Una ragazzina manca da casa da giorni e non si sa che fine abbia fatto ma questo è un giallo alla rovescia, un giallo il cui nastro sta scorrendo all'indietro, facendo percepire suoni sinistri ed inquietanti, come quei rock satanici che si dice siano nascosti nelle innocue canzonette.
L'unica cosa certa è che la ragazzina è sparita, non si trova. Non abbiamo ancora formalmente un delitto né un movente preciso perché manca la cosa più importante, la vittima, il cadavere.
Ma è poi così importante avere un cadavere se questo è un giallo all'incontrario, dove si parte dalla pena di morte inflitta all'indiziato anzi, a tutta la categoria alla quale appartiene e, con il tasto premuto del rewind, scorrendo tutta la vicenda all'indietro, forse ad un certo punto troveremo il momento del delitto? Ma ci importa veramente di sapere come è andata se sappiamo già chi è stato?
Questo è un giallo all'incontrario perché tutti sapevano già chi erano i colpevoli prima ancora che fosse stato commesso il delitto. Qualche giorno fa, era appena scomparsa Yara, l'adolescente casa-scuola-palestra molto tranquilla di Brembate, provincia di Bergamo, e qualcuno dalle frequenze di Radio Padania aveva già scritto il finale del giallo.
“I lavoratori extracomunitari sono senz’altro persone oneste, ma siccome il sospetto per il diverso è sempre un sospetto radicato, qualcuno di loro si faccia avanti per togliere questi retropensieri”.
Non hanno pensato che, purtroppo, a fare del male ai bambini non sono più solo gli uomini neri delle favole ma uomini (e donne, a volte) di tutti i colori della tavolozza e di tutti i gradi di rispettabilità e sospettabilità. Senza contare che, in casi come questi, il colpevole è spesso molto vicino a casa, scuola o palestra, più vicino di quanto si immagini. Ti ha osservato a lungo, magari, prima di colpirti ma siccome la mancanza di sospetto per l'uguale è sempre un non sospetto radicato, nessuno soffre di questi retropensieri.
Ad ogni modo, se il cadavere non si trova, i media necrofili, deamicisiani e astuti si portano avanti con il lavoro e si cucinano il colpevole o presunto tale di un delitto che ancora formalmente non c'è. I media ci raccontano cosa vogliono che sia successo. Cosa sarebbe meglio che fosse successo per poter giustificare il nostro sempre più feroce razzismo.
Così ci raccontano un brutto film, un film dell'orrore metropolitano di quelli che ci fanno più paura. "Loro vengono qui a rubarci il lavoro e a violentarci le donne", scrivono le braccia rubate a Farmville su Facebook. E i media annuiscono: "E' proprio così". Raccontano di misteriosi furgoni bianchi che girano per le strade guidati da uomini che molestano le minorenni.
Uomini che molestano le minorenni. Roba proprio solo da marocchini. Ci vorrebbe un bell'esercito per strada, magari gli squadroni della morte.
Combinazione, e si dirà che quelli della radio avevano visto giusto, come i precog della precrimine, c'è un extracomunitario indiziato di sequestro, omicidio ed occultamento di cadavere. Si, è vero, assieme a lui sono indiziati un paio di italiani ma questo, nel nostro giallo all'incontrario, è un dettaglio. Non perdiamo di vista il principale sospetto, anzi la categoria alla quale appartiene. Gli altri sospetti non contano. Non distraiamoci.
Ma è veramente andata così?
Mentre scrivo pare che la posizione del marocchino indagato stia alleggerendosi fino ad una possibile scarcerazione per mancanza di prove.
Forse il nastro si è inceppato, bisogna riguardare il film dall'inizio. Da quando forse una ragazzina tranquilla ha seguito persone da lei ritenute innocue perché erano, ad esempio, persone che conosceva o aveva visto spesso negli ambienti che frequentava. Gente che non avrebbe avuto problemi a seguire perché di loro si fidava e che mai avrebbe creduto potessero farle del male. Magari dei coetanei o quasi.
Una sola preghiera. Vorrei sentire, chiunque sarà il colpevole finale, straniero, italiano o padano, comunque qualche parola forte contro una società che titilla il retropensiero pedofilo di tanti potenziali stupratori proponendo sui media adolescenti ancora bambine come prede sessuali ad ogni ora del giorno. Contro una società assetata di sangue che richiede la sua dose giornaliera di vittime femminili come un drogato all'ultimo stadio. Un paese dove il gettare le donne nei pozzi o nei fossi dopo averle usate sta diventando terribilmente frequente.
Vorrei, una volta che fossero identificati i responsabili di un delitto che ancora non c'è, se per pura ipotesi fossero italiani, anzi padani, magari tranquilli borghesi e "bravi ragazzi di famiglia", che nessuno passi dall'impiccalo più in alto al chiamarli semplicemente "balordi". Che non venga a nessuno in mente di far diventare un atroce delitto, siccome è stato commesso dai nostri figli, una "bravata". Lo so che i media e i bravi cittadini padani non lo farebbero mai ma non fateci caso, è solo un mio retropensiero.
E' inutile.
RispondiEliminaCi siamo già passati.
Quando i fidanzatini padani macellarono madre e fratello, i loro concittadini erano pronti ad organizzare una bella manifestazione in stile Klu Klux Klan; salvo poi che i carabinieri scoprirono che i mostri li avevano partoriti loro.
Da allora niente è cambiato, perchè il razzismo non è una scelta, è una condizione. Non si sceglie di essere razzisti, non più di quanto si scelga di essere stupidi.
credo che sia uno dei tuoi migliori,se non il migliore,post che tu abbia scritto,perlomeno per me.
RispondiEliminanon commento oltre,è come rovinare un bel quadro con inutili ritocchi.
complimenti.
Un tipo in buona fede ha scritto "Parlo al cuore di chi detiene ingiustamente Yara. Restituite la ragazza all’affetto della sua famiglia". Come se fosse un oggetto... mi ha fatto impressione.
RispondiEliminaMi ricorda molto la faccenda di Erba, quando il colpevole era siocuramente il tunisino che, invece, stava in Tunisia.
RispondiEliminaCara Paperella, hai un modo per descrivere la realta` italiana, che, secondo me, non ha eguali.
Ciao
Roberta da Sydney
Da un comunicato dell’agenzia Agi del 4 dicembre 2010:
RispondiElimina«"Se le mie capre ti danno fastidio, allora denunciami". Sarebbe bastata questa semplice ma provocatoria frase a far perdere il lume della ragione a Valindo Rossini, l'operaio 62enne di Livo - un piccolo paesino di 200 abitanti dell'Alto Lario, in provincia di Como - che ieri ha ucciso la vicina Pierina Alietti Ghierbi sparandole due colpi di pistola alla schiena dopo aver litigato con lei per una capra che era entrata nel suo giardino.»
Ciò che segue è una sintesi di alcuni articoli tratti dall’archivio del CdS tra il 26 e il 28 aprile 2010:
O. B., un uomo residente a Volta Mantovana, con la passione delle armi, considerato un “cittadino esemplare”, una mattina verso la fine di aprile 2010, si è alzato, è andato a casa dell’ex moglie e l’ha uccisa a colpi di pistola, poi è risalito in auto ed è andato ad uccidere una signora con la quale aveva da tempo dissidi per questioni di proprietà, dopodichè è risalito in auto per andare ad uccidere un altro che gli doveva del denaro, che non era in casa, e così ha ucciso il figlio. Ai carabinieri che lo hanno arrestato ha detto: “Ero stressato […] Credetemi, ho le mie ragioni. Non sono un mostro, sono una persona normale»”.
I due episodi di cui sopra sono solo la centesima parte di quelli che accadono ogni anno in Italia – in pratica uno o più di uno al giorno -, che riguardano cittadini italiani, tra i quali figura una rilevante percentuale di “padani”.
Questo per dire che, forse, dietro la smania di additare “lo straniero”come colpevole di ogni efferato delitto, c’è l’inconscia consapevolezza che i veri mostri siamo noi.
Razzisti di merda!
RispondiEliminaNon mi viene altro da dire.
Già. Erika e Omar, Olindo e Rosa, Donato Bilancia, Gianfranco Stevanin, Ludwig, Pietro Maso. Per tacer dei compagni di merende.
RispondiEliminaMarocchini? No, italiani.
@ Lorenzo
Si, è vero, sembra che parli di un bene mobile.
@ Roberta
Vorrei solo che la realtà italiana da descrivere fosse migliore di quella che è.
Hai visto su Justin TV il nuovo programma di Lucarelli?
Azzzz! Mi sono dimenticata. E` stato interessante? Forse lo posso vedere sul sito rai.
RispondiEliminaCiao
Roberta da Sydney
@ Roberta
RispondiEliminaSi, è interessante. Guarda su RAI3.
Cara amica Lameduck,
RispondiEliminavorrei fare una citazione riguardo al pregiudizio, che si ricollega al post in oggetto.
Ciao Davide
"In un lavoro intitolato Saggio sopra gli errori popolari degli antichi il diciassettenne Leopardi si ripropone di illustrare come si siano formate e abbiano potuto prendere radice nell’antichità credenze che pure erano contraddette dall’esperienza e dal buon senso insieme.
Probabilmente Leopardi aveva iniziato questo lavoretto sotto la suggestione dell’ideologia illuminista, molto diffusa al tempo, secondo la quale era davvero possibile sopprimere gli errori e i pregiudizi di una nazione e poi dell’umanità intera, schiarendo le menti con dimostrazioni scientifiche, col sapere.
Sottoponendo a critica, cioè al vaglio della ragione, le opinioni correnti, esaminando quanto di quelle poteva conformarsi all’esperienza sensibile o ne era contraddetto, l’uomo aveva modo di liberarsi dai condizionamenti del pregiudizio e di avviarsi a un superiore grado di civiltà.
Ma già in questa operetta giovanile si insinuava il riflesso di una attenzione maggiore e più profonda, più seria direi, intorno al mistero dell’uomo, che non permetteva all’autore di acquietarsi in un ottimismo di dottrina.
Leopardi, infatti, si vede indotto a uno scomodo riconoscimento: “gli antichi non andavano esenti dagli errori più grossolani, ma agevolmente si comprenderà che il volgo dei moderni non cede loro quasi in verun conto. Non pochi anzi dei pregiudizi che regnavano un tempo sono anche al presente in tutto il loro vigore”. E Leopardi sa bene che si assume la fatica di scrivere “benché il mondo continui sempre ad essere il medesimo dopo la pubblicazione di opere istruttive e benché gli abusi universali non siano soggetti a riforme”
Perché?
Perché non bastano all’uomo i lumi per fugare le tenebre, così come avviene nel mondo fisico? Perché la lettura di opere istruttive non migliora l’animo e non elimina abusive credenze universalmente diffuse? o, meglio, credute solo perché diffuse?
Da dove trae vigore il pregiudizio (“quel credere una cosa perché s’è udito dirla e perché non si è avuta cura di esaminarla”) che ha sempre accompagnato la storia dell’uomo e continua a regnare vigoroso anche nel presente? Leopardi si trova portato a riconoscere, al termine di un itinerario che l’allontana di molto dall’originario intento illuminista, come l’errore sia per l’uomo una condizione esistenziale, di cui pare abbia addirittura bisogno (per dissimulare il niente che è, dirà poi, in altro ordine di idee).
L’errore, il pregiudizio, non sono sradicabili: si presentano nei secoli successivi in forme diverse, mutando l’aspetto, a volte, ma senza cambiar natura.
E infatti Leopardi conclude la sua dotta confutazione dei pregiudizi antichi con uno spirito diverso, si direbbe, da come l’aveva cominciata: “…tutto questo sia detto senza alcun utile, anzi, senza un’oncia di speranza”.
Neanche una parola su quello che, sotto effetto "spinello", ha falciato 7 ciclisti ?
RispondiEliminaComunque, tornando al caso in oggetto sappiamo tutti che le indagini sono ancora in corso e che le cose non funzionano come nei film ove si trova sempre il colpevole (anche se non al primo colpo).
Supponendo che si tratti di omicidio, è bene ricordare le principali variabili che possono condurre a delitti contro le persone:
- disturbi psichici (più o meno latenti);
- abuso di alcool e/o droga;
- delinquenza abituale, specie se corroborata dalla cultura di origine o dall'appartenenza a determinate organizzazioni (incluse quindi le vendette / faide familiari);
- fortissime pressioni socio-economiche o anomale pusioni animalesche associate ad altri fattori di instabilità;
- atti sacrificali per strani culti (es. delitto di Chiavenna);
- ecc.
Spesso ci sono combinazioni di due o più delle sopracitate variabili e sia la prevenzione che i controlli latitano parecchio di fronte ai numeri in gioco.
In quanto al luogo geografico possiamo dire che ormai conta poco o niente per l'ovvio motivo che un assassino, se le condizioni sono favorevoli, può uccidere in qualsiasi posto si trovi, anche a migliaia di chilometri di distanza dal suo luogo di origine data la facilità con cui, oggigiorno, ci si può spostare.
Per quanto riguarda la cosiddetta "Padania" è ovvio che sia diventata da tempo una specie di Far-West date le seguenti condizioni:
- negli ultimi 100-150 anni sono ivi emigrate, in maniera incontrollata, forse più di 10 milioni di persone provenienti da vari luoghi e statisticamente non è possibile che fossero tutte degli stinchi di santo, ovvero con la testa a posto;
- è sempre più infestata non solo da criminali comuni (per lo più importati) ma anche da quelli organizzati;
- si sono diffuse, a macchia d'olio, fascinazioni per la magia nera e altri innominabili culti;
- circola tantissima droga venduta da organizzazioni criminali e comprata dai maggiori delinquenti del mondo, ovvero gli "utilizzatori finali".
Se a questo aggiungiamo tutte le persone che fantasticano di compiere il loro primo delitto o altri atti riprovevoli, allora non è un bel quadretto quello che ne risulta.
A questo punto è bene ribadire anche l'ovvio, ovvero che alludere a due italiani è come dire niente.
Due italiani chi ? Due malavitosi, due cocainomani all'ultimo stadio, due pedofili, due alienati, due esseri anomali ? Boh.
Le anomalie comportamentali possono essere favorite / prodotte da molti fattori ma sicuramente non dal possesso o meno della cittadinanza italiana.
Tanto per essere chiari spesso si addita al possibile straniero / immigrato / diverso (anche e soprattutto extraregionale) per motivi molto semplici: perchè non si sa qual è il suo background, non si sa che cosa ha fatto nel suo luogo di origine, perchè se ne è andato, quali sono le sue condizioni mentali (tanto qui in Italia nessuno controlla più niente), le sue capacità di affrontare ambienti potenzialmente stressanti, cosa sa e cosa non sa (relativamente alla legislazione), cosa è disposto a fare per ..., quali sono le sue basi etico-morali, ecc.
E' chiaro che in questo contesto gente che ha smesso di dare del mafioso a Berlusconi da oltre 10 anni abbia ben poche remore nel cavalcare l'onda del fenomeno "sbatti il mostro in prima pagina".
La probabilità che in luoghi "socialmente selvaggi / demograficamente prolifici" o comunque poco controllati, prosperino linee di individui fuori dalle righe, es. con pochi scrupoli o particolarmente violenti può essere particolarmente alta o bassa a seconda del passato storico e della risultante selezione naturale che nei secoli e/o nei millenni può essere stata più o meno premiante per i più violenti e privi di scrupoli.
RispondiEliminaRicordiamoci che a fine '800 (3000 - 4000 omicidi/anno), nelle medie e grandi città italiane, c'erano differenze fino a 15 o a 20 : 1 nel numero degli omicidi compiuti a seconda delle varie zone geografiche, quindi certi cosiddetti pregiudizi non sono nati per caso o senza fondamento.
Fra l'altro bisogna sempre ricordare che l'Italia è un paese che, nel corso degli ultimi 1600 anni, è stato invaso a più riprese da tutte le direzioni (terra e mare) ed è ormai formato essenzialmente da "barbari", di diverse qualità, e con centinaia di etnie non vagliate a sufficienza (ed è chiaro che se all'estero non riconoscono questo fatto - ben noto al Metternich - bisogna compatirli per eccesso di ignoranza).
Insomma, basterebbe anche solo ricordare i circa 5000 supercriminali liberati dopo il crac dell'Albania a inizio anni '90 (e immediatamente direttisi in Italia) o anche il Berlusconi che qualche anno fa invitò "tutti" i rumeni a venire in Italia (ove ci sono pene effettive 3-5 volte inferiori a quelle applicate in Romania), probabilmente garantendo lui stesso l'impunità, e certe cose si possono comprendere.
Qui si potrebbe entrare in un'appassionante discussione ma è sufficiente aver accennato al tema.
Per poter emettere giudizi nel campo degli omicidi bisogna avere presente i dati, tutti i dati utili a distinguere le varie possibili tipologie dei 600-800 omicidi all'anno compiuti in Italia, non quelli parziali / mascherati, rilasciati al pubblico e ulteriormente filtrati dai media, spesso previo il benestare dei "supervisori" politici.
Fra gli omicidi citati nei commenti, precisiamo che:
- Erika e Omar, erano due drogati, specialmente lei e oltretutto non autoctona (dal punto di vista dell'anamnesi remota); poi dare il nome Omar a un italiano è altamente sospetto;
- Olindo e Rosa, erano due disturbati psichici, lei violentata da piccola, lui dal punto di vista remoto potrebbe non essere considerato autoctono;
- Donato Bilancia, non autoctono, colpito da lucida follia;
- Gianfranco Stevanin, aveva subito più traumi alla testa e gli erano stati riconosciuti squilibri occasionali; certe persone si possono anche lasciare libere ma bisogna controllarle periodicamente;
- gruppo Ludwig, idem, due disturbati mentali ancorché con un discreto QI, superiore alla media; uno dei due era tedesco, probabilmente con istinti di base affini a quelli di Jeffrey Dahmer (il cannibalismo fa male anche ai discendenti);
Per quanto riguarda il delitto di Chiavenna, si nota che la capobranco non era autoctona (dal punto di vista remoto) e aveva precedenti per droga oltre che malsani interessi per l'occulto.
In ogni caso il rapporto percentuale fra omicidi commessi da italiani autoctoni del nord Italia e tutto il resto del paese a parità di popolazione, è, o meglio era, come minimo 1 : 8, forse anche 1 : 10, un rapporto che sta inevitabilmente e rapidamente deteriorandosi per cause piuttosto evidenti.
Adetrax, ma veramente, perché non ti compri un bel libro aggiornato di criminologia e ti leggi quali sono i veri fattori scatenanti il crimine. Quando vuoi fare il sociologo sei veramente comico, te l'ho già detto, parli come il Lombroso dell'Ottocento.
RispondiEliminaAnomalo, anomalie, ma cos'è l'anomalia, cos'è la normalità?
Istinti animaleschi... m'hai detto cotica!
Perchè non aggiungi alla lista dei fattori scatenanti quello più normale: la pulsione sessuale?
O è quello che preferisci chiamare istinto animalesco?
Rassegnati. La malattia mentale, il diverso, l'anomalo esistono e non li possiamo controllare. Chi si controlla come fai tu rischia di scoppiare.
Quindi per non scoppiare deve dare sfogo alle pulsioni che sente al momento? non mi sembra una buona strategia sociale...
RispondiEliminamasuc
@davide
RispondiEliminanessuno nega che nell'animo umano esiste un'istintiva,atavica paura del "diverso"che non si riduce a mera questione di razza,ma anche di hanicap,di sesso,pure di eta',ci sono adulti che hanno terrore dei bambini,ma e' qui che interviene la ragione,il relazionarsi coi suddetti "diversi"è fondamentale per superare determinate paure,esattamente cio' che dovrebbero fare le istituzioni,favorire l'integrazione per superare le suddette paranoie, non cavalcarle per meschini giochi elettorali
@adetrax
"Neanche una parola su quello che, sotto effetto "spinello", ha falciato 7 ciclisti ?"
vorresti forse insinuare che siccome alla guida dell'auto c'era un marocchino il suo spinello sia piu' spinello di uno italiano?
e' vietato leggere questo incidente come una agghiacciante casualita?
uno che se ne gira in ferrari a 200 km orari ,pure senza spinello,non è forse un equivalente potenziale assassino?o forse dipende dall'etnia di chi era alla guida?
@ masuc
RispondiEliminaconosci le valvole di sfogo? Sai cosa servono? A far liberare la tensione poco a poco, senza far scoppiare il tutto. E' a questo che mi riferivo.
Quello che mi dà sui nervi dei commenti di Adetrax, è che lui è convinto di poter sempre controllare e prevenire il crimine perchè quelli che lo commettono sono geneticamente predisposti a farlo e riconoscibili da qualche tratto lombrosiano di anormalità. Quindi li rinchiudi ed è fatta. Invece non è così. La follia e il crimine sono quasi sempre imprevedibili. Chi si trattiene per anni è più facile che scoppi rispetto ad uno che si sfoga, magari con la musica, con lo sport, con i videogames, con qualche baldoria con gli amici.
@ rossoallosso
Facciamo un nome a caso: Fabrizio Corona. Uno che, sfrecciando a 200+ all'ora in autostrada, ha quasi buttato fuori strada un giornalista che stava procedendo tranquillamente con la sua auto.
Io poi non capisco perchè si parli sempre di guida sotto spinello e mai di quella sotto coca che è 10000 volte più pericolosa.
@rossoallosso
RispondiEliminaVorresti forse insinuare ...
Ma no, ovviamente no, a parte il fatto che il Marocco è un produttore di hashish piuttosto rilevante nell'area europea-africana e che la tentazione di consumarlo e venderlo a tutti i costi è molto forte, le mie puntualizzazioni sono sempre volte ai fattori di rischio generali, ovvero quelli elencati nei commenti precedenti.
Nel caso di atti cruenti isolati, non legati alla solita criminalità organizzata, si parla di droghe in generale, di instabilità psichica, di propensione agli atti inconsulti e non di rado violenti (incluso lo spregio per le norme di sicurezza), di fascinazione per cammini oscuri che si pensa possano condurre all'acquisizione di potere personale, ecc.
Premesso che ci sono vari livelli: quello dei pazzarielli semi-irrecuperabili, quello delle personalità border-line, quello dei pedofili, dei malavitosi (es. sequestri, ecc.), quello dei deviati connessi con le direttive di alto livello che provengono dal potere (nella forma di "un colpo al cerchio e un colpo alla botte", uno a sud e un altro a nord), ecc., possiamo dire che qualcosa nei livelli intermedi si potrebbe fare.
Per esempio prendere piena coscienza di tutti i fattori di rischio, senza nascondersi dietro false illusioni o, peggio ancora, falsi pudori, sarebbe un'ottima cosa che in moltissimi casi dovrebbe essere preceduta da opportuna opera di convincimento.
@Lameduck
Corona rientra perfettamente nel quadro delineato ma, come milioni di persone, non se ne rende conto a sufficienza perchè nessuno l'ha edotto, fin da neonato-bambino (anche se, secondo le mie teorie, non sarebbe servito a granché); forse ci arriverà da solo quando avrà l'età di "Califano" ma sarà troppo tardi.
Dopotutto se l'instillazione del "bon-ton" non è riuscita né al suo compagnuccio Lele "Mora", né alla moglie e nemmeno a Belen che è la sua copia "simpatetica" al femminile (tanto che potrebbe avere un certo successo a Bollywood), qualcosa vorrà dire.
@tutti
Un altro punto di riflessione è costituito dalla facilità con cui si assegnano identità che in molti casi non appartengono alle persone che si distinguono per determinati atti (presunti o reali).
Questa facilità deriva certamente anche dalla parzialità e dalla gradualità dei dati che filtrano attraverso il sistema dei media, in parte per ottemperare alla legislazione corrente, in parte per fattori di controllo socio-politico, soventemente deviati.
Per esempio, se si esaminano nel dettaglio determinati delitti "padani", si potrà notare che i fattori: instabilità psichica, droghe, "non autoctono" (anche in senso remoto) e altro, sono piuttosto frequenti e spesso combinati fra loro.
Rientrano in queste casistiche molti dei delitti citati nei commenti precedenti.
La teoria dello scoppio e della valvola di sfogo è da prendere con le "molle"; in effetti bisogna capire che cosa può costituire una pressione pericolosa e che cosa no.
Se parliamo di noia, di sballo, di eliminazione di una rivale, di un testimone scomodo, di atti di pedofilia finiti male con relative situazioni incresciose, di vittime sacrificali o altro di simile la teoria è altamente opinabile.
Comunque, visto che la realtà non piace tanto, si può tornare a guardare gli episodi de "i nuovi mostri" (es. l'episodio dell'autostoppista) dell'estinto Monicelli.
P.S:
Ylenia, Yara, ecc. ma perchè proliferano tutti questi nomi così strani ?
@adetrax
RispondiEliminastai parlando di prevenzione vero?
sono anni che sostengo cio',pero' continuo a non capire,uno che fuma uno spinello e' propenso ad atti incolsulti? dei nostri governanti che dovremmo dire allora?
no ,io credo che vadano semplicemente accertate le responsabilita'individuali e non fare di tutta un'erba(bella questa ;-) ) un fascio.
una principalmente è quella dello stato che se ne fotte altamente e si limita ad appioppare multe o ad incarcerare a casaccio mettendo in pace l'opinione pubblica e se stesso,mascherando in tal modo la sua incompetenza,sicuramente voluta.
@lameduck
uno a caso,eh?;-)
in merito allo spinello credo ci siano motivazione politiche ed economiche,senza arrivare alla cocaina basterebbe ricordare chi inghiotte tranquillanti o similari e se ne va tranquillamente in auto.
per come la vedo io gia ascoltare un giovanardi alla radio mentre guido è causa di fibrillazione ;-)
"La teoria dello scoppio e della valvola di sfogo è da prendere con le "molle"; in effetti bisogna capire che cosa può costituire una pressione pericolosa e che cosa no."
RispondiEliminaQuesta è proprio bella! E' un fatto fisico, Adetrax, solo fisico. In uno spazio chiuso in cui si accumula continuamente pressione, se non vi è una valvola di sfogo prima o poi salta tutto per aria. la pericolosità è data dalla mancanza della valvola. Ma che sto a ragionare a fare con te...
@Lameduck
RispondiEliminaLa pericolosità è data dalla mancanza della valvola.
Va bene ho capito l'antifona.
Per me trattasi di individui difettosi / border line bisognosi di opportuni trattamenti.
Se uno accumula quando non dovrebbe o lo fa per cause insulse non dovremo mica giustificarlo sempre e comunque ?
A questo punto, per sturare preventivamente certe valvole difettose, nella maggioranza dei casi potrebbe tornare utile la soluzione promossa, qualche anno fa, dalla Merkel per i giovani e gli adolescenti "problematici".
Selezionando per benino i "sorveglianti istruttori" si potrebbero fare dei bei lavoretti di recupero ... d'altronde se dagli intelletti non escono altre soluzioni pratiche efficienti, c'è poco da scegliere.