Vedete, io sono d'accordo che sul'art. 18 la CGIL e la FIOM ci si sono un po' amminchiate e ne stanno facendo una questione d'onore.
Però, d'altra parte, come fa "la" Fornero a rimanere seria quando sostiene che, fatta la Grande Riforma del Lavoro, gli investitori non fuggiranno più dall'Italia? A dire che "l'obiettivo della riforma del lavoro è quello di rendere l'economia italiana maggiormente attrattiva rispetto a disinvestimenti, ad aziende che magari chiudono qui per aprire in Serbia"?
Quindi, inferendo un po' alla membro di cane, approvata la riforma italiana la Serbia, per correttezza e cavalleria nei confronti della prof italiana, d'ora in poi farà pagare le tasse alle aziende che delocalizzano sul suo territorio, non farà più ponti d'oro agli imprenditori italiani e non gli farà più scopare le sorelle a gratis?
Quella della Fornero è per caso una riforma che abbassa significativamente la pressione fiscale sulle aziende, introduce incentivi fiscali sostanziosi al reinvestimento, detassa del 50% le nuove assunzioni o si limita praticamente a disarmare l'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, rendendo di fatto più facile licenziare i dipendenti?
E' una riforma che introduce controlli fiscali seri sulle aziende che piangono per la crisi minacciando licenziamenti di massa e rende di nuovo un reato il falso in bilancio per evitare trucchetti contabili ad hoc?
E' una riforma che eliminerà la corruzione endemica italiana che obbliga gli imprenditori a pagare tangenti agli amministratori locali e a mantenere la casta della politica? La Triplice Mafiosa si ritirerà in buon ordine e cesserà di incendiare il capannone all'imprenditore che, volendo investire al Sud, non vuole però pagare il pizzo alla cosca? La Mafia rinuncerà ad infiltrarsi nei gangli vitali dell'economia del Nord fino a rendersi invisibile ed inafferrabile come un virus silente che distrugge l'ospite?
Ma davvero "la" Fornero è convinta che il celodurismo padronale, che considera il poter licenziare a peto libero l'equivalente del Cialis, sia l'unica risposta possibile alla crisi economica mondiale?
Con Mario 9000 che, dopo esserci calato le mutande ed essersi posto a cul busone di fronte ai tassisti, dice che "il governo non farà più concessioni alle categorie come negli anni passati"?
Cos'è, uno scherzo?
Se è per questo la riforma Fornero non ha fatto nulla nemmeno per combattere il surriscaldamento globale, la siccità e l'acne giovanile, e nemmeno troverà la cura per il cancro.
RispondiEliminaMa da qualcosa si dovrà pur cominciare.
La mafia prospera dove manca il lavoro, la corruzione è endemica dove c'è troppa burocrazia; la povertà è inevitabile se la produttività è scarsa.
Le tasse non si possono abbassare, perchè servono per pagare le pensioni a un esercito di anziani in perfette condizioni fisiche e nulla facenti, gli sgravi fiscali non possono essere attuati, perché allo stato servono soldi per pagare stipendi e prebende a un gigantesco apparato statale.
Per cercare di migliorare le cose si deve partire dal lavoro, l'unica speranza è data dall'efficienza, dalla produttività del lavoro.
Tu da dove avresti cominciato?
Marcello, da dove avrei cominciato l'ho scritto nel post. Non mi stai attento?
RispondiEliminaLa Mafia, aggiornati, prospera dove si fanno gli affari. Attualmente al Nord. Le tasse non si possono abbassare perché ciò significherebbe lotta vera e dura all'evasione e anche loro tengono famiglia.
Per i vecchi nullafacenti e che magari hanno cominciato a lavorare a 14 anni, che proposte hai, le camere a gas?
L'efficienza nel lavoro, secondo te, passa solo dal poter licenziare il dipendente?
non è uno scherzo, ma l'ennesima presa per il c.
RispondiElimina@marcello: tra i pensionati ci sono anch'io, non sono né qanziana né vecchia, ho diciamo 51 anni ma sono una vittima della strada e da quasi 10 anni sono cieca del tutto, mi devo sentire in colpa se lo stato mi da 1000 euro al mese per sopravvivere nelle mie condizioni, dopo che per anni ho versato somme inquitanti all'inps quando potevo lavorare? tra l'altro abito da qualche anno in calabria (ma sto per andarmene) dove manca il lavoro ma solo perché, al contrario di quanto dici tu, è perché sto nella patria della 'ndrangheta.
certo nel gran casino creato dal nano-ventennio bisogna ricominciare da zero, ma perché solo e sempre da chi è onesto, da chi vive di poco e non appartiene a nessuna loggia? cominciare da una bella patrimoniale non era meglio? pensare davvero di finirla con gli armamenti poi come la vedi? e che dire dell'abolizione delle province? a me non dispiace la fornero, ma dovrebbe ragionare dalla parte di chi dice di avere a cuore, cioè dei giovani, riferendomi a quelli meno fortunati della figlia...
@ Blindsight
RispondiEliminami dispiace per te, ma non sei certo un caso rappresentativo. Come saprai non tutti i pensionati sono invalidi, anzi, molti invalidi non possono andare in pensione, e tra quelli che ci sono, una buona parte non sono affatto invalidi, tanto che li vedo spesso in giro a fare lavoro nero.
La pensione non è uno stipendio di anzianità, e non è un diritto divino.
Per avere la pensione è necessario che qualcuno te la paghi.
Se invece di erogarlo lo "stato" entità astratta e incorporea, a darti 1000 euro al mese fosse un nipote che sopravvive a stento, che per darti i mille euro rinuncia ai vestiti per i suoi bambini, ti sentiresti in colpa? sono sicuro di si, ma siccome a pagarli sono una massa indistinta e anonima di nipoti degli altri, la cosa non ti tange.
Tu dici che la tua pensione non è altro che il capitale accumulato quando lavoravi, ma se fosse veramente così ci sarebbe un limite.
Mettiamo che, per esempio, hai versato l'equivalente di 100.000 euro di oggi. A 1000 euro al mese ti spetterebbero 100 mesi di pensione, poi basta. Se campi di più (te lo auguro di cuore) gli altri mesi chi ti paga?
Conosco militari che hanno usufruito della pensione dopo 17 anni di servizio, e che non vedevano l'ora di andare in pensione per aprire una trattoria.
Al sud non c'è lavoro perchè c'è la mafia, e c'è la mafia perchè non c'è lavoro.
RispondiEliminaE quindi?
Nessuno verrà ad investire al sud da fuori.
Il lavoro deve arrivare da chi abita al sud e vorrebbe riscattarsi.
Come lo si aiuta chi vuole aprire un'attività a Reggio Calabria?
Costringendolo a sposarsi con i suoi dipendenti?
@ Lame
RispondiEliminail bilancio dello stato
- 700 miliardi di uscite (spesa corrente + debito pubblico)
- 400 miliardi di introiti fiscali
Sono d'accordo con te sul diminuire le tasse, ho la partita IVA, figurati se non sono d'accordo.
Ma spiegami cosa tagliare. Con le cifre, con i numeri, a dire "eliminiamo le province, eliminiamo i rimborsi elettorali" è capace anche beppe grillo a dire cazzate così.. Ok, le eliminiamo subito rimborsi e province, quanto si risparmia? e il resto?
@ Marcello
RispondiEliminaOk, tutto giusto. Cazzo c'entra l'articolo 18? Spiegamelo. Perché, zio can, sarei anche stufo di arrampicate sugli specchi fatte sulla carne viva dei lavoratori più deboli. E meno deboli anche. Perché forse non ci siamo ancora resi ben conto che l'articolo 18 riguarda tutti noi e anche, guarda un po', quegli sfigati dei nostri figli che si ritroveranno a mangiare la melma che stiamo producendo, in questo delirio di facciamounpocomecazzociparismo.
Quando si arriva al punto in cui ogni lavoratore attivo, non più di uno su 4 italiani, ha un debito reale di 120 mila euro per conto dello stato, oltre magari quelli che ha già per conto proprio, diventa maledettamente difficile raddrizzare la barca senza buttare a mare qualcuno dei passeggeri.
RispondiEliminaFatta questa banale quanto ovvia premessa, direi che noi dobbiamo scegliere quanto possiamo diversificarci dalla media europea, visto che non abbiamo nessuna speranza di sopravvivere fuori dell'Euro.
Fra 10 - 15 anni una buona metà della nostra economia sarà nelle mani di imprenditori cinesi ed indiani, ricchi, potenti e spregiudicati.
Come possiamo ridurre il trend ??
Diventando più efficienti e meno indebitati, in modo da essere meno ricattabili.
Al confronto con quel che ci attende, l'articolo 18 mi pare una quisquilia da poco conto.
Sono un lavoratore autonomo da oltre 30 anni, ed ho dato per scontato che andrò in pensione a 75 anni.
Ogni giorno vengo assunto alle 8 e licenziato alle 20.
Sagra
@ nik80
RispondiEliminaImmagina di voler aprire una falegnameria. Ti servono, tra impiegati e operai una ventina di persone. Chiedi un mutuo alla banca, fai un'ipoteca sulla casa, ti fai prestare i soldi dai parenti. Non sai se andrà bene o andrà male, il 50% delle nuove imprese chiudi nei primi anni.
Ogni mese devi tirare fuori 40.000 euro tra stipendi e contributi, anche i mesi che vai in rosso.
Immagina di essere tu quell'imprenditore. immagina di pensarci su e di riflettere sul fatto che a fine mese devi trovare 40.000 euro. di ogni mese.
Influisce o no l'art. 18? influisce o no che non puoi cacciare via con un calcio in culo quello che passa la giornata a non fare un cazzo?
@marcello: i disabili allora si devono buttare tutti dalla rupe tarpea? non è stata una mia scelta avere una pensione dallo stato, se questo pensasse seriamente alla sicurezza stradale non ne avrei avuto bisogno, non credi? la pensione che prendo è dell'inps, ma come invalida, non come pensionata lavoratrice, quella m'hanno risposto che me la daranno quando avrò l'età pensionabile!! sai quante tasse paghiamo per cose inutili? per anni sulle buste paga c'era la voce gescal, le case dei lavoratori, mai date e forse mai costruite, ma sono miliardi, poi ci sono le accise: controlla bene a chi vanno e quali sono tutte, ti verrà da ridere e ti chiederai dove mettono quei soldi.
RispondiEliminatu conosci militari che volevano aprire trattorie, io conosco militari che si sono dovuti arruolare per non morire di fame e molti sono morti (inutilmente tra l'altro).
perché non tagliano le pensioni ai ciechi di guerra, quelli che la guerra non l'hanno mai fatta ma hanno solo rotto le 00 con una mina giocando da ragazzi?? anche se prima taglierei le mega pensioni di tanti politici..
insomma perché farci il mazzo a noi che non c'entriamo niente con quel debito pubblico?
e perché non obbligano le istituzioni a pagare i loro debiti ai creditori evitando così i suicidi degli imprenditori che lo fanno per troppi crediti (asl, regioni, province ecc.).
la regione lazio dal 2010 deve ancora pagarmi un mega lavoro fatto al fiction fest, non hanno i soldi, ma l'anno scorso lo hanno rifatto di nuovo, pensa te..
se tagliassero dove devono forse staremmo tutti un po' meglio e i disbaili e i pensionati non sarebbero quell'enorme zavorra per la società che descrivi tu, o sbaglio?
No, i disabili devono ricevere assistenza dallo stato come in ogni nazione civile, e assistenza non significa rendita.
RispondiEliminaOgni anno l'INPS spende 280 miliardi.
I vecchietti con più di 65 anni sono 12 milioni, quelli giovani come te che non possono lavorare quanti saranno? altri 3 milioni ad essere esagerati? ok, diciamo 3 milioni, e fanno 15.
mille euro al mese per un anno = 12.000 euro x 15 milioni di beneficiari fanno 180 miliardi l'anno. Che cazzo di fine fanno gli altri 100 miliardi?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@Blindisight + Marcello
RispondiElimina"... la regione lazio dal 2010 deve ancora pagarmi ...
Un mio cliente è fallito aspettando il pagamento che gli spettava ...
Infatti è proprio questa la situazione e su questo almeno siamo tutti d'accordo visto che l'infame stato pseudo-mafioso, di cui certe regioni sono la degna propaggine, deve almeno 70 miliardi di Euro ai privati (imprese, professionisti, ecc.) suoi fornitori ... tanto per rimarcare il fatto che la politica (e gli appartenenti a poco onorate società del terzo tipo) ci hanno messo molto del loro per amplificare la crisi.
Come giustamente si rimarca, in questa schifezza d'ambiente socio-economico, adesso stanno ragionando se con tutti questi nuovi risparmi si possono permettere di prendere qualche aereo militare F35 (alias "Eurofighter") in più o in meno (della serie l'NWO innanzitutto).
In questa situazione sorge il dubbio che forse hanno utilizzato e stanno utilizzando la crisi per ASSEDIARE economicamente le imprese (medio-piccole) e le persone non colluse / relativamente pulite al fine di prendere, prima o poi, possesso delle attività di un qualche interesse che, in queste condizioni (artificialmente create), non si riescono più a sostenere.
A me di tutta questa storia dà fastidio l'ipocrisia: nessuno del governo che dica:"sì vogliamo abolire l'articolo 18 perchè cacciando i cinquantenni di oggi assumiamo due giovani allo stesso costo, perchè per essere competitivi sui mercati dobbiamo pagare la forza lavoro il meno possibile".
RispondiEliminaStipendi da fame, vite sempre più precarie. Questo è il prezzo da pagare. Ditelo almeno!!
Come previsto, le commissioni bancarie cancellate via emendamento dal decreto liberalizzazioni, sono tornate. Un business che per le banche valeva centinaia di milioni di euro.
RispondiEliminaIl decreto legge sulle liberalizzazioni è legge dello Stato, passato definitivamente alla Camera, il 22 marzo scorso, con 365 voti favorevoli, 61 contrari e 6 astenuti, nonostante la mancanza di ben 5 (cinque) norme prive della necessaria copertura finanziaria. L’ennesima truffa a danno del Popolo italiano
Secondo i dati contenuti nel Supplemento al Bollettino Statistico n° 15 del 15/03/2012 dedicato alla “Finanza pubblica, fabbisogno e debito” e resi noti dalla Banca d’Italia, nel mese di gennaio il debito delle amministrazioni pubbliche è aumentato di 37,9 miliardi rispetto a dicembre 2011, portandosi a 1.935,829 miliardi di euro e stabilendo un nuovo record, rispetto a quello precedentemente toccato nel mese di luglio 2011.
“Specialisti in titoli di Stato“, ossia operatori che svolgono la funzione di market maker per cui sono sottoposti ad obblighi sostanzialmente maggiori rispetto agli altri operatori, sia in termini di sottoscrizioni nelle aste dei titoli di Stato sia in termini di negoziazione di volumi sul mercato telematico, che godendo di un contatto più stretto con il Tesoro (ad es: sono a loro riservate riaperture di aste e possono usufruire di finanziamenti per importi limitati a tassi agevolati) comprano il nostro debito rivendendolo subito dopo, aumentando così in modo esponenziale gli interessi sul debito pubblico:
Barclays Bank PLC
Banca IMI SpA
UniCredit Banca AG
JP Morgan Securities LTD
Deutsche Bank AG
Quello che però non viene detto all’opinione pubblica, da taluni consumati ma fidati pennivendoli mestieranti con velleità d’autore molto più impegnati a fare i porci comodi di chi li paga, è che questa banda di “specialisti“, oltre a guadagnare su tonnellate di denaro pubblico, e nella gestione di Titoli di Stato italiani, sono per lo più banche straniere (clicca qui). Ricordate il che l’usuraia Banca Centrale Europea ha fatto all’esercito del credito che ci ha condotto sul baratro (ben 800 banche in lista d’attesa) erogando 529,531 miliardi di euro di fondi, nella seconda operazione straordinaria di finanziamento a tre anni, al tasso di interesse dell’1%? Quelle stesse banche utilizzeranno poi quei fondi per acquistare i titoli di stato dei paesi europei e guadagnarci dal 2% al 10% e più a seconda dello Stato che emette i titoli. Italia compresa.
Che triste storia per il Corriere della Sera, il quotidiano di Via Solferino si trova a dover fare i conti con lettrici e lettori consapevoli, che non hanno ingoiato le menzogne istituzionali sulla riforma del mercato del lavoro. E quando la verità è scomoda la si caccia via dalla pagina.
RispondiEliminaUna storia misera che rende bene l'idea dello stato dell'informazione in Italia, per nulla superato con la caduta di Berlusconi. La cronaca è semplice, di mattina presto, il quotidiano on line lo fa quasi ogni giorno, è partito il solito sondaggio per captare la volontà dei lettori. La domanda è semplice: La Cgil indice 16 ore di sciopero per difendere l'articolo 18, siete favorevoli o contrari? E quì entriamo nel campo della grafica, un mestiere complesso. Dopo un paio d'ore i contrari allo sciopero risultavano essere la maggioranza, circa il 55% dei votanti, il 45 % favorevoli. Si arriva alla tarda mattinata e il divario rapidamente diminuisce, intorno alle 12 i contrari erano il 51% i favorevoli il 49%. Casualmente e in assenza di rilevanti notizie lo spazio grafico riservato al sondaggio diminuiva visibilmente. Alle 14 i favorevoli allo sciopero erano quasi il 57% i contrari il 43%. Sorpasso avvenuto con ampio margine. In serata la sorpresa, il sondaggio spariva dalla home page, votare risultava impossibile. A quel punto una rapida ricerca in rete e si svela l'arcano: oltre il 59,2% dei votanti al sondaggio hanno dichiarato di appoggiare lo sciopero Sondaggio da far sparire, risultato pericoloso, meglio continuare a far credere che con questa riforma calerà lo spread (peraltro oggi in salita) e usciremo tutti lieti e felici dalla crisi. Del resto, trovando scarsa contestazione anche da Repubblica si erano sparati in tema grandi colpi di cannone fino a dire che l'abrogazione dell'articolo 18 vale 200 punti di spread. Mentono sapendo di mentire e di poter contare su un controllo pressoché totale dei media. Ma le persone in carne e ossa hanno memoria e certe cialtroniaggini cadono nel fango, tanto da essere occultate.
di cosa s’occupa l’art. 18? Di licenziamento senza giusta causa. Tra questi potremmo, ad esempio, annoverare i tentativi della Fiat di licenziare e/o non riassumere quei lavoratori che militino in organizzazioni politiche e sindacali sgradite alla proprietà (nella fattispecie, la Fiom), giusto per ricordare alcuni degli episodi più recenti e conosciuti. I licenziamenti con giusta causa (o perchè dovuti ad oggettivi malcomportamenti del dipendente con tanto di risvolti in termini civili e penali, o perchè l’azienda deve ridimensionare il proprio personale a causa di problematiche d’ordine industriale o finanziario) non rientrano invece tra quelli contemplati dall’art. 18 e pertanto è demagogico e fuorviante l’atteggiamento di quanti, nel nome dell’efficientismo economico e produttivo del paese, ne invocano l’abrogazione. Nessun imprenditore che si trovi nella necessità di ridimensionare il proprio personale per problemi di stanca del mercato od altro è costretto a mantenere i propri dipendenti, contro la sua volontà e contro la salute dei suoi libri contabili, per colpa dell’art. 18. In tal caso, infatti, il licenziamento avviene per giusta causa e all’azienda resta solo l’obbligo di non riassumere altro personale per i sei mesi successivi, mentre il lavoratore licenziato ha diritto dapprima alla disoccupazione e quindi alla mobilità.
RispondiElimina@ Marcello "Influisce l'articolo 18?"
RispondiEliminaNo, non influisce. Se vado in rosso oppure se vengono meno i rapporti di fiducia perché un dipendente non lavora come da contratto oppure devo fare un riassetto aziendale, c'è la giusta causa e posso licenziare.
@ nik88
RispondiEliminaIn teoria è come dici tu.
In pratica è impossibile.
Si possono fare solo licenziamenti collettivi dimostrando (davanti a un giudice, con i libri contabili alla mano) che stai in crisi, che non puoi fare altro che licenziare, perché ti sei già venduto casa e ti sei indebitato fino al collo con le banche. Se licenzi meno di 5 persone non puoi mandare via quello che lavora di meno di tutti e fa l'assenteista, tu dici "devo ridurre il personale di tre unità" e loro (i sindacati) scelgono chi mandare via. Inutile dire che difficilmente sceglieranno un iscritto al sindacato, e difficilmente troverai un fancazzista che non si inscrive subito al sindacato appena si accorge di essere stato sgamato.
Se vuoi mandare via una persona che lavora a cazzo di cane, devi dimostrare davanti al giudice, prove alla mano, che quel lavoro poteva essere fatto meglio e in meno tempo. Se lui dichiara "ho segato tutte le assi storte e cui ho messo tutto il giorno perché non mi è stato spiegato bene come divevo fare" sei TU, davanti a un giudice e prove alla mano, a dover dimostrare che in realtà lui è una grandissima testa di cazzo e tu le cose gliele hai spiegate non una, ma sette volte.
In pratica si può licenziare solo se è possibile dimostrare che il dipendente ha agito male per dolo. L'incapacità non è giusta causa. Gente sorpresa a sfasciare le macchine per evitare il turno di notte è stata reintegrata: dichiarava di non averlo fatto apposta, di aver agito colti da raptus.
La dimostrazione delle assurdità delle pretese di questo articolo si sono rivelate completamente solo ora che è stato rovesciato l'onere della prova.
Se un licenziato va dal giudice affermando di essere un operaio diligente e indispensabile cacciato via per capriccio, ora è lui che devi dimostrare al giudice di essere veramente un operaio diligente indispensabile.
I sindacati si lamentano che equivale ad aver abolito l'art. 18, perché è difficilissimo provare una cosa del genere.
Ahhhhh! teste di cazzo, e quando lo dicevamo gli imprenditori che è impossibile provare il dolo?
Spero che ora avrai capito perché una falegnameria con 14 operai preferisce chiudere o assumere tutti in nero piuttosto che far entrare i sindacati.
Capirai anche perché l'Italia è il paese europeo con la percentuale maggiore di ditte piccolissime (<15 dipendenti) rispetto alle grandi; e una ditta piccola, salvo rare eccezioni, non può essere più competitiva di una grande.
Scusa Lame se ti ho intasato il blog con parole non mie ma riportando analisi e fatti ho voluto dimostrare come ancora una volta la strategia del "divide et impera" messa in atto dal governo,dall'opposizione e pure dai sindacati stia funzionando benissimo.
RispondiEliminaè una guerra tra poveri la nostra,imprenditori ,artigiani,operai,commercianti tutti a scannarci tra noi cercando di salvaguardare il proprio orticello perdendo di vista la comunità nel suo insieme, e tutti,se continua questo stato di cose,destinati all'oblio dei "bei tempi che fu"
http://www.youtube.com/watch?v=6MEiwKSAmio
In merito all'art. 18 e ai rapporti di lavoro in generale bisogna considerare che già adesso ci sono varie figure di inquadramento lavorativo (più o meno retribuito):
RispondiElimina- lo stage;
- l'apprendistato;
- il contratto a progetto;
- il contratto a tempo determinato;
- il contratto a tempo indeterminato.
Oltre a questo, all'inizio del periodo lavorativo, ci sono fino a 3 mesi di prova durante i quali si può risolvere il contratto per un'errata valutazione di partenza.
Questo vuol dire che prima di arrivare al contratto a tempo indeterminato c'è tutta una gamma di strumenti che dovrebbero essere utili a capire se si è o meno interessati ad una data persona.
Anche la risoluzione di un contratto, con diritti e doveri regolati "anche" da un mansionario / regolamento interno e dal rapporto di fiducia, dovrebbe seguire una serie di procedure lineari:
- avvisi verbali;
- avvisi scritti;
- documentazione comportamenti irregolari del lavoratore;
- licenziamento.
Se tutti questi meccanismi non si applicano, non funzionano o non si riesce a farli funzionare, vuol dire che c'è qualcosa di molto grave dentro la società e dubito che il problema sia sempre e solo dalla parte del lavoratore (anche se, come ricorda MARCELLO, i sub-umani malevoli sono sempre in agguato).
Mentre è assolutamente condivisibile voler limitare l'utilizzo dello "stage" a persone che NON hanno ancora completato il loro ciclo di studi (tipicamente universitari causa richiesta di maggior età), oppure voler ridurre a pochi contratti tipo quelli a tempo determinato, le NUOVE proposte di legge sembrano più volte ad AGGIRARE le INEFFICIENZE CRONICHE del sistema (create e fortemente volute dal sistema stesso) con metodi da Far West.
Si noti poi che NON si può continuare ad intralciare in ogni modo il funzionamento della giustizia e poi lamentarsi che NON funziona o è lenta.
Si sono sentite litanie di imprenditori che dicono che in Italia non si riesce a fare meritocrazia e che a mali estremi occorrono estremi rimedi.
Bene, perchè allora non propongono una maggiore differenziazione negli stipendi ove questo possa avere senso (ovvero non nelle produzioni semi-automatizzate) ?
Perchè non applicano alle retribuzioni la famosa curva a U rovesciata di Draghi (altrimenti detta a campana) in cui la parte centrale del periodo di vita lavorativa utile, es. da 30 a 45-50 anni dovrebbe essere remunerata molto più di adesso ?
Perchè non differenziano maggiormente le figure lavorative ?
Dopo tanti buoni proponimenti ecco invece la solita meschinità all'italiana ... la differenza proposta dell'1.4% in più per i contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato NON appare come assolutamente ridicola e non mina alla base - per l'ennesima volta - la CREDIBILITA` dell'intero sistema ?
Se fossimo in un paese serio l'aumento proposto sarebbe stato di almeno il 15% - 20% in più ... invece no hanno solo ricordato che sono ridicoli.
Se si vuole il modello tedesco (come auspicato da anni da Draghi & C.) bisogna dirlo a chiare lettere, ma poi bisogna anche implementarlo per INTERO e NON all'ITALIANA !
Più ausmerzen per tutti.
@Marcello A
RispondiEliminanon volevo scontrarmi con te ma mi costringi visto che fai disinformazione,sembra che tu stia parlando con persone che non abbiano esperienza di ciò che succede nel mondo del lavoro in Italia
"Si possono fare solo licenziamenti collettivi dimostrando (davanti a un giudice, con i libri contabili alla mano) che stai in crisi, che non puoi fare altro che licenziare, perché ti sei già venduto casa e ti sei indebitato fino al collo con le banche. Se licenzi meno di 5 persone non puoi mandare via quello che lavora di meno di tutti e fa l'assenteista, tu dici "devo ridurre il personale di tre unità" e loro (i sindacati) scelgono chi mandare via. Inutile dire che difficilmente sceglieranno un iscritto al sindacato, e difficilmente troverai un fancazzista che non si inscrive subito al sindacato appena si accorge di essere stato sgamato"
PUTTANATE,per esperienza personale
"In pratica si può licenziare solo se è possibile dimostrare che il dipendente ha agito male per dolo. L'incapacità non è giusta causa. Gente sorpresa a sfasciare le macchine per evitare il turno di notte è stata reintegrata: dichiarava di non averlo fatto apposta, di aver agito colti da raptus"
PUTTANATE,per esperienza personale
"Spero che ora avrai capito perché una falegnameria con 14 operai preferisce chiudere o assumere tutti in nero piuttosto che far entrare i sindacati.
Capirai anche perché l'Italia è il paese europeo con la percentuale maggiore di ditte piccolissime (<15 dipendenti) rispetto alle grandi; e una ditta piccola, salvo rare eccezioni, non può essere più competitiva di una grande"
PUTTANATE,con la recidiva che sai benissimo che lo sono,la competività della piccola e media impresa è stato prima dell'avvento del nanismo il motore economico italiano più di FiAT o PArmalat o CIrio o chi cazzo vuoi e il vero motivo del mancato investimento di capitali esteri è sempre stato il palese conflitto di interessi dell'ex pres del cons,chiedere a Sky per conferma e del famoso patto che ha portato la mafia in tutti i settori dell'economia
@adetrax
"Se si vuole il modello tedesco (come auspicato da anni da Draghi & C.) bisogna dirlo a chiare lettere, ma poi bisogna anche implementarlo per INTERO e NON all'ITALIANA !"
ti straquoto
Parli di modello tedesco a me? Magari! sarei d'accordissimo. Ma tutto però, non solo il pezzetto dello stipendio maggiore e del posto assicurato, come pensate voi... in Germania non scherzano, a quelli della Fiom gli darebbero la camera a gas.
RispondiElimina"Qualche esempio: un impiegato licenziato per aver caricato il telefonino a spese dell’azienda (danno 0,014 euro). Oppure l’infermiere di un ospedale buttato fuori per aver raccattato due panini destinati al vitto dei malati. O ancora, l’inserviente di un supermercato mandata a casa per aver mangiato un paio di caramelle prese da uno scaffale.
Il caso più famoso riguarda una cassiera della catena Tengelmann (una specie di Esselunga locale), che aveva trattenuto per sé due buoni sconto dal valore complessivo di 1,30 euro. Il tribunale del lavoro ha dichiarato assolutamente valido il licenziamento. Per difendere la donna, che aveva un’anzianità aziendale di ben 31 anni, è intervenuto persino il presidente del Parlamento: «Una sentenza barbara». Solo il tribunale federale del lavoro (la più alta istanza giudiziaria) ha cassato il provvedimento e ordinato il reintegro.
Si è trattato di un’eccezione. Perché l’obbligo di riassunzione, anche nei casi di licenziamento per motivi banali, è raro. E di solito il procedimento giudiziario finisce con la conferma dell’allontanamento dal lavoro o con un accordo tra le parti. Il principio è che non conta tanto l’entità del danno causato, quanto la rottura del rapporto di fiducia. È tutto è la conseguenza, forse paradossale, di un sistema che si regge sulla partecipazione, a 360 gradi, dei lavoratori alla vita dell’azienda e che nei grandi gruppi è basato sulla celebrata Mitbestimmung. (...) in Germania sono i sindacati a dover decidere insieme all’azienda chi lasciare a casa, mediando tra esigenze produttive e problemi personali e familiari: «Dopo l’accordo sugli esuberi venne da me il presidente del Consiglio di fabbrica e mi pregò di licenziare non 120 ma 140 persone. Assumendo però i 20 apprendisti che terminavano il contratto, perché erano loro il futuro dell’azienda». "
Guarda caso, hai mai sentito chiedere a un sindacalista l'applicazione integrale del modelo tedesco?
@Marcello
RispondiEliminacontinui a far confusione,in Germania pure l'imprenditore che assume operai in nero perchè non vuole i sindacati viene preso a calci in culo
Germania. Germania!
RispondiEliminaInutile fare paragoni sul metodo quando i paragoni sono accettabili solo quando fatti sul diverso modo di pensare e sul diverso comportamento che ne deriva.
Che poi fare dei distinguo sul costo dell’oggetto rubato li trovo dei distinguo squisitamente (e soltanto) italiani: rubare un euro o rubarne centomila nel luogo dove lavori è sempre rubare, è sempre usurpare della fiducia data. Quindi dire via, a casa e avanti un altro è cosa giusta: è il principio che conta.
È ben per questo principio che i politici nordici devono dimettersi per aver noleggiato una videocassetta con la carta del Ministero, mentre i politici italiani, a furia di dire che rubare poco non è rubare, che non conta, che è stato uno sbaglio, che si può chiudere un occhio, non si dimettono mai.
È il principio che conta: rubare è sempre rubare.
‘Sta storia di aziende grandi grandi grandi mi ha veramente rotto le palle.
Perché se no non possiamo competere nel mondo!, si dice.
Epperchè mai dobbiamo andare a competere nel mondo?, perché non possiamo competere nel nostro territorio, nelle nostre vicinanze, con aziende medio piccole che hanno più contatto con i clienti, con il territorio, con la realtà locale, e magari aziende non completamente disumane nel modo di operare perché ancora tengono alla propria reputazione e alla propria immagine. E a quello che pensano i “vicinissimi” clienti.
E magari cominciare a fare delle leggine su questo, invece di smanettare con il 18, il 19 e il 23.
@rossoalloso
RispondiEliminacerto, e infatti l'imprenditore tedesco non ha nulla contro i sindacati.
I sindacalisti tedeschi denunciano i colleghi assenteisti, quelli italiani li difendono... vorrei vedere!
Poi, che da noi ci siano i caporali e gli schiavisti che fanno da contraltare alle cricche dei sindacati, non ci piove.
E allora? lasciamo le cose così o proviamo a cambiarle? e nel caso, da dove si comincia?
@ salazar
RispondiEliminaperchè siamo in sette miliardi, ecco perché.
Per fare 30 zoccoli di legno all'anno agli abitanti del paesino medioevale basta un falegname, che è anche parente e amico dei suoi clienti.
per fare 7 miliardi di converse all'anno a un prezzo che se lo possono comprare tutti, serve una grande multinazionale.
Se sapessi cosa sono le converse forse riuscirei a spiegami perché ne servono 7 miliardi. Una cada uno, tutti uguali. Modello unico.
RispondiEliminaMagari qualche concava la sua porca figura la farebbe. Nel caso.
Comunque la domanda è: bisogna proprio avere una multinazionale? Non è che si possono avere 70.000 fabbriche che ne fanno 100.000 cada.
O 7.000 da un milione?
O 700.000 da 10.000?
L’informazione mainstream ti è proprio entrata dentro eh?, Marcello?
Una multinazionale, unica come il pensiero unico, esattamente quello che decide la multinazionale.
le converse sono le scarpe di gomma più richieste e vendute sul mercato.
RispondiEliminale costruisce l'americana Converse
(http://it.wikipedia.org/wiki/Converse)a milioni, quasi tutti dalle mie parti hanno o ne hanno avuto un paio. Sono comode, ma si consumano presto, se le porti spesso ogni anno ne compri di nuove e butti vie quelle consumate. I ragazzi non se le tolgono praticamente mai.
Invece mio nonno mi raccontava che suo padre andava a lavorare scalzo, portando le scarpe legate per i lacci appese al collo. Lo faceva per non consumarle. Erano costruite a mano dal calzolaio del paese. In tutta la sua vita ne avrà comprato al massimo 3 paia.
Esistono enormi fabbriche dove sfruttano gli operai, che sfornano milioni di automobili ogni anno che costano meno di 2000 euro, (ma fa cagare) come la cinese Geely e altre che ne costruiscono pochissime ma di grande qualità, etrattano i loro dipendenti con i guanti, tipo la Ferrari.
Non so te, ma io non mi potrei mai permettere di acquistare la seconda.
Bene, scarpe. Allora dovevano essere 14 miliardi, non sette: a meno di non essere emulatori del sempre compianto sindaco Lauro.
RispondiEliminaNon uso scarpe di gomma. Anzi, quando non lavoro, proprio non uso scarpe in assoluto: e ben per questo che sono venuto a vivere ai tropici. Ma, nel caso, non userei mai delle scarpe uguali a quelle di tutti gli altri: una scelta tanto poco critica e tanto immersa nel piatto e nel banale da essere quasi imbarazzante.
Questo cosa del “tutti uguali”, dell’omologazione, è forse il maggiore problema del terzo millennio: in pochi ancora inferiscono, troppa fatica, meglio omologarsi, a partire dalle scarpe per arrivare a tutto il resto.
Ammiro molto di più la politica economica del nonno.
Comunque hai parlato di scarpe e di automobili. Prova applicare la la teoria del meglio “70.000 da centomila cada” all’agroalimentare e vediamo cosa ne viene fuori.
@ Marcello
RispondiEliminaperlomeno siamo arrivati entrambi a capire che non è la legge ma chi la applica ad essere fallace così come sono fallaci imprenditori operai e sindacalisti,ciò non toglie ,anzi,certifica ancor più il bisogno di tutela di tutte le componenti.
Devi convenire con me che l'attacco all'art18 sia solo strumentale,funzionale solamente alla macroindustria mettendo una contro l'altra tutte le componenti per poter soffocarle meglio.Se passasse tutto ciò ho paura che dovrà essere la Germania a copiare la nostra riforma,se così si vuol chiamare,e non viceversa,perciò sostengo che si dovrebbe guardare oltre l'art18 e trovare condivisione d'intenti, tralasciando i diktat europei,che garantisca all'imprenditore la sua sopravvivenza ma nel contempo non riduca il dipendente ad un moderno schiavo senza dignità ne speranza.
Tu chiedi a me come fare,ti posso dire che esistono associazioni di categoria e sindacati che dovrebbero essere preposti a risolvere i vari problemi che si pongono ma se questi sono collusi con gli sfaciafamiglie l'unica risposta che so darti è "la piazza"