ora che è quasi un anno che tutto è successo..è peggio di prima.Aspetto che arrivi quel tempo di cui gli altri parlano:il tempo in cui tutto il dolore si placherò.Ma so che non sarà mai così.Ti sono veramente vicina. Ho trovato il tuo blog così per caso e dopo aver letto tutto ho visto la data in cui hai pubblicato il racconto.23 febbraio 2008. Data in cui furono celebrati i funerali della mia cara sorellina..
RispondiEliminaLo so,perché lo provo in prima persona,che niente e nessuno ci potrà dare sollievo..Le parole sono solo parole. una volta che le hai sentite se ne vanno nell'aria che ingannevole ti aveva fatto pensare di percepire una piccola sensazione di sollievo. E quel che rimane sei solo tu e il tuo dolore.Nient altro
Ti mando un abbraccio
Cara Jess,
RispondiEliminadal giorno che la mia mamma se n'è andata sono trascorsi tanti mesi. La prossima settimana saranno due anni che ebbe l'arresto cardiaco per strada, preludio della sua fine. Il dolore in me è qualcosa di latente, una bestiaccia che ogni tanto si sveglia e mi morde lo stomaco a tradimento.
La cosa che mi dà sollievo però è la "presenza" della mia mamma, qualcosa che mi fa capire che lei è sempre accanto a me. Quando mi dispero perchè mi rendo conto che non la vedrò ed abbraccerò più la sento accanto che mi rassicura e mi fa sentire la sua presenza. E' una vibrazione, una cosa molto intensa.
Perdere una madre è come perdere una parte del nostro corpo, una parte importante di noi stessi. Però in qualche modo è la vita che stabilisce chi se ne debba andare per primo. Nel tuo caso è molto più difficile accettare la perdita e posso solo dirti che ti ci vorrà molto tempo e voglia di percepire il suo amore accanto a te per consolarti. Una cosa però posso dirti, e non parlo per fede religiosa o altro. Chi muore lascia un segno e questo segno possiamo percepirlo se vogliamo sintonizzarci con loro. Non so spiegare come avviene ma avviene.
Ricambio l'abbraccio con affetto.