"Sono finiti i tempi bui. Papà guadagna in Germania!" poster di propaganda della Repubblica collaborazionista di Vichy |
E' come se il loro inconscio sapesse che l'idea della fissità del cambio, del vincolo monetario, è cosa tinta e quindi suggerisse loro malignamente il lapsus monetae.
Il lustrissimo economista de Cicago Michele Boldrin, ad esempio, lo fissa a 2000 o 1997 senonricordomale:1. Per il vicedirettore del Sole24Ore, badate, non di Quattroruote, Plateroti, una vera figura mitologica dei dibattiti televisivi, il cambio fu fissato a 1700:1.
A questo punto, di queste papere celebri, la meno grave diventa il 1927:1 di Silvio Berlusconi.
Non c'è niente da fare. All'eurista la fatal moneta gli si svaluta e rivaluta automaticamente inside e questo fenomeno dovrebbe essere studiato non solo dagli psicoanalisti ma forse anche dagli studiosi di fatti inspiegabili.
L'ultimo svarione che mi preme segnalare è il fantastico 2000 e tot di Michele Salvati, fissato sul nastro della registrazione di un'interessante trasmissione andata in onda su Radio Radicale sabato scorso, "Servizio sulla moneta unica" a cura di Enrico Tata. Una lunga intervista ad Alberto Bagnai (dall'inizio), Emiliano Brancaccio (dal minuto 18'), Sergio Cesaratto (31'), Claudio Borghi Aquilini (47') e Antonio Maria Rinaldi (60'): un quintetto variopintamente eurocritico, più la trota, Michele Salvati (75').
Considerato addirittura da alcuni il babbino caro del PD, l'emerito professore merita però una citazione più estesa oltre alla scivolata sul valore del cambio lira/euro.
Essendogli stata affidata in trasmissione, come difensore delle ragioni dell'euro e in nome dell'effetto recenza, l'ultima parola (perché Radio Radicale è pur sempre PUDE oriented), costui ha inanellato una quantità notevole dei soliti luogocomunismi, classici del terrorismo psicologico sulle conseguenze dell'uscita dall'euro, oltre a nemmeno tanto celati proclami della Restaurazione elitaria europea, da bravo piddino:
"Un paese non può essere più ricco di quanto sia produttivo."
"L'Italia è un paese povero". (sic!)
"Il nostro problema sono i salari troppo alti". (ri-sic!)
"Le nostre piccole imprese non reggono la competizione internazionale". (Con le multinazionali, suppongo).
(Ricordo che costui è de sinistra).
Sull'euro come catastrofe ormai evidente anche ai ciechi ed agli anencefali, ha sciorinato i soliti panni sporchi della sinistra con argomentazioni che abbiamo già sentito altrove.
"Si, è stato un errore ma................(grande tormento interiore piddino)..........................allora era difficile prevedere, non era detto che vi sarebbe stata la doppia velocità tra paesi (ma lo dicevano fior di economisti da decenni) e poi (tenetevi forte) valeva comunque tentare la scommessa". In culo ai greci ma, oops, quanto ci siamo divertiti!
Comunque, termina babbino: "Se non fossimo entrati nell'euro come avremmo fatto a fare le riforme?" Eccoli, gli shockeconomisti che finalmente confessano.
Se uscissimo, "la Germania cesserebbe di essere il grande paese trainante d'Europa". "La nostra lira verrebbe sballottata nel mare della speculazione". E poi vi risparmio il solito mantra che vi sarebbe un enorme Svalutazione Schwanstuck e l'iperinflazione che danneggia il proletariato.
La logica piddina è amante anche del controfattuale indimostrabile: "Si, entrando nell'euro abbiamo sbagliato ma cosa sarebbe accaduto se non vi fossimo entrati?" Ovviamente non possono dimostrarlo ma sanno che sarebbe stato peggio. Alla faccia del metodo scientifico.
Insomma, tutto ciò che nasce quando la mamma dei cretini si ostina a non indossare, come metodo contraccettivo, la spirale inflazionistica.
Avrete notato come chi difende l'euro sia in genere più preoccupato delle conseguenze dell'euroexit sulla Germania che di quelle sul proprio paese, l'Italia? Non li sentite che sembrano più solerti e volonterosi dei Piller e dei Gümpel?
Vi porto un ulteriore esempio corredato da prova visiva.
Quest'altro dibattito svoltosi a Mantova con contrapposti gli eurocritici Loretta Napoleoni e Claudio Borghi da una parte e gli euroentusiasti Pietro Garibaldi e Tito Boeri dall'altra.
Come Salvati si preoccupava della povera Merkel ridotta ad una brechtiana madre coraggio a spingere la carretta con i miliarden marke per comperarsi il wurstel, Boeri e Garibaldi ribadiscono il concetto ancora una volta: non si può fare perché danneggeremmo la Germania.
A me 'sta cosa mi fa impazzire. Questa preoccupazione soprattutto piddina per il vincitore, per chi, lo sappiamo, maramaldeggia per prima con i conti per sembrare la più virtuosa del bigoncio. Per chi non si sta facendo scrupoli di mandare in vacca noi e gli altri paesi euromediterranei per andare a fare lingua in bocca con Putin e i cinesi e rompercisi le corna per l'ennesima volta.
Uno, passi; due, tre, tutti gli euristi filotedeschi e per giunta a spese degli italiani? Fa pensare molto male. Fa pensare a qualche interesse personale in gioco, a qualche forma di lobbying da parte di industrie tedesche sui politici e tecnici dei paesi della periferia. Siemens e il caso dei sottomarini alla Grecia sono precedenti pesanti.
Questo servilismo, questo timore di pestare la coda al potente fa pensare insomma a qualche forma di intelligenza con il nemico. Anche se intelligenza forse è parola forte.
A pensar male rischiamo insomma, andreottianamente, di azzeccarci.
(Notarella per coloro che vogliono le prove e cercano le fonti: c'è la prova televisiva e radiofonica di tutto, basta cliccare sui link).
Sono solo degli azzeccagarbugli e lanzichenecchi della peggior specie.La cosa più allucinante è che la pseudosinistrata cordata di nominati al comando non ha mai fatto un solo giorno di lavoro in vita sua,non conosce il sudore della fronte (sia derivante da lavori manuali che da massimizzazione altruistica di materia grigia) e sono stati cooptati per sola fedeltà al capo di turno.
RispondiEliminaDall'altra parte il semperfidelis de suo ha ingabbiato il diverso ma non dissimile schieramento in una battaglia campale minimale,miserevole e misera dopo essere assurta agli onori della cronaca in pompa magna e cor fiato in tromba dei poi trombati liberali in cattedra.
Difficile ed impegnativa la strada che si sta percorrendo.Se è vero 97% italiani s'informa dalla TV stiamo freschi,è come se appena ti metti in bici passa un TIR e ti sbriciola.
Sino a quando se ne potrà parlare,ognuno con i propri mezzi e bagagli seguendo la sua indole,si va avanti ed il sottoscritto nel suo millesimale recinto vi farà da Amplifon e Translator verso chi non sente e chi ci mastica poco.
Le Masse comunque arrivano per brevità e per altri percorsi a conclusioni non dissimili ma deframmentabili e formattabili alla causa.Identificare percorsi rimane priorità impellente.
Non voglio che i miei figli coltivino cartofen per turisten sino alla fine di questo secolo.
"Si, è stato un errore ma............allora era difficile prevedere...
RispondiEliminaAh ecco, hanno già trovato la scusa per tirarsi fuori. Loro che sono gli unici responsabili del disastro.
Mentre il nostrano amato topo al tempo di mani pulite, pur essendo il braccio destro del Brigante, addusse a sua difesa la motivazione che lui e quelli come lui non sapevano (frase pronunciata dal topo amato: 'ma noi non sapevamo). questi invece dicono: ma noi non immginavamo tanto .
Beh, care facce di palta, che lo immaginavate o meno al sottoscritto non frega niente. Resta il fatto che eravate voi al comando allora.
Adesso dovete pagare il conto voi.
"Spiegatemi allora perché gli euristi, che siano economisti, giornalisti o semplici tamburini, non riescono a ricordare con precisione il famigerato cambio lira/euro ..."
RispondiEliminaCome per il femminicidio ci possono essere più motivazioni / cause:
1) rimozione volontaria dell'evento cambio Lira - Euro: identificare con precisione il relativo valore significherebbe dare dignità, dare importanza anche a ciò che c'era prima (con il rischio di riaprire questioni sulla correttezza del valore deciso per il cambio stesso ed altre cosette) e questo potrebbe essere "pericoloso", potrebbe essere "deleterio" nel senso di rappresentare una potenziale ancorché remotissima "minaccia" alla fluidità degli eventi scanditi dal "pilota automatico" e quindi non si deve fare per principio; il passato è passato ora c'è il presente ed il futuro;
2) nel caso di certi "individui" potrebbe trattarsi anche (ma non solo) di tendenze / sbadatezze personali di tipo genetico appositamente lasciate libere di agire nel campo dei noiosi numeri dato che, purtroppo, hanno la fastidiosa tendenza ad evidenziare realtà dicotomiche / binarie a chi li analizza: o una cosa è vera o non lo è (tertium non datur) e questo, ad un certo potere sistemico, non piace, non è gradito;
... altro ancora.
Circa i vari "... fantastico 2000 e tot ..." c'è un'implicita correzione sulla naturale svalutazione che ci sarebbe stata se si fosse continuato ad usare la Lira.
"Un paese non può essere più ricco di quanto sia produttivo."
"L'Italia è un paese povero". (sic!)
"Il nostro problema sono i salari troppo alti". (ri-sic!)
"Le nostre piccole imprese non reggono la competizione internazionale"
Le sopracitate affermazioni, senza le opportune contestualizzazioni, potrebbero essere state tranquillamente sottoscritte dal "miglio verde" (con le orecchie a punta) e questo dovrebbe far accendere una lucina sulle possibili origini di certe idee.
In ogni caso, quanto sopra affermato è il risultato di PRECISE STRATEGIE SINERGICHE FRA LORO attuate per molti anni dato che il sistema pianifica con 10, 20, 30 ed anche 50 anni e più di anticipo.
Per inciso, se le nostre imprese non riescono a competere è perchè hanno dal 20% al 40% di tasse in più rispetto a quelle di altri paesi (senza contare tutto il resto); non si tratta di scienza astrusa ma di semplici evidenze.
L'argomentazione dei "SALARI TROPPO ALTI" è vera nel contesto attuale italiano nel senso che, considerando l'eccesso di capacità produttiva, le tasse ed altre vessazioni che si sono via via incrementate nel tempo senza contare la PERDITA DELLA SOVRANITA' MONETARIA iniziata fin dagli anni '80 (sovranità che comunque in Italia non è quasi mai stata del tutto libera ovvero scevra da nefaste influenze interne ed esterne) se non si può svalutare la moneta, si devono ridurre i salari ... e come si farà mai a ridurli di "quanto serve" senza aumentare a dismisura la domanda di lavoro mantenendo molto bassa la relativa offerta ?
La domanda quindi è: la "ggente" ha capito di quanto deve essere questa riduzione (se si vuole aumentare o mantenere il livello di occupazione ben s'intende), di come si sta attuando e molto più di come continuerà ad attuarsi in futuro ?
Qui, per aiutare la comprensione da parte di alcune fasce di popolazione, erroneamente identificate come "italiche", occorrerebbe un "disegnino" fatto da un soggetto dotato di "opportuni ed adeguati argomenti". :-)
A proposito, non sia mai che a qualcuno possa venire qualche dubbio sull'affermazione sopra riportata considerando che in Germania molti salari appena appena qualificati sono quasi il doppio che in Italia (ma forse non dal lato contributivo-pensionistico da cui i crucchi riceveranno una bella sorpresa).
Cara amica Lameduck,
RispondiEliminaquali siano gli effetti dell'euro sulle economie più deboli del sud Europa li ha spiegati l'altro giorno nella trasmissione Virus il politologo Edward Luttwak. Ha fatto dei semplici esempi sui pomodori e sulle arance della Sicilia che anche un bambino dell'asilo e un piddino possono capire.
Ciao Davide
Rincraziamo per la fostra solitarietà. Frustatefi und penzate a noi <3
RispondiEliminaGrazie a voi! Come faremmo senza i nostri due tesssori che ci insegnano a vivere?
Elimina"A me 'sta cosa mi fa impazzire. Questa preoccupazione soprattutto piddina per il vincitore ..."
RispondiEliminaCerto, perchè probabilmente a livello internazionale è stato deciso di smembrare il "sistema Italia" con la supervisione europea ed in particolare del bambino con i calzoncini corti alla bavarese e dato che la cosiddetta classe politico-dirigenziale italiana è tutto meno che italiana (stampatevelo bene in testa questo fatto) non ci si deve stupire delle relative azioni passate e presenti di cui devono rendere conto non al popolo italiano (che nella pratica non esiste) ma ad una elite internazionale a loro affine.
C'è un piano in atto, ci si dovrebbe quindi chiedere quali potrebbero essere i prossimi passi di questo piano, perchè quando si fa intendere che il recupero di qualche centinaio di miliardi di debito pubblico si attuerebbe più facilmente con la svendita anche di gran parte delle multiutility comunali (previe modifichine varie alla legislazione vigente per consentire il gran sacco), ci si dovrebbe anche chiedere a chi rispondono quella marea di sindaci, consiglieri comunali piddini e non, ecc. che si stanno portando avanti con il lavoro e che, fra le altre cose, cercheranno di ignorare il più possibile il referendum sull'acqua pubblica.
Oh, non preoccupatevi è tutta gente che si preoccupa della "cosa pubblica" al vostro posto e lo fa disinteressatamente esattamente come secoli addietro, che poi appartengano ad etnie sospette quando non ad organizzazioni massoniche e/o paramassoniche è un dettaglio che non potrà mai sfiorare i pensieri imberbi del popolo piddino.