Hanno mandato avanti Scajola a dare l'annuncio e la scelta mi sembra ottima, non c'era persona più adatta di lui.
Il nostro paese risolverà la crisi energetica non con le fonti rinnovabili e con l'energia pulita ma con l'uranio. Si torna al nucleare.
No, non pensate subito a Chernobyl e ai gemelli Michael e Vladimir, 16 anni, uno sordo e l'altro idrocefalo, di Minsk (foto Robert Knoth). Se sono così dopo tanti anni, è a causa del comunismo, non delle radiazioni uscite dal reattore numero quattro nel lontano 1986.
Il nucleare è assolutamente sicuro. Scommetto che per convincerci, faranno dei chupa-chupa al plutonio da far ciucciare ai bambini e li pubblicizzeranno in TV.
L'uranio è meno dannoso per i polmoni delle sigarette. Lo scrivono i ricercatori.
Le città coinvolte nel disastro sono a distanza di vent'anni ancora troppo irradiate per viverci. In Bielorussia muoiono ancora oggi per leucemia e cancri alla tiroide? Nascono bambini ritardati, deformi, psicotici? Finchè uno scienziato non troverà il marchio Made in Chernobyl guardando le cellule tumorali al microscopio pagatogli dalla multinazionale che magari ha una zampa anche nel nucleare, non ci crederà. Non ci sono prove, dicono, come quelli che sanno di essere colpevoli.
Certo, l'incidente di Chernobyl fu dovuto alla rimozione delle sicurezze, ad uno sciagurato "esperimento", al fatto che la centrale era di prima generazione, a grafite, che il tutto era fatiscente come il regime comunista già in preagonia.
Ma ora che il vecchio sarcofago che copre il reattore ancora in ebollizione, costruito mescolando cemento e il sangue di migliaia di "liquidatori" sta marcendo e andrebbe sostituito ma nessuno fa niente, nonostante che a Mosca regnino i boss della moderna Russia, è ancora colpa del comunismo?
In quei giorni di Chernobyl ci fu gente nel nord Italia che si vide schizzare i valori dei leucociti verso livelli leucemici ma poi, passata la paura dell'insalata a foglia larga e del latte che pensavamo dovesse diventare fosforescente di notte nel frigo mentre noi dormivamo, fu tutto dimenticato. Sono rimasti i "bambini di Chernobyl" (quelli bellini e biondi, non quelli inguardabili che nascevano con un occhio solo in mezzo alla fronte) da invitare generosamente a passare qualche giorno sulla spiaggia di Rimini.
Poi più nulla. Come sempre quando c'è di mezzo il nucleare, non si sa. Le radiazioni nessuno nega siano pericolose ma non sappiamo nemmeno quanti morirono esattamente dei gran botti di Hiroshima e Nagasaki, figuriamoci se ci deve fregare di quattro contadini e matrioske bielorussi. Quando un disastro coinvolge i poveri state tranquilli che non è successo niente. Si, un pianto e un lamento e un paternoster e poi si pensa di nuovo al nostro culo.
Ora che vogliono ritornare al nucleare diranno che Chernobyl deve essere dimenticato. Ancora di più, se è possibile. Stanno già dicendo (la Marcegaglia) che le scelte antinucleari di allora furono troppo "emotive".
Si potrebbe dire che Chernobyl rappresenta il passato. In teoria, si potrebbe anche essere favorevoli ad un uso limitato e coscienzioso del nucleare.
Sarebbe sciocco negare che dal 1986 non siano stati fatti progressi nella progettazione delle centrali. E' vero che le più moderne sono relativamente sicure ma ci sono comunque dei problemi pratici, che si possono riassumere brevemente nei concetti che seguono.
Le centrali di terza generazione (quelle di quarta sono solo in via di studio e se ne parlerà forse nel 2030) costano moltissimo, necessitano di molti anni per il loro completamento e prima di iniziare a dare i frutti desiderati in termini di produzione di energia, devono passare ancora degli anni, anche cinquanta. Funzionano ad uranio, che deve essere lavorato per arricchirlo. L'uranio non è una risorsa economica ed ubiquitaria, che si trova al supermercato con il 3x2, ma è sempre più rara e costosa.
Gli Stati Uniti, per fare un esempio di paese nuclearizzato, dipendono solo per il 40% del fabbisogno energetico dal nucleare. Le automobili continuano comunque ad andare a benzina. Le centrali necessitano di grandi quantità di acqua, che sta diventando un bene sempre più prezioso. Rimane insoluto il problema delle scorie che vanno smaltite e non bastano certo le discariche di Bertolaso.
Se permettete, se parliamo di nucleare mi fido di più di Carlo Rubbia che di Claudio Scajola.
E allora, perchè i dirigenti delle società energetiche italiane, all'annuncio del governo sulla ripresa del nucleare le hanno sparate grosse?
Non è che per far presto e senza il tempo per centrali ultramoderne e sicure ci si accontenterebbe di qualcosa di meno raffinato? Non è che per lesinare sui costi si ripiegherebbe su roba meno sicura? Che si risparmierebbe sulla sicurezza?
Un'altra malignità. Magari non c'entra niente, ma dai prodotti di scarto dell'arricchimento dell'uranio si ricava uranio impoverito, ingrediente sempre più apprezzato nella fabbricazione degli armamenti e non solo. Non importa se il DU (depleted uranium) è sospettato di tossicità e fa morire i reduci dalle zone di guerra bombardate con tali armi e fa nascere creature malformate e tumori nelle popolazioni colpite.
Sempre a disposizione, si trovano plotoni di ricercatori aviotrasportati da pronto intervento che giurano sulla innocuità del DU, pronti a mangiarsene intere barrette in diretta tv.
Intanto i soldatini perdono i capelli e muoiono, con gli alti comandi che negano, e a Quirra in Sardegna detengono il record nazionale delle leucemie.
L'uranio impoverito può essere ricavato dalle scorie derivanti dalle centrali nucleari.
E allora non sarà che il vero interesse e il treno da prendere al volo, con la trentennale guerra globale al terrorismo in corso e in attesa di clamorosi sviluppi, sia quello? Dopo tutto siamo un paese che con le industrie di armi facciamo la nostra porca figura.
Il nostro paese risolverà la crisi energetica non con le fonti rinnovabili e con l'energia pulita ma con l'uranio. Si torna al nucleare.
No, non pensate subito a Chernobyl e ai gemelli Michael e Vladimir, 16 anni, uno sordo e l'altro idrocefalo, di Minsk (foto Robert Knoth). Se sono così dopo tanti anni, è a causa del comunismo, non delle radiazioni uscite dal reattore numero quattro nel lontano 1986.
Il nucleare è assolutamente sicuro. Scommetto che per convincerci, faranno dei chupa-chupa al plutonio da far ciucciare ai bambini e li pubblicizzeranno in TV.
L'uranio è meno dannoso per i polmoni delle sigarette. Lo scrivono i ricercatori.
Le città coinvolte nel disastro sono a distanza di vent'anni ancora troppo irradiate per viverci. In Bielorussia muoiono ancora oggi per leucemia e cancri alla tiroide? Nascono bambini ritardati, deformi, psicotici? Finchè uno scienziato non troverà il marchio Made in Chernobyl guardando le cellule tumorali al microscopio pagatogli dalla multinazionale che magari ha una zampa anche nel nucleare, non ci crederà. Non ci sono prove, dicono, come quelli che sanno di essere colpevoli.
Certo, l'incidente di Chernobyl fu dovuto alla rimozione delle sicurezze, ad uno sciagurato "esperimento", al fatto che la centrale era di prima generazione, a grafite, che il tutto era fatiscente come il regime comunista già in preagonia.
Ma ora che il vecchio sarcofago che copre il reattore ancora in ebollizione, costruito mescolando cemento e il sangue di migliaia di "liquidatori" sta marcendo e andrebbe sostituito ma nessuno fa niente, nonostante che a Mosca regnino i boss della moderna Russia, è ancora colpa del comunismo?
In quei giorni di Chernobyl ci fu gente nel nord Italia che si vide schizzare i valori dei leucociti verso livelli leucemici ma poi, passata la paura dell'insalata a foglia larga e del latte che pensavamo dovesse diventare fosforescente di notte nel frigo mentre noi dormivamo, fu tutto dimenticato. Sono rimasti i "bambini di Chernobyl" (quelli bellini e biondi, non quelli inguardabili che nascevano con un occhio solo in mezzo alla fronte) da invitare generosamente a passare qualche giorno sulla spiaggia di Rimini.
Poi più nulla. Come sempre quando c'è di mezzo il nucleare, non si sa. Le radiazioni nessuno nega siano pericolose ma non sappiamo nemmeno quanti morirono esattamente dei gran botti di Hiroshima e Nagasaki, figuriamoci se ci deve fregare di quattro contadini e matrioske bielorussi. Quando un disastro coinvolge i poveri state tranquilli che non è successo niente. Si, un pianto e un lamento e un paternoster e poi si pensa di nuovo al nostro culo.
Ora che vogliono ritornare al nucleare diranno che Chernobyl deve essere dimenticato. Ancora di più, se è possibile. Stanno già dicendo (la Marcegaglia) che le scelte antinucleari di allora furono troppo "emotive".
Si potrebbe dire che Chernobyl rappresenta il passato. In teoria, si potrebbe anche essere favorevoli ad un uso limitato e coscienzioso del nucleare.
Sarebbe sciocco negare che dal 1986 non siano stati fatti progressi nella progettazione delle centrali. E' vero che le più moderne sono relativamente sicure ma ci sono comunque dei problemi pratici, che si possono riassumere brevemente nei concetti che seguono.
Le centrali di terza generazione (quelle di quarta sono solo in via di studio e se ne parlerà forse nel 2030) costano moltissimo, necessitano di molti anni per il loro completamento e prima di iniziare a dare i frutti desiderati in termini di produzione di energia, devono passare ancora degli anni, anche cinquanta. Funzionano ad uranio, che deve essere lavorato per arricchirlo. L'uranio non è una risorsa economica ed ubiquitaria, che si trova al supermercato con il 3x2, ma è sempre più rara e costosa.
Gli Stati Uniti, per fare un esempio di paese nuclearizzato, dipendono solo per il 40% del fabbisogno energetico dal nucleare. Le automobili continuano comunque ad andare a benzina. Le centrali necessitano di grandi quantità di acqua, che sta diventando un bene sempre più prezioso. Rimane insoluto il problema delle scorie che vanno smaltite e non bastano certo le discariche di Bertolaso.
Se permettete, se parliamo di nucleare mi fido di più di Carlo Rubbia che di Claudio Scajola.
E allora, perchè i dirigenti delle società energetiche italiane, all'annuncio del governo sulla ripresa del nucleare le hanno sparate grosse?
''Famiglie e imprese potranno concretamente risparmiare dal 20 al 30% sulla bolletta elettrica''.Strano, vero? Non si trovano quattro stracci di aziende italiane pronte a salvare la compagnia di bandiera Alitalia subito ma c'è grande entusiasmo in Edison, Enel ecc. nell'infilarsi in una impresa che se darà frutti lo farà tra non meno di trent'anni, ad essere ottimisti. Un investimento a lungo periodo che così male si adatta alla voglia di "tutto e subito" degli italiani. Mmmh, ci deve essere sotto qualcosa.
"Con l'atomo l'Italia può raggiungere l'indipendenza energetica che oggi e' uno dei nostri maggiori problemi''.
Non è che per far presto e senza il tempo per centrali ultramoderne e sicure ci si accontenterebbe di qualcosa di meno raffinato? Non è che per lesinare sui costi si ripiegherebbe su roba meno sicura? Che si risparmierebbe sulla sicurezza?
Un'altra malignità. Magari non c'entra niente, ma dai prodotti di scarto dell'arricchimento dell'uranio si ricava uranio impoverito, ingrediente sempre più apprezzato nella fabbricazione degli armamenti e non solo. Non importa se il DU (depleted uranium) è sospettato di tossicità e fa morire i reduci dalle zone di guerra bombardate con tali armi e fa nascere creature malformate e tumori nelle popolazioni colpite.
Sempre a disposizione, si trovano plotoni di ricercatori aviotrasportati da pronto intervento che giurano sulla innocuità del DU, pronti a mangiarsene intere barrette in diretta tv.
Intanto i soldatini perdono i capelli e muoiono, con gli alti comandi che negano, e a Quirra in Sardegna detengono il record nazionale delle leucemie.
L'uranio impoverito può essere ricavato dalle scorie derivanti dalle centrali nucleari.
E allora non sarà che il vero interesse e il treno da prendere al volo, con la trentennale guerra globale al terrorismo in corso e in attesa di clamorosi sviluppi, sia quello? Dopo tutto siamo un paese che con le industrie di armi facciamo la nostra porca figura.
Non deve stupire la sparata sul nucleare facile facile. Questo è un governo che pensa e realizza in grande.
Il dubbio è che più che realizzare grandi opere, realizzi grandi sparate mediatiche, tanto nessuno poi andrà a controllare se ciò che è stato millantato si è poi effettivamente realizzato. Si potrà sempre dire di essere stati fraintesi o che "abbiamo ereditato i guasti della sinistra".
Si tratta, guarda caso, di progetti per i quali non risultano esservi i soldi, a meno di andare a mettere le mani nelle tasche di Pantalone o praticare altri tipi più estremi di fist-fucking fiscale. Altro che abolizione dell'ICI per festeggiare l'incoronazione.
Si riparla del Ponte sullo Stretto, della TAV poi delle megacentrali nucleari di quarta generazione che esistono soltanto nei sogni.
Prossimamente: le piramidi.
Il dubbio è che più che realizzare grandi opere, realizzi grandi sparate mediatiche, tanto nessuno poi andrà a controllare se ciò che è stato millantato si è poi effettivamente realizzato. Si potrà sempre dire di essere stati fraintesi o che "abbiamo ereditato i guasti della sinistra".
Si tratta, guarda caso, di progetti per i quali non risultano esservi i soldi, a meno di andare a mettere le mani nelle tasche di Pantalone o praticare altri tipi più estremi di fist-fucking fiscale. Altro che abolizione dell'ICI per festeggiare l'incoronazione.
Si riparla del Ponte sullo Stretto, della TAV poi delle megacentrali nucleari di quarta generazione che esistono soltanto nei sogni.
Prossimamente: le piramidi.
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Un altro referendum cancellato senza avvisarci ?
RispondiEliminaAttendere 10 anni e spendere fra 3 - 4 miliardi di Euro per una centrale di 1000 - 1500 Mega Watt, per farla funzionare al massimo per 30- 50 anni, e' piu' un'investimento alla cieca nel futuro che una reale convenienza economica.
A questo bisogna aggiungere che le 30-40 tonnellate di uranio arricchito + 150-200 tonnellate di uranio normale all'anno per centrale non sono proprio economiche e che le scorie prodotte possono essere centinaia (300 - 500) metri cubi all'anno per centrale.
Il riutilizzo dell'uranio impoverito per scopi militari e' un'ipotesi, ma quella che ritengo prevalente e' il mare di soldi che si spenderanno per realizzarle.
Come per Bush, non e' importante sapere dove e come si fa una guerra, ma farla e basta.
Allo stesso modo Silvio si ritiene bravo solo quando spende decine di miliardi di euro non suoi.
Chi partecipera' all'impresa per fornire il cemento e tutto il resto, i suoi onorati amichetti ?
Se e' cosi' prepariamoci al disastro annunciato.
P.S. i video su youtube non sono piu' disponibili.
RispondiEliminaOK, ora i filmati si vedono (forse youtube li stava copiando fra i suoi server).
RispondiEliminaGiusto quello che dici Lame, il vero problema è che in realtà non ci sono i soldi nemmeno per scavare le fondamenta delle centrali, figuriamoci aprirne 5 in 15 anni! Non si è riusciti a completare la salerno reggio calabria in 30 anni!
RispondiEliminaSull'uranio impoverito, devo precisare che non è ne tossico ne radioattivo, è uranio normale di peso atomico 237 con rimossa la frazione radioattiva 235, utilizzata infatti come combustibile. la sua altissima pericolosità sta nella vaporizzazione e inalazione quando viene sparato su un obiettivo e dal calore generato si sprigionano nanopolveri, quelle si estremamente tossiche, come hanno potuto constatare i poveri militari tornati dal kossovo.
Anche se fosse una sparata mediatica, la costruzione delle centrali non farà che arricchire a dismisura le aziende appaltatrici, anche se non produrranno nemmeno un MWh.
Paolo - Miz Cesena
Sto con Paolo: 15/20 impianti, un sacco di soldi concentrati in 15/20 posti, quindi grandi ditte, le poche che possono sobbarcarsi un simile onere.
RispondiEliminaUsando fonti rinnovabili la stessa quantità di energia verrebbe data da centinaia di grandi, piccoli e piccolissimi impianti, i soldi verrebbero divisi in centinaia di piccoli rivoli e rivoletti, la valanga di denaro pubblico potrebbe essere sfruttata da molta gente, non solo dagli amici, o dagli amici degli amici, del Sig. Berlusconi.
Chiunque (o perlomeno in molti), con un buon contributo da parte dello Stato, potrebbe installare un paio di eliche in giardino (per modo di dire) e vendere il surplus di energia non usata all’ENEL.
"Se permettete, se parliamo di nucleare mi fido di più di Carlo Rubbia che di Claudio Scajola."
RispondiEliminaConcordo. Come ho scritto in "Centrali nucleari in Italia FAQ - realtà o follia?", il nuclare il momento non conviene sotto nessun punto di vista.
gli stessi discorsi di 25 anni fà e sarà uguale tra 25 anni.Con le rinnovabili che credete di fare,es..il fotovoltaico si fà perchè ci sono incentivi pubblici, di tasca nostra,non è conveniente. E il petrolio aumenterà ancora.Vabbè c'è l'eolico, ma da solo che può fare.Facciamo energia con prodotti agricoli? Poi vi aumenterà tutto il cibo.Dite che facendo le centrali qualcuno si arricchirà.Ma per forza nessuno lavora gratis , come fare?Quando saran costruite le centrali sarà sempre tardi.
RispondiEliminacaro anonimo cerca su internet il progetto "Archimede" e vedrai che con il sole si può fare una centrale di 20-30 megawatt certo ci vuole molto spazio ma non ci sono scorie!
RispondiEliminaLa verità è che con il sole non ci guadagnano i petrolieri!
Nikola Tesla si era inventato un metodo per sfruttare il magnetismo terrestre e fornire a tutti elettricità gratis, ma siccome poi nessuno poteva guadagnarci è stato messo nel dimenticatoio.
http://www.bioenergyresearch.com/ita/tesla.htm
Certo, come 25 anni fa, con l’eolico non si fa niente: nel 1983 - nel mondo - usando il vento (per chi non lo sapesse é gratuito, fino a nuova legge), si producevano 180 megawatts, nel 2000 sono stati prodotti 18.000 megawatts, la previsione di produzione per il 2008 sfiora i 110.000 megawatts. La stessa energia prodotta con il petrolio avrebbe avuto come effetto collaterale 130 milioni di tonnellate di CO2 sparse nell’atmosfera. La Francia, grande esempio di uso del nucleare, raddoppia la sua capacità eolica praticamente ogni anno, e l’Italia pensa al nucleare.
RispondiEliminaE io penso a perché mai rispondo ancora agli anonimi.
papera, sarò terra-terra ma per me il business è sempre il solito, tutto italico: il cemento.
RispondiEliminaA nessuno frega una mazza dell'energia che eventualmente produrranno fra trent'anni le centrali nucleari, l'affare ghiotto è costruirle.
L'appaltuni, poi i soliti mafiosi che forniscono cementi e calcestruzzi, le coop che forniscono "muratori e cementisti" oltre che miliardi di materie prime, i caporali d'alto bordo che offrono manodopera, e infine le banche che finanziano il tutto.
Altro che tecnologie nucleari. Qua siamo al solito business del viadotto, solo di forma magari diversa...
Okkay, tutti d’accordo meno gli anonimi.
RispondiEliminaIn sostanza il nucleare in Italia serve per completare il carnet da ballo del Sig. Berlusconi: il ponte sullo stretto per gli amici mafiosi e le centrali per quelli non mafiosi o ibridi.
Il nostro stimato anonimo dice: “... facendo le centrali qualcuno si arricchirà. Ma per forza nessuno lavora gratis”. E se invece per una volta si arricchissero tutti pagando meno l’energia. Senza magari preoccuparsi che qualcuno, per risparmiare sui materiali e guadagnare l’impossibile, non abbia costruito una centrale nucleare usando cartone ondulato e spille da balia; cosa non impossibile in Italia. Ho visto che su alcuni sondaggi online riguardanti la futura costruzione delle centrali la percentuale dei favorevoli si attestava sul 30/35%, ma la domanda iniziale era sbagliata, quella giusta infatti é: “Saresti favorevole alla costruzione di una centrale nucleare sul lotto non edificato davanti a casa tua?”
Sarei curioso di vedere queste percentuali.
Per tua informazione l'Italia è circondata da centrali atomiche: ce ne sono in Francia, non lontane dal confine, come in Slovenia... per tua informazione l'Italia compra a caro prezzo l'elettricità prodotta da quelle centrali, per tua informazione se salta una di quelle centrali è come se la avessi in casa... ora spiegami perchè dobbiamo essere cornuti e mazziati? Paghiamo cara l'energia fatta da centrali atomiche e se ne salta una sono cazzi pure per noi... a quel punto facciamocele direttamente in casa, almeno risparmieremo sulla bolletta... e poi chissà perchè per voi l'Iran ha il sacrosanto diritto di farsi le centrali (o bombe...) mentre in Italia non bisogna neanche parlarne...
RispondiEliminaA volte mi sembra che ragionate al contrario...
Si dice watt, non watts o megawatts cervelloni da strapazzo. Primo perché Watt non era Watts, secondo perché grammaticalmente scorretto in italiano. Ma il desiderio di mostrare ciò che non sapete (l’inglese) vi ossessione. Nessuna, dico nessuna (non c’è Rubbia che tenga) energia alternativa al momento è in grado di supplire alla necessità energetica che non sia l'atomica. Che, oltretutto sappiate, si possono costruire anche senza uranio arricchito. Compagna, Cernobyl in Occidente non fa testo. La Russia comunista ha combinato disastri ecologici immani. Ha distrutto e fatto scomparire un intero mare, il Caspio. E ha minato geneticamente la salute dei popoli circostanti che invano cercano di sfuggire al loro terribile destino. Questo è stato l’esperimento comunista. Un altro paio di questi esperimenti politici ed è la fine. Altro che Berlusconi, branco di cervellotici criminali in pectore. Certo che se le centrali atomiche in Italia le costruissero le coop sarebbero più sicure per voi vero? Anzi arricchirebbero il popolo e non i soliti pescicani vero? Nostalgici rossi, se non foste potenzialmente criminali direi che siete semplicemente patetici.
RispondiEliminaSiamo alle solite! Ogni volta che il sig. Berlusconi "spara" una proposta, dalla sua parte non si leva mai una voce di disapprovazione o fuori dal coro.
RispondiEliminaMi puzza di ipnosi collettiva! Sarà che ci propinano qualcosa di strano per televisione !?
@ Franz: sei un cretino.
RispondiEliminasenza cattiveria eh, ma sei un cretino. una persona che ragiona così, può essere solo definita così.
Chissene stra frega se attorno a noi ci sono centrali nucleari. e allora? ricordiamo piuttosto che (quasi tutti) i paesi che le hanno non ne costruiscono più da un sacco (gli USA dal 1978, per citarne uno a caso).
che la germania sta costruendo una centrale fotovoltaica che dovrebbe garantirle almeno il 15% del fabbisogno energetico. la germania. in baviera. che piove un giorno sì e uno pure.
che servono quantità d'acqua enormi per fare andare una centrale, e qui d'estate persino in pianura padana gli agricoltori se la litigano per annaffiare i campi.
vuoi discutere? e fallo! dio benedica il dibattito! ma non sfagiolare il baccello (che francesismo) a tutti i costi per il puro gusto della polemica
Mala
Strumentalizzare parlando del disastro di Cernobyl...non è politicamente ed eticamente corretto. Tanto vale far vedere tutti i mutilati per incidenti stradali e dire di non comprare automobili.
RispondiEliminaNon possiamo rimanere al giurassico, non possiamo pagare un prezzo per l'energia cos'ì alto ed acquistarlo dalle centrali nucleari estere. Un'energia pulita e migliore può e deve esserci con il solare, il fotovoltaico, l'eolico e l'idrico...ma anche quando arriveremo finalmente a sfruttarla a pieno comunque ci renderemo conto che non sarà sufficente. Si al nucleare.
n.b. non ho un account blogger, sono Matto Piazza
Condivido, condivido...
RispondiEliminaQualcuno dovrebbe spiegarci come mai nessuno è riuscito fino ad oggi ad intervenire sulla centrale di Caorso, il cui basamento in "solidissimo cemento armato" ha ceduto di più di due centimetri, e che a tutt'oggi è strapiena di scorie a bassa, media ed alta attività che, a distanza di decenni, non si è ancora scoperto dove mettere...
O forse bisogna fidarsi della sagacia programmatoria dei nostri governi (purtroppo tutti i governi, è un dato di fatto, non qualunquismo), che sono ad esempio così bravi e lungimiranti rispetto al problema dei rifiuti? Credetemi, Napoli e la Campania non sono che l'inizio...
O forse rifiuti in genere e scorie nucleari verranno smaltiti dentro i piloni del ponte di Messina, opera senza la quale l'Italia intera sarà perduta?
A proposito, lo sapete che a causa della deriva delle zolle continentali la Sicilia si avvicina al "Continente" alla velocità di 2 centimetri all'anno?
Bah!
Buona vita e buon futuro a tutti.
dario
@ matto piazza
RispondiEliminaper firmarsi nei commenti non è necessario avere un account blogger. Basta selezionare la casellina Nome/URL e digitare un nome.
@ franz
criminali, tanto per cominciare, vallo a dire ai tuoi parenti.
Cerca di fare commenti in tema, impara l'educazione, se no vai a commentare da un'altra parte.
@franz
RispondiEliminaA proposito di cervelloni il "mare" che è quasi scomparso in realtà sarebbe il lago d'Aral, il mar Caspio è ancora là dove è sempre stato ;)
Enrico
Dicono tante cazzate e poi si lamentano che si costituisca un fronte del no a tutto.
RispondiEliminaMa se dovessimo elencare tutte le cazzate che dicono e fanno avremmo bisogno del De Mauro.
Ovviamente il business è quello del cemento, o "del viadotto", come dice Debora. E i vari Enel & C sono ringalluzziti perché vedono all'orizzonte bei finanziamenti pubblici.
RispondiEliminaCol nucleare la bolletta dovrebbe diminuire del 30%? Con qualche pannello fotovoltaico sul tetto, la si azzera. E non tocca aspettare dieci anni, si può fare da subito. Prendete in mano il vostro futuro energetico, invece di lasciarlo nelle mani di chi ci governa!
Però intanto la benedizione vaticana è già arrivata...
RispondiElimina...Mala bestia è questa mia...
RispondiEliminaAnche il mar Caspio non è messo meglio. Comunque non cambia la questione bestie. Ideologie criminali covano solo nelle menti insane. Quanto all'autrice di queste scemenze non se la prenda se qualcuno glie le rinfaccia. Si faccia un esame di coscienza guardondosi attorno e soprattutto giudichi serenamente le tragedie causate dalle idee pasionarie.
Un'ultima cosa cervelloni. Le centrali non si misurano in Megawatt ma in energia. Analfabeti
E' chiaro che preferisco l'energia solare e quella eolica al rischio del nucleare, ma temo che non sarebbe sufficiente e, comunque, credo che gli "anonimi" abbiano ragione almeno su una cosa: non avere centrali nucleari sul nostro territorio, non ci tiene lontani dai pericoli del nucleare stesso, visto che esse sono presenti poco lontane dai nostri confini.
RispondiEliminanon mi chiudo perciò al nucleare ma auspico che si prediliga la strada delle energie rinnovabili per coprire, per quanto sia possibile, il fabbisogno energetico. devo però ricordare, a tale proposito, che anche sull'eolico qualcuno ha messo il veto giudicando gli impianti troppo impattanti. Ecco, io credo che con il no a tutto non si vada da nessuna parte. Inoltre, voglio fare presente che, se non sono informata male, la tecnologia di produzione degli impianti fotovoltaici ha un impatto notevole sotto l'aspetto inquinamento e consumo energetico.
Con questo non voglio giudicarla svantaggiosa perché sicuramente i "pro" supereranno i "contro", ma solo porre l'attenzione sul fatto che non esiste una soluzione senza nessuna controindicazione.
Megawatts?
RispondiEliminaProprio vero quel detto: ”Indichi la luna e il cretino guarda il dito.”
Comunque:
megawatts
Main Entry: mega•watt
Pronunciation: \ˈme-gə-ˌwät\
Function: noun
Etymology: International Scientific Vocabulary
Date: circa 1900
: one million watts
http://www.merriam-webster.com/dictionary/megawatts
megawatts! non c'è peggio sordo di chi... No, senza Google non ce la fa. Pazienza.
RispondiEliminaHo detto in italiano. One milion of watts è italiano? Un milione di watts, di garages, di amperes... ecco sì fatti un paio di peres così ti svegli
Quando si mantengono i nomi inglesi nelle frasi in italiano, i nomi dovrebbero essere sempre mantenuti al singolare, es. molti watt e non molti watts, molti goal e non molti goals, ecc.
RispondiEliminaAvendo visto e ascoltato i discorsi di Rubbia, non solo quelli di qualche giorno fa, credo che la sintesi del suo ragionamento sia questa.
Attualmente la tecnologia delle centrali atomiche di terza generazione e' equiparabile a quella di un motore del 1960 truccato, certo va meglio di uno del 1945, ma ancora non ci siamo, siamo ancora molto lontani dall'ideale.
E' inutile spendere vagonate di soldi per qualcosa che fra 10-15 anni sara' obsoleto.
La sintesi del ragionamento e': differenziamo le modalita' di produzione dell'energia perche' e' l'unica cosa sensata da fare.
Una o due centrali atomiche costruite a regola d'arte e con la massima celerita' si possono mettere in cantiere, ma dato che nella migliore delle ipotesi non saranno attivate prima di 10 anni (e in Italia non prima di 12-15), non e' il caso di insistere oltre misura con soluzioni che fra pochi anni saranno considerate rozze e preistoriche.
Vedere anche l'abbandono dell'energia nucleare a fissione.
L'obiettivo del futuro e' la fusione nucleare (non l'attuale fissione) o ancora meglio la fusione fredda, tecnologia che in Giappone si sta evolvendo rapidamente (a livello sperimentale / di laboratorio) e che sperabilmente sara' industrialmente utilizzabile fra 25-40 anni.
Nel frattempo si fa prima ad attivare un certo numero di centrali medio-piccole, es. 20-100 MegaWatt, poco costose e basate sull'eolico e nel sud Italia sul solare a bassissimo impatto ambientale.
Sicuramente Rubbia non e' rimasto deluso dalle centrali solari realizzate in Spagna, visto che anche lui vi ha contribuito per migliorarne l'efficienza e l'utilita' dopo aver viste negate tutte le richieste di sperimentazione e utilizzo del suo progetto Archimede.
Le centrali solari a specchi sono una parte del nostro futuro.
E non lo dico io, ma numerosi rapporti fra qui quello tedesco secondo il quale con l'eolico+solare, l'Europa potrebbe raggiungere l'autosufficienza nel 2050.
O anche la Spagna secondo la quale l'autosufficienza con vento e sole e' a portata di mano (chiaramente occorrono anche altre fonti di produzione ma il grosso del quantitativo energetico e' gratis).
Invece l'Italia che fa ?
Prima nel 2005 da' un calcione nel sedere a Rubbia (indovinate chi ?), poi nel 2006 con Pecoraro Scanio si pente e progetta la centrale sperimentale di Priolo (ovviamente senza sbilanciarsi troppo ... con i suoi 5 MegaWatt).
Ora la destra degli amici cerca di ridare un calcione a Rubbia non piu' nel didietro ma sul davanti dove fa piu' male.
Riferimenti.
L'Italia ha detto no alla mia centrale solare e io vado in Spagna !
Rubbia se ne va in Spagna.
NOTA: e' la stessa storia di sempre, es. Meucci, Marconi, ecc. che si ripete immutata grazie all'ignoranza e all'avidita' altrui.
Entro il 2013 sara' realizzata a Siviglia una centrale solare da 320 MegaWatt.
Non solo, la Spagna differenzia il solare anche con i tradizionali pannelli solari fotovoltaici che per tutti sono una perdita di tempo e soldi, data la durata relativamente breve, di 20-25 anni dei pannelli.
Ecco una centrale sperimentale da 30 MegaWatt costata 150 milioni di Euro con l'obiettivo di ridurre i costi di realizzazione in un prossimo futuro.
Diciamola tutta, il deserto del Sahara e le sue propaggini saranno una terra promessa in questo senso, altro che paesi poveri !
@ marantz
RispondiEliminapare che i fondi per finanziare il taglio dell'ICI siano stati sottratti alle infrastrutture per il Sud.
@ debora
si, hai ragione. Il bisinissi è tutto lì: appalti, subappalti, megasuperultramaxifunkyappalti da spartirsi tra amici.
@ anonimo
ma perchè dici "voi"? Ma a chi parli? E poi che c'entra l'Iran? Boh???
@ franz
cos'è, hai problemi con la regolarità? ti senti pesante, di cattivo umore?
Se non ti piace quello che scrivo potresti controbattere con argomenti, non con invettive da vecchio anticomunista rinfanciullito.
Le scemenze che ho detto le ha dette un Premio Nobel, io le ho solo riportate.
ò arabafenice
scusa però, dobbiamo svenarci per costruire centrali solo perchè le hanno i nostri vicini? Allo stesso modo, se a Napoli bruciano la monnezza perchè non farlo anche noi, tanto la diossina ci arriva addosso comunque.
Non si è contro il nucleare per partito preso, anche se Chernobyl rimane un monito, ma per motivi esclusivamente economici e di convenienza. Troppo caro, troppo tempo, troppe scorie.
@ adetrax
minchia, adetrax! Mi hai fatto una ricerca come quelle che si facevano a scuola! Bravo. Grazie per tutti i link.
Lameduck,
RispondiEliminascusa, davvero, lo spazio che rubo. Ma qui si parla di Cernobyl come di un evento casuale e sporadico. Ed allora, dal dossier di Legambiente (nel copia/incolla non ho potuto evitare qualche "intoppo"):
10 marzo 1956 - Mar Mediterraneo. Un bombardiere B-47 precipita nel Mediterraneo
con a bordo due capsule di materiale fissile per la realizzazione di bombe nucleari.
27 luglio 1956 - Gran Bretagna. Un bombardiere B-47 in Gran Bretagna slitta sulla
pista e va a colpire un deposito contenente sei bombe nucleari.
7 ottobre 1957 - Sellafield (Gran Bretagna) (scala Ines 5). Nel complesso nucleare di
Windscale in Gran Bretagna, dove si produce plutonio per scopi militari, un incendio
nel nocciolo di un reattore a gas-grafite (GCR) genera una nube radioattiva imponente. I
principali materiali rilasciati sono gli isotopi radioattivi di xenon, iodio, cesio e polonio.
La nube attraversa l'Europa intera. Sono stati ufficializzati soltanto 300 morti per cause
ricondotte all'incidente (malattie, leucemie, tumori) ma il dato potrebbe essere
sottostimato.
Settembre 1957 - Kyshtym (Unione Sovietica) (scala Ines 6). In una fabbrica di armi
nucleari negli Urali, una cisterna contenente scorie radioattive prende fuoco ed esplode,
contaminando migliaia di chilometri quadrati di terreno con una nube di 20 milioni di
curie. Il rilascio esterno di radioattività avviene a seguito di un malfunzionamento del
sistema di refrigerazione di una vasca di immagazzinamento di prodotti di fissione ad
alta attività. Vengono esposte alle radiazioni circa 270mila persone. Si stimano per le
conseguenze dell’incidente oltre 100 morti.
3 gennaio 1961 – Idaho Falls (USA). A seguito di un incidente in un reattore
sperimentale di Idaho Falls negli Stati Uniti, muoiono tre tecnici.
4 luglio 1961 – URSS. La fuoriuscita di radiazioni per un guasto al sistema di controllo
di uno dei due reattori di un sommergibile atomico sovietico provoca la morte del
capitano e di sette membri dell’equipaggio.
5 dicembre 1965 – Isole Ryukyu (Giappone). Un jet militare americano A-4E con a
bordo una bomba all’idrogeno B-43 scivola in mare da una portaerei statunitense vicino
alle isole giapponesi Ryukyu.
5 ottobre 1966 – Detroit (USA). Il nucleo di un reattore sperimentale situato in un
impianto vicino a Detroit si surriscalda a causa di un guasto al sistema di
raffreddamento.
17 gennaio 1966 – Palomares (Spagna). Un B-52 statunitense con quattro bombe
all’idrogeno B-28 entra in collisione con un aereo cisterna durante il rifornimento in
volo. I due aerei precipitano e tre bombe a idrogeno (bombe H) cadono nei pressi di
Palomares, mentre la quarta cade in mare. L’esplosivo di due delle tre bombe, a contatto
col suolo, detona spargendo su una vasta area plutonio e altro materiale radioattivo. In
tre mesi vengono raccolte 1.400 tonnellate di terra e vegetazione radioattiva che
vengono portate negli Stati Uniti. Mentre i militari statunitensi sono forniti di tute
protettive, gli spagnoli continuano a vivere tranquillamente e a coltivare i terreni. Un
monitoraggio effettuato nel 1988 su 714 abitanti ha rivelato in 124 di loro una
concentrazione di plutonio nelle urine di gran lunga superiore ai livelli normali.
10 marzo 1968 – Oceano Pacifico. Il sottomarino K-219 affonda nel Pacifico. A bordo
ha tre missili nucleari e due siluri a testata nucleare.
27 maggio 1968 – Oceano Atlantico. Un sottomarino statunitense con a bordo due
33 Gli incidenti nelle centrali nucleari sono classificati su una scala da 0 (semplice guasto) a 7 (incidente molto
grave). Questa scala di misura è detta INES (International Nuclear Event Scale).
Legambiente - I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum
27
siluri a testata nucleare affonda nell’Atlantico.
21 agosto 1968 – Groenlandia. Un B-52 statunitense precipita in Groenlandia. Tre
bombe all’idrogeno che si trovavano a bordo esplodono e 400 grammi di plutonio-239
si disperdono nell'ambiente. L’area viene successivamente bonificata da oltre 500
uomini inviati dalla Danimarca e da 200 militari statunitensi. Nei venti anni successivi,
100 dei danesi che avevano partecipato all’intervento si ammalano di cancro, altri di
gravi malattie tra cui la sterilità.
17 ottobre 1969 – San Laurent (Francia). Un errore nelle procedure adottate per la
gestione del combustibile provoca una fusione parziale a un reattore nucleare
raffreddato a gas.
12 aprile 1970 – Oceano Atlantico. Il sottomarino sovietico K-8 affonda nell’Atlantico
con a bordo due reattori e due siluri a testata nucleare.
Aprile 1973 – Isole Hawaii (USA). Fuga radioattiva nel sottomarino statunitense
Guardfish alle Hawaii. Cinque marinai dell’equipaggio vengono contaminati dalle
radiazioni.
1974 – Mar Caspio. Fonti di stampa segnalano un’esplosione in un impianto atomico
sovietico a Shevchenko, nel Mar Caspio.
Inverno 1974/75 – Leningrado (URSS). Una serie di incidenti viene segnalata
nell’inverno tra il 1974 e il 1975 presso la centrale nucleare di Leningrado, in Unione
Sovietica. Tre morti accertati.
22 novembre 1975 – Mare Mediterraneo. Una portaerei e un incrociatore americani
entrano in collisione nel Mediterraneo a causa del mare agitato. Come in altri casi non è
accertata, ma probabile, la fuoriuscita di materiale nucleare in seguito all’incidente.
7 dicembre 1975 – Lubmin (Repubblica Democratica Tedesca). Un cortocircuito
nell’impianto della Centrale di Lubmin, sul litorale baltico nella Germania Orientale,
provoca una parziale fusione del nucleo del reattore.
28 marzo 1979 - Three Mile Island (Harrisburgh, Usa) (scala Ines 5). Il
surriscaldamento di un reattore, a seguito della rottura di una pompa nell’impianto di
raffreddamento, provoca la parziale fusione del nucleo rilasciando nell'atmosfera gas
radioattivi pari a 15mila terabequerel (TBq). Vengono evacuate 3.500 persone.
7 agosto 1979 – Tennessee (USA). La fuoriuscita di uranio arricchito da una
installazione nucleare segreta provoca la contaminazione di oltre 1.000 persone.
Vengono registrati nella popolazione valori di radioattività fino a cinque volte superiori
alla norma.
Agosto 1979 – Erwin (USA). Oltre 1.000 persone vengono contaminate a seguito di
una fuga radioattiva in un centro di ricerca nucleare, fino ad allora rimasto segreto, a
Erwin, negli Stati Uniti.
Marzo 1981 – Tsuruga (Giappone). 280 persone vengono contaminate a causa di una
fuga di residui radioattivi nella centrale di Tsuruga, in Giappone. Un mese dopo le
autorità comunicano che 45 operai sono stati esposti a radioattività nel corso delle
operazioni per la riparazione della centrale.
Novembre 1983 – Sellafield (Gran Bretagna). Lo scarico di liquidi radioattivi nel
Mare d’Irlanda provoca la reazione di cittadini ed ecologisti, che sollecitano la chiusura
della centrale nucleare di Sellafield, in Gran Bretagna.
10 agosto 1985 – URSS. Un'esplosione devasta il sottomarino atomico sovietico
Shkotovo-22: muoiono dieci membri dell’equipaggio esposti alle radiazioni.
6 gennaio 1986 – Oklahoma (USA). Un operaio muore e altri 100 restano contaminati
a seguito di un incidente che si sviluppa in una centrale atomica in Oklahoma, negli
Legambiente - I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum
28
Stati Uniti.
26 aprile 1986 - Cernobyl (Ucraina) (scala Ines 7). L'incidente nucleare in assoluto
più grave di cui si abbia notizia. Il surriscaldamento provoca la fusione del nucleo del
reattore e l'esplosione del vapore radioattivo, che sotto forma di una nube pari a un
miliardo di miliardi di Bequerel si disperde nell'aria. Centinaia di migliaia di persone,
soprattutto nella vicina Bielorussia, sono costrette a lasciare i territori contaminati.
L'intera Europa viene esposta alla nube radioattiva e per milioni di cittadini europei
aumenta il rischio di contrarre tumori e leucemia. Non esistono ancora oggi dati ufficiali
e definitivi sui decessi ricollegabili alla tragedia.
6 ottobre 1986 – Oceano Atlantico. Il sottomarino K-219 affonda nell’Atlantico con
34 testate nucleari a bordo.
Febbraio 1991 – Mihama (Giappone). La centrale riversa in mare 20 tonnellate di
acqua altamente radioattiva
24 marzo 1992 – San Pietroburgo (Russia). A seguito della perdita di pressione
nell’impianto di Sosnovy Bor nei pressi di San Pietroburgo, fuoriescono e si disperdono
in atmosfera iodio e gas radioattivi.
Novembre 1992 – Forbach (Francia). Un grave incidente nucleare causa la
contaminazione radioattiva di tre operai. I dirigenti dell’impianto vengono accusati
l’anno successivo di non aver approntato le misure di sicurezza previste.
13 febbraio 1993 – Sellafield (Gran Bretagna). Fuga radioattiva nell'impianto di
riprocessamento di Sellafield. La densità massima di radionuclidi dello iodio consentita
viene superata di oltre tre volte.
17 febbraio 1993 - Barsebaeck (Danimarca). Uno dei reattori della centrale di
Barsebaeck viene temporaneamente fermato a causa della fuoriuscita accidentale di
vapore radioattivo.
Aprile 1993 – Siberia (Russia). Un incendio nel complesso chimico di Tomsk-7
colpisce un serbatoio di uranio. Risultano contaminati circa 1.000 ettari di terreno. La
nube radioattiva si dirige verso zone disabitate.
23 marzo 1994 – Biblis (Germania). Centrale nucleare di Biblis: una falla nel circuito
primario di un reattore fa uscire liquido altamente contaminato.
28 giugno 1994 – Petropavlosk (Russia). Fuga di materiale radioattivo nella baia di
Seldevaia a causa della rottura di un deposito a Petropavlosk.
Settembre 1995 – Kola (Mare di Barents). L'energia elettrica della centrale di Kola
viene staccata per morosità e vanno fuori uso i sistemi di raffreddamento. Incidente solo
sfiorato, grazie all'intervento del comandante della base.
Novembre 1995 – Cernobyl (Ucraina) (scala Ines 3). Un'avaria al sistema di
raffreddamento del reattore n.1 di Cernobyl causa un incidente nel quale la radioattività
si disperde e contamina gli operai impegnati nella manutenzione.
8 dicembre 1995 – Monju (Giappone). Due tonnellate di sodio liquido e altro
materiale radioattivo fuoriescono dal reattore nucleare prototipo di Monju nella
prefettura di Fukui a causa di un malfunzionamento al sistema di raffreddamento.
L’impianto è costituito da un reattore autofertilizzante a neutroni veloci FBR.
Febbraio 1996 – Dimitrovgrad (Federazione Russa). Un addetto causa la rottura
della valvola di sicurezza di uno dei reattori del centro di ricerche atomiche di
Dimitrovgrad. Fuoriesce una nube radioattiva contenente soprattutto radionuclidi di
manganese.
Marzo 1997 – Tokaimura (Giappone). Un incendio e un’esplosione nel reattore
nucleare nell'impianto di ritrattamento nucleare di Tokaimura contamina almeno 35
Legambiente - I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum
29
operai.
Giugno 1997 – Arzamas (Russia). Un incidente nel centro ricerche di Arzamas porta i
materiali radioattivi sull'orlo di una reazione a catena. Si sviluppa una nube radioattiva a
seguito della quale muore il responsabile dell’esperimento.
Luglio 1997 – La Hague (Francia). Il comune di Amburgo denuncia presenza di
radioattività nell'acqua scaricata nella Manica dall'impianto di trattamento francese di
La Hague. La Francia smentisce, ma il presidente della Commissione di controllo si
dimette.
Settembre 1997 – Urali (Russia). Sugli Urali si scontrano un trattore e un camion che
trasporta isotopi radioattivi. Da due container fuoriesce liquido pericoloso contenente
iridio 192 e cobalto 60. Nell’area la radioattività sviluppata è 25 volte superiore al limite
consentito.
1 maggio 1998 – Catena delle Alpi. Le autorità di controllo francesi scoprono elevati
livelli di contaminazione da cesio 137 sulle Alpi, causati dal passaggio di rottami ferrosi
provenienti dall'Europa dell'Est.
30 settembre 1999 - Tokaimura (Giappone) (scala Ines 4). Un incidente in una
fabbrica di combustibile nucleare attiva una reazione a catena incontrollata. Viene
accertato che si tratta di un errore umano: due operai hanno trattato materiali radioattivi
in contenitori non idonei. Tre persone muoiono all'istante, mentre altre 439, di cui 119
in modo grave, vengono esposte alle radiazioni. Vengono ricoverati in 600 ed evacuati
320mila abitanti della zona.
4 ottobre 1999 – Wolsong (Corea del Sud). Una fuoriuscita di acqua pesante durante
lavori di manutenzione della Centrale di Wolsong causa l’esposizione alle radiazioni di
22 operai impiegati presso l'impianto.
5 ottobre 1999 – Centrale di Loviisa (Finlandia). Viene segnalata una perdita di
idrogeno nell'impianto di Loviisa, sulla costa Finlandese. Secondo i tecnici della
centrale c’è stato un pericolo di incendio e perdite. La situazione, secondo gli addetti, è
rimasta comunque sotto controllo.
8 ottobre 1999 - Rokkasho (Giappone). Una piccola quantità di materiale radioattivo
fuoriesce da un deposito di scorie a Rokkasho, nella prefettura giapponese di Aomori.
Le radiazioni provengono da due fusti arrivati dalla centrale nucleare di Ekushima.
20 ottobre 1999 – Superphenix (Francia). Un incidente tecnico ritarda lo
smantellamento del reattore a neutroni rapidi Superphenix di Creys-Malville (Isere), nel
Sud-Ovest della Francia. Nell'operazione di scarico del reattore un inconveniente
tecnico a una puleggia per l'estrazione delle cartucce di combustibile arresta la fase di
scarico del materiale radioattivo.
18 novembre 1999 – Torness (Scozia) Un Tornado della Raf in esercitazione precipita
in mare di fronte alla centrale nucleare di Torness in Scozia a meno di ottocento metri
dall’impianto. Un grave incidente è sfiorato per un soffio.
13 dicembre 1999 – Zaporozhe (Ucraina). Il primo dei sei reattori nucleari della
centrale ucraina di Zaporozhe viene fermato per il malfunzionamento dei uno dei
segnalatori di eccessiva pressione.
5 gennaio 2000 – Blayais (Francia) (scala Ines 2). Una tempesta provoca un incidente
alla centrale di Blayais, nella Gironda, dove due dei quattro reattori vengono fermati.
L’acqua invade alcuni locali della centrale: danneggiati pompe e circuiti importanti.
27 gennaio 2000 – Giappone. Un incidente a una installazione per il riprocessamento
dell’uranio in Giappone provoca livelli di radiazione 15 volte superiori alla norma in un
Legambiente - I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum
30
raggio di circa 1,2 miglia. Funzionari locali segnalano che almeno 21 persone sono state
esposte alle radiazioni.
15 febbraio 2000 – Indian Point (USA). Una piccola quantità di vapore radioattivo
fuoriesce dal reattore Indian Point 2 vicino alla cittadina di Buchanan sul fiume Hudson,
località a circa 70 chilometri da New York. La perdita di gas radioattivo costringe la
società che gestisce l’impianto a chiudere la centrale e a dichiarare lo stato di allerta. La
perdita è di circa mezzo metro cubo di vapori radioattivi.
10 aprile 2003 – Paks (Ungheria) (scala Ines 3). L’unità numero 2 del sito nucleare di
Paks (costituito da quattro reattori è l’unico in Ungheria a 115 chilometri da Budapest)
subisce il surriscaldamento e la distruzione di trenta barre di combustibile altamente
radioattive. Solo un complesso intervento di raffreddamento scongiura il pericolo di
un’esplosione nucleare, limitata ma incontrollata con gravi conseguenze per l’area
intorno a Paks.
17 ottobre 2003 – Arcipelago de La Maddalena (Italia). Sfiorato incidente nucleare:
il sottomarino americano Hartford s’incaglia nella Secca dei Monaci a poche miglia
dalla base di La Maddalena dove solo l’abilità del comandante riesce a portare in porto
il mezzo avariato. Il licenziamento di alcuni militari induce a pensare che il rischio
corso non sia stato risibile.
9 agosto 2004 – Mihama (Giappone). Nel reattore numero 3 nell’impianto di Mihama,
350 chilometri a ovest di Tokyo, una falla provoca la fuoriuscita di vapore ad alta
pressione che raggiunge i 270 gradi provoca quattro morti tra gli operai. Altri sette
lavoratori vengono ricoverati in fin di vita. E’ l’incidente più tragico nella storia
nucleare del Giappone. La centrale viene chiusa.
9 agosto 2004 – Shimane (Giappone). Scoppia un incendio nel settore di smaltimento
delle scorie in una centrale nella prefettura di Shimane.
9 agosto 2004 – Ekushima-Daini (Giappone). L’impianto viene fermato per una
perdita d’acqua dal generatore.
Aprile 2005 – Sellafield (Gran Bretagna). Viene denunciata la fuoriuscita di oltre
83mila litri di liquido radioattivo in 10 mesi a causa di una crepatura nelle condotte e di
una serie di errori tecnici.
Maggio 2006 – Laboratori Enea di Casaccia (Italia). Fuoriuscita di plutonio,
ammessa solo quattro mesi dopo, che ha contaminato sei persone addette allo
smantellamento degli impianti.
Maggio 2006 – Mihama (Giappone). Ennesimo incidente con fuga di 400 litri di acqua
radioattiva nella ex centrale nucleare di Mihama.
26 luglio 2006 – Oskarshamn (Svezia) (scala Ines 2). Corto circuito nell’impianto
elettrico della centrale a 250 chilometri a sud di Stoccolma per cui due dei quattro
generatori di riserva non sono stati in grado di accendersi. Vengono testate tutte le
centrali nucleari del Paese e quella di Forsmark viene spenta.
7 ottobre 2006 – Kozlodui (Bulgaria). Viene intercettato un livello di radioattività
venti volte superiore ai limiti consentiti e le verifiche portano a scoprire una falla in una
tubazione ad alta pressione. La centrale, che sorge nei pressi del Danubio, scampa a una
gravissima avaria. Secondo la stampa locale la direzione cerca di nascondere l’accaduto
e di minimizzarlo nel rapporto all’Agenzia nazionale dell’Energia Atomica.
28 giugno 2007 – Kruemmel (Germania). Scoppia un incendio nella centrale nucleare
di Krummel, nel nord della Germania vicino ad Amburgo. Le fiamme raggiungono la
struttura che ospita il reattore e si rende necessario fermare l’attività dell’impianto. In
pochi mesi si verificano avarie anche nelle centrali di Forsmark, Ringhals e Brunsbuttel.
Legambiente - I problemi irrisolti del nucleare a vent’anni dal referendum
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Secondo il rapporto 2006 del ministero federale dell'Ambiente, l'impianto di Kruemmel
è il più soggetto a piccoli incidenti tra le 17 centrali. Stando ai piani di uscita dal
nucleare, fissati in una legge del 2002, il reattore dovrebbe essere spento al più tardi nel
2015.
16 luglio 2007 – Kashiwazaki (Giappone). La centrale nucleare di Kashiwazaki-
Kariwa, la più grande del mondo che fornisce elettricità a 20 milioni di abitanti, viene
chiusa in seguito ai danneggiamenti provocati dal terremoto. L’Agenzia di controllo
delle attività nucleari giapponesi ammette una serie di fughe radioattive dall’impianto,
ma precisa che si tratta di iodio fuoriuscito dal una valvola di scarico. Il direttore
generale dell’AIEA, Mohammed El Baradei, dice che il sisma: "è stato più forte di
quello per cui la centrale era stata progettata". Il terremoto provoca un grosso incendio
in un trasformatore elettrico, la fuoriuscita di 1.200 litri di acqua radioattiva che si
riversano nel Mar del Giappone e una cinquantina di altri incidenti. Si teme che la faglia
sismica attiva passi proprio sotto la centrale.
x lameduck
RispondiEliminascusa però, dobbiamo svenarci per costruire centrali solo perchè le hanno i nostri vicini?
non era quello il senso del mio commento. ma se l'ostacolo deve essere la paura di una nuova chernobyl non si può non considerare il rischio che deriva dai paesi confinanti dai quali compriamo l'energia elettrica.
ad ogni modo credo che una apertura al nucleare non debba precludere la strada, che anzi deve essere percorsa il più possibile, delle fonti rinnovabili. questo le mie idee in linee di principio. é chiaro che se dovessi fare un piano energetico ogni soluzione andrebbe vagliata con i suoi pro e i suoi contro sul piano economico, ambientale, strategico e a quel punto potrei anche giungere alla conclusione che un investimento nel nucleare non convenga. Ma questo è un altro discorso.
Compagna Lameducq, capisco che gli argomenti con cui ribatto non siano di tuo gradimento, ma argomenti sono. e tu non devi accusarmi di essere andato fuori tema se non ti garbano. In sintesi:
RispondiElimina1) Cernobyl non fa testo, perchè è stato l'unico (UNICO) incidente di rilievo avvenuto in una centrale nucleare per la produzione di ENERGIA elettrica. Perchè non fa testo? Perchè l'impero sovietico pur di stare al passo con l’occidente (se non per sua natura) se ne fregava di qualsiasi misura protettiva e antiecologica pur anche elementare. I risultati sono sotto gli occhi dell’umanità cosciente e non certo offuscata da ideologie pseudo-scientifiche per cervelli che non hanno voglia (o non ce la fanno) di impegnarsi. Vedi i disastri immani che hanno ridotto popoli e regioni ex sovietiche in lager umani e ambientali per sempre, si può dire, reversibilmente contaminati. E questo non è fuori tema come tu affermi, bensì in linea con la tua triste vignetta di apertura. Per aver detto ciò e sottolineato che altri esperimenti di tipo sovietico porterebbero portarci alla fine, tu e i tuoi degni Compagni non avete avuto altra risposta che l’insulto.
2) Ripeto, al momento non esiste nessuna seria alternativa alla produzione di ENERGIA elettrica con il nucleare. Il sole del sud e il vento mediterraneo sono energie naturali discontinue sulle quali non si può puntare. Altro discorso è la produzione mista al nucleare (solare, fotovoltaica, eolica, bioenergetica ecc ecc.) vale a dire SOLAMENTE di supporto.
3) insisto sul concetto di energia, perchè spesso chi scrive cita watt o megawatt che se non riferiti al tempo non esprimono energia. Google non può fare i miracoli.
4) il nucleare di terza o anche quarta generazione tra 15 anni necessari al completamento delle centrali, sarà obsoleto? Se si fosse ragionato in questi termini saremmo ancora all’età della pietra. Cosa compro un PC a fare se tra una settimana è superato da altri più “potenti”.
5) Paura di incidenti? In caso di crisi i reattori si spengono automaticamente. Per questo, ripeto l’impero comunista (o socialista) sovietico non deve far testo. Quelli erano (e per generazioni lo rimarranno, purtroppo) molto inclini al crimine per effetto del passato regime.
Potrei continuare, ma mi fermo. Spero di essere stato chiaro e di non leggere i soliti insulti da parte di cervelli farneticanti in ebollizione.
@ franz
RispondiEliminaallora il povero Caio ha postato quella lunga lista di incidenti nucleari per niente?
Fai una cosa, apri una sottoscrizione per aprire una centrale nucleare nel tuo giardino. Parlane nel tuo quartiere e facci sapere.
Sai cosa mi irrita dei tuoi commenti? Che sono vecchi, passati, sembri arrivato con la macchina del tempo dagli anni 50.
L'anticomunismo ha rotto i coglioni, se non te ne sei accorto.
Tu vieni qui non per discutere ma per combattere la tua personale guerra contro i comunisti. Scusami ma non mi interessa. Anche perchè qui non è detto che siano tutti comunisti. Fai la figura di quello che vuole attaccar briga per forza.
Tipica figura da bar.
Lameducq, per favore leggi bene prima di rispondere. Ho parlato di incidenti dovuti a centrali elettriche nucleari capito? Quelle elencate da caio sono di tutt'altra natura. o no?
RispondiEliminaSei impulsiva ed elementare nel liquidare con finta superficialità chi non la pensa come te. Metodo comunista, bolla l'avversario e passa oltre.
Non ti vergognare e non ti arrabbiare per essere comunista, da giovani tutti lo siamo stati. Vorrà dire che tu sei rimasta giovane (nel cervello s'intende).
@Lameduck
RispondiEliminaNon trovi che Franz assomigli molto al caro vecchio rancoroso ur-ka? Forse é proprio lui ritornato al tuo blog – da te - sotto mentite spoglie; che sia vero amore?
x lameducq:
RispondiEliminadimenticavo. sinceramente la lunga e meritevole lista di caio non l'ho letta fino alla fine. Ti basti sapere con assoluta certezza che l'unico incidente nucleare da centrale di produzione di energia è quello di cernobyl. stanne certa Lameducq. non c'è lista che tenga
@ salazar
RispondiEliminasai che ti dico? Che anche dal Brasile hai l'occhio lungo, secondo me hai ragione. Ur_ca is back, alive and kicking. ;-)
@ franz
Leggi la lista e poi ne riparliamo. Coraggio, poi distinguiamo tra raggi gamma, alfa e beta.
Scusate, l'area del raccordo anulare servirebbe per 1/3 dei fabbisogni italiani di energia elettrica (che e' sempre tantissimo).
RispondiEliminaEcco l'intervista di fine marzo 2008 a Rubbia.
RispondiElimina@ Adetrax
RispondiEliminaHai letto dei nanocristalli sul Corriere?
"Cernobyl, cosa avvenne
RispondiEliminaIl 26 aprile del 1986... Il sistema di sicurezza venne deliberatamente disattivato..."
http://www.greenpeace.it/cernobyl/incidente.html
Forse che Greenpeace, come Franz o ur-ka/Ur_ca che dir si voglia, combatte una sua personale guerra contro i comunisti?
Se per te una foratura è un incidente hai ragione. Nubi radioattive vaganti sulle nostre teste sono comunque giunte unicamente dalla Russia "senza amore", se sai di altre citale.
Quanto ad Adetrax, condivido. Infatti nulla vieta che nell'attesa che le centrali nucleari entrino in funzione, si creino forme alternative di produzione energetica. Centrali eoliche e fotovoltaiche sono piccoli palliativi. Tanto più che queste ultime per via della corrente continua che producono necessitano di batterie di stoccaggio e convertitori (inverter) molto costosi e delicati. Si tratta cmq di impianti che hanno si e no 20 anni di vita, non dimetichiamolo, la cui manutenzione peraltro è assai costosa.
Sugli impianti termosolari di Rubbia sono i primi e ancora in corso d'opera in Spagna. Ma in italia di mesetas in cui il sole brilla per 350 giorni all'anno non ce ne sono. Un'area come il raccordo anulare basterebbe per 1/3 del fabbisogno italiano? Non lo so, la prendo per buona ma mi pare esagerata
@salazar
RispondiEliminaNo, non avevo letto, grazie per la segnalazione; l'questo articolo e` interessante, ma se ho capito bene questi nanocristalli si applicherebbero al campo fotovoltaico e non a quello del solare termico, l'unico in grado di fornire grandi quantita' di energia a costi accettabili.
In ogni caso per i microimpianti per abitazioni, queste sono ottime notizie.
@Franz
Beh, in California i primi impianti basati sul solare termico sono stati fatti piu' di 25 anni fa.
Negli ultimi 5-10 anni sono stati adottati accorgimenti che hanno aumentato fino al 40-45% il loro rendimento medio e quindi sono diventati particolarmente interessanti considerando che in futuro ci saranno ulteriori miglioramenti (certo, per questo ci vogliono i cervelli giusti, ma e' sufficiente non farli scappare all'estero).
@ Adetrax
RispondiEliminaSi, fotovoltaico. Con una resa del 44%, se vuoi attaccarci il phon della tua fidanzata, non ti serve più avere il tetto grande come un campo di basket ma solo come l’area dei tre punti.
La cosa interessante (qui) é che parla di costruzione relativamente a buon prezzo.
O paura di quel “relativamente”, ma se i costi di acquisto fossero abbordabili si avrebbe un rilancio dei piccoli impianti.
Questa poi arriva inaspettata, ma forse no: Macchina acchiappaonde per fare elettricità. Avevo letto della tidal energy, ma non a forma di mongolfiera a 100 metri di profondità, e da ricerca italiana. Si arriverà a qualcosa? Vedremo.
RispondiEliminaPer ora abbiamo il Galles che vuole investire e i francesi che contattano; poverini, non hanno speranze, il nostro Governo sarà felice di buttare carrettate di denaro in questa ricerca.
E poi avremo i francesi che s’incazzano, un classico!