sabato 24 maggio 2008

Camicie stirate della rivoluzione

Qual'è l'emblema ultimo, l'oggetto simbolo dell'oppressione del sistema capitalistico?
Io non ho alcun dubbio: la camicia. Quella da uomo, di cotone, con i bottoncini, le tasche con i risvolti, le pieghe, le piegoline attorno ai polsi, ed altri bottoncini, possibilmente doppi o tripli, le stecche nel colletto.
La funzione oppressiva della camicia sulla classe lavoratrice si evidenzia nell'atto della sua stiratura.
Si favoleggia che esistano camicie "non stiro" ma sarà un caso, quelle dei miei uomini sono sempre del genere "prova a stirarmi a puntino se ne sei capace".

Abbiamo sbagliato, a suo tempo, noi ragazze a bruciare i reggiseni, non esisterà mai vera emancipazione femminile fintanto che esisterà la maledizione della camicia da stirare.
E i maschi single che ultimamente sono costretti a darsi da fare in casa, obtorto collo?
Parlate con loro e vi diranno che tutto sommato riescono a cucinare, a fare una lavatrice, a coltivare il basilico sul terrazzo, a passare il battitappeto ma stirare le camicie no, terribile, non è possibile, "quelle le porto da mamma".

Si, la camicia è uno strumento di oppressione borghese, per usare un termine da Maggio '68 (a proposito, qualcuno si è accorto che è il quarantesimo anniversario? Boh, staranno aspettando il 2009 per festeggiare il 69, inteso come posizione).
Mi sono sempre chiesta, en passant, come facciano gli uomini, oltre alla schiavitù della camicia, a tollerare la cravatta attorno al collo. Solo pensare di dover indossare qualcosa che ti strangola a me pare insopportabile.
Va bene che noi donne potremmo controbattere con il tacco a stiletto, le autoreggenti che se non sono siliconate te le ritrovi giù a gambaletto, il push-up con i ferretti. Insomma, la gara è dura ma non divaghiamo.

Per fare un poco di storia, la camicia per come la conosciamo, capo imprescindibile del guardaroba degli uomini e che contamina anche quello di noi donne, in versione magari peggiorata da ruches e volants, fu inventata, manco a farlo apposta, dagli inglesi, quelli stessi che mandavano i bambini di quattro anni in miniera, nel 1871.

Su Wikipedia c'è una curiosa osservazione. A parte le celeberrime camicie rosse di Garibaldi (portate su delle specie di jeans), molti movimenti fascisti storici si fecero rappresentare da una camicia colorata.
Dalle camicie nere della rivoluzione mussoliniana e dei fascisti inglesi, finlandesi e tedeschi, alle camicie brune delle SA naziste; quelle blu dei falangisti spagnoli e dei movimenti fascisti irlandesi e canadesi, della Solidarité Française e della Società delle Camicie Blu cinesi.
In Ungheria, Romania e Brasile il fascismo vestiva camicie verdi (ogni riferimento a Borghezio è puramente casuale), in Messico camicie dorate, negli Stati Uniti argentate e rosse in Turchia. Per non parlare dei "descamisados" peronisti che si presentavano appunto in camicia, senza giacca e cravatta.

Vuoi vedere che odiare le camicie potrebbe essere un segno inconscio di antifascismo?

Nei tardi anni sessanta, quelli del Sessantotto, appunto, e non a caso del femminismo militante, ci fu un momento in cui imperversarono i colletti alla cinese.
Era soprattutto nei film di fantascienza, quelli che prospettavano il futuro, che sparivano le camicie, sostituite da semplici maglioncini a collo alto.
Purtroppo la rivoluzione tessile del comandante Straker è finita con l'arrivo degli anni ottanta, trionfo di colletti bianchi che più bianchi non si può, di squali da Borsa in camicia Burberry's e di yuppies in preda all'edonismo Reaganiano.

Oggi, tra camicie verdi padane e le camicie scure del Berlusconi ultima maniera, talmente blu da sembrare nere, non si vede all'orizzonte qualcosa che possa eliminare definitivamente l'incubo kafkiano della casalinga e del single.

Chiunque stia progettando una rivoluzione ricordi che essa dovrà obbligatoriamente comportare l'abolizione della camicia. Questa volta non ci sono santi.


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18 commenti:

  1. La camicia è sexi, metterei anche la cravatta, preferisco abolire le calze, anche le autoreggenti. Forse è un po' borghese è vero , credo siano tutti quei bottoni che la rendono pretenziosa. Infilarsi una camicia stirata e pulita è come entrare d'estate in un letto con le lenzuola di lino, quel lino vecchio e grosso.
    Berlusconi invece può mettersi la camicia scura per sembrare più intellettuale, ma a lui sta proprio male tutto non ci sono santi. E poi prova a pensare cosa sarebbe il Dr. House senza la camicia da stirare addosso,eh!
    ciao

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  2. Anonimo23:29

    Sì, sono un maschio single: lavo, cucino, ma le camicie - bè - quelle vanno in lavanderia :)
    La camicia è un bell'oggetto, l'importante è che non venga usata per vestirsi da pinguino: eliminerei piuttosto i completi alla Soprano che accomunano l'impiegato dell'immobiliare e il giocoliere politico.

    ciao

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  3. Anonimo23:39

    Indosso solo camicie per almeno 11 mesi all'anno; la cravatta e` il mio nodo scorsoio di protezione che indosso quando e' il caso di farlo.

    Quello che mi manca e' il nodo Fink.

    Una camicia con la cravatta mi ricorda la disciplina e in questa associazione mentale sta il suo valore simbolico.

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  4. Anonimo00:50

    ha detto bene adotrax,la camicia è una divisa.Con la cravatta ,poi,(che sembrano tutti dei pinguini buffi e uguali..infatti ha detto "disciplina",stop alla fantasia e intrupparsi,i fascisti infatti odiano i capelloni e ai cortei stanno tutti in riga e vestiti uguali o quasi ,come fossero in caserma...i "sinistri" invece sono colorati,liberi e diversi)è un segnale di rinuncia a sè e di inquadramento nel volere delle autorità sociali esterne.
    Nonna Abelarda

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  5. Anonimo01:21

    terrone

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  6. @ nike
    Se c'è una cosa che mi spegne i bollenti spiriti è proprio l'uomo in giacca e cravatta. Posso derogare per lo stile casual. Comunque non a caso nei Village People non c'era il "bancario". ;-)

    @ zio jack
    interessante osservazione!

    @ adetrax
    scusa l'ignoranza, ma che è il nodo Fink?

    @ nonna abelarda
    è una divisa ma non è "la divisa".
    Quella è tutta un'altra musica.

    @ anonimo
    pardon? terrone a chi?

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  7. Anonimo09:43

    Non solo la camicia è un simbolo in sé, ma anche il modo di usarla, forse, è indice di atteggiamenti politici. Pensa a Veltroni, che indossa rigorosamente camicie con bottoncini al collo, ma, non si sa perchè, non li abbottona MAI. E' come se volesse dire: io sono un conservatore, ma una piccolo riformicchia la voglio fare. Naturalmente, una riforma senza senso.

    Quanto a me, confesso di usare camicie in abbondanza. Senza cravatta, e con la maniche arrotolate. Non riuscirei a fare lezione senza gesticolare e vedere i peli dei miei avambracci, manco fossi un muratore di concetto.

    Comunque, splendido post.

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  8. Anonimo10:52

    @Lameduck

    E' uno degli 85 nodi possibili per una cravatta, Fink e' il nome di uno dei ricercatori che con modelli matematici ha scoperto nuovi nodi e uno glielo hanno dedicato.

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  9. Teoria interessante. Ma non tutti gli uomini ricalcano quel cliché. Io non ho mai chiesto a mia moglie (né tantomeno a mia madre) di stirarmi le camice. Le stiro io, e quando proprio mi sommergono, faccio un bel mucchio e le porto in lavanderia.
    I lupetti del comandante Striker saranno anche belli, ma d'estate potrei andare a fuoco solo guardandoli.

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  10. Anonimo12:15

    "...i "sinistri" invece sono colorati,liberi e diversi)è un segnale di rinuncia a sè e di inquadramento nel volere delle autorità sociali esterne".

    Sì tutti con la maglia del Che, i pantaloni firmati stile finto-povero e la kefiah al collo.

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  11. Non c'è il bancario tra i Village People ma c'è sempre stato tra i Rolling Stones.

    http://img294.imageshack.us/img294/8731/rollingstoneszl3.jpg

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  12. Anonimo14:59

    Ma con tutti i problemi che ci sono in Italia, vi fate tutte ste pippe sulle camicie? Poveri noi...

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  13. Anonimo16:00

    hai dimenticato le camicie bianche collo e polsini inamidati extralarge di Minniti e di d'Alema. quelle azzurrine di Veltroni e di Bertinotti che da ex descamisato le copre esclusivamente in puro kashmir... poi ci sono quelle del frocetto impalato Vendola, del nanerottolo Giordano... ecc ecc. tutti campioni di una sospirata rivoluzione rossa tipo vai avanti tu che ti seguo.
    Io amo le camice grigie, tengono lo sporco e calzano sotto qualsiasi vestito e fanno tanto macho 69. Che ne dici honey?

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  14. Ah no, stavolta non ci sto.
    Io amo le camicie, mi piace portarle e quindi me le stiro senza neanche "smadonnare" come si dice da noi.
    Ovviamente senza ruches e volants.
    Mi piacciono anche col colletto alla coreana...

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  15. Anonimo21:29

    Vallo a dire alla mia fidanzata che la camicia è una rogna infinita tra lavaggi e stirature...
    Io vivo da solo, sono studente fuori sede.
    Lei no, non vuole sentir ragioni.
    Il maschio sta bene con la camicia dice.
    Peccato io non sopporti tutti quei bottoni, la rigidezza e l'obbligo del lavaggio dopo ogni utilizzo.
    Peggio c'è solo l'utilizzare l'accoppiata crevatta/camicia con sopra il maglione...
    Viva il maglione con sotto la maglietta a mezze maniche di cotone bianco e la polo in estate.

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  16. Anonimo16:24

    Io adoro le camicie; non saprei starci senza... chi non sa indossarle o non le indossa è chiaramente uno scalino sotto senza dubbio! Stirare? Non capisco tutte queste angoscie si è sempre fatto e si continuerà a fare....; è sempre il solito discorso di chi vuole evitare di faticare! Imparate un pò di eleganza che vedo tanto stracciume in giro!!!!
    MAx

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  17. @ MAx
    spiritosone. Quindi deduco che tu non fai il pacco settimanale da portare a mamma' ma te le stiri tutte tu, le amate camicie?
    ;-)

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