"C'è Bossi che mi sta facendo una testa tanto con questo cavolo di fiction.... di Barbarossa..." (Silvio Berlusconi, 21 giugno 2007, telefonata con Agostino Saccà)
Voluta, fortissimamente voluta da Bossi come fosse questione di vita o di morte, la prima taragna-fiction sulle gesta di quell'Alberto da Giussano che noi terroni ricordiamo più che altro per essere quello che "or si fa avanti" nella poesia di Carducci, giunge finalmente sugli schermi nazionali, da Aosta a Lampedusa e non solo nelle sale di Pero e Carugate, in versione per il grande schermo.
Dirige Renzo Martinelli in Ridley Scott mode, con tanto di colonna sonora simil-gladiatore e, speriamo non ci sia veramente ma lo temo, primo piano della mano dell'eroe che accarezza le spighe di grano.
Due parole prima di tutto sulla serata di presentazione del film, svoltasi al Castello Sforzesco con la First Sciuretta in persona, il Cavaliere Smascherato in versione "mi-tocca-sorbirmi-questo-cavolo-di-fiction", il Bossi senior che, apprendiamo con sgomento, nel film appare come comparsa, tutto lo stato maggiore e minore della Lega e lo scudo umano La Russa in rappresentanza dell'Italia, con star internazionali del calibro di Simona Ventura e Lory Del Santo.
La cronaca affidata alla sapiente penna del "Giornale", ci informa che il film, costato 30 milioni di euro (per noi una mappata, per gli americani il costo di una puntata di "Dr. House"), è stato girato indovinate dove? Tra Varese e Malpensa? Sui verdi prati della Brianza? No, in Romania. E per giunta le comparse dalla parte dei Giussaniani erano tutti rumeni.
Come in tutte le opere destinate ad un pubblico di semplici, ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra, rigorosamente separati da uno steccato. Il cattivo è l'Imperatore, che si presenta alla giovane Trota da Giussano con un roboante "Io sono Frederich Von Hohenstaufen!" (e qui, diciamolo, manca il nitrito del cavallo). Con fierezza lombarda il piccolo padano insolente risponde "Ed io sono Alberto da Giussano!" (qui ci starebbe bene 'o pernacchio di Eduardo).
Crescendo, il Giussano stranamente non esprime il tipico fenotipo lombardo biondocrinito ma un look stile ggesucristosuperstar con il capello in perenne disordine, neanche l'avesse acconciato per le feste Mel Gibson e lo sguardo torvo da "se mi guardi dritto in pupilla ti faccio la Risonanza Magnetica con il contrasto".
Si era pensato a Renzino per la parte ma, a causa del risultato devastante della "Prova Sguardi a confronto", si è ripiegato su un padano doc, Raz Degan, nato e cresciuto in un kibbutz, quindi a sud del casello di Roncobilaccio.
Uno con un curriculum da attore da paura, che aveva già fatto il ggesucristo e perfino il Dario III il persiano nell'"Alexander" di Oliver Stone (quello con la Jolie che ha un figlio più giovane di lei di due anni e Colin Farrell biondo con la ricrescita di tre dita, un colossal nel senso di colossale boiata). Un film che, in quella scena ci fece urlare all'unisono: "Ma come, Il Persiano lo fa Raz Degaaan??!" Lo stesso sconcerto di quando vedemmo Ciribiribì Kodak nel cristo di Gibson e la Bellucci in "Matrix".
Voluta, fortissimamente voluta da Bossi come fosse questione di vita o di morte, la prima taragna-fiction sulle gesta di quell'Alberto da Giussano che noi terroni ricordiamo più che altro per essere quello che "or si fa avanti" nella poesia di Carducci, giunge finalmente sugli schermi nazionali, da Aosta a Lampedusa e non solo nelle sale di Pero e Carugate, in versione per il grande schermo.
Dirige Renzo Martinelli in Ridley Scott mode, con tanto di colonna sonora simil-gladiatore e, speriamo non ci sia veramente ma lo temo, primo piano della mano dell'eroe che accarezza le spighe di grano.
Due parole prima di tutto sulla serata di presentazione del film, svoltasi al Castello Sforzesco con la First Sciuretta in persona, il Cavaliere Smascherato in versione "mi-tocca-sorbirmi-questo-cavolo-di-fiction", il Bossi senior che, apprendiamo con sgomento, nel film appare come comparsa, tutto lo stato maggiore e minore della Lega e lo scudo umano La Russa in rappresentanza dell'Italia, con star internazionali del calibro di Simona Ventura e Lory Del Santo.
La cronaca affidata alla sapiente penna del "Giornale", ci informa che il film, costato 30 milioni di euro (per noi una mappata, per gli americani il costo di una puntata di "Dr. House"), è stato girato indovinate dove? Tra Varese e Malpensa? Sui verdi prati della Brianza? No, in Romania. E per giunta le comparse dalla parte dei Giussaniani erano tutti rumeni.
Come in tutte le opere destinate ad un pubblico di semplici, ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra, rigorosamente separati da uno steccato. Il cattivo è l'Imperatore, che si presenta alla giovane Trota da Giussano con un roboante "Io sono Frederich Von Hohenstaufen!" (e qui, diciamolo, manca il nitrito del cavallo). Con fierezza lombarda il piccolo padano insolente risponde "Ed io sono Alberto da Giussano!" (qui ci starebbe bene 'o pernacchio di Eduardo).
Crescendo, il Giussano stranamente non esprime il tipico fenotipo lombardo biondocrinito ma un look stile ggesucristosuperstar con il capello in perenne disordine, neanche l'avesse acconciato per le feste Mel Gibson e lo sguardo torvo da "se mi guardi dritto in pupilla ti faccio la Risonanza Magnetica con il contrasto".
Si era pensato a Renzino per la parte ma, a causa del risultato devastante della "Prova Sguardi a confronto", si è ripiegato su un padano doc, Raz Degan, nato e cresciuto in un kibbutz, quindi a sud del casello di Roncobilaccio.
Uno con un curriculum da attore da paura, che aveva già fatto il ggesucristo e perfino il Dario III il persiano nell'"Alexander" di Oliver Stone (quello con la Jolie che ha un figlio più giovane di lei di due anni e Colin Farrell biondo con la ricrescita di tre dita, un colossal nel senso di colossale boiata). Un film che, in quella scena ci fece urlare all'unisono: "Ma come, Il Persiano lo fa Raz Degaaan??!" Lo stesso sconcerto di quando vedemmo Ciribiribì Kodak nel cristo di Gibson e la Bellucci in "Matrix".
Sul fronte cattivi, l'imperatore è un grande attore ma ormai più bollito di una salama da sugo. L'indimenticabile Rutger Hauer di "Blade Runner" e "The Hitcher" che da giovane avrebbe distrutto Raz con un battito di ciglia ed ora si potrebbe soprannominare "Sta Federico imperatore in coma".
Non manca neppure Murray "Salieri" Abraham, sorta di attore feticcio di Martinelli che lo aveva già impiegato in quel capolavoro assoluto del cinema complottista, una fotocopia fatta con il toner esaurito del "JFK" di Stone che era "Piazza delle Cinque Lune".
La trama è facilmente intuibile: Federico Barbarossa il "tudésc" (che Bossi voleva ribattezzare Barbaverde ma è poi stato sconsigliato dal farlo), opprime i milanesi con ingiuste gabelle e nega loro la libbertà. Alberto da Giussano prende in mano la situazione e ti organizza una rivolta, sempre con il capello spettinato ma che, abbinato con quegli occhioni blu, ti buca lo schermo.
Tra carrocci in fiamme alle porte di Tannhauser e cose che noi cinefili con potremmo mai immaginare, si celebra il tronfio-trionfo della Lega.
Sui titoli di coda non scorre il solito disclaimer ma una doverosa variante: "Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti NON è puramente casuale."
Non manca neppure Murray "Salieri" Abraham, sorta di attore feticcio di Martinelli che lo aveva già impiegato in quel capolavoro assoluto del cinema complottista, una fotocopia fatta con il toner esaurito del "JFK" di Stone che era "Piazza delle Cinque Lune".
La trama è facilmente intuibile: Federico Barbarossa il "tudésc" (che Bossi voleva ribattezzare Barbaverde ma è poi stato sconsigliato dal farlo), opprime i milanesi con ingiuste gabelle e nega loro la libbertà. Alberto da Giussano prende in mano la situazione e ti organizza una rivolta, sempre con il capello spettinato ma che, abbinato con quegli occhioni blu, ti buca lo schermo.
Tra carrocci in fiamme alle porte di Tannhauser e cose che noi cinefili con potremmo mai immaginare, si celebra il tronfio-trionfo della Lega.
Sui titoli di coda non scorre il solito disclaimer ma una doverosa variante: "Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti NON è puramente casuale."
Disclaimer - Il film "Barbarossa" di Renzo Martinelli è sicuramente un capolavoro assoluto del cinema, superiore alle epiche di DeMille, ad "Ivan il Terribile" di S. M. Ejzenstein e ad "Attila flagello di Dio" di Castellano e Pipolo. Nessuno se ne abbia a male. Si ride per non piangere.
Ma cosa pretendi? Un film semplice per anime semplici, mica sono intellettuali snob loro, sono duri padani! (mi vergogno per loro)
RispondiEliminaElena
E per giunta le comparse dalla parte dei Giussaniani erano tutti rumeni.
RispondiEliminaNoooo, non è possibileee !
Non ho visto ancora nulla ma sicuramente il trucco c'è, ovvero che probabilmente sono tutti rumeni del nord.
Il film "Barbarossa" di Renzo Martinelli ...
Ma insomma, povero Martinelli, cos'è che diceva di lui A. Saccà ?
un film stile gladiatore con Bossi l'emiparalizzato a fare la comparsa?
RispondiEliminaimmagino la scena:
"al mio segnale scatenate...l'inferMo!" :)
Murray "Salieri" Abraham ... la ragazza ha studiato ;-)
RispondiEliminaIl cameo di Bossi è qualcosa di devastante,'utilizzo del mezzo cinematografico a fini propagandistici'.
Siamo in Korea del nord o in It ... pardon, Padania?
E' questo la contropartita 'per il nord' da mettere sulla bilancia a soppesare tante concessioni fatte al Dellutresco nanetto?
Detesto il mio paese natio.
lo sghignazzo continua: cercando notizie sul film dopo il tuo esilarante post mi sono imbattuto in questa dichiarazione del ministro Castelli:“non si capisce perche’ la Commissione dell’Anica non abbia aspettato fino a domani per decidere quale fosse il film italiano candidato all’Oscar, visto che proprio domani verra’ presentato ‘Barbarossa’ di Renzo Martinelli?. “Il film su ‘Barbarossa’, che domani sarà presentato al Castello Sforzesco a Milano, promette di essere uno dei piu’ grandi kolossal mai realizzato in Italia e quindi sicuramente degno di essere giudicato tra i film meritevoli di rappresentare il Paese nella gara dei premi Oscar. I casi sono due: o vi era una scadenza da rispettare e allora nulla quaestio oppure tutta questa fretta appare sospetta e una trovata meramente commerciale“.
RispondiEliminaA parte altre considerazioni, diciamo artistiche, chi è il produttore di Baaria?
sempre ridendo per non piangere..
:)
c'e' poco da ridere e'una cosa seria,l'unico appunto che si puo' fare e' che si sono dimenticati di un personaggio chiave,il druido.
RispondiEliminail druido con la pozione magica dov'e'?
Io ho l'enorme fortuna di essere giussanese! E' un vero onore per me sapere che la mia città natale è famosa al mondo per il simbolo della lega nord...
RispondiEliminaTra l'altro, ora che la giunta è passata al centrodestra, il giornalino del comune, che prima si chiamava solo "Giussano" ora ha un'aggiunta: "La città dell'Alberto". (Giuro!)
...
Sei andata a vedere il film? Hai scaricato una copia pirata da Pirate Bay? Come hai potuto?!
RispondiEliminaAdesso sei infetta! Come quelli che guardavano la videocassetta in The ring.
Grazie per aver sacrificato il tuo equilibrio psichico per il nobile dovere d'informazione.
"c'e' poco da ridere e'una cosa seria,l'unico appunto che si puo' fare e' che si sono dimenticati di un personaggio chiave,il druido.
RispondiEliminail druido con la pozione magica dov'e'?"
Questo mi fa pensare a uno dei capolavori degli ultimi anni ovvero "Druids", la risposta francese (un film su Vercingetorige) a "Il gladiatore", con uno smagliante Christopher Lambert come protagonista.
Penso che TUTTI dovrebbero vedere quel film, al cui confronto "Attila Flagello di Dio" è "Spartaco" di Kubrick.
Non so perchè ma sospetto che il nuovo capolavoro di Martinelli si muova sulla stessa scia.
Ci sarà anche poco da ridere ma la recensione alla fiction invereconda mi sta facendo sbellicare; mi salvo il post e me lo tengo in serbo per i futuri momenti di depressione acuta. Il cuor mi dice che non mancheranno.
RispondiEliminaDopo di che. E riferendomi al commento di Elena. Io mi sarei un po' stufata di vergognarmi per conto di un manipolo di stolti col QI di un lichene e con l'hobby del razzismo.
Siamo generosi e lasciamo la vergogna e l'imbarazzo interamente sulle loro spalle.
Bossi è talmente ignorante ('ignurant cume na vaca' diciamo in lombardia) che non sa neppure che Como, città di molti leghisti, era dalla parte del Barbarossa e contro il carroccio. Anche oggi, a combattere con l'arma della discussione contro questa massa di poveri ignoranti, siamo in molti qui a Milano
RispondiEliminaspero si sia capito che il mio"c'e' poco da ridere e'una cosa seria"fosse in senso ironico.
RispondiEliminalungi da me l'accomunanza con"Re Renzo-0"
Ma veniamo al punto: manco il minimo di occhio artistico hanno sti inaccettabili fascistoni italiani di bassa lega (ops!).
RispondiEliminaIn compenso, del gusto hitleriano hanno ereditato tutta la propaganda nazionalpopolare; un dato su tutti: come il dittatore Hitler andava blaterando alla radio che la razza ariana era quella pura e germanica fatta di uomini alti, belli, biondi, con occhi celesti secondo i tratti nordici più stereotipati mentre lui era tracagnotto, scuro di pelo e pure bruttarello non poco; allo stesso modo, sti berlusconiani addestrati al dio quattrino vanno in giro a celebrare la superiorità della razza leghista (?) arruolando dei rom come perfetti rappresentanti dei loro predecessori!
Che pena mi fa quest’Italia trashiona e indifferente al brutto.
Un post così divertente era da molto tempo che non lo leggevo!
RispondiElimina:-)
"Carrocci da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Rho"...
RispondiEliminaO Dei del www, mantenete la Lame in questo stato di grazia ancora per tanto tempo!
@Bea, io ci provo, a non vergognarmi, ma sono miei concittadini cattivi e meschini, che piegano persino la storia ai loro sporchi obiettivi. Vivo nella stessa città di salvini e degli autobus piombati per clandestini, e questa gente governa, per ora. Alla faccia del culturame di brunetta! A proposito, gli avranno anche dato dei soldi, a quest'uomo, per fare questo capolavoro... Oggi ho letto che Castelli era indignato perché voleva mandarlo agli Oscar, a proposito di vergogna...
RispondiEliminaElena
Decisamente i tuoi post hanno una marcia in più...quella che manca a Bossi.
RispondiEliminaCiao
Silvana
Però Bossi ha più consensi...
RispondiEliminala "taragna-fiction"
RispondiEliminaah ah ah ah ah
non posso smettere di ridere.
:D :D :D :D
non riesco...
Riso amaro!
RispondiElimina:D
Ma possibile che i campioni del celodurismo, la corrente di pensiero benedetta da Bossi e da tutto il popolo degli elmi cornuti, non abbiano pensato a reclutare per questa pellicola - destinata a rilanciare il cinema di Carmine Gallone - il massimo esponente onorario di quella corrente, ossia il grande e lungo Rocco Siffredi? O, in subordine, il grande Hulk, che quello ce l'ha verde al naturale.
RispondiEliminaVisto che quelli della lega poco conoscono la storia, proporrei un film narrante la vera storia dell’Unità d’Italia. La vera storia di come il nord defraudò tutte le ricchezze del Regno delle due Sicilie. L’Unità d’Italia, che fu più che altro una guerra civile, fu solo il pretesto perché il nord potesse sfruttare le risorse di quella che era la terza potenza economica d’Europa. Sì, avete capito bene, Il Regno delle due Sicilie era la terza potenza economica d’Europa! E sapete come e quando nasce la mafia?
RispondiElimina@ paolo
RispondiEliminaper dirti la verità, tra "Baarìa" e "Padanerìa" non saprei quale pizza buttare per prima dalla torre. Tornatore mi sta leggermente molto sui cosiddetti. Mi è bastato quell'interminabile sega-movie che era "Maléna" con la Bellucci.
O-rendo.
@ rossoallosso
il Mago Merdino
@ Garguz
Ma cosa mi dici mai... ;-)
@ Goodidea
ma siamo matti? Lo guarderò quando avrò prima visto tutti i miei 750 titoli in DVD.
@Cachorro Quente
però, anche tu, vedere un film con Christoph Lambert... Eri avvisato.
@ atticus
infatti, a pensarci bene, che ci faceva "l'imperatore in Como?"
@ albigin
Rocco è un grande autore di remake in chiave porno. Ho ancora i lucciconi agli occhi per una sua versione hard delle avventure di Marco Polo.
@ lolle
c'è un film bellissimo sul banditismo che ti consiglio: "Il brigante di Tacca del Lupo" di Pietro Germi, 1952 con Amedeo Nazzari.