venerdì 5 settembre 2008

Come un topo nel formarcio

Quando ero bambina, in casa mia i formaggini erano banditi. O meglio, me li davano ma in dose omeopatica, con la speranza che non mi facessero troppo male. Già allora, quasi mezzo secolo fa, sentivo i miei genitori paventare la presenza di schifezze in quei rettangolini confezionati nell'alluminio. "Li fanno con gli scarti", diceva regolarmente mio padre, scuotendo la testa.

Nell'Italia di oggi, quella dell'informazione adulterata, si riesce a raccontare uno scandalo che all'estero scatenerebbe immediatamente più di una class-action, senza fare uno straccio di nome di responsabile ma grattugiando in un'unica poltiglia i produttori onesti assieme a quei pezzi di merda dei sofisticatori.

E' una sensazione unica cenare con questo gustoso prodotto della natura e sentir parlare la TV di muffe, larve, escrementi di topo senza, ripeto, sentir venir fuori almeno il nome dell'imprenditore siciliano che è stato preso dalla magistratura come un topo in trappola attraverso le intercettazioni telefoniche.
Era lui che riciclava il formaggio sporco facendolo ritornare sulla tavola degli ignari consumatori.
Non è solo un problemuccio con il grattato, per la solita superficialità parishiltoniana dei TG, la realtà parrebbe molto ma molto più inquietante e l'inchiesta in corso sta cercando di farvi luce.

E Lactalis, il megasuperpadrone di quasi tutti i marchi europei, pare coinvolto dell'affaire?
Per carità, non nominare la multinazionale invano, nonostante sia già stata condannata in Francia per truffa e frode alimentare (allungavano il latte, tra l'altro, con l'acqua ossigenata).
Si sa come funziona in questi casi. Si getta il sasso, si accenna, poi si lascia che siano i portavoce delle aziende a smentire il coinvolgimento. Noi non siamo stati. Oro colato, fine della storia e se per caso si tratta di multinazionale, è cassazione.

Visto che viviamo all'interno di un grande cartone animato, dove ogni giorno cadiamo dal Grand Canyon abbracciati ad un razzo ACME ma non ci facciamo un graffio, no, forse non parlavano di vero formaggio, di quello che sto addentando in questo momento e che da domani guarderò con sospetto nel frigo ricordando la saggezza da capo indiano di mio papà ma di cacio virtuale, come quello del quale va matto il topino Remy.


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10 commenti:

  1. Ma 'sta storia del formaggio "adulterato" non c'entra nulla con la vicenda, simile, di un paio di mesi fa che, pure lei, coinvolse grossi marchi? Ricordo che allora i Tg italiani quasi non ne parlarono - e dei nomi, ovviamente, neppure l'ombra. I Tg francesi (che io forse per fissazione guardo ogni giorno visto che il mio prof. di liceo insisteva nel dire che, in quanto figlio di meridionali, mai avrei potuto imparare una lingua calda come il francese)di spazio ne diedero, eccome. Pure loro, però, nessun nome. Ma i nomi, in rete, naturalmente uscirono. Tanto che una delle ditte "incriminate" fece uscire sulla propria home page un comunicato ai consumatori, a mo' di rassicurazione.

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  2. non mi piace il formaggino! eheheh

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  3. @ daniele
    nell'articolo di Blondet che ho linkato ci sono precisi riferimenti. Soprattutto quello al colosso Lactalis (francese) che fu già beccato ad adulterare il latte.
    Si, è la medesima storia di qualche mese fa e, a proposito, che fine ha fatto lo scandalo delle besciamelle alle uova marce dell'anno scorso?

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  4. Ma c'è rimasto qualcosa in cui qualcuno non truffa?

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  5. Franca, sì, nella mafia. Lì l'onore è ancora un valore.

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  6. Anonimo15:10

    Qualcosa in cui qualcuno non truffa?
    La risposta è più difficile di quella alla domanda "Esiste Dio".
    Mooolto di più.

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  7. Anonimo18:05

    Potrà sembrare strano ma i maggiori fabbricanti di ARMI al mondo non sono truffatori,la loro produzione risponde esattamente alle esigenze del cliente e in più,almeno in Europa visto lo stretto controllo sulla loro produzione,si trovano nella quasi totale impossibilità di evadere le tasse o fare cose strane come Parmalat,Cirio,Alitalia,Silvio & Co.
    Danno lavoro sicuro a decine di migliaia di persone e non risentono di crisi di mercato o fluttuazioni del prezzo del petrolio.
    Vogliamo discutere di Etica,Onestà e Comune Senso del Pudore?

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  8. Anonimo20:33

    Vino, carne, formaggio.
    Il Paese dei bidoni ai consumatori, peccato perdere l'eccellenza (forse non nella carne che è cmq ottima)per i soliti biscari truffaldini che in questo Paese non pagano. Il furbo non paga, noi ci lasciamo il pancreas. Stà diventando un Paese buono per le ferie, ma rigorosamente residenza altrove.
    Ad ogni argomento, mani nei capelli. Ciao Lameduk :-)

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  9. E' meglio non pensare ai dadi, perché lì mi sa che le schifezze arrivano al massimo grado.

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  10. @ alberto
    dadi? a parte il glutammato che notoriamente causa cefalea, e che i cinesi usano a profusione nella loro cucina, da cui il "mal di testa da cinese", nei dadi posso scommettere che vanno a finire quelle belle farine di macinato bovino con ossa, frattaglie e qualche prione qua e là, che ne dici?
    E gli omogeneizzati? Altra cosa che non ho mai mangiato (grazie al mio vetusto pediatra). "Chissà cosa ci finisce dentro", diceva.

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