Tre cose, tre luoghi comuni affollatissimi, tre banalità che non si possono proprio più sentire.
La citazione del titolo del famigerato romanzo di Gabriel Garcia Marquez "Cronaca di una morte annunciata" in tutte le salse e tipicamente per accompagnare la notizia della quotidiana calamità naturale o criminale al telegiornale. (Es: "Cronaca di un disastro/crollo/ annunciato". Oltre alla morte modello base, ovviamente.) Un classico del giornalismo fatto con il generatore automatico di luoghi comuni.
Lo sfruttamento stile stabilimento tessile indonesiano della povera poesia "Soldati" di Giuseppe Ungaretti che recita: "Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". Molto amata dai facebookiniani in vena di facezie ma in carenza congenita di fantasia. Io ne leggo almeno tre o quattro citazioni al giorno. Decisamente troppe. E' molto contagiosa. Credo una volta di essermela presa anch'io.
La citazione cinematografica: "E' la stampa, bellezza!" con, al posto della stampa, qualsiasi cosa frulli in quel momento all'estensore della banalità. Forse la più insopportabile. Come rovinare il bellissimo momento di denuncia anticensura di Humphrey Bogart del film "L'ultima minaccia". Molto amata a sinistra come tutte le cose di sinistra da rovinare banalizzandole.
provocazione per provocazione non si potrebbe stabilire un'accisa straordinaria sui luoghi comuni pronunciati in pubblico previa compilazione pubblico registro...suvvia sono meno vitali dell'aria che respirate come precario tifo per "se ti adatti e non hai la puzza al naso un lavoro lo trovi sempre" diciamo 20 euri quelli sessistio razzisti tipo le donne violentate che se la sono cercata 50 in su
RispondiEliminaCaro Massimo, ai precari non passano i punti e le virgole? Abbi pietà della mia dislessia. ;-)
RispondiEliminaPurtroppo le banalità sono facili e ultimamente passano anche per libertà di espressione, vedi i recenti interventi di Michele Serra sulla comunicazione banale e banalizzante in twitter (io aggiungo anche fb e una gran quantità di blog). Interventi condivisibilissimi e che anziché far riflettere hanno fatto alzare le barriere a molti stupratori del linguaggio e dei concetti.
RispondiEliminail problema vero è che spesso la comunicazione non comunica nulla. Non sarebbe male si provasse a trasmettere qualche idea, qualche concetto...magari anche per sbaglio...
RispondiEliminaIn assenza di ciò il luogo comune è la via più breve per la fatturazione del pezzo (se pagato) o del riempimento dello spazio gratuito. Insomma l'uso del luogo comune è lo specifico del povero di spirito e di cultura. Generazione copia-incolla..