venerdì 30 novembre 2012

Morire di lavoro

Francesco, 29 anni, morto di lavoro. Morto durante un turno all'ILVA, durante un tornado che si è abbattuto, come un'ennesima piaga biblica, sulla fabbrica che sparge morte ma non si può chiudere perché l'alternativa a perdere quel lavoro, per quelli come Francesco e l'intera Taranto, è morire di fame. 
E che vuoi dire, d'altro? Che c'è chi considera questo sistema, questo orrore, il migliore modo possibile per governare il mondo. Pensate.

2 commenti:

  1. Adetrax22:00

    "... piaga biblica ..."

    "Dies irae" ... un fulmine di ZEUS ha giustamente abbattuto una ciminiera.

    Circa l'incidente mortale in oggetto questo poteva ovviamente essere evitato con un minimo di allarme e sicurezza in più.

    Per quanto riguarda il resto non c'è scusa che tenga, è inutile, sarebbe facile limitare i ragionamenti a considerazioni banali, però poi bisogna anche riflettere sul fatto che a forza di pensare come imbecilli si rischia veramente di diventare imbecilli (nel senso dispregiativo di "imbelli").

    E' pensabile dare tutta la colpa ad un imprenditore ultraottantenne (magari non del tutto a posto con la testa) che si è avvalso di collaboratori e dirigenti particolarmente portati nelle tecniche intimidatorie e corruttive ?

    No, perchè stiamo parlando di un fenomeno che ha coinvolto migliaia o decine di migliaia di persone più o meno responsabili, fino ad arrivare alla politica governativa.

    Proprio nei livelli medio-alti questa facilità, questa predisposizione nel favorire le morti altrui in maniera particolarmente subdola, la si è rilevata in molte altre situazioni che hanno parimenti trovato troppe collaborazioni e condiscendenze per poter essere derubricate alla mera demenza incipiente del capo di turno.

    In effetti si tratta di casi in cui si possono individuare delle logiche ben precise che hanno spaziato dalla produzione dell'amianto (la cui pericolosità mortale era nota ai produttori fin dagli anni '60) a quelle della clinica S. Rita di Milano.

    C'è un filo conduttore, in tutti questi fenomeni, che quasi sicuramente NON è riconducibile solo ai soldi ma a logiche che vengono da ideologie (assolutamente vive e ben presenti) tramandate da un passato remoto particolarmente oscuro e che in determinati individui coincidono con le loro tendenze più istintive e radicate (e questo li collega alle relative zone d'origine di certe idee), tanto che non solo non provano alcun imbarazzo nel praticarle ma forse, addirittura un vero e proprio piacere che però puzza tanto di uova marce.

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  2. Adetrax22:00

    Possiamo definire il caso dell'ILVA l'esempio classico del liberismo mafioso che, soprattutto (ma non solo) sfruttando le privatizzazioni (belle vero ?), si spinge fino al limite della visione nazista 2.0 ?

    Possiamo definirlo un qualcosa che è stato in parte descritto anche dall'ultimo "Miglio verde" ?

    Probabilmente si ed allora non si può non notare che entrambi quei fenomeni, nonché tanti altri, hanno molti elementi base in comune e se 2 + 2 fa 4 non è difficile arrivare a delle conclusioni altrettanto razionali.

    Per quanto possa essere disturbante l'idea, tracce abbastanza evidenti di certe volontà si ritrovano in molte opere letterarie, musicali e cinematografiche ... e non si tratta di coincidenze. :-)

    Ci fermiamo qua, anche se di fronte a migliaia di morti (e a decine di migliaia per il prossimo futuro) nonché più di qualche mistificazione diffusa da ospiti di vari programmi mediatici, bisognerebbe, metaforicamente parlando, "sparare senza pietà ad alzo zero".

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